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Incontro con Eva Lini Di Ludovica Braglia Questa è la storia di una ribellione, o per meglio dire, di una staffetta. Eva Lini è stata innanzi tutto una bambina, u- na piccola anima a cui è stata insegnata l'importanza dell'istruzione. Ha sempre creduto che la cultura fosse alla base di ogni uomo. Si riteneva e ritiene ancor oggi fortunata perché ha avuto il privilegio di conoscere in parte il mondo. Proseguì gli studi e si laureò, ma in tutto questo c'è stata una seconda vita, fatta di sacrifici, di fatica ma anche fatta con la voglia di lottare per conquistare la libertà. La libertà che è stata per molti anni il sogno di tanti uomini. E' nata il 25 Luglio 1924 ha vissuto quella che è passata alla storia come la Resistenza che portò avanti dal 01 Giugno 1944 sino alla Liberazione. Tutti i membri della sua famiglia erano antifascisti. Il padre le insegnò cosa volesse dire vivere in un mondo di pace, dove tutti gli uomini possono avere le stesse occasioni, gli stessi diritti. Suo padre non la obbligò a fare la staffetta intendo. Era una sua decisione, una suo desiderio. Un desiderio diverso dai nostri...lei desiderava vivere libera noi, invece, desideriamo essere accettati da questa società fatta di illusioni. I sogni sono ciò per cui noi lottiamo. Tuttavia la guerra oggi si fa per una futile aspirazione al potere. Potere che, in realtà, dovrebbe essere usato per fare del bene. Lei andava a Reggio almeno due volte al giorno con la sua bicicletta, per portare i messaggi ai partigiani (uomini della resistenza). Rischiava, rischiava tutto per la sua libertà. Non si è' mai fermata e ancora oggi continua a diffondere la sua idea ovvero che l'istruzione e' la fonte principale della coscienza, della libertà, della cultura e della vita di ogni essere u- mano. Capitava, a volte, che venisse fermata dai nazisti, aveva paura di essere scoperta, ma ne è uscita sempre vincitrice. Vincitrice perché sotto il corpo di una giovane donna si trovava un cuore stanco ma pieno di speranza. Sapeva che il fattore dominante era la collaborazione. Portava nel cuore quelli che sono i principi, le virtù che ognuno di noi deve farsi carico. Lei soffriva nel vedere le sue compagne prive del diritto allo studio, desiderava la accompagnassero negli anni successivi della sua vita. Anche qui riconosciamo il suo animo buono, aperto e generoso. -Se uno sbaglia non ha il diritto d'essere ucciso- questo è quello in cui ha sempre creduto, una riflessione totalmente giusta, pensata da una persona che ha sentito la paura della fine ma ha continuato a battersi per quello che credeva. Quando incontra i ragazzi ricorda sempre loro che viviamo in un periodo fortunato, dove la scuola ha un grande influenza in questa nostra crescita perché capace di sensibilizzare l'animo di noi ragazzi vinti dalla paura di non essere mai abbastanza. 30