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Eco delle Valli e Delle dolomiti Friulane - Agosto 2019

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Anno II - Numero 03 - <strong>Agosto</strong> <strong>2019</strong><br />

Edito da "Fabbrica <strong>delle</strong> Idee" di Maniago<br />

CANDIDATI<br />

PER MISSIONE<br />

Le difficoltà di fare il Sindaco<br />

in un piccolo Comune [p.8-9]<br />

LUIGI DEL<br />

BIANCO, MAESTRO<br />

DELL’ESPRESSIONE<br />

Colui che ha dato luce allo sguardo<br />

di Lincoln [p.29]<br />

GIOVANNI<br />

ANTONIO DE’<br />

SACCHIS, DETTO<br />

IL PORDENONE<br />

Scoprire le piccole gemme nascoste<br />

di questo grande artista [p.40-41]<br />

LAVORARE NELLA<br />

SILICON VALLEY<br />

Da Travesio alla Silicon Valley, per<br />

lavorare in Facebook [p.23]<br />

LA SCIENZA<br />

ATTORNO A NOI<br />

CONOSCERE E FARE RICERCA IN UN SITO<br />

ESTESO OLTRE 1.000 CHILOMETRI QUADRATI,<br />

PRESSOCHÉ INCONTAMINATI [p.2]


RACCONTO DEL MESE<br />

RACCONTO DEL MESE<br />

LA SCIENZA<br />

ATTORNO A NOI<br />

di Gianluca Liva<br />

La scienza permea le <strong>Valli</strong> e le Dolomiti<br />

friulane e, grazie al lavoro di decine di<br />

persone, avvicina gli abitanti e offre un<br />

nuovo modo di scoprire il territorio nella<br />

sua essenza storica e naturale.<br />

Il nostro territorio<br />

è diventato un punto<br />

d’interesse sia per chi<br />

segue la scienza da<br />

semplice appassionato,<br />

sia per chi ne ha fatto<br />

un mestiere. Scienziati e<br />

ricercatori da altre parti<br />

d’Italia accorrono per<br />

investigare i segreti –<br />

scientifici – che questa<br />

terra ancora oggi<br />

racchiude.<br />

Siti archeologici, musei<br />

con ricche collezioni<br />

permanenti, grotte, percorsi<br />

archeologici differenziati,<br />

luoghi in cui osservare<br />

stelle, pianeti e galassie: le<br />

<strong>Valli</strong> e le Dolomiti friulane<br />

sono anche questo.<br />

Sarebbe riduttivo, però,<br />

far passare l’idea che<br />

le <strong>Valli</strong> e le Dolomiti<br />

friulane siano solo un<br />

museo a cielo aperto.<br />

Il territorio rappresenta<br />

un vero e proprio sito<br />

di ricerca esteso su<br />

più di 1.000 chilometri<br />

quadrati, pressoché<br />

incontaminati, dove<br />

scienziati e appassionati<br />

possono svolgere attività<br />

di ricerca e di divulgazione<br />

scientifica.<br />

È così che, nel corso<br />

dei decenni, sono nate<br />

e cresciute varie realtà<br />

museali, cicli d’incontri,<br />

attività nelle scuole di<br />

tutta la ex Provincia di<br />

Pordenone e, addirittura,<br />

un festival scientifico<br />

capace di radunare per un<br />

intero weekend quasi 2500<br />

appassionati.<br />

IL PARCO NATURALE<br />

DELLE DOLOMITI FRIULANE<br />

La scienza multidisciplinare<br />

Il Parco Naturale Regionale<br />

<strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

interessa i Comuni di<br />

Andreis, Cimolais, Claut,<br />

Erto e Casso, Forni di<br />

Sopra e di Sotto, Frisanco<br />

e Tramonti di Sopra. È<br />

stato istituito con la Legge<br />

Regionale n. 42 del 1996<br />

e con la sua estensione<br />

di 36.950 ettari è il più<br />

grande dei due parchi<br />

naturali in regione.<br />

Sono più di vent’anni, quindi,<br />

che il Parco è sede di decine<br />

di studi faunistici, botanici,<br />

archeologici, geologici,<br />

energetici e veterinari. Il<br />

filo conduttore, in questo<br />

caso, è un approccio<br />

multidisciplinare, che apre<br />

nuovi scenari e possibilità<br />

di ricerca. Del parco si<br />

“servono” le Università,<br />

gli istituti zooprofilattici e<br />

anche i laboratori privati.<br />

Gli studi faunistici hanno<br />

riguardato, a esempio,<br />

l’attività di ricerca e<br />

monitoraggio degli<br />

esemplari di aquila reale,<br />

alla quale è seguita una<br />

attività analoga che ha<br />

riguardato il camoscio e lo<br />

stambecco.<br />

Poi c’è l’attività veterinaria<br />

che ha riguardato la cura, il<br />

controllo e il monitoraggio di<br />

moltissime specie presenti<br />

nel Parco, in collaborazione<br />

con realtà quali l’Istituto<br />

Zooprofilattico di<br />

Pordenone, l’Università degli<br />

studi di Torino e la National<br />

Wildlife Health Services,<br />

negli Stati Uniti.<br />

Le attività rivolte al<br />

pubblico sono innumerevoli<br />

e affiancano i progetti<br />

di ricerca scientifica.<br />

È in questo modo che<br />

il Parco Naturale <strong>delle</strong><br />

Dolomiti <strong>Friulane</strong>, grazie<br />

al bassissimo impatto<br />

antropico, è diventato<br />

anche un luogo e un<br />

motivo di promozione<br />

sociale ed economica, di<br />

tutela, di sperimentazione<br />

e di educazione.<br />

GRAZIANO DANELIN<br />

Direttore Parco Naturale<br />

Regionale <strong>delle</strong> Dolomiti<br />

<strong>Friulane</strong><br />

Quali ricerche ha svolto il<br />

Parco in questi anni?<br />

È difficile rispondere,<br />

perché è un’attività<br />

costante che il Parco<br />

svolge fin dalla sua<br />

istituzione, infatti tra gli<br />

obiettivi c’è anche quello di<br />

monitorare gli habitat e le<br />

specie prioritarie presenti.<br />

Lo facciamo<br />

prevalentemente<br />

usufruendo di fondi<br />

provenienti da progetti<br />

internazionali (fondi<br />

europei), che hanno<br />

obiettivi specifici,<br />

MALNISIO SCIENCE FESTIVAL<br />

Un week end di scienza<br />

Si sta affermando come<br />

uno degli appuntamenti<br />

scientifici dell’autunno, il<br />

Malnisio Science Festival - il<br />

festival friulano dedicato alla<br />

scienza – che quest’anno<br />

inaugura la terza edizione,<br />

sempre nella splendida<br />

cornice della centrale Pitter<br />

di Malnisio. Il tema di<br />

quest’anno sarà la “creatività<br />

nella scienza”: cambia il<br />

tema, ma si mantiene<br />

la formula fatta<br />

oppure come supporto<br />

alla Regione come<br />

aggiornamento e indagine<br />

sui siti della rete Natura<br />

2000.<br />

Quali sono i progetti in<br />

corso?<br />

Attualmente collaboriamo<br />

a un progetto<br />

internazionale Interreg<br />

chiamato Nat2care. Con<br />

noi lavorano il Parco <strong>delle</strong><br />

Prealpi Giulie (capofila),<br />

l’Università di Udine, il<br />

Parco Nazionale Sloveno<br />

del Triglav, un’istituzione<br />

scientifica slovena<br />

dell’Università di Lubiana.<br />

Nat2care, tra gli altri<br />

obiettivi del progetto, vuole<br />

monitorare e raccogliere<br />

dati sui galliformi (gallo<br />

cedrone, gallo forcello,<br />

di oltre 30 conferenze<br />

gratuite, in parallelo, ogni<br />

45 minuti, per far conoscere<br />

ai non addetti ai lavori le<br />

più interessanti novità in<br />

medicina, in astrofisica,<br />

in psicologia fisiologica,<br />

in robotica, in glaciologia,<br />

nella comunicazione della<br />

scienza.<br />

la pernice, ecc.) e sulla<br />

Rosalia Alpina, un insetto<br />

che si trova nelle faggete,<br />

oltre che fare attività<br />

di sensibilizzazione<br />

sull’importanza della<br />

biodiversità <strong>delle</strong> aree<br />

dentro la rete Natura 2000.<br />

Perché queste due specie?<br />

Sono specie di interesse<br />

prioritario per l’Unione<br />

Europea.<br />

I galliformi subiscono un<br />

po’ ovunque la perdita di<br />

habitat e questo li mette<br />

a rischio. Quest’anno, poi,<br />

ci sono state le nevicate<br />

di maggio che potrebbero<br />

aver compromesso la<br />

stagione riproduttiva. Per<br />

ora è solo un’ipotesi, ma<br />

potrebbe trovare risposta<br />

il prossimo anno grazie<br />

proprio alle ricerche che<br />

stiamo facendo.<br />

La Rosalia alpina, invece,<br />

è un coleottero blu e nero<br />

che si trova nelle faggete<br />

mature e si nutre di legno:<br />

L’importante, a detta<br />

degli organizzatori, è<br />

appassionare le persone<br />

che arrivano alla centrale,<br />

curiose di scoprire realtà<br />

scientifiche altrimenti<br />

ignorate. Si parlerà così<br />

degli effetti sul cervello<br />

<strong>delle</strong> pratiche meditative<br />

e contemplative, di come<br />

si formano le connessioni<br />

nervose ma anche<br />

dell’uso del fumetto<br />

è una specie considerata<br />

“vulnerabile”.<br />

Non ci si sofferma mai a<br />

sufficienza sull'importanza<br />

di fare ricerca sugli<br />

insetti perché sono<br />

specie che possono<br />

condizionare un territorio<br />

o un habitat, come ci ha<br />

dimostrato il caso della<br />

Xylella fastidiosa e della<br />

Sputacchina che in Puglia<br />

ha devastato gli uliveti.<br />

Oppure, più vicino a noi,<br />

possiamo ricordare i<br />

problemi al castagno e al<br />

frassino.<br />

E per quanto riguarda gli<br />

habitat?<br />

Collegandomi al concetto<br />

di “prioritario”, nel Parco<br />

è comune vedere la<br />

mugheta, un denso<br />

intrico di pino mugo.<br />

Chi frequenta il parco<br />

potrebbe pensare che sia<br />

un ambiente comune, ma<br />

non lo è in realtà e, infatti,<br />

è considerato un ambiente<br />

scienza. E la risposta che<br />

questa manifestazione ha<br />

avuto finora pare dargli<br />

ragione: 1000 persone nel<br />

2017, quasi 2500 nel 2018.<br />

2018<br />

2.500<br />

prioritario nella Direttiva<br />

Habitat.<br />

Come stanno le aquile,<br />

simbolo del parco?<br />

Da circa vent’anni<br />

monitoriamo le coppie<br />

di aquile nidificanti,<br />

che in questi anni sono<br />

cresciute, passando<br />

da 8 a 10: è una bella<br />

soddisfazione anche<br />

se, probabilmente, si è<br />

raggiunto il numero<br />

massimo che il territorio<br />

riesce a supportare.<br />

Ma per il Parco non ci son<br />

solo le aquile, facciamo<br />

anche i monitoraggi degli<br />

ungulati (camoscio e<br />

stambecco) per verificarne<br />

lo stato sanitario, visto che<br />

da una decina d’anni, in<br />

zona, queste specie sono<br />

state colpite dalla rogna<br />

sarcoptica, una malattia<br />

provocata da un acaro<br />

specifico che porta alla<br />

morte questi animali.<br />

per divulgare la partecipanti 4/5/6 OTTOBRE <strong>2019</strong><br />

2<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

ANDREIS, CIMOLAIS, CLAUT, ERTO<br />

E CASSO, FORNI DI SOPRA E DI<br />

SOTTO, FRISANCO E TRAMONTI DI<br />

SOPRA<br />

36.950<br />

ettari<br />

Creare nuovi farmaci è<br />

una <strong>delle</strong> sfide più grandi<br />

della ricerca biomedica<br />

contemporanea. Anzi,<br />

l’uomo ha sempre<br />

cercato <strong>delle</strong><br />

sostanze che lo<br />

aiutassero a<br />

restare in salute<br />

o a curarsi, solo<br />

che, con la<br />

modernità<br />

scientifica, è<br />

cambiato il<br />

paradigma.<br />

Cos’è cambiato nel<br />

tempo?<br />

Con lo sciamanesimo, con<br />

la medicina tradizionale<br />

cinese, con i guaritori o i<br />

rimedi della nonna, l’uomo<br />

ha sempre cercato <strong>delle</strong><br />

soluzioni ai suoi problemi<br />

tramite l’osservazione<br />

degli effetti: si prova una<br />

sostanza, una pianta e si<br />

constata l’effetto prodotto.<br />

È un approccio lungo e<br />

ricco di errori, si procede<br />

un po’ a caso.<br />

Ovviamente, con<br />

tempi molto lunghi e<br />

tanti tentativi falliti è<br />

comunque una strada<br />

per scoprire soluzioni<br />

interessanti: spesso a<br />

lezione faccio l’esempio<br />

dell’iperico, una pianta<br />

utilizzata come calmante<br />

e antinfiammatorio, che<br />

a posteriori abbiamo<br />

capito che funziona grazie<br />

all’iperforina, ossia una<br />

molecola che dà proprio<br />

quegli effetti.<br />

E oggi, invece?<br />

Nella scienza moderna, c’è<br />

un legame molto stretto<br />

tra sviluppo di farmaci e<br />

ricerca di base, quella che<br />

–per intenderci– non punta<br />

necessariamente a curare<br />

le malattie.<br />

L’approccio moderno è<br />

ribaltato: oggi si individua<br />

una criticità all’interno<br />

del corpo umano e si<br />

interviene in maniera<br />

sistematica per trovare<br />

sostanze in grado di<br />

intervenire sul problema.<br />

Questo però non significa<br />

che sia un metodo<br />

semplice, anzi. La storia<br />

di alcuni farmaci, penso<br />

alla penicillina o al<br />

viagra, dimostra che il<br />

cosiddetto drug discovery<br />

è un percorso tutt’altro che<br />

semplice e lineare.<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 3


RACCONTO DEL MESE<br />

RACCONTO DEL MESE<br />

LE GROTTE DI PRADIS, PARADISO<br />

DI CHI STUDIA IL PALEOLITICO<br />

Un libro aperto sulla preistoria del territorio<br />

L’interesse scientifico<br />

di questo territorio<br />

è enorme. È il primo<br />

bacino di riferimento per<br />

la comunità scientifica<br />

internazionale che si<br />

occupa dello studio del<br />

Paleolitico.<br />

Situate nel Comune<br />

di Clauzetto, le grotte<br />

di Pradis sono sede di<br />

un’area archeologica<br />

scoperta negli anni ’70 dai<br />

ricercatori dell’Università<br />

di Ferrara.<br />

In due siti, infatti, si ha<br />

traccia della presenza<br />

dell’essere umano in<br />

L’importanza dell’artiglio d’aquila<br />

Il Museo della Grotta<br />

Una tale ricchezza non<br />

ha fatto altro che attrarre<br />

sempre più visitatori nel<br />

corso degli anni. A forza<br />

di scoperte, collaborazioni<br />

interdisciplinari e iniziative<br />

di successo come le<br />

Giornate della Preistoria<br />

(giunte quest’anno alla<br />

12° edizione), oggi si<br />

MATTEO ROMANDINI<br />

direttore del Museo,<br />

archeo-zoologo dell'Università<br />

di Bologna e, fino a poco fa,<br />

dell’Università di Ferrara<br />

epoca preistorica: in<br />

un caso si tratta di una<br />

presenza relativamente<br />

recente mentre, nell’altro,<br />

ci si trova dinanzi a<br />

testimonianze ben più<br />

antiche.<br />

La moderna<br />

urbanizzazione tende,<br />

“naturalmente”, a<br />

cancellare le tracce del<br />

passato, ma non nell’area<br />

<strong>delle</strong> Dolomiti friulane,<br />

che rimangono intatte e<br />

che ancora oggi riescono<br />

a donare dei ritrovamenti<br />

inaspettati.<br />

stima che il Museo della<br />

Grotta accolga circa 7.000<br />

visitatori nel corso dei circa<br />

3-4 mesi di apertura al<br />

pubblico.<br />

A fare da quartier generale<br />

al meraviglioso complesso<br />

di grotte è il Museo della<br />

Grotta, aperto dal 2001.<br />

Il Museo possiede una<br />

Com’è composta la<br />

collezione?<br />

La realtà è piccola,<br />

ma molto ben curata.<br />

L’attuale allestimento<br />

offre i resti paleontologici<br />

e archeologici risultati di<br />

anni di ricerca scientifica<br />

sul campo, una sezione<br />

di fossili e minerali e<br />

reperti che spaziano dal<br />

Paleolitico Medio fino<br />

all’Età del Bronzo<br />

È un museo con tanti<br />

“contributi”?<br />

Si tratta di un museo<br />

privato gestito<br />

dall’Associazione<br />

Culturale Pradis, diretta<br />

Nel 2001, un’attività<br />

di scavo coordinata<br />

dall’Università di Ferrara<br />

ha portato alla luce i<br />

reperti indicativi della<br />

presenza dell’uomo<br />

di Neanderthal tra il<br />

Paleolitico Medio e<br />

Superiore, arrivato per la<br />

raccolta permanente,<br />

organizzata a partire dal<br />

1969. La sua apertura<br />

al pubblico è il risultato<br />

dell’impegno del Comitato<br />

Culturale Pradis e del<br />

Gruppo Speleologico<br />

Pradis.<br />

discendente del Comitato<br />

Culturale. Una <strong>delle</strong><br />

prime amministrazioni<br />

che entrò in contatto con<br />

l’Università di Ferrara<br />

fu quella dell’ex sindaco<br />

di Clauzetto, Giuliano<br />

Cescutti, che permise di<br />

dare il via a una sinergia<br />

molto forte tra Comune,<br />

Università, Parco Naturale<br />

<strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>,<br />

Associazione Culturale<br />

Lis Aganis <strong>Eco</strong>museo<br />

Regionale <strong>delle</strong> Dolomiti<br />

<strong>Friulane</strong>.<br />

Si potrebbe definire una<br />

sorta di museo a cielo<br />

aperto, diffuso su tutto il<br />

territorio.<br />

prima volta in queste zone<br />

tra i 49.000 e i 42.000<br />

anni fa.<br />

Di recente è stato<br />

fatto il ritrovamento<br />

di un artiglio d’aquila<br />

utilizzato per puri scopi<br />

ornamentali, la prova<br />

inconfutabile che l’Homo<br />

neanderthalensis già<br />

attribuiva un significato<br />

simbolico, astratto, agli<br />

oggetti. La scoperta è<br />

stata così importante<br />

che l’articolo che la<br />

descrive è stato pubblicato<br />

sulla prestigiosa rivista<br />

scientifica PLOS ONE.<br />

avvio della<br />

collezione:<br />

1969<br />

Visite:<br />

7.000<br />

VISITATORI<br />

Mesi di apertura/anno<br />

3/4<br />

L’OSSERVATORIO<br />

ASTRONOMICO<br />

DI MONTEREALE<br />

VALCELLINA<br />

A rimirar le stelle<br />

C’è un punto<br />

d’osservazione perfetto per<br />

gli astronomi e gli astrofili<br />

della regione. A Montereale<br />

Valcellina, l’osservatorio<br />

astronomico da molti<br />

anni permette di godere<br />

dell’immensità degli astri.<br />

Si trova sulle alture di<br />

Montereale, su un piccolo<br />

pianoro denominato Sucul<br />

de la volp (letteralmente:<br />

cocuzzolo della volpe) ed<br />

è gestito dall’Associazione<br />

Pordenonese di<br />

Astronomia (APA),<br />

impegnata a far scoprire le<br />

bellezze del cielo.<br />

È grazie a questo impegno<br />

costante dei membri<br />

dell’Associazione che<br />

l’osservatorio è diventato<br />

un importante riferimento<br />

per chi ama guardare<br />

l’immensità dei cieli,<br />

comodamente adagiato su<br />

un piccolo e accogliente<br />

spazio erboso nel Friuli<br />

occidentale.<br />

STEFANO ZANUT<br />

Presidente dell’Associazione<br />

Pordenonese di Astronomia<br />

(APA)<br />

Ci racconta la storia<br />

dell’osservatorio?<br />

È stato costruito tra il<br />

1987 e il 1991, mentre<br />

l’associazione è nata<br />

nel 1983. Il Comune ne<br />

detiene la proprietà, ma<br />

lo cede in comodato d’uso<br />

all’APA.<br />

Perché a Montereale?<br />

Abbiamo scelto<br />

Montereale Valcellina<br />

per le caratteristiche del<br />

luogo: un buon numero<br />

di notti col cielo sereno<br />

e un’ottima visibilità (in<br />

termine tecnico seeing),<br />

anche se oggigiorno la<br />

luminosità artificiale è<br />

purtroppo aumentata:<br />

la pianura pordenonese<br />

sembra quasi una lastra<br />

di luce.<br />

Tuttavia, non c’è da<br />

lamentarsi in confronto ad<br />

altri osservatori regionali.<br />

Chi può visitare<br />

l’osservatorio?<br />

Per contattare l'associazione:<br />

http://www.apaweb.it/<br />

Lavoriamo su due fronti,<br />

quello dell’astrofotografia<br />

e quello della<br />

divulgazione, per questo<br />

motivo l’osservatorio<br />

è aperto al pubblico<br />

un venerdì al mese e<br />

ospitiamo comitive e<br />

classi scolastiche, oppure<br />

andiamo direttamente<br />

nelle scuole.<br />

In parallelo ci dedichiamo<br />

alla fotografia di oggetti<br />

extragalattici, comete<br />

e pianeti. Quest’anno<br />

abbiamo aperto un nuovo<br />

fronte sul tema degli<br />

orologi solari, le meridiane,<br />

e inoltre cureremo un ciclo<br />

di incontri sul tema della<br />

vita extraterrestre con i<br />

ricercatori dell’Università<br />

di Padova che lavorano su<br />

questi argomenti.<br />

4<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 5


EDITORIALE<br />

RIFLESSIONI<br />

di Manuel Bertin<br />

Questo numero propone la scienza come tema<br />

centrale, perché difficilmente la si associa al nostro<br />

territorio, mentre rappresenta un perfetto modello<br />

di valorizzazione <strong>delle</strong> nostre zone. Infatti, calza<br />

a pennello anche quando, tralasciando l’aspetto<br />

<strong>delle</strong> conoscenze, la si guarda trasversalmente,<br />

focalizzandosi sul turismo e la capacità attrattiva che<br />

offre.<br />

Il Parco <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>, per esempio, grazie<br />

ai suoi progetti internazionali, coinvolge istituzioni<br />

e persone lontani, che arrivano fra le nostre valli<br />

in quanto custodi di un ambiente unico e poco<br />

contaminato.<br />

Il Malnisio Science Festival, seppure ancora nei suoi<br />

primi anni di vita, ha dimostrato di saper portare nella<br />

pedemontana centinaia di persone fuori stagione, che<br />

giungono dal Veneto e persino dall’Emilia Romagna,<br />

dalla Toscana, dal Lazio. Per non parlare degli ospiti<br />

che, altrimenti, non avrebbero mai incrociato queste<br />

terre.<br />

Le grotte di Pradis, che grazie anche alle scoperte<br />

sul periodo Paleolitico sono divenute in questi anni<br />

una meta turistica sempre più importante per la val<br />

d’Arzino.<br />

Questi sono solo alcuni degli esempi che aiutano la<br />

riflessione, intesa come momento per ripensare ciò che<br />

siamo, ciò che siamo diventati e quello che vogliamo<br />

diventare.<br />

A volte, infatti, è necessario un cambio di prospettiva<br />

e occorre abbandonare le proposte facili - perché non<br />

siamo una terra facile - per guardare con più ampiezza<br />

al futuro che ci attende.<br />

INDICE<br />

VAL CELLINA<br />

Candidati per missione<br />

› p. 8<br />

IN MONTAGNA<br />

Al monte Borgà<br />

e ai "libri di San<br />

Daniele" › p. 46<br />

VAL MEDUNA<br />

Usi civici: economia<br />

di comunità › p 10<br />

TIPICO<br />

Formaggio di malga…<br />

e dintorni › p. 37<br />

ILLUSTRI<br />

CONCITTADINI<br />

Luigi Del Bianco, Maestro<br />

dell’espressione › p. 29<br />

ENDEMISMI<br />

Brulicanti strutture<br />

abbandonate › p. 43<br />

VAL D'ARZINO / VAL COSA<br />

Nuovi servizi e investimenti<br />

in Val Cosa e Val d’Arzino › p. 17<br />

VICINI DI CASA<br />

Il volo silenzioso<br />

dei pipistrelli › p. 45<br />

ESPLORANDO<br />

LE VALLI<br />

Giovanni antonio<br />

De’ sacchis, detto<br />

il pordenone › p. 40<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Manuel Bertin<br />

EDITORE<br />

Fabbrica <strong>delle</strong> Idee Srl<br />

www.fabbrica<strong>delle</strong>idee.biz<br />

DIREZIONE, REDAZIONE,<br />

AMMINISTRAZIONE, PUBBLICITÀ<br />

Via Violis 12 - 33085 Maniago (PN)<br />

Telefono 393 133 1331<br />

HANNO COLLABORATO<br />

Andrea del Maschio, Gianluca Liva,<br />

Elena Tomat, Tiziano Fiorenza,<br />

Caterina di Paolo, Roberto Prinzivalli, Giuliano Boraso,<br />

Denis Busatto (denisbusatto@gmail.com).<br />

UN SENTITO RINGRAZIAMENTO PER LA DISPONIBILITÀ<br />

A TUTTI GLI INTERVISTATI<br />

STORIE DI SPORT<br />

A piedi, di corsa,<br />

in discesa › p. 32<br />

CANAIS<br />

Scacco al re › p. 50<br />

ORGOGLIO<br />

OLTRE CONFINE<br />

Lavorare nella<br />

Silicon valley › p. 23<br />

SEQUALS/TRAVESIO<br />

Paesi di lettori › p. 20<br />

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE:<br />

Paola Bertin<br />

FOTO DI COPERTINA:<br />

Centrale Pitter - Malnisio (PN)<br />

PREVENZIONE<br />

Correre in sicurezza › p. 35<br />

REGISTRAZIONE<br />

Tribunale di Pordenone, n.61 del 13.03.2018<br />

STAMPA<br />

Centro Stampa Quotidiani S.p.A.<br />

Via dell'Industria, 52<br />

25030 Erbusco (BS)<br />

Chiuso il 07 agosto <strong>2019</strong> - Tiratura: 15.000 copie<br />

CONTATTI:<br />

Fabbrica <strong>delle</strong> Idee<br />

via Violis 12, 33085 Maniago (PN)<br />

0427 540017<br />

redazione@fabbrica<strong>delle</strong>idee.biz<br />

GITA D'ISTRUZIONE<br />

Il giornalismo nelle scuole › p. 53<br />

PEDEMONTANA<br />

Lavoro, singolare<br />

femminile › p. 14<br />

6<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

Illustrazioni: Denis Busetto


VAL CELLINA<br />

VAL CELLINA<br />

CANDIDATI<br />

PER MISSIONE<br />

residenti ma tanta<br />

manutenzione da fare,<br />

che incide pesantemente<br />

sull’impegno richiesto.<br />

di Manuel Bertin<br />

Dopo le elezioni di maggio, il Comune di<br />

Andreis è stato commissariato perché<br />

nonsi è trovato un candidato disponibile.<br />

Ma questa, più che un’anomalia locale, è la<br />

fotografia di un trend in atto in molte parti<br />

del Paese.<br />

La situazione non<br />

è una peculiarità <strong>delle</strong><br />

nostre valli, ma è un<br />

mal comune, diffuso in<br />

tutt’Italia: dal Piemonte<br />

alla Puglia, dalla Sardegna<br />

alle Marche sono molti i<br />

Comuni commissariati per<br />

mancanza di candidature.<br />

E poi, a all'elenco dei<br />

Comuni commissariati<br />

andrebbero aggiunti i<br />

Comuni in cui è stata<br />

presentata un’unica lista,<br />

in cui la corsa elettorale<br />

regolare ha solo nascosto<br />

(poco) le difficoltà nel<br />

trovare candidati.<br />

Il problema ha<br />

ROMERO ALZETTA<br />

(ex-sindaco di Andreis)<br />

Il Comune di Andreis è<br />

stato commissariato per<br />

assenza di candidati.<br />

Come si è arrivati a<br />

questa situazione?<br />

Tempo prima della<br />

conclusione del mio<br />

mandato ho avvisato che<br />

non mi sarei ricandidato.<br />

Purtroppo, nessuno tra gli<br />

andreani si è proposto per<br />

sostituirmi.<br />

Lo capisco, perché è<br />

un impegno gravoso e<br />

richiede molte energie,<br />

ma se vogliamo il bene<br />

del paese è uno sforzo<br />

necessario.<br />

Certo, non trovare<br />

molte cause, fra cui<br />

il più evidente è lo<br />

spopolamento, visto che<br />

molti Comuni presentano<br />

numeri bassi di residenti.<br />

Una criticità che è acuita<br />

dall’età media di una<br />

popolazione che invecchia,<br />

quando invece si avrebbe<br />

bisogno di forze fresche<br />

per lavorare sul futuro.<br />

Sindaco volontario<br />

Chi scende in campo, in<br />

genere, propone una lista<br />

civica attorniandosi di<br />

persone di buona volontà<br />

in cui il colore politico<br />

è meno rilevante della<br />

nemmeno una persona<br />

disponibile…<br />

Il candidato sindaco,<br />

in fondo, è la cosa più<br />

facile da individuare,<br />

ma per lavorare bene si<br />

deve avere una squadra<br />

di persone, ossia coloro<br />

che formeranno il futuro<br />

consiglio comunale.<br />

La difficoltà è trovare molte<br />

persone che si candidino<br />

sapendo di essere<br />

motivate e sicure della loro<br />

scelta, non convinte con<br />

l’insistenza o “per fare un<br />

piacere”: se si parte così<br />

non si dura cinque anni.<br />

È un problema di molti<br />

Comuni<br />

Ho vissuto l’esperienza<br />

del mio Comune, ma è<br />

facile vedere che siamo<br />

di fronte a un problema<br />

generalizzato, che in paesi<br />

con poche persone diventa<br />

solo più evidente.<br />

Anche perché servirebbero<br />

idee nuove, gente giovane<br />

conoscenza personale.<br />

Ma il rapporto umano e il<br />

legame col proprio paese,<br />

evidentemente non bastano.<br />

Scarsi poteri e molte<br />

responsabilità gravano<br />

sulle spalle di un<br />

sindaco, anche lì dove<br />

i residenti sono pochi.<br />

A ciò si aggiunge lo<br />

scarso riconoscimento<br />

economico, perché nei<br />

Comuni al di sotto dei 15<br />

mila abitanti, un sindaco<br />

percepisce poche centinaia<br />

di euro al mese.<br />

A tutto questo, poi, si<br />

aggiungono anche limiti<br />

e conflitti di interesse<br />

nel pieno <strong>delle</strong> energie,<br />

perché non si può costruire<br />

il futuro solo con gli<br />

anziani.<br />

È vero, bisogna crederci<br />

un po', ma ai giovani dico:<br />

il territorio ha bisogno di<br />

gente che si impegni.<br />

La fusione tra Comuni<br />

potrebbe ridurre questa<br />

criticità?<br />

Io sono favorevole alla<br />

fusione, lavorare assieme<br />

consente di progettare il<br />

futuro, mentre da soli è<br />

impossibile fare piani di<br />

ampio respiro e attuarli.<br />

Il bilancio di un Comune<br />

come Andreis, per<br />

esempio, è di circa<br />

800.000 euro e oltre il<br />

20% è impiegato per far<br />

funzionare la macchina<br />

amministrativa tra<br />

stipendi, utenze e così via:<br />

a mio parere è una quota<br />

eccessiva, perché serve<br />

ad amministrare l’oggi ma<br />

non a impostare il domani<br />

del paese.<br />

che rendono difficile la<br />

convivenza tra la carica<br />

istituzionale e la vita<br />

privata: chi fa l’avvocato<br />

o l’architetto, per esempio,<br />

e accetta il ruolo di<br />

assessore, rischia di essere<br />

sommerso dai conflitti di<br />

interesse, in particolare<br />

nei settori dell’edilizia e<br />

Credo che un’aggregazione,<br />

che potrebbe essere<br />

l’UTI o la fusione<br />

di diversi Comuni o<br />

qualcosa di ancora<br />

diverso, agevolerebbe<br />

le fatiche burocratiche e<br />

garantirebbe la massa<br />

critica per fare azioni di<br />

territorio, sinergie che<br />

vadano oltre il confine del<br />

singolo comune.<br />

In questo modo,<br />

l’amministratore locale<br />

si riapproprierebbe del<br />

ruolo di indirizzo, e fare<br />

il sindaco diventerebbe<br />

più interessante e meno<br />

faticoso.<br />

Certamente, in caso di<br />

aggregazione o unione o<br />

dell’urbanistica e spesso<br />

la soluzione è congelare la<br />

propria attività.<br />

Si tratteggia, dunque, una<br />

situazione poco attraente,<br />

di fatto gravosa e con<br />

elevati rischi che rende<br />

l’impegno pubblico una<br />

missione, quasi un atto di<br />

volontariato.<br />

altra forma, è necessario<br />

che resti forte il legame<br />

con il territorio, per<br />

esempio ipotizzando la<br />

presenza obbligatoria nel<br />

consiglio di prosindaci che<br />

rappresentino ogni singolo<br />

Comune e che siano<br />

presenti fisicamente sul<br />

territorio. Non scordiamoci<br />

che i cittadini <strong>delle</strong> nostre<br />

zone hanno bisogno del<br />

contatto personale con<br />

l’amministrazione.<br />

Alle prossime elezioni<br />

sarà possibile trovare una<br />

lista di candidati?<br />

Lo si farà, alla fine anche<br />

ad Andreis qualcuno<br />

ELEZIONI<br />

MAGGIO <strong>2019</strong><br />

21<br />

Amministrazioni<br />

1<br />

Candidato<br />

si dedicherà al bene<br />

pubblico. Quello che noto<br />

però è che pochi hanno<br />

compreso la gravità di<br />

quello che è accaduto<br />

e che potenzialmente<br />

potrebbe accadere altrove:<br />

l’assenza di un sindaco e<br />

di un consiglio comunale<br />

riduce la possibilità di<br />

programmare interventi a<br />

sostegno dello sviluppo del<br />

territorio. Solo un organo<br />

eletto democraticamente<br />

può decidere l’indirizzo<br />

e oggi questo ad Andreis<br />

manca, perciò spero<br />

tanto che gli andreani<br />

se ne rendano conto e si<br />

assumano le conseguenti<br />

responsabilità.<br />

UN PROBLEMA<br />

DIFFUSO<br />

ALLE ELEZIONI<br />

DEL MAGGIO <strong>2019</strong>,<br />

IN REGIONE 21<br />

AMMINISTRAZIONI<br />

SI SONO<br />

PRESENTATE<br />

CON UN SOLO<br />

SFIDANTE:<br />

ATTIMIS, CAVASSO NUOVO, CAVAZZO<br />

CARNICO, CHIOPRIS, COLLOREDO DI MONTE<br />

ALBANO, CORNO DI ROSAZZO, COSEANO,<br />

DOLEGNA DEL COLLIO, FLAIBANO, GRIMACCO,<br />

MAGNANO IN RIVIERA, MALBORGHETTO,<br />

MARANO LAGUNARE, MOGGIO UDINESE,<br />

MOSSA, PONTEBBA, PULFERO, RAVASCLETTO,<br />

RAVEO, SANTA MARIA LA LONGA E VERZEGNIS.<br />

COMUNI A<br />

ELEZIONI NEL:<br />

2020<br />

ANDREIS<br />

(fine commissariamento)<br />

BARCIS<br />

CLAUT<br />

MONTEREALE<br />

VALCELLINA<br />

TRAVESIO<br />

COMUNI A<br />

ELEZIONI NEL:<br />

2021<br />

CASTELNOVO<br />

DEL FRIULI<br />

ERTO E CASSO<br />

PINZANO AL<br />

TAGLIAMENTO<br />

VAJONT<br />

VIVARO<br />

Abitanti<br />

282<br />

261<br />

1.005<br />

4.517<br />

1.814<br />

Abitanti<br />

913<br />

387<br />

1.567<br />

1.715<br />

1.399<br />

FRANCO BOSIO<br />

(sindaco di Claut)<br />

Il prossimo anno anche<br />

Claut andrà al voto.<br />

Si potrebbe creare lo<br />

stesso problema che si<br />

è verificato ad Andreis<br />

quest’anno?<br />

Spero di no. Io avevo<br />

dato disponibilità per un<br />

mandato, ora abbiamo<br />

davanti a noi ancora<br />

qualche mese e auspico<br />

che qualcuno si voglia<br />

candidare.<br />

Ritiene ci sia scarsa<br />

voglia di partecipare alla<br />

vita pubblica?<br />

No, non lo penso. Secondo<br />

me molti vorrebbero dare<br />

il proprio contributo, ma<br />

per come è strutturato<br />

il sistema odierno è<br />

difficile coniugare la vita<br />

privata con l’impegno<br />

amministrativo.<br />

In passato ho fatto<br />

l’assessore a Trieste<br />

e posso dire che, al di<br />

là del numero degli<br />

abitanti, l’impegno non è<br />

proporzionato: le voci da<br />

affrontare sono le stesse,<br />

ma la struttura di supporto<br />

è molto più esigua.<br />

Inoltre, si amministra<br />

e gestisce un territorio<br />

molto vasto, con pochi<br />

Parlando al futuro<br />

sindaco, quali sono le<br />

difficoltà più evidenti da<br />

considerare?<br />

Chi ha famiglia e un lavoro,<br />

spesso lontano dal luogo di<br />

residenza, non riuscirebbe a<br />

coniugare i due impegni.<br />

Fare il sindaco, in<br />

particolare in un piccolo<br />

paese, richiede di essere<br />

in loco, di essere sempre<br />

presente. E il compenso,<br />

di circa 500 euro, non<br />

permette di mantenere<br />

la famiglia, se si dovesse<br />

lasciare il lavoro.<br />

Per di più, qui a Claut siamo<br />

sotto-organico e fatichiamo<br />

a trovare persone disposte<br />

a coprire i posti vacanti.<br />

Tante piccole criticità che<br />

rendono gravoso l’impegno.<br />

Che soluzioni possono<br />

esserci?<br />

Difficile rispondere. Non<br />

credo che l’unione dei<br />

Comuni possa essere la<br />

soluzione, al di là <strong>delle</strong><br />

sinergie tra uffici che già<br />

stiamo praticando.<br />

Piuttosto proverei a<br />

ripensare le strutture<br />

esistenti, come il Parco,<br />

o quelle che erano le<br />

Comunità montane,<br />

interpretandole in modo<br />

nuovo, ossia come <strong>delle</strong><br />

strutture pensate per dare<br />

un sostegno amministrativo<br />

ai piccoli Comuni.<br />

8<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 9


VAL MEDUNA<br />

VAL MEDUNA<br />

USI CIVICI:<br />

ECONOMIA<br />

DI COMUNITÀ<br />

di Manuel Bertin<br />

Esiste un modello economico diverso da<br />

quelli a cui siamo abituati, un modello<br />

che si sviluppa attorno a una componente<br />

sociale e di comunità: gli usi civici.<br />

Gli usi civici sono un<br />

modello piuttosto diffuso<br />

nei territori montani<br />

di tutt’Italia, ma in<br />

passato presenti anche<br />

in pianura nelle zone<br />

più isolate, ed è basato<br />

sulla proprietà collettiva<br />

dei beni. I beni di uso<br />

civico appartengono alla<br />

collettività che vi abita,<br />

ciascun membro ne gode.<br />

Essi non sono un modello<br />

peculiare del Friuli, anzi<br />

tra gli esempi più noti<br />

ci sono le Magnifiche<br />

Comunità in Trentino e<br />

le Regole nel Bellunese,<br />

ognuna autodeterminata<br />

con specifici regolamenti,<br />

statuti e organi di<br />

autogoverno.<br />

Nel Friuli Venezia<br />

Giulia sono presenti<br />

prevalentemente beni di<br />

uso civico appartenenti<br />

alla collettività dei<br />

residenti di un comune<br />

o di una frazione,<br />

mentre i diritti di uso<br />

civico in senso stretto<br />

(prevalentemente diritti<br />

di pesca nella aree<br />

lagunari) costituiscono<br />

una realtà marginale.<br />

Nella zona del Carso,<br />

nelle provincie di Trieste<br />

e Gorizia, esiste un’altra<br />

forma di sfruttamento<br />

collettivo dei beni: le<br />

comunioni familiari,<br />

che rispetto agli usi<br />

civici sono organizzate<br />

in modo diverso, in<br />

quanto il patrimonio<br />

collettivo fa capo a una<br />

comunità di discendenti<br />

<strong>delle</strong> famiglie originarie<br />

del luogo. In questo<br />

modello economico non<br />

prevale la residenza,<br />

ma le relazioni di natura<br />

privata (familiare,<br />

patrimoniale...).<br />

Questo storico pezzo di<br />

Medioevo che si è spinto<br />

fino alla modernità<br />

è stato osteggiato<br />

nei secoli passati,<br />

restando relegato (o<br />

trovando piccole isole di<br />

sopravvivenza) nelle aree<br />

più interne del Paese.<br />

In genere, infatti,<br />

l’incidenza <strong>delle</strong> risorse<br />

sfruttate in comunione<br />

è direttamente<br />

proporzionale all’elevarsi<br />

dell’altitudine dei paesi.<br />

Essa è collegata, dunque,<br />

alla riduzione <strong>delle</strong> aree<br />

coltivabili che potevano<br />

essere suddivise tra<br />

i nuclei familiari. Il<br />

perché è semplice da<br />

comprendere: quanto<br />

più si sale, tanto più i<br />

campi di valore sono<br />

sostituiti da bosco o prati<br />

d’alpeggio.<br />

LA STRATEGIA NAZIONALE PER LE<br />

AREE INTERNE INDIVIDUA TRA GLI<br />

OBIETTIVI L’AUMENTO DELL’UTILIZZO<br />

DEL “CAPITALE TERRITORIALE”, DEL<br />

QUALE FANNO PARTE LE GRANDI<br />

ESTENSIONI DEI BOSCHI E DEI PASCOLI<br />

ASSOGGETTATI AGLI USI CIVICI.<br />

Un po’ di storia<br />

Gli usi civici nascono come parte di un sistema economico fatto di<br />

agricoltura ma anche di pastorizia, secondo la vocazione naturale del<br />

territorio.<br />

Nascono nel Medioevo, però a partire dal Settecento sono stati posti<br />

sotto accusa, visti come ostacolo alla coltivazione <strong>delle</strong> terre e alla<br />

privatizzazione, considerate modalità più efficienti di sfruttamento <strong>delle</strong><br />

risorse.<br />

Nonostante il legislatore percepisse l’uso civico come un freno per<br />

l’economia, di diverso avviso furono le popolazioni locali che tentarono<br />

di mantenerlo, rallentando e ostacolando le operazioni demaniali. Per le<br />

genti del luogo questa forma di gestione economica della proprietà era parte<br />

integrante di un’economia locale che aveva mostrato funzionalità che la forma<br />

privatizzata non garantiva.<br />

Oggi però ci si deve confrontare con profonde mutazioni sociali, in cui la maggior<br />

parte degli aventi diritto non esercita più i diritti individualmente (taglio della<br />

legna, pascolo del bestiame, ecc.) e, per questo motivo, la gestione è divenuta<br />

centralizzata, compiuta nell’interesse di tutti i cittadini.<br />

Il patrimonio civico adempie a tre<br />

grandi categorie di finalità o di funzioni:<br />

una funzione ecologica, una funzione<br />

economica, una funzione socio-culturale<br />

PIETRO NERVI<br />

(Università di Trento)<br />

Un'immagine della Magnifica Comunità di Fiemme<br />

GIACOMO URBAN<br />

(sindaco di Tramonti di Sopra)<br />

Di quali usi civici gode la<br />

comunità di Tramonti di<br />

Sopra?<br />

Attualmente sono<br />

alcuni ettari di bosco e<br />

di pascoli ubicati nelle<br />

zone più impervie e<br />

commercialmente meno<br />

interessanti. È un’eredità<br />

storica: a Tramonti di<br />

Sopra solo nel paese di<br />

Chievolis, un tempo, c’era<br />

la proprietà privata.<br />

Che guadagno ha<br />

l’Amministrazione dagli<br />

usi civici?<br />

Praticamente nessuno,<br />

sono valori estremamente<br />

bassi. Sono terre sfruttate<br />

dai residenti per fare<br />

legna per uso personale<br />

al prezzo simbolico di<br />

circa un euro o un euro e<br />

mezzo al quintale per il<br />

bosco in piedi, quindi non<br />

c’è molto valore.<br />

Questo per i boschi,<br />

mentre i pascoli sono<br />

sfruttati dal gregge del<br />

consorzio dell’UTI.<br />

Chi ha diritto a<br />

usufruirne?<br />

Solo i residenti, una volta<br />

il detto era “Un fuoco, un<br />

loco” con cui si intendeva<br />

che solo chi aveva<br />

un’abitazione (focolare)<br />

aveva diritto a sfruttare<br />

un’area (loco).<br />

È un modello economico<br />

adatto alla modernità?<br />

Il discorso è complesso,<br />

ma varrebbe la pena fare<br />

una riflessione perché<br />

è un modello in cui la<br />

componente sociale è<br />

davvero rilevante.<br />

Personalmente, non sono<br />

contrario a priori proprio<br />

perché in piccoli paesi<br />

come Tramonti potrebbe<br />

essere interessante<br />

immaginare proprietà<br />

collettive date in gestione<br />

a forme consortili o<br />

comunitarie, magari<br />

organizzate dall’UTI.<br />

Resta il fatto, però, che<br />

questo discorso che non<br />

si può esaurire in poche<br />

battute.<br />

Ci sarebbero ulteriori<br />

proprietà da adibire a usi<br />

collettivi?<br />

Ci sarebbe un importante<br />

lavoro da fare: il riordino<br />

e la riqualificazione<br />

fondiaria, per capire<br />

chi sono attualmente i<br />

proprietari di boschi e<br />

prati. È probabile che ci<br />

siano ancora proprietà<br />

che negli anni, a seguito<br />

dell’emigrazione, siano<br />

intestate a proprietari<br />

oramai sconosciuti.<br />

Approfondimento<br />

Il 14 marzo del 2017 il Consiglio Regionale del<br />

Friuli Venezia Giulia ha approvato, la legge<br />

regionale numero 4/2017<br />

“Norme per la valorizzazione e la promozione<br />

dell’economia solidale”<br />

Con questa legge la Regione “riconosce e<br />

sostiene l’economia solidale, quale modello<br />

socio-economico e culturale imperniato<br />

su comunità locali e improntato a principi<br />

di solidarietà, reciprocità, sostenibilità<br />

ambientale, coesione sociale, cura dei beni<br />

comuni e quale strumento fondamentale per<br />

affrontare le situazioni di crisi economica,<br />

occupazionale e ambientale.”<br />

10<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 11


PEDEMONTANA<br />

PEDEMONTANA<br />

LAVORO,<br />

SINGOLARE<br />

FEMMINILE<br />

di Manuel Bertin<br />

La Repubblica italiana è fondata sul<br />

lavoro, senza distinzione di genere. Ne<br />

consegue il diritto a un’uguale possibilità<br />

di impiego, remunerazione, crescita<br />

professionale sia per gli uomini che per le<br />

donne. È effettivamente così?<br />

CRISTINA QUERIN<br />

(Assessore al Turismo,<br />

Commercio, Attività produttive<br />

e Pari Opportunità del Comune<br />

di Maniago)<br />

Qual è la situazione<br />

occupazionale al femminile<br />

nella pedemontana?<br />

Storicamente in quest’area<br />

si è sempre registrato un<br />

forte gap di genere, causato<br />

dalla tipologia di imprese:<br />

quasi tutte le maggiori sono<br />

aziende sono legate alla<br />

lavorazione dei metalli e<br />

alla meccanica e offrono<br />

lavori considerati “maschili”.<br />

Negli ultimi 20 anni<br />

però, grazie all’offerta<br />

di impiego di realtà di<br />

dimensioni rilevanti<br />

dell’agroalimentare, come<br />

Roncadin a Meduno, o dei<br />

servizi, come Graphistudio<br />

ad Arba, la differenza si è<br />

un po’ ridotta.<br />

Come si aiuta una<br />

donna a trovare lavoro?<br />

Con l’UTI è stato<br />

avviato, qualche<br />

anno fa, un progetto<br />

dedicato alle donne.<br />

L’obiettivo era di aiutarle<br />

a creare microimprese,<br />

accompagnandole e<br />

formandole per valorizzare<br />

i loro talenti.<br />

Negli anni del post crisi,<br />

si era visto che le donne<br />

rappresentavano una<br />

fascia più debole, che<br />

aveva QUALCHE sofferto di più la NUMERO<br />

vita lavorativa con la cura<br />

contrazione del mercato e parentale dei figli.<br />

che In termini quindi assoluti, aveva bisogno la popolazione Una seconda immigrata linea residente<br />

di a Maniago maggiore è supporto. ancora numericamente d’azione esigua è con le e conta scuole.<br />

poche centinaia di persone di È nazionalità stato attivato straniera. un bel<br />

Cosa Una riflessione può fare che si completa progetto considerando il Liceo il fatto<br />

amministrazione che Maniago rappresenta locale? l’unico Torricelli centro e l'Associazione<br />

del territorio<br />

a raggiungere una sorta di “massa Voce donna critica” per capace<br />

Molte di formare competenze, vere e proprie comunità valorizzare straniere il ruolo in<br />

in contrapposizione quest’ambito alla presenza femminile di individui e per isolati. affrontare<br />

non appartengono il tema del rispetto di<br />

all’amministrazione genere. Il progetto nasce<br />

comunale. STRANIERI Questo non RESIDENTI<br />

come azione di contrasto<br />

significa che non A si possa MANIAGO alla violenza sulle donne,<br />

fare nulla.<br />

ma la riflessione che<br />

Per esempio, come si propone ai ragazzi è<br />

Comune di Maniago stiamo più ampia e riguarda<br />

lavorando sui due fronti. il rispetto del prossimo<br />

Da un lato cerchiamo di e una visione paritaria<br />

offrire servizi alla famiglia: di genere con ricadute<br />

il Comune di Maniago ha nella quotidianità, nella<br />

sul proprio territorio due vita privata, fino alla<br />

asili nido di alta qualità, responsabilità <strong>delle</strong> cure<br />

che possono aiutare le parentali.<br />

famiglie a conciliare la<br />

Il mondo dell’occupazione<br />

al femminile, in regione, ha<br />

standard migliori rispetto a<br />

molte altre realtà nazionali.<br />

Le donne lavorano in<br />

percentuale superiore, per<br />

esempio, <strong>delle</strong> regioni del<br />

sud, ma questo dato non è<br />

sufficiente a definire una<br />

situazione ottimale poiché<br />

uno sguardo p iù ampio<br />

segnala che le donne<br />

lavoratrici in Friuli, in<br />

fondo, riscontrano le stesse<br />

tipologie di problemi <strong>delle</strong><br />

congeneri in in tutt'Italia.<br />

AZIENDE<br />

REGIONALI<br />

> 100<br />

dipendenti<br />

ROBERTA NUNIN<br />

(Consigliera di Parità della<br />

Regione autonoma FVG)<br />

Alle donne, per esempio, è<br />

affidata la responsabilità di<br />

conciliare la vita familiare<br />

con quella lavorativa in<br />

percentuale superiore<br />

a quella dei maschi:<br />

esse devono prendersi<br />

cura dei figli, gestire la<br />

casa, avere cura degli<br />

anziani. Un lavoro oscuro,<br />

non remunerato, che si<br />

somma a quello ufficiale<br />

e contrattualizzato dando<br />

origine al divario che le<br />

statistiche registrano.<br />

Quali problemi crea<br />

questa disparità<br />

occupazionale fra i<br />

generi?<br />

C’è una questione di<br />

opportunità sprecate per<br />

il Paese. Le ragazze si<br />

laureano con le stesse<br />

percentuali dei colleghi<br />

maschi, anzi spesso<br />

meglio, ma poi non<br />

riusciamo a mettere a<br />

frutto queste capacità:<br />

è un vero sperpero di<br />

risorse.<br />

DIVARIO<br />

OCCUPAZIONE<br />

3 divari, un problema<br />

Anche in regione il divario<br />

occupazionale tra maschi<br />

e femmine esiste, ed<br />

è piuttosto rilevante. I<br />

maschi impiegati sono il<br />

13% in più <strong>delle</strong> donne,<br />

nonostante i livelli di<br />

scolarizzazione siano<br />

piuttosto omogenei e, anzi,<br />

spesso con risultati migliori<br />

conseguiti dalle donne.<br />

Un secondo parametro<br />

da considerare è il divario<br />

salariale, il cosiddetto<br />

gender pay gap.<br />

Analizzando gli impiegati<br />

+ 13%<br />

Un’occasione perduta<br />

per il Paese.<br />

Non solo. C’è un effetto<br />

negativo anche sulla<br />

ricaduta previdenziale,<br />

poiché il calcolo<br />

pensionistico sarà<br />

parametrato su carriere<br />

lavorative intermittenti,<br />

su stipendi part time che<br />

offrono meno reddito e<br />

danno meno contributi,<br />

su mansioni mediamente<br />

meno retribuite.<br />

Alla fine della carriera<br />

nelle aziende regionali<br />

con più di 100 dipendenti<br />

si può affermare che le<br />

donne percepiscono un<br />

reddito medio inferiore del<br />

19%.<br />

Ciò non significa che a<br />

parità di mansione le<br />

donne sono pagate meno,<br />

ma il dato rappresenta la<br />

fotografia di un percorso<br />

lavorativo difficoltoso. Le<br />

carriere al femminile sono<br />

intermittenti, interrotte da<br />

gravidanze o per affrontare<br />

difficoltà familiari che<br />

rallentano il percorso di<br />

crescita professionale. La<br />

remunerazione media più<br />

DIVARIO<br />

SALARIALE<br />

- 19%<br />

lavorativa, molte donne<br />

avranno una pensione<br />

pari o poco superiore a<br />

quella sociale.<br />

In quali ambiti si<br />

dovrebbe intervenire?<br />

L’amministrazione<br />

pubblica dovrebbe<br />

investire nei servizi<br />

di cura alla persona,<br />

minori e anziani, così<br />

da alleggerire il carico<br />

che grava sulle famiglie<br />

che si traduce in un peso<br />

bassa è anche indice di<br />

un accesso al part time<br />

in misura maggiore, per<br />

soddisfare bisogni di<br />

welfare familiare. Infine,<br />

si sconta un problema<br />

culturale generale, in cui le<br />

mansioni che tipicamente<br />

sono considerate femminili<br />

sono mediamente<br />

meno retribuite di quelle<br />

“maschili”.<br />

Un terzo divario, forse<br />

quello più appariscente,<br />

è quello dirigenziale:<br />

ai vertici <strong>delle</strong> aziende<br />

regionali con più di 100<br />

dipendenti c’è 1 donna ogni<br />

10 uomini. Appena il 10%.<br />

DONNE<br />

AI VERTICI<br />

1 su 10<br />

sulle spalle <strong>delle</strong> donne.<br />

Servirebbero<br />

parallelamente anche<br />

<strong>delle</strong> politiche forti a<br />

sostegno della maternità,<br />

affinché che questa fase<br />

della vita non risulti<br />

- per le donne – un<br />

limite o un ostacolo alla<br />

realizzazione personale e<br />

professionale.<br />

COSA FA IL CONSIGLIERE<br />

REGIONALE DI PARITÀ<br />

Il consiglio di parità è simile ad un’Authority<br />

indipendente che dura in carica quattro anni.<br />

La figura del consigliere regionale coadiuvato<br />

da quattro consiglieri di area vasta, che hanno<br />

competenza sui territori <strong>delle</strong> ex province.<br />

I compiti sono molteplici: rilevare le situazioni<br />

di squilibrio di genere nelle organizzazioni,<br />

sostenere politiche attive del lavoro e formative,<br />

collaborare con le direzioni territoriali del<br />

lavoro, con gli assessorati al lavoro degli enti<br />

locali e con gli organismi di parità locali, sensibilizzare<br />

i datori di lavoro, promuove progetti<br />

di azioni positive, affiancare le lavoratrici<br />

in dei casi di discriminazione.<br />

Al momento dei 5 componenti previsti, uno<br />

regionale e 4 provinciali, solo 2 sono in carica<br />

(il regionale e il consigliere di Pordenone).<br />

Non si è ancora provveduto a rinnovare gli<br />

incarichi scaduti.<br />

www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/<br />

formazione-lavoro/lavoro/pari-opportunita-qualita-lavoro/FOGLIA6/<br />

LAURA TOMMASINI<br />

(Vicesindaco di Vivaro)<br />

Vicesindaco, anche lei è<br />

madre lavoratrice. Qual è<br />

la sua esperienza?<br />

Sono rientrata al lavoro<br />

da poco, conosco bene<br />

le difficoltà di conciliare<br />

la vita familiare con<br />

quella professionale,<br />

quant’è impegnativa<br />

l’organizzazione<br />

quotidiana, quanto si<br />

ha bisogno del supporto<br />

sia dei nonni che di un<br />

sistema di welfare.<br />

A cosa si riferisce?<br />

Il primo problema che<br />

incrocia una donna<br />

lavoratrice è avere<br />

disponibilità di posti<br />

nell’asilo nido: quando<br />

mancano i posti, alla<br />

donna è chiesto di restare<br />

a casa ad accudire i figli<br />

almeno finno all’ingresso<br />

alla scuola materna.<br />

Fortunatamente nel<br />

Comune di Vivaro c’è<br />

un nido che soddisfa<br />

la domanda, offrendo<br />

alle madri personale<br />

qualificato e un luogo<br />

sicuro in cui lasciare i figli.<br />

È evidente, però, che se<br />

mancasse o se avesse<br />

costi esorbitanti, le madri<br />

lavoratrici sarebbero le<br />

prime a essere penalizzate.<br />

Su quali altri aspetti si<br />

potrebbe lavorare?<br />

La flessibilità di orario che<br />

offre alle dipendenti una<br />

realtà come Graphistudio<br />

è un’opportunità per le<br />

donne, che riescono<br />

conciliare più facilmente la<br />

vita professionale con gli<br />

impegni familiari.<br />

Purtroppo, è un esempio<br />

isolato e mi piacerebbe<br />

che anche altre imprese<br />

seguissero presto<br />

quest’esempio virtuoso.<br />

Sarebbe un grande aiuto<br />

per le donne che vogliono<br />

lavorare.<br />

Guardando al futuro, cosa<br />

auspica?<br />

La parità di genere, in tutte<br />

le sue componenti, anche<br />

quella occupazionale:<br />

è una questione<br />

culturale. Intervenire<br />

nelle scuole, a tutte le<br />

età, è fondamentale per<br />

legittimare il messaggio<br />

che uomini e donne sono<br />

alla pari.<br />

14<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 15


VAL D'ARZINO / VAL COSA<br />

DAI ENERGIA<br />

ALLA TUA<br />

AZIENDA<br />

SCEGLI<br />

NUOVI SERVIZI E<br />

INVESTIMENTI IN VAL<br />

COSA E VAL D’ARZINO<br />

Una boccata d’ossigeno per i Comuni<br />

non interessati dalla Strategia<br />

Nazionale per le Aree Interne. Un<br />

finanziamento ad hoc consentirà di<br />

garantire servizi minimi e impedire lo<br />

spopolamento <strong>delle</strong> borgate.<br />

di Andrea del Maschio<br />

1.300<br />

kWp<br />

Tutta Italia<br />

500,00<br />

kWp<br />

Lusia<br />

(RO)<br />

QUI SOTTO ALCUNI CLIENTI INNOVATORI CHE<br />

CI HANNO GIÀ SCELTO NEL CORSO DEL <strong>2019</strong><br />

DA RE<br />

AZ. AGR.<br />

300,00<br />

kWp<br />

Vivaro<br />

(PN)<br />

125,00<br />

kWp<br />

Casale sul Sile<br />

(TV)<br />

250,00<br />

kWp<br />

Roncade<br />

(TV)<br />

150,00<br />

kWp<br />

Annone Veneto<br />

(VE)<br />

170,00<br />

kWp<br />

San Quirino<br />

(PN)<br />

TEKAS SRL<br />

260,00<br />

kWp<br />

Mansuè<br />

(TV)<br />

380,00<br />

kWp<br />

Bassando del Grappa<br />

(VI)<br />

20,00<br />

kWp<br />

Prato allo Stelvio<br />

(BZ)<br />

La ventata d’aria<br />

fresca è arrivata grazie al<br />

finanziamento di 250mila<br />

euro da parte della<br />

Regione Friuli Venezia<br />

Giulia, concesso all’Unione<br />

Territoriale Intercomunale<br />

<strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e <strong>delle</strong> Dolomiti<br />

<strong>Friulane</strong>, per quei Comuni<br />

non interessati dalla<br />

Strategia Nazionale per le<br />

Aree Interne.<br />

Oltre al Comune di<br />

Montereale Valcellina,<br />

per quanto riguarda la<br />

Val Cosa e la Val d’Arzino<br />

i Comuni beneficiari del<br />

finanziamento, sono<br />

Castelnovo del Friuli,<br />

Clauzetto, Pinzano al<br />

Tagliamento, Travesio e<br />

Vito d’Asio.<br />

Si tratta nello specifico di<br />

un’area particolarmente<br />

debole dal punto di<br />

vista demografico che,<br />

negli ultimi decenni, ha<br />

registrato un esponenziale<br />

calo della popolazione<br />

dovuta alle limitate<br />

possibilità di insediamento<br />

abitativo ma, soprattutto,<br />

a un’emigrazione continua<br />

e inesorabile dalle borgate,<br />

la cui vitalità un tempo<br />

era legata alle pratiche<br />

agricole e pastorali ormai<br />

non più in auge.<br />

Invece, una presenza<br />

stabile dei nuclei familiari<br />

è ciò di cui il territorio<br />

ha bisogno per potersi<br />

preservare nel tempo dal<br />

punto di vista ambientale<br />

e culturale.<br />

Scuola e sanità per<br />

non spopolarsi<br />

Gli interventi previsti<br />

dal finanziamento<br />

nello specifico vanno a<br />

interessare due macroaree<br />

delicate e di particolare<br />

utilità per i residenti:<br />

servizi di assistenza<br />

sociale e sanitaria e<br />

servizi nel campo della<br />

scuola, dagli strumenti<br />

per la didattica, alla<br />

formazione, al trasporto.<br />

La prima esigenza è<br />

quella di costituire e dare<br />

continuità a un servizio<br />

infermieristico per i<br />

Comuni di Castelnovo<br />

del Friuli, Pinzano al<br />

Tagliamento e Travesio.<br />

Un servizio che possa<br />

offrire assistenza<br />

domiciliare agli anziani<br />

che si trovano in una<br />

condizione di difficoltà<br />

per prelievi, iniezioni,<br />

misurazione della<br />

pressione sanguigna e il<br />

ADORO<br />

IL CENTRO ESTIVO!<br />

rilascio di certificazioni e<br />

ricette mediche.<br />

Si tratta di un servizio di<br />

rilevanza primaria, in cui<br />

gli operatori, muovendosi<br />

di borgata in borgata,<br />

in accordo con i servizi<br />

sociali dei singoli Comuni,<br />

eviterebbero ai cittadini di<br />

fare parecchi chilometri<br />

anche per esami banali.<br />

Un paese ancora vivo<br />

Questo denaro<br />

consentirà anche<br />

di ideare e attuare<br />

numerose attività<br />

di animazione. La<br />

popolazione più<br />

anziana, nel Comune<br />

di Castelnovo del Friuli,<br />

godrà di iniziative<br />

di aggregazione per<br />

stimolare un sentimento<br />

di appartenenza alla<br />

comunità.<br />

I bambini e i ragazzi<br />

dei Comuni di<br />

Pinzano e Castelnovo<br />

frequenteranno i centri<br />

estivi per fare sport,<br />

didattica e divertirsi.<br />

Coniugare gli orari di<br />

lavoro<br />

A Castelnovo e Pinzano è<br />

prevista la creazione di un<br />

centro di aggregazione,<br />

per venire incontro alle<br />

esigenze <strong>delle</strong> famiglie<br />

rispetto agli orari di lavoro<br />

dei genitori durante il<br />

periodo estivo. A Travesio<br />

e Pinzano, invece, il<br />

denaro contribuirà al<br />

servizio di pre e post<br />

accoglienza durante<br />

il periodo scolastico,<br />

alle spese di trasporto<br />

verso i plessi scolastici<br />

e, per i ragazzi disabili,<br />

verso la struttura Nostra<br />

Famiglia di San Vito al<br />

Tagliamento.<br />

A Clauzetto, invece, il<br />

centro di<br />

aggregazione diventerà<br />

una sala studio per<br />

i ragazzi, con due<br />

postazioni informatiche e<br />

accesso a internet.<br />

Oltre che come punto<br />

di prelievo sangue<br />

per le persone che<br />

periodicamente<br />

necessitano di analisi.<br />

A scuola in minibus<br />

Pinzano, Castelnovo e<br />

Clauzetto hanno previsto<br />

l’acquisto di un minibus<br />

per il trasporto dei<br />

ragazzi in età scolare per<br />

agevolare gli studenti<br />

residenti nelle borgate<br />

non raggiunte dal servizio<br />

di scuolabus, nelle quali<br />

soprattutto nel periodo<br />

invernale, a causa della<br />

neve e del ghiaccio,<br />

il transito può<br />

risultare<br />

difficoltoso.<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 17


VAL D'ARZINO / VAL COSA<br />

LA VOCE DEI COMUNI<br />

ESCLUSI DALLA STRATEGIA<br />

NAZIONALE PER LE AREE<br />

INTERNE<br />

di Andrea Del Maschio<br />

FLAVIO DEL MISSIER<br />

Sindaco di Clauzetto<br />

"In realtà non c'è una vera giustificazione per cui questi<br />

Comuni non fanno parte della Strategia Nazionale per le Aree Interne,<br />

i requisiti ci sarebbero tutti. A suo tempo, anche in base alle risorse<br />

disponibili, è stato deciso a livello nazionale che sarebbero state prese<br />

in considerazione le Associazioni Intercomunali più grandi e così sono<br />

rientrati nella Strategia solo quei quindici Comuni che facevano parte<br />

dell'Associazione Intercomunale <strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>, da non<br />

confondersi assolutamente con l'attuale UTI. Quella della Val Cosa e della<br />

Val d'Arzino era un'Associazione troppo piccola, così siamo rimasti tagliati<br />

fuori. Ciò che mi spaventa e preoccupa è che di questi tempi in Regione<br />

si parla di fiscalità di vantaggio e sviluppo per le Aree Interne, non vorrei<br />

fossimo esclusi una seconda volta, perché sarebbe davvero troppo."<br />

PIETRO GEROMETTA<br />

Sindaco di Vito d’Asio<br />

"All'epoca presi l'esclusione dalla Strategia molto<br />

male, in quanto un Comune come quello che rappresento ha le medesime<br />

problematiche in termini di servizi rispetto a quelli della Val Cellina o<br />

della Val Meduna. È stata un'ingiustizia a cui spero presto si trovi una<br />

soluzione.<br />

La nostra Comunità necessita, ora come ora, di due importanti<br />

pilastri su cui impostare e programmare il proprio futuro: dobbiamo<br />

assolutamente entrare a far parte della Strategia Nazionale per le Aree<br />

Interne e riuscire a godere di un'adeguata fiscalità di sviluppo.<br />

Il nostro è un territorio in sofferenza e dobbiamo fare in modo che la<br />

gente rimanga."<br />

JURI DEL TOSO<br />

Sindaco di Castelnovo del Friuli<br />

"Purtroppo, abbiamo vissuto quest'esclusione come una<br />

disparità. Il nostro è un paese diffuso e le difficoltà di vivere in borgate<br />

anche molto distanti tra loro è evidente di questi tempi. Garantire la mobilità<br />

e i servizi alla persona per noi è davvero difficile.<br />

Ben vengano i finanziamenti come quello previsto dalla legge 29/2018, ma<br />

a lungo andare non saranno sufficienti. Si tratta di piccoli progetti, la cui<br />

continuità non sempre è garantita.<br />

L'ideale sarebbe rientrare nella Strategia, viste anche le agevolazioni e<br />

gli sgravi fiscali previsti dalla stessa per le imprese che sarebbero così<br />

incentivate a rimanere e a investire sul territorio."<br />

EMANUELE FABRIS<br />

Sindaco di Pinzano al Tagliamento<br />

"È vero che Comuni rimasti fuori della Strategia<br />

possono usufruire di finanziamenti mirati, ma non sempre tali<br />

finanziamenti riescono a compensare le reali esigenze di territori che, dal<br />

punto di vista demografico, non godono certamente di buona salute.<br />

Noi tuttavia, grazie a questi finanziamenti, riusciamo a cavarcela<br />

nell'immediato e possiamo offrire ai cittadini servizi e opportunità che<br />

altrimenti difficilmente riusciremmo a proporre.<br />

La speranza per il futuro è che anche il mio Comune e i territori della Val<br />

Cosa e della Val d'Arzino entrino a far parte della Strategia, purtroppo<br />

però l'iter si prospetta lungo e complesso."<br />

LE AREE INTERNE INDIVIDUATE<br />

DALLA STRATEGIA NAZIONALE<br />

IN FRIULI VENEZIA GIULIA<br />

Le aree interne che<br />

interessano il Friuli<br />

Venezia Giulia sono tre:<br />

• Alta Carnia<br />

• Canal del Ferro e Val<br />

Canale<br />

• Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

Per quanto riguarda le<br />

Dolomiti <strong>Friulane</strong> sono<br />

stati considerati aree<br />

interne tutti i Comuni<br />

dell’UTI a eccezione<br />

di Andreis, Montereale<br />

Valcellina, Travesio,<br />

Castelnovo del Friuli,<br />

Clauzetto, Vito d’Asio e<br />

Pinzano al Tagliamento,<br />

pur essendo territori<br />

molto simili agli altri<br />

dal punto di vista<br />

geografico, morfologico,<br />

socioeconomico e della<br />

distanza dai principali<br />

servizi.<br />

Per questo motivo l’UTI,<br />

al momento, necessita<br />

di finanziamenti ad<br />

hoc per queste aree.<br />

L’auspicio è certamente<br />

quello che presto la<br />

Strategia Nazionale per<br />

le Aree Interne possa<br />

comprendere anche questi<br />

sette Comuni.<br />

Cosa sono le aree<br />

interne?<br />

L’Agenzia per la Coesione<br />

del Territorio definisce le<br />

aree interne come quelle<br />

zone assai diversificate<br />

al proprio interno,<br />

distanti dai grandi centri<br />

di agglomerazione e di<br />

servizio e con traiettorie<br />

di sviluppo instabili ma<br />

dotate, tuttavia, di risorse<br />

che mancano alle aree<br />

centrali, con problemi<br />

demografici ma anche<br />

fortemente policentriche e<br />

con grande potenziale di<br />

attrazione.<br />

La Strategia<br />

Nazionale per le Aree<br />

Interne<br />

L'Italia nel Programma<br />

Nazionale di Riforma<br />

(PNR) ha adottato una<br />

Strategia per contrastare<br />

la caduta demografica<br />

e rilanciare lo sviluppo<br />

e i servizi di queste aree<br />

attraverso i fondi ordinari<br />

della Legge di Stabilità e<br />

altri fondi comunitari.<br />

Tale Strategia interessa il<br />

60% dei Comuni italiani,<br />

i quali si trovano in una<br />

condizione di particolare<br />

ALTA CARNIA<br />

CANAL DEL FERRO<br />

E VAL CANALE<br />

DOLOMITI<br />

FRIULANE<br />

lontananza da determinati<br />

servizi essenziali come<br />

l’istruzione, la sanità e la<br />

mobilità.<br />

Gli obiettivi della Strategia<br />

sono quelli di adeguare<br />

la quantità e la qualità di<br />

questi servizi nelle aree<br />

individuate come aree<br />

interne e di promuovere<br />

dei progetti di sviluppo<br />

che valorizzino l’ambiente,<br />

la cultura e l’economia di<br />

dette aree.<br />

18<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>


SEQUALS/TRAVESIO<br />

SEQUALS/TRAVESIO<br />

PAESI<br />

DI LETTORI<br />

di redazione<br />

Le piccole biblioteche non sono solo<br />

semplici luoghi di lettura, ma si<br />

trasformano in centri di aggregazione e di<br />

socialità.<br />

La biblioteca è un<br />

riferimento per una<br />

comunità, grande o<br />

piccola, di città o di<br />

paese che sia. I locali che<br />

custodiscono i volumi<br />

vedono l’avvicendarsi di<br />

persone che popolano una<br />

zona e che si rivolgono alla<br />

biblioteca per informarsi,<br />

distrarsi e, soprattutto,<br />

arricchirsi. È a partire da<br />

queste considerazioni<br />

che è nato il Sistema<br />

Bibliotecario <strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e<br />

<strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>, un<br />

network di biblioteche che<br />

sostituisce il precedente<br />

Sistema Bibliotecario della<br />

Montagna Pordenonese,<br />

conosciuto come BiblioMP.<br />

ILARIA FERROLI<br />

(Centro Sistema della<br />

Biblioteca Civica di Maniago)<br />

Come funziona la<br />

riorganizzazione <strong>delle</strong><br />

biblioteche?<br />

Il Sistema Bibliotecario<br />

<strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e Dolomiti<br />

<strong>Friulane</strong> ha l'ambizione<br />

di essere volano culturale<br />

e creare sinergie fra<br />

gli operatori del libro, il<br />

mondo della formazione,<br />

i diversi soggetti pubblici<br />

e privati, alimentando<br />

un cambiamento che<br />

tenga conto <strong>delle</strong> nuove<br />

tendenze.<br />

È così che le biblioteche<br />

Questo importante<br />

progetto di connessione,<br />

collaborazione e scambio<br />

tra biblioteche è nato in<br />

seguito alla ridefinizione<br />

del territorio della Regione<br />

in Unioni Territoriali<br />

Intercomunali e oggi il<br />

Sistema Bibliotecario<br />

raccoglie 23 biblioteche<br />

di tutto il territorio, a<br />

cui si sono aggiunte le<br />

biblioteche di Aviano,<br />

diventano tanti piccoli fari<br />

sparsi in maniera capillare<br />

su tutto il territorio. Non<br />

solo raccolte di libri ma veri<br />

e propri centri attivi per le<br />

comunità di riferimento.<br />

Chi è l’utente <strong>delle</strong> piccole<br />

biblioteche della <strong>Valli</strong>?<br />

L'utenza è varia. La<br />

narrativa ha un occhio<br />

di riguardo, le uscite<br />

editoriali sono tantissime<br />

ed è necessario che ogni<br />

bibliotecario conosca i<br />

propri lettori. Lo stesso<br />

vale per la saggistica,<br />

sempre al passo in un<br />

mondo che cambia ogni<br />

giorno, ma che rimanga<br />

pietra per le generazioni a<br />

venire.<br />

Infine, in questi piccoli<br />

presidi del territorio, ha<br />

una grande importanza<br />

la sezione locale: ogni<br />

biblioteca custodisce<br />

la propria memoria<br />

e dar così modo agli<br />

Budoia, Caneva e<br />

Polcenigo. Il centro<br />

nevralgico è la Biblioteca<br />

Civica di Maniago, in cui<br />

convergono i servizi della<br />

biblioteca centralizzata<br />

di deposito, di centro<br />

di catalogazione e<br />

manutenzione del catalogo<br />

e organizzazione e di<br />

gestione della biblioteca<br />

sui social network.<br />

appassionati di scoprire<br />

e approfondire la propria<br />

storia locale».<br />

E per i ragazzi?<br />

Ogni biblioteca ha una<br />

sezione ragazzi che si<br />

cerca di tenere aggiornata<br />

sia come testi di narrativa<br />

che come testi scientifici,<br />

per accontentare i<br />

giovani utenti e le scuole<br />

che richiedono <strong>delle</strong><br />

consulenze (per esempio<br />

bibliografie su temi in<br />

relazione ai piani formativi<br />

scolastici).<br />

Cosa prevede l’autunno in<br />

biblioteca?<br />

I progetti di promozione<br />

alla lettura che stiamo<br />

sviluppando in questo<br />

momento sono tre e<br />

saranno attuati in tutte le<br />

biblioteche del sistema da<br />

ottobre in collaborazione<br />

con varie realtà culturali.<br />

Si tratta di progetti che<br />

coinvolgeranno i bambini<br />

<strong>delle</strong> scuole dell'infanzia<br />

e primaria e i ragazzi<br />

<strong>delle</strong> scuole secondarie di<br />

primo e secondo grado,<br />

con gli insegnanti a fare da<br />

prezioso supporto.<br />

Nell'arco dell'anno, invece,<br />

ci sono presentazioni di<br />

libri, laboratori, esposizioni<br />

di artisti.<br />

Desideriamo avere<br />

biblioteche da vivere,<br />

animate e pulsanti.<br />

E poi c’è il Bibliopride…<br />

Per noi, quest’anno<br />

sarà un appuntamento<br />

speciale: in occasione del<br />

BiblioPride, domenica<br />

29 settembre, stiamo<br />

organizzando una vera e<br />

propria festa del nostro<br />

sistema bibliotecario,<br />

"ufficializzando"<br />

finalmente il Sistema.<br />

L’appuntamento è a<br />

Maniago per godere di<br />

letture per i più piccini<br />

in collaborazione con<br />

i volontari di Nati per<br />

Leggere, letture "viventi"<br />

con le stesse bibliotecarie,<br />

laboratori, cambioscambio<br />

di libri, musica.<br />

Che ruolo svolge la<br />

biblioteca nei piccoli<br />

comuni?<br />

Si possono individuare due<br />

macro-obiettivi nell’attività<br />

di una biblioteca. Il primo,<br />

rivolto ai più giovani,<br />

integrandosi con l’attività<br />

scolastica: è un’azione di<br />

avvicinamento alla lettura<br />

e di potenziamento del<br />

piacere della lettura.<br />

Il secondo obiettivo è<br />

di diventare un luogo di<br />

aggregazione e presidio<br />

del territorio, rivolgendosi<br />

a un pubblico più adulto.<br />

La biblioteca, infatti, sta<br />

mutando la sua funzione:<br />

non è semplicemente<br />

un luogo di lettura, ma<br />

sa essere un centro di<br />

animazione che propone<br />

iniziative culturali di<br />

diverso genere.<br />

Come si integra l’offerta<br />

della biblioteca con le<br />

scuole?<br />

A Travesio è la sede<br />

dell’istituto comprensivo,<br />

quindi nelle scuole<br />

primaria e secondaria di<br />

primo grado sono presenti<br />

INTERVISTA A<br />

MARILENA BRITTI<br />

(bibliotecaria presso la<br />

biblioteca di Lestans)<br />

studenti di diverse età<br />

e provenienti anche dai<br />

comuni limitrofi. Da anni<br />

vengono svolti molti<br />

progetti, in collaborazione<br />

con gli insegnanti, così<br />

da servire le diverse<br />

esigenze, dai più piccoli ai<br />

ragazzi <strong>delle</strong> medie. Non<br />

intendo solo di spazi a<br />

disposizione per la lettura<br />

o il servizio di prestito,<br />

ma anche di incontri con<br />

l’autore, presentazioni e<br />

altri progetti speciali.<br />

Che vantaggi dà l’essere<br />

inseriti nel sistema<br />

bibliotecario dell’UTI?<br />

Essere dentro una rete<br />

offre diversi vantaggi: si<br />

può programmare per<br />

area vasta, andando oltre i<br />

confini amministrativi.<br />

E poi ci si può confrontare<br />

con altre esperienze<br />

e altri modi di vedere,<br />

arricchendosi e prendendo<br />

spunti interessanti da<br />

applicare nella propria<br />

realtà.<br />

Non sarebbe preferibile<br />

accentrare le tante<br />

piccole biblioteche in un<br />

Chi frequenta la<br />

biblioteca?<br />

Ogni anno circa 2000<br />

persone, 1500 ragazzi in<br />

età scolare e 500 adulti,<br />

usufruiscono dei servizi<br />

della biblioteca.<br />

Con le scuole di Sequals e<br />

di Lestans facciamo molta<br />

attività, sia di prestito che di<br />

unico grande centro?<br />

Non lo credo, la biblioteca<br />

rappresenta un presidio<br />

del territorio e va<br />

preservato. Ogni volta<br />

che si chiude un luogo di<br />

questo genere, il paese si<br />

impoverisce e si accresce<br />

la solitudine.<br />

Si pensi alle opportunità<br />

che offre l’avere una<br />

biblioteca vicina, per<br />

esempio, per i lettori<br />

anziani o per chi ha<br />

difficoltà a spostarsi,<br />

perché in biblioteca si va<br />

per leggere, ma anche<br />

per socializzare, per<br />

confrontarsi e scambiare<br />

opinioni. Per valorizzare<br />

questo aspetto, sono<br />

stati organizzati dei corsi<br />

dedicati a chi legge con<br />

l’obiettivo di coinvolgere<br />

avvicinamento alla lettura.<br />

La biblioteca ha sede<br />

a Lestans, è un limite<br />

per offrire il servizio ai<br />

cittadini di Sequals?<br />

Per quanto riguarda i<br />

ragazzi nelle scuole,<br />

portiamo fisicamente<br />

alcune copie o facciamo<br />

attività direttamente nelle<br />

scuole, in collaborazione<br />

con gli insegnanti.<br />

Per quanto riguarda gli<br />

adulti la distanza tra i<br />

due paesi è facilmente<br />

colmabile, anche se è<br />

indubbio che la biblioteca<br />

VIOLETTA TRACLÒ<br />

(Vicesindaco di Travesio)<br />

BIBLIOTECA<br />

LESTANS<br />

2.000<br />

ACCESSI<br />

1.500 +<br />

RAGAZZI<br />

gli stessi lettori nelle<br />

presentazioni che si<br />

organizzano durante<br />

l’anno. Inoltre, nelle<br />

piccole biblioteche c’è una<br />

conoscenza personale tra<br />

il lettore e il bibliotecario,<br />

che conosce i gusti di chi<br />

frequenta la biblioteca<br />

e offre la propria<br />

consulenza in un forte<br />

rapporto umano. E questa<br />

relazione si instaura sia<br />

con i residenti che con<br />

chi torna in paese solo<br />

qualche volta o nei mesi<br />

estivi.<br />

di Spilimbergo è più facile<br />

da frequentare perché<br />

inserita in una cittadina<br />

in cui si va comunque per<br />

tanti motivi.<br />

Che novità ha portato<br />

il sistema bibliotecario<br />

dell’UTI?<br />

Siamo tanti soggetti e<br />

tante persone, ma ancora<br />

all’inizio del percorso. Mi<br />

piacerebbe che diventasse<br />

l’occasione per riflettere<br />

sul ruolo <strong>delle</strong> biblioteche<br />

di paese e di come<br />

mantenerle al passo con i<br />

tempi.<br />

500<br />

ADULTI<br />

Qualche idea da<br />

sviluppare in futuro?<br />

I nostri comuni sono<br />

vasti e chi abita in certe<br />

frazioni è penalizzato<br />

e a volte isolato. È un<br />

problema che ci siamo<br />

posti così, durante le<br />

riunioni del Sistema<br />

Bibliotecario dell'UTI,<br />

è emersa un 'idea di<br />

portare la biblioteca fuori<br />

dall'edificio organizzando<br />

un bibliobus, ossia un<br />

mezzo allestito con una<br />

biblioteca mobile per<br />

portare l’offerta anche a<br />

quelle persone che per<br />

vari motivi non riescono<br />

ad accedere al servizio.<br />

Se si riuscisse a realizzare<br />

sarebbe bello, perché<br />

sarebbe un modo per<br />

spezzare la solitudine<br />

di certe realtà portando<br />

una ventata di allegria,<br />

creando un'occasione<br />

per socializzare e<br />

magari leggere<br />

qualcosa che<br />

interessa.<br />

20<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 21


ORGOGLIO OLTRECONFINE<br />

LAVORARE NELLA<br />

SILICON VALLEY<br />

di Manuel Bertin<br />

Arjuna del Toso, da Travesio ha<br />

raggiunto la Silicon Valley chiamato<br />

da Facebook. Sempre aperto a nuove<br />

avventure, con l’energia di chi pensa che<br />

valga sempre la pena buttarsi.<br />

Di cosa ti stai<br />

occupando?<br />

Attualmente ricopro il ruolo<br />

di Chief Operating Officer<br />

per Evensi Inc., un'azienda<br />

nata in Italia ma con<br />

sede a San Francisco. In<br />

Evensi abbiamo costruito<br />

il più grande portale<br />

indipendente di eventi<br />

al mondo con oltre 150<br />

milioni di eventi disponibili<br />

sul sito e tutta una serie<br />

di strumenti dedicati<br />

agli organizzatori per<br />

promuovere le loro attività.<br />

In Evensi gestisco alcuni<br />

aspetti dell'organizzazione<br />

aziendale con un focus<br />

particolare all'efficienza<br />

operativa, soprattutto del<br />

dipartimento di sviluppo<br />

software e prodotto.<br />

Quale percorso ti ha<br />

portato in USA?<br />

Conseguita la<br />

laurea magistrale<br />

ho vinto un<br />

assegno di ricerca<br />

presso l'Università<br />

degli Studi di Udine nel<br />

laboratorio di Intelligenza<br />

Artificiale, vedendo però<br />

che la carriera accademica<br />

sarebbe stata lenta e<br />

incerta mi sono trasferito a<br />

Dublino. Ho lavorato 2 anni<br />

presso una start-up dove<br />

ero il primo dipendente, poi<br />

ad inizio 2011 Facebook<br />

mi ha contattato con<br />

un'offerta di lavoro che ho<br />

accettato e dopo qualche<br />

anno mi hanno convinto<br />

a trasferirmi nel quartier<br />

generale in Silicon Valley.<br />

In totale sono rimasto<br />

in Facebook per 6 anni,<br />

lavorando sulla Facebook<br />

Platform (chi si ricorda<br />

Farmville saprà di cosa<br />

si tratta) e per il CRM<br />

interno (strumento chiave<br />

che il reparto vendite di<br />

Facebook utilizza per<br />

fatturare quei 15 miliardi di<br />

dollari a trimestre).<br />

Dopo 6 anni e mezzo<br />

mi sono preso una<br />

pausa dalla grossa<br />

multinazionale americana,<br />

ho viaggiato qualche<br />

mese, per poi tornare in<br />

Silicon Valley e ributtarmi<br />

nel mondo <strong>delle</strong> startup. Lì<br />

ho trovato Evensi, azienda<br />

con un grosso team a<br />

Modena che mi permette<br />

di tornare in Italia anche<br />

per motivi lavorativi.<br />

Per un lavoratore, quali<br />

sono le differenze rispetto<br />

all'Italia?<br />

La distanza tra Italia e<br />

Irlanda, a livello lavorativo<br />

è enorme, quella con gli<br />

Stati Uniti è abissale sia<br />

da un punto di vista di<br />

valorizzazione del<br />

lavoratore che<br />

di pura etica<br />

lavorativa.<br />

Ricordo che<br />

durante il<br />

mio periodo<br />

di assegnista<br />

di ricerca a Udine<br />

lessi un articolo che<br />

raccontava come in Italia<br />

a 10 anni della laurea<br />

un'elevata percentuale dei<br />

lavoratori ancora lavorava<br />

sotto lo stesso regime<br />

salariale e mansioni<br />

del primo contratto,<br />

indicazione importante<br />

di come non ci sia reale<br />

possibilità di "fare carriera".<br />

Spostandomi all'estero ho<br />

invece potuto apprezzare<br />

un ambiente dinamico e<br />

con una valorizzazione<br />

<strong>delle</strong> mie capacità enorme,<br />

basti pensare che sono 10<br />

anni che ogni anno allargo<br />

il mio raggio d'azione<br />

lavorativo.<br />

Nascere in provincia<br />

è un limite o un valore<br />

aggiunto?<br />

È un limite decisamente<br />

marcato, ovviamente<br />

nulla che non possa<br />

essere superato. L'estrema<br />

provincia purtroppo<br />

non riesce ad abituarti<br />

a ragionare in termini<br />

di dinamiche globali,<br />

cosa che invece aree più<br />

cosmopolite con una più<br />

alta densità di imprese<br />

internazionali e persone<br />

provenienti da tutto il<br />

mondo riesce a darti in<br />

modo migliore.<br />

Il team che gestivo in<br />

Facebook, per esempio, era<br />

composto da statunitensi,<br />

cinesi, indiani e messicani,<br />

anche il solo conversare<br />

con qualcuno che in Cina<br />

o India è cresciuto ti aiuta<br />

a capire la mentalità di<br />

un popolo e ti permette di<br />

leggere i fatti di cronaca<br />

recente, come le tensioni<br />

sul piano economico tra<br />

Stati Uniti e Cina, con<br />

un'altra consapevolezza.<br />

La mia speranza per<br />

la provincia è che la<br />

globalizzazione mischi<br />

sempre di più i popoli e<br />

accorci le distanze tra<br />

Orton (USA) e Banxixiang<br />

(Cina).<br />

Cosa ti manca di casa?<br />

Famiglia, amici e cibo.<br />

Niente batte un buon frico<br />

e polenta condivisi con le<br />

persone giuste!<br />

Partendo dalla tua<br />

esperienza, hai qualche<br />

consiglio da dare?<br />

Vale sempre la pena<br />

buttarsi, che sia un<br />

nuovo lavoro, una nuova<br />

opportunità oppure<br />

prendere un aereo e<br />

trasferirsi dall'altra parte<br />

del mondo. Magari non si<br />

raggiungono gli obiettivi<br />

prefissati ma sicuramente<br />

si porterà a casa qualcosa<br />

di valore, per quanto<br />

inaspettato.<br />

Felice di condividere la mia esperienza in Irlanda e Stati Uniti con chiunque stia pensando<br />

di trasferirsi, mi trovate su LinkedIn qui:<br />

https://www.linkedin.com/in/arjunadeltoso/ o su www.evensi.com<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 23


INFORMAZIONI<br />

DOVE TROVARE<br />

L'ECO DELLE VALLI E<br />

DELLE DOLOMITI<br />

FRIULANE<br />

MANIAGO<br />

Comune di Maniago<br />

Bar Serena<br />

3Store<br />

Bar Sorsi e Morsi<br />

Piazza Sport<br />

Artexx<br />

Bottega Bio<br />

Gekateria Dolce Freddo<br />

Abbigliamento Colombini<br />

Lavanderia Lavapiù<br />

Cgil Caf<br />

Inia Viaggi<br />

Ottica Gortana<br />

Pizzeria da Mario<br />

Bar Coricama<br />

Bar Stazione Corriere<br />

Distrobutore OMV<br />

Consorzio revisioni Maniago<br />

Bar Barile<br />

Antica Coltelleria<br />

Ristorante Casasola<br />

Piscina Maniago<br />

Bottega del FOrmaggio<br />

Edicola Venier<br />

Mensa Zona Industriale<br />

Tecnocollaudi Servizi<br />

Automobilistici<br />

Bar Bottegon<br />

Bar Vivina<br />

Bar Vivarina (Dandolo)<br />

CAMPAGNA<br />

Ai Gelsi<br />

Poste<br />

Studio Medico<br />

ARBA<br />

Farmacia<br />

Macelleria<br />

Alimentari<br />

Graphistudio<br />

Tabaccheria<br />

VIVARO<br />

Alimentari<br />

Lupo Alberto<br />

Gelindo<br />

VAJONT<br />

Comune di Vajont<br />

Palestra<br />

Farmacia<br />

MONTEREALE<br />

VALCELLINA<br />

Comune di Montereale<br />

Non solo bar<br />

Osteria Vittoria<br />

Tabacchi (Piazza)<br />

Edicola (Piazza)<br />

Macelleria<br />

Castelu<br />

Farmacia 3 F<br />

Bar Scalinetti<br />

MALNISIO<br />

Da Borghese<br />

SAN LEONARDO<br />

Da Plinio<br />

GRIZZO<br />

Forno ALzetta<br />

BARCIS<br />

Comune di Barcis<br />

Cartoleria<br />

Panificio De Giusti<br />

ANDREIS<br />

Comune di Andreis<br />

Locanda Al vecio For<br />

Chiosco Camping<br />

CLAUT<br />

Comune di Claut<br />

Supermercato<br />

Farmacia<br />

CIMOLAIS<br />

Comune di Cimolais<br />

Osteria Pian Pinedo<br />

ERTO<br />

Comune di Erto<br />

Ufficio postale<br />

Bar passo sant’Osvaldo<br />

Bar Stella<br />

MEDUNO<br />

Roncadin<br />

Bar da Laura<br />

Bar Meridiana<br />

TRAMONTI DI SOTTO<br />

Bar Antica Corte<br />

TRAMONTI DI SOPRA<br />

Alimentari SISA<br />

FRISANCO<br />

Comune di Frisanco<br />

Circolo operaio<br />

Bar in piazza<br />

POFFABRO<br />

Bar in piazza<br />

SEQUALS<br />

Bar al cret<br />

Edicola 4 Borghi<br />

LESTANS<br />

Supermercato<br />

Bar alla Posta<br />

SOLIMBERGO<br />

Da Mander<br />

TRAVESIO<br />

Harry's Bar<br />

Caffè (Piazza XX Settembre)<br />

Cokki Bar (Zancan)<br />

TOPPO<br />

Alimentari<br />

CASTELNUOVO<br />

Bierkneipe (Loc. Paludea)<br />

Trattoria (Loc. Vigna)<br />

PINZANO<br />

Market Da Cinzia<br />

Bar Progresso<br />

VALERIANO<br />

Ristorante Don Chisciotte<br />

Alimentari e Bar Lucco<br />

CLAUZETTO<br />

Bar – Alimentari Da Andrea<br />

Edicola di Nadia Colledani<br />

VITO D'ASIO<br />

Ristorante L’Ortal<br />

ABBIAMO DISTRIBUITO SUL<br />

TERRITORIO DEGLI ESPOSITORI /<br />

CONTENITORE, QUI DI SEGUITO LA LISTA<br />

DEI POSTI DOVE SONO STATI LASCIATI<br />

PER POTER TROVARE LA RIVISTA<br />

GRATUITA DEL NOSTRO TERRITORIO<br />

SAN FRANCESCO<br />

Alimentari Ristorante<br />

Da Renzo<br />

ANDUINS<br />

Ristorante alla Posta<br />

CASIACCO<br />

Bar alle Alpi<br />

Via Arba, 45 - Z.I. Maniago (PN) - tel. 0427 730127<br />

24<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>


BUONE PRATICHE<br />

ANCHE<br />

GRETA MANGIA<br />

LA PIZZA<br />

di Manuel Bertin<br />

Impegno etico e vantaggio competitivo<br />

si intrecciano quando si attuano le<br />

politiche di attenzione all’ambiente.<br />

Un’azienda non è solo<br />

un luogo che offre un posto<br />

di lavoro, ma rappresenta<br />

uno dei gangli attorno<br />

a cui ruota la comunità,<br />

poiché ha le potenzialità<br />

per essere un riferimento<br />

sociale e culturale per tutti<br />

coloro che la frequentano.<br />

Questa funzione, spesso<br />

sottovalutata, è invece<br />

un potente motore per<br />

la trasformazione del<br />

territorio.<br />

Ne abbiamo parlato con<br />

Elisa Piccinin, responsabile<br />

comunicazione e<br />

marketing di Roncadin.<br />

ELISA PICCININ<br />

(responsabile comunicazione<br />

e marketing)<br />

Quali sono le strategie di<br />

riduzione degli impatti<br />

che state attuando?<br />

Si possono individuare<br />

tre tendenze principali su<br />

cui ci stiamo muovendo:<br />

l’efficienza energetica e<br />

la produzione rinnovabile<br />

dell’elettricità, il<br />

cambiamento degli stili<br />

di vita e dei consumi, la<br />

mobilità e i trasporti.<br />

Perché avete intrapreso<br />

questo percorso “verde”?<br />

È un aspetto che abbiamo<br />

sempre considerato ed<br />

è una responsabilità<br />

che sentiamo. Inoltre,<br />

lavorando con clienti del<br />

nord Europa, ci è richiesto<br />

un prodotto che abbia<br />

bassi impatti ambientali,<br />

così per noi l’aspetto etico<br />

si coniuga con la politica<br />

industriale.<br />

Infine, se si pensa che<br />

molte <strong>delle</strong> scelte di<br />

riduzione degli sprechi si<br />

trasformano in efficienza<br />

nella produzione, ecco<br />

che la scelta di avere<br />

un’attenzione all’ambiente<br />

diventa un vantaggio<br />

competitivo.<br />

Quando avete cominciato<br />

a lavorare su questi temi?<br />

Quasi una decina di anni<br />

fa abbiamo montato i<br />

pannelli fotovoltaici per<br />

autoprodurre in modo<br />

rinnovabile almeno<br />

parte dell’elettricità che<br />

ci occorre. Dal 2015,<br />

l’elettricità che ci manca<br />

e che acquistiamo sul<br />

mercato ha la certificazione<br />

di provenienza da fonti<br />

rinnovabili, quali eolico,<br />

idroelettrico, fotovoltaico,<br />

ecc. Ora produciamo circa<br />

un megawatt e abbiamo<br />

in progetto di raddoppiare<br />

la produzione con nuove<br />

installazioni e nuovi<br />

impianti.<br />

Poi c’è la voce di riduzione<br />

dei consumi. La catena<br />

del freddo, da sola,<br />

rappresenta il 32% dei<br />

nostri consumi elettrici,<br />

così abbiamo installato<br />

tecnologie all’avanguardia<br />

nei tunnel di surgelazione<br />

della linea 5 e 6 e ora<br />

anche sulle nuove linee<br />

appena realizzate:<br />

attualmente il risparmio<br />

è di circa 1,7 milioni di<br />

kWh all’anno, pari a 600<br />

tonnellate di CO 2 in meno<br />

immesse in atmosfera.<br />

Questo dato aumenterà<br />

considerevolmente<br />

con il completamento<br />

<strong>delle</strong> nuove linee e dello<br />

stabilimento.<br />

Come intervenite sugli<br />

stili di vita?<br />

Proprio in questi giorni<br />

stiamo attuando una<br />

politica di attenzione<br />

ai consumi d’acqua e<br />

alla riduzione di rifiuti in<br />

plastica.<br />

Finora utilizzavamo i<br />

boccioni per distribuire<br />

l’acqua: per dare qualche<br />

numero, solo nel 2018<br />

abbiamo usato quasi<br />

180.000 bicchieri di<br />

plastica usa e getta e<br />

acquistato 1500 boccioni<br />

d’acqua. Un enorme<br />

quantità di rifiuti, uno<br />

spreco di plastica e poi c’è<br />

da considerare il traffico<br />

CONSUMI<br />

ANNO 2018<br />

generato per trasportare<br />

l'acqua.<br />

Così abbiamo messo<br />

a disposizione degli<br />

impiegati <strong>delle</strong> borracce<br />

e cambiato i distributori,<br />

mentre in produzione, in<br />

cui ci sono severe norme<br />

da rispettare, stiamo<br />

valutando l’installazione<br />

1.500<br />

Boccioni d'acqua<br />

+<br />

180.000<br />

Bicchieri<br />

di zampilli che non<br />

richiedono l’utilizzo del<br />

bicchiere.<br />

E sulla mobilità?<br />

Questa sarà la prossima<br />

azione che metteremo in<br />

atto, nel nostro percorso<br />

per diventare un’azienda<br />

a impatto zero.<br />

Al momento sulla App<br />

aziendale c’è una funzione<br />

di car sharing, per facilitare<br />

l’organizzazione di viaggi<br />

condivisi fra dipendenti.<br />

Inoltre, già oggi il 5-6%<br />

dei nostri dipendenti<br />

raggiunge l’azienda<br />

in bicicletta, significa<br />

che anche le due ruote<br />

potrebbero rappresentare<br />

una percentuale rilevante<br />

negli spostamenti da e<br />

per l’azienda, considerata<br />

anche la vicinanza con la<br />

ciclabile FVG-3 e che molti<br />

dipendenti vivono nelle<br />

vicinanze.<br />

Infine, abbiamo incontrato<br />

i vertici di Ferrovie per<br />

discutere della linea<br />

Sacile-Gemona, che se<br />

aperta per l’intera tratta<br />

potrebbe diventare un<br />

mezzo di trasporto per i<br />

dipendenti che abitano nel<br />

bacino del Sacilese e in<br />

quelli del Gemonese.<br />

Una soluzione che<br />

ridurrebbe il tempo di<br />

viaggio al singolo utente e<br />

toglierebbe traffico privato<br />

dalle strade.<br />

26<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>


ILLUSTRI CONCITTADINI<br />

LUIGI DEL BIANCO,<br />

MAESTRO<br />

DELL’ESPRESSIONE<br />

di Caterina di Paolo<br />

Al Luogo del Giulio<br />

agriturismo con camere<br />

AD AGOSTO<br />

APERTO TUTTI I GIORNI A PRANZO E CENA<br />

Via Pordenone 155, MANIAGO PN<br />

+39 0427.730444 / info@luogodelgiulio.it<br />

www.luogodelgiulio.it<br />

Nato nel 1892 su una nave a Le Havre<br />

mentre i genitori tornavano dagli Stati<br />

Uniti all’Italia, Del Bianco ha continuato ad<br />

attraversare l’Oceano e a scolpire per tutta<br />

la vita, finendo per imparare a memoria<br />

ogni curva e ogni dettaglio della sua<br />

creazione più celebre: il volto di Lincoln.<br />

Luigi Del Bianco è<br />

nato in viaggio, ma le sue<br />

radici sono ben piantate a<br />

Meduno, dove è cresciuto<br />

passando l’infanzia nel<br />

negozio di falegnameria<br />

del padre Vincenzo.<br />

Quest’ultimo, un uomo<br />

attento, capì subito che<br />

quella del figlio non<br />

era semplice curiosità<br />

ma una vera abilità da<br />

valorizzare: il bambino<br />

era bravo a maneggiare<br />

e intagliare il legno e<br />

appena compì tredici<br />

anni, decise di mandarlo<br />

in Austria a bottega da<br />

uno scultore. Rientrò<br />

in Italia dopo tre anni,<br />

questa volta a Venezia per<br />

continuare il praticantato<br />

fintanto che, nel 1910, a<br />

diciott’anni, Luigi tornò là<br />

dove il caso l’aveva fatto<br />

nascere, in Francia, a Le<br />

Havre. In realtà, quello<br />

francese fu un transito<br />

più che di una méta:<br />

destinazione America.<br />

La Prima guerra mondiale<br />

incombe e Luigi del<br />

Bianco rientra in Italia<br />

dagli Stati Uniti per<br />

arruolarsi volontario.<br />

Terminato il conflitto<br />

non è ancora il momento<br />

di stabilirsi, il richiamo<br />

d’America si fa sempre<br />

più forte e nel 1920<br />

riattraversa l’Atlantico per<br />

trasferirsi a Port Chester,<br />

La storia di Luigi Del<br />

Bianco, il friulano che<br />

rendeva viva la pietra,<br />

ha finalmente avuto<br />

il suo riconoscimento:<br />

dopo venticinque<br />

anni di insistenze,<br />

il nipote Lou ha<br />

svelato la targa<br />

commemorativa<br />

dedicata a Del Bianco<br />

sotto alle sculture del<br />

monte Rushmore<br />

LOU DEL BIANCO,<br />

Fuori dall'ombra del Rushmore:<br />

La storia di Luigi Del Bianco – La riscoperta<br />

di uno scultore friulano sulla Montagna dei<br />

Presidenti,<br />

Keep Point – Niche Content Press, <strong>2019</strong><br />

Sito: www.luigimountrushmore.com<br />

dove conobbe sua moglie<br />

Nicoletta Cardarelli e un<br />

curioso scultore di origini<br />

danesi.<br />

L’incontro con<br />

Borglum<br />

Fu il cognato Alfonso<br />

Scafa a presentare Luigi<br />

a Gutzon Borglum, dando<br />

inizio al grande sodalizio<br />

che legherà lo scultore<br />

allo “scalpellino” friulano.<br />

Nel 1920 “Bianco”, come<br />

lo chiamava Borglum,<br />

assiste lo scultore<br />

americano nei lavori<br />

per la Stone Mountain<br />

in Georgia e per il Wars<br />

of America Memorial di<br />

Newark. Luigi, un uomo<br />

alto e dai lineamenti<br />

elegantissimi, venne<br />

anche usato come<br />

modello da Borglum per<br />

venti <strong>delle</strong> figure scolpite<br />

a Newark.<br />

Era solo il preludio di<br />

un’impresa ben più<br />

memorabile, che iniziò<br />

tredici anni dopo:<br />

scolpire i volti di George<br />

Washington, Thomas<br />

Jefferson, Theodore<br />

Roosevelt e Abraham<br />

Lincoln a colpi di<br />

martello pneumatico<br />

lungo le pareti del Monte<br />

Rushmore. Un’immensa<br />

opera celebrativa ideata<br />

per festeggiare i primi<br />

centocinquant’anni di<br />

storia americana a cui<br />

lavorarono quattrocento<br />

persone.<br />

Del Bianco aveva la<br />

responsabilità di formare<br />

quattrocento uomini – in<br />

gran parte ex minatori<br />

– avvicinandoli a uno<br />

sguardo da scultore. Ma<br />

oltre a essere un capo<br />

cantiere, il compito di<br />

Luigi prevedeva anche<br />

interventi molto delicati,<br />

da vero e proprio scultore:<br />

era lui che doveva<br />

rifinire le espressioni<br />

sui volti scolpiti dei<br />

quattro presidenti ritratti,<br />

Washington, Jefferson,<br />

Roosevelt e Lincoln. In<br />

particolare, quest’ultimo<br />

volto fu il più caro e<br />

lavorato da “Bianco".<br />

“Potevo vedere il mio<br />

lavoro solo da vicino, ma<br />

sapevo che l’occhio di<br />

Lincoln doveva sembrare<br />

giusto a miglia di<br />

distanza”, ricordava Del<br />

Bianco.<br />

È sempre Borglum, a<br />

raccontare che chiese<br />

proprio a “Bianco” di<br />

svolgere un altro compito<br />

complesso: aggiustare<br />

una crepa nel labbro di<br />

Jefferson, che Del Bianco<br />

riempì con un blocco di<br />

Luigi Del Bianco<br />

(1892-1969)<br />

granito operando con<br />

una delicatezza tale che<br />

l’aggiustamento è quasi<br />

invisibile anche da vicino.<br />

La guerra, l’oblio, la<br />

riscoperta<br />

Nel 1941 Borglum,<br />

muore, la Seconda<br />

guerra mondiale rende<br />

la situazione difficile e<br />

il progetto di concludere<br />

l’opera scolpendo anche<br />

i torsi dei presidenti fu<br />

abbandonato. Luigi Del<br />

Bianco non lavorerà più<br />

a grandi sculture come<br />

il monte Rushmore, ma<br />

aprirà il suo negozio a<br />

Port Chester, incidendo<br />

circa cinquecento lapidi<br />

usando il marmo del<br />

Vermont.<br />

Nel 1966, in un’intervista<br />

con lo Herald Statesman,<br />

Luigi Del Bianco<br />

commentò: “Rifarei tutto,<br />

pur sapendo quanto è<br />

stato faticoso. Scolpirei il<br />

Monte Rushmore anche<br />

gratis, se necessario: è<br />

stato un grandissimo<br />

privilegio, per me.”<br />

Il "Mount Rushmore<br />

National Memorial" venne<br />

inaugurato il 31 ottobre<br />

1941. Oggi è visitato ogni<br />

anno quasi da tre milioni<br />

di persone.<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 29


30<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 31


STORIE DI SPORT<br />

STORIE DI SPORT<br />

A PIEDI,<br />

DI CORSA,<br />

IN DISCESA<br />

di Gianluca Liva<br />

CRÊTROI RUN<br />

La Cretroi Run è<br />

un’iniziativa che prende<br />

spunto dal troi dal cret, la<br />

roccia collocata sopra alla<br />

collina di San Martino a<br />

Sequals e che spesso è il<br />

ritrovo di molte persone<br />

che desiderano<br />

festeggiare la<br />

Pasquetta.<br />

Si tratta di una marcia non<br />

competitiva a passo libero<br />

che viene organizzata dal<br />

Gruppo sportivo Sequals ed<br />

è aperta a chiunque, con la<br />

possibilità di scegliere tra<br />

quattro diverse distanze da<br />

percorrere per altrettanti<br />

livelli di difficoltà: 18, 14, 9<br />

e 4 chilometri.<br />

I due itinerari più lunghi<br />

arrivano alla cima della<br />

collina e donano ai<br />

partecipanti una visione<br />

panoramica del paese,<br />

gradevole e appagante.<br />

1.308<br />

partecipanti<br />

(2018)<br />

la Partenza<br />

Passeggiare, marciare, fare jogging<br />

oppure correre a perdifiato. Le <strong>Valli</strong> e le<br />

Dolomiti friulane sono il luogo ideale dove<br />

coltivare la passione per la corsa.<br />

Negli ultimi anni il<br />

territorio <strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e<br />

<strong>delle</strong> Dolomiti friulane<br />

ha visto crescere<br />

esponenzialmente il<br />

numero di appassionati e<br />

appassionate alla corsa,<br />

intesa nel senso più<br />

generale del termine.<br />

In parallelo sono nate<br />

nuove iniziative che ogni<br />

giorno attraggono sempre<br />

più persone. È così che<br />

la zona è diventata<br />

ideale per chi svolge, per<br />

esempio, l’attività di trail<br />

running, una specialità di<br />

corsa in ambienti naturali<br />

caratterizzati da un buon<br />

dislivello.<br />

Il motivo di un tale<br />

successo è da ricercarsi<br />

non solo in un rinnovato<br />

e consolidato interesse<br />

verso la buona salute<br />

– una condizione che<br />

poggia le sue basi anche<br />

su una attività fisica<br />

regolare - ma anche<br />

nelle caratteristiche<br />

di un territorio che<br />

sembra ideale per chi<br />

vuole spaziare e correre<br />

attraverso paesaggi<br />

mozzafiato.<br />

MAGREDI MOUNTAIN TRAIL<br />

THREE LAKES TRAIL<br />

Dal 2010 l’ASD Magredi<br />

Mountain Trail organizza<br />

una gara di ultra trail che<br />

si snoda lungo oltre 160<br />

chilometri e 7.200 metri<br />

di dislivello.<br />

La gara percorre i<br />

Magredi, l’area ghiaiosa<br />

della pianura del Friuli<br />

160<br />

chilometri<br />

occidentale.<br />

A partire dai<br />

greti brulli e aridi<br />

dei torrenti Cellina e<br />

Meduna, la gara porta i<br />

runners fino alle alture<br />

<strong>delle</strong> <strong>dolomiti</strong> friulane,<br />

passando per le valli<br />

pordenonesi. È la sintesi<br />

1°<br />

7.200<br />

metri<br />

dislivello<br />

– vista<br />

correndo –<br />

dell’intero paesaggio:<br />

pianura, montagna, sassi,<br />

erba, salite, discese,<br />

ambienti rurali e naturali<br />

caratterizzano l’intero<br />

lungo percorso.<br />

300<br />

CLAUDIO KEGOZZI<br />

ideatore dell’iniziativa e<br />

componente del Gruppo<br />

sportivo di Sequals<br />

JOUF FLY RACE<br />

Volare dalla cima ai<br />

piedi di una montagna.<br />

È questa l’idea alla base<br />

della Jouf Fly Race, una<br />

gara di corsa puramente<br />

in discesa che ha luogo<br />

a settembre e che parte<br />

dalla cima del Monte<br />

Jouf, a Maniago, per<br />

concludersi direttamente<br />

nel centro della città dei<br />

coltelli.<br />

Il percorso, segnalato è<br />

di circa cinque chilometri<br />

e ha un dislivello di circa<br />

1.000 metri.<br />

È solo grazie al grande<br />

impegno collettivo di<br />

tutti e di tutte che una<br />

manifestazione come la<br />

Crêtroi Run è possibile:<br />

siamo alla settima<br />

edizione e abbiamo avuto<br />

uno sviluppo notevole<br />

negli ultimi anni, tanto<br />

che quest’anno abbiamo<br />

avuto 1.308 partecipanti.<br />

ETRIC BIASONI<br />

uno degli organizzatori<br />

La Jouf Fly Race nasce<br />

all’insegna della<br />

condivisione di una<br />

passione – quella per la<br />

corsa – ed è una gara<br />

unica nel suo genere,<br />

che vuole dare luce<br />

all’aspetto divertente<br />

della corsa in discesa<br />

senza dimenticare la<br />

cornice meravigliosa che<br />

offre il nostro territorio.<br />

L’idea è nata<br />

gradualmente, circa<br />

10 anni fa, quando<br />

assieme a molti volontari<br />

abbiamo iniziato a<br />

ripulire i sentieri per<br />

renderli adatti alle<br />

nostre attività. Puliamo<br />

i sentieri due volte<br />

all’anno in modo tale da<br />

renderli fruibili a tutti.<br />

La formula è particolare<br />

perché assegniamo<br />

anche un trofeo molto<br />

speciale grazie a una<br />

collaborazione con<br />

la Vertical Val Resia:<br />

l’equivalente della Jouf<br />

Fly Race solo in… salita!<br />

Alla fine, sommati i<br />

risultati dei tempi di<br />

salita e discesa <strong>delle</strong><br />

due gare, si assegna il<br />

premio.<br />

Partecipano più di 100<br />

persone e accorre gente<br />

dal Friuli, dal Veneto e<br />

dal Trentino Alto Adige.<br />

Abbiamo voluto<br />

fortemente che la Jouf<br />

Fly Race avesse luogo<br />

nel corso del sabato<br />

5<br />

chilometri<br />

pomeriggio dato che,<br />

dopo avere concluso le<br />

premiazioni, possiamo<br />

1.000<br />

metri<br />

dislivello<br />

organizzare una festa<br />

clamorosa a cui sono<br />

tutti invitati!<br />

La splendida cornice del giardino di Palazzo d'Attimis a Maniago<br />

La Three Lakes Trail<br />

porta, né più né meno,<br />

alla scoperta della Val<br />

Tramontina e dei suoi<br />

paesaggi più nascosti e<br />

suggestivi.<br />

La gara è alla prima<br />

edizione (dopo una<br />

prima edizione<br />

“sperimentale”<br />

organizzata nel 2018),<br />

ma ha già visto la<br />

partecipazione di oltre<br />

300 persone che hanno<br />

scoperto un territorio<br />

selvaggio e particolare al<br />

punto da rendere questa<br />

competizione unica nel<br />

suo genere.<br />

La gara è composta da<br />

due differenti percorsi<br />

per altrettante differenti<br />

esigenze: la long<br />

distance di 41 chilometri<br />

e la medium distance,<br />

di 21,5 chilometri. La<br />

competizione parte<br />

da Tramonti di Sotto e<br />

consiste in un anello che<br />

va a toccare numerosi<br />

punti d’interesse fra cui –<br />

come suggerito dal nome<br />

– ben tre laghi: il lago di<br />

Redona, quello di Selva e<br />

quello di Ciul con l’arrivo<br />

a Tramonti di Sotto.<br />

Nel mezzo un paesaggio<br />

a dir poco avventuroso,<br />

in cui si attraversano i<br />

sentieri più belli della Val<br />

Tramontina, tra natura<br />

incontaminata e gallerie<br />

lunghe chilometri<br />

che rendono questo<br />

appuntamento unico e<br />

inimitabile, al punto da<br />

attrarre l’attenzione di<br />

moltissimi appassionati.<br />

edizione<br />

E per il 2021<br />

si pensa in<br />

grande, con l’idea di<br />

ospitare il campionato<br />

europeo master di corsa<br />

in montagna e trail.<br />

partecipanti<br />

LA CIMOLIANA<br />

Una marcia, non<br />

competitiva, organizzata<br />

dalla Pro Loco di<br />

Cimolais. Si tratta<br />

di un’iniziativa che<br />

definire storica è poco:<br />

la Cimoliana è giunta,<br />

infatti, alla 36esima<br />

edizione. Si articola su<br />

tre diversi percorsi di<br />

lunghezza variabile, da<br />

6, 14 e 30 chilometri da<br />

percorrere a passo libero.<br />

La partenza è in<br />

Piazza Santa Maria<br />

Maggiore di Cimolais e<br />

il percorso è interamente<br />

racchiuso nel Parco<br />

Naturale <strong>delle</strong> Dolomiti<br />

<strong>Friulane</strong>, patrimonio<br />

dell’UNESCO. La marcia<br />

è frequentatissima. Le<br />

persone che partecipano<br />

sono, in media, sempre<br />

oltre alle 1.000 e l’impatto<br />

positivo – sia economico<br />

che sociale – sul territorio<br />

è enorme ed è il frutto<br />

di un ottimo lavoro di<br />

organizzazione portato<br />

avanti nel corso di quasi<br />

quattro decenni.<br />

La giornata della gara<br />

è l’occasione ideale per<br />

stare in compagnia e<br />

godere insieme <strong>delle</strong><br />

bellezze del della valle.<br />

1.000<br />

partecipanti<br />

(media)<br />

32<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 33


PREVENZIONE<br />

CORRERE<br />

IN SICUREZZA<br />

di Gianluca Liva<br />

Correre sembra essere una <strong>delle</strong><br />

attività più naturali possibili: lo può<br />

fare chiunque e ovunque. Tuttavia, molto<br />

spesso, si trascurano <strong>delle</strong> regole base<br />

che permettono di approcciarsi alla corsa<br />

senza incappare in qualche infortunio.<br />

Nicola Giovanelli, ph. Alice Russolo<br />

Spesso ci si riferisce<br />

alla “corsa” come a una<br />

disciplina unica, mentre<br />

è noto che sotto a quel<br />

nome ci sono molti tipi di<br />

corsa diversa, ognuna con<br />

un diverso livello di sforzo<br />

per il nostro organismo.<br />

L’importante, in ogni caso,<br />

è essere preparati ad<br />

affrontare l’attività nella<br />

giusta maniera e fare<br />

attenzione alla postura<br />

corretta, fondamentale<br />

anch’essa per svolgere<br />

qualsiasi attività al<br />

meglio.<br />

Per quanto riguarda la<br />

dieta da seguire, invece,<br />

la grande differenza<br />

intercorre tra l’attività<br />

saltuaria e amatoriale<br />

e quella agonistica.<br />

Nei primi due casi, per<br />

chi non ha particolari<br />

intolleranze, una dieta<br />

varia e bilanciata è più<br />

che sufficiente.<br />

Vale anche per chi corre<br />

saltuariamente?<br />

NICOLA GIOVANELLI<br />

(ricercatore dell’Università<br />

degli Studi di Udine in<br />

fisiologia dell’esercizio e<br />

docente di scienze motorie)<br />

Chi può iniziare a<br />

praticare la corsa?<br />

Non ci sono linee guida<br />

specifiche ma per chi<br />

vuole affrontare la corsa<br />

a livello agonistico è<br />

necessario il possesso<br />

dell’idoneità sportiva per<br />

“assicurarsi” dal punto di<br />

vista sia fisico che legale.<br />

Per ottenere l’idoneità ci<br />

si deve sottoporre a un<br />

elettrocardiogramma sotto<br />

sforzo, alla spirometria<br />

e ad altri eventuali<br />

approfondimenti.<br />

Molte persone che<br />

vogliono fare una corsa<br />

senza, necessariamente,<br />

intraprendere l’attività<br />

agonistica, trascurano<br />

quelle che sono <strong>delle</strong><br />

norme base della<br />

prevenzione, ovvero un<br />

minimo di preparazione<br />

preliminare che si può<br />

svolgere presso una<br />

palestra.<br />

L’importante, in questi casi,<br />

è allenare i muscoli <strong>delle</strong><br />

gambe, quelli addominali<br />

e quelli dorsali per dare<br />

il giusto sostegno alla<br />

schiena durante il corso<br />

dell’attività. Si tratta, in<br />

sostanza, di svolgere<br />

alcuni esercizi aerobici a<br />

bassa intensità per poter<br />

poi andare a correre in<br />

sicurezza.<br />

E per chi vuole fare corsa<br />

in modo agonistico?<br />

Il discorso cambia quando<br />

si vuole competere<br />

per davvero e svolgere<br />

l’attività agonistica. In<br />

quel caso va seguita una<br />

preparazione specifica che<br />

abitui il fisico a uno sforzo<br />

intenso e prolungato nel<br />

tempo.<br />

In ogni caso tutto dipende<br />

dagli obiettivi che una<br />

persona si pone e che<br />

dettano il conseguente<br />

approccio da adottare per<br />

prepararsi al meglio.<br />

Vale anche per la corsa in<br />

discesa?<br />

La postura diventa<br />

particolarmente<br />

importante nel caso<br />

di discipline come la<br />

corsa in discesa. In quel<br />

caso è bene svolgere<br />

esercizi che incidano<br />

sulla propriocezione<br />

(anche chiamata<br />

cinestesia): la capacità di<br />

percepire e riconoscere<br />

la posizione del proprio<br />

corpo nello spazio e lo<br />

stato di contrazione dei<br />

propri muscoli, senza il<br />

supporto della vista. Gli<br />

esercizi si svolgono su<br />

un piano semi-instabile<br />

e aiutano a rafforzare<br />

l’equilibrio dato, ad<br />

esempio, dalle nostre<br />

caviglie.<br />

Servono diete speciali?<br />

Solo nel caso dell’agonismo<br />

possono rendersi necessari<br />

alcuni integratori di sali,<br />

magnesio e vitamine che<br />

possano supportare il<br />

fisico nel caso di un’uscita<br />

particolarmente lunga.<br />

Solo in certi casi ci si affida<br />

a integratori più specifici<br />

che contengono proteine<br />

e amminoacidi, ma che<br />

comunque vanno sempre<br />

utilizzati con grandissima<br />

moderazione.<br />

Per saperne di più, visita il sito:<br />

www.nicolagiovanelli.com<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 35


TIPICO<br />

FORMAGGIO<br />

DI MALGA…<br />

E DINTORNI<br />

di Elena Tomat<br />

Formaggio di malga non è solo<br />

un’espressione comune per indicare<br />

il formaggio prodotto in montagna<br />

durante il periodo estivo: è un prodotto<br />

agroalimentare tradizionale del Friuli<br />

Venezia Giulia, conosciuto anche con il<br />

nome friulano di Formadi di mont o Çuç.<br />

Le origini del formaggio<br />

di malga, prodotto quando<br />

le mucche vengono<br />

portate a pascolare in<br />

quota, sono antiche. Da<br />

secoli i casari lo preparano<br />

utilizzando procedimenti<br />

e attrezzature che sono<br />

rimasti pressoché invariati<br />

negli ultimi cinquant’anni,<br />

dalle caldaie di rame dove<br />

versano il latte, riscaldato<br />

rigorosamente con fuoco<br />

a legna, ai teli di lino con<br />

cui estraggono la cagliata,<br />

prima di riporla nelle<br />

fascere di legno a prendere<br />

forma.<br />

A rendere questi prodotti<br />

speciali sono le erbe di<br />

cui si cibano gli animali al<br />

pascolo, oltre al particolare<br />

microclima dei luoghi e<br />

alla lavorazione di tipo<br />

artigianale.<br />

Le malghe dell’alto<br />

Pordenonese<br />

Quelle della montagna<br />

pordenonese sono<br />

malghe ancora poco<br />

conosciute, ma che<br />

stanno riacquistando<br />

vitalità dopo il declino del<br />

secolo scorso, quando le<br />

“terre alte” e l’agricoltura<br />

vennero progressivamente<br />

abbandonate per il<br />

fondovalle e le fabbriche.<br />

Sempre più persone, non<br />

solo giovani, scelgono<br />

di salire in quota come<br />

hanno fatto Pier Paolo e<br />

Romina, che da molti anni<br />

gestiscono malga Pian<br />

Pagnon, in Val Cimoliana.<br />

Producono formaggio,<br />

ricotta e – quando le<br />

condizioni di lavorazione<br />

lo permettono – burro,<br />

Ormai abbiamo i nostri clienti<br />

fissi, il formaggio lo vendiamo<br />

subito quando è ancora fresco,<br />

se poi avanza lo portiamo a<br />

Cimolais, nella nostra latteria,<br />

per stagionarlo.<br />

PIER PAOLO E ROMINA,<br />

malga Pian Pagnon<br />

Fotografie di malga Pian Pagnon: di F. Galifi,<br />

tratte dal libro “Vivere in malga”<br />

tutti prodotti con latte<br />

vaccino. Durante il periodo<br />

di alpeggio, che in genere<br />

va da giugno a settembre,<br />

da casari si “trasformano”<br />

anche in gestori di<br />

agriturismo.<br />

Val Tramontina: aria<br />

di rinnovamento<br />

La Val Tramontina è<br />

un’area in fermento:<br />

negli ultimi anni sono<br />

nate diverse iniziative<br />

per il recupero <strong>delle</strong> aree<br />

agricole abbandonate e<br />

I nostri non si possono definire<br />

formaggi di malga perché<br />

siamo al di sotto degli 800 metri<br />

di altitudine: sono piuttosto<br />

formaggi della tradizione. Come<br />

la Scueta dal boç, la ricotta<br />

affumicata, e il Formai dal cit,<br />

una crema spalmabile ottenuta<br />

dalla mescolanza di formaggio<br />

latteria di diverse stagionature,<br />

panna e pepe.<br />

ROBERTO,<br />

Borgo Titol<br />

degli antichi saperi locali.<br />

Per aiutare chi continua<br />

a lavorare in altura<br />

nonostante le difficoltà, è<br />

nato nel 2017 il Consorzio<br />

<strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e Dolomiti<br />

<strong>Friulane</strong>, che riunisce più<br />

Malga Fara<br />

di venti aziende agricole<br />

e forestali locali con<br />

l’obiettivo di valorizzare<br />

le risorse del territorio e<br />

promuovere un’economia<br />

diversa, attenta alla qualità<br />

dei prodotti e <strong>delle</strong> relazioni<br />

sociali, nel rispetto della<br />

natura.<br />

Ne fanno parte malga<br />

Fara e malga Rest,<br />

rispettivamente nei comuni<br />

di Andreis e Tramonti di<br />

Sopra, dove si possono<br />

assaggiare i formaggi di<br />

latte di pecora (pecorino<br />

e ricotta) prodotti dal<br />

Consorzio. Le greggi<br />

pascolano sui prati dai<br />

600 ai 1000 metri di<br />

altitudine, mentre il latte<br />

viene lavorato nel piccolo<br />

caseificio di Tramonti di<br />

Sopra.<br />

Roberto, ad esempio,<br />

titolare di Borgo Titol,<br />

produce formaggi<br />

e salumi tipici della<br />

valle secondo le ricette<br />

tramandate di generazione<br />

in generazione: le sue<br />

specialità hanno ottenuto<br />

il riconoscimento di<br />

“PPL” (Piccole produzioni<br />

locali) del Friuli Venezia<br />

Giulia, sigla che attesta le<br />

caratteristiche di salubrità<br />

e sicurezza alimentare dei<br />

prodotti caseari di nicchia.<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 37


TIPICO<br />

BONTÀ DA<br />

APPREZZARE<br />

IN PUREZZA<br />

di Elena Tomat<br />

Intervista a Linda Del Ben, della Latteria<br />

di Aviano, maestro assaggiatore<br />

dell’Organizzazione Nazionale<br />

Assaggiatori Formaggi (ONAF)<br />

38<br />

LINDA DEL BEN<br />

Cos’è che<br />

caratterizza il<br />

formaggio di malga?<br />

La qualità del latte.<br />

L’alimentazione del<br />

bestiame è differente e<br />

questo ha ripercussioni sul<br />

formaggio. Le proprietà<br />

<strong>delle</strong> erbe di montagna,<br />

del pascolo, si trasmettono<br />

al prodotto, che contiene<br />

il colesterolo buono e<br />

COME SI FA?<br />

Da tradizione (e da<br />

disciplinare) il formaggio<br />

di malga si fa partendo<br />

dal latte di vacca della<br />

mungitura serale,<br />

parzialmente scremato,<br />

mescolato a latte intero<br />

della mungitura del<br />

mattino, a cui può<br />

essere aggiunta una<br />

percentuale di latte<br />

di capra (massimo il<br />

15%).<br />

Due le condizioni<br />

fondamentali da<br />

rispettare: il latte<br />

deve provenire<br />

da bestiame che<br />

pascola in quota e<br />

quindi si ciba solo<br />

della vegetazione<br />

spontanea e la<br />

trasformazione in<br />

formaggio deve<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

si distingue per colore,<br />

profumo e aroma.<br />

Come si riconosce un<br />

buon formaggio di<br />

malga?<br />

Formaggio di malga non<br />

è per forza sinonimo di<br />

qualità: le condizioni<br />

igieniche <strong>delle</strong> malghe<br />

sono diverse da quelle<br />

del caseificio, quindi<br />

è importante che si<br />

lavori bene per ottenere<br />

un prodotto salubre.<br />

Quando il colore è giallo<br />

carico, per capire se è<br />

veramente di malga basta<br />

annusarlo: il profumo<br />

della montagna si sente.<br />

L’odore, però, non deve<br />

essere troppo forte,<br />

sovrastare, ma restare<br />

piacevole, armonico.<br />

avvenire in maniera<br />

naturale, senza uso di<br />

innesti – consentito solo<br />

il latto-innesto naturale<br />

– sfruttando i fermenti o<br />

microrganismi di cui è ricca<br />

la materia prima.<br />

Un prodotto così ricco<br />

di sapore va gustato<br />

da solo?<br />

Sì, io consiglio di<br />

assaggiarlo guardandolo,<br />

annusandolo, cercando di<br />

percepire tutti gli aromi.<br />

Di consumarlo in purezza.<br />

Non andrei a sofisticarlo,<br />

è una vera e propria<br />

eccellenza del territorio:<br />

sarebbe come fare uno<br />

spritz con lo champagne.<br />

Poi, se lo si vuole<br />

accompagnare ad altri cibi,<br />

si può accostare a prodotti<br />

di provenienza locale,<br />

come le confetture di frutta<br />

selvatica. E naturalmente<br />

alla classica polenta,<br />

che con il formaggio di<br />

malga forma un binomio<br />

inscindibile.<br />

Il formai dal cit è<br />

un altro formaggio<br />

tradizionale<br />

<strong>delle</strong> montagne<br />

pordenonesi che si<br />

presta a diversi usi in<br />

cucina.<br />

Sì, è una sorta di formadi<br />

frant ottenuto mescolando<br />

formaggio latteria di diverse<br />

stagionature con panna<br />

e pepe. Per esempio, può<br />

essere aggiunto al ripieno<br />

dei ravioli o degli gnocchi,<br />

sui quali grattugiare un po’ di<br />

ricotta affumicata di malga.<br />

Ci sono anche ristoratori che<br />

propongono interessanti<br />

sperimentazioni, come i<br />

ravioli con il formaggio e<br />

le erbe preparati secondo<br />

una ricetta italo-cinese dai<br />

gestori di Borgo Titol, in Val<br />

Tramontina.<br />

INSALATA MONTANA:<br />

Insalatina da taglio,<br />

rucoletta, formaggio di<br />

malga a piccoli dadi, noci<br />

nostrane, crostini di pane,<br />

more e lamponi e qualche<br />

fogliolina di menta facile<br />

Il formaggio di malga<br />

però si può reperire<br />

quasi solo nei luoghi<br />

di produzione.<br />

È un formaggio prodotto<br />

in quantità ridotte,<br />

in genere in forme di<br />

dimensioni più piccole,<br />

che spesso si esauriscono<br />

prima della fine della<br />

stagione estiva perché i<br />

turisti lo apprezzano e lo<br />

acquistano per portarselo<br />

a casa. Il che dimostra<br />

come l’attività <strong>delle</strong><br />

malghe sia un importante<br />

strumento per promuovere<br />

il nostro territorio e anche<br />

per preservarlo, perché<br />

facendo pascolare il<br />

bestiame si mantiene<br />

curato l’ambiente da<br />

cui queste specialità<br />

provengono.<br />

da trovare sui prati <strong>delle</strong><br />

malghe.<br />

Si condisce poi a piacere<br />

usando un buon olio<br />

d'oliva.<br />

Ricetta con il formaggio di malga proposta dal Rifugio<br />

Vallata di Barcis<br />

La CGIL è il Sindacato generale che promuove la libera associazione e l’autotutela dei<br />

lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati e degli anziani. L’adesione alla CGIL è volontaria.<br />

Lo SPI Cgil è il Sindacato generale dei Pensionati Italiani che organizza e tutela i pensionati di<br />

tutte le categorie e di ogni regime pensionistico e che sostiene gli anziani e i cittadini.<br />

CGIL - Camera confederale del Lavoro di PORDENONE 0434.545111 Lega distrettuale dei pensionati SPI Cgil di MANIAGO-SPILIMBERGO<br />

CGIL INFORMA: Presso i nostri uffici e recapiti i lavoratori, i pensionati, le famiglie<br />

e i cittadini possono trovare risposte alle loro domande e ai loro problemi …….<br />

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tutti i giorni, dal LUNEDI’ al VENERDI’, dalle 9.00 alle 12.00<br />

e il LUNEDI, MERCOLEDI’ e VENERDI’, dalle 15.00 alle 18.00<br />

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tutti i giorni,<br />

dal LUNEDI’ al VENERDI’, dalle 9.00 alle 12.00<br />

Lo SPI Cgil: per il CONTROLLO <strong>delle</strong> pensioni, il canone TV (esoneri e rimborsi), gli interventi a favore degli anziani e dei<br />

loro familiari, ovvero cosa fanno i Comuni, i Servizi Sociali, il Servizio Sanitario, le MISURE DI SOSTEGNO AL REDDITO della<br />

Regione e dello Stato. Lo SPI che organizza convegni, incontri e manifestazioni per far partecipare gli anziani e i cittadini alle<br />

scelte e alle iniziative, che promuove eventi per il tempo libero come gite sociali, soggiorni climatici, termali e viaggi; lo SPI<br />

che informa gli anziani sui trasporti sociali pubblici e dell’Auser rivolti alle persone con problemi di deambulazione.<br />

Il patronato INCA - Tel. 0427 71290 - Fax 0427 952161<br />

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dal lunedì al venerdì: 9 / 12.30 e 15/18.30; il merc. anche: 15 / 18.30 - Tel. 0434 545141 – 334 6733509 – e-mail: nidil.pordenone@fvg.cgil.it<br />

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ANTICIPARE la pensione ricorrendo a Quota 100, APE sociale, Opzione DONNA, PRECOCI e USURANTI, ANTICIPATA, ecc.<br />

Il SUNIA – Sindacato Inquilini e Assegnatari - riceve per appuntamento chiamando:<br />

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L’ATLI Auser Insieme PN (vacanze, gite e viaggi individuali e di gruppo, cure termali, ecc.):<br />

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I nostri operatori sono a disposizione anche presso i recapiti SPI Cgil di:<br />

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il 1° e 3° giovedì del mese, dalle 10.30 alle 11.30;<br />

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CLAUT, presso la Sala Anziani, il mercoledì 9.30 / 11.00<br />

il mercoledì dalle 9.30 / 11.00 – Tel.: 339 5604104<br />

ERTO CASSO, presso il Comune, solo previo appuntamento<br />

telefonando al 339 5604104 il mercoledì alle 11.30<br />

MEDUNO, presso il Comune,<br />

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TRAMONTI di SOPRA, presso il Comune,<br />

il 2° martedì del mese, dalle 9.30 alle 10.15;<br />

TRAMONTI di SOTTO, presso il Comune,<br />

il 2° martedì del mese, dalle 10.15 alle 11.00;<br />

SAN GIORGIO RICH., presso il poliambulatorio di via Colonia,<br />

il 2° e 4° mercoledì del mese dalle 16.00 alle 17.00;<br />

VALERIANO, presso la sala dell’ex latteria di via Roma,<br />

il mercoledì dalle 10.00 alle 11.00;<br />

VITO d’ASIO, presso il Comune (loc. Anduins),<br />

il 1° e 3° giovedì del mese, dalle 9.15 alle 10.15;<br />

TRAVESIO, presso Casa d’Andrea (via Roma),<br />

il venerdì dalle 10.15 alle 11.15;<br />

PALUDEA, presso la sala Virginia Tonelli,<br />

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SUCCESSIONE, i rapporti con COLF e BADANTI, il Reddito e la Pensione di cittadinanza, ….


GIOVANNI ANTONIO<br />

DE’ SACCHIS, DETTO<br />

IL PORDENONE<br />

di Gianluca Liva<br />

ESPLORANDO LE VALLI<br />

Le opere del il massimo pittore friulano<br />

del Rinascimento sono piccole gemme<br />

da scoprire e ammirare.<br />

TRAVESIO E LA<br />

PARROCCHIA DI<br />

SAN PIETRO<br />

La pieve di Travesio è<br />

considerata da alcuni<br />

una <strong>delle</strong> più antiche<br />

della zona. L’edificio fu<br />

ricostruito nel corso del<br />

‘400 e, a partire dal 1516,<br />

fu proprio il Pordenone a<br />

occuparsi - a più riprese<br />

- di alcune meravigliose<br />

decorazioni custodite al<br />

suo interno. È così che<br />

nella parrocchia di San<br />

Pietro si trovano il Cristo,<br />

affrescato nella volta nel<br />

1516, vicino alla la Pietà,<br />

che ricoprono le pareti<br />

l’Adorazione dei Magi, la<br />

Decollazione di san Paolo<br />

e la Conversione di Saul,<br />

risalenti tutti al 1526.<br />

Si tratta di capolavori<br />

senza tempo che illustrano<br />

episodi del vecchio e del<br />

nuovo testamento. Nel<br />

sottarco si possono notare,<br />

inoltre, le figure femminili<br />

allegoriche, le cosiddette<br />

Virtù Cardinali: Prudenza,<br />

Temperanza, Carità, Fede,<br />

Giustizia e Fortezza.<br />

Nel corso del ‘700, la<br />

chiesa venne modificata<br />

e ampliata subendo un<br />

intervento radicale al<br />

punto da dovere essere<br />

riconsacrata. Alla fine<br />

del XIX secolo venne<br />

ricostruito anche il<br />

campanile a seguito dei<br />

danni provocati da un<br />

fulmine.<br />

Il Pordenone a travesio - Chiesa parrocciale di San Pietro<br />

ESPLORANDO LE VALLI<br />

1516<br />

«Pare, sì come si è altra<br />

volta a questo proposito<br />

ragionato, che la natura<br />

benigna, madre di tutti,<br />

faccia alcuna fiata dono<br />

di cose rarissime ad<br />

alcuni luoghi che non<br />

ebbero mai di cotali cose<br />

alcuna conoscenza, e<br />

ch’ella faccia anco talora<br />

nascere in un paese di<br />

maniera gl’uomini inclinati<br />

al disegno et alla pittura,<br />

che senza altri maestri,<br />

solo imitando le cose vive<br />

e naturali, divengono<br />

eccellentissimi».<br />

È con queste parole che<br />

Giorgio Vasari, autore<br />

della celeberrima serie<br />

di biografie di artisti<br />

intitolata “Le vite de' più<br />

eccellenti pittori, scultori<br />

e architettori”, introduce<br />

il capitolo dedicato a<br />

Giovanni Antonio de’<br />

Sacchis, meglio conosciuto<br />

Nella chiesa di Santo<br />

Stefano a Valeriano<br />

è custodita una <strong>delle</strong><br />

primissime opere del<br />

Pordenone, un affresco del<br />

come Il Pordenone e<br />

considerato il massimo<br />

pittore friulano del<br />

Rinascimento.<br />

Giovanni Antonio de’<br />

Sacchis nacque nella<br />

città che gli conferì il<br />

soprannome nel 1483 e<br />

morì a Ferrara nel 1539, in<br />

circostanze mai chiarite.<br />

Nel corso della sua intensa<br />

carriera ebbe modo di<br />

arricchire con le sue opere<br />

molte città italiane. Nel suo<br />

percorso, di studi e di vita,<br />

non dimenticò mai le sue<br />

terre d’origine che oggi, a<br />

distanza di secoli, possono<br />

vantare i suoi capolavori.<br />

Le opere del Pordenone<br />

sono così divenute piccole<br />

gemme nascoste nel<br />

territorio <strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e <strong>delle</strong><br />

Dolomiti friulane, una zona<br />

in cui l’artista è stato più<br />

volte al lavoro nel corso<br />

della sua vita.<br />

PINZANO AL TAGLIAMENTO<br />

E VALERIANO<br />

1506<br />

Particolare del trittico a Valeriano<br />

1506 riscoperto solo nel<br />

1907, che raffigura il trittico<br />

di tre santi: San Michele<br />

Arcangelo, San Giovanni<br />

Battista e San Valeriano.<br />

Percorrendo il territorio<br />

e fermandosi in alcuni<br />

dei suoi luoghi più intimi<br />

e suggestivi, si possono<br />

scoprire queste meraviglie<br />

e ammirarle mentre<br />

appaiono resistenti al<br />

tempo e agli eventi di<br />

questi luoghi.<br />

Tutto intorno, lo stesso<br />

paesaggio che ispirava<br />

Giovanni Antonio de’<br />

Sacchis tanti secoli fa.<br />

Un tour per raggiungere<br />

questi luoghi in cui le<br />

opere del Pordenone<br />

sono conservate è<br />

anche l’occasione per<br />

scoprire in maniera<br />

diversa, sempre secondo<br />

le parole del Vasari, lo<br />

sguardo del «pittor nuovo<br />

e stravagante» che al<br />

contempo era «nella pittura<br />

egregio e spedito maestro».<br />

La chiesa è stata riaperta<br />

nel 1985 dopo i lavori<br />

di ristrutturazione resi<br />

necessari dal terremoto del<br />

1976.<br />

E ancora a Valeriano<br />

una seconda presenza<br />

dell’autore: proprio di<br />

fronte alla chiesa di<br />

Santo Stefano si trova la<br />

facciata della chiesa di<br />

Santa Maria dei Battuti,<br />

che venne affrescata<br />

dal Pordenone nel 1524.<br />

Oggi gli affreschi che<br />

raffigurano S. Cristoforo,<br />

la Fuga in Egitto, le figure<br />

dei Santi Giovanni Battista,<br />

Stefano e Valeriano e<br />

l’Incoronazione della<br />

Vergine. sono stati sostituiti<br />

da una decorazione per<br />

LESTANS, CHIESA<br />

PARROCCHIALE<br />

DI SANTA MARIA ASSUNTA<br />

Il presbiterio della chiesa<br />

conserva la volta a crociera<br />

in cui si conserva uno<br />

dei più rilevanti cicli di<br />

affreschi del Cinquecento<br />

in Friuli, dipinto da<br />

Pomponio Amalteo tra<br />

il 1535 e il 1548, ma<br />

con probabile utilizzo<br />

dei disegni preparatori<br />

del suocero Giovanni<br />

Antonio de’ Sacchis detto il<br />

Pordenone.<br />

Chiesa di Lestans durante il sisma del '76<br />

potere essere conservati<br />

all’interno della chiesa.<br />

All’interno della cappella<br />

si trova, invece, la<br />

Natività dipinta nel 1527.<br />

Un’altra testimonianza<br />

dell’artista in una <strong>delle</strong><br />

pievi della Pedemontana,<br />

in cui da poco è stato<br />

inaugurato il lavoro di<br />

restauro, necessario poiché<br />

gli affreschi versavano<br />

in pessime condizioni,<br />

anche a causa della<br />

tecnica usata dall’artista,<br />

che nell’intonaco impastò<br />

segatura di legno e fibre<br />

vegetali.<br />

Il paesaggio raffigurato<br />

nell’opera è proprio quello<br />

della pedemontana, come<br />

a ribadire il legame del<br />

Pordenone con il territorio.<br />

Presbiterio con volta a crociera - Lestans<br />

IL COSTO<br />

DELLA BELLEZZA<br />

Alcuni documenti<br />

d’archivio, con riferimento<br />

alla chiesa notificano<br />

la somma elargita al<br />

Pordenone il 30 novembre<br />

1525 dai camerari di<br />

Lestans e dai rappresentati<br />

della Villa, i quali<br />

convennero con l’artista<br />

per «dipingere la cuba<br />

il 27 maggio 1526»: in<br />

quella data il Pordenone<br />

sottoscrive la ricevuta di<br />

40 lire.<br />

Pochi chilometri più in<br />

là, nella chiesa di San<br />

Martino, a Pinzano al<br />

Tagliamento, si possono<br />

ammirare, nelle due<br />

Il 27 maggio il pittore<br />

sottoscrive ai camerari la<br />

ricevuta della somma di<br />

lire 135. Il 20 gennaio 1528<br />

riceve ducati 5 a lire 6/4<br />

assi e 31 e firma di propria<br />

mano.<br />

In aggiunta alla<br />

"contabilità" a firma<br />

del Pordenone, sono<br />

stati conservati anche<br />

i pagamenti fatti<br />

all’Amalteo: 18 versamenti<br />

dal 1535 al 1551<br />

cappelle laterali, una<br />

Madonna col Bambino e il<br />

martirio di San Sebastiano,<br />

risalenti al periodo 1526-<br />

1527.<br />

1535/1548<br />

SPILIMBERGO, IL DUOMO<br />

E LA CHIESA DI SAN<br />

LORENZO A VACILE<br />

Sono datati al massimo<br />

1508 gli affreschi che<br />

ornano la chiesa di San<br />

Lorenzo Martire a Vacile,<br />

frazione del Comune di<br />

Spilimbergo.<br />

Nella volta si osservano<br />

il Cristo risorto con<br />

Evangelisti, Dottori della<br />

Chiesa e i Profeti mentre<br />

nel sottarco spiccano le<br />

figure dei Santi. Ai lati,<br />

lungo le pareti, il Martirio<br />

di San Sebastiano e San<br />

Lorenzo, la Resurrezione<br />

di Cristo, l’Angelo<br />

annunciante e molti altri<br />

episodi.<br />

Nella Chiesa di Santa<br />

Maria Maggiore,<br />

principale luogo di culto<br />

di Spilimbergo ritorna<br />

un’inusuale opera di<br />

Giovanni Antonio de’<br />

Sacchis: il cassone<br />

dell’organo rinascimentale,<br />

in origine costruito da<br />

Bernardino Vicentino da<br />

Venezia nel 1515, venne<br />

decorato dal Pordenone<br />

nel 1525. Le preziosissime<br />

e meravigliose ante<br />

dell’organo raffigurano<br />

l’Assunzione di Maria, la<br />

Caduta di Simon Mago e<br />

la Conversione di Saulo,<br />

mentre nel parapetto che<br />

delimita lo spazio riservato<br />

ai cantori sono presenti<br />

cinque tavole raffiguranti<br />

le Storie della Vergine e i<br />

Paggi.<br />

40<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 41


ENDEMISMI<br />

BRULICANTI<br />

STRUTTURE<br />

ABBANDONATE<br />

di Tiziano Fiorenza<br />

L<br />

’umanità fin dagli albori della sua<br />

esistenza ha costruito manufatti edilizi<br />

di varia utilità che spesso poi ha dovuto<br />

abbandonare. E che la natura ha saputo<br />

riutilizzare.<br />

Un week end di scienza<br />

Si sta affermando come uno degli appuntamenti scientifici dell’autunno, il Malnisio Science Festival - il festival friulano dedicato alla scienza<br />

- che quest’anno inaugura la terza edizione, sempre nella splendida cornice della centrale Pitter. Il tema di quest’anno sarà la “creatività nella<br />

scienza”: cambia il tema, ma si mantiene la formula fatta di oltre 30 conferenze gratuite, in parallelo, ogni 45 minuti, per far conoscere ai non<br />

addetti ai lavori le più interessanti novità in medicina, in astrofisica, in psicologia fisiologica, in robotica, in glaciologia, nella comunicazione<br />

della scienza. Si parlerà degli effetti sul cervello <strong>delle</strong> pratiche meditative e contemplative, di come si formano le connessioni nervose ma anche<br />

dell’uso del fumetto per divulgare la scienza.<br />

L’abbandono <strong>delle</strong><br />

zone rurali vede ovunque<br />

la presenza di edifici<br />

abbandonati spesso<br />

in pietra, talvolta in<br />

calcestruzzo. In ogni<br />

caso, se poco frequentati,<br />

rappresentano un rifugio di<br />

prim’ordine.<br />

Così come i muretti di<br />

pietra, che l’uomo ha<br />

realizzato per avere un<br />

terreno erboso più ricco<br />

e utile, costruiti senza<br />

usi di malte o cemento<br />

nel tempo sono rientrati<br />

nell’ecosistema e nel<br />

paesaggio locale: qui si<br />

insediano interessanti<br />

specie di piante, molti<br />

animali, spesso diventando<br />

la casa dei rettili.<br />

Vicini vicini<br />

I vecchi edifici<br />

abbandonati sono<br />

un’attrazione irresistibile<br />

per molte specie di<br />

animali. I rapaci notturni<br />

colonizzano tutte le<br />

vecchie strutture purché<br />

prive di disturbo e fra<br />

questi vanno menzionati<br />

senz’altro la civetta<br />

(Athenae noctua) e il<br />

barbagianni (Tyto alba),<br />

specie quest’ultima,<br />

sempre più rara, anche<br />

se da noi presente ancora<br />

con diverse coppie<br />

soprattutto nell’area<br />

magredile.<br />

Il Barbagianni è il rapace<br />

notturno, più vivacemente<br />

colorato, caratterizzato<br />

da un ventre bianco e un<br />

volto a forma di cuore<br />

in cui spiccano i due<br />

occhi completamente<br />

neri. Non solo uccelli si<br />

trovano nei ruderi<br />

abbandonati,<br />

che sono<br />

molto<br />

frequentati<br />

anche da<br />

diverse specie<br />

di mammiferi<br />

come il ghiro<br />

(Glis glis), il<br />

ratto nero (Rattus<br />

rattus), la faina<br />

(Martes foina) che<br />

notoriamente alleva<br />

i propri piccoli in<br />

questi edifici. La faina,<br />

spessissimo confusa con<br />

l’affine martora (Martes<br />

martes) specie questa<br />

forestale, da sempre<br />

abita vicino all’uomo<br />

tanto che questa<br />

specie è presente dalle<br />

nostre parti appena da<br />

6-8000 anni, cioè proprio<br />

quando i nostri antenati<br />

son giunti in queste terre<br />

provenendo da oriente<br />

e trasformando<br />

pesantemente il<br />

territorio tramite<br />

disboscamenti e<br />

l’agricoltura.<br />

Le strutture militari<br />

Dal termine della guerra<br />

fredda anche molte<br />

strutture militari sono<br />

state dismesse. Spesso<br />

di tratta di bunker,<br />

casermette, ricoveri<br />

scavati nel sottosuolo<br />

freschi e riservati.<br />

Questi ambienti sono la<br />

dimora d’eccellenza per<br />

diverse specie di pipistrelli,<br />

alcune piuttosto rare, che<br />

trovano in queste strutture<br />

dei validi surrogati ai loro<br />

ambienti originari, spesso<br />

disturbati per la presenza<br />

turistica (si pensi alle<br />

grotte turistiche) o da altre<br />

attività umane.<br />

In questo contesto merita<br />

ricordare l’imponente<br />

tempio ossario germanico<br />

di Col Pion, a Pinzano<br />

al Tagliamento. Questa<br />

struttura, che doveva<br />

essere un monumento ai<br />

soldati tedeschi caduti<br />

durante la prima guerra<br />

mondiale, rappresenta<br />

un sito ormai di<br />

fondamentale importanza<br />

per la tutela di una <strong>delle</strong><br />

più importanti colonie (se<br />

non la più importante) di<br />

rinolofo ferro di cavallo<br />

minore (Rinolophus<br />

hipposideros).<br />

Tempio di Col Pion a Pinzano<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 43


VICINI DI CASA<br />

IL VOLO<br />

SILENZIOSO<br />

DEI PIPISTRELLI<br />

di Tiziano Fiorenza<br />

In Friuli Venezia Giulia ci sono circa 30 specie<br />

di pipistrelli, alcune presenti in modo<br />

costante, altre meno frequenti. I “nutui”<br />

perciò rappresentano un terzo <strong>delle</strong> specie di<br />

mammiferi del Nord Est d’Italia.<br />

Hanno un nome<br />

scientifico difficile,<br />

chirotteri, ma restano i<br />

simpatici compagni <strong>delle</strong><br />

notti estive quando il volo<br />

silenzioso tratteggia il cielo<br />

buio.<br />

Sì, perché i pipistrelli,<br />

oltre a essere gli unici<br />

mammiferi volanti,<br />

posseggono degli organi<br />

con cui inviano segnali<br />

acustici per potersi<br />

orientare nel buio più fitto,<br />

nella stessa maniera in cui<br />

fa un sommergibile con il<br />

suo sonar nel fondo oscuro<br />

degli oceani.<br />

La cosa strana è che,<br />

nonostante facciano parte<br />

del nostro immaginario<br />

collettivo, scientificamente<br />

sono ancora poco<br />

conosciuti: si pensi<br />

che a livello europeo,<br />

praticamente non passa<br />

anno che non venga<br />

descritta una nuova specie<br />

di pipistrello.<br />

Quello che si sa, invece,<br />

è che i pipistrelli sono<br />

utilissimi all’ecosistema<br />

e sono degli indicatori<br />

ecologici notevoli: se le<br />

Tutti i chirotteri<br />

rientrano fra le specie<br />

particolarmente protette.<br />

Per qualunque dubbio, si<br />

può contattare il Corpo<br />

Forestale Regionale.<br />

corpoforestale@regione.fvg.it<br />

Tel. 0432 555111<br />

nostre abitazioni sono<br />

abitate da questi “signori<br />

della notte” probabilmente<br />

viviamo in un territorio<br />

sano e salubre.<br />

Ṙinofoli, piccoli<br />

gioielli pedemontani<br />

Rinolophus hipposideros<br />

Nei sottotetti <strong>delle</strong><br />

case meno frequentate<br />

o abbandonate può<br />

capitare di osservare dei<br />

gruppetti di alcune decine<br />

di individui di pipistrelli<br />

appesi alla volta del<br />

soffitto a testa in giù, con<br />

una forma che ricorda una<br />

goccia.<br />

Sono per lo più ferro<br />

di cavallo minori<br />

(Rinolophus hipposideros)<br />

che si caratterizzano<br />

per avere un’appendice<br />

nasale a forma di foglia,<br />

caratteristica per ciascuna<br />

specie, con cui raccolgono<br />

i segnali acustici di ritorno.<br />

La frequenza con cui lo<br />

si incontra da noi non<br />

deve trarre in inganno: è<br />

una specie rara e molto<br />

diminuita in tutta Europa,<br />

anzi le popolazioni più<br />

consistenti sopravvivono<br />

proprio nel nostro territorio<br />

e nella vicina Slovenia.<br />

Durante il periodo<br />

invernale tende a spostarsi<br />

in zone più riservate e<br />

umide, come le parti<br />

interne e meno disturbate<br />

di grotte o di vecchi bunker.<br />

In tali siti può essere<br />

sorpreso a svernare col<br />

suo fratello di dimensioni<br />

maggiori: il ferro di cavallo<br />

maggiore (Rinolophus<br />

ferrumequinum).<br />

Tra le vecchie case<br />

Fra i piccoli interstizi <strong>delle</strong><br />

abitazioni, la specie più<br />

frequente è il pipistrello<br />

albolimbato (Pipistrellus<br />

khulii), un piccolo esserino<br />

volante che ci allevia non<br />

poco dalla presenza di<br />

insetti fastidiosi durante le<br />

notti estive. Si riconosce<br />

per avere il margine della<br />

membrana alare di colore<br />

bianco.<br />

Negli stessi ambienti<br />

vive, ma ben più grosso,<br />

il serotino comune<br />

(Eptesicus serotinus),<br />

noto con diversi gruppi<br />

riproduttivi in tutta la<br />

pedemontana. Si nutre<br />

di prede di maggiori<br />

dimensioni rispetto alla<br />

specie precedente e tende<br />

a essere più riservato.<br />

Serotino, Fanna<br />

Le ultime due specie, come<br />

le seguenti, posseggono<br />

un’appendice davanti<br />

all’orecchio detta trago,<br />

BATBOX<br />

È possibile predisporre<br />

nelle zone adatte<br />

<strong>delle</strong> apposite batbox,<br />

ovvero <strong>delle</strong> casette<br />

per pipistrelli, di facile<br />

rinvenimento nei<br />

negozi di animali,<br />

talvolta anche nei<br />

supermercati.<br />

che ha la funzione di<br />

intercettare il segnale<br />

acustico di ritorno emesso<br />

dal pipistrello. Questi<br />

pipistrelli appartengono<br />

tutti al gruppo dei<br />

Vespertilionidi.<br />

Pipistrelli dalle<br />

grandi orecchie<br />

Molto familiari sono gli<br />

orecchioni, ovvero quei<br />

pipistrelli dotati di orecchie<br />

spropositate rispetto<br />

alle loro dimensioni.<br />

Da noi le specie che si<br />

rinvengono normalmente<br />

sono l’orecchione bruno<br />

(Plecotus auritus) e<br />

l’orecchione alpino<br />

(Plecotus macrobullaris).<br />

Proprio questi animali<br />

negli ultimi anni hanno<br />

sortito diverse sorprese:<br />

si è scoperto, infatti, che<br />

appartengono a più specie<br />

simili fra di loro.<br />

L’ultimo “arrivato”<br />

L’ultima specie contattata<br />

nelle nostre zone è il<br />

grande molosso di cestoni<br />

(Tadarida teniotis), uno<br />

strano pipistrello con la<br />

coda simile a quella dei<br />

topi (con cui non sono<br />

nemmeno lontani parenti),<br />

che ama soprattutto<br />

le falesie rocciose. È<br />

l’unico rappresentante<br />

locale della famiglia dei<br />

Molossidi.<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 45


IN MONTAGNA<br />

AL MONTE BORGÀ<br />

E AI "LIBRI DI SAN<br />

DANIELE"<br />

Monte Buscada<br />

La Palazza<br />

Monte Duranno<br />

Borgà<br />

di Roberto Prinzivalli, Amministratore di I love Friuli<br />

Al confine occidentale<br />

della nostra regione,<br />

in comune di Erto e<br />

Casso, si trova uno dei<br />

luoghi geologicamente<br />

e naturalisticamente più<br />

curiosi e affascinanti del<br />

nostro territorio<br />

Quota massima:<br />

2.228 mt SLM<br />

Dislivello:<br />

1.500 mt<br />

Sviluppo:<br />

10,5 km<br />

Difficoltà:<br />

Percorso impegnativo considerando la pendenza<br />

e il fondo del sentiero fino alla forcella<br />

Periodo:<br />

Tutto l'anno<br />

2<br />

LIBRI<br />

DI SAN<br />

DANIELE<br />

1<br />

MONTE<br />

BORGÀ<br />

1<br />

Raggiunto l'abitato di Erto<br />

si seguono le indicazioni<br />

per la Val Zemola;<br />

all'imbocco della valle, in<br />

prossimità di una curva<br />

si notano le indicazioni<br />

per il sentiero CAI 381 che<br />

si stacca sulla sinistra;<br />

qui, con pendenza subito<br />

2<br />

PRIMA TAPPA:<br />

DA ERTO AL MONTE BORGÀ<br />

impegnativa, comincia il<br />

percorso che si sviluppa<br />

per prati tra le ultime<br />

abitazioni di Erto fino ad<br />

imboccare rapidamente<br />

una mulattiera, che si<br />

inoltra decisa nel bosco.<br />

Si raggiunge un breve<br />

traverso che fa rifiatare<br />

SECONDA TAPPA:<br />

DAL MONTE BORGÀ AI LIBRI DI SAN DANIELE<br />

Panoramica dalla vetta dello Sterpezza verso il Borgà, il Duranno e le Dolomiti Cadorine<br />

e poi si riprende a<br />

salire faticosamente<br />

nel bosco camminando<br />

incessantemente su fondo<br />

tendenzialmente ghiaioso<br />

e sconnesso; ignorando<br />

il bivio con il "trui dal<br />

sciarbon" e raggiunta<br />

una prima radura, la si<br />

Monte Borga' dalla forcella<br />

attraversa velocemente e<br />

si prosegue uscendo dalla<br />

fascia boschiva trovandosi<br />

ora in uno dei tratti più<br />

impegnativi del tragitto.<br />

Giunti a un bivio si<br />

prosegue a sinistra e si<br />

inizia a risalire tra ghiaie<br />

grossolane e l'abbraccio<br />

dei pini mughi seguendo<br />

quasi la verticale del<br />

percorso; con fatica si<br />

esce da questo tratto e<br />

ora il sentiero, in modo<br />

più dolce, traversa a zig<br />

zag un'ultima fascia di<br />

pini mughi che conduce,<br />

dopo un ultimo traverso<br />

ghiaioso, ai ruderi della<br />

vecchia casera Borgà dove<br />

è possibile visualizzare il<br />

tratto finale da percorrere<br />

per raggiungere la forcella<br />

che divide idealmente in<br />

due il percorso.<br />

Quest'ultima parte sale<br />

sempre in modo molto<br />

deciso e, tra ghiaie, balze<br />

erbose e roccette conduce<br />

a un bivio in prossimità di<br />

una forcella estremamente<br />

panoramica; qui il sentiero<br />

si divide ed è possibile<br />

decidere se andare a<br />

destra e raggiungere<br />

prima la vetta del monte<br />

Borgà oppure a sinistra<br />

raggiungendo i "libri di<br />

San Daniele"; svoltato<br />

quindi a destra, seguendo<br />

il sentiero che traversa con<br />

pendenza meno marcata<br />

dei magnifici prati d'alta<br />

quota, si raggiunge la<br />

spettacolare vetta del<br />

monte Borgà.<br />

a vista che si apre da qui<br />

lascia senza parole. Ci si<br />

trova sospesi su un baratro<br />

con una vista che consente<br />

di essere spettatori in<br />

prima fila sulla valle del<br />

Piave, sulle Dolomiti e sui<br />

vicini Monte Duranno e val<br />

Zemola.<br />

L'ampia vetta permette di<br />

riposare un po' godendo<br />

di tanta bellezza prima<br />

di ripartire alla volta della<br />

prossima mèta.<br />

46<br />

alcuni suggerimenti<br />

per un’escursione<br />

felice<br />

1. Si fatica molto in salita e<br />

altrettanto vale per la discesa<br />

2. L'intero percorso si sviluppa in<br />

versante sud: è sconsigliato in<br />

giornate particolarmente calde e<br />

afose<br />

3. È buona norma partire molto presto<br />

al mattino<br />

4. Le fonti d'acqua sono praticamente<br />

assenti<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

Esplorando le valli,<br />

guardando a occidente,<br />

è possibile scoprire un<br />

luogo magico e<br />

selvaggio, oggetto di<br />

racconti e leggende,<br />

che per essere<br />

raggiunto richiede<br />

un giusto tributo<br />

di fatica e sudore<br />

con un'ascesa non<br />

lunghissima ma<br />

piuttosto impegnativa per<br />

pendenza e fondo.<br />

Il tragitto proposto<br />

conduce prima alla cima<br />

del Monte Borgà e poi, in<br />

quota, per magnifici prati<br />

alpini, al sito dei "libri di<br />

San Daniele".<br />

Ripreso a ritroso il sentiero<br />

si torna velocemente alla<br />

forcella panoramica e si<br />

prosegue lungo il versante<br />

opposto risalendo un breve<br />

pendio e poi un magnifico<br />

traverso, con numerosi<br />

saliscendi, attraverso degli<br />

incredibili prati colmi di<br />

fiori e vegetazione alpina.<br />

Qui la vista è totalmente<br />

rapita dalla bellezza dei<br />

luoghi e dei panorami e<br />

camminare non costa più<br />

fatica. Tuttavia il contrasto<br />

tra questa bellezza e la<br />

tristemente famosa frana<br />

del monte Toc, che da<br />

qui appare in tutta la sua<br />

enormità, genera un forte<br />

contrasto emotivo che non<br />

può non indurre a riflettere<br />

sul rapporto tra uomo e<br />

Madre Natura.<br />

Il luogo che si percorre<br />

è ricchissimo di fauna<br />

selvatica per cui sono<br />

molto frequenti gli incontri<br />

o gli avvistamenti di<br />

camosci, stambecchi o<br />

marmotte; rapidamente,<br />

traversando sotto la cima<br />

del Monte Sterpezza<br />

(volendo raggiungibile in<br />

pochissimi minuti e senza<br />

difficoltà) e perdendo<br />

leggermente quota, si<br />

raggiungono, vedendoli<br />

solo all'ultimo istante,<br />

i famosi "libri di San<br />

Daniele".<br />

Qui si rimane sbalorditi<br />

dallo spettacolo della<br />

natura; camminando tra le<br />

rocce stratificate, si vede<br />

come i fenomeni erosivi ed<br />

il tempo abbiano creato un<br />

luogo in cui realmente pare<br />

di trovarsi tra le pagine<br />

sovrapposte di vecchi libri<br />

pietrificati; ogni angolo<br />

offre una prospettiva<br />

diversa, l'atmosfera<br />

trasmette emozioni uniche<br />

e il visitatore sembra<br />

sentirsi sospeso tra le<br />

pieghe del tempo.<br />

Terminata la visita ai "libri",<br />

il tragitto prevede il rientro<br />

seguendo il medesimo<br />

itinerario dell'andata,<br />

proseguendo fino alla<br />

forcella e scendendo<br />

all'abitato di Erto.<br />

Libri di San Daniele e valle<br />

del Piave sullo sfondo<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 47


ESPLORAZIONI<br />

PICCOLE<br />

STORIE<br />

DI PAESE<br />

suggestioni di Giuliano Boraso<br />

Personaggi locali, protagonisti di<br />

vicende che si svolgono in luoghi<br />

riconoscibili, ci offrono lo sguardo per<br />

vedere con luce nuova i panorami che ci<br />

circondano.<br />

IL LIBRO DI<br />

BENITO. LA<br />

VITA DI BENITO<br />

BELTRAME,<br />

IL "MAESTRO<br />

DELLA VAL<br />

COLVERA"<br />

di Marco Sparti<br />

Benito Beltrame ha<br />

dedicato tutta la sua vita<br />

all'insegnamento.<br />

Per trentadue anni è stato il<br />

"maestro della Val Colvera",<br />

istruendo generazioni<br />

di bambini e ragazzi<br />

dei comuni di Frisanco,<br />

Poffabro e Maniago. E<br />

dopo essere andato in<br />

pensione nel 1978, eccolo<br />

rimettersi in cattedra nel<br />

2015, all'età di 92 anni,<br />

per insegnare italiano a<br />

un gruppo di profughi<br />

africani sbarcati in Sicilia e<br />

trasferiti in Friuli.<br />

"La stagione alpinistica<br />

1902 sta per finire. Sotto una<br />

pioggia battente, finalmente<br />

arriviamo a Longarone. È<br />

una gioia per noi riuscire,<br />

non senza combattere, a<br />

LE DOLOMITI<br />

FRIULANE.<br />

IL VIAGGIO<br />

1900 - 1906<br />

Luca Calvi e Eugenio<br />

Maria Cipriani<br />

emergere da quel guscio e<br />

poter festeggiare la nostra<br />

liberazione con un lauto<br />

pranzo. Vogliamo però<br />

sfruttare il pomeriggio per<br />

guadagnare strada e quota<br />

arrivando sino a Cimolais."<br />

Prende così avvio la grande<br />

scalata alle Dolomiti <strong>Friulane</strong>,<br />

e al loro gioiello, il Campanile<br />

di Val Montanaia; luoghi<br />

di pietra, i più arcaici e<br />

incontaminati dell'intero<br />

maestoso arco alpino.<br />

6 USCITE/ANNO<br />

FALISCJIS /<br />

FAVILLE. STORIIS<br />

DI FÛC E DI FUM /<br />

STORIE DI FUOCO<br />

E DI FUMO<br />

di Cristina Noacco<br />

La voce del fuoco, emersa<br />

dal falò che brucia nella<br />

notte dell’Epifania in un<br />

paese nel cuore del Friuli,<br />

invita ad ascoltare le storie<br />

<strong>delle</strong> faville che si innalzano<br />

ad accendere per un attimo<br />

la notte e che ricadono<br />

spente, cenere.<br />

Una dopo l’altra, le storie<br />

raccontano la vita del<br />

paese e le gioie e i drammi<br />

condivisi. Non compongono<br />

un’eco nostalgica del<br />

passato ma, dialogando<br />

con la cultura di oggi,<br />

spiegano le fondamenta<br />

del presente. Diventano<br />

le gesta degli avi che,<br />

tramandate, trasmettono<br />

alla comunità il valore dello<br />

stare insieme.Testo bilingue<br />

friulano e italiano.<br />

Ambientato tra il 1924<br />

e il 1927, il racconto è<br />

un’intricata e appassionante<br />

vicenda che si snoda tra<br />

le vette, percorrendo i<br />

sentieri che da fondovalle<br />

salgono all’Altopiano del<br />

LA MONTAGNA<br />

DELLE<br />

GENZIANE<br />

di Mario Tomadini<br />

Monte Cavallo. La maggior<br />

parte dei protagonisti del<br />

romanzo è realmente<br />

vissuta, come reali sono<br />

i luoghi menzionati<br />

che vanno dalla fascia<br />

pedemontana avianese a<br />

salire tra malghe e alpeggi<br />

tutt’ora in uso, fino all’arco<br />

<strong>delle</strong> cime pordenonesi.<br />

L’ultima fatica letteraria di<br />

Mario Tomadini è un libro<br />

che parla di vette, amicizia<br />

e di miserie, di ricordi e<br />

d’amore, la storia di molti<br />

ma, anche quella vera del<br />

nostro territorio.<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 49


CANAIS<br />

SCACCO<br />

AL RE<br />

di redazione<br />

Re e regine, alfieri, cavalli, torri e pedoni<br />

continuano ad affrontarsi in un gioco<br />

antichissimo di guerra simulata che<br />

sviluppa le capacità logiche, aumenta la<br />

concentrazione, sviluppa la memoria.<br />

TESSERATI ITALIA<br />

PER REGIONE (2017)<br />

In Friuli:<br />

400<br />

Tesserati/<br />

È difficile<br />

fare una stima<br />

di quanti<br />

giochino a<br />

scacchi. La<br />

maggiore<br />

diffusione si ha<br />

nei Paesi dell’ex<br />

Unione Sovietica, ma<br />

stanno prendendo sempre<br />

più piede anche altrove. In<br />

Italia, se guardiamo ai soli<br />

tesserati alla Federazione<br />

ci attestiamo a circa 3,7<br />

scacchisti ogni 10.000<br />

abitanti, con il Friuli nella<br />

media nazionale.<br />

Un hobby che spesso<br />

è sottovalutato come<br />

attività per l’infanzia,<br />

mentre avrebbe tutte le<br />

potenzialità per accrescere<br />

le capacità logiche e di<br />

relazione, ne abbiamo<br />

parlato con Alessandro<br />

Bonazza, Presidente<br />

Circolo Scacchi Maniago.<br />

Gli scacchi sono adatti ai<br />

bambini?<br />

C’è una naturale curiosità<br />

dei bambini che li spinge<br />

a voler capire questo<br />

“gioco da adulti e possono<br />

ottenere risultati di<br />

assoluta eccellenza. In<br />

regione il nucleo di giovani<br />

scacchisti di Palmanova<br />

ha conquistato<br />

il titolo di<br />

nazionale<br />

per scuole<br />

primarie,<br />

così come<br />

il triestino<br />

Nicolas Perossa<br />

nell’individuale tra gli<br />

U10.<br />

Che vantaggi possono<br />

avere sui più<br />

piccoli?<br />

Vale la considerazione<br />

dell’ex Campione del<br />

mondo Alexander Alekine:<br />

“gli scacchi insegnano<br />

in primo luogo ad essere<br />

obiettivi”. In questo<br />

vediamo un grande valore<br />

educativo. La difficoltà<br />

di accettare la sconfitta<br />

rappresenta a volte un<br />

ostacolo nell’approcciarsi<br />

a questo gioco da parte<br />

dei bambini, ma proprio<br />

per questo è una palestra<br />

per accrescere il livello di<br />

maturità, per spingere i<br />

propri limiti e per imparare<br />

a relazionarsi con gli altri,<br />

in un gioco che in qualche<br />

modo simula le dinamiche<br />

che si presenteranno nella<br />

vita.<br />

In più, per loro natura gli<br />

scacchi hanno un aspetto<br />

tattico, in cui si deve capire<br />

cosa fare a breve, e un<br />

aspetto strategico, che<br />

ci dice come acquisire<br />

un vantaggio a lungo<br />

termine: porta a fare dei<br />

ragionamenti che non<br />

hanno equivalenti nei<br />

videogiochi o playstation<br />

in cui si privilegia invece<br />

la velocità a discapito del<br />

pensiero profondo.<br />

Spesso si associano gli<br />

scacchi alle persone colte.<br />

Una maggior propensione<br />

alla logica e l’essere<br />

genuinamente obiettivi<br />

nelle valutazioni<br />

sono forse i tratti che<br />

più accomunano gli<br />

scacchisti. Ma di sicuro<br />

la forza di uno scacchista<br />

non dipende dal suo<br />

titolo di studio, di questo<br />

abbiamo abbondanti<br />

evidenze.<br />

Ogni partita è un nuovo<br />

inizio, e contano solo<br />

capacità di calcolo e la<br />

preparazione specifica,<br />

cioè predisposizione e<br />

tempo dedicato.<br />

Come Circolo Scacchi<br />

Maniago organizziamo<br />

<strong>delle</strong> attività per i giovani<br />

e tornei appositi. Vogliamo<br />

però anche mantenere le<br />

giuste proporzioni: prima<br />

deve venire la scuola, poi<br />

lo sport all’aria aperta e,<br />

se proprio uno sente la<br />

vocazione, ci sono anche<br />

gli scacchi.<br />

La lentezza del gioco non<br />

lo rende meno attrattivo<br />

per i più giovani?<br />

È la caratteristica peculiare<br />

del gioco. L’antitesi del<br />

“tutto e subito” a cui ci<br />

stiamo abituando. In ogni<br />

caso, anche se le regole<br />

sono immutabili, può<br />

cambiare il ritmo <strong>delle</strong><br />

partite.<br />

In che modo?<br />

Esistono i tornei “blitz”,<br />

cioè con partite che<br />

durano al massimo 15<br />

minuti e che danno luogo<br />

a battaglie interessanti e<br />

piene di capovolgimenti<br />

di fronte. Ma i tempi<br />

possono passare dai<br />

“5 minuti” a testa (per<br />

finire la partita) o, per le<br />

partite “pensate”, a 5 ore<br />

complessive. Sembra<br />

un’eternità, ma quando ci<br />

si siede alla scacchiera e<br />

si comincia ad analizzare<br />

il tempo vola.<br />

Una cosa che non smette<br />

mai di stupirmi.<br />

1000 abitanti<br />

Parlando di scacchi,<br />

ritornano frequentemente<br />

concetti quali continuare<br />

a imparare e migliorare.<br />

Perché?<br />

Perché gli scacchi sono<br />

un gioco a combinazioni<br />

potenzialmente infinite:<br />

nessuno potrà mai dominarlo<br />

completamente. Il traguardo<br />

può essere solo la ricerca<br />

del continuo miglioramento.<br />

Ognuno a suo modo, nelle<br />

infinite varianti in cui il gioco<br />

può essere affrontato.<br />

Concludendo, perché<br />

un giovane dovrebbe<br />

avvicinarsi agli scacchi?<br />

Fa parte della nostra identità<br />

culturale occidentale<br />

(in oriente si gioca<br />

prevalentemente a Go, che<br />

ha un livello di complessità<br />

superiore). Se non altro<br />

credo che dovremmo tutti<br />

conoscerne le mosse.<br />

È divertente, appassionante<br />

e contribuisce a<br />

sviluppare il pensiero<br />

logico e la relazione con<br />

il nostro prossimo, che<br />

può essere visto come<br />

antagonista, avversario, ma<br />

indirettamente anche come<br />

maestro, nel momento in<br />

cui vogliamo migliorarci<br />

per batterlo. E come tale<br />

impariamo a rispettarlo.<br />

Il sito:<br />

www.maniagoscacchi.it<br />

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L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>


GITA D’ISTRUZIONE<br />

IL GIORNALISMO<br />

NELLE SCUOLE<br />

di Elena Tomat<br />

Migliorare le abilità di scrittura,<br />

sviluppare l’attenzione verso il<br />

mondo circostante, imparare a selezionare<br />

e filtrare le informazioni: sono solo<br />

alcune <strong>delle</strong> motivazioni che spingono<br />

gli insegnanti, a tutti i livelli scolastici,<br />

a inserire il giornalismo nei programmi<br />

didattici.<br />

Parlare di giornali in<br />

classe – o provare a farli<br />

– significa soprattutto<br />

cimentarsi negli strumenti<br />

digitali <strong>delle</strong> redazioni<br />

online: il notiziario di carta<br />

è una presenza piuttosto<br />

rara sui banchi.<br />

Esistono però esperienze<br />

che cercano di coniugare<br />

entrambe le realtà, come<br />

in ogni vero quotidiano<br />

che si rispetti.<br />

Il Liceo “Torricelli” di<br />

Maniago ha avviato un<br />

progetto, in collaborazione<br />

con l’UTI <strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e<br />

Dolomiti friulane, per la<br />

creazione di una piccola<br />

redazione di studenti,<br />

provenienti da classi<br />

diverse, interessati a<br />

occuparsi di scrittura<br />

giornalistica sia su carta<br />

che su web.<br />

E così, i ragazzi, dopo<br />

alcune ore di formazione<br />

in classe sotto la<br />

guida di un giornalista<br />

professionista, hanno<br />

avuto l'opportunità<br />

di cimentarsi in un<br />

laboratorio pratico sulla<br />

scrittura.<br />

STEFANO CROCICCHIA<br />

(docente di Lettere e tutor del progetto)<br />

L’obiettivo è capire come si scrive<br />

un pezzo, ma soprattutto provare<br />

a realizzarlo, sfruttando quegli<br />

accorgimenti pratici che chi lavora<br />

in redazione conosce. E gli allievi<br />

hanno dimostrato di apprezzare,<br />

tanto che alcuni sperano di<br />

diventare giornalisti in futuro.<br />

Il prossimo passo dovrebbe<br />

essere la creazione, a partire dal<br />

prossimo anno, di una redazione<br />

web, composta da studenti del<br />

triennio che siano interessati a<br />

raccontare ciò che succede, sia a<br />

livello nazionale che locale, con<br />

l’occhio dei giovani ma non solo<br />

per i giovani.<br />

Si comincia<br />

da piccoli<br />

È già una realtà<br />

consolidata, invece, il<br />

progetto di un’altra scuola<br />

del territorio, la primaria<br />

“Tangram” di Campagna,<br />

frazione di Maniago, che<br />

da diversi anni realizza<br />

un giornalino online<br />

con gli articoli scritti dai<br />

suoi giovani alunni. La<br />

redazione vera e propria<br />

è composta dai membri<br />

della classe quinta, ma le<br />

notizie vengono raccolte<br />

da tanti “informatori”<br />

interni che segnalano<br />

gli avvenimenti più<br />

importanti, sia accaduti<br />

a scuola che fuori. Un<br />

esempio? La visita a<br />

un’azienda agricola locale,<br />

l’inaugurazione del parco<br />

giochi del paese, o la<br />

riunione del Consiglio<br />

comunale dei ragazzi.<br />

I bambini sono entusiasti,<br />

fanno a gara per<br />

trovare nuove notizie<br />

da pubblicare e si<br />

esercitano a lavorare in<br />

gruppo, perché scrivono<br />

in classe tutti assieme,<br />

con l’aiuto della maestra<br />

e dei moderni strumenti<br />

didattici come la lavagna<br />

interattiva multimediale.<br />

Il giornalino<br />

“Tangramaniago” ha<br />

già ricevuto importanti<br />

riconoscimenti:<br />

quest’anno, per il secondo<br />

anno consecutivo, è<br />

stato inserito tra i primi<br />

cento giornalini online<br />

d’Italia dall’Associazione<br />

nazionale giornalismo<br />

scolastico, unico in Friuli<br />

Venezia Giulia. Con un<br />

premio non da poco<br />

per i piccoli “scrittori<br />

in erba”: il tesserino di<br />

giornalista scolastico.<br />

“È un risultato che ci<br />

rende molto orgogliosi,<br />

ottenuto grazie al lavoro<br />

in team <strong>delle</strong> maestre”<br />

ci tiene a sottolineare<br />

Luisa Zecchin, che segue<br />

il progetto da quando la<br />

sua ideatrice, Giuliana<br />

Massaro, è andata in<br />

pensione. Se l’obiettivo<br />

iniziale era avvicinare<br />

gli alunni all’uso degli<br />

strumenti multimediali<br />

di comunicazione<br />

e informazione,<br />

trasformando i bambini<br />

da fruitori passivi in<br />

utilizzatori più consapevoli<br />

<strong>delle</strong> nuove tecnologie<br />

e della rete, si può<br />

sicuramente affermare<br />

che sia stato raggiunto.<br />

Il sito:<br />

https://tangramaniago.jimdo.com/<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 53


MUSICA<br />

DUE VOCI<br />

SUL CORO<br />

FRIULANO<br />

di Caterina di Paolo<br />

Il canto corale appartiene alla tradizione<br />

friulana. Ne abbiamo parlato con due<br />

figure che ripercorrono la tradizione<br />

reinterpretandola: il maestro Olinto<br />

Contardo e il tenore Igor Cerno.<br />

Il Maestro della<br />

musica popolare<br />

friulana<br />

Olinto Contardo ha<br />

lavorato in campo<br />

corale fuori e dentro il<br />

Friuli: dalla Sardegna<br />

a Torino, da Dublino<br />

alla Fenice di Venezia.<br />

In regione ha diretto<br />

il coro lirico di Udine,<br />

fondato il coro Tomat e<br />

l’associazione musicale<br />

Bertrando di Aquileia,<br />

per non parlare della<br />

sua attività orchestrale.<br />

Definito da Mario Blasoni<br />

«un emigrante del<br />

pentagramma», il Maestro<br />

Olinto ha condiviso con la<br />

moglie Ilvia Mulloni una<br />

vita nella musica.<br />

Il Maestro ci accoglie in<br />

casa sua, mettendo sul<br />

tavolo un po’ di storia.<br />

Cita il coro polifonico di<br />

Ruda diretto da Fabiana<br />

Noro, sua allieva; e poi<br />

parla di La Scjarnete, la<br />

prima operetta in friulano,<br />

musicata da Luigi Cuoghi e<br />

da lui riportata in tournée.<br />

Un canto d’amore, uno<br />

dei temi principali nella<br />

musica popolare friulana:<br />

l’altro è la miseria, spesso<br />

legata all’emigrazione.<br />

«Il coro classico friulano<br />

è diatonico: due voci,<br />

in cui il basso sostiene<br />

o si contrappone alla<br />

voce principale. Si può<br />

notare un linguaggio che<br />

unisce un grande Nord:<br />

Friuli, Trentino, Carinzia,<br />

Slovenia. Ognuno con<br />

le sue peculiarità. Sono<br />

canti dalla composizione<br />

semplice, con temi di<br />

vita quotidiana, spesso<br />

nostalgici, duri. Questi<br />

canti tradizionali,<br />

nonostante i temi difficili,<br />

sono sempre in tono<br />

maggiore: quasi a voler<br />

evitare il tono lamentoso,<br />

“triste”.»<br />

Se si chiede al Maestro<br />

di citare un canto a cui è<br />

particolarmente legato,<br />

non ha dubbi: il Cjant<br />

a Gurizze di Francesco<br />

Berti e Arturo Zardini.<br />

Anche in questo brano,<br />

il protagonista ha uno<br />

“scrùpol”, non un<br />

lamento:<br />

Se il dolôr che lu puartave<br />

su la mont sacre ai fedèi,<br />

il Furlàn a Dio contave<br />

nel lengàz dai nestris viei,<br />

un sol scrùpul ai restave<br />

di podé sévi esaudît:<br />

che il Signôr che lu scoltave<br />

in furlàn lu vès capît.<br />

Il maestro Olinto Contardo (in alto a destra) con il coro lirico Mazzucato di Udine a inizio anni Sessanta.<br />

Cantori in lingua<br />

slovena<br />

Igor Cerno vive a Lusevera<br />

Bardo. Il piccolo paese<br />

dell’alta Val Torre, paese<br />

che ospita il Microfestival<br />

a cui partecipano i Barksi<br />

Oktet, l’ottetto polifonico<br />

di cui Igor fa parte e che<br />

impiega il dialetto sloveno<br />

della zona, il po našin (“a<br />

modo nostro”).<br />

Quella <strong>delle</strong> minoranze<br />

slovene in Friuli è la<br />

storia di un doloroso<br />

tentativo di sradicamento.<br />

Igor ne parla, coinvolto.<br />

«Nel 1866 il Giornale di<br />

Udine titolava: “Questi<br />

slavi bisogna eliminarli.”<br />

Un obiettivo tremendo,<br />

perseguito con forza: in<br />

ogni paese si insegnava<br />

solo in italiano, cercando<br />

di sopire una ricchezza<br />

linguistica enorme.<br />

Venivamo chiamati<br />

“sclavat”, come a Trieste si<br />

dice “sciavo”.»<br />

Nella scuola di musica<br />

Glasbena Matica a San<br />

Barski Oktet, Judje dolin, 2017<br />

Pietro al Natisone si<br />

cerca una risposta: il<br />

Maestro Davide Clodig<br />

decide di fondare un<br />

coro, lasciandone poi<br />

la direzione a Davide<br />

Tomasetig. Così hanno<br />

inizio i Barksi, nel 2009; il<br />

loro primo disco esce nel<br />

2017.<br />

L’ottetto ha nel suo<br />

repertorio composizioni<br />

originali e brani della<br />

tradizione, raccolti<br />

soprattutto grazie alle<br />

ricerche dello slavista<br />

Pavle Merkù, che ha<br />

raccolto le musiche <strong>delle</strong><br />

valli riarrangiandole.<br />

«Cantiamo storie comuni.<br />

Mi emoziona sempre<br />

quella di Ročica: una<br />

bimba che ricorda quando<br />

andò a falciare col padre<br />

nei boschi, si ferì e il<br />

padre la medicò con una<br />

foglia. Un piccolo ricordo<br />

d’infanzia, fatto di cura e<br />

amore.»<br />

«La cosa più bella del coro è che ogni voce ha un suono diverso, ogni persona è unica.»<br />

Ilvia Mulloni ci fa comprendere come ogni voce, in questa tradizione per noi identitaria, sia diversa e fondamentale; come l’amore<br />

per la musica possa portare su strade diverse, ma vicine nel costruire una melodia complessa, che va ascoltata con attenzione.<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 55


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