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3D_Winter

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#<strong>3D</strong>FOCUS<br />

Giovani industriali,<br />

parole d’ordine<br />

per lo sviluppo<br />

“UNITI, L’EUROPA CHE<br />

SIAMO” È LO SLOGAN<br />

DEGLI IMPRENDITORI<br />

UNDER 40 DI<br />

CONFINDUSTRIA AL<br />

CONVEGNO DI CAPRI<br />

di Carmen Romano<br />

c<br />

Credere nell’Europa unita,<br />

puntare sulle eccellenze del<br />

Made in Italy, investire su<br />

infrastrutture (materiali e<br />

non), innovazione, imprese<br />

e start up e sul lavoro,<br />

unica strada possibile per<br />

combattere la povertà: sono<br />

alcune delle “parole d’ordine”<br />

dei Giovani industriali italiani<br />

per il rilancio dell’economia<br />

nazionale. Lo hanno affermato<br />

con determinazione, ancora<br />

una volta, al tradizionale<br />

convegno che riunisce a Capri<br />

da tutta Italia gli under 40<br />

di Confindustria. “Abbiamo<br />

scelto non a caso il titolo<br />

‘Uniti-L’Europa che siamo’ -<br />

spiega il Presidente dei Giovani<br />

imprenditori di Confindustria<br />

Alessio Rossi – perché se<br />

pensiamo che la costruzione<br />

europea sia costosa, dovremmo<br />

immaginare anche i costi ben<br />

maggiori derivanti dalla sua<br />

eventuale disintegrazione.<br />

Dobbiamo far diventare<br />

le diversità – nazionali ed<br />

economiche – un fattore non più<br />

di contrasto, bensì di ricchezza.<br />

Nessuno Stato può pensare di<br />

vincere da solo la sfida con i big<br />

player, Stati Uniti e Cina.<br />

Si vince solo se uniti.<br />

L’innovazione deve essere<br />

il nostro motore. È in questo modo che il<br />

talento diventa un fattore determinante e gli<br />

scienziati, ricercatori, innovatori e imprenditori il<br />

carburante per la crescita delle nazioni”.<br />

Le imprese vanno sostenute. Altro che<br />

‘prenditori’, come qualcuno ingiustamente ha<br />

definito gli industriali. “Noi imprenditori siamo<br />

piuttosto moltiplicatori, perché se le nostre<br />

imprese crescono, il lavoro aumenta; siamo<br />

formatori, perché la scuola non prepara ancora<br />

gli studenti al lavoro; e siamo ambasciatori,<br />

perché il nostro made in Italy ‘bello e ben fatto’<br />

conquista il mondo. L’Italia – conclude Rossi -<br />

così come l’Europa, cresce se tutti fanno bene<br />

la propria parte. Uniti perché non siamo i poteri<br />

forti ma forze a disposizione. Uniti come cittadini<br />

e come binomio inscindibile tra lavoratori e<br />

imprenditori”.<br />

“All’estero ‘Italia’ significa marchi di eccellenza,<br />

prodotti ‘belli’ e ‘ben fatti’ – sostiene Susanna<br />

Moccia, napoletana e vicepresidente nazionale<br />

dei Giovani imprenditori di Confindustria con<br />

delega al Made in Italy - abbiamo tanti settori di<br />

eccellenza nei quali le nostre imprese fanno la<br />

differenza con produzioni uniche al mondo per<br />

originalità, qualità, cura e design, settori tanto<br />

tradizionali quanto aperti all’innovazione come<br />

food, moda, turismo, cultura, metalmeccanica,<br />

nautica e automotive. Il futuro delle giovani<br />

imprese passa per la valorizzazione del Made in<br />

Italy, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo<br />

ma evidentemente con un grande potenziale<br />

ancora inespresso e da valorizzare, in termini di<br />

risultati”.<br />

“Al governo – interviene Licia Angeli, emiliana e<br />

vicepresidente nazionale degli industriali under<br />

40 - chiediamo strumenti per innovare, creare<br />

occupazione e infrastrutture che non ci taglino<br />

fuori dall’Europa. Non ci spaventa il deficit in<br />

quanto tale ma il fatto che le misure proposte che<br />

ne sono alla base non siano dirette alla crescita,<br />

agli investimenti e allo sviluppo quanto piuttosto<br />

all’assistenzialismo”.<br />

“L’occupazione – secondo Lara Botta, lombarda,<br />

altra vicepresidente nazionale dei Giovani<br />

industriali - non si crea ‘per sostituzione’ con una<br />

persona anziana che esce e un giovane che entra,<br />

come in una porta girevole, ma ‘per sviluppo’,<br />

e cioè moltiplicando il numero di accessi al<br />

mercato del lavoro. I giovani devono crescere con<br />

una cultura dell’impresa che sviluppi il talento, e<br />

non l’arte di sbarcare il lunario.<br />

Per questo chiediamo la decontribuzione totale<br />

per le assunzioni degli under 30 e un piano di<br />

inclusione per i giovani che tenga dentro scuola,<br />

università, formazione e imprese in modo da<br />

coprire quel gap di competenze che c’è fra<br />

domanda e offerta di lavoro”. Sull’importanza<br />

della formazione puntano anche Roberto<br />

Castaldo, direttore di Coach Italy, coach e trainer<br />

di performance management con la sua 4man<br />

consulting e Giovanni D’Antonio, fra i leader<br />

nazionali nel settore cosmetica e nutraceutica<br />

con tassi di crescita annui superiori al 100%<br />

negli ultimi tempi con il gruppo Medspa (marchi<br />

Miamo e Nutraiuvems): “Motivazione, formazione<br />

e coaching sono le leve che dovranno valorizzare<br />

gli imprenditori e la nostra economia” afferma<br />

Castaldo mentre per D’Antonio la formula<br />

vincente è il sapiente mix fra ricerca, innovazione<br />

e formazione già applicato con successo nel suo<br />

gruppo.<br />

“L’Italia – sottolinea Mariaceleste Lauro, del<br />

gruppo Giovani industriali di Napoli, da meno<br />

di un anno amministratore delegato di Alilauro<br />

e tra le più giovani armatrici del panorama<br />

nazionale e internazionale - ha una ricchezza<br />

unica al mondo fra siti Unesco e patrimonio<br />

artistico, architettonico, paesaggistico ed<br />

enogastronomico. Tutto questo dovrebbe<br />

essere il motore del nostro Paese, che nei<br />

decenni è sembrato invece adagiarsi sul suo<br />

patrimonio anziché investire sull’innovazione.<br />

L’Italia è ferma, come se nessuno volesse<br />

assumersi le proprie responsabilità. Scuola e<br />

università puntano poco sulla pratica e troppo<br />

sulla teoria: in azienda arrivano laureati<br />

decontestualizzati dal mondo del lavoro”.<br />

Soluzioni? “Investire sulle infrastrutture e poi<br />

snellire la burocrazia”.<br />

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