11.11.2019 Views

Eco delle Valli e delle Dolomiti Friulane - Ottobre 2019

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

ESPLORANDO LE VALLI<br />

ESPLORANDO LE VALLI<br />

TESSERE<br />

D’AUTORE<br />

di Andrea Pegoraro<br />

Nel nostro territorio ci sono molte opere<br />

musive. Il visitatore ha l’imbarazzo<br />

della scelta perché può scegliere tra vari<br />

tipi di rappresentazioni, tra quelle che<br />

ricordano le usanze friulane e quelle che<br />

si rifanno alla tradizione religiosa, in una<br />

combinazione di passato e presente.<br />

Opere antiche e<br />

moderne, che ricordano<br />

la tradizione friulana e<br />

la religione ma anche<br />

personaggi importanti<br />

come Primo Carnera.<br />

Stiamo parlando dei<br />

mosaici, una forma d’arte<br />

molto diffusa in regione<br />

e una <strong>delle</strong> espressioni<br />

caratteristiche del nostro<br />

territorio. Così vale anche<br />

per i comuni <strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e<br />

<strong>delle</strong> <strong>Dolomiti</strong> <strong>Friulane</strong>.<br />

Ecco un itinerario per<br />

turisti e appassionati<br />

che propone alcuni<br />

componimenti artistici da<br />

visitare.<br />

SEQUALS<br />

Il paese di Gian Domenico<br />

Facchina, che del mosaico<br />

è il padre moderno. Va da<br />

Primo Carnera - Igor Marziali<br />

40<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> <strong>Dolomiti</strong> <strong>Friulane</strong><br />

CLAUZETTO<br />

Splendidi esempi musivi<br />

sono visibili anche sul<br />

balconeBalcone del<br />

Friuli, così chiamato per<br />

i fantastici panorami che<br />

si possono ammirare<br />

salendo i 98 scalini della<br />

Chiesa di San Giacomo.<br />

Un paese immerso nella<br />

natura, protagonista<br />

raffigurata sul fascione<br />

musivo che si trova nella<br />

facciata principale della<br />

casa di riposo.<br />

L’opera è piuttosto<br />

sé che è uno dei paesi con<br />

più testimonianze musive,<br />

lascito di una tradizione<br />

recente, realizzata nel<br />

1988 dal laboratorio<br />

milanese Fabricini, e<br />

permette al visitatore di<br />

viaggiare nel passato<br />

attraverso scene di vita<br />

della comunità montana<br />

del Friuli occidentale. La<br />

composizione consente,<br />

infatti, di essere goduta su<br />

vari livelli e personaggi,<br />

in particolare la famiglia<br />

di emigranti che ritorna<br />

nella terra di origine per<br />

costruire la propria casa.<br />

artigiana di lungo periodo.<br />

Una tappa fondamentale<br />

è il monumento agli<br />

emigranti che si trova<br />

sulla rotonda che smista<br />

il traffico verso Maniago e<br />

Lestans.<br />

L’opera balza<br />

immediatamente<br />

agli occhi per la sua<br />

imponenza. Occupa infatti<br />

uno spazio di otto metri<br />

d’altezza e sei di diametro.<br />

È una vela gonfiata dal<br />

vento, ideata per essere<br />

un’allegoria dell’emigrante<br />

friulano che ha<br />

attraversato il mare e<br />

portato oltreoceano la<br />

sua arte e il suo mestiere.<br />

La scultura è stata<br />

progettata e realizzata da<br />

vari artisti, tra cui Rino<br />

Pastorutti, Piergiorgio<br />

Patrizio, Fernando Di<br />

Floriano, Luciano Rui,<br />

Nino Bergamasco,<br />

Mario Carnera e Ivanoe<br />

Zavagno. Interessante<br />

il gioco cromatico che<br />

presenta una base bianca<br />

striata da lunghe strisce<br />

azzurre, blu e verdi,<br />

intervallate da segni<br />

arancioni, gialli e rossi.<br />

Entrando in paese, si può<br />

ammirare il mosaico su<br />

Primo Carnera realizzato<br />

da Igor Marziali all’interno<br />

della villa intitolata al<br />

pugile friulano. La figura<br />

del Gigante Buono esce<br />

dai confini della cornice e<br />

diventa più reale. L’artista<br />

ha infatti voluto ricordare<br />

la sua straordinaria<br />

fisicità, la sua eccezionale<br />

forza e la voglia di<br />

stravolgere un destino<br />

prefissato, affrancandosi<br />

da una povertà che nelle<br />

nostre terre sembrava<br />

ordinaria.<br />

Un esempio di dialogo<br />

con lo spazio aperto è<br />

il disco bidimensionale<br />

a due facce di fronte<br />

al Municipio. L’opera<br />

è stata realizzata da<br />

Giulio Candussio e dai<br />

Ingresso casa di riposo di Clauzetto<br />

mosaicisti della Scuola<br />

di Spilimbergo. Il tondo<br />

musivo è peculiare<br />

soprattutto nella parte<br />

rivolta al palazzo<br />

comunale che dà una<br />

sensazione di spessore<br />

tridimensionale.<br />

Per concludere la visita a<br />

Sequals, gli appassionati<br />

di arte sacra non potranno<br />

mancare una sosta nella<br />

Chiesa di Sant’ Andrea<br />

Apostolo, nella quale<br />

hanno lavorato numerosi<br />

mosaicisti.<br />

Tra questi Gino Avon,<br />

che ha raffigurato le<br />

stazioni della Via Crucis<br />

su fondo oro. È un’opera<br />

che trasmette una varietà<br />

di emozioni e sentimenti<br />

perché le figure e le<br />

narrazioni sono aderenti<br />

alla realtà e l’impianto<br />

musivo è impreziosito da<br />

un vivace gioco di colori e<br />

da una certa luminosità.<br />

ERTO E CASSO<br />

Il nostro itinerario musivo<br />

prosegue con le tradizioni<br />

di Erto e Casso che<br />

rimandano a una serie<br />

di riti in cui si mescolano<br />

sacro e profano e che<br />

rendono questi due paesi<br />

molto particolari nel<br />

panorama del territorio<br />

pordenonese.<br />

In questo contesto, nella<br />

Chiesa di Stortan si può<br />

SPILIMBERGO<br />

Per concludere, la<br />

tappa finale non può<br />

che essere la Città del<br />

Mosaico, dove ha sede<br />

l’omonima Scuola. Sono<br />

molte le opere presenti<br />

e diventa difficile fare<br />

una selezione, ma ne<br />

ricordiamo alcune.<br />

Insolito per la<br />

collocazione è il mosaico<br />

a forma romboidale posto<br />

sulla parete laterale della<br />

Chiesa di San Giuseppe<br />

e Pantaleone Martiri.<br />

L’opera è stata prodotta<br />

nel 1999 e risalta molto<br />

per le croci e le sfere che<br />

decorano una scacchiera<br />

ammirare un pannello<br />

musivo dedicato a San<br />

Bartolomeo apostolo,<br />

realizzato da Pietro<br />

Martinelli in smalto<br />

policromo. L’apostolo è al<br />

centro della composizione,<br />

mentre sullo sfondo c’è un<br />

paesaggio montano che<br />

fa pensare alla geografia<br />

del posto, ma anche al<br />

disastro del Vajont.<br />

di aree sovrapposte. I<br />

colori hanno una grande<br />

enfasi e conferiscono una<br />

certa espressività alla<br />

superficie musiva. Inoltre,<br />

una serie di iscrizioni<br />

in latino collocano la<br />

composizione nell’ambito<br />

della devozione mariana<br />

e del Rosario.<br />

Da lì, ci si sposta nel<br />

Duomo di origine<br />

gotica, che spicca per<br />

la sua forma snella e<br />

lanciata. La cripta offre al<br />

visitatore una splendida<br />

pavimentazione di<br />

mosaici del XIII secolo,<br />

quindi precedente<br />

Campanile della<br />

Chiesa Parrocchiale<br />

di San Bartolomeo<br />

Apostolo<br />

di Erto<br />

all’innovazione tecnica<br />

apportata da Gian<br />

Domenico Facchina,<br />

caratterizzata da tessere<br />

chiare e croci stilizzate.<br />

Prima di uscire, uno<br />

sguardo si deve posare<br />

sul confine tra il vano di<br />

servizio e la cappella che<br />

contiene il sarcofago di<br />

Walterpertoldo, nobile<br />

spilimberghese, è segnato<br />

da una lunga iscrizione<br />

composta da lettere a<br />

mosaico.<br />

Dal Duomo si può visitare<br />

il tempietto neoclassico<br />

dedicato ai caduti della<br />

Prima guerra mondiale.<br />

Sulla parete di fondo si<br />

nota un prezioso mosaico<br />

realizzato nel 1930 da<br />

Gino Avon, composto da<br />

una donna, un ragazzino<br />

e dietro una vittoria<br />

alata. La composizione<br />

è notevole e fa emergere<br />

il sacrificio di chi ha<br />

perso la vita per donare<br />

agli altri un mondo<br />

diverso. È un’opera<br />

che merita attenzione<br />

perché le tessere sono<br />

perfettamente sagomate e<br />

le figure sono molto reali.<br />

Per respirare un po' di<br />

modernità bisogna andare<br />

a Corte Europa, un tempo<br />

Caserma Bevilacqua e<br />

oggi centro produttivo e<br />

direzionale. La struttura,<br />

inaugurata nel 2001,<br />

ospita un obelisco alto<br />

otto metri realizzato da<br />

Giulio Candussio. La<br />

colonna è tripartita e<br />

al centro è raffigurata<br />

una fascia in smalto<br />

policromo con i nomi dei<br />

Paesi dell’Unione europea.<br />

Qui il mosaico è in stretto<br />

rapporto con lo spazio<br />

architettonico, l’impatto<br />

è forte perché davanti al<br />

monolite ci sono ventisei<br />

intersezioni musive<br />

che impreziosiscono<br />

altrettanti pilastri.<br />

La Scuola Mosaicisti è<br />

la sosta conclusiva di<br />

questo ideale percorso<br />

tra i mosaici. Essa<br />

offre ai suoi visitatori il<br />

privilegio di passeggiare<br />

su 2.700 metri quadrati<br />

di pavimento musivo e<br />

di apprezzare più di 400<br />

opere.<br />

Si può parlare<br />

tranquillamente di<br />

una galleria d’arte in<br />

continuo mutamento tra<br />

composizioni bizantine,<br />

romane e moderne, ma<br />

anche modelli di artisti<br />

contemporanei di fama<br />

internazionale. A questo<br />

proposito occorre citare<br />

l’omaggio alla pittrice<br />

indigena australiana Judy<br />

Watson Napangardi che<br />

ha realizzato un mosaico<br />

multicromatico dedicato<br />

all’arte tribale e alla<br />

cultura aborigena.<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> <strong>Dolomiti</strong> <strong>Friulane</strong> 41

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!