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sce? Fissando regole chiare, ma senza erigere<br />
barriere. Un principio che varrà anche<br />
in Portogallo. «Alcune zone, come l’albergo<br />
dove alloggia la squadra, saranno tabù»,<br />
spiega Benoit. «Anche durante gli allenamenti,<br />
i reporter non potranno invadere il<br />
campo, ma dovranno sedere in tribuna». Ma<br />
ci sarà anche un momento tutto per loro:<br />
«Una conferenza stampa al giorno, dopo l’allenamento<br />
del mattino, con il cittì e alcuni<br />
giocatori selezionati o specialisti. Poi, gioca-<br />
«Se la copertura mediatica diventa eccessiva, è facile<br />
che i giocatori perdano di vista il pallone.»<br />
tori e allenatore si metteranno per venti minuti<br />
a disposizione dei giornalisti che saranno<br />
liberi di intervistarli». Anche se, detto così,<br />
non sembra molto, Benoit assicura: «È<br />
sempre più di quanto concedano molte altre<br />
nazionali».<br />
E se i nostri calciatori superassero se<br />
stessi e arrivassero ai quarti di finale? Allora<br />
l’interesse dei media per la squadra rossocrociata<br />
potrebbe improvvisamente esplodere.<br />
Pierre Benoit ne sa qualcosa da quando,<br />
CALCIO<br />
agli Europei di otto anni fa in Inghilterra, la<br />
Svizzera strappò un 1-1 nella partita d’apertura<br />
contro la favoritissima squadra di casa.<br />
«Per la conferenza stampa avevamo a disposizione<br />
una sala da 500 posti, eppure dovemmo<br />
tenerla due volte».<br />
Piccola prova di calcolo: quanti microfoni<br />
potrebbero protendersi verso Köbi Kuhn, se<br />
il 30 giugno su radio e TV svizzere risuonassero,<br />
in tutte le lingue nazionali, le parole:<br />
«Sìììììì, la Svizzera è in finale!»? ❙<br />
<strong>Credit</strong> <strong>Suisse</strong> Bulletin Speciale 29