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CARLO MAYR 263<br />

VIA<br />

65<br />

In una giornata<br />

di settembre del<br />

1739 Charles de<br />

Brosses, conte di Tournay e<br />

filosofo francese, dopo aver<br />

lungamente passeggiato tra le<br />

vie del centro storico estense,<br />

raccolse così i propri pensieri:<br />

«La città di Ferrara è vasta e<br />

spaziosa. Son questi, credo,<br />

gli attributi che le convengono;<br />

vasta, perché è grande e<br />

deserta; spaziosa perché vi si<br />

può passeggiare assai comodamente<br />

in magnifiche strade<br />

tracciate con la squadra, di<br />

una lunghezza impressionante,<br />

larghe in proporzione, e<br />

sulle quali cresce la più graziosa<br />

erbetta del mondo. Peccato<br />

che la città sia deserta;<br />

non per questo è meno bella;<br />

e non tanto per i suoi magnifici<br />

palazzi, ma perché non c’è<br />

in essa un edificio brutto. In<br />

genere, sono tutti fatti di mattoni<br />

e abitati da gatti turchini:<br />

altro essere vivente, almeno,<br />

non vedemmo alle finestre».<br />

Le sue impressioni coincidono<br />

con quelle degli altri grandi<br />

poeti e letterati che nei secoli<br />

visitarono la città: raccontano<br />

la quiete immobile, le larghe e<br />

regolari strade dell’addizione.<br />

Certo salta agli occhi il passaggio<br />

sugli animali turchini,<br />

inserito forse per dare corpo<br />

alla sensazione surreale di<br />

solitudine e abbandono, magari<br />

più semplicemente per<br />

descrivere quegli esemplari<br />

dalla pelliccia grigia che, osservata<br />

sotto una certa luce,<br />

lampeggia riflessi azzurri.<br />

La residenza I Gatti Turchini<br />

si trova in fondo a via Carlo<br />

Mayr, chiamata un tempo via<br />

Grande: oggi è un luogo votato<br />

all’ospitalità, che conserva<br />

nel nome e nell’atmosfera<br />

traccia di quei tempi silenziosi.<br />

Almeno fino al XVIII secolo,<br />

come testimonia la pianta<br />

disegnata da Andrea Bolzoni,<br />

qui si trovava un’ampia area<br />

verde alberata, poi scomparsa<br />

per lasciare spazio alle<br />

abitazioni.<br />

Oggi per accedere al<br />

giardino bisogna passare<br />

attraverso il palazzo, sotto<br />

l’elegante cornice a ovuli e<br />

dentelli che decora il portone<br />

d’ingresso. Nei secoli passati,<br />

come attestano i documenti<br />

ottocenteschi, l’area si sviluppava<br />

lunga e stretta lungo<br />

uno stradello, ed era adibita<br />

a orto. Tuttora sulla sinistra<br />

il terreno viene in parte<br />

coltivato ad ortaggi ed erbe<br />

aromatiche. Vicino al muro<br />

si scorge anche il piccolo —<br />

immancabile — melograno.<br />

Sulla destra, oltre l’aggraziato<br />

rosaio ad arco, la vegetazione<br />

è rigogliosa: oleandri, un<br />

pero, un sambuco, un nespolo<br />

e numerosi altri alberelli e<br />

arbusti creano un’atmosfera<br />

riposante e fuori dal tempo.<br />

50 INTERNO VERDE 2019 - FERRARA SUD

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