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Eco delle Valli e Delle dolomiti Friulane - Agosto 2019

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RACCONTO DEL MESE<br />

RACCONTO DEL MESE<br />

LA SCIENZA<br />

ATTORNO A NOI<br />

di Gianluca Liva<br />

La scienza permea le <strong>Valli</strong> e le Dolomiti<br />

friulane e, grazie al lavoro di decine di<br />

persone, avvicina gli abitanti e offre un<br />

nuovo modo di scoprire il territorio nella<br />

sua essenza storica e naturale.<br />

Il nostro territorio<br />

è diventato un punto<br />

d’interesse sia per chi<br />

segue la scienza da<br />

semplice appassionato,<br />

sia per chi ne ha fatto<br />

un mestiere. Scienziati e<br />

ricercatori da altre parti<br />

d’Italia accorrono per<br />

investigare i segreti –<br />

scientifici – che questa<br />

terra ancora oggi<br />

racchiude.<br />

Siti archeologici, musei<br />

con ricche collezioni<br />

permanenti, grotte, percorsi<br />

archeologici differenziati,<br />

luoghi in cui osservare<br />

stelle, pianeti e galassie: le<br />

<strong>Valli</strong> e le Dolomiti friulane<br />

sono anche questo.<br />

Sarebbe riduttivo, però,<br />

far passare l’idea che<br />

le <strong>Valli</strong> e le Dolomiti<br />

friulane siano solo un<br />

museo a cielo aperto.<br />

Il territorio rappresenta<br />

un vero e proprio sito<br />

di ricerca esteso su<br />

più di 1.000 chilometri<br />

quadrati, pressoché<br />

incontaminati, dove<br />

scienziati e appassionati<br />

possono svolgere attività<br />

di ricerca e di divulgazione<br />

scientifica.<br />

È così che, nel corso<br />

dei decenni, sono nate<br />

e cresciute varie realtà<br />

museali, cicli d’incontri,<br />

attività nelle scuole di<br />

tutta la ex Provincia di<br />

Pordenone e, addirittura,<br />

un festival scientifico<br />

capace di radunare per un<br />

intero weekend quasi 2500<br />

appassionati.<br />

IL PARCO NATURALE<br />

DELLE DOLOMITI FRIULANE<br />

La scienza multidisciplinare<br />

Il Parco Naturale Regionale<br />

<strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

interessa i Comuni di<br />

Andreis, Cimolais, Claut,<br />

Erto e Casso, Forni di<br />

Sopra e di Sotto, Frisanco<br />

e Tramonti di Sopra. È<br />

stato istituito con la Legge<br />

Regionale n. 42 del 1996<br />

e con la sua estensione<br />

di 36.950 ettari è il più<br />

grande dei due parchi<br />

naturali in regione.<br />

Sono più di vent’anni, quindi,<br />

che il Parco è sede di decine<br />

di studi faunistici, botanici,<br />

archeologici, geologici,<br />

energetici e veterinari. Il<br />

filo conduttore, in questo<br />

caso, è un approccio<br />

multidisciplinare, che apre<br />

nuovi scenari e possibilità<br />

di ricerca. Del parco si<br />

“servono” le Università,<br />

gli istituti zooprofilattici e<br />

anche i laboratori privati.<br />

Gli studi faunistici hanno<br />

riguardato, a esempio,<br />

l’attività di ricerca e<br />

monitoraggio degli<br />

esemplari di aquila reale,<br />

alla quale è seguita una<br />

attività analoga che ha<br />

riguardato il camoscio e lo<br />

stambecco.<br />

Poi c’è l’attività veterinaria<br />

che ha riguardato la cura, il<br />

controllo e il monitoraggio di<br />

moltissime specie presenti<br />

nel Parco, in collaborazione<br />

con realtà quali l’Istituto<br />

Zooprofilattico di<br />

Pordenone, l’Università degli<br />

studi di Torino e la National<br />

Wildlife Health Services,<br />

negli Stati Uniti.<br />

Le attività rivolte al<br />

pubblico sono innumerevoli<br />

e affiancano i progetti<br />

di ricerca scientifica.<br />

È in questo modo che<br />

il Parco Naturale <strong>delle</strong><br />

Dolomiti <strong>Friulane</strong>, grazie<br />

al bassissimo impatto<br />

antropico, è diventato<br />

anche un luogo e un<br />

motivo di promozione<br />

sociale ed economica, di<br />

tutela, di sperimentazione<br />

e di educazione.<br />

GRAZIANO DANELIN<br />

Direttore Parco Naturale<br />

Regionale <strong>delle</strong> Dolomiti<br />

<strong>Friulane</strong><br />

Quali ricerche ha svolto il<br />

Parco in questi anni?<br />

È difficile rispondere,<br />

perché è un’attività<br />

costante che il Parco<br />

svolge fin dalla sua<br />

istituzione, infatti tra gli<br />

obiettivi c’è anche quello di<br />

monitorare gli habitat e le<br />

specie prioritarie presenti.<br />

Lo facciamo<br />

prevalentemente<br />

usufruendo di fondi<br />

provenienti da progetti<br />

internazionali (fondi<br />

europei), che hanno<br />

obiettivi specifici,<br />

MALNISIO SCIENCE FESTIVAL<br />

Un week end di scienza<br />

Si sta affermando come<br />

uno degli appuntamenti<br />

scientifici dell’autunno, il<br />

Malnisio Science Festival - il<br />

festival friulano dedicato alla<br />

scienza – che quest’anno<br />

inaugura la terza edizione,<br />

sempre nella splendida<br />

cornice della centrale Pitter<br />

di Malnisio. Il tema di<br />

quest’anno sarà la “creatività<br />

nella scienza”: cambia il<br />

tema, ma si mantiene<br />

la formula fatta<br />

oppure come supporto<br />

alla Regione come<br />

aggiornamento e indagine<br />

sui siti della rete Natura<br />

2000.<br />

Quali sono i progetti in<br />

corso?<br />

Attualmente collaboriamo<br />

a un progetto<br />

internazionale Interreg<br />

chiamato Nat2care. Con<br />

noi lavorano il Parco <strong>delle</strong><br />

Prealpi Giulie (capofila),<br />

l’Università di Udine, il<br />

Parco Nazionale Sloveno<br />

del Triglav, un’istituzione<br />

scientifica slovena<br />

dell’Università di Lubiana.<br />

Nat2care, tra gli altri<br />

obiettivi del progetto, vuole<br />

monitorare e raccogliere<br />

dati sui galliformi (gallo<br />

cedrone, gallo forcello,<br />

di oltre 30 conferenze<br />

gratuite, in parallelo, ogni<br />

45 minuti, per far conoscere<br />

ai non addetti ai lavori le<br />

più interessanti novità in<br />

medicina, in astrofisica,<br />

in psicologia fisiologica,<br />

in robotica, in glaciologia,<br />

nella comunicazione della<br />

scienza.<br />

la pernice, ecc.) e sulla<br />

Rosalia Alpina, un insetto<br />

che si trova nelle faggete,<br />

oltre che fare attività<br />

di sensibilizzazione<br />

sull’importanza della<br />

biodiversità <strong>delle</strong> aree<br />

dentro la rete Natura 2000.<br />

Perché queste due specie?<br />

Sono specie di interesse<br />

prioritario per l’Unione<br />

Europea.<br />

I galliformi subiscono un<br />

po’ ovunque la perdita di<br />

habitat e questo li mette<br />

a rischio. Quest’anno, poi,<br />

ci sono state le nevicate<br />

di maggio che potrebbero<br />

aver compromesso la<br />

stagione riproduttiva. Per<br />

ora è solo un’ipotesi, ma<br />

potrebbe trovare risposta<br />

il prossimo anno grazie<br />

proprio alle ricerche che<br />

stiamo facendo.<br />

La Rosalia alpina, invece,<br />

è un coleottero blu e nero<br />

che si trova nelle faggete<br />

mature e si nutre di legno:<br />

L’importante, a detta<br />

degli organizzatori, è<br />

appassionare le persone<br />

che arrivano alla centrale,<br />

curiose di scoprire realtà<br />

scientifiche altrimenti<br />

ignorate. Si parlerà così<br />

degli effetti sul cervello<br />

<strong>delle</strong> pratiche meditative<br />

e contemplative, di come<br />

si formano le connessioni<br />

nervose ma anche<br />

dell’uso del fumetto<br />

è una specie considerata<br />

“vulnerabile”.<br />

Non ci si sofferma mai a<br />

sufficienza sull'importanza<br />

di fare ricerca sugli<br />

insetti perché sono<br />

specie che possono<br />

condizionare un territorio<br />

o un habitat, come ci ha<br />

dimostrato il caso della<br />

Xylella fastidiosa e della<br />

Sputacchina che in Puglia<br />

ha devastato gli uliveti.<br />

Oppure, più vicino a noi,<br />

possiamo ricordare i<br />

problemi al castagno e al<br />

frassino.<br />

E per quanto riguarda gli<br />

habitat?<br />

Collegandomi al concetto<br />

di “prioritario”, nel Parco<br />

è comune vedere la<br />

mugheta, un denso<br />

intrico di pino mugo.<br />

Chi frequenta il parco<br />

potrebbe pensare che sia<br />

un ambiente comune, ma<br />

non lo è in realtà e, infatti,<br />

è considerato un ambiente<br />

scienza. E la risposta che<br />

questa manifestazione ha<br />

avuto finora pare dargli<br />

ragione: 1000 persone nel<br />

2017, quasi 2500 nel 2018.<br />

2018<br />

2.500<br />

prioritario nella Direttiva<br />

Habitat.<br />

Come stanno le aquile,<br />

simbolo del parco?<br />

Da circa vent’anni<br />

monitoriamo le coppie<br />

di aquile nidificanti,<br />

che in questi anni sono<br />

cresciute, passando<br />

da 8 a 10: è una bella<br />

soddisfazione anche<br />

se, probabilmente, si è<br />

raggiunto il numero<br />

massimo che il territorio<br />

riesce a supportare.<br />

Ma per il Parco non ci son<br />

solo le aquile, facciamo<br />

anche i monitoraggi degli<br />

ungulati (camoscio e<br />

stambecco) per verificarne<br />

lo stato sanitario, visto che<br />

da una decina d’anni, in<br />

zona, queste specie sono<br />

state colpite dalla rogna<br />

sarcoptica, una malattia<br />

provocata da un acaro<br />

specifico che porta alla<br />

morte questi animali.<br />

per divulgare la partecipanti 4/5/6 OTTOBRE <strong>2019</strong><br />

2<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />

ANDREIS, CIMOLAIS, CLAUT, ERTO<br />

E CASSO, FORNI DI SOPRA E DI<br />

SOTTO, FRISANCO E TRAMONTI DI<br />

SOPRA<br />

36.950<br />

ettari<br />

Creare nuovi farmaci è<br />

una <strong>delle</strong> sfide più grandi<br />

della ricerca biomedica<br />

contemporanea. Anzi,<br />

l’uomo ha sempre<br />

cercato <strong>delle</strong><br />

sostanze che lo<br />

aiutassero a<br />

restare in salute<br />

o a curarsi, solo<br />

che, con la<br />

modernità<br />

scientifica, è<br />

cambiato il<br />

paradigma.<br />

Cos’è cambiato nel<br />

tempo?<br />

Con lo sciamanesimo, con<br />

la medicina tradizionale<br />

cinese, con i guaritori o i<br />

rimedi della nonna, l’uomo<br />

ha sempre cercato <strong>delle</strong><br />

soluzioni ai suoi problemi<br />

tramite l’osservazione<br />

degli effetti: si prova una<br />

sostanza, una pianta e si<br />

constata l’effetto prodotto.<br />

È un approccio lungo e<br />

ricco di errori, si procede<br />

un po’ a caso.<br />

Ovviamente, con<br />

tempi molto lunghi e<br />

tanti tentativi falliti è<br />

comunque una strada<br />

per scoprire soluzioni<br />

interessanti: spesso a<br />

lezione faccio l’esempio<br />

dell’iperico, una pianta<br />

utilizzata come calmante<br />

e antinfiammatorio, che<br />

a posteriori abbiamo<br />

capito che funziona grazie<br />

all’iperforina, ossia una<br />

molecola che dà proprio<br />

quegli effetti.<br />

E oggi, invece?<br />

Nella scienza moderna, c’è<br />

un legame molto stretto<br />

tra sviluppo di farmaci e<br />

ricerca di base, quella che<br />

–per intenderci– non punta<br />

necessariamente a curare<br />

le malattie.<br />

L’approccio moderno è<br />

ribaltato: oggi si individua<br />

una criticità all’interno<br />

del corpo umano e si<br />

interviene in maniera<br />

sistematica per trovare<br />

sostanze in grado di<br />

intervenire sul problema.<br />

Questo però non significa<br />

che sia un metodo<br />

semplice, anzi. La storia<br />

di alcuni farmaci, penso<br />

alla penicillina o al<br />

viagra, dimostra che il<br />

cosiddetto drug discovery<br />

è un percorso tutt’altro che<br />

semplice e lineare.<br />

L’eco <strong>delle</strong> valli<br />

e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 3

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