Fotografia RAW con Photoshop - Capitolo 1 - Apogeo

6 Capitolo 1: il formato RAW
varie regolazioni apportate e conserva la propria integrità per poter essere soggetto a
infinite interpretazioni. Il formato RAW offre dunque la possibilità di operare su un
vero e proprio negativo digitale, che potete sempre conservare per eventuali ulteriori
conversioni.
Una grande quantità di bit
La maggior parte degli apparecchi fotografici digitali moderni utilizza almeno 12 (o
14) bit, fino a 16 bit per canale (per i dorsi digitali medio formato). Dunque potete
catturare almeno 4096 livelli di luminosità per ogni pixel e il formato RAW vi darà
accesso a tutte queste sfumature. Al contrario, il formato JPEG si limita a 8 bit per
canale, corrispondenti a solo 256 livelli. Quando scegliete di eseguire uno scatto in
formato JPEG, rinunciate quindi a una grande quantità di dati, senza neppure avere
la possibilità di scegliere quali conservare.
È però vero che le informazioni restituite da un file JPEG possono essere preferibili
(vedi più avanti) anche per stampe di alta qualità. Ciononostante, i limiti di un file a
256 livelli si manifesteranno irrimediabilmente quando svolgerete delle elaborazioni
in Photoshop, in quanto tali correzioni saranno, per forza di cose, sempre distruttive.
Inoltre, gli strumenti di modifica come Livelli, Curve, Bilanciamento dei colori e così
via riducono a ogni applicazione il numero di livelli. La somma di più elaborazioni
rischia quindi di dare origine a fenomeni di posterizzazione delle sfumature e a problemi
di tonalità, specialmente nelle parti più scure dell’immagine. Il formato RAW,
con i suoi 4096 livelli (12 bit) o 16.384 livelli (14 bit), offre una maggiore tolleranza
e può sopportare una post-elaborazione molto più intensa.
Canon EOS 1Ds, obiettivo EF 100 mm, f/2 USM.