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Igiene e Sicurezza<br />

Alimentare<br />

Reg. 852/04/CE - Regione Piemonte<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | HACCP


CONTENUTI DEL CORSO<br />

• Il contesto normativo<br />

• Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

• Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

• HACCP introduzione<br />

• HACCP i passi preliminari e i 7 principi<br />

• HACCP la registrazione<br />

• HACCP attività di controllo e verifica<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Igiene e Sicurezza<br />

Alimentare<br />

Il contesto normativo<br />

Reg. 852/04/CE - Regione Piemonte<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | HACCP


Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Il metodo HACCP nasce nella seconda metà del 1900 ad<br />

opera della NASA.<br />

Il suo scopo è quello di permettere di inviare alimenti nello<br />

spazio minimizzando il rischio di infezione e tossinfezione per<br />

gli astronauti.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

I primi progetti ai quali viene applicato il<br />

metodo HACCP sono stati:<br />

Programma Mercury<br />

primo programma americano di volo<br />

suborbitale con equipaggio a bordo<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Programma Gemini<br />

programma di volo<br />

spaziale con equipaggio<br />

umano<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Programma Apollo<br />

programma di volo spaziale<br />

finalizzato all’allunaggio, era<br />

prevista una permanenza a<br />

bordo della navicella di circa 8<br />

giorni.<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Nel 1971 il metodo HACCP sbarca nel mondo<br />

civile e viene presentato al National Conference of<br />

Food Protection di Denver.<br />

Da allora il CFP si riunisce ogni due anni per<br />

stabilire le nuove norme in materia di sicurezza<br />

alimentare.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Nel 1973 viene pubblicato uno degli studi chiave<br />

del settore della sicurezza alimentare, il «Food<br />

Safety Throught the Hazard Analisys and Critical<br />

Control point» ad opera della Pillsbury Company.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Nel 1980 il metodo HACCP viene «esportato» dagli Stati<br />

Uniti e riconosciuto a livello internazionale<br />

dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.<br />

6 anni dopo, nel 1986 durante il «II congresso mondiale<br />

sulle infezioni ed intossicazioni di origine animale» la<br />

metodologia viene rafforzata.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Nel 1993 viene pubblicato un testo chiave, che si rivela<br />

ancora oggi una colonna portante del metodo HACCP, il<br />

«Guidelines for the application of the HACCP» ad opera<br />

del Codex Alimentarius.<br />

Negli anni 90 l’Europa inizia ad emanare direttive verticali<br />

ed orizzontali in tema di sicurezza alimentare, in modo da<br />

rendere uniforme i vari trattamenti tra gli Stati membri.<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

L’Italia inizia a recepire le direttive europee nel 1997 con il<br />

Decreto Legge 155/97, in particolare viene recepita la<br />

direttiva europea 96/43/CEE concernente l’igiene dei<br />

prodotti alimentari.<br />

Ad oggi il D.Lgs 155/97 risulta abrogato.<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Nel 2002 con il Regolamento CE 178 viene istituita l’<br />

“Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare”, la stessa<br />

fisserà negli anni a venire le procedure da attuare nel<br />

campo della sicurezza alimentare.<br />

Si inizia a passare da un approccio maggiormente teorico<br />

ad uno più pratico.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Il 2004 vede la luce del “Pacchetto Igiene”.<br />

Una normativa comunitaria è importante per evitare il ripetersi di situazioni<br />

pericolosissime come i casi di «mucca Pazza» (BSE), intossicazioni da diossina<br />

etc, nate da un vuoto normativo in particolari campi (ad esempio quello dei<br />

mangini).<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Anche se ad oggi parzialmente abrogate ricordiamo due leggi<br />

Nazionali che sono state alla base della sicurezza alimentare<br />

nel nostro paese.<br />

• La legge 283/62 e s.m.i. che trattava della «disciplina<br />

igienica della produzione e vendita delle sostanze alimentari<br />

e bevande»<br />

• D.P.R. 327/80, ovvero il regolamento di esecuzione della<br />

283/62<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

L’articolo 5 della Legge 283/62 ad oggi è uno dei pochi<br />

articoli la cui disattenzione può portare a conseguenze di<br />

natura penale, rientrano in questo campo:<br />

• frode in commercio (art 515 Codice penale)<br />

• vendita di sostanze nocive (art 444 Codice penale)<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Art. 5 Legge 283 del 30 aprile 1962<br />

È vietato impiegare nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, o<br />

somministrare, sostanze alimentari:<br />

a) private anche in parte dei propri elementi nutritivi o mescolate a sostanze<br />

di qualità inferiore<br />

b) in cattivo stato di conservazione<br />

c) con cariche microbiche superiori ai limiti<br />

d) insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione<br />

g) con aggiunta di additivi chimici non autorizzati o, nel caso che siano stati<br />

autorizzati, non rispettando le modalità d’uso<br />

h) che contengano residui di prodotti, usati in agricoltura, tossici per l'uomo.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Cenni storici<br />

Gli obiettivi generali della politica europea di sicurezza<br />

alimentare sono:<br />

• Garantire un livello elevato di protezione della salute<br />

umana e degli animali<br />

• Porre la qualità al centro delle preoccupazioni<br />

• Ripristinare la fiducia dei consumatori<br />

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Il contesto normativo<br />

Regolamento CE 178/2002<br />

Il Regolamento CE 178/2002 ha introdotto lo<br />

slogan «Dal Campo alla tavola», ad indicare come<br />

i principi base di sicurezza alimentare debbano<br />

essere applicati a tutto il processo lavorativo fino<br />

al consumatore finale.<br />

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Il contesto normativo<br />

Regolamento CE 178/2002<br />

Il regolamento 178 fissa anche 5 punti che sono ad oggi alla<br />

base delle scelte in ambito di sicurezza degli alimenti, ovvero:<br />

▪ Carattere integrato della catena alimentare;<br />

▪ Analisi del rischio;<br />

▪ Responsabilità degli operatori alimentari;<br />

▪ Rintracciabilità dei prodotti;<br />

▪ Diritto dei cittadini all’informazione.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Regolamento CE 178/2002<br />

Il carattere integrato della catena alimentare viene<br />

riaffermato.<br />

È fondamentale garantire un livello elevato di sicurezza<br />

alimentare in corrispondenza di tutte le tappe della catena<br />

alimentare, dal produttore iniziale fino al consumatore, per<br />

garantirne l'efficacia complessiva.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Regolamento CE 178/2002<br />

L'analisi del rischio è un elemento essenziale della politica<br />

per la sicurezza alimentare.<br />

<br />

Sono necessari tre interventi distinti:<br />

• la valutazione dei rischi tramite pareri scientifici;<br />

• la gestione dei rischi tramite l'intervento dei poteri<br />

pubblici<br />

• la comunicazione su tali rischi rivolta al grande pubblico<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Regolamento CE 178/2002<br />

La responsabilità di tutti gli operatori del settore alimentare è<br />

ormai stabilita.<br />

Ogni operatore del settore è responsabile della sicurezza dei<br />

prodotti che:<br />

• Importa;<br />

• Elabora;<br />

• Trasforma;<br />

• Commercializza;<br />

• distribuisce.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

La rintracciabilità<br />

La rintracciabilità dei prodotti viene stabilita in<br />

corrispondenza di tutte le tappe della catena alimentare.<br />

La rintracciabilità deve essere bilaterale, a monte e a valle.<br />

Ovvero per tutto ciò che un’azienda acquista o vende.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

La rintracciabilità<br />

I consumatori hanno diritto a<br />

un'informazione chiara e precisa.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Il pacchetto igiene<br />

Le modifiche introdotte dal pacchetto igiene sono:<br />

• Unificazione e armonizzazione normativa;<br />

• Ridefinizione del campo di applicazione;<br />

• Essendo un Regolamento Europeo ha evitato le differenze<br />

normative dei vari Stati Membri, i Regolamenti Europei sono<br />

direttamente applicativi e non necessitano di interpretazione<br />

da parte dei singoli Stati;<br />

• Sono state definite le responsabilità dell’Operatore della<br />

sicurezza Alimentare (OSA);<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Il pacchetto igiene<br />

Il c.d. Pacchetto igiene è composto da diversi regolamenti:<br />

• Regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del<br />

Consiglio, del 29 aprile 2004, sull'igiene dei prodotti alimentari<br />

• Regolamento (CE) n. 853/2004 del Parlamento europeo e del<br />

Consiglio, del 29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche in<br />

materia di igiene per gli alimenti di origine animale<br />

• Regolamento (CE) n. 854/2004 del Parlamento europeo e del<br />

Consiglio, del 29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche<br />

per l'organizzazione di controlli ufficiali sui prodotti di origine<br />

animale destinati al consumo umano<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Il contesto normativo<br />

Il pacchetto igiene<br />

• Regolamento (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del<br />

Consiglio, del 29 aprile 2004, relativo ai controlli ufficiali intesi a<br />

verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di<br />

alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali<br />

• Regolamento (CE) n. 183/2005 che stabilisce i requisiti per<br />

l’igiene dei mangimi<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Igiene e Sicurezza<br />

Alimentare<br />

Hai completato lo studio del modulo!<br />

Grazie per l’attenzione<br />

D.Lgs 196/03 | Reg. CE 2016/679<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | HACCP


Igiene e Sicurezza<br />

Alimentare<br />

Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

parte I<br />

Reg. 852/04/CE - Regione Piemonte<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | HACCP


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Classificazione dei pericoli<br />

Gli alimenti possono essere esposti a diverse categorie di<br />

pericoli, nel corso del corso verranno presi in considerazione:<br />

• PERICOLO MICROBIOLOGICO<br />

• PERICOLO BIOLOGICO<br />

• PERICOLO CHIMICO<br />

• PERICOLO FISICO<br />

• ALLERGENI<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo microbiologico<br />

Tra gli organismi maggiormente impattanti<br />

sulla sicurezza alimentare abbiamo<br />

certamente i batteri.<br />

Non tutti i batteri sono però ugualmente<br />

pericolosi, anzi, alcuni vengono utilizzati in<br />

molti processi alimentari, come nel caso<br />

della fermentazione alcoolica o nella<br />

panificazione.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo microbiologico<br />

Ci concentreremo invece sui soli agenti patogeni. Oltre ai<br />

batteri bisognerà prestare attenzione anche ai virus e alle<br />

muffe.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo microbiologico<br />

BATTERI<br />

Sono a tutti gli effetti esseri viventi di<br />

dimensioni microscopiche.<br />

Sono presenti in maniera ubiquitaria, nell’aria,<br />

nell’acqua, nel suolo, colonizzano persino per<br />

intero la cute degli esseri umani e negli<br />

alimenti.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo microbiologico<br />

I batteri, come tutti gli esseri viventi necessitano di<br />

condizioni particolari per sopravvivere, la maggior parte di<br />

essi vive in condizioni abbastanza comuni, altri possono<br />

resistere a condizioni estreme di pressione, temperatura,<br />

disidratazione, etc.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo microbiologico<br />

I batteri per sopravvivere necessitano di:<br />

• Acqua, anzi, acqua disponibile (Aw-available water);<br />

• Temperatura compresa in un range tra +6 e +60°C;<br />

• Aria per i batteri aerobi (la maggior parte di quelli di<br />

interesse per la sicurezza alimentare);<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo microbiologico<br />

• Tempo, non è sufficiente un singolo contatto tra un alimento ed un batterio,<br />

ma il contatto deve perdurare per un certo periodo;<br />

• Nutrimento: come tutti gli esseri viventi i batteri necessitano di nutrimento, lo<br />

traggono dagli alimenti sui quali si depositano e proliferano;<br />

• Specifiche condizioni di acidità (ph>4.5): una variazione delle condizioni di<br />

acidità ucciderà inevitabilmente il batterio<br />

Per poter limitare o impedire la crescita batterica è sufficiente<br />

alterare uno dei parametri visti in precedenza<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo microbiologico<br />

Classificazione dei batteri sulla base della temperatura.<br />

È bene ricordare che non tutti i batteri si comportano nello stesso modo<br />

soprattutto nei confronti della resistenza alla temperatura.<br />

Sulla base di ciò è possibile dividerli in tre classi:<br />

Psicrofili, mesofili e termofili.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Batteri Psicrofili<br />

Si tratta della classe di batteri che meglio tollera le<br />

temperature più basse. <br />

Crescono in un range termico compreso tra i 5 ed i 20<br />

gradi positivi, con un range ottimale compreso tra i 10 ed i<br />

21 gradi celsius<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Batteri Mesofili<br />

Si sviluppano e proliferano a temperatura ambiente, con un<br />

range che va dai 20 ai 45 gradi celsius, con un range<br />

ottimale tra i 32 ed i 37 gradi.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Batteri Termofili<br />

Trovano nelle alte temperature le migliori condizioni di<br />

sopravvivenza.<br />

Possono sopravvivere tra i 45 e i 75 gradi celsius,<br />

massimizzano la loro velocità di riproduzione a 55 gradi.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo microbiologico<br />

Sulla base di quanto visto possiamo affermare<br />

che portando un alimento a temperatura<br />

superiore ai 75 gradi per un tempo sufficiente<br />

possiamo ucciderlo<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

Al fine di poter trasmettere una malattia non è necessario<br />

che sia presente un singolo microorganismo, ma si deve<br />

raggiungere una popolazione (colonia) di dimensioni<br />

sufficienti.<br />

Per far ciò è sufficiente fornire al batterio condizioni<br />

accettabili ed un tempo sufficiente<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

I Batteri si moltiplicano raddoppiando ogni 20-30 minuti e<br />

il loro processo di crescita è riassumibile nell’immagine<br />

sottostante<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

La crescita batterica è definita da 4 fasi distinte:<br />

• Fase di latenza;<br />

• Fase di crescita esponenziale;<br />

• Fase stazionaria;<br />

• Fase di morte cellulare.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

La fase di latenza (fase lag): è il periodo impiegato dal<br />

microrganismo ad adattarsi all'ambiente.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

La fase di crescita esponenziale (fase log): dove il<br />

microrganismo si moltiplica velocemente, sfruttando al<br />

massimo le risorse dell'ambiente. È possibile mantenere le<br />

colture in questa fase trasferendo i batteri in nuovi terreni<br />

(coltura continua).<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

La fase stazionaria (idiofase): dove il microrganismo arresta la<br />

sua crescita, poiché uno o più nutrienti sono terminati. I batteri<br />

che si dividono e quelli che muoiono sono in equilibrio, alcune<br />

cellule entrano in uno stato di latenza in attesa di condizioni<br />

migliori.<br />

Alcuni batteri in questa fase iniziano a produrre metaboliti<br />

secondari (es. antibiotici), che il batterio usa per ridurre la<br />

competizione, ostacolando la vitalità di microrganismi<br />

potenziali competitori. I metaboliti secondari vengono spesso<br />

utilizzati nel campo della ricerca e produzione farmacologica.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

La fase di declino (o di morte): dove il numero di<br />

microrganismi comincia ad abbassarsi, poiché le cellule morte<br />

iniziano a superare quelle in divisione o in latenza.<br />

La pendenza della curva è diversa se si contano le cellule vive<br />

(maggiore pendenza) oppure corpi cellulari (minore<br />

pendenza). Questo perché le cellule muoiono, ma<br />

non lisano subito; è possibile fare questa osservazione<br />

mediante colorazioni apposite.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo microbiologico<br />

Per poter procedere nella curva di crescita i<br />

batteri devono nutrirsi delle sostanze che<br />

compongono l’alimento e possono provocare<br />

trasformazioni potenzialmente dannose e<br />

pericolose<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

Al fine di ridurre la probabilità che ciò avvenga è necessario<br />

far sostare per il minor tempo possibile gli alimenti a<br />

temperature comprese fra 10°C e 60°C.<br />

Posti in condizioni sfavorevoli la maggior parte dei batteri<br />

muore. Alcuni batteri patogeni possono creare forme di<br />

resistenza (spore) e liberare anche delle tossine che sono<br />

termoresistenti.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

È necessario quindi manipolare gli alimenti in modo che le<br />

tossine non si sviluppino e il numero dei batteri rimanga al<br />

di sotto della dose infettante minima per provocare una<br />

tossinfezione<br />

Nel prosieguo del corso verranno trattati anche i concetti di<br />

tossina e tossinfezione.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

Si intende con il termine tossina una sostanza prodotta da<br />

un organismo animale, vegetale o microbico che è<br />

dannosa per alcune specie.<br />

La presenza nel sangue umano di tossine prende il nome<br />

di tossinemia o tossiemia e dà quadri clinici e prognostici<br />

differenti.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

Alcune delle tossine più pericolose per l'organismo:<br />

• Micotossine<br />

• Tossina ofidica<br />

• Tossina batterica<br />

• Tossina colerica<br />

• Tossina difterica<br />

• Tossina botulinica<br />

• Tossina tetanica<br />

• Tossina streptococcica<br />

• Tossina stafilococcica<br />

• Tossina della pertosse<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

Le tossine agiscono con meccanismi diversi:<br />

neurotossico (neurotossina) quando agiscono direttamente<br />

sul neurone o sulle sinapsi in senso inibente e quindi<br />

determinante paralisi o stimolante con effetti convulsivi,<br />

come accade per il tetano.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

emotossico quando agiscono sul sangue determinando la<br />

distruzione di alcuni elementi figurati come i globuli rossi o<br />

alterando i sistemi di coagulazione del sangue.<br />

citotossico quando l'azione è rivolta direttamente alla<br />

cellula<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

Le tossine possono essere suddivise in due gruppi:<br />

• esotossine, che il germe espelle al di fuori (greco ἐξωéxō-<br />

"fuori") della propria struttura per immetterle<br />

nell'ambiente;<br />

• endotossine (greco ἔνδο- éndo- "dentro") rimangono<br />

all'interno del corpo batterico fino al suo dissolvimento in<br />

seguito all'invecchiamento o alla morte.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

Le malattie conseguenti alla presenza dei microrganismi<br />

negli alimenti possono essere causate da:<br />

• INTOSSICAZIONE<br />

• TOSSINFEZIONE<br />

• INFEZIONE<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

Intossicazione<br />

ovvero l’ingestione di una tossina preformata nell’alimento<br />

nel quale si è sviluppato il batterio<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

Tossinfezione<br />

Si tratta di una condizione dove il soggetto ingerisce<br />

contemporaneamente tossine, batteri e spore contenute<br />

nell’alimento.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

Infezione<br />

Si tratta dell’ingestione di alimenti che contengono batteri in<br />

grado di moltiplicarsi all’interno dell’ospite<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

I principali batteri coinvolti in ambito alimentare sono:<br />

• Salmonella spp<br />

• Listeria monocytogenes<br />

• Escherichia coli<br />

• Staphylococcus aureus<br />

Ma anche<br />

• Clostridium botulinum<br />

• Clostridium perfringens<br />

• Campylobacter<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Salmonella<br />

La Salmonella è uno dei batteri più comuni e diffuso nei<br />

nostri alimenti. Si trova molto facilmente nella carne di<br />

maiale e nel ciclo dell’uovo/pollame.<br />

Muore a temperature relativamente basse (60°C), è perciò<br />

importante una corretta igiene delle lavorazioni per evitare<br />

che un problema su un alimento (facilmente risolvibile con<br />

la cottura) possa essere veicolato ad un altro alimento<br />

(magari che si consuma crudo) semplicemente per non<br />

essersi lavati le mani.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Salmonella<br />

È sensibile ai disinfettanti di comune utilizzo.<br />

Sono sufficienti 150.000 cellule per scatenare l’infezione.<br />

La salmonellosi raramente porta alla morte ma dopo<br />

un’incubazione che oscilla tra le 12 e le 24 ore scatena i<br />

sintomi della gastroenterite: vomito, diarrea, febbre alta,<br />

dolori addominali<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Salmonella<br />

La carne di suino presenta molto facilmente questo<br />

problema: non a caso è un detto popolare comune che la<br />

carne di maiale va consumata ben cotta. Uova, pollame e<br />

carne di suino sono le matrici dove si trova più facilmente<br />

la salmonella.<br />

Cosa Fare: Rispetto della catena del freddo, accurata<br />

igiene delle attrezzature e del personale.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Salmonella<br />

Alimenti: Uova e ovoprodotti, pollame, carne e derivati, salumi, latte e latticini,<br />

dolci a base creme, frutti di mare, insalata, ortaggi.<br />

Tempo di incubazione: da 6 a 72 ore<br />

Prevenzione: Sensibile ai disinfettanti di comune utilizzo<br />

Inattività: 60°C x 3-4’<br />

Temperatura minima di moltiplicazione: 5/6°C<br />

Dose infettante: 10^2 / 10^7<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Lysteria monocytogenes<br />

Insieme a Salmonella la Listeria è uno dei patogeni<br />

maggiormente riscontrati in caso di analisi.<br />

L’infezione da listeria può portare a patologie anche molto<br />

gravi come meningiti e gastroenteriti.<br />

La listeria è un organismo ubiquitario e molto resistente,<br />

soprattutto alle basse temperature.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Lysteria monocytogenes<br />

Si tratta di un organismo sporigeno, ovvero in grado di<br />

generare spore (forme di sopravvivenza molto resistenti), si<br />

replica molto velocemente ed è in grado di produrre<br />

tossine.<br />

Durante la gravidanza un’infezione può essere molto<br />

pericolosa per il feto.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Lysteria monocytogenes<br />

È più facilmente riscontrabile la sua presenza in prodotti a<br />

lunga conservazione (con periodi superiori ai 10 giorni),<br />

refrigerati e non pastorizzati.<br />

Cosa Fare:<br />

Rispetto della catena del freddo, accurata igiene delle<br />

attrezzature e del personale.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Lysteria monocytogenes<br />

Alimenti: vegetali crudi, carne bovina, suina, ovina, pollame,<br />

latte, formaggi teneri, IV gamma, pesce affumicato<br />

Tempo di incubazione: da 4 giorni a 3 settimane<br />

Prevenzione: Sensibile ai disinfettanti di comune utilizzo<br />

Inattività: 65°C x 1’<br />

Temperatura minima di moltiplicazione: 1°C<br />

Dose infettante: >10^3<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Echerichia coli<br />

Si tratta di un batterio molto comune che vive nell’intestino<br />

umano ed animale.<br />

Non tutti i ceppi sono pericolosi per l’uomo, quelli patogeni<br />

possono causare meningite e diarrea.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Echerichia coli<br />

Una delle vie di contagio più frequenti è la carne<br />

contaminata e consumata poco cotta .<br />

Cosa Fare: Rispetto della catena del freddo, accurata igiene<br />

delle attrezzature e del personale.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Echerichia coli<br />

Alimenti: carne macinata cruda o poco cotta, formaggi<br />

teneri, acqua, ortaggi, latte non pastorizzato<br />

Tempo di incubazione: dalle 5 a oltre 48 ore<br />

Prevenzione: Sensibile ai disinfettanti di comune utilizzo<br />

Inattività: 60°C x 3/4’<br />

Temperatura minima di moltiplicazione: 6/9°C<br />

Dose infettante: >10^6<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Stafilococchi<br />

Gli Stafilococchi sono i batteri ubiquitari maggiormente<br />

distribuiti su uomo e animali ( pelle, mucose).<br />

Il più pericoloso per l’uomo è lo Stafilococco aureus che si<br />

trasmette facilmente per via aerea.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Stafilococchi<br />

Sono veicolati dalle persone e costituiscono fonte di<br />

contaminazione primaria anche le ferite, i foruncoli, la cute<br />

ed il cuoio capelluto.<br />

Lo Stafilococco produce una tossina termoresistente ed è<br />

capace di provocare l’insorgere di fenomeni tossinfettivi.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Stafilococchi<br />

I sintomi si manifestano dopo poche ore fino a tre giorni<br />

successivi al contatto e sono rappresentati da vomito, dolori<br />

addominali e febbre.<br />

Cosa Fare: Rispetto della catena del freddo, accurata igiene<br />

delle attrezzature e del personale. Evitare che persone<br />

infette manipolino alimenti senza protezione (guanti o<br />

mascherine).<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Stafilococchi<br />

Alimenti: a base di uova; latte, pasta, riso, salse, formaggio,<br />

pesce, insaccati, piatti pronti<br />

Tempo di incubazione: da 1 a 2 ore<br />

Prevenzione: Sensibile ai disinfettanti di comune utilizzo<br />

Inattività: 60°C x 5’ tossina 100°C per 10’<br />

Temperatura minima di moltiplicazione: 7/8C<br />

Dose infettante: >5x10^5<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Moltiplicazione batterica e concetto di carica infettante<br />

Altri batteri potenzialmente presenti, anche se in misura<br />

statisticamente minore, ma comunque pericolosi sono:<br />

<br />

Clostridium botulinum;<br />

Clostridium perfrigens;<br />

Campylobacter.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Clostridium botulinum<br />

Clostridium botulinum, comunemente noto come<br />

«botulino» è un patogeno ubiquitario.<br />

È un batterio anaerobio, ovvero si sviluppa in assenza di<br />

ossigeno.<br />

Produce una tossina termoresistente (in grado di resistere<br />

al calore, anche intenso)<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Clostridium botulinum<br />

La patologia portata dal botulino è il «botulismo», causato<br />

dall’ingestione di tossine preformate nell’alimento e spesso<br />

è mortale.<br />

È facilmente riscontrabile nelle preparazioni casalinghe di<br />

conserve, sughi e prodotti sott’olio.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Clostridium botulinum<br />

Purtroppo ogni anno si riscontrano in media 30 casi di<br />

intossicazione.<br />

Come precauzione è necessario eliminare tutte le<br />

confezioni di prodotti che si presentano rigonfie.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Clostridium perfringens<br />

Il batterio è parte della flora intestinale animale ed umana.<br />

<br />

Come il botulino è un patogeno anaerobio, ovvero si<br />

sviluppa in assenza di ossigeno e produce tossine.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Clostridium perfringens<br />

Le tossine vengono prodotte sia nell’alimento che nel tubo<br />

digerente dell’ospite.<br />

Si sviluppa rapidamente intorno ai 40°C.<br />

È facilmente riscontrabile nella carne rossa, e nel pollame.<br />

Al fine di ridurre il rischio è necessario ridurre il tempo di<br />

sosta degli alimenti a temperatura scorretta o procedere ad<br />

un rapido raffreddamento<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Campylobacter<br />

Facilmente riscontrabile nella flora intestinale animale.<br />

Si sviluppa in assenza di ossigeno.<br />

Può produrre tossine all’interno dell’intestino dell’ospite.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Campylobacter<br />

La crescita avviene rapidamente a temperature<br />

prossime i 40 gradi.<br />

<br />

Lo si trova maggiormente nel latte crudo, nel pollame e<br />

carne di suino.<br />

<br />

Strategie di riduzione del rischio sono la clorazione<br />

dell’acqua e la pastorizzazione del latte.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Muffe<br />

Le muffe sono funghi unicellulari, non visibili ad occhio<br />

nudo. <br />

<br />

Si organizzano in colonie, anche di grosse dimensioni,<br />

rendendosi visibili. Sono organismi riscontrabili in tutti gli<br />

ambienti, sia domestici che lavorativi.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Muffe<br />

Le muffe possono contaminare le derrate alimentari<br />

durante la fase di stoccaggio se in condizioni di caldo e<br />

umidità per loro ottimali. <br />

Si sviluppano in un range di temperatura compreso tra i<br />

15°C ed i 30°C.<br />

<br />

Alcune sono utilizzate nei processi alimentari, come ad<br />

esempio per l’arborizzazione del formaggio (gorgonzola),<br />

agiscono modificando le caratteristiche organolettiche degli<br />

alimenti<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Muffe<br />

Alcune specie sono in grado di produrre micotossine, alcune delle<br />

quali cancerogene.<br />

Sono organismi aerobi, necessitano di ossigeno per sopravvivere.<br />

Al fine di ridurre lo svilupparsi di muffe indesiderate, sia negli<br />

ambienti che a contatto con gli alimenti è necessario prestare<br />

attenzione all’igiene e alle corrette tecniche di conservazione degli<br />

alimenti.<br />

Per le micotossine un singolo operatore può fare poco, è più un<br />

problema a monte, ma si deve aver presente anche questo<br />

pericolo<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Virus Epatite A<br />

Il virus dell’epatite A si trasmette per via orofecale, utilizzando come mezzo di<br />

contagio l’acqua, può quindi essere ritrovato facilmente nei molluschi filtratori<br />

(cozze) consumati crudi o nella verdura e frutta non lavata correttamente.<br />

<br />

Il pericolo del virus dell’epatite è spesso relegato al solo consumo di molluschi<br />

filtratori crudi.<br />

Non bisogna sottovalutare anche la frutta e la verdura non lavata.<br />

Per esempio, nel mese di giungo del 2013 il sistema di allerta rapido (RASFF)<br />

europeo ha diramato un all’allerta e quindi ritiro e richiamo del prodotto, per<br />

virus epatite A in frutti di bosco congelati.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Virus Epatite A<br />

Le cause più comuni di tossinfezione che si possono riscontrare sono:<br />

• Inadeguato raffreddamento dei cibi<br />

• Inadeguata cottura o riscaldamento dei cibi<br />

• Utilizzo di materie prime contaminate<br />

• Contaminazione crociata degli alimenti<br />

• Inadeguata conservazione di alimenti<br />

• Cibi preparati troppo in anticipo<br />

• Scarsa igiene personale<br />

• Scarsa igiene dei locali e delle attrezzature<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Strategie di difesa degli alimenti<br />

• Evitare possibili fonti di contaminazione (ambientali, personali, crociate, da<br />

attrezzature)<br />

• Rispettare la catena del freddo non sottoponendo l’alimento a sbalzi termici<br />

o a soste a temperature non corrette<br />

• Cottura completa e abbattimento rapido<br />

• Igiene degli ambienti di lavoro e delle attrezzature<br />

• Igiene personale (generale, vestiario, mani)<br />

• Qualità delle materie prime<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Gli infestanti<br />

Cibo e calore sono due delle condizioni presenti in quasi tutte le realtà dove<br />

vengono trattati alimenti, gli stessi sono un richiamo per diversi infestanti.<br />

<br />

Gli infestanti che si riscontrano con maggior facilità sono:<br />

Insetti:<br />

• mosche: alta velocità di riproduzione<br />

• formiche: provocano deterioramento dei prodotti<br />

• blatte: si trovano prevalentemente tra i rifiuti, si sviluppano e permangono in<br />

ambienti umidi e bui.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Gli infestanti<br />

Mammiferi:<br />

• topi: sono fonte di malattie anche gravi . Sono molto intelligenti<br />

• ragni: le ragnatele sono fonte di accumulo di sporcizia<br />

• uccelli: bisogna evitare che entrino e che facciano il nido<br />

• animali domestici: gatti o cani attratti dall’uomo e dal cibo<br />

Le principali vie d’accesso degli infestanti sono i varchi non protetti.<br />

Finestre, porte e sistemi di areazione devono essere sempre protetti mediante<br />

reti amovibili per facilitare le operazioni di pulizia.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Gli infestanti<br />

Il consumo di prodotti<br />

ittici crudi o marinati può<br />

portare ad una<br />

condizione chiamata<br />

anisakiasi o anisakidosi,<br />

ovvero ad un’infezione<br />

parassitaria del tratto<br />

gastrointestinale<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Gli infestanti<br />

I L’infezione parassitaria si manifesta quando le larve di anisakis<br />

penetrano nella mucosa gastrica causando un dolore addominale<br />

violento, accompagnato da nausea e vomito, talvolta delle stesse<br />

larve.<br />

Se le larve non riescono a transitare verso l’intestino si può<br />

generare una fortissima risposta immunitaria che può simulare<br />

sintomi simili alla malattia di Crohn, ovvero dolore addominale<br />

intermittente, nausea, diarrea e febbre.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Gli infestanti<br />

L’anisakidosi può sfociare in una vera e propria emergenza medica quando le<br />

larve, una volta colonizzato l’intestino, portano ad una sua perforazione.<br />

Il trattamento dell’anisakidosi è variabile a seconda delle condizioni<br />

dell’interessato, in alcuni casi il solo trattamento dei sintomi è sufficiente.<br />

Quando la terapia sintomatica non è sufficiente o in caso di complicanze quali<br />

l’ostruzione intestinale può essere richiesto un intervento chirurgico.<br />

Data quindi la difficoltà di trattamento è opportuno che gli operatori del settore<br />

alimentare mettano in atto quanto in loro potere per prevenire la possibile<br />

contaminazione.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Gli infestanti<br />

Anisakis prevenzione<br />

È possibile ridurre il rischio di presentazione di carni<br />

contaminate procedendo a:<br />

• Cottura<br />

• Congelamento<br />

• Attenta scelta dei fornitori<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Gli infestanti<br />

Cottura<br />

<br />

L’efficacia nella distruzione delle larve di Anisakis dipende da due fattori:<br />

La temperatura alla quale sottoponiamo le carni<br />

Tempo per il quale il calore agisce<br />

Sono considerati parametri accettabili una temperatura di 61 gradi<br />

celsius mantenuta per almeno 1 minuto al cuore del prodotto.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Gli infestanti<br />

Per ottenere questo risultato è necessario cuocere il pesce<br />

per una durata più lunga e ad una temperatura maggiore.<br />

<br />

Per un filetto di 3 cm è necessaria una cottura di almeno<br />

dieci minuti per raggiungere questo scopo.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Gli infestanti<br />

Congelamento<br />

Così come per la cottura anche l’efficacia del congelamento è data<br />

dai fattori temperatura e tempo<br />

Per avere la certezza dell’uccisione di tutte le larve è necessario<br />

portare lo stock di pesce ad una temperatura inferiore ai -18 gradi per<br />

almeno 96 ore.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Gli infestanti<br />

Scelta dei fornitori<br />

Come in tutte le procedure di autocontrollo la scelta dei fornitori è alla base<br />

della sicurezza alimentare. Si terrà traccia dei fornitori utilizzati e verranno<br />

registrate eventuali non conformità. In caso di riscontro di materiale<br />

contaminato da Anisakis, bisogna valutare la possibilità di scelta di un nuovo<br />

fornitore.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Teniasi<br />

Si definisce con teniasi l’infezione causata dal parassita<br />

tenia saginatis o tenia solium.<br />

Sono entrambi dei vermi piatti parassiti dell’essere umano.<br />

Sono riscontrabili in diversi ambienti.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Teniasi<br />

La tenia saginata ha come ospite intermedio il maiale, la cui carne consumata<br />

cruda o non cotta a sufficienza può essere pericolosa.<br />

La tenia solium staziona nel suolo e può containare alimenti non lavati<br />

correttamente.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Teniasi<br />

I vari tipi di tenia possono dar luogo ad una patologia nota come «teniasi»,<br />

un’infestazione che può durare anche per tempi molto lunghi.<br />

Il tempo di incubazione è variabile dai 3 ai 6 mesi.<br />

I sintomi che possono insorgere in caso di teniasi sono: diarrea, stipsi, crampi<br />

addominali, nausea, vomito, calo ponderale ingiustificato.<br />

Per attuare una corretta prevenzione è sufficiente cuocere le derrate ad una<br />

temperatura superiore ai 60 gradi per 5 minuti<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Trichinella spiralis<br />

Si tratta di un patogeno diffuso ubiquitariamente in tutta l’Europa ed America<br />

settentrionale.<br />

Il contagio avviene attraverso il consumo di carni di maiale, specialmente<br />

insaccati (salsicce)<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Trichinella spiralis<br />

Provoca una patologia denominata «trichinellosi», che dopo un periodo di<br />

incubazione variabile dagli 8 ai 15 giorni può causare, nei casi più lievi i tipici<br />

sintomi gastrointestinali visti finora, ovvero nausea, vomito, dolori addominali,<br />

fino a sfociare, nei casi più gravi a polmonite, insufficienza cardiaca o<br />

localizzazione neurologica.<br />

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Igiene e Sicurezza<br />

Alimentare<br />

Hai completato lo studio del modulo!<br />

Grazie per l’attenzione<br />

D.Lgs 196/03 | Reg. CE 2016/679<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | HACCP


Igiene e Sicurezza<br />

Alimentare<br />

Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Parte II<br />

Reg. 852/04/CE - Regione Piemonte<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | HACCP


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericoli chimici<br />

Classificazione<br />

I pericoli chimici sono inquadrabili in 3 grandi macrocategorie:<br />

• Residui di prodotti<br />

• Diffusione o cessione di sostanze tossiche da materiali a contatto o<br />

attrezzature<br />

• Presenza di sostanze tossiche per processi di metabolismo di organismi<br />

viventi<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericoli chimici<br />

Vengono considerate buone prassi atte a ridurre il rischio chimico le seguenti<br />

azioni:<br />

• Fornitura solo da soggetti qualificati;<br />

• Utilizzo corretto di detergenti e disinfettanti;<br />

• Utilizzo di materiali idonei al contatto con gli alimenti;<br />

• Utilizzo di soli additivi permessi e nel corretto dosaggio<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericoli chimici<br />

Una valutazione a parte va fatta per il discorso istamina, dove per ridurre il<br />

rischio è necessario<br />

Un attento rispetto della catena del freddo, consumo e trasformazione solo di<br />

pesce fresco ed il consumo in tempi brevi dopo l’apertura di tonno in scatola o<br />

altri prodotti analoghi.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Additivi alimentari<br />

Gli additivi alimentari sono sostanze chimiche aggiunte<br />

volutamente ai prodotti alimentari con lo scopo di facilitare<br />

certi processi tecnologici oppure per modificare i tempi di<br />

conservazione o ancora alterare l’aspetto o le caratteristiche<br />

organolettiche dei cibi.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Additivi alimentari<br />

Il Regolamento CE 1333/2008 li definisce come:<br />

«qualsiasi sostanza normalmente non consumata come alimento in<br />

quanto tale e non utilizzata come ingrediente tipico degli alimenti,<br />

indipendentemente dal fatto di avere un valore nutritivo, che aggiunta<br />

intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico nelle<br />

fasi di produzione, trasformazione, preparazione, trattamento,<br />

imballaggio, trasporto o immagazzinamento degli alimenti, si possa<br />

ragionevolmente presumere che diventi, essa stessa o i suoi derivati,<br />

un componente di tali alimenti, direttamente o indirettamente»<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Additivi alimentari<br />

Sulla base delle loro funzioni è possibile dividerli in tre grandi gruppi:<br />

• Additivi che aiutano a preservare la freschezza degli alimenti.<br />

• Additivi che migliorano le caratteristiche sensoriali degli alimenti.<br />

• Additivi tecnologici, usati per facilitare la lavorazione degli alimenti.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Additivi che aiutano a preservare la freschezza degli alimenti<br />

Si tratta di prodotti comunemente definiti:<br />

• conservanti, ovvero sostanze che rallentano la crescita<br />

microbica;<br />

• Antiossidanti, ovvero prodotti che prevengono i fenomeni<br />

di irrancidimento.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Additivi che migliorano le caratteristiche sensoriali degli alimenti<br />

Rientrano in questa categoria<br />

• Coloranti;<br />

• Addensanti;<br />

• Emulsionanti;<br />

• Dolcificanti;<br />

• esaltatori di sapidità.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Additivi tecnologici<br />

Sono sostanze utilizzate per facilitare la lavorazione degli alimenti, ma che non<br />

hanno una specifica funzione nel prodotto finale, possono anche esser definiti<br />

«adiuvanti», come ad esempio:<br />

• agenti antischiuma<br />

• antiagglomeranti<br />

• ecc.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Additivi alimentari<br />

Gli additivi sono sostanze presenti in quasi tutti gli alimenti, ma<br />

sono esclusi gli alimenti base come l'olio vergine d'oliva.<br />

Tutti gli additivi devono essere indicati sull'etichetta del rispettivo<br />

prodotto, la legge non obbliga tuttavia a indicarli se sono contenuti<br />

in un ingrediente<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Additivi alimentari<br />

Gli additivi subiscono a livello europeo e internazionale un processo di<br />

valutazione della sicurezza prima di essere autorizzati per l'uso alimentare.<br />

In Europa la responsabile di questa valutazione è l'Agenzia per la Sicurezza<br />

Alimentare (EFSA)<br />

Gli additivi autorizzati a livello europeo sono contrassegnati da una sigla<br />

numerica preceduta dalla lettera E seguita da tre numeri identificativi che li<br />

fanno rientrare nelle seguenti categorie<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Classificazione degli additivi alimentari<br />

Range<br />

Classe<br />

100-199 Coloranti;<br />

200-299 Conservanti<br />

300-399 Antiossidanti e correttori di acidità<br />

400-499 Addensanti, stabilizzanti e emulsionanti;<br />

500-599 Regolatori di acidità e antiagglomeranti;<br />

600-699 Esaltatori di sapidità<br />

900-999 Vari;<br />

1100-1599 Altri prodotti<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Coloranti<br />

Possono colorare la sola superficie o l’intero prodotto<br />

Prevalentemente di origine sintetica<br />

Caso del “Giallo Burro” (4-dimetilamminoazobenzene)<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Giallo burro<br />

Il «giallo di metile» è una sostanza chimica che veniva utilizzata per la<br />

colorazione della margarina al fine di renderla maggiormente appetibile al<br />

pubblico.<br />

Ad oggi è considerata cancerogena ed il suo uso in ambito alimentare è<br />

vietato.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Conservanti (E200- E299)<br />

Vengono impiegati con lo scopo di rallentare il<br />

tasso di deterioramento degli alimenti,<br />

possono essere sostanze di origine vegetale<br />

(come ad esempio il sale nei processi di<br />

salataura e salamoia), oppure chimici.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Conservanti (E200- E299)<br />

A seconda del processo produttivo è possibile sostituirli,<br />

almeno in parte con:<br />

• Miglior selezione del prodotto<br />

• Miglior igiene dei processi di lavorazione<br />

• Utilizzo di sistemi di conservazione alternativi<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Conservanti (E300- E322)<br />

Sono sostanze che hanno lo scopo di impedire o rallentare<br />

il processo di ossidazione che deriva dalla reazione tra<br />

alimenti e l’ossigeno presente nell’atmosfera.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Conservanti (E300- E322)<br />

Situazioni nelle quali possono essere impiegati sono la<br />

prevenzione dell’irrancidimento o le modifiche cromatiche di un<br />

alimento, ad esempio nel caso di tranci di carne esposti per la<br />

vendita al pubblico, one evitare che il colore passi da un rosso vico<br />

ad un marrone più o meno scuro a seguito dei processi ossidativi.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Correttori di acidità<br />

Sono additivi che hanno lo scopo di regolare o modificare il pH<br />

degli alimenti.<br />

Si interviene sul tasso di acidità per diversi motivi, come ad<br />

esempio:<br />

Allungamento del periodo di conservazione: i microorganismi<br />

necessitano di un range specifico di pH entro il quale<br />

sopravvivere, variandolo vengono a mancare le condizioni di<br />

sopravvivenza;<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Correttori di acidità<br />

• Modifica delle caratteristiche organolettiche, dando un gusto più «acido» al<br />

prodotto.<br />

• Azione stabilizzante o antiossidante.<br />

Un esempio di correttore di acidità è il E330.<br />

L’acido citrico è presente ad esempio nel succo di limone con una<br />

concentrazione compresa ra il % ed il 7%.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Addensanti, emulsionanti e stabilizzanti (E440-E499)<br />

Un addensante alimentare è un additivo<br />

utilizzato al fine di migliorare aspetto,<br />

consistenza e stabilità dei prodotti.<br />

La maggior parte di quelli utilizzati<br />

nell’industria alimentare sono di origine<br />

vegetale e di norma considerati innocui.<br />

In alcuni casi è possibile osservare<br />

reazioni di ipersensibilità. Le farine di guar<br />

o la gomma adragante ad esempio<br />

devono essere segnalati in etichetta .<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Addensanti, emulsionanti e stabilizzanti (E440-E499)<br />

Un caso di addensante di origine animale molto<br />

utilizzato è la gelatina, fondamentale in alcune<br />

preparazioni dolci, come le caramelle gommose.<br />

La gelatina si ottiene a partire da scarti di<br />

macellazione, in particolare dal tessuto<br />

connettivo.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Addensanti, emulsionanti e stabilizzanti (E440-E499)<br />

Un aspetto negativo dell’uso degli addensanti è che possono<br />

mascherare la qualità delle materie prime e avendo la capacità di<br />

assorbire acqua, rendono più dense e cremose le preparazioni.<br />

Il loro impiego quindi riduce il potere nutritivo degli alimenti, che<br />

risultano più poveri di grassi, proteine, carboidrati, vitamine e sali<br />

minerali.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Sali e agenti lievitanti (E500-599)<br />

I cosiddetti «lieviti chimici» sono sostanze in grado di permettere un processo<br />

di lievitazione senza utilizzare organismi viventi.<br />

Da un punto di vista chimico un agente lievitante è quasi sempre composto da<br />

tre componenti:<br />

• Una sostanza alcalina<br />

• Un sale acido<br />

• Un amido con azione anti-umidità<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Sali e agenti lievitanti (E500-599)<br />

I lieviti chimici disponibili in commercio sono di tre categorie:<br />

• Rapido;<br />

• Lento<br />

• Combinato.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Sali e agenti lievitanti (E500-599)<br />

I lievitanti ad azione rapida, come ad esempio la combinazione<br />

cremor tartaro e bicarbonato di sodio agiscono in maniera<br />

istantanea nel momento in cui vengono a contatto con un liquido.<br />

Nelle procedure da indicare è importante specificare che il<br />

composto, una volta miscelato, deve andare in cottura nel più<br />

breve tempo possibile.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Sali e agenti lievitanti (E500-599)<br />

Gli agenti lievitanti lenti, come la combinazione pirofosfato di<br />

sodio e bicarbonato di sodio agiscono in un tempo maggiore e<br />

sono attivati dal calore.<br />

Il composto può stazionare a temperatura ambiente per un<br />

tempo maggiore rispetto alle preparazioni fatte con lievitanti rapidi<br />

prima di essere infornato.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Sali e agenti lievitanti (E500-599)<br />

Agenti lievitanti a doppia azione, come il composto formato da<br />

fosfato dicalcico, solfato di sodio e bicarbonato sono quelli<br />

maggiormente utilizzati nell’industria alimentare poiché assicurano<br />

una lievitazione ottimale data da una combinazione di sostanze<br />

con entrambe le caratteristiche di quelli lenti e rapide.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Esaltatori di sapidità (E600-E699)<br />

Gli esaltatori di sapidità sono composti con lo scopo di<br />

intensificare o modificare le caratteristiche organolettiche<br />

degli alimenti.<br />

Non apportano valore nutritivo al prodotto.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Esaltatori di sapidità (E600-E699)<br />

Gli esaltatori di sapidità maggiormente utilizzati nell’industria alimentare sono:<br />

• glutammato monosodico (E 621)<br />

• acido L-ascorbico (E 300)<br />

• acido citrico (E 330)<br />

• acido tartarico (E 334)<br />

• acido lattico (E 270, consentito nei prodotti dolciari)<br />

• acido acetico (E 260)<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Aromatizzanti<br />

Gli aromatizzanti sono sostanze impiegate per conferire sapore <br />

e/o odore ai cibi.<br />

La sicurezza del loro impiego in un’ampia gamma di alimenti, dalla<br />

confetteria alle bevande, dai cereali ai dolciumi e agli yogurt è<br />

attestata da tempo e sono utilizzati in quantità relativamente<br />

piccole in modo da mantenere il più bassa possibile l’esposizione<br />

del consumatore.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Aromatizzanti<br />

La legislazione UE definisce tipi diversi di aromi, ovvero:<br />

• aromi naturali<br />

• aromatizzanti di affumicatura<br />

Non hanno un codice come gli altri Additivi, ma devono essere<br />

riportati in etichetta, anche con il solo termine “aroma di ….”<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Coadiuvanti tecnologici<br />

I coadiuvanti tecnologici sono sostanze utilizzate nella<br />

trasformazione di materie prime, prodotti alimentari o loro<br />

ingredienti.<br />

Non vengono riportate in etichetta.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Coadiuvanti tecnologici<br />

I coadiuvanti non rientrano nella preparazione del prodotto insieme agli altri<br />

ingredienti, ma servono per facilitare le varie fasi del processo, o meglio, per<br />

ottenere un determinato obiettivo tecnologico.<br />

Possono rimanere come residui o suoi derivati a condizione che questi residui<br />

non costituiscano un rischio per la salute.<br />

Esempi di utilizzo di coadiuvanti tecnologici:<br />

• recuperare un alimento dalla materia prima grezza (oli e grassi);<br />

• per estrarre gli aromi naturali da fiori, frutti, foglie, radici, cortecce;<br />

• per la stabilizzazione delle bevande contro le alterazioni organolettiche;<br />

• per le chiarificazioni, per esempio di vino e birra.<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Coadiuvanti tecnologici<br />

Operando secondo buona tecnica, dei coadiuvanti tecnologici non<br />

deve rimanere praticamente traccia nel prodotto finito: residui di<br />

solventi, o di chiarificanti, infatti, potrebbero impartire al prodotto<br />

odori e/o sapori estranei, quando non addirittura essere tossici.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Coadiuvanti tecnologici<br />

I coadiuvanti tecnologici più utilizzati sono:<br />

• solventi per oli e grassi;<br />

• solventi per spezie, droghe, aromi;<br />

• chiarificanti organici e inorganici per bevande alcoliche;<br />

• resine scambiatrici di ioni per acque potabili e di<br />

processo;<br />

• materiali per deodorazione e decolorazione, come terre<br />

speciali e carboni attivi;<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Coadiuvanti tecnologici<br />

• materiali per filtrazione, come tessuti ad hoc, farine di<br />

diatomee, sabbie silicee, fibre vegetali e sintetiche;<br />

• detergenti e disinfettanti;<br />

• agenti antischiuma di processo, come oleine ed alcol<br />

ottilico;<br />

• agenti di distacco per pasticceria, come siliconi, olio di<br />

vaselina, polietilenglicoli, che hanno sostituito i grassi;<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Coadiuvanti tecnologici<br />

• lubrificanti;<br />

• enzimi, pari o associati;<br />

• catalizzatori;<br />

• gas propellenti, per atmosfere modificate e per impianti<br />

frigorife<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Coadiuvanti tecnologici<br />

Solventi: usati per purificare mediante cristallizazzione, estrarre principi nutritivi,<br />

allontanare sostanze indesiderate;<br />

Chiarificanti: Rendono limpidi/mantengono la limpidezza dei liquidi;<br />

Demetallizzanti: Aiutano a rimuovere i metalli disciolti (es:vino bianco, per<br />

renderlo più brillante)<br />

Intorbidenti: Rendono più torbide le bevande (nei succhi di frutta per farli<br />

sembrare più “naturali”)<br />

Agenti di distacco: Siliconi e oli minerali, permettono il distacco della<br />

pasticceria e prodotti da forno da teglie e pirottini<br />

Decoloranti: Usati su oli, grassi, zucchero per renderli più “bianchi”<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Coadiuvanti tecnologici<br />

Coadiuvanti di filtrazione: materiali usati come “filtri” attraverso i<br />

quali far passare un liquido per renderlo più limpido;<br />

Detergenti e disinfettanti: usati sia sugli impianti che sui prodotti<br />

stessi;<br />

Enzimi: di origine vegetale, animale o sintetica permettono il<br />

verificarsi di reazioni chimiche in condizioni più favorevoli<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo fisico<br />

Il pericolo è quello maggiormente riscontrato da parte del<br />

consumatore, sia perché statisticamente molto presente che per la<br />

facilità di identificazione del problema.<br />

Il pericolo fisico è spesso sottovalutato ed è invece quello più<br />

frequente anche perché è spesso facilmente rilevabile dal<br />

consumatore in caso di corpi estranei di una certa dimensione.<br />

Azioni preventive che possono essere messe in atto sono una<br />

corretta manutenzione dei macchinari e attrezzature, così come<br />

l’utilizzo di abbigliamento idoneo.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo fisico<br />

Il pericolo fisico può derivare da:<br />

Materie prime: sia di origine vegetale che animaleIl pericolo fisico<br />

è spesso sottovalutato ed è invece quello più frequente anche<br />

perché è spesso facilmente rilevabile dal consumatore in caso di<br />

corpi estranei di una certa dimensione.<br />

Origine vegetale<br />

Terra<br />

Sassi<br />

Foglie<br />

Legno<br />

Origine animale<br />

Lische<br />

Peli<br />

Piume<br />

Gusci<br />

Ragnatele<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo fisico<br />

Il pericolo fisico può derivare da:<br />

Dagli impianti, sia produttivi che di trasformazione:<br />

• Bulloni<br />

• Parti metalliche<br />

• Parti in plastica<br />

• Parti in vetro<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo fisico<br />

Il pericolo fisico può derivare da:<br />

Dagli imballi, sia primari che secondari:<br />

• Plastica<br />

• Carta<br />

• Cartoni<br />

• Vetro<br />

• Metallo<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Pericolo fisico<br />

Dagli operatori:<br />

• Capelli<br />

• Orecchini<br />

• Parti di monili<br />

• Oggetti personali<br />

Dall’ambiente, prevalentemente polvere<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Allergeni<br />

Da prendere in considerazione con particolare attenzione ci sono i rischi di<br />

contaminazione fisica da parte dei cosiddetti allergeni.<br />

La normativa vigente li definisce come «alimenti o loro componenti che<br />

possono scatenare reazioni immunomediate»<br />

Si tratta di proteine o peptidi responsabili della allergenicità degli alimenti<br />

o ingredienti allergenici.<br />

Gli allergeni vanno inseriti in etichetta, ad esclusione degli apteni, preapteni<br />

e proapteni, come il nichel o aromi come il balsamo del Perù.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Allergeni<br />

La presenza di allergeni deve essere indicata chiaramente al consumatore, ciò<br />

è fattibile mediante esposizione di un «libro degli ingredienti» o delle ricette<br />

relative alle varie preparazioni.<br />

Gli allergeni da prendere in considerazione sono:<br />

• Cereali contenenti glutine e derivati<br />

• Crostacei e derivati<br />

• Uova e derivati<br />

• Pesce e derivati<br />

• Arachidi e derivati<br />

• Soia e derivati<br />

• Latte e prodotti lattiero-caseari, incluso lattosio<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Allergeni<br />

• Frutta a guscio<br />

• Sedano e preparati a base di sedano<br />

• Senape e preparati a base di senape<br />

• Sesamo e prodotti derivati<br />

• Anidride solforosa e solfiti in concentrazione superiore a 10mg/kg oppure<br />

10 mg/l, come indicato con SO2<br />

• Lupini e prodotti a base di lupini<br />

• Molluschi e prodotti a base di molluschi<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Allergeni<br />

Linee guida per la gestione degli allergeni<br />

• Conoscerli<br />

• Maneggiarli senza disperderli nell’ambiente<br />

• Riporli nel frigo/dispensa ben chiusi<br />

• Lavarsi le mani dopo averli utilizzati<br />

• Non utilizzare gli stessi utensili per lavorazioni diverse<br />

• Leggere le etichette degli ingredienti<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Pericoli sanitari legati agli alimenti<br />

Allergeni<br />

Nel caso in cui si decida di effettuare preparazioni per intolleranti al glutine è<br />

necessario procedere con una gestione completamente separata per il «senza<br />

glutine».<br />

La separazione può essere<br />

• Spaziale: quando si utilizzano strumenti e ambienti diversi per i due tipi di<br />

preparazioni<br />

• Temporale. Quando i due tipi di lavorazione vengono svolte in tempi<br />

differenti e intervallate da una sanificazione di ambienti e strumenti<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Igiene e Sicurezza<br />

Alimentare<br />

Hai completato lo studio del modulo!<br />

Grazie per l’attenzione<br />

D.Lgs 196/03 | Reg. CE 2016/679<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | HACCP


Igiene e Sicurezza<br />

Alimentare<br />

GMP, GHP e gli altri prerequisiti<br />

Reg. 852/04/CE - Regione Piemonte<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | HACCP


Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Gestione del pericolo<br />

La gestione dei pericoli in ambito alimentare si basa su:<br />

• Buone norme di lavorazione (GMP Good Manufacturing<br />

Practice)<br />

• Buone norme di igiene (GHP Good Hygiene Practice)<br />

• Altri prerequisiti (per lo più strutturali)<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Norme inerenti il personale<br />

Tra i concetti espressi nel Regolamento 852/04/CE vi è quello che il personale<br />

in servizio debba mantenere un «elevato standard igienico», ma non vengono<br />

fornite ulteriori indicazioni.<br />

Sarà compito del Responsabile dell’autocontrollo verificare che questa<br />

condizione venga mantenuta e che prenda i provvedimenti necessari quando i<br />

non vengono raggiunti i livelli minimi richiesti.<br />

Il concetto di pulizia personale si estende dalla persona al suo vestiario.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Norme inerenti il personale<br />

La divisa dovrà essere composta nel modo seguente:<br />

• Divisa di colore chiaro (in modo da individuare facilmente le macchie) e<br />

pulita<br />

• Copricapo in grado di raccogliere tutta la capigliatura<br />

• Copribarba<br />

• Guanti<br />

• Scarpe*<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Norme inerenti il personale<br />

*Piccola nota sulle calzature<br />

Gli operatori di cucina dovranno indossare calzature idonee a ridurre i rischi di<br />

inciampo e scivolamento, così come andare a mitigare gli effetti di una<br />

possibile caduta di oggetti pesanti come pentole o taglienti, come coltelli.<br />

Le calzature dovranno essere, come il resto della divisa, di colore bianco,<br />

facilmente lavabili e sanificabili ed essere utilizzate esclusivamente all’interno<br />

dell’area destinata alle lavorazioni.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Norme inerenti il personale<br />

Piccola nota sui guanti monouso<br />

L’utilizzo dei guanti monouso non deve diventare una scusa per aggirare le<br />

GHP, il lavaggio delle mani è sicuramente più importante. Inoltre, indossare i<br />

guanti riduce la percezione di sporco e può ingannare l’operatore facendogli<br />

indossare i dispositivi per un tempo eccessivo.<br />

Una buona prassi prevede anche il lavaggio delle mani dopo averli rimossi.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Norme inerenti il personale<br />

I guanti potrebbero inoltre andare a coprire eventuali monili.<br />

<br />

Si consiglia di non indossare monili di nessun genere, compreso orologio e<br />

fede nuziale durante le lavorazioni, sia per ridurre il rischio di contaminazione<br />

fisica (eventuali pezzetti che si possono rompere) che microbiologica (il<br />

lavaggio delle mani senza la rimozione di un anello permette di creare un<br />

ambiente favorevole allo sviluppo microbico).<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Norme inerenti il personale: lavaggio delle mani<br />

Il lavaggio delle mani è una procedura<br />

fondamentale al fine di garantire una corretta<br />

igiene del personale e delle lavorazioni.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Norme inerenti il personale: lavaggio delle mani<br />

È necessario procedere al lavaggio: <br />

• Prima di iniziare la lavorazione<br />

• Dopo essere stato in wc<br />

• Al passaggio da una lavorazione all’altra<br />

• Dopo aver toccato capelli, barba ecc.<br />

• Dopo essersi soffiato il naso<br />

• Dopo aver starnutito, tossito ecc.<br />

• Dopo aver toccato rifiuti<br />

• Dopo aver fumato<br />

• Dopo la manipolazione delle uova/carne cruda ecc<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Norme inerenti il personale: lavaggio delle mani<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Norme inerenti il personale: lavaggio delle mani<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Norme inerenti il personale<br />

Riassumendo<br />

Qualsiasi addetto alla lavorazione, anche minima, di prodotti alimentari deve:<br />

• Avere un elevato standard di igiene<br />

• Indossare indumenti puliti di colore chiaro<br />

• Indossare un copricapo idoneo e se necessario anche il copri-barba o altri<br />

indumenti protettivi<br />

• Non indossare monili<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

X


Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Norme inerenti il personale<br />

Il lavoratore dovrà inoltre:<br />

• Avere consapevolezza del proprio stato di salute<br />

• Essere adeguatamente formato<br />

• Avere un comportamento idoneo alla funzione e nel rispetto dei principi di<br />

igiene generale e di sicurezza alimentare<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Ambienti di lavoro: lo spogliatoio<br />

Lo spogliatoio è un ambiente obbligatorio in ogni realtà che si occupa di<br />

trattamenti alimentari. È l’ambiente che interfaccia l’esterno con l’interno<br />

dell’azienda, dove i lavoratori possono aver accesso a sapone, acqua corrente<br />

calda e fredda e dispositivi per l’asciugatura delle mani (ad aria o con carta a<br />

perdere).<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Ambienti di lavoro: lo spogliatoio<br />

Per il cambio dell’abbigliamento deve essere messo a disposizione un<br />

armadietto che sarà diviso in due parti, una per il cosiddetto «sporco» ovvero<br />

gli abiti che giungono dall’esterno ed una per il «pulito» ovvero gli indumenti<br />

che verranno utilizzati durante le preparazioni o il servizio.<br />

Un ulteriore scomparto va riservato alle calzature, in modo da evitare che<br />

diventino un veicolo per eventuali contaminanti ambientali.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Ambienti di lavoro: lo spogliatoio<br />

Il responsabile all’autocontrollo stabilirà che all’interno degli armadietti non<br />

dovranno esser tenute derrate alimentari di nessun genere, o oggetti lasciati<br />

incustoditi per temi eccessivamente lunghi.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Ambienti di lavoro: lo spogliatoio<br />

Il Responsabile vigilerà anche, per tutta la durata delle attività sul corretto<br />

comportamento dei lavoratori, facendo in modo che questi:<br />

• Non bevano o mangino nelle aree di lavorazione<br />

• Proteggano le ferite<br />

• Utilizzino gli appositi utensili<br />

• Non introducano oggetti estranei alla lavorazione (telefoni, chiavi, ecc)<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Ambienti di lavoro: lo spogliatoio<br />

• Eliminino scarti e rifiuti dalle zone di lavorazione<br />

• Non fumino<br />

• Non si rechino presso i cassonetti esterni per portare l’immondizia utilizzando<br />

gli abiti puliti.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

Al fine di mantenere l’ambiente di lavoro con meno rischi possibili è necessario<br />

procedere periodicamente alla pulizia degli ambienti. Le procedure di<br />

sanificazione possono anche essere chiamate SSOP (Sanitation Standard<br />

Operating Procedures )<br />

Il Responsabile dovrà quindi definire quelle che sono le procedure di<br />

sanificazione, ovvero di detersione e disinfezione<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

La sanificazione dovrà essere svolta seguendo le diverse fasi:<br />

• Pulizia grossolana<br />

• Detersione<br />

• Risciacquo<br />

• Disinfezione<br />

• Risciacquo<br />

• Asciugatura<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

Per detersione si intende l’operazione che ha lo scopo di sciogliere i grassi<br />

attraverso l’uso di saponi.<br />

La mancata rimozione dei grassi presenti sulle superfici non permetterebbe al<br />

disinfettante di agire correttamente.<br />

Al fine di evitare l’accumulo di prodotti chimici le fasi di detersione devono<br />

essere alternate a risciacqui con acqua potabile o trattata mediante bollitura.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

L’acqua dovrà essere tiepida (30-40 gradi), una soluzione detergente troppo<br />

calda o troppo fredda non risulterebbe efficace in quanto:<br />

• Temperature troppo basse solidificherebbero i grassi rendendoli difficili da<br />

eliminare<br />

• Temperature troppo elevate potrebbero portare alla denaturazione delle<br />

proteine, rendendole meno attaccabili dai detergenti.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

La disinfezione consiste invece nella procedura che ha lo scopo di eliminare la<br />

maggior parte di agenti microbiologici presenti su superfici e attrezzature.<br />

Vengono utilizzati sia:<br />

• Derivati del cloro: ad esempio varecchina<br />

• Sali di ammonio quaternario: per es. lysoform<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

È importante, sia per la detersione che per la sanificazione rispettare i tempi di<br />

contatto dei prodotti indicati sull’etichetta o nella scheda tecnica allegata.<br />

Un’esposizione ridotta non sarebbe efficace, mentre un’esposizione<br />

eccessivamente prolungata potrebbe portare ad un aumento del rischio<br />

chimico.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

Riportiamo quindi un riepilogo delle norme di corretto utilizzo dei prodotti per la<br />

sanificazione:<br />

• Rispettare le indicazioni di sicurezza<br />

• Non travasare mai un prodotto in un contenitore diverso dal proprio o<br />

anonimo<br />

• Non mischiare i prodotti<br />

• I prodotti per la sanificazione non devono essere conservati nelle aree dove<br />

vengono manipolati gli alimenti<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

L’ultimo punto richiama quanto previsto dalla normativa europea<br />

(Reg. 852/04/CE Allegato II) quando ricorda che i prodotti per la<br />

pulizia devono essere conservati separatamente rispetto agli<br />

alimenti.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

L’allegato II del Regolamento 852/04/CE stabilisce che<br />

• Le strutture destinate agli alimenti devono essere tenute pulite, sottoposte a<br />

manutenzione, e tenute in buone condizioni<br />

• I pavimenti e le pareti devono essere tenuti in buone condizioni, essere facili<br />

da pulire e, se necessario, da disinfettare. Ciò richiede l’impiego di materiale<br />

resistente, non assorbente, lavabile e non tossico<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

• I soffitti devono essere costruiti e predisposti in modo da evitare l’accumulo<br />

di sporcizia e ridurre la condensa, la formazione di muffa<br />

• Le finestre devono essere costruite in modo da impedire l’accumulo di<br />

sporcizia e quelle che possono essere aperte verso l’esterno. Devono essere<br />

munite di barriere antinsetti facilmente amovibili<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

• Le porte devono avere superfici facili da pulire e, se necessario, da<br />

disinfettare; a tal fine si richiedono superfici lisce e non assorbenti<br />

• Le superfici (comprese quelle delle attrezzature) nelle zone di manipolazione<br />

degli alimenti e, in particolare, quelli a contatto con questi ultimi devono<br />

essere mantenute in buone condizioni ed essere facili da pulire e, se<br />

necessario, da disinfettare; a tal fine si richiedono materiali lisci, lavabili,<br />

resistenti alla corrosione e non tossici<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

• Si devono prevedere adeguate attrezzature, ove necessario, per le operazioni<br />

di lavaggio degli alimenti. Ogni acquaio o impianto analogo previsto per il<br />

lavaggio degli alimenti deve disporre di un’adeguata erogazione di acqua<br />

potabile calda e/o fredda, e deve essere mantenuto pulito e, ove necessario,<br />

disinfettato<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

Tutte le attrezzature e/o utensili che vengono in contatto con gli alimenti:<br />

• devono essere efficacemente puliti e, se necessario, disinfettati. La pulitura e<br />

la disinfezione devono avere luogo con una frequenza sufficiente ad evitare<br />

ogni rischio di contaminazione<br />

• devono essere costruiti in materiale tale <br />

da rendere minimi, se mantenuti <br />

in buono stato e sottoposti a regolare<br />

manutenzione, i rischi di contaminazione<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Procedure di pulizia e sanificazione (GHP)<br />

Nota sulla pulizia degli ambienti ed attrezzature<br />

Il Reg 852/04/CE impartisce delle line di azione molto generali, senza mai<br />

dare indicazioni recise sui tempi e sulle modalità delle azioni di pulizia.<br />

L’implementazione del protocollo di sanificazione è opera del responsabile<br />

dell’autocontrollo.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Gestione dei rifiuti<br />

Fra i problemi maggiori che si osservano nelle aziende alimentari vi è la<br />

gestione dei rifiuti.<br />

La gestione dei rifiuti rientra nel ciclo dello sporco l’abbigliamento in quello del<br />

pulito.<br />

Solo a fine lavorazione o con la dovuta protezione si dovranno svuotare i<br />

secchi.<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Gestione dei rifiuti<br />

Una buona prassi indica che il passaggio della scopa non è da effettuarsi<br />

durante le lavorazioni.<br />

Non è invece opportuno passare la scopa sul pavimento durante la lavorazione<br />

perché l’operazione provocherebbe l’inevitabile sollevamento nell’aria<br />

circostante di sporcizia.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Gestione dei rifiuti<br />

I contenitori dei rifiuti devono essere costruiti in modo adeguato, mantenuti in<br />

buone condizioni igieniche, essere facilmente pulibili e, se necessario,<br />

disinfettabili.<br />

L’apertura degli stessi deve esser di tipo non manuale (ad esempio a pedale).<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Gestione dei rifiuti<br />

Il Regolamento 852 prevede anche delle indicazioni sulla gestione dei prodotti<br />

alimentare, specialmente delle materie prime:<br />

• Le materie prime, gli ingredienti, i prodotti intermedi e quelli finiti, in grado di<br />

consentire la crescita di microrganismi patogeni o la formazione di tossine<br />

non devono essere conservati a temperature che potrebbero comportare<br />

rischi per la salute. La catena del freddo non deve essere interrotta<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Gestione dei rifiuti<br />

• Occorre predisporre procedure adeguate per controllare gli animali infestanti<br />

e per impedire agli animali domestici di accedere ai luoghi dove gli alimenti<br />

sono preparati, trattati o conservati<br />

• Le materie prime, gli ingredienti, i prodotti intermedi e quelli finiti, in grado di<br />

consentire la crescita di microrganismi patogeni o la formazione di tossine<br />

non devono essere conservati a temperature che potrebbero comportare<br />

rischi per la salute. La catena del freddo non deve essere interrotta<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Gestione dei rifiuti<br />

• Occorre predisporre procedure adeguate per controllare gli animali infestanti<br />

e per impedire agli animali domestici di accedere ai luoghi dove gli alimenti<br />

sono preparati, trattati o conservati<br />

• Se i prodotti alimentari devono essere conservati o serviti a bassa<br />

temperatura, è necessario raffreddarli il più rapidamente possibile, dopo la<br />

cottura, ad una temperatura che non provochi rischi per la salute<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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Prerequisiti: GMP GHP e gli altri prerequisiti<br />

Gestione dei rifiuti<br />

• Lo scongelamento dei prodotti alimentari deve essere effettuato in modo<br />

tale da ridurre al minimo il rischio di proliferazione di microrganismi patogeni<br />

o la formazione di tossine.<br />

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Igiene e Sicurezza<br />

Alimentare<br />

Hai completato lo studio del modulo!<br />

Grazie per l’attenzione<br />

D.Lgs 196/03 | Reg. CE 2016/679<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | HACCP


Igiene e Sicurezza<br />

Alimentare<br />

HACCP: principi e registrazione<br />

Reg. 852/04/CE - Regione Piemonte<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | HACCP


HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: introduzione<br />

La sigla HACCP è l’acronimo di<br />

“Hazard Analysis Critical Control Point”<br />

Traducibile in<br />

“Analisi dei Pericoli e valutazione dei Punti Critici di<br />

Controllo”<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: introduzione<br />

È una metodologia preventiva, ovvero che ha lo scopo di ridurre un rischio<br />

agendo sulla sua probabilità di manifestarsi. Lo scopo del metodo è assicurare<br />

la salubrità dei prodotti alimentari attraverso:<br />

• Analisi dei pericoli connessi alle diverse fasi della lavorazione<br />

• Individuazione dei punti critici dove esercitare il controllo del processo<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: introduzione<br />

Il metodo HACCP mira ad identificare i pericoli biologici, chimici e fisici per ogni<br />

fase del flusso produttivo aziendale, valutarli in base alla loro importanza ed<br />

identificare le misure preventive per il loro controllo.<br />

Per ogni pericolo individuato occorre verificare la possibilità di esercitare un<br />

controllo <br />

per prevenire, eliminare o ridurre a livelli accettabili un pericolo per la sicurezza<br />

dell’alimento<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Prima di procedere all’analisi del metodo HACCP è necessario vedere quali<br />

sono i 5 passaggi, detti anche «passi» preliminari, ovvero:<br />

1. Formazione del gruppo HACCP<br />

2. Descrizione del prodotto<br />

3. Identificazione dei possibili usi del prodotto<br />

4. Costruzione del diagramma di flusso<br />

5. Conferma del diagramma di flusso<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Formazione del gruppo HACCP<br />

Il gruppo di lavoro deve essere composto da almeno 2 soggetti:<br />

• Un esperto HACCP<br />

• Persona che conosce bene il prodotto ed il processo produttivo<br />

Nelle realtà di maggiori dimensioni verranno coinvolte anche altre figure come<br />

il responsabile qualità, etc.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Descrizione del prodotto<br />

In questo passo non viene solo definita la descrizione del singolo prodotto, ma<br />

anche del processo produttivo che porta al prodotto finito.<br />

Vengono prese in esame in questa fase:<br />

• Le materie prime<br />

• I macchinari utilizzati<br />

• Le modalità di trasformazione<br />

• Eventuali modalità di confezionamento<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Una buona conoscenza del prodotto permette di poter valutare correttamente i<br />

rischi. Ad esempio la cottura evita il rischio di anisakidosi, quindi se il mio locale<br />

proporrà solo pesce cotto allora non dovremo prendere quel rischio in<br />

considerazione.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Identificazione dei possibili utilizzi del prodotto<br />

<br />

Una volta che conosciamo le materie prime, i macchinari ed i processi<br />

produttivi ai quali il nostro prodotto verrà sottoposto dobbiamo prendere in<br />

esame quale sarà il target presso il quale vogliamo commercializzarlo.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Occorrerà identificare i gruppi di consumatori a cui è indirizzato il prodotto, <br />

suddividendoli per esempio in:<br />

• consumatori generici;<br />

• aziende di ristorazione/catering/comunità ecc;<br />

• persone con particolari esigenze (bambini, anziani, partorienti, diabetici)<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Un prodotto destinato a gruppi di consumatori “sensibili”, (mense<br />

ospedaliere o bambini), deve essere considerato con una<br />

valutazione di rischio diversa dal prodotto destinato al normale<br />

consumo.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Costruzione dei diagrammi di flusso<br />

Al fine di poter standardizzare le preparazioni che verranno eseguite è<br />

necessario che vengano creati dei «diagrammi di flusso», ovvero degli schemi<br />

a blocchi sequenziali dove vengono descritte le varie fasi a partire dal<br />

ricevimento delle materie fino alla vendita o alla distribuzione finale.<br />

Nei diagrammi di flusso dovranno essere indicati, se presenti, eventuali punti<br />

critici di controllo (CCP), nella slide successiva ne viene riportato un esempio.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Conferma dei diagrammi di flusso<br />

L’ultimo paso preliminare è la conferma dei diagrammi di flusso, ovvero una verifica<br />

costante al fine di valutarne l’adeguatezza alla realtà produttiva.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

HACCP – I 7 PRINCIPI<br />

I 7 principi sui quali si basa il metodo HACCP sono;<br />

• Analisi dei pericoli associati ad ogni fase del processo produttivo e identificazione de<br />

misure preventive<br />

• Determinazione dei Punti Critici di Controllo CCP<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

• Determinazione dei limiti critici per ogni CCP<br />

• Determinazione del sistema di monitoraggio dei CCP<br />

• Definizione del piano per le azioni correttive<br />

• Definizione delle attività di verifica dell’efficacia del sistema<br />

• Definizione del sistema di gestione della documentazione<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Principio 1 - Analisi dei pericoli e identificazione delle misure preventive<br />

In questa fase vengono identificati tutti i pericoli che ricadono nelle tre categorie<br />

viste in precedenza:<br />

• Biologico<br />

• Chimico<br />

• Fisico<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

La valutazione deve esser fatta in maniera oggettiva, interpolando due parametri<br />

che si valuteranno sul posto, ovvero:<br />

• Probabilità che un evento accada<br />

• Gravità dei suoi effetti<br />

Si procederà ad assegnare un valore a questi due parametri, ad esempio su di<br />

una scala lineare da 1 a 4.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

MATRICE DI VALUTAZIONE<br />

GRAVISSIMA<br />

4 2 3 4 4<br />

GRAVE 3 2 3 4 4<br />

Gravità (G)<br />

MODESTA 2 1 2 3 3<br />

LIEVE 1 1 1 2 2<br />

1 2 3 4<br />

PROBABILITA’ (P)<br />

IMPROBABILE POSSIBILE PROBABILE<br />

MOLTO<br />

PROBABILE<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Una volta effettuata la valutazione dei rischi è possibile, sulla base dei risultati<br />

ottenuti, procedere con l’identificazione di misure preventive o correttive.<br />

La differenza tra i due tipi di misure da mettere in atto sta nella loro tempistica<br />

di attuazione.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Una misura preventiva è volta ad evitare che un particolare pericolo possa<br />

portarmi del danno andando a ridurre la probabilità che si manifesti.<br />

Una misura correttiva andrà a cercare di mitigar le conseguenze di un errore.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Punto 2 – DETERMINAZIONE DEI PUNTI CRITICI DI CONTROLLO<br />

Iniziamo con il vedere due definizioni che ci saranno utili:<br />

CP = Control Point. Un CP è ognuno dei punti nei quali si sviluppa il nostro<br />

diagramma di flusso.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

CCP = Critical Control Point. Un CCP è una fase o procedura del normale ciclo<br />

produttivo sulla quale può essere esercitato un controllo periodico che consenta<br />

di preventivare, eliminare o ridurre a livelli accettabili un pericolo relativo alla<br />

salubrità e sicurezza di un prodotto alimentare.<br />

L’obiettivo di questo principio è l’identificazione dei punti critici di controllo (CCP)<br />

utilizzando dei criteri di scelta oggettivi e legati al particolare processo in esame.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Per poter decidere se un CP è anche un CCP ci si affida ad un algoritmo<br />

decisionale chiamato «Albero delle decisioni», che sulla base di una serie di<br />

domande standardizzate a risposta chiusa ci permette di valutare se sono<br />

presenti o meno azioni che possono incidere sulla sicurezza di quel passaggio e<br />

sulla base dei risultati ottenuti ci permette di indentificarlo o meno come CCP.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Principio 3 – determinazione dei limiti critici per ogni CCP<br />

Una volta definite le fasi per le quali si è fissato un CCP è fondamentale<br />

determinare i limiti di accettabilità per quel punto critico di controllo.<br />

Un limite critico deve essere misurabile e quindi valutabile in maniera oggettiva<br />

da chiunque effettui il monitoraggio.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

I limiti possono anche riferirsi a parametri visivi purché siano chiari e oggettivi.<br />

Ad esempio, parlando di controllo continuo delle acque, ad ogni utilizzo deve<br />

essere controllata la trasparenza della stessa, l’assenza di corpi galleggianti e di<br />

odori particolari.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Nel momento in cui si rilevi uno scostamento dai parametri di accettabilità<br />

bisognerà mettere in atto delle misure correttive, atte a riportare i parametri in<br />

un range accettabile.<br />

N.B.: su alcuni parametri i limiti critici vengono stabiliti a livello normativo.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

PRINCIPIO 4 – DETERMINAZIONE DEL SISTEMA DI MONITORAGGIO DEI<br />

CCP<br />

Nel momento in cui si va a definire un punto critico di controllo ed il range di<br />

valori considerato accettabile è necessario stabilire con quale frequenza sarà<br />

necessario controllare il parametro, chi ne sarà l’incaricato ed eventualmente<br />

quali strumenti dovranno essere impiegati.<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

In caso di misurazioni strumentali sarà necessario che lo strumento di controllo<br />

sia tarabile e tarato, ovvero controllato e certificato mediante una catena di<br />

riferibilità che dovrà confluire in un certificato di taratura rilasciato da un centro<br />

accreditato in tal senso (un centro Accredia Lat ).<br />

FORMAZIONE PER IGIENE E SICUREZZA ALIMENTARE | MODULO 1<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Ricapitolando, Al fine di identificare un appropriato programma di monitoraggio<br />

il gruppo di lavoro deve definire:<br />

• Le Responsabilità ovvero CHI deve raccogliere e valutare i dati<br />

• L’Oggetto del controllo ovvero COSA deve essere monitorato<br />

• Le Modalità ovvero COME deve essere effettuato il controllo<br />

• La Frequenza ovvero QUANDO controllare<br />

• Il Luogo fisico ovvero DOVE deve essere fatto il monitoraggio<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

PRINCIPIO 5 . DEFINIZIONE DEL PIANO PER LE AZIONI CORRETTIVE<br />

Le azioni correttive sono attività messe in atto nel momento in cui i risultati del<br />

monitoraggio indicano che un CCP non è sotto controllo.<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Le azioni correttive messe in atto devono essere registrate su di un’apposita<br />

modulistica presente nel piano di autocontrollo.<br />

Le azioni correttive si attuano di fronte ad una non conformità.<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

Si intende con i termini:<br />

• Non conformità: mancata soddisfazione totale o parziale di un requisito<br />

• Trattamento di una NC: gestione immediata del problema rivolta al<br />

prodotto/processo coinvolto<br />

• Azione Correttiva: azione volta alla eliminazione della causa che ha generato<br />

la NC<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

PRINCIPIO 6 – DEFINIZIONE DELLE ATTIVITÀ DI VERIFICA<br />

DELL’EFFICACIA DEL SISTEMA<br />

Il Sistema di Autocontrollo deve essere verificato per confermarne la validità<br />

sia all’inizio che in seguito (quando il sistema è a regime) per accertare<br />

periodicamente che le disposizioni pertinenti continuino ad essere applicate<br />

correttamente.<br />

Deve inoltre essere mantenuto aggiornato in termini di efficacia ed efficienza<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

PRINCIPIO 7 – DEFINIZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DEI DOCUMENTI<br />

Un accurato ed efficiente sistema di documentazione e di registrazione è<br />

essenziale per applicare adeguatamente il metodo HACCP. <br />

I principali documenti da conservare presso l’attività sono:<br />

• Documenti interni<br />

• Documenti esterni<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: i passi preliminari e i 7 principi<br />

• Documentazione Interna: Manuale HACCP, Procedure, Istruzioni Operative,<br />

Registrazioni di attività di processo, di controllo, di verifica, ecc.<br />

• Documentazione esterna: Interventi di ditte esterne, documenti dei fornitori,<br />

rapporti analitici, ecc.<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: la registrazione<br />

Attività di registrazione<br />

<br />

L’applicazione del metodo comporta la necessità di<br />

tracciare particolari eventi, così come la gestione ordinaria<br />

delle attrezzature in dotazione, quali le unità refrigeranti.<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: la registrazione<br />

Le registrazioni che devono essere presenti in azienda sono:<br />

Registrazione periodica delle temperatura dei frigoriferi e congelatori;<br />

Registrazione delle conformità dei prodotti in ingresso;<br />

Registrazione delle non conformità ed azioni correttive messe in atto.<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: la registrazione<br />

Le registrazioni:<br />

• Devono essere chiare e leggibili nei contenuti<br />

• Deve essere identificabile chi ha la responsabilità della registrazione e del<br />

controllo<br />

• Devono essere disponibili su richiesta<br />

• Devono essere archiviate con cura<br />

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HACCP: principi e registrazione<br />

HACCP: attività di controllo e verifica<br />

Le attività di controllo e verifica vengono generalmente effettuate da un<br />

consulente esterno che possa dimostrate un’approfondita conoscenza del<br />

metodo e della sua applicazione, trattandosi di un sistema che deve venir<br />

ritagliato sulla singola attività.<br />

Il consulente o il verificatore deve contribuire alla verifica stessa in maniera<br />

costruttiva. L’approccio non deve essere quindi di tipo ispettivo, ma. Se emerge<br />

qualche difformità rispetto a quanto previsto si dovrà gestire in modo sereno<br />

nell’ottica del miglioramento del sistema stesso.<br />

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Igiene e Sicurezza<br />

Alimentare<br />

Hai completato lo studio del corso!<br />

Grazie per l’attenzione<br />

D.Lgs 196/03 | Reg. CE 2016/679<br />

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