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Anno II - Numero 03 - <strong>Agosto</strong> <strong>2019</strong><br />
Edito da "Fabbrica <strong>delle</strong> Idee" di Maniago<br />
CANDIDATI<br />
PER MISSIONE<br />
Le difficoltà di fare il Sindaco<br />
in un piccolo Comune [p.8-9]<br />
LUIGI DEL<br />
BIANCO, MAESTRO<br />
DELL’ESPRESSIONE<br />
Colui che ha dato luce allo sguardo<br />
di Lincoln [p.29]<br />
GIOVANNI<br />
ANTONIO DE’<br />
SACCHIS, DETTO<br />
IL PORDENONE<br />
Scoprire le piccole gemme nascoste<br />
di questo grande artista [p.40-41]<br />
LAVORARE NELLA<br />
SILICON VALLEY<br />
Da Travesio alla Silicon Valley, per<br />
lavorare in Facebook [p.23]<br />
LA SCIENZA<br />
ATTORNO A NOI<br />
CONOSCERE E FARE RICERCA IN UN SITO<br />
ESTESO OLTRE 1.000 CHILOMETRI QUADRATI,<br />
PRESSOCHÉ INCONTAMINATI [p.2]
RACCONTO DEL MESE<br />
RACCONTO DEL MESE<br />
LA SCIENZA<br />
ATTORNO A NOI<br />
di Gianluca Liva<br />
La scienza permea le <strong>Valli</strong> e le Dolomiti<br />
friulane e, grazie al lavoro di decine di<br />
persone, avvicina gli abitanti e offre un<br />
nuovo modo di scoprire il territorio nella<br />
sua essenza storica e naturale.<br />
Il nostro territorio<br />
è diventato un punto<br />
d’interesse sia per chi<br />
segue la scienza da<br />
semplice appassionato,<br />
sia per chi ne ha fatto<br />
un mestiere. Scienziati e<br />
ricercatori da altre parti<br />
d’Italia accorrono per<br />
investigare i segreti –<br />
scientifici – che questa<br />
terra ancora oggi<br />
racchiude.<br />
Siti archeologici, musei<br />
con ricche collezioni<br />
permanenti, grotte, percorsi<br />
archeologici differenziati,<br />
luoghi in cui osservare<br />
stelle, pianeti e galassie: le<br />
<strong>Valli</strong> e le Dolomiti friulane<br />
sono anche questo.<br />
Sarebbe riduttivo, però,<br />
far passare l’idea che<br />
le <strong>Valli</strong> e le Dolomiti<br />
friulane siano solo un<br />
museo a cielo aperto.<br />
Il territorio rappresenta<br />
un vero e proprio sito<br />
di ricerca esteso su<br />
più di 1.000 chilometri<br />
quadrati, pressoché<br />
incontaminati, dove<br />
scienziati e appassionati<br />
possono svolgere attività<br />
di ricerca e di divulgazione<br />
scientifica.<br />
È così che, nel corso<br />
dei decenni, sono nate<br />
e cresciute varie realtà<br />
museali, cicli d’incontri,<br />
attività nelle scuole di<br />
tutta la ex Provincia di<br />
Pordenone e, addirittura,<br />
un festival scientifico<br />
capace di radunare per un<br />
intero weekend quasi 2500<br />
appassionati.<br />
IL PARCO NATURALE<br />
DELLE DOLOMITI FRIULANE<br />
La scienza multidisciplinare<br />
Il Parco Naturale Regionale<br />
<strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
interessa i Comuni di<br />
Andreis, Cimolais, Claut,<br />
Erto e Casso, Forni di<br />
Sopra e di Sotto, Frisanco<br />
e Tramonti di Sopra. È<br />
stato istituito con la Legge<br />
Regionale n. 42 del 1996<br />
e con la sua estensione<br />
di 36.950 ettari è il più<br />
grande dei due parchi<br />
naturali in regione.<br />
Sono più di vent’anni, quindi,<br />
che il Parco è sede di decine<br />
di studi faunistici, botanici,<br />
archeologici, geologici,<br />
energetici e veterinari. Il<br />
filo conduttore, in questo<br />
caso, è un approccio<br />
multidisciplinare, che apre<br />
nuovi scenari e possibilità<br />
di ricerca. Del parco si<br />
“servono” le Università,<br />
gli istituti zooprofilattici e<br />
anche i laboratori privati.<br />
Gli studi faunistici hanno<br />
riguardato, a esempio,<br />
l’attività di ricerca e<br />
monitoraggio degli<br />
esemplari di aquila reale,<br />
alla quale è seguita una<br />
attività analoga che ha<br />
riguardato il camoscio e lo<br />
stambecco.<br />
Poi c’è l’attività veterinaria<br />
che ha riguardato la cura, il<br />
controllo e il monitoraggio di<br />
moltissime specie presenti<br />
nel Parco, in collaborazione<br />
con realtà quali l’Istituto<br />
Zooprofilattico di<br />
Pordenone, l’Università degli<br />
studi di Torino e la National<br />
Wildlife Health Services,<br />
negli Stati Uniti.<br />
Le attività rivolte al<br />
pubblico sono innumerevoli<br />
e affiancano i progetti<br />
di ricerca scientifica.<br />
È in questo modo che<br />
il Parco Naturale <strong>delle</strong><br />
Dolomiti <strong>Friulane</strong>, grazie<br />
al bassissimo impatto<br />
antropico, è diventato<br />
anche un luogo e un<br />
motivo di promozione<br />
sociale ed economica, di<br />
tutela, di sperimentazione<br />
e di educazione.<br />
GRAZIANO DANELIN<br />
Direttore Parco Naturale<br />
Regionale <strong>delle</strong> Dolomiti<br />
<strong>Friulane</strong><br />
Quali ricerche ha svolto il<br />
Parco in questi anni?<br />
È difficile rispondere,<br />
perché è un’attività<br />
costante che il Parco<br />
svolge fin dalla sua<br />
istituzione, infatti tra gli<br />
obiettivi c’è anche quello di<br />
monitorare gli habitat e le<br />
specie prioritarie presenti.<br />
Lo facciamo<br />
prevalentemente<br />
usufruendo di fondi<br />
provenienti da progetti<br />
internazionali (fondi<br />
europei), che hanno<br />
obiettivi specifici,<br />
MALNISIO SCIENCE FESTIVAL<br />
Un week end di scienza<br />
Si sta affermando come<br />
uno degli appuntamenti<br />
scientifici dell’autunno, il<br />
Malnisio Science Festival - il<br />
festival friulano dedicato alla<br />
scienza – che quest’anno<br />
inaugura la terza edizione,<br />
sempre nella splendida<br />
cornice della centrale Pitter<br />
di Malnisio. Il tema di<br />
quest’anno sarà la “creatività<br />
nella scienza”: cambia il<br />
tema, ma si mantiene<br />
la formula fatta<br />
oppure come supporto<br />
alla Regione come<br />
aggiornamento e indagine<br />
sui siti della rete Natura<br />
2000.<br />
Quali sono i progetti in<br />
corso?<br />
Attualmente collaboriamo<br />
a un progetto<br />
internazionale Interreg<br />
chiamato Nat2care. Con<br />
noi lavorano il Parco <strong>delle</strong><br />
Prealpi Giulie (capofila),<br />
l’Università di Udine, il<br />
Parco Nazionale Sloveno<br />
del Triglav, un’istituzione<br />
scientifica slovena<br />
dell’Università di Lubiana.<br />
Nat2care, tra gli altri<br />
obiettivi del progetto, vuole<br />
monitorare e raccogliere<br />
dati sui galliformi (gallo<br />
cedrone, gallo forcello,<br />
di oltre 30 conferenze<br />
gratuite, in parallelo, ogni<br />
45 minuti, per far conoscere<br />
ai non addetti ai lavori le<br />
più interessanti novità in<br />
medicina, in astrofisica,<br />
in psicologia fisiologica,<br />
in robotica, in glaciologia,<br />
nella comunicazione della<br />
scienza.<br />
la pernice, ecc.) e sulla<br />
Rosalia Alpina, un insetto<br />
che si trova nelle faggete,<br />
oltre che fare attività<br />
di sensibilizzazione<br />
sull’importanza della<br />
biodiversità <strong>delle</strong> aree<br />
dentro la rete Natura 2000.<br />
Perché queste due specie?<br />
Sono specie di interesse<br />
prioritario per l’Unione<br />
Europea.<br />
I galliformi subiscono un<br />
po’ ovunque la perdita di<br />
habitat e questo li mette<br />
a rischio. Quest’anno, poi,<br />
ci sono state le nevicate<br />
di maggio che potrebbero<br />
aver compromesso la<br />
stagione riproduttiva. Per<br />
ora è solo un’ipotesi, ma<br />
potrebbe trovare risposta<br />
il prossimo anno grazie<br />
proprio alle ricerche che<br />
stiamo facendo.<br />
La Rosalia alpina, invece,<br />
è un coleottero blu e nero<br />
che si trova nelle faggete<br />
mature e si nutre di legno:<br />
L’importante, a detta<br />
degli organizzatori, è<br />
appassionare le persone<br />
che arrivano alla centrale,<br />
curiose di scoprire realtà<br />
scientifiche altrimenti<br />
ignorate. Si parlerà così<br />
degli effetti sul cervello<br />
<strong>delle</strong> pratiche meditative<br />
e contemplative, di come<br />
si formano le connessioni<br />
nervose ma anche<br />
dell’uso del fumetto<br />
è una specie considerata<br />
“vulnerabile”.<br />
Non ci si sofferma mai a<br />
sufficienza sull'importanza<br />
di fare ricerca sugli<br />
insetti perché sono<br />
specie che possono<br />
condizionare un territorio<br />
o un habitat, come ci ha<br />
dimostrato il caso della<br />
Xylella fastidiosa e della<br />
Sputacchina che in Puglia<br />
ha devastato gli uliveti.<br />
Oppure, più vicino a noi,<br />
possiamo ricordare i<br />
problemi al castagno e al<br />
frassino.<br />
E per quanto riguarda gli<br />
habitat?<br />
Collegandomi al concetto<br />
di “prioritario”, nel Parco<br />
è comune vedere la<br />
mugheta, un denso<br />
intrico di pino mugo.<br />
Chi frequenta il parco<br />
potrebbe pensare che sia<br />
un ambiente comune, ma<br />
non lo è in realtà e, infatti,<br />
è considerato un ambiente<br />
scienza. E la risposta che<br />
questa manifestazione ha<br />
avuto finora pare dargli<br />
ragione: 1000 persone nel<br />
2017, quasi 2500 nel 2018.<br />
2018<br />
2.500<br />
prioritario nella Direttiva<br />
Habitat.<br />
Come stanno le aquile,<br />
simbolo del parco?<br />
Da circa vent’anni<br />
monitoriamo le coppie<br />
di aquile nidificanti,<br />
che in questi anni sono<br />
cresciute, passando<br />
da 8 a 10: è una bella<br />
soddisfazione anche<br />
se, probabilmente, si è<br />
raggiunto il numero<br />
massimo che il territorio<br />
riesce a supportare.<br />
Ma per il Parco non ci son<br />
solo le aquile, facciamo<br />
anche i monitoraggi degli<br />
ungulati (camoscio e<br />
stambecco) per verificarne<br />
lo stato sanitario, visto che<br />
da una decina d’anni, in<br />
zona, queste specie sono<br />
state colpite dalla rogna<br />
sarcoptica, una malattia<br />
provocata da un acaro<br />
specifico che porta alla<br />
morte questi animali.<br />
per divulgare la partecipanti 4/5/6 OTTOBRE <strong>2019</strong><br />
2<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
ANDREIS, CIMOLAIS, CLAUT, ERTO<br />
E CASSO, FORNI DI SOPRA E DI<br />
SOTTO, FRISANCO E TRAMONTI DI<br />
SOPRA<br />
36.950<br />
ettari<br />
Creare nuovi farmaci è<br />
una <strong>delle</strong> sfide più grandi<br />
della ricerca biomedica<br />
contemporanea. Anzi,<br />
l’uomo ha sempre<br />
cercato <strong>delle</strong><br />
sostanze che lo<br />
aiutassero a<br />
restare in salute<br />
o a curarsi, solo<br />
che, con la<br />
modernità<br />
scientifica, è<br />
cambiato il<br />
paradigma.<br />
Cos’è cambiato nel<br />
tempo?<br />
Con lo sciamanesimo, con<br />
la medicina tradizionale<br />
cinese, con i guaritori o i<br />
rimedi della nonna, l’uomo<br />
ha sempre cercato <strong>delle</strong><br />
soluzioni ai suoi problemi<br />
tramite l’osservazione<br />
degli effetti: si prova una<br />
sostanza, una pianta e si<br />
constata l’effetto prodotto.<br />
È un approccio lungo e<br />
ricco di errori, si procede<br />
un po’ a caso.<br />
Ovviamente, con<br />
tempi molto lunghi e<br />
tanti tentativi falliti è<br />
comunque una strada<br />
per scoprire soluzioni<br />
interessanti: spesso a<br />
lezione faccio l’esempio<br />
dell’iperico, una pianta<br />
utilizzata come calmante<br />
e antinfiammatorio, che<br />
a posteriori abbiamo<br />
capito che funziona grazie<br />
all’iperforina, ossia una<br />
molecola che dà proprio<br />
quegli effetti.<br />
E oggi, invece?<br />
Nella scienza moderna, c’è<br />
un legame molto stretto<br />
tra sviluppo di farmaci e<br />
ricerca di base, quella che<br />
–per intenderci– non punta<br />
necessariamente a curare<br />
le malattie.<br />
L’approccio moderno è<br />
ribaltato: oggi si individua<br />
una criticità all’interno<br />
del corpo umano e si<br />
interviene in maniera<br />
sistematica per trovare<br />
sostanze in grado di<br />
intervenire sul problema.<br />
Questo però non significa<br />
che sia un metodo<br />
semplice, anzi. La storia<br />
di alcuni farmaci, penso<br />
alla penicillina o al<br />
viagra, dimostra che il<br />
cosiddetto drug discovery<br />
è un percorso tutt’altro che<br />
semplice e lineare.<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 3
RACCONTO DEL MESE<br />
RACCONTO DEL MESE<br />
LE GROTTE DI PRADIS, PARADISO<br />
DI CHI STUDIA IL PALEOLITICO<br />
Un libro aperto sulla preistoria del territorio<br />
L’interesse scientifico<br />
di questo territorio<br />
è enorme. È il primo<br />
bacino di riferimento per<br />
la comunità scientifica<br />
internazionale che si<br />
occupa dello studio del<br />
Paleolitico.<br />
Situate nel Comune<br />
di Clauzetto, le grotte<br />
di Pradis sono sede di<br />
un’area archeologica<br />
scoperta negli anni ’70 dai<br />
ricercatori dell’Università<br />
di Ferrara.<br />
In due siti, infatti, si ha<br />
traccia della presenza<br />
dell’essere umano in<br />
L’importanza dell’artiglio d’aquila<br />
Il Museo della Grotta<br />
Una tale ricchezza non<br />
ha fatto altro che attrarre<br />
sempre più visitatori nel<br />
corso degli anni. A forza<br />
di scoperte, collaborazioni<br />
interdisciplinari e iniziative<br />
di successo come le<br />
Giornate della Preistoria<br />
(giunte quest’anno alla<br />
12° edizione), oggi si<br />
MATTEO ROMANDINI<br />
direttore del Museo,<br />
archeo-zoologo dell'Università<br />
di Bologna e, fino a poco fa,<br />
dell’Università di Ferrara<br />
epoca preistorica: in<br />
un caso si tratta di una<br />
presenza relativamente<br />
recente mentre, nell’altro,<br />
ci si trova dinanzi a<br />
testimonianze ben più<br />
antiche.<br />
La moderna<br />
urbanizzazione tende,<br />
“naturalmente”, a<br />
cancellare le tracce del<br />
passato, ma non nell’area<br />
<strong>delle</strong> Dolomiti friulane,<br />
che rimangono intatte e<br />
che ancora oggi riescono<br />
a donare dei ritrovamenti<br />
inaspettati.<br />
stima che il Museo della<br />
Grotta accolga circa 7.000<br />
visitatori nel corso dei circa<br />
3-4 mesi di apertura al<br />
pubblico.<br />
A fare da quartier generale<br />
al meraviglioso complesso<br />
di grotte è il Museo della<br />
Grotta, aperto dal 2001.<br />
Il Museo possiede una<br />
Com’è composta la<br />
collezione?<br />
La realtà è piccola,<br />
ma molto ben curata.<br />
L’attuale allestimento<br />
offre i resti paleontologici<br />
e archeologici risultati di<br />
anni di ricerca scientifica<br />
sul campo, una sezione<br />
di fossili e minerali e<br />
reperti che spaziano dal<br />
Paleolitico Medio fino<br />
all’Età del Bronzo<br />
È un museo con tanti<br />
“contributi”?<br />
Si tratta di un museo<br />
privato gestito<br />
dall’Associazione<br />
Culturale Pradis, diretta<br />
Nel 2001, un’attività<br />
di scavo coordinata<br />
dall’Università di Ferrara<br />
ha portato alla luce i<br />
reperti indicativi della<br />
presenza dell’uomo<br />
di Neanderthal tra il<br />
Paleolitico Medio e<br />
Superiore, arrivato per la<br />
raccolta permanente,<br />
organizzata a partire dal<br />
1969. La sua apertura<br />
al pubblico è il risultato<br />
dell’impegno del Comitato<br />
Culturale Pradis e del<br />
Gruppo Speleologico<br />
Pradis.<br />
discendente del Comitato<br />
Culturale. Una <strong>delle</strong><br />
prime amministrazioni<br />
che entrò in contatto con<br />
l’Università di Ferrara<br />
fu quella dell’ex sindaco<br />
di Clauzetto, Giuliano<br />
Cescutti, che permise di<br />
dare il via a una sinergia<br />
molto forte tra Comune,<br />
Università, Parco Naturale<br />
<strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>,<br />
Associazione Culturale<br />
Lis Aganis <strong>Eco</strong>museo<br />
Regionale <strong>delle</strong> Dolomiti<br />
<strong>Friulane</strong>.<br />
Si potrebbe definire una<br />
sorta di museo a cielo<br />
aperto, diffuso su tutto il<br />
territorio.<br />
prima volta in queste zone<br />
tra i 49.000 e i 42.000<br />
anni fa.<br />
Di recente è stato<br />
fatto il ritrovamento<br />
di un artiglio d’aquila<br />
utilizzato per puri scopi<br />
ornamentali, la prova<br />
inconfutabile che l’Homo<br />
neanderthalensis già<br />
attribuiva un significato<br />
simbolico, astratto, agli<br />
oggetti. La scoperta è<br />
stata così importante<br />
che l’articolo che la<br />
descrive è stato pubblicato<br />
sulla prestigiosa rivista<br />
scientifica PLOS ONE.<br />
avvio della<br />
collezione:<br />
1969<br />
Visite:<br />
7.000<br />
VISITATORI<br />
Mesi di apertura/anno<br />
3/4<br />
L’OSSERVATORIO<br />
ASTRONOMICO<br />
DI MONTEREALE<br />
VALCELLINA<br />
A rimirar le stelle<br />
C’è un punto<br />
d’osservazione perfetto per<br />
gli astronomi e gli astrofili<br />
della regione. A Montereale<br />
Valcellina, l’osservatorio<br />
astronomico da molti<br />
anni permette di godere<br />
dell’immensità degli astri.<br />
Si trova sulle alture di<br />
Montereale, su un piccolo<br />
pianoro denominato Sucul<br />
de la volp (letteralmente:<br />
cocuzzolo della volpe) ed<br />
è gestito dall’Associazione<br />
Pordenonese di<br />
Astronomia (APA),<br />
impegnata a far scoprire le<br />
bellezze del cielo.<br />
È grazie a questo impegno<br />
costante dei membri<br />
dell’Associazione che<br />
l’osservatorio è diventato<br />
un importante riferimento<br />
per chi ama guardare<br />
l’immensità dei cieli,<br />
comodamente adagiato su<br />
un piccolo e accogliente<br />
spazio erboso nel Friuli<br />
occidentale.<br />
STEFANO ZANUT<br />
Presidente dell’Associazione<br />
Pordenonese di Astronomia<br />
(APA)<br />
Ci racconta la storia<br />
dell’osservatorio?<br />
È stato costruito tra il<br />
1987 e il 1991, mentre<br />
l’associazione è nata<br />
nel 1983. Il Comune ne<br />
detiene la proprietà, ma<br />
lo cede in comodato d’uso<br />
all’APA.<br />
Perché a Montereale?<br />
Abbiamo scelto<br />
Montereale Valcellina<br />
per le caratteristiche del<br />
luogo: un buon numero<br />
di notti col cielo sereno<br />
e un’ottima visibilità (in<br />
termine tecnico seeing),<br />
anche se oggigiorno la<br />
luminosità artificiale è<br />
purtroppo aumentata:<br />
la pianura pordenonese<br />
sembra quasi una lastra<br />
di luce.<br />
Tuttavia, non c’è da<br />
lamentarsi in confronto ad<br />
altri osservatori regionali.<br />
Chi può visitare<br />
l’osservatorio?<br />
Per contattare l'associazione:<br />
http://www.apaweb.it/<br />
Lavoriamo su due fronti,<br />
quello dell’astrofotografia<br />
e quello della<br />
divulgazione, per questo<br />
motivo l’osservatorio<br />
è aperto al pubblico<br />
un venerdì al mese e<br />
ospitiamo comitive e<br />
classi scolastiche, oppure<br />
andiamo direttamente<br />
nelle scuole.<br />
In parallelo ci dedichiamo<br />
alla fotografia di oggetti<br />
extragalattici, comete<br />
e pianeti. Quest’anno<br />
abbiamo aperto un nuovo<br />
fronte sul tema degli<br />
orologi solari, le meridiane,<br />
e inoltre cureremo un ciclo<br />
di incontri sul tema della<br />
vita extraterrestre con i<br />
ricercatori dell’Università<br />
di Padova che lavorano su<br />
questi argomenti.<br />
4<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 5
EDITORIALE<br />
RIFLESSIONI<br />
di Manuel Bertin<br />
Questo numero propone la scienza come tema<br />
centrale, perché difficilmente la si associa al nostro<br />
territorio, mentre rappresenta un perfetto modello<br />
di valorizzazione <strong>delle</strong> nostre zone. Infatti, calza<br />
a pennello anche quando, tralasciando l’aspetto<br />
<strong>delle</strong> conoscenze, la si guarda trasversalmente,<br />
focalizzandosi sul turismo e la capacità attrattiva che<br />
offre.<br />
Il Parco <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>, per esempio, grazie<br />
ai suoi progetti internazionali, coinvolge istituzioni<br />
e persone lontani, che arrivano fra le nostre valli<br />
in quanto custodi di un ambiente unico e poco<br />
contaminato.<br />
Il Malnisio Science Festival, seppure ancora nei suoi<br />
primi anni di vita, ha dimostrato di saper portare nella<br />
pedemontana centinaia di persone fuori stagione, che<br />
giungono dal Veneto e persino dall’Emilia Romagna,<br />
dalla Toscana, dal Lazio. Per non parlare degli ospiti<br />
che, altrimenti, non avrebbero mai incrociato queste<br />
terre.<br />
Le grotte di Pradis, che grazie anche alle scoperte<br />
sul periodo Paleolitico sono divenute in questi anni<br />
una meta turistica sempre più importante per la val<br />
d’Arzino.<br />
Questi sono solo alcuni degli esempi che aiutano la<br />
riflessione, intesa come momento per ripensare ciò che<br />
siamo, ciò che siamo diventati e quello che vogliamo<br />
diventare.<br />
A volte, infatti, è necessario un cambio di prospettiva<br />
e occorre abbandonare le proposte facili - perché non<br />
siamo una terra facile - per guardare con più ampiezza<br />
al futuro che ci attende.<br />
INDICE<br />
VAL CELLINA<br />
Candidati per missione<br />
› p. 8<br />
IN MONTAGNA<br />
Al monte Borgà<br />
e ai "libri di San<br />
Daniele" › p. 46<br />
VAL MEDUNA<br />
Usi civici: economia<br />
di comunità › p 10<br />
TIPICO<br />
Formaggio di malga…<br />
e dintorni › p. 37<br />
ILLUSTRI<br />
CONCITTADINI<br />
Luigi Del Bianco, Maestro<br />
dell’espressione › p. 29<br />
ENDEMISMI<br />
Brulicanti strutture<br />
abbandonate › p. 43<br />
VAL D'ARZINO / VAL COSA<br />
Nuovi servizi e investimenti<br />
in Val Cosa e Val d’Arzino › p. 17<br />
VICINI DI CASA<br />
Il volo silenzioso<br />
dei pipistrelli › p. 45<br />
ESPLORANDO<br />
LE VALLI<br />
Giovanni antonio<br />
De’ sacchis, detto<br />
il pordenone › p. 40<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Manuel Bertin<br />
EDITORE<br />
Fabbrica <strong>delle</strong> Idee Srl<br />
www.fabbrica<strong>delle</strong>idee.biz<br />
DIREZIONE, REDAZIONE,<br />
AMMINISTRAZIONE, PUBBLICITÀ<br />
Via Violis 12 - 33085 Maniago (PN)<br />
Telefono 393 133 1331<br />
HANNO COLLABORATO<br />
Andrea del Maschio, Gianluca Liva,<br />
Elena Tomat, Tiziano Fiorenza,<br />
Caterina di Paolo, Roberto Prinzivalli, Giuliano Boraso,<br />
Denis Busatto (denisbusatto@gmail.com).<br />
UN SENTITO RINGRAZIAMENTO PER LA DISPONIBILITÀ<br />
A TUTTI GLI INTERVISTATI<br />
STORIE DI SPORT<br />
A piedi, di corsa,<br />
in discesa › p. 32<br />
CANAIS<br />
Scacco al re › p. 50<br />
ORGOGLIO<br />
OLTRE CONFINE<br />
Lavorare nella<br />
Silicon valley › p. 23<br />
SEQUALS/TRAVESIO<br />
Paesi di lettori › p. 20<br />
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE:<br />
Paola Bertin<br />
FOTO DI COPERTINA:<br />
Centrale Pitter - Malnisio (PN)<br />
PREVENZIONE<br />
Correre in sicurezza › p. 35<br />
REGISTRAZIONE<br />
Tribunale di Pordenone, n.61 del 13.03.2018<br />
STAMPA<br />
Centro Stampa Quotidiani S.p.A.<br />
Via dell'Industria, 52<br />
25030 Erbusco (BS)<br />
Chiuso il 07 agosto <strong>2019</strong> - Tiratura: 15.000 copie<br />
CONTATTI:<br />
Fabbrica <strong>delle</strong> Idee<br />
via Violis 12, 33085 Maniago (PN)<br />
0427 540017<br />
redazione@fabbrica<strong>delle</strong>idee.biz<br />
GITA D'ISTRUZIONE<br />
Il giornalismo nelle scuole › p. 53<br />
PEDEMONTANA<br />
Lavoro, singolare<br />
femminile › p. 14<br />
6<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
Illustrazioni: Denis Busetto
VAL CELLINA<br />
VAL CELLINA<br />
CANDIDATI<br />
PER MISSIONE<br />
residenti ma tanta<br />
manutenzione da fare,<br />
che incide pesantemente<br />
sull’impegno richiesto.<br />
di Manuel Bertin<br />
Dopo le elezioni di maggio, il Comune di<br />
Andreis è stato commissariato perché<br />
nonsi è trovato un candidato disponibile.<br />
Ma questa, più che un’anomalia locale, è la<br />
fotografia di un trend in atto in molte parti<br />
del Paese.<br />
La situazione non<br />
è una peculiarità <strong>delle</strong><br />
nostre valli, ma è un<br />
mal comune, diffuso in<br />
tutt’Italia: dal Piemonte<br />
alla Puglia, dalla Sardegna<br />
alle Marche sono molti i<br />
Comuni commissariati per<br />
mancanza di candidature.<br />
E poi, a all'elenco dei<br />
Comuni commissariati<br />
andrebbero aggiunti i<br />
Comuni in cui è stata<br />
presentata un’unica lista,<br />
in cui la corsa elettorale<br />
regolare ha solo nascosto<br />
(poco) le difficoltà nel<br />
trovare candidati.<br />
Il problema ha<br />
ROMERO ALZETTA<br />
(ex-sindaco di Andreis)<br />
Il Comune di Andreis è<br />
stato commissariato per<br />
assenza di candidati.<br />
Come si è arrivati a<br />
questa situazione?<br />
Tempo prima della<br />
conclusione del mio<br />
mandato ho avvisato che<br />
non mi sarei ricandidato.<br />
Purtroppo, nessuno tra gli<br />
andreani si è proposto per<br />
sostituirmi.<br />
Lo capisco, perché è<br />
un impegno gravoso e<br />
richiede molte energie,<br />
ma se vogliamo il bene<br />
del paese è uno sforzo<br />
necessario.<br />
Certo, non trovare<br />
molte cause, fra cui<br />
il più evidente è lo<br />
spopolamento, visto che<br />
molti Comuni presentano<br />
numeri bassi di residenti.<br />
Una criticità che è acuita<br />
dall’età media di una<br />
popolazione che invecchia,<br />
quando invece si avrebbe<br />
bisogno di forze fresche<br />
per lavorare sul futuro.<br />
Sindaco volontario<br />
Chi scende in campo, in<br />
genere, propone una lista<br />
civica attorniandosi di<br />
persone di buona volontà<br />
in cui il colore politico<br />
è meno rilevante della<br />
nemmeno una persona<br />
disponibile…<br />
Il candidato sindaco,<br />
in fondo, è la cosa più<br />
facile da individuare,<br />
ma per lavorare bene si<br />
deve avere una squadra<br />
di persone, ossia coloro<br />
che formeranno il futuro<br />
consiglio comunale.<br />
La difficoltà è trovare molte<br />
persone che si candidino<br />
sapendo di essere<br />
motivate e sicure della loro<br />
scelta, non convinte con<br />
l’insistenza o “per fare un<br />
piacere”: se si parte così<br />
non si dura cinque anni.<br />
È un problema di molti<br />
Comuni<br />
Ho vissuto l’esperienza<br />
del mio Comune, ma è<br />
facile vedere che siamo<br />
di fronte a un problema<br />
generalizzato, che in paesi<br />
con poche persone diventa<br />
solo più evidente.<br />
Anche perché servirebbero<br />
idee nuove, gente giovane<br />
conoscenza personale.<br />
Ma il rapporto umano e il<br />
legame col proprio paese,<br />
evidentemente non bastano.<br />
Scarsi poteri e molte<br />
responsabilità gravano<br />
sulle spalle di un<br />
sindaco, anche lì dove<br />
i residenti sono pochi.<br />
A ciò si aggiunge lo<br />
scarso riconoscimento<br />
economico, perché nei<br />
Comuni al di sotto dei 15<br />
mila abitanti, un sindaco<br />
percepisce poche centinaia<br />
di euro al mese.<br />
A tutto questo, poi, si<br />
aggiungono anche limiti<br />
e conflitti di interesse<br />
nel pieno <strong>delle</strong> energie,<br />
perché non si può costruire<br />
il futuro solo con gli<br />
anziani.<br />
È vero, bisogna crederci<br />
un po', ma ai giovani dico:<br />
il territorio ha bisogno di<br />
gente che si impegni.<br />
La fusione tra Comuni<br />
potrebbe ridurre questa<br />
criticità?<br />
Io sono favorevole alla<br />
fusione, lavorare assieme<br />
consente di progettare il<br />
futuro, mentre da soli è<br />
impossibile fare piani di<br />
ampio respiro e attuarli.<br />
Il bilancio di un Comune<br />
come Andreis, per<br />
esempio, è di circa<br />
800.000 euro e oltre il<br />
20% è impiegato per far<br />
funzionare la macchina<br />
amministrativa tra<br />
stipendi, utenze e così via:<br />
a mio parere è una quota<br />
eccessiva, perché serve<br />
ad amministrare l’oggi ma<br />
non a impostare il domani<br />
del paese.<br />
che rendono difficile la<br />
convivenza tra la carica<br />
istituzionale e la vita<br />
privata: chi fa l’avvocato<br />
o l’architetto, per esempio,<br />
e accetta il ruolo di<br />
assessore, rischia di essere<br />
sommerso dai conflitti di<br />
interesse, in particolare<br />
nei settori dell’edilizia e<br />
Credo che un’aggregazione,<br />
che potrebbe essere<br />
l’UTI o la fusione<br />
di diversi Comuni o<br />
qualcosa di ancora<br />
diverso, agevolerebbe<br />
le fatiche burocratiche e<br />
garantirebbe la massa<br />
critica per fare azioni di<br />
territorio, sinergie che<br />
vadano oltre il confine del<br />
singolo comune.<br />
In questo modo,<br />
l’amministratore locale<br />
si riapproprierebbe del<br />
ruolo di indirizzo, e fare<br />
il sindaco diventerebbe<br />
più interessante e meno<br />
faticoso.<br />
Certamente, in caso di<br />
aggregazione o unione o<br />
dell’urbanistica e spesso<br />
la soluzione è congelare la<br />
propria attività.<br />
Si tratteggia, dunque, una<br />
situazione poco attraente,<br />
di fatto gravosa e con<br />
elevati rischi che rende<br />
l’impegno pubblico una<br />
missione, quasi un atto di<br />
volontariato.<br />
altra forma, è necessario<br />
che resti forte il legame<br />
con il territorio, per<br />
esempio ipotizzando la<br />
presenza obbligatoria nel<br />
consiglio di prosindaci che<br />
rappresentino ogni singolo<br />
Comune e che siano<br />
presenti fisicamente sul<br />
territorio. Non scordiamoci<br />
che i cittadini <strong>delle</strong> nostre<br />
zone hanno bisogno del<br />
contatto personale con<br />
l’amministrazione.<br />
Alle prossime elezioni<br />
sarà possibile trovare una<br />
lista di candidati?<br />
Lo si farà, alla fine anche<br />
ad Andreis qualcuno<br />
ELEZIONI<br />
MAGGIO <strong>2019</strong><br />
21<br />
Amministrazioni<br />
1<br />
Candidato<br />
si dedicherà al bene<br />
pubblico. Quello che noto<br />
però è che pochi hanno<br />
compreso la gravità di<br />
quello che è accaduto<br />
e che potenzialmente<br />
potrebbe accadere altrove:<br />
l’assenza di un sindaco e<br />
di un consiglio comunale<br />
riduce la possibilità di<br />
programmare interventi a<br />
sostegno dello sviluppo del<br />
territorio. Solo un organo<br />
eletto democraticamente<br />
può decidere l’indirizzo<br />
e oggi questo ad Andreis<br />
manca, perciò spero<br />
tanto che gli andreani<br />
se ne rendano conto e si<br />
assumano le conseguenti<br />
responsabilità.<br />
UN PROBLEMA<br />
DIFFUSO<br />
ALLE ELEZIONI<br />
DEL MAGGIO <strong>2019</strong>,<br />
IN REGIONE 21<br />
AMMINISTRAZIONI<br />
SI SONO<br />
PRESENTATE<br />
CON UN SOLO<br />
SFIDANTE:<br />
ATTIMIS, CAVASSO NUOVO, CAVAZZO<br />
CARNICO, CHIOPRIS, COLLOREDO DI MONTE<br />
ALBANO, CORNO DI ROSAZZO, COSEANO,<br />
DOLEGNA DEL COLLIO, FLAIBANO, GRIMACCO,<br />
MAGNANO IN RIVIERA, MALBORGHETTO,<br />
MARANO LAGUNARE, MOGGIO UDINESE,<br />
MOSSA, PONTEBBA, PULFERO, RAVASCLETTO,<br />
RAVEO, SANTA MARIA LA LONGA E VERZEGNIS.<br />
COMUNI A<br />
ELEZIONI NEL:<br />
2020<br />
ANDREIS<br />
(fine commissariamento)<br />
BARCIS<br />
CLAUT<br />
MONTEREALE<br />
VALCELLINA<br />
TRAVESIO<br />
COMUNI A<br />
ELEZIONI NEL:<br />
2021<br />
CASTELNOVO<br />
DEL FRIULI<br />
ERTO E CASSO<br />
PINZANO AL<br />
TAGLIAMENTO<br />
VAJONT<br />
VIVARO<br />
Abitanti<br />
282<br />
261<br />
1.005<br />
4.517<br />
1.814<br />
Abitanti<br />
913<br />
387<br />
1.567<br />
1.715<br />
1.399<br />
FRANCO BOSIO<br />
(sindaco di Claut)<br />
Il prossimo anno anche<br />
Claut andrà al voto.<br />
Si potrebbe creare lo<br />
stesso problema che si<br />
è verificato ad Andreis<br />
quest’anno?<br />
Spero di no. Io avevo<br />
dato disponibilità per un<br />
mandato, ora abbiamo<br />
davanti a noi ancora<br />
qualche mese e auspico<br />
che qualcuno si voglia<br />
candidare.<br />
Ritiene ci sia scarsa<br />
voglia di partecipare alla<br />
vita pubblica?<br />
No, non lo penso. Secondo<br />
me molti vorrebbero dare<br />
il proprio contributo, ma<br />
per come è strutturato<br />
il sistema odierno è<br />
difficile coniugare la vita<br />
privata con l’impegno<br />
amministrativo.<br />
In passato ho fatto<br />
l’assessore a Trieste<br />
e posso dire che, al di<br />
là del numero degli<br />
abitanti, l’impegno non è<br />
proporzionato: le voci da<br />
affrontare sono le stesse,<br />
ma la struttura di supporto<br />
è molto più esigua.<br />
Inoltre, si amministra<br />
e gestisce un territorio<br />
molto vasto, con pochi<br />
Parlando al futuro<br />
sindaco, quali sono le<br />
difficoltà più evidenti da<br />
considerare?<br />
Chi ha famiglia e un lavoro,<br />
spesso lontano dal luogo di<br />
residenza, non riuscirebbe a<br />
coniugare i due impegni.<br />
Fare il sindaco, in<br />
particolare in un piccolo<br />
paese, richiede di essere<br />
in loco, di essere sempre<br />
presente. E il compenso,<br />
di circa 500 euro, non<br />
permette di mantenere<br />
la famiglia, se si dovesse<br />
lasciare il lavoro.<br />
Per di più, qui a Claut siamo<br />
sotto-organico e fatichiamo<br />
a trovare persone disposte<br />
a coprire i posti vacanti.<br />
Tante piccole criticità che<br />
rendono gravoso l’impegno.<br />
Che soluzioni possono<br />
esserci?<br />
Difficile rispondere. Non<br />
credo che l’unione dei<br />
Comuni possa essere la<br />
soluzione, al di là <strong>delle</strong><br />
sinergie tra uffici che già<br />
stiamo praticando.<br />
Piuttosto proverei a<br />
ripensare le strutture<br />
esistenti, come il Parco,<br />
o quelle che erano le<br />
Comunità montane,<br />
interpretandole in modo<br />
nuovo, ossia come <strong>delle</strong><br />
strutture pensate per dare<br />
un sostegno amministrativo<br />
ai piccoli Comuni.<br />
8<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 9
VAL MEDUNA<br />
VAL MEDUNA<br />
USI CIVICI:<br />
ECONOMIA<br />
DI COMUNITÀ<br />
di Manuel Bertin<br />
Esiste un modello economico diverso da<br />
quelli a cui siamo abituati, un modello<br />
che si sviluppa attorno a una componente<br />
sociale e di comunità: gli usi civici.<br />
Gli usi civici sono un<br />
modello piuttosto diffuso<br />
nei territori montani<br />
di tutt’Italia, ma in<br />
passato presenti anche<br />
in pianura nelle zone<br />
più isolate, ed è basato<br />
sulla proprietà collettiva<br />
dei beni. I beni di uso<br />
civico appartengono alla<br />
collettività che vi abita,<br />
ciascun membro ne gode.<br />
Essi non sono un modello<br />
peculiare del Friuli, anzi<br />
tra gli esempi più noti<br />
ci sono le Magnifiche<br />
Comunità in Trentino e<br />
le Regole nel Bellunese,<br />
ognuna autodeterminata<br />
con specifici regolamenti,<br />
statuti e organi di<br />
autogoverno.<br />
Nel Friuli Venezia<br />
Giulia sono presenti<br />
prevalentemente beni di<br />
uso civico appartenenti<br />
alla collettività dei<br />
residenti di un comune<br />
o di una frazione,<br />
mentre i diritti di uso<br />
civico in senso stretto<br />
(prevalentemente diritti<br />
di pesca nella aree<br />
lagunari) costituiscono<br />
una realtà marginale.<br />
Nella zona del Carso,<br />
nelle provincie di Trieste<br />
e Gorizia, esiste un’altra<br />
forma di sfruttamento<br />
collettivo dei beni: le<br />
comunioni familiari,<br />
che rispetto agli usi<br />
civici sono organizzate<br />
in modo diverso, in<br />
quanto il patrimonio<br />
collettivo fa capo a una<br />
comunità di discendenti<br />
<strong>delle</strong> famiglie originarie<br />
del luogo. In questo<br />
modello economico non<br />
prevale la residenza,<br />
ma le relazioni di natura<br />
privata (familiare,<br />
patrimoniale...).<br />
Questo storico pezzo di<br />
Medioevo che si è spinto<br />
fino alla modernità<br />
è stato osteggiato<br />
nei secoli passati,<br />
restando relegato (o<br />
trovando piccole isole di<br />
sopravvivenza) nelle aree<br />
più interne del Paese.<br />
In genere, infatti,<br />
l’incidenza <strong>delle</strong> risorse<br />
sfruttate in comunione<br />
è direttamente<br />
proporzionale all’elevarsi<br />
dell’altitudine dei paesi.<br />
Essa è collegata, dunque,<br />
alla riduzione <strong>delle</strong> aree<br />
coltivabili che potevano<br />
essere suddivise tra<br />
i nuclei familiari. Il<br />
perché è semplice da<br />
comprendere: quanto<br />
più si sale, tanto più i<br />
campi di valore sono<br />
sostituiti da bosco o prati<br />
d’alpeggio.<br />
LA STRATEGIA NAZIONALE PER LE<br />
AREE INTERNE INDIVIDUA TRA GLI<br />
OBIETTIVI L’AUMENTO DELL’UTILIZZO<br />
DEL “CAPITALE TERRITORIALE”, DEL<br />
QUALE FANNO PARTE LE GRANDI<br />
ESTENSIONI DEI BOSCHI E DEI PASCOLI<br />
ASSOGGETTATI AGLI USI CIVICI.<br />
Un po’ di storia<br />
Gli usi civici nascono come parte di un sistema economico fatto di<br />
agricoltura ma anche di pastorizia, secondo la vocazione naturale del<br />
territorio.<br />
Nascono nel Medioevo, però a partire dal Settecento sono stati posti<br />
sotto accusa, visti come ostacolo alla coltivazione <strong>delle</strong> terre e alla<br />
privatizzazione, considerate modalità più efficienti di sfruttamento <strong>delle</strong><br />
risorse.<br />
Nonostante il legislatore percepisse l’uso civico come un freno per<br />
l’economia, di diverso avviso furono le popolazioni locali che tentarono<br />
di mantenerlo, rallentando e ostacolando le operazioni demaniali. Per le<br />
genti del luogo questa forma di gestione economica della proprietà era parte<br />
integrante di un’economia locale che aveva mostrato funzionalità che la forma<br />
privatizzata non garantiva.<br />
Oggi però ci si deve confrontare con profonde mutazioni sociali, in cui la maggior<br />
parte degli aventi diritto non esercita più i diritti individualmente (taglio della<br />
legna, pascolo del bestiame, ecc.) e, per questo motivo, la gestione è divenuta<br />
centralizzata, compiuta nell’interesse di tutti i cittadini.<br />
Il patrimonio civico adempie a tre<br />
grandi categorie di finalità o di funzioni:<br />
una funzione ecologica, una funzione<br />
economica, una funzione socio-culturale<br />
PIETRO NERVI<br />
(Università di Trento)<br />
Un'immagine della Magnifica Comunità di Fiemme<br />
GIACOMO URBAN<br />
(sindaco di Tramonti di Sopra)<br />
Di quali usi civici gode la<br />
comunità di Tramonti di<br />
Sopra?<br />
Attualmente sono<br />
alcuni ettari di bosco e<br />
di pascoli ubicati nelle<br />
zone più impervie e<br />
commercialmente meno<br />
interessanti. È un’eredità<br />
storica: a Tramonti di<br />
Sopra solo nel paese di<br />
Chievolis, un tempo, c’era<br />
la proprietà privata.<br />
Che guadagno ha<br />
l’Amministrazione dagli<br />
usi civici?<br />
Praticamente nessuno,<br />
sono valori estremamente<br />
bassi. Sono terre sfruttate<br />
dai residenti per fare<br />
legna per uso personale<br />
al prezzo simbolico di<br />
circa un euro o un euro e<br />
mezzo al quintale per il<br />
bosco in piedi, quindi non<br />
c’è molto valore.<br />
Questo per i boschi,<br />
mentre i pascoli sono<br />
sfruttati dal gregge del<br />
consorzio dell’UTI.<br />
Chi ha diritto a<br />
usufruirne?<br />
Solo i residenti, una volta<br />
il detto era “Un fuoco, un<br />
loco” con cui si intendeva<br />
che solo chi aveva<br />
un’abitazione (focolare)<br />
aveva diritto a sfruttare<br />
un’area (loco).<br />
È un modello economico<br />
adatto alla modernità?<br />
Il discorso è complesso,<br />
ma varrebbe la pena fare<br />
una riflessione perché<br />
è un modello in cui la<br />
componente sociale è<br />
davvero rilevante.<br />
Personalmente, non sono<br />
contrario a priori proprio<br />
perché in piccoli paesi<br />
come Tramonti potrebbe<br />
essere interessante<br />
immaginare proprietà<br />
collettive date in gestione<br />
a forme consortili o<br />
comunitarie, magari<br />
organizzate dall’UTI.<br />
Resta il fatto, però, che<br />
questo discorso che non<br />
si può esaurire in poche<br />
battute.<br />
Ci sarebbero ulteriori<br />
proprietà da adibire a usi<br />
collettivi?<br />
Ci sarebbe un importante<br />
lavoro da fare: il riordino<br />
e la riqualificazione<br />
fondiaria, per capire<br />
chi sono attualmente i<br />
proprietari di boschi e<br />
prati. È probabile che ci<br />
siano ancora proprietà<br />
che negli anni, a seguito<br />
dell’emigrazione, siano<br />
intestate a proprietari<br />
oramai sconosciuti.<br />
Approfondimento<br />
Il 14 marzo del 2017 il Consiglio Regionale del<br />
Friuli Venezia Giulia ha approvato, la legge<br />
regionale numero 4/2017<br />
“Norme per la valorizzazione e la promozione<br />
dell’economia solidale”<br />
Con questa legge la Regione “riconosce e<br />
sostiene l’economia solidale, quale modello<br />
socio-economico e culturale imperniato<br />
su comunità locali e improntato a principi<br />
di solidarietà, reciprocità, sostenibilità<br />
ambientale, coesione sociale, cura dei beni<br />
comuni e quale strumento fondamentale per<br />
affrontare le situazioni di crisi economica,<br />
occupazionale e ambientale.”<br />
10<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 11
PEDEMONTANA<br />
PEDEMONTANA<br />
LAVORO,<br />
SINGOLARE<br />
FEMMINILE<br />
di Manuel Bertin<br />
La Repubblica italiana è fondata sul<br />
lavoro, senza distinzione di genere. Ne<br />
consegue il diritto a un’uguale possibilità<br />
di impiego, remunerazione, crescita<br />
professionale sia per gli uomini che per le<br />
donne. È effettivamente così?<br />
CRISTINA QUERIN<br />
(Assessore al Turismo,<br />
Commercio, Attività produttive<br />
e Pari Opportunità del Comune<br />
di Maniago)<br />
Qual è la situazione<br />
occupazionale al femminile<br />
nella pedemontana?<br />
Storicamente in quest’area<br />
si è sempre registrato un<br />
forte gap di genere, causato<br />
dalla tipologia di imprese:<br />
quasi tutte le maggiori sono<br />
aziende sono legate alla<br />
lavorazione dei metalli e<br />
alla meccanica e offrono<br />
lavori considerati “maschili”.<br />
Negli ultimi 20 anni<br />
però, grazie all’offerta<br />
di impiego di realtà di<br />
dimensioni rilevanti<br />
dell’agroalimentare, come<br />
Roncadin a Meduno, o dei<br />
servizi, come Graphistudio<br />
ad Arba, la differenza si è<br />
un po’ ridotta.<br />
Come si aiuta una<br />
donna a trovare lavoro?<br />
Con l’UTI è stato<br />
avviato, qualche<br />
anno fa, un progetto<br />
dedicato alle donne.<br />
L’obiettivo era di aiutarle<br />
a creare microimprese,<br />
accompagnandole e<br />
formandole per valorizzare<br />
i loro talenti.<br />
Negli anni del post crisi,<br />
si era visto che le donne<br />
rappresentavano una<br />
fascia più debole, che<br />
aveva QUALCHE sofferto di più la NUMERO<br />
vita lavorativa con la cura<br />
contrazione del mercato e parentale dei figli.<br />
che In termini quindi assoluti, aveva bisogno la popolazione Una seconda immigrata linea residente<br />
di a Maniago maggiore è supporto. ancora numericamente d’azione esigua è con le e conta scuole.<br />
poche centinaia di persone di È nazionalità stato attivato straniera. un bel<br />
Cosa Una riflessione può fare che si completa progetto considerando il Liceo il fatto<br />
amministrazione che Maniago rappresenta locale? l’unico Torricelli centro e l'Associazione<br />
del territorio<br />
a raggiungere una sorta di “massa Voce donna critica” per capace<br />
Molte di formare competenze, vere e proprie comunità valorizzare straniere il ruolo in<br />
in contrapposizione quest’ambito alla presenza femminile di individui e per isolati. affrontare<br />
non appartengono il tema del rispetto di<br />
all’amministrazione genere. Il progetto nasce<br />
comunale. STRANIERI Questo non RESIDENTI<br />
come azione di contrasto<br />
significa che non A si possa MANIAGO alla violenza sulle donne,<br />
fare nulla.<br />
ma la riflessione che<br />
Per esempio, come si propone ai ragazzi è<br />
Comune di Maniago stiamo più ampia e riguarda<br />
lavorando sui due fronti. il rispetto del prossimo<br />
Da un lato cerchiamo di e una visione paritaria<br />
offrire servizi alla famiglia: di genere con ricadute<br />
il Comune di Maniago ha nella quotidianità, nella<br />
sul proprio territorio due vita privata, fino alla<br />
asili nido di alta qualità, responsabilità <strong>delle</strong> cure<br />
che possono aiutare le parentali.<br />
famiglie a conciliare la<br />
Il mondo dell’occupazione<br />
al femminile, in regione, ha<br />
standard migliori rispetto a<br />
molte altre realtà nazionali.<br />
Le donne lavorano in<br />
percentuale superiore, per<br />
esempio, <strong>delle</strong> regioni del<br />
sud, ma questo dato non è<br />
sufficiente a definire una<br />
situazione ottimale poiché<br />
uno sguardo p iù ampio<br />
segnala che le donne<br />
lavoratrici in Friuli, in<br />
fondo, riscontrano le stesse<br />
tipologie di problemi <strong>delle</strong><br />
congeneri in in tutt'Italia.<br />
AZIENDE<br />
REGIONALI<br />
> 100<br />
dipendenti<br />
ROBERTA NUNIN<br />
(Consigliera di Parità della<br />
Regione autonoma FVG)<br />
Alle donne, per esempio, è<br />
affidata la responsabilità di<br />
conciliare la vita familiare<br />
con quella lavorativa in<br />
percentuale superiore<br />
a quella dei maschi:<br />
esse devono prendersi<br />
cura dei figli, gestire la<br />
casa, avere cura degli<br />
anziani. Un lavoro oscuro,<br />
non remunerato, che si<br />
somma a quello ufficiale<br />
e contrattualizzato dando<br />
origine al divario che le<br />
statistiche registrano.<br />
Quali problemi crea<br />
questa disparità<br />
occupazionale fra i<br />
generi?<br />
C’è una questione di<br />
opportunità sprecate per<br />
il Paese. Le ragazze si<br />
laureano con le stesse<br />
percentuali dei colleghi<br />
maschi, anzi spesso<br />
meglio, ma poi non<br />
riusciamo a mettere a<br />
frutto queste capacità:<br />
è un vero sperpero di<br />
risorse.<br />
DIVARIO<br />
OCCUPAZIONE<br />
3 divari, un problema<br />
Anche in regione il divario<br />
occupazionale tra maschi<br />
e femmine esiste, ed<br />
è piuttosto rilevante. I<br />
maschi impiegati sono il<br />
13% in più <strong>delle</strong> donne,<br />
nonostante i livelli di<br />
scolarizzazione siano<br />
piuttosto omogenei e, anzi,<br />
spesso con risultati migliori<br />
conseguiti dalle donne.<br />
Un secondo parametro<br />
da considerare è il divario<br />
salariale, il cosiddetto<br />
gender pay gap.<br />
Analizzando gli impiegati<br />
+ 13%<br />
Un’occasione perduta<br />
per il Paese.<br />
Non solo. C’è un effetto<br />
negativo anche sulla<br />
ricaduta previdenziale,<br />
poiché il calcolo<br />
pensionistico sarà<br />
parametrato su carriere<br />
lavorative intermittenti,<br />
su stipendi part time che<br />
offrono meno reddito e<br />
danno meno contributi,<br />
su mansioni mediamente<br />
meno retribuite.<br />
Alla fine della carriera<br />
nelle aziende regionali<br />
con più di 100 dipendenti<br />
si può affermare che le<br />
donne percepiscono un<br />
reddito medio inferiore del<br />
19%.<br />
Ciò non significa che a<br />
parità di mansione le<br />
donne sono pagate meno,<br />
ma il dato rappresenta la<br />
fotografia di un percorso<br />
lavorativo difficoltoso. Le<br />
carriere al femminile sono<br />
intermittenti, interrotte da<br />
gravidanze o per affrontare<br />
difficoltà familiari che<br />
rallentano il percorso di<br />
crescita professionale. La<br />
remunerazione media più<br />
DIVARIO<br />
SALARIALE<br />
- 19%<br />
lavorativa, molte donne<br />
avranno una pensione<br />
pari o poco superiore a<br />
quella sociale.<br />
In quali ambiti si<br />
dovrebbe intervenire?<br />
L’amministrazione<br />
pubblica dovrebbe<br />
investire nei servizi<br />
di cura alla persona,<br />
minori e anziani, così<br />
da alleggerire il carico<br />
che grava sulle famiglie<br />
che si traduce in un peso<br />
bassa è anche indice di<br />
un accesso al part time<br />
in misura maggiore, per<br />
soddisfare bisogni di<br />
welfare familiare. Infine,<br />
si sconta un problema<br />
culturale generale, in cui le<br />
mansioni che tipicamente<br />
sono considerate femminili<br />
sono mediamente<br />
meno retribuite di quelle<br />
“maschili”.<br />
Un terzo divario, forse<br />
quello più appariscente,<br />
è quello dirigenziale:<br />
ai vertici <strong>delle</strong> aziende<br />
regionali con più di 100<br />
dipendenti c’è 1 donna ogni<br />
10 uomini. Appena il 10%.<br />
DONNE<br />
AI VERTICI<br />
1 su 10<br />
sulle spalle <strong>delle</strong> donne.<br />
Servirebbero<br />
parallelamente anche<br />
<strong>delle</strong> politiche forti a<br />
sostegno della maternità,<br />
affinché che questa fase<br />
della vita non risulti<br />
- per le donne – un<br />
limite o un ostacolo alla<br />
realizzazione personale e<br />
professionale.<br />
COSA FA IL CONSIGLIERE<br />
REGIONALE DI PARITÀ<br />
Il consiglio di parità è simile ad un’Authority<br />
indipendente che dura in carica quattro anni.<br />
La figura del consigliere regionale coadiuvato<br />
da quattro consiglieri di area vasta, che hanno<br />
competenza sui territori <strong>delle</strong> ex province.<br />
I compiti sono molteplici: rilevare le situazioni<br />
di squilibrio di genere nelle organizzazioni,<br />
sostenere politiche attive del lavoro e formative,<br />
collaborare con le direzioni territoriali del<br />
lavoro, con gli assessorati al lavoro degli enti<br />
locali e con gli organismi di parità locali, sensibilizzare<br />
i datori di lavoro, promuove progetti<br />
di azioni positive, affiancare le lavoratrici<br />
in dei casi di discriminazione.<br />
Al momento dei 5 componenti previsti, uno<br />
regionale e 4 provinciali, solo 2 sono in carica<br />
(il regionale e il consigliere di Pordenone).<br />
Non si è ancora provveduto a rinnovare gli<br />
incarichi scaduti.<br />
www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/<br />
formazione-lavoro/lavoro/pari-opportunita-qualita-lavoro/FOGLIA6/<br />
LAURA TOMMASINI<br />
(Vicesindaco di Vivaro)<br />
Vicesindaco, anche lei è<br />
madre lavoratrice. Qual è<br />
la sua esperienza?<br />
Sono rientrata al lavoro<br />
da poco, conosco bene<br />
le difficoltà di conciliare<br />
la vita familiare con<br />
quella professionale,<br />
quant’è impegnativa<br />
l’organizzazione<br />
quotidiana, quanto si<br />
ha bisogno del supporto<br />
sia dei nonni che di un<br />
sistema di welfare.<br />
A cosa si riferisce?<br />
Il primo problema che<br />
incrocia una donna<br />
lavoratrice è avere<br />
disponibilità di posti<br />
nell’asilo nido: quando<br />
mancano i posti, alla<br />
donna è chiesto di restare<br />
a casa ad accudire i figli<br />
almeno finno all’ingresso<br />
alla scuola materna.<br />
Fortunatamente nel<br />
Comune di Vivaro c’è<br />
un nido che soddisfa<br />
la domanda, offrendo<br />
alle madri personale<br />
qualificato e un luogo<br />
sicuro in cui lasciare i figli.<br />
È evidente, però, che se<br />
mancasse o se avesse<br />
costi esorbitanti, le madri<br />
lavoratrici sarebbero le<br />
prime a essere penalizzate.<br />
Su quali altri aspetti si<br />
potrebbe lavorare?<br />
La flessibilità di orario che<br />
offre alle dipendenti una<br />
realtà come Graphistudio<br />
è un’opportunità per le<br />
donne, che riescono<br />
conciliare più facilmente la<br />
vita professionale con gli<br />
impegni familiari.<br />
Purtroppo, è un esempio<br />
isolato e mi piacerebbe<br />
che anche altre imprese<br />
seguissero presto<br />
quest’esempio virtuoso.<br />
Sarebbe un grande aiuto<br />
per le donne che vogliono<br />
lavorare.<br />
Guardando al futuro, cosa<br />
auspica?<br />
La parità di genere, in tutte<br />
le sue componenti, anche<br />
quella occupazionale:<br />
è una questione<br />
culturale. Intervenire<br />
nelle scuole, a tutte le<br />
età, è fondamentale per<br />
legittimare il messaggio<br />
che uomini e donne sono<br />
alla pari.<br />
14<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 15
VAL D'ARZINO / VAL COSA<br />
DAI ENERGIA<br />
ALLA TUA<br />
AZIENDA<br />
SCEGLI<br />
NUOVI SERVIZI E<br />
INVESTIMENTI IN VAL<br />
COSA E VAL D’ARZINO<br />
Una boccata d’ossigeno per i Comuni<br />
non interessati dalla Strategia<br />
Nazionale per le Aree Interne. Un<br />
finanziamento ad hoc consentirà di<br />
garantire servizi minimi e impedire lo<br />
spopolamento <strong>delle</strong> borgate.<br />
di Andrea del Maschio<br />
1.300<br />
kWp<br />
Tutta Italia<br />
500,00<br />
kWp<br />
Lusia<br />
(RO)<br />
QUI SOTTO ALCUNI CLIENTI INNOVATORI CHE<br />
CI HANNO GIÀ SCELTO NEL CORSO DEL <strong>2019</strong><br />
DA RE<br />
AZ. AGR.<br />
300,00<br />
kWp<br />
Vivaro<br />
(PN)<br />
125,00<br />
kWp<br />
Casale sul Sile<br />
(TV)<br />
250,00<br />
kWp<br />
Roncade<br />
(TV)<br />
150,00<br />
kWp<br />
Annone Veneto<br />
(VE)<br />
170,00<br />
kWp<br />
San Quirino<br />
(PN)<br />
TEKAS SRL<br />
260,00<br />
kWp<br />
Mansuè<br />
(TV)<br />
380,00<br />
kWp<br />
Bassando del Grappa<br />
(VI)<br />
20,00<br />
kWp<br />
Prato allo Stelvio<br />
(BZ)<br />
La ventata d’aria<br />
fresca è arrivata grazie al<br />
finanziamento di 250mila<br />
euro da parte della<br />
Regione Friuli Venezia<br />
Giulia, concesso all’Unione<br />
Territoriale Intercomunale<br />
<strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e <strong>delle</strong> Dolomiti<br />
<strong>Friulane</strong>, per quei Comuni<br />
non interessati dalla<br />
Strategia Nazionale per le<br />
Aree Interne.<br />
Oltre al Comune di<br />
Montereale Valcellina,<br />
per quanto riguarda la<br />
Val Cosa e la Val d’Arzino<br />
i Comuni beneficiari del<br />
finanziamento, sono<br />
Castelnovo del Friuli,<br />
Clauzetto, Pinzano al<br />
Tagliamento, Travesio e<br />
Vito d’Asio.<br />
Si tratta nello specifico di<br />
un’area particolarmente<br />
debole dal punto di<br />
vista demografico che,<br />
negli ultimi decenni, ha<br />
registrato un esponenziale<br />
calo della popolazione<br />
dovuta alle limitate<br />
possibilità di insediamento<br />
abitativo ma, soprattutto,<br />
a un’emigrazione continua<br />
e inesorabile dalle borgate,<br />
la cui vitalità un tempo<br />
era legata alle pratiche<br />
agricole e pastorali ormai<br />
non più in auge.<br />
Invece, una presenza<br />
stabile dei nuclei familiari<br />
è ciò di cui il territorio<br />
ha bisogno per potersi<br />
preservare nel tempo dal<br />
punto di vista ambientale<br />
e culturale.<br />
Scuola e sanità per<br />
non spopolarsi<br />
Gli interventi previsti<br />
dal finanziamento<br />
nello specifico vanno a<br />
interessare due macroaree<br />
delicate e di particolare<br />
utilità per i residenti:<br />
servizi di assistenza<br />
sociale e sanitaria e<br />
servizi nel campo della<br />
scuola, dagli strumenti<br />
per la didattica, alla<br />
formazione, al trasporto.<br />
La prima esigenza è<br />
quella di costituire e dare<br />
continuità a un servizio<br />
infermieristico per i<br />
Comuni di Castelnovo<br />
del Friuli, Pinzano al<br />
Tagliamento e Travesio.<br />
Un servizio che possa<br />
offrire assistenza<br />
domiciliare agli anziani<br />
che si trovano in una<br />
condizione di difficoltà<br />
per prelievi, iniezioni,<br />
misurazione della<br />
pressione sanguigna e il<br />
ADORO<br />
IL CENTRO ESTIVO!<br />
rilascio di certificazioni e<br />
ricette mediche.<br />
Si tratta di un servizio di<br />
rilevanza primaria, in cui<br />
gli operatori, muovendosi<br />
di borgata in borgata,<br />
in accordo con i servizi<br />
sociali dei singoli Comuni,<br />
eviterebbero ai cittadini di<br />
fare parecchi chilometri<br />
anche per esami banali.<br />
Un paese ancora vivo<br />
Questo denaro<br />
consentirà anche<br />
di ideare e attuare<br />
numerose attività<br />
di animazione. La<br />
popolazione più<br />
anziana, nel Comune<br />
di Castelnovo del Friuli,<br />
godrà di iniziative<br />
di aggregazione per<br />
stimolare un sentimento<br />
di appartenenza alla<br />
comunità.<br />
I bambini e i ragazzi<br />
dei Comuni di<br />
Pinzano e Castelnovo<br />
frequenteranno i centri<br />
estivi per fare sport,<br />
didattica e divertirsi.<br />
Coniugare gli orari di<br />
lavoro<br />
A Castelnovo e Pinzano è<br />
prevista la creazione di un<br />
centro di aggregazione,<br />
per venire incontro alle<br />
esigenze <strong>delle</strong> famiglie<br />
rispetto agli orari di lavoro<br />
dei genitori durante il<br />
periodo estivo. A Travesio<br />
e Pinzano, invece, il<br />
denaro contribuirà al<br />
servizio di pre e post<br />
accoglienza durante<br />
il periodo scolastico,<br />
alle spese di trasporto<br />
verso i plessi scolastici<br />
e, per i ragazzi disabili,<br />
verso la struttura Nostra<br />
Famiglia di San Vito al<br />
Tagliamento.<br />
A Clauzetto, invece, il<br />
centro di<br />
aggregazione diventerà<br />
una sala studio per<br />
i ragazzi, con due<br />
postazioni informatiche e<br />
accesso a internet.<br />
Oltre che come punto<br />
di prelievo sangue<br />
per le persone che<br />
periodicamente<br />
necessitano di analisi.<br />
A scuola in minibus<br />
Pinzano, Castelnovo e<br />
Clauzetto hanno previsto<br />
l’acquisto di un minibus<br />
per il trasporto dei<br />
ragazzi in età scolare per<br />
agevolare gli studenti<br />
residenti nelle borgate<br />
non raggiunte dal servizio<br />
di scuolabus, nelle quali<br />
soprattutto nel periodo<br />
invernale, a causa della<br />
neve e del ghiaccio,<br />
il transito può<br />
risultare<br />
difficoltoso.<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 17
VAL D'ARZINO / VAL COSA<br />
LA VOCE DEI COMUNI<br />
ESCLUSI DALLA STRATEGIA<br />
NAZIONALE PER LE AREE<br />
INTERNE<br />
di Andrea Del Maschio<br />
FLAVIO DEL MISSIER<br />
Sindaco di Clauzetto<br />
"In realtà non c'è una vera giustificazione per cui questi<br />
Comuni non fanno parte della Strategia Nazionale per le Aree Interne,<br />
i requisiti ci sarebbero tutti. A suo tempo, anche in base alle risorse<br />
disponibili, è stato deciso a livello nazionale che sarebbero state prese<br />
in considerazione le Associazioni Intercomunali più grandi e così sono<br />
rientrati nella Strategia solo quei quindici Comuni che facevano parte<br />
dell'Associazione Intercomunale <strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>, da non<br />
confondersi assolutamente con l'attuale UTI. Quella della Val Cosa e della<br />
Val d'Arzino era un'Associazione troppo piccola, così siamo rimasti tagliati<br />
fuori. Ciò che mi spaventa e preoccupa è che di questi tempi in Regione<br />
si parla di fiscalità di vantaggio e sviluppo per le Aree Interne, non vorrei<br />
fossimo esclusi una seconda volta, perché sarebbe davvero troppo."<br />
PIETRO GEROMETTA<br />
Sindaco di Vito d’Asio<br />
"All'epoca presi l'esclusione dalla Strategia molto<br />
male, in quanto un Comune come quello che rappresento ha le medesime<br />
problematiche in termini di servizi rispetto a quelli della Val Cellina o<br />
della Val Meduna. È stata un'ingiustizia a cui spero presto si trovi una<br />
soluzione.<br />
La nostra Comunità necessita, ora come ora, di due importanti<br />
pilastri su cui impostare e programmare il proprio futuro: dobbiamo<br />
assolutamente entrare a far parte della Strategia Nazionale per le Aree<br />
Interne e riuscire a godere di un'adeguata fiscalità di sviluppo.<br />
Il nostro è un territorio in sofferenza e dobbiamo fare in modo che la<br />
gente rimanga."<br />
JURI DEL TOSO<br />
Sindaco di Castelnovo del Friuli<br />
"Purtroppo, abbiamo vissuto quest'esclusione come una<br />
disparità. Il nostro è un paese diffuso e le difficoltà di vivere in borgate<br />
anche molto distanti tra loro è evidente di questi tempi. Garantire la mobilità<br />
e i servizi alla persona per noi è davvero difficile.<br />
Ben vengano i finanziamenti come quello previsto dalla legge 29/2018, ma<br />
a lungo andare non saranno sufficienti. Si tratta di piccoli progetti, la cui<br />
continuità non sempre è garantita.<br />
L'ideale sarebbe rientrare nella Strategia, viste anche le agevolazioni e<br />
gli sgravi fiscali previsti dalla stessa per le imprese che sarebbero così<br />
incentivate a rimanere e a investire sul territorio."<br />
EMANUELE FABRIS<br />
Sindaco di Pinzano al Tagliamento<br />
"È vero che Comuni rimasti fuori della Strategia<br />
possono usufruire di finanziamenti mirati, ma non sempre tali<br />
finanziamenti riescono a compensare le reali esigenze di territori che, dal<br />
punto di vista demografico, non godono certamente di buona salute.<br />
Noi tuttavia, grazie a questi finanziamenti, riusciamo a cavarcela<br />
nell'immediato e possiamo offrire ai cittadini servizi e opportunità che<br />
altrimenti difficilmente riusciremmo a proporre.<br />
La speranza per il futuro è che anche il mio Comune e i territori della Val<br />
Cosa e della Val d'Arzino entrino a far parte della Strategia, purtroppo<br />
però l'iter si prospetta lungo e complesso."<br />
LE AREE INTERNE INDIVIDUATE<br />
DALLA STRATEGIA NAZIONALE<br />
IN FRIULI VENEZIA GIULIA<br />
Le aree interne che<br />
interessano il Friuli<br />
Venezia Giulia sono tre:<br />
• Alta Carnia<br />
• Canal del Ferro e Val<br />
Canale<br />
• Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
Per quanto riguarda le<br />
Dolomiti <strong>Friulane</strong> sono<br />
stati considerati aree<br />
interne tutti i Comuni<br />
dell’UTI a eccezione<br />
di Andreis, Montereale<br />
Valcellina, Travesio,<br />
Castelnovo del Friuli,<br />
Clauzetto, Vito d’Asio e<br />
Pinzano al Tagliamento,<br />
pur essendo territori<br />
molto simili agli altri<br />
dal punto di vista<br />
geografico, morfologico,<br />
socioeconomico e della<br />
distanza dai principali<br />
servizi.<br />
Per questo motivo l’UTI,<br />
al momento, necessita<br />
di finanziamenti ad<br />
hoc per queste aree.<br />
L’auspicio è certamente<br />
quello che presto la<br />
Strategia Nazionale per<br />
le Aree Interne possa<br />
comprendere anche questi<br />
sette Comuni.<br />
Cosa sono le aree<br />
interne?<br />
L’Agenzia per la Coesione<br />
del Territorio definisce le<br />
aree interne come quelle<br />
zone assai diversificate<br />
al proprio interno,<br />
distanti dai grandi centri<br />
di agglomerazione e di<br />
servizio e con traiettorie<br />
di sviluppo instabili ma<br />
dotate, tuttavia, di risorse<br />
che mancano alle aree<br />
centrali, con problemi<br />
demografici ma anche<br />
fortemente policentriche e<br />
con grande potenziale di<br />
attrazione.<br />
La Strategia<br />
Nazionale per le Aree<br />
Interne<br />
L'Italia nel Programma<br />
Nazionale di Riforma<br />
(PNR) ha adottato una<br />
Strategia per contrastare<br />
la caduta demografica<br />
e rilanciare lo sviluppo<br />
e i servizi di queste aree<br />
attraverso i fondi ordinari<br />
della Legge di Stabilità e<br />
altri fondi comunitari.<br />
Tale Strategia interessa il<br />
60% dei Comuni italiani,<br />
i quali si trovano in una<br />
condizione di particolare<br />
ALTA CARNIA<br />
CANAL DEL FERRO<br />
E VAL CANALE<br />
DOLOMITI<br />
FRIULANE<br />
lontananza da determinati<br />
servizi essenziali come<br />
l’istruzione, la sanità e la<br />
mobilità.<br />
Gli obiettivi della Strategia<br />
sono quelli di adeguare<br />
la quantità e la qualità di<br />
questi servizi nelle aree<br />
individuate come aree<br />
interne e di promuovere<br />
dei progetti di sviluppo<br />
che valorizzino l’ambiente,<br />
la cultura e l’economia di<br />
dette aree.<br />
18<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>
SEQUALS/TRAVESIO<br />
SEQUALS/TRAVESIO<br />
PAESI<br />
DI LETTORI<br />
di redazione<br />
Le piccole biblioteche non sono solo<br />
semplici luoghi di lettura, ma si<br />
trasformano in centri di aggregazione e di<br />
socialità.<br />
La biblioteca è un<br />
riferimento per una<br />
comunità, grande o<br />
piccola, di città o di<br />
paese che sia. I locali che<br />
custodiscono i volumi<br />
vedono l’avvicendarsi di<br />
persone che popolano una<br />
zona e che si rivolgono alla<br />
biblioteca per informarsi,<br />
distrarsi e, soprattutto,<br />
arricchirsi. È a partire da<br />
queste considerazioni<br />
che è nato il Sistema<br />
Bibliotecario <strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e<br />
<strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>, un<br />
network di biblioteche che<br />
sostituisce il precedente<br />
Sistema Bibliotecario della<br />
Montagna Pordenonese,<br />
conosciuto come BiblioMP.<br />
ILARIA FERROLI<br />
(Centro Sistema della<br />
Biblioteca Civica di Maniago)<br />
Come funziona la<br />
riorganizzazione <strong>delle</strong><br />
biblioteche?<br />
Il Sistema Bibliotecario<br />
<strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e Dolomiti<br />
<strong>Friulane</strong> ha l'ambizione<br />
di essere volano culturale<br />
e creare sinergie fra<br />
gli operatori del libro, il<br />
mondo della formazione,<br />
i diversi soggetti pubblici<br />
e privati, alimentando<br />
un cambiamento che<br />
tenga conto <strong>delle</strong> nuove<br />
tendenze.<br />
È così che le biblioteche<br />
Questo importante<br />
progetto di connessione,<br />
collaborazione e scambio<br />
tra biblioteche è nato in<br />
seguito alla ridefinizione<br />
del territorio della Regione<br />
in Unioni Territoriali<br />
Intercomunali e oggi il<br />
Sistema Bibliotecario<br />
raccoglie 23 biblioteche<br />
di tutto il territorio, a<br />
cui si sono aggiunte le<br />
biblioteche di Aviano,<br />
diventano tanti piccoli fari<br />
sparsi in maniera capillare<br />
su tutto il territorio. Non<br />
solo raccolte di libri ma veri<br />
e propri centri attivi per le<br />
comunità di riferimento.<br />
Chi è l’utente <strong>delle</strong> piccole<br />
biblioteche della <strong>Valli</strong>?<br />
L'utenza è varia. La<br />
narrativa ha un occhio<br />
di riguardo, le uscite<br />
editoriali sono tantissime<br />
ed è necessario che ogni<br />
bibliotecario conosca i<br />
propri lettori. Lo stesso<br />
vale per la saggistica,<br />
sempre al passo in un<br />
mondo che cambia ogni<br />
giorno, ma che rimanga<br />
pietra per le generazioni a<br />
venire.<br />
Infine, in questi piccoli<br />
presidi del territorio, ha<br />
una grande importanza<br />
la sezione locale: ogni<br />
biblioteca custodisce<br />
la propria memoria<br />
e dar così modo agli<br />
Budoia, Caneva e<br />
Polcenigo. Il centro<br />
nevralgico è la Biblioteca<br />
Civica di Maniago, in cui<br />
convergono i servizi della<br />
biblioteca centralizzata<br />
di deposito, di centro<br />
di catalogazione e<br />
manutenzione del catalogo<br />
e organizzazione e di<br />
gestione della biblioteca<br />
sui social network.<br />
appassionati di scoprire<br />
e approfondire la propria<br />
storia locale».<br />
E per i ragazzi?<br />
Ogni biblioteca ha una<br />
sezione ragazzi che si<br />
cerca di tenere aggiornata<br />
sia come testi di narrativa<br />
che come testi scientifici,<br />
per accontentare i<br />
giovani utenti e le scuole<br />
che richiedono <strong>delle</strong><br />
consulenze (per esempio<br />
bibliografie su temi in<br />
relazione ai piani formativi<br />
scolastici).<br />
Cosa prevede l’autunno in<br />
biblioteca?<br />
I progetti di promozione<br />
alla lettura che stiamo<br />
sviluppando in questo<br />
momento sono tre e<br />
saranno attuati in tutte le<br />
biblioteche del sistema da<br />
ottobre in collaborazione<br />
con varie realtà culturali.<br />
Si tratta di progetti che<br />
coinvolgeranno i bambini<br />
<strong>delle</strong> scuole dell'infanzia<br />
e primaria e i ragazzi<br />
<strong>delle</strong> scuole secondarie di<br />
primo e secondo grado,<br />
con gli insegnanti a fare da<br />
prezioso supporto.<br />
Nell'arco dell'anno, invece,<br />
ci sono presentazioni di<br />
libri, laboratori, esposizioni<br />
di artisti.<br />
Desideriamo avere<br />
biblioteche da vivere,<br />
animate e pulsanti.<br />
E poi c’è il Bibliopride…<br />
Per noi, quest’anno<br />
sarà un appuntamento<br />
speciale: in occasione del<br />
BiblioPride, domenica<br />
29 settembre, stiamo<br />
organizzando una vera e<br />
propria festa del nostro<br />
sistema bibliotecario,<br />
"ufficializzando"<br />
finalmente il Sistema.<br />
L’appuntamento è a<br />
Maniago per godere di<br />
letture per i più piccini<br />
in collaborazione con<br />
i volontari di Nati per<br />
Leggere, letture "viventi"<br />
con le stesse bibliotecarie,<br />
laboratori, cambioscambio<br />
di libri, musica.<br />
Che ruolo svolge la<br />
biblioteca nei piccoli<br />
comuni?<br />
Si possono individuare due<br />
macro-obiettivi nell’attività<br />
di una biblioteca. Il primo,<br />
rivolto ai più giovani,<br />
integrandosi con l’attività<br />
scolastica: è un’azione di<br />
avvicinamento alla lettura<br />
e di potenziamento del<br />
piacere della lettura.<br />
Il secondo obiettivo è<br />
di diventare un luogo di<br />
aggregazione e presidio<br />
del territorio, rivolgendosi<br />
a un pubblico più adulto.<br />
La biblioteca, infatti, sta<br />
mutando la sua funzione:<br />
non è semplicemente<br />
un luogo di lettura, ma<br />
sa essere un centro di<br />
animazione che propone<br />
iniziative culturali di<br />
diverso genere.<br />
Come si integra l’offerta<br />
della biblioteca con le<br />
scuole?<br />
A Travesio è la sede<br />
dell’istituto comprensivo,<br />
quindi nelle scuole<br />
primaria e secondaria di<br />
primo grado sono presenti<br />
INTERVISTA A<br />
MARILENA BRITTI<br />
(bibliotecaria presso la<br />
biblioteca di Lestans)<br />
studenti di diverse età<br />
e provenienti anche dai<br />
comuni limitrofi. Da anni<br />
vengono svolti molti<br />
progetti, in collaborazione<br />
con gli insegnanti, così<br />
da servire le diverse<br />
esigenze, dai più piccoli ai<br />
ragazzi <strong>delle</strong> medie. Non<br />
intendo solo di spazi a<br />
disposizione per la lettura<br />
o il servizio di prestito,<br />
ma anche di incontri con<br />
l’autore, presentazioni e<br />
altri progetti speciali.<br />
Che vantaggi dà l’essere<br />
inseriti nel sistema<br />
bibliotecario dell’UTI?<br />
Essere dentro una rete<br />
offre diversi vantaggi: si<br />
può programmare per<br />
area vasta, andando oltre i<br />
confini amministrativi.<br />
E poi ci si può confrontare<br />
con altre esperienze<br />
e altri modi di vedere,<br />
arricchendosi e prendendo<br />
spunti interessanti da<br />
applicare nella propria<br />
realtà.<br />
Non sarebbe preferibile<br />
accentrare le tante<br />
piccole biblioteche in un<br />
Chi frequenta la<br />
biblioteca?<br />
Ogni anno circa 2000<br />
persone, 1500 ragazzi in<br />
età scolare e 500 adulti,<br />
usufruiscono dei servizi<br />
della biblioteca.<br />
Con le scuole di Sequals e<br />
di Lestans facciamo molta<br />
attività, sia di prestito che di<br />
unico grande centro?<br />
Non lo credo, la biblioteca<br />
rappresenta un presidio<br />
del territorio e va<br />
preservato. Ogni volta<br />
che si chiude un luogo di<br />
questo genere, il paese si<br />
impoverisce e si accresce<br />
la solitudine.<br />
Si pensi alle opportunità<br />
che offre l’avere una<br />
biblioteca vicina, per<br />
esempio, per i lettori<br />
anziani o per chi ha<br />
difficoltà a spostarsi,<br />
perché in biblioteca si va<br />
per leggere, ma anche<br />
per socializzare, per<br />
confrontarsi e scambiare<br />
opinioni. Per valorizzare<br />
questo aspetto, sono<br />
stati organizzati dei corsi<br />
dedicati a chi legge con<br />
l’obiettivo di coinvolgere<br />
avvicinamento alla lettura.<br />
La biblioteca ha sede<br />
a Lestans, è un limite<br />
per offrire il servizio ai<br />
cittadini di Sequals?<br />
Per quanto riguarda i<br />
ragazzi nelle scuole,<br />
portiamo fisicamente<br />
alcune copie o facciamo<br />
attività direttamente nelle<br />
scuole, in collaborazione<br />
con gli insegnanti.<br />
Per quanto riguarda gli<br />
adulti la distanza tra i<br />
due paesi è facilmente<br />
colmabile, anche se è<br />
indubbio che la biblioteca<br />
VIOLETTA TRACLÒ<br />
(Vicesindaco di Travesio)<br />
BIBLIOTECA<br />
LESTANS<br />
2.000<br />
ACCESSI<br />
1.500 +<br />
RAGAZZI<br />
gli stessi lettori nelle<br />
presentazioni che si<br />
organizzano durante<br />
l’anno. Inoltre, nelle<br />
piccole biblioteche c’è una<br />
conoscenza personale tra<br />
il lettore e il bibliotecario,<br />
che conosce i gusti di chi<br />
frequenta la biblioteca<br />
e offre la propria<br />
consulenza in un forte<br />
rapporto umano. E questa<br />
relazione si instaura sia<br />
con i residenti che con<br />
chi torna in paese solo<br />
qualche volta o nei mesi<br />
estivi.<br />
di Spilimbergo è più facile<br />
da frequentare perché<br />
inserita in una cittadina<br />
in cui si va comunque per<br />
tanti motivi.<br />
Che novità ha portato<br />
il sistema bibliotecario<br />
dell’UTI?<br />
Siamo tanti soggetti e<br />
tante persone, ma ancora<br />
all’inizio del percorso. Mi<br />
piacerebbe che diventasse<br />
l’occasione per riflettere<br />
sul ruolo <strong>delle</strong> biblioteche<br />
di paese e di come<br />
mantenerle al passo con i<br />
tempi.<br />
500<br />
ADULTI<br />
Qualche idea da<br />
sviluppare in futuro?<br />
I nostri comuni sono<br />
vasti e chi abita in certe<br />
frazioni è penalizzato<br />
e a volte isolato. È un<br />
problema che ci siamo<br />
posti così, durante le<br />
riunioni del Sistema<br />
Bibliotecario dell'UTI,<br />
è emersa un 'idea di<br />
portare la biblioteca fuori<br />
dall'edificio organizzando<br />
un bibliobus, ossia un<br />
mezzo allestito con una<br />
biblioteca mobile per<br />
portare l’offerta anche a<br />
quelle persone che per<br />
vari motivi non riescono<br />
ad accedere al servizio.<br />
Se si riuscisse a realizzare<br />
sarebbe bello, perché<br />
sarebbe un modo per<br />
spezzare la solitudine<br />
di certe realtà portando<br />
una ventata di allegria,<br />
creando un'occasione<br />
per socializzare e<br />
magari leggere<br />
qualcosa che<br />
interessa.<br />
20<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 21
ORGOGLIO OLTRECONFINE<br />
LAVORARE NELLA<br />
SILICON VALLEY<br />
di Manuel Bertin<br />
Arjuna del Toso, da Travesio ha<br />
raggiunto la Silicon Valley chiamato<br />
da Facebook. Sempre aperto a nuove<br />
avventure, con l’energia di chi pensa che<br />
valga sempre la pena buttarsi.<br />
Di cosa ti stai<br />
occupando?<br />
Attualmente ricopro il ruolo<br />
di Chief Operating Officer<br />
per Evensi Inc., un'azienda<br />
nata in Italia ma con<br />
sede a San Francisco. In<br />
Evensi abbiamo costruito<br />
il più grande portale<br />
indipendente di eventi<br />
al mondo con oltre 150<br />
milioni di eventi disponibili<br />
sul sito e tutta una serie<br />
di strumenti dedicati<br />
agli organizzatori per<br />
promuovere le loro attività.<br />
In Evensi gestisco alcuni<br />
aspetti dell'organizzazione<br />
aziendale con un focus<br />
particolare all'efficienza<br />
operativa, soprattutto del<br />
dipartimento di sviluppo<br />
software e prodotto.<br />
Quale percorso ti ha<br />
portato in USA?<br />
Conseguita la<br />
laurea magistrale<br />
ho vinto un<br />
assegno di ricerca<br />
presso l'Università<br />
degli Studi di Udine nel<br />
laboratorio di Intelligenza<br />
Artificiale, vedendo però<br />
che la carriera accademica<br />
sarebbe stata lenta e<br />
incerta mi sono trasferito a<br />
Dublino. Ho lavorato 2 anni<br />
presso una start-up dove<br />
ero il primo dipendente, poi<br />
ad inizio 2011 Facebook<br />
mi ha contattato con<br />
un'offerta di lavoro che ho<br />
accettato e dopo qualche<br />
anno mi hanno convinto<br />
a trasferirmi nel quartier<br />
generale in Silicon Valley.<br />
In totale sono rimasto<br />
in Facebook per 6 anni,<br />
lavorando sulla Facebook<br />
Platform (chi si ricorda<br />
Farmville saprà di cosa<br />
si tratta) e per il CRM<br />
interno (strumento chiave<br />
che il reparto vendite di<br />
Facebook utilizza per<br />
fatturare quei 15 miliardi di<br />
dollari a trimestre).<br />
Dopo 6 anni e mezzo<br />
mi sono preso una<br />
pausa dalla grossa<br />
multinazionale americana,<br />
ho viaggiato qualche<br />
mese, per poi tornare in<br />
Silicon Valley e ributtarmi<br />
nel mondo <strong>delle</strong> startup. Lì<br />
ho trovato Evensi, azienda<br />
con un grosso team a<br />
Modena che mi permette<br />
di tornare in Italia anche<br />
per motivi lavorativi.<br />
Per un lavoratore, quali<br />
sono le differenze rispetto<br />
all'Italia?<br />
La distanza tra Italia e<br />
Irlanda, a livello lavorativo<br />
è enorme, quella con gli<br />
Stati Uniti è abissale sia<br />
da un punto di vista di<br />
valorizzazione del<br />
lavoratore che<br />
di pura etica<br />
lavorativa.<br />
Ricordo che<br />
durante il<br />
mio periodo<br />
di assegnista<br />
di ricerca a Udine<br />
lessi un articolo che<br />
raccontava come in Italia<br />
a 10 anni della laurea<br />
un'elevata percentuale dei<br />
lavoratori ancora lavorava<br />
sotto lo stesso regime<br />
salariale e mansioni<br />
del primo contratto,<br />
indicazione importante<br />
di come non ci sia reale<br />
possibilità di "fare carriera".<br />
Spostandomi all'estero ho<br />
invece potuto apprezzare<br />
un ambiente dinamico e<br />
con una valorizzazione<br />
<strong>delle</strong> mie capacità enorme,<br />
basti pensare che sono 10<br />
anni che ogni anno allargo<br />
il mio raggio d'azione<br />
lavorativo.<br />
Nascere in provincia<br />
è un limite o un valore<br />
aggiunto?<br />
È un limite decisamente<br />
marcato, ovviamente<br />
nulla che non possa<br />
essere superato. L'estrema<br />
provincia purtroppo<br />
non riesce ad abituarti<br />
a ragionare in termini<br />
di dinamiche globali,<br />
cosa che invece aree più<br />
cosmopolite con una più<br />
alta densità di imprese<br />
internazionali e persone<br />
provenienti da tutto il<br />
mondo riesce a darti in<br />
modo migliore.<br />
Il team che gestivo in<br />
Facebook, per esempio, era<br />
composto da statunitensi,<br />
cinesi, indiani e messicani,<br />
anche il solo conversare<br />
con qualcuno che in Cina<br />
o India è cresciuto ti aiuta<br />
a capire la mentalità di<br />
un popolo e ti permette di<br />
leggere i fatti di cronaca<br />
recente, come le tensioni<br />
sul piano economico tra<br />
Stati Uniti e Cina, con<br />
un'altra consapevolezza.<br />
La mia speranza per<br />
la provincia è che la<br />
globalizzazione mischi<br />
sempre di più i popoli e<br />
accorci le distanze tra<br />
Orton (USA) e Banxixiang<br />
(Cina).<br />
Cosa ti manca di casa?<br />
Famiglia, amici e cibo.<br />
Niente batte un buon frico<br />
e polenta condivisi con le<br />
persone giuste!<br />
Partendo dalla tua<br />
esperienza, hai qualche<br />
consiglio da dare?<br />
Vale sempre la pena<br />
buttarsi, che sia un<br />
nuovo lavoro, una nuova<br />
opportunità oppure<br />
prendere un aereo e<br />
trasferirsi dall'altra parte<br />
del mondo. Magari non si<br />
raggiungono gli obiettivi<br />
prefissati ma sicuramente<br />
si porterà a casa qualcosa<br />
di valore, per quanto<br />
inaspettato.<br />
Felice di condividere la mia esperienza in Irlanda e Stati Uniti con chiunque stia pensando<br />
di trasferirsi, mi trovate su LinkedIn qui:<br />
https://www.linkedin.com/in/arjunadeltoso/ o su www.evensi.com<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 23
INFORMAZIONI<br />
DOVE TROVARE<br />
L'ECO DELLE VALLI E<br />
DELLE DOLOMITI<br />
FRIULANE<br />
MANIAGO<br />
Comune di Maniago<br />
Bar Serena<br />
3Store<br />
Bar Sorsi e Morsi<br />
Piazza Sport<br />
Artexx<br />
Bottega Bio<br />
Gekateria Dolce Freddo<br />
Abbigliamento Colombini<br />
Lavanderia Lavapiù<br />
Cgil Caf<br />
Inia Viaggi<br />
Ottica Gortana<br />
Pizzeria da Mario<br />
Bar Coricama<br />
Bar Stazione Corriere<br />
Distrobutore OMV<br />
Consorzio revisioni Maniago<br />
Bar Barile<br />
Antica Coltelleria<br />
Ristorante Casasola<br />
Piscina Maniago<br />
Bottega del FOrmaggio<br />
Edicola Venier<br />
Mensa Zona Industriale<br />
Tecnocollaudi Servizi<br />
Automobilistici<br />
Bar Bottegon<br />
Bar Vivina<br />
Bar Vivarina (Dandolo)<br />
CAMPAGNA<br />
Ai Gelsi<br />
Poste<br />
Studio Medico<br />
ARBA<br />
Farmacia<br />
Macelleria<br />
Alimentari<br />
Graphistudio<br />
Tabaccheria<br />
VIVARO<br />
Alimentari<br />
Lupo Alberto<br />
Gelindo<br />
VAJONT<br />
Comune di Vajont<br />
Palestra<br />
Farmacia<br />
MONTEREALE<br />
VALCELLINA<br />
Comune di Montereale<br />
Non solo bar<br />
Osteria Vittoria<br />
Tabacchi (Piazza)<br />
Edicola (Piazza)<br />
Macelleria<br />
Castelu<br />
Farmacia 3 F<br />
Bar Scalinetti<br />
MALNISIO<br />
Da Borghese<br />
SAN LEONARDO<br />
Da Plinio<br />
GRIZZO<br />
Forno ALzetta<br />
BARCIS<br />
Comune di Barcis<br />
Cartoleria<br />
Panificio De Giusti<br />
ANDREIS<br />
Comune di Andreis<br />
Locanda Al vecio For<br />
Chiosco Camping<br />
CLAUT<br />
Comune di Claut<br />
Supermercato<br />
Farmacia<br />
CIMOLAIS<br />
Comune di Cimolais<br />
Osteria Pian Pinedo<br />
ERTO<br />
Comune di Erto<br />
Ufficio postale<br />
Bar passo sant’Osvaldo<br />
Bar Stella<br />
MEDUNO<br />
Roncadin<br />
Bar da Laura<br />
Bar Meridiana<br />
TRAMONTI DI SOTTO<br />
Bar Antica Corte<br />
TRAMONTI DI SOPRA<br />
Alimentari SISA<br />
FRISANCO<br />
Comune di Frisanco<br />
Circolo operaio<br />
Bar in piazza<br />
POFFABRO<br />
Bar in piazza<br />
SEQUALS<br />
Bar al cret<br />
Edicola 4 Borghi<br />
LESTANS<br />
Supermercato<br />
Bar alla Posta<br />
SOLIMBERGO<br />
Da Mander<br />
TRAVESIO<br />
Harry's Bar<br />
Caffè (Piazza XX Settembre)<br />
Cokki Bar (Zancan)<br />
TOPPO<br />
Alimentari<br />
CASTELNUOVO<br />
Bierkneipe (Loc. Paludea)<br />
Trattoria (Loc. Vigna)<br />
PINZANO<br />
Market Da Cinzia<br />
Bar Progresso<br />
VALERIANO<br />
Ristorante Don Chisciotte<br />
Alimentari e Bar Lucco<br />
CLAUZETTO<br />
Bar – Alimentari Da Andrea<br />
Edicola di Nadia Colledani<br />
VITO D'ASIO<br />
Ristorante L’Ortal<br />
ABBIAMO DISTRIBUITO SUL<br />
TERRITORIO DEGLI ESPOSITORI /<br />
CONTENITORE, QUI DI SEGUITO LA LISTA<br />
DEI POSTI DOVE SONO STATI LASCIATI<br />
PER POTER TROVARE LA RIVISTA<br />
GRATUITA DEL NOSTRO TERRITORIO<br />
SAN FRANCESCO<br />
Alimentari Ristorante<br />
Da Renzo<br />
ANDUINS<br />
Ristorante alla Posta<br />
CASIACCO<br />
Bar alle Alpi<br />
Via Arba, 45 - Z.I. Maniago (PN) - tel. 0427 730127<br />
24<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>
BUONE PRATICHE<br />
ANCHE<br />
GRETA MANGIA<br />
LA PIZZA<br />
di Manuel Bertin<br />
Impegno etico e vantaggio competitivo<br />
si intrecciano quando si attuano le<br />
politiche di attenzione all’ambiente.<br />
Un’azienda non è solo<br />
un luogo che offre un posto<br />
di lavoro, ma rappresenta<br />
uno dei gangli attorno<br />
a cui ruota la comunità,<br />
poiché ha le potenzialità<br />
per essere un riferimento<br />
sociale e culturale per tutti<br />
coloro che la frequentano.<br />
Questa funzione, spesso<br />
sottovalutata, è invece<br />
un potente motore per<br />
la trasformazione del<br />
territorio.<br />
Ne abbiamo parlato con<br />
Elisa Piccinin, responsabile<br />
comunicazione e<br />
marketing di Roncadin.<br />
ELISA PICCININ<br />
(responsabile comunicazione<br />
e marketing)<br />
Quali sono le strategie di<br />
riduzione degli impatti<br />
che state attuando?<br />
Si possono individuare<br />
tre tendenze principali su<br />
cui ci stiamo muovendo:<br />
l’efficienza energetica e<br />
la produzione rinnovabile<br />
dell’elettricità, il<br />
cambiamento degli stili<br />
di vita e dei consumi, la<br />
mobilità e i trasporti.<br />
Perché avete intrapreso<br />
questo percorso “verde”?<br />
È un aspetto che abbiamo<br />
sempre considerato ed<br />
è una responsabilità<br />
che sentiamo. Inoltre,<br />
lavorando con clienti del<br />
nord Europa, ci è richiesto<br />
un prodotto che abbia<br />
bassi impatti ambientali,<br />
così per noi l’aspetto etico<br />
si coniuga con la politica<br />
industriale.<br />
Infine, se si pensa che<br />
molte <strong>delle</strong> scelte di<br />
riduzione degli sprechi si<br />
trasformano in efficienza<br />
nella produzione, ecco<br />
che la scelta di avere<br />
un’attenzione all’ambiente<br />
diventa un vantaggio<br />
competitivo.<br />
Quando avete cominciato<br />
a lavorare su questi temi?<br />
Quasi una decina di anni<br />
fa abbiamo montato i<br />
pannelli fotovoltaici per<br />
autoprodurre in modo<br />
rinnovabile almeno<br />
parte dell’elettricità che<br />
ci occorre. Dal 2015,<br />
l’elettricità che ci manca<br />
e che acquistiamo sul<br />
mercato ha la certificazione<br />
di provenienza da fonti<br />
rinnovabili, quali eolico,<br />
idroelettrico, fotovoltaico,<br />
ecc. Ora produciamo circa<br />
un megawatt e abbiamo<br />
in progetto di raddoppiare<br />
la produzione con nuove<br />
installazioni e nuovi<br />
impianti.<br />
Poi c’è la voce di riduzione<br />
dei consumi. La catena<br />
del freddo, da sola,<br />
rappresenta il 32% dei<br />
nostri consumi elettrici,<br />
così abbiamo installato<br />
tecnologie all’avanguardia<br />
nei tunnel di surgelazione<br />
della linea 5 e 6 e ora<br />
anche sulle nuove linee<br />
appena realizzate:<br />
attualmente il risparmio<br />
è di circa 1,7 milioni di<br />
kWh all’anno, pari a 600<br />
tonnellate di CO 2 in meno<br />
immesse in atmosfera.<br />
Questo dato aumenterà<br />
considerevolmente<br />
con il completamento<br />
<strong>delle</strong> nuove linee e dello<br />
stabilimento.<br />
Come intervenite sugli<br />
stili di vita?<br />
Proprio in questi giorni<br />
stiamo attuando una<br />
politica di attenzione<br />
ai consumi d’acqua e<br />
alla riduzione di rifiuti in<br />
plastica.<br />
Finora utilizzavamo i<br />
boccioni per distribuire<br />
l’acqua: per dare qualche<br />
numero, solo nel 2018<br />
abbiamo usato quasi<br />
180.000 bicchieri di<br />
plastica usa e getta e<br />
acquistato 1500 boccioni<br />
d’acqua. Un enorme<br />
quantità di rifiuti, uno<br />
spreco di plastica e poi c’è<br />
da considerare il traffico<br />
CONSUMI<br />
ANNO 2018<br />
generato per trasportare<br />
l'acqua.<br />
Così abbiamo messo<br />
a disposizione degli<br />
impiegati <strong>delle</strong> borracce<br />
e cambiato i distributori,<br />
mentre in produzione, in<br />
cui ci sono severe norme<br />
da rispettare, stiamo<br />
valutando l’installazione<br />
1.500<br />
Boccioni d'acqua<br />
+<br />
180.000<br />
Bicchieri<br />
di zampilli che non<br />
richiedono l’utilizzo del<br />
bicchiere.<br />
E sulla mobilità?<br />
Questa sarà la prossima<br />
azione che metteremo in<br />
atto, nel nostro percorso<br />
per diventare un’azienda<br />
a impatto zero.<br />
Al momento sulla App<br />
aziendale c’è una funzione<br />
di car sharing, per facilitare<br />
l’organizzazione di viaggi<br />
condivisi fra dipendenti.<br />
Inoltre, già oggi il 5-6%<br />
dei nostri dipendenti<br />
raggiunge l’azienda<br />
in bicicletta, significa<br />
che anche le due ruote<br />
potrebbero rappresentare<br />
una percentuale rilevante<br />
negli spostamenti da e<br />
per l’azienda, considerata<br />
anche la vicinanza con la<br />
ciclabile FVG-3 e che molti<br />
dipendenti vivono nelle<br />
vicinanze.<br />
Infine, abbiamo incontrato<br />
i vertici di Ferrovie per<br />
discutere della linea<br />
Sacile-Gemona, che se<br />
aperta per l’intera tratta<br />
potrebbe diventare un<br />
mezzo di trasporto per i<br />
dipendenti che abitano nel<br />
bacino del Sacilese e in<br />
quelli del Gemonese.<br />
Una soluzione che<br />
ridurrebbe il tempo di<br />
viaggio al singolo utente e<br />
toglierebbe traffico privato<br />
dalle strade.<br />
26<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>
ILLUSTRI CONCITTADINI<br />
LUIGI DEL BIANCO,<br />
MAESTRO<br />
DELL’ESPRESSIONE<br />
di Caterina di Paolo<br />
Al Luogo del Giulio<br />
agriturismo con camere<br />
AD AGOSTO<br />
APERTO TUTTI I GIORNI A PRANZO E CENA<br />
Via Pordenone 155, MANIAGO PN<br />
+39 0427.730444 / info@luogodelgiulio.it<br />
www.luogodelgiulio.it<br />
Nato nel 1892 su una nave a Le Havre<br />
mentre i genitori tornavano dagli Stati<br />
Uniti all’Italia, Del Bianco ha continuato ad<br />
attraversare l’Oceano e a scolpire per tutta<br />
la vita, finendo per imparare a memoria<br />
ogni curva e ogni dettaglio della sua<br />
creazione più celebre: il volto di Lincoln.<br />
Luigi Del Bianco è<br />
nato in viaggio, ma le sue<br />
radici sono ben piantate a<br />
Meduno, dove è cresciuto<br />
passando l’infanzia nel<br />
negozio di falegnameria<br />
del padre Vincenzo.<br />
Quest’ultimo, un uomo<br />
attento, capì subito che<br />
quella del figlio non<br />
era semplice curiosità<br />
ma una vera abilità da<br />
valorizzare: il bambino<br />
era bravo a maneggiare<br />
e intagliare il legno e<br />
appena compì tredici<br />
anni, decise di mandarlo<br />
in Austria a bottega da<br />
uno scultore. Rientrò<br />
in Italia dopo tre anni,<br />
questa volta a Venezia per<br />
continuare il praticantato<br />
fintanto che, nel 1910, a<br />
diciott’anni, Luigi tornò là<br />
dove il caso l’aveva fatto<br />
nascere, in Francia, a Le<br />
Havre. In realtà, quello<br />
francese fu un transito<br />
più che di una méta:<br />
destinazione America.<br />
La Prima guerra mondiale<br />
incombe e Luigi del<br />
Bianco rientra in Italia<br />
dagli Stati Uniti per<br />
arruolarsi volontario.<br />
Terminato il conflitto<br />
non è ancora il momento<br />
di stabilirsi, il richiamo<br />
d’America si fa sempre<br />
più forte e nel 1920<br />
riattraversa l’Atlantico per<br />
trasferirsi a Port Chester,<br />
La storia di Luigi Del<br />
Bianco, il friulano che<br />
rendeva viva la pietra,<br />
ha finalmente avuto<br />
il suo riconoscimento:<br />
dopo venticinque<br />
anni di insistenze,<br />
il nipote Lou ha<br />
svelato la targa<br />
commemorativa<br />
dedicata a Del Bianco<br />
sotto alle sculture del<br />
monte Rushmore<br />
LOU DEL BIANCO,<br />
Fuori dall'ombra del Rushmore:<br />
La storia di Luigi Del Bianco – La riscoperta<br />
di uno scultore friulano sulla Montagna dei<br />
Presidenti,<br />
Keep Point – Niche Content Press, <strong>2019</strong><br />
Sito: www.luigimountrushmore.com<br />
dove conobbe sua moglie<br />
Nicoletta Cardarelli e un<br />
curioso scultore di origini<br />
danesi.<br />
L’incontro con<br />
Borglum<br />
Fu il cognato Alfonso<br />
Scafa a presentare Luigi<br />
a Gutzon Borglum, dando<br />
inizio al grande sodalizio<br />
che legherà lo scultore<br />
allo “scalpellino” friulano.<br />
Nel 1920 “Bianco”, come<br />
lo chiamava Borglum,<br />
assiste lo scultore<br />
americano nei lavori<br />
per la Stone Mountain<br />
in Georgia e per il Wars<br />
of America Memorial di<br />
Newark. Luigi, un uomo<br />
alto e dai lineamenti<br />
elegantissimi, venne<br />
anche usato come<br />
modello da Borglum per<br />
venti <strong>delle</strong> figure scolpite<br />
a Newark.<br />
Era solo il preludio di<br />
un’impresa ben più<br />
memorabile, che iniziò<br />
tredici anni dopo:<br />
scolpire i volti di George<br />
Washington, Thomas<br />
Jefferson, Theodore<br />
Roosevelt e Abraham<br />
Lincoln a colpi di<br />
martello pneumatico<br />
lungo le pareti del Monte<br />
Rushmore. Un’immensa<br />
opera celebrativa ideata<br />
per festeggiare i primi<br />
centocinquant’anni di<br />
storia americana a cui<br />
lavorarono quattrocento<br />
persone.<br />
Del Bianco aveva la<br />
responsabilità di formare<br />
quattrocento uomini – in<br />
gran parte ex minatori<br />
– avvicinandoli a uno<br />
sguardo da scultore. Ma<br />
oltre a essere un capo<br />
cantiere, il compito di<br />
Luigi prevedeva anche<br />
interventi molto delicati,<br />
da vero e proprio scultore:<br />
era lui che doveva<br />
rifinire le espressioni<br />
sui volti scolpiti dei<br />
quattro presidenti ritratti,<br />
Washington, Jefferson,<br />
Roosevelt e Lincoln. In<br />
particolare, quest’ultimo<br />
volto fu il più caro e<br />
lavorato da “Bianco".<br />
“Potevo vedere il mio<br />
lavoro solo da vicino, ma<br />
sapevo che l’occhio di<br />
Lincoln doveva sembrare<br />
giusto a miglia di<br />
distanza”, ricordava Del<br />
Bianco.<br />
È sempre Borglum, a<br />
raccontare che chiese<br />
proprio a “Bianco” di<br />
svolgere un altro compito<br />
complesso: aggiustare<br />
una crepa nel labbro di<br />
Jefferson, che Del Bianco<br />
riempì con un blocco di<br />
Luigi Del Bianco<br />
(1892-1969)<br />
granito operando con<br />
una delicatezza tale che<br />
l’aggiustamento è quasi<br />
invisibile anche da vicino.<br />
La guerra, l’oblio, la<br />
riscoperta<br />
Nel 1941 Borglum,<br />
muore, la Seconda<br />
guerra mondiale rende<br />
la situazione difficile e<br />
il progetto di concludere<br />
l’opera scolpendo anche<br />
i torsi dei presidenti fu<br />
abbandonato. Luigi Del<br />
Bianco non lavorerà più<br />
a grandi sculture come<br />
il monte Rushmore, ma<br />
aprirà il suo negozio a<br />
Port Chester, incidendo<br />
circa cinquecento lapidi<br />
usando il marmo del<br />
Vermont.<br />
Nel 1966, in un’intervista<br />
con lo Herald Statesman,<br />
Luigi Del Bianco<br />
commentò: “Rifarei tutto,<br />
pur sapendo quanto è<br />
stato faticoso. Scolpirei il<br />
Monte Rushmore anche<br />
gratis, se necessario: è<br />
stato un grandissimo<br />
privilegio, per me.”<br />
Il "Mount Rushmore<br />
National Memorial" venne<br />
inaugurato il 31 ottobre<br />
1941. Oggi è visitato ogni<br />
anno quasi da tre milioni<br />
di persone.<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 29
30<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 31
STORIE DI SPORT<br />
STORIE DI SPORT<br />
A PIEDI,<br />
DI CORSA,<br />
IN DISCESA<br />
di Gianluca Liva<br />
CRÊTROI RUN<br />
La Cretroi Run è<br />
un’iniziativa che prende<br />
spunto dal troi dal cret, la<br />
roccia collocata sopra alla<br />
collina di San Martino a<br />
Sequals e che spesso è il<br />
ritrovo di molte persone<br />
che desiderano<br />
festeggiare la<br />
Pasquetta.<br />
Si tratta di una marcia non<br />
competitiva a passo libero<br />
che viene organizzata dal<br />
Gruppo sportivo Sequals ed<br />
è aperta a chiunque, con la<br />
possibilità di scegliere tra<br />
quattro diverse distanze da<br />
percorrere per altrettanti<br />
livelli di difficoltà: 18, 14, 9<br />
e 4 chilometri.<br />
I due itinerari più lunghi<br />
arrivano alla cima della<br />
collina e donano ai<br />
partecipanti una visione<br />
panoramica del paese,<br />
gradevole e appagante.<br />
1.308<br />
partecipanti<br />
(2018)<br />
la Partenza<br />
Passeggiare, marciare, fare jogging<br />
oppure correre a perdifiato. Le <strong>Valli</strong> e le<br />
Dolomiti friulane sono il luogo ideale dove<br />
coltivare la passione per la corsa.<br />
Negli ultimi anni il<br />
territorio <strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e<br />
<strong>delle</strong> Dolomiti friulane<br />
ha visto crescere<br />
esponenzialmente il<br />
numero di appassionati e<br />
appassionate alla corsa,<br />
intesa nel senso più<br />
generale del termine.<br />
In parallelo sono nate<br />
nuove iniziative che ogni<br />
giorno attraggono sempre<br />
più persone. È così che<br />
la zona è diventata<br />
ideale per chi svolge, per<br />
esempio, l’attività di trail<br />
running, una specialità di<br />
corsa in ambienti naturali<br />
caratterizzati da un buon<br />
dislivello.<br />
Il motivo di un tale<br />
successo è da ricercarsi<br />
non solo in un rinnovato<br />
e consolidato interesse<br />
verso la buona salute<br />
– una condizione che<br />
poggia le sue basi anche<br />
su una attività fisica<br />
regolare - ma anche<br />
nelle caratteristiche<br />
di un territorio che<br />
sembra ideale per chi<br />
vuole spaziare e correre<br />
attraverso paesaggi<br />
mozzafiato.<br />
MAGREDI MOUNTAIN TRAIL<br />
THREE LAKES TRAIL<br />
Dal 2010 l’ASD Magredi<br />
Mountain Trail organizza<br />
una gara di ultra trail che<br />
si snoda lungo oltre 160<br />
chilometri e 7.200 metri<br />
di dislivello.<br />
La gara percorre i<br />
Magredi, l’area ghiaiosa<br />
della pianura del Friuli<br />
160<br />
chilometri<br />
occidentale.<br />
A partire dai<br />
greti brulli e aridi<br />
dei torrenti Cellina e<br />
Meduna, la gara porta i<br />
runners fino alle alture<br />
<strong>delle</strong> <strong>dolomiti</strong> friulane,<br />
passando per le valli<br />
pordenonesi. È la sintesi<br />
1°<br />
7.200<br />
metri<br />
dislivello<br />
– vista<br />
correndo –<br />
dell’intero paesaggio:<br />
pianura, montagna, sassi,<br />
erba, salite, discese,<br />
ambienti rurali e naturali<br />
caratterizzano l’intero<br />
lungo percorso.<br />
300<br />
CLAUDIO KEGOZZI<br />
ideatore dell’iniziativa e<br />
componente del Gruppo<br />
sportivo di Sequals<br />
JOUF FLY RACE<br />
Volare dalla cima ai<br />
piedi di una montagna.<br />
È questa l’idea alla base<br />
della Jouf Fly Race, una<br />
gara di corsa puramente<br />
in discesa che ha luogo<br />
a settembre e che parte<br />
dalla cima del Monte<br />
Jouf, a Maniago, per<br />
concludersi direttamente<br />
nel centro della città dei<br />
coltelli.<br />
Il percorso, segnalato è<br />
di circa cinque chilometri<br />
e ha un dislivello di circa<br />
1.000 metri.<br />
È solo grazie al grande<br />
impegno collettivo di<br />
tutti e di tutte che una<br />
manifestazione come la<br />
Crêtroi Run è possibile:<br />
siamo alla settima<br />
edizione e abbiamo avuto<br />
uno sviluppo notevole<br />
negli ultimi anni, tanto<br />
che quest’anno abbiamo<br />
avuto 1.308 partecipanti.<br />
ETRIC BIASONI<br />
uno degli organizzatori<br />
La Jouf Fly Race nasce<br />
all’insegna della<br />
condivisione di una<br />
passione – quella per la<br />
corsa – ed è una gara<br />
unica nel suo genere,<br />
che vuole dare luce<br />
all’aspetto divertente<br />
della corsa in discesa<br />
senza dimenticare la<br />
cornice meravigliosa che<br />
offre il nostro territorio.<br />
L’idea è nata<br />
gradualmente, circa<br />
10 anni fa, quando<br />
assieme a molti volontari<br />
abbiamo iniziato a<br />
ripulire i sentieri per<br />
renderli adatti alle<br />
nostre attività. Puliamo<br />
i sentieri due volte<br />
all’anno in modo tale da<br />
renderli fruibili a tutti.<br />
La formula è particolare<br />
perché assegniamo<br />
anche un trofeo molto<br />
speciale grazie a una<br />
collaborazione con<br />
la Vertical Val Resia:<br />
l’equivalente della Jouf<br />
Fly Race solo in… salita!<br />
Alla fine, sommati i<br />
risultati dei tempi di<br />
salita e discesa <strong>delle</strong><br />
due gare, si assegna il<br />
premio.<br />
Partecipano più di 100<br />
persone e accorre gente<br />
dal Friuli, dal Veneto e<br />
dal Trentino Alto Adige.<br />
Abbiamo voluto<br />
fortemente che la Jouf<br />
Fly Race avesse luogo<br />
nel corso del sabato<br />
5<br />
chilometri<br />
pomeriggio dato che,<br />
dopo avere concluso le<br />
premiazioni, possiamo<br />
1.000<br />
metri<br />
dislivello<br />
organizzare una festa<br />
clamorosa a cui sono<br />
tutti invitati!<br />
La splendida cornice del giardino di Palazzo d'Attimis a Maniago<br />
La Three Lakes Trail<br />
porta, né più né meno,<br />
alla scoperta della Val<br />
Tramontina e dei suoi<br />
paesaggi più nascosti e<br />
suggestivi.<br />
La gara è alla prima<br />
edizione (dopo una<br />
prima edizione<br />
“sperimentale”<br />
organizzata nel 2018),<br />
ma ha già visto la<br />
partecipazione di oltre<br />
300 persone che hanno<br />
scoperto un territorio<br />
selvaggio e particolare al<br />
punto da rendere questa<br />
competizione unica nel<br />
suo genere.<br />
La gara è composta da<br />
due differenti percorsi<br />
per altrettante differenti<br />
esigenze: la long<br />
distance di 41 chilometri<br />
e la medium distance,<br />
di 21,5 chilometri. La<br />
competizione parte<br />
da Tramonti di Sotto e<br />
consiste in un anello che<br />
va a toccare numerosi<br />
punti d’interesse fra cui –<br />
come suggerito dal nome<br />
– ben tre laghi: il lago di<br />
Redona, quello di Selva e<br />
quello di Ciul con l’arrivo<br />
a Tramonti di Sotto.<br />
Nel mezzo un paesaggio<br />
a dir poco avventuroso,<br />
in cui si attraversano i<br />
sentieri più belli della Val<br />
Tramontina, tra natura<br />
incontaminata e gallerie<br />
lunghe chilometri<br />
che rendono questo<br />
appuntamento unico e<br />
inimitabile, al punto da<br />
attrarre l’attenzione di<br />
moltissimi appassionati.<br />
edizione<br />
E per il 2021<br />
si pensa in<br />
grande, con l’idea di<br />
ospitare il campionato<br />
europeo master di corsa<br />
in montagna e trail.<br />
partecipanti<br />
LA CIMOLIANA<br />
Una marcia, non<br />
competitiva, organizzata<br />
dalla Pro Loco di<br />
Cimolais. Si tratta<br />
di un’iniziativa che<br />
definire storica è poco:<br />
la Cimoliana è giunta,<br />
infatti, alla 36esima<br />
edizione. Si articola su<br />
tre diversi percorsi di<br />
lunghezza variabile, da<br />
6, 14 e 30 chilometri da<br />
percorrere a passo libero.<br />
La partenza è in<br />
Piazza Santa Maria<br />
Maggiore di Cimolais e<br />
il percorso è interamente<br />
racchiuso nel Parco<br />
Naturale <strong>delle</strong> Dolomiti<br />
<strong>Friulane</strong>, patrimonio<br />
dell’UNESCO. La marcia<br />
è frequentatissima. Le<br />
persone che partecipano<br />
sono, in media, sempre<br />
oltre alle 1.000 e l’impatto<br />
positivo – sia economico<br />
che sociale – sul territorio<br />
è enorme ed è il frutto<br />
di un ottimo lavoro di<br />
organizzazione portato<br />
avanti nel corso di quasi<br />
quattro decenni.<br />
La giornata della gara<br />
è l’occasione ideale per<br />
stare in compagnia e<br />
godere insieme <strong>delle</strong><br />
bellezze del della valle.<br />
1.000<br />
partecipanti<br />
(media)<br />
32<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 33
PREVENZIONE<br />
CORRERE<br />
IN SICUREZZA<br />
di Gianluca Liva<br />
Correre sembra essere una <strong>delle</strong><br />
attività più naturali possibili: lo può<br />
fare chiunque e ovunque. Tuttavia, molto<br />
spesso, si trascurano <strong>delle</strong> regole base<br />
che permettono di approcciarsi alla corsa<br />
senza incappare in qualche infortunio.<br />
Nicola Giovanelli, ph. Alice Russolo<br />
Spesso ci si riferisce<br />
alla “corsa” come a una<br />
disciplina unica, mentre<br />
è noto che sotto a quel<br />
nome ci sono molti tipi di<br />
corsa diversa, ognuna con<br />
un diverso livello di sforzo<br />
per il nostro organismo.<br />
L’importante, in ogni caso,<br />
è essere preparati ad<br />
affrontare l’attività nella<br />
giusta maniera e fare<br />
attenzione alla postura<br />
corretta, fondamentale<br />
anch’essa per svolgere<br />
qualsiasi attività al<br />
meglio.<br />
Per quanto riguarda la<br />
dieta da seguire, invece,<br />
la grande differenza<br />
intercorre tra l’attività<br />
saltuaria e amatoriale<br />
e quella agonistica.<br />
Nei primi due casi, per<br />
chi non ha particolari<br />
intolleranze, una dieta<br />
varia e bilanciata è più<br />
che sufficiente.<br />
Vale anche per chi corre<br />
saltuariamente?<br />
NICOLA GIOVANELLI<br />
(ricercatore dell’Università<br />
degli Studi di Udine in<br />
fisiologia dell’esercizio e<br />
docente di scienze motorie)<br />
Chi può iniziare a<br />
praticare la corsa?<br />
Non ci sono linee guida<br />
specifiche ma per chi<br />
vuole affrontare la corsa<br />
a livello agonistico è<br />
necessario il possesso<br />
dell’idoneità sportiva per<br />
“assicurarsi” dal punto di<br />
vista sia fisico che legale.<br />
Per ottenere l’idoneità ci<br />
si deve sottoporre a un<br />
elettrocardiogramma sotto<br />
sforzo, alla spirometria<br />
e ad altri eventuali<br />
approfondimenti.<br />
Molte persone che<br />
vogliono fare una corsa<br />
senza, necessariamente,<br />
intraprendere l’attività<br />
agonistica, trascurano<br />
quelle che sono <strong>delle</strong><br />
norme base della<br />
prevenzione, ovvero un<br />
minimo di preparazione<br />
preliminare che si può<br />
svolgere presso una<br />
palestra.<br />
L’importante, in questi casi,<br />
è allenare i muscoli <strong>delle</strong><br />
gambe, quelli addominali<br />
e quelli dorsali per dare<br />
il giusto sostegno alla<br />
schiena durante il corso<br />
dell’attività. Si tratta, in<br />
sostanza, di svolgere<br />
alcuni esercizi aerobici a<br />
bassa intensità per poter<br />
poi andare a correre in<br />
sicurezza.<br />
E per chi vuole fare corsa<br />
in modo agonistico?<br />
Il discorso cambia quando<br />
si vuole competere<br />
per davvero e svolgere<br />
l’attività agonistica. In<br />
quel caso va seguita una<br />
preparazione specifica che<br />
abitui il fisico a uno sforzo<br />
intenso e prolungato nel<br />
tempo.<br />
In ogni caso tutto dipende<br />
dagli obiettivi che una<br />
persona si pone e che<br />
dettano il conseguente<br />
approccio da adottare per<br />
prepararsi al meglio.<br />
Vale anche per la corsa in<br />
discesa?<br />
La postura diventa<br />
particolarmente<br />
importante nel caso<br />
di discipline come la<br />
corsa in discesa. In quel<br />
caso è bene svolgere<br />
esercizi che incidano<br />
sulla propriocezione<br />
(anche chiamata<br />
cinestesia): la capacità di<br />
percepire e riconoscere<br />
la posizione del proprio<br />
corpo nello spazio e lo<br />
stato di contrazione dei<br />
propri muscoli, senza il<br />
supporto della vista. Gli<br />
esercizi si svolgono su<br />
un piano semi-instabile<br />
e aiutano a rafforzare<br />
l’equilibrio dato, ad<br />
esempio, dalle nostre<br />
caviglie.<br />
Servono diete speciali?<br />
Solo nel caso dell’agonismo<br />
possono rendersi necessari<br />
alcuni integratori di sali,<br />
magnesio e vitamine che<br />
possano supportare il<br />
fisico nel caso di un’uscita<br />
particolarmente lunga.<br />
Solo in certi casi ci si affida<br />
a integratori più specifici<br />
che contengono proteine<br />
e amminoacidi, ma che<br />
comunque vanno sempre<br />
utilizzati con grandissima<br />
moderazione.<br />
Per saperne di più, visita il sito:<br />
www.nicolagiovanelli.com<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 35
TIPICO<br />
FORMAGGIO<br />
DI MALGA…<br />
E DINTORNI<br />
di Elena Tomat<br />
Formaggio di malga non è solo<br />
un’espressione comune per indicare<br />
il formaggio prodotto in montagna<br />
durante il periodo estivo: è un prodotto<br />
agroalimentare tradizionale del Friuli<br />
Venezia Giulia, conosciuto anche con il<br />
nome friulano di Formadi di mont o Çuç.<br />
Le origini del formaggio<br />
di malga, prodotto quando<br />
le mucche vengono<br />
portate a pascolare in<br />
quota, sono antiche. Da<br />
secoli i casari lo preparano<br />
utilizzando procedimenti<br />
e attrezzature che sono<br />
rimasti pressoché invariati<br />
negli ultimi cinquant’anni,<br />
dalle caldaie di rame dove<br />
versano il latte, riscaldato<br />
rigorosamente con fuoco<br />
a legna, ai teli di lino con<br />
cui estraggono la cagliata,<br />
prima di riporla nelle<br />
fascere di legno a prendere<br />
forma.<br />
A rendere questi prodotti<br />
speciali sono le erbe di<br />
cui si cibano gli animali al<br />
pascolo, oltre al particolare<br />
microclima dei luoghi e<br />
alla lavorazione di tipo<br />
artigianale.<br />
Le malghe dell’alto<br />
Pordenonese<br />
Quelle della montagna<br />
pordenonese sono<br />
malghe ancora poco<br />
conosciute, ma che<br />
stanno riacquistando<br />
vitalità dopo il declino del<br />
secolo scorso, quando le<br />
“terre alte” e l’agricoltura<br />
vennero progressivamente<br />
abbandonate per il<br />
fondovalle e le fabbriche.<br />
Sempre più persone, non<br />
solo giovani, scelgono<br />
di salire in quota come<br />
hanno fatto Pier Paolo e<br />
Romina, che da molti anni<br />
gestiscono malga Pian<br />
Pagnon, in Val Cimoliana.<br />
Producono formaggio,<br />
ricotta e – quando le<br />
condizioni di lavorazione<br />
lo permettono – burro,<br />
Ormai abbiamo i nostri clienti<br />
fissi, il formaggio lo vendiamo<br />
subito quando è ancora fresco,<br />
se poi avanza lo portiamo a<br />
Cimolais, nella nostra latteria,<br />
per stagionarlo.<br />
PIER PAOLO E ROMINA,<br />
malga Pian Pagnon<br />
Fotografie di malga Pian Pagnon: di F. Galifi,<br />
tratte dal libro “Vivere in malga”<br />
tutti prodotti con latte<br />
vaccino. Durante il periodo<br />
di alpeggio, che in genere<br />
va da giugno a settembre,<br />
da casari si “trasformano”<br />
anche in gestori di<br />
agriturismo.<br />
Val Tramontina: aria<br />
di rinnovamento<br />
La Val Tramontina è<br />
un’area in fermento:<br />
negli ultimi anni sono<br />
nate diverse iniziative<br />
per il recupero <strong>delle</strong> aree<br />
agricole abbandonate e<br />
I nostri non si possono definire<br />
formaggi di malga perché<br />
siamo al di sotto degli 800 metri<br />
di altitudine: sono piuttosto<br />
formaggi della tradizione. Come<br />
la Scueta dal boç, la ricotta<br />
affumicata, e il Formai dal cit,<br />
una crema spalmabile ottenuta<br />
dalla mescolanza di formaggio<br />
latteria di diverse stagionature,<br />
panna e pepe.<br />
ROBERTO,<br />
Borgo Titol<br />
degli antichi saperi locali.<br />
Per aiutare chi continua<br />
a lavorare in altura<br />
nonostante le difficoltà, è<br />
nato nel 2017 il Consorzio<br />
<strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e Dolomiti<br />
<strong>Friulane</strong>, che riunisce più<br />
Malga Fara<br />
di venti aziende agricole<br />
e forestali locali con<br />
l’obiettivo di valorizzare<br />
le risorse del territorio e<br />
promuovere un’economia<br />
diversa, attenta alla qualità<br />
dei prodotti e <strong>delle</strong> relazioni<br />
sociali, nel rispetto della<br />
natura.<br />
Ne fanno parte malga<br />
Fara e malga Rest,<br />
rispettivamente nei comuni<br />
di Andreis e Tramonti di<br />
Sopra, dove si possono<br />
assaggiare i formaggi di<br />
latte di pecora (pecorino<br />
e ricotta) prodotti dal<br />
Consorzio. Le greggi<br />
pascolano sui prati dai<br />
600 ai 1000 metri di<br />
altitudine, mentre il latte<br />
viene lavorato nel piccolo<br />
caseificio di Tramonti di<br />
Sopra.<br />
Roberto, ad esempio,<br />
titolare di Borgo Titol,<br />
produce formaggi<br />
e salumi tipici della<br />
valle secondo le ricette<br />
tramandate di generazione<br />
in generazione: le sue<br />
specialità hanno ottenuto<br />
il riconoscimento di<br />
“PPL” (Piccole produzioni<br />
locali) del Friuli Venezia<br />
Giulia, sigla che attesta le<br />
caratteristiche di salubrità<br />
e sicurezza alimentare dei<br />
prodotti caseari di nicchia.<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 37
TIPICO<br />
BONTÀ DA<br />
APPREZZARE<br />
IN PUREZZA<br />
di Elena Tomat<br />
Intervista a Linda Del Ben, della Latteria<br />
di Aviano, maestro assaggiatore<br />
dell’Organizzazione Nazionale<br />
Assaggiatori Formaggi (ONAF)<br />
38<br />
LINDA DEL BEN<br />
Cos’è che<br />
caratterizza il<br />
formaggio di malga?<br />
La qualità del latte.<br />
L’alimentazione del<br />
bestiame è differente e<br />
questo ha ripercussioni sul<br />
formaggio. Le proprietà<br />
<strong>delle</strong> erbe di montagna,<br />
del pascolo, si trasmettono<br />
al prodotto, che contiene<br />
il colesterolo buono e<br />
COME SI FA?<br />
Da tradizione (e da<br />
disciplinare) il formaggio<br />
di malga si fa partendo<br />
dal latte di vacca della<br />
mungitura serale,<br />
parzialmente scremato,<br />
mescolato a latte intero<br />
della mungitura del<br />
mattino, a cui può<br />
essere aggiunta una<br />
percentuale di latte<br />
di capra (massimo il<br />
15%).<br />
Due le condizioni<br />
fondamentali da<br />
rispettare: il latte<br />
deve provenire<br />
da bestiame che<br />
pascola in quota e<br />
quindi si ciba solo<br />
della vegetazione<br />
spontanea e la<br />
trasformazione in<br />
formaggio deve<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
si distingue per colore,<br />
profumo e aroma.<br />
Come si riconosce un<br />
buon formaggio di<br />
malga?<br />
Formaggio di malga non<br />
è per forza sinonimo di<br />
qualità: le condizioni<br />
igieniche <strong>delle</strong> malghe<br />
sono diverse da quelle<br />
del caseificio, quindi<br />
è importante che si<br />
lavori bene per ottenere<br />
un prodotto salubre.<br />
Quando il colore è giallo<br />
carico, per capire se è<br />
veramente di malga basta<br />
annusarlo: il profumo<br />
della montagna si sente.<br />
L’odore, però, non deve<br />
essere troppo forte,<br />
sovrastare, ma restare<br />
piacevole, armonico.<br />
avvenire in maniera<br />
naturale, senza uso di<br />
innesti – consentito solo<br />
il latto-innesto naturale<br />
– sfruttando i fermenti o<br />
microrganismi di cui è ricca<br />
la materia prima.<br />
Un prodotto così ricco<br />
di sapore va gustato<br />
da solo?<br />
Sì, io consiglio di<br />
assaggiarlo guardandolo,<br />
annusandolo, cercando di<br />
percepire tutti gli aromi.<br />
Di consumarlo in purezza.<br />
Non andrei a sofisticarlo,<br />
è una vera e propria<br />
eccellenza del territorio:<br />
sarebbe come fare uno<br />
spritz con lo champagne.<br />
Poi, se lo si vuole<br />
accompagnare ad altri cibi,<br />
si può accostare a prodotti<br />
di provenienza locale,<br />
come le confetture di frutta<br />
selvatica. E naturalmente<br />
alla classica polenta,<br />
che con il formaggio di<br />
malga forma un binomio<br />
inscindibile.<br />
Il formai dal cit è<br />
un altro formaggio<br />
tradizionale<br />
<strong>delle</strong> montagne<br />
pordenonesi che si<br />
presta a diversi usi in<br />
cucina.<br />
Sì, è una sorta di formadi<br />
frant ottenuto mescolando<br />
formaggio latteria di diverse<br />
stagionature con panna<br />
e pepe. Per esempio, può<br />
essere aggiunto al ripieno<br />
dei ravioli o degli gnocchi,<br />
sui quali grattugiare un po’ di<br />
ricotta affumicata di malga.<br />
Ci sono anche ristoratori che<br />
propongono interessanti<br />
sperimentazioni, come i<br />
ravioli con il formaggio e<br />
le erbe preparati secondo<br />
una ricetta italo-cinese dai<br />
gestori di Borgo Titol, in Val<br />
Tramontina.<br />
INSALATA MONTANA:<br />
Insalatina da taglio,<br />
rucoletta, formaggio di<br />
malga a piccoli dadi, noci<br />
nostrane, crostini di pane,<br />
more e lamponi e qualche<br />
fogliolina di menta facile<br />
Il formaggio di malga<br />
però si può reperire<br />
quasi solo nei luoghi<br />
di produzione.<br />
È un formaggio prodotto<br />
in quantità ridotte,<br />
in genere in forme di<br />
dimensioni più piccole,<br />
che spesso si esauriscono<br />
prima della fine della<br />
stagione estiva perché i<br />
turisti lo apprezzano e lo<br />
acquistano per portarselo<br />
a casa. Il che dimostra<br />
come l’attività <strong>delle</strong><br />
malghe sia un importante<br />
strumento per promuovere<br />
il nostro territorio e anche<br />
per preservarlo, perché<br />
facendo pascolare il<br />
bestiame si mantiene<br />
curato l’ambiente da<br />
cui queste specialità<br />
provengono.<br />
da trovare sui prati <strong>delle</strong><br />
malghe.<br />
Si condisce poi a piacere<br />
usando un buon olio<br />
d'oliva.<br />
Ricetta con il formaggio di malga proposta dal Rifugio<br />
Vallata di Barcis<br />
La CGIL è il Sindacato generale che promuove la libera associazione e l’autotutela dei<br />
lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati e degli anziani. L’adesione alla CGIL è volontaria.<br />
Lo SPI Cgil è il Sindacato generale dei Pensionati Italiani che organizza e tutela i pensionati di<br />
tutte le categorie e di ogni regime pensionistico e che sostiene gli anziani e i cittadini.<br />
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e i cittadini possono trovare risposte alle loro domande e ai loro problemi …….<br />
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Regione e dello Stato. Lo SPI che organizza convegni, incontri e manifestazioni per far partecipare gli anziani e i cittadini alle<br />
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il 2° e 4° mercoledì del mese dalle 16.00 alle 17.00;<br />
VALERIANO, presso la sala dell’ex latteria di via Roma,<br />
il mercoledì dalle 10.00 alle 11.00;<br />
VITO d’ASIO, presso il Comune (loc. Anduins),<br />
il 1° e 3° giovedì del mese, dalle 9.15 alle 10.15;<br />
TRAVESIO, presso Casa d’Andrea (via Roma),<br />
il venerdì dalle 10.15 alle 11.15;<br />
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GIOVANNI ANTONIO<br />
DE’ SACCHIS, DETTO<br />
IL PORDENONE<br />
di Gianluca Liva<br />
ESPLORANDO LE VALLI<br />
Le opere del il massimo pittore friulano<br />
del Rinascimento sono piccole gemme<br />
da scoprire e ammirare.<br />
TRAVESIO E LA<br />
PARROCCHIA DI<br />
SAN PIETRO<br />
La pieve di Travesio è<br />
considerata da alcuni<br />
una <strong>delle</strong> più antiche<br />
della zona. L’edificio fu<br />
ricostruito nel corso del<br />
‘400 e, a partire dal 1516,<br />
fu proprio il Pordenone a<br />
occuparsi - a più riprese<br />
- di alcune meravigliose<br />
decorazioni custodite al<br />
suo interno. È così che<br />
nella parrocchia di San<br />
Pietro si trovano il Cristo,<br />
affrescato nella volta nel<br />
1516, vicino alla la Pietà,<br />
che ricoprono le pareti<br />
l’Adorazione dei Magi, la<br />
Decollazione di san Paolo<br />
e la Conversione di Saul,<br />
risalenti tutti al 1526.<br />
Si tratta di capolavori<br />
senza tempo che illustrano<br />
episodi del vecchio e del<br />
nuovo testamento. Nel<br />
sottarco si possono notare,<br />
inoltre, le figure femminili<br />
allegoriche, le cosiddette<br />
Virtù Cardinali: Prudenza,<br />
Temperanza, Carità, Fede,<br />
Giustizia e Fortezza.<br />
Nel corso del ‘700, la<br />
chiesa venne modificata<br />
e ampliata subendo un<br />
intervento radicale al<br />
punto da dovere essere<br />
riconsacrata. Alla fine<br />
del XIX secolo venne<br />
ricostruito anche il<br />
campanile a seguito dei<br />
danni provocati da un<br />
fulmine.<br />
Il Pordenone a travesio - Chiesa parrocciale di San Pietro<br />
ESPLORANDO LE VALLI<br />
1516<br />
«Pare, sì come si è altra<br />
volta a questo proposito<br />
ragionato, che la natura<br />
benigna, madre di tutti,<br />
faccia alcuna fiata dono<br />
di cose rarissime ad<br />
alcuni luoghi che non<br />
ebbero mai di cotali cose<br />
alcuna conoscenza, e<br />
ch’ella faccia anco talora<br />
nascere in un paese di<br />
maniera gl’uomini inclinati<br />
al disegno et alla pittura,<br />
che senza altri maestri,<br />
solo imitando le cose vive<br />
e naturali, divengono<br />
eccellentissimi».<br />
È con queste parole che<br />
Giorgio Vasari, autore<br />
della celeberrima serie<br />
di biografie di artisti<br />
intitolata “Le vite de' più<br />
eccellenti pittori, scultori<br />
e architettori”, introduce<br />
il capitolo dedicato a<br />
Giovanni Antonio de’<br />
Sacchis, meglio conosciuto<br />
Nella chiesa di Santo<br />
Stefano a Valeriano<br />
è custodita una <strong>delle</strong><br />
primissime opere del<br />
Pordenone, un affresco del<br />
come Il Pordenone e<br />
considerato il massimo<br />
pittore friulano del<br />
Rinascimento.<br />
Giovanni Antonio de’<br />
Sacchis nacque nella<br />
città che gli conferì il<br />
soprannome nel 1483 e<br />
morì a Ferrara nel 1539, in<br />
circostanze mai chiarite.<br />
Nel corso della sua intensa<br />
carriera ebbe modo di<br />
arricchire con le sue opere<br />
molte città italiane. Nel suo<br />
percorso, di studi e di vita,<br />
non dimenticò mai le sue<br />
terre d’origine che oggi, a<br />
distanza di secoli, possono<br />
vantare i suoi capolavori.<br />
Le opere del Pordenone<br />
sono così divenute piccole<br />
gemme nascoste nel<br />
territorio <strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e <strong>delle</strong><br />
Dolomiti friulane, una zona<br />
in cui l’artista è stato più<br />
volte al lavoro nel corso<br />
della sua vita.<br />
PINZANO AL TAGLIAMENTO<br />
E VALERIANO<br />
1506<br />
Particolare del trittico a Valeriano<br />
1506 riscoperto solo nel<br />
1907, che raffigura il trittico<br />
di tre santi: San Michele<br />
Arcangelo, San Giovanni<br />
Battista e San Valeriano.<br />
Percorrendo il territorio<br />
e fermandosi in alcuni<br />
dei suoi luoghi più intimi<br />
e suggestivi, si possono<br />
scoprire queste meraviglie<br />
e ammirarle mentre<br />
appaiono resistenti al<br />
tempo e agli eventi di<br />
questi luoghi.<br />
Tutto intorno, lo stesso<br />
paesaggio che ispirava<br />
Giovanni Antonio de’<br />
Sacchis tanti secoli fa.<br />
Un tour per raggiungere<br />
questi luoghi in cui le<br />
opere del Pordenone<br />
sono conservate è<br />
anche l’occasione per<br />
scoprire in maniera<br />
diversa, sempre secondo<br />
le parole del Vasari, lo<br />
sguardo del «pittor nuovo<br />
e stravagante» che al<br />
contempo era «nella pittura<br />
egregio e spedito maestro».<br />
La chiesa è stata riaperta<br />
nel 1985 dopo i lavori<br />
di ristrutturazione resi<br />
necessari dal terremoto del<br />
1976.<br />
E ancora a Valeriano<br />
una seconda presenza<br />
dell’autore: proprio di<br />
fronte alla chiesa di<br />
Santo Stefano si trova la<br />
facciata della chiesa di<br />
Santa Maria dei Battuti,<br />
che venne affrescata<br />
dal Pordenone nel 1524.<br />
Oggi gli affreschi che<br />
raffigurano S. Cristoforo,<br />
la Fuga in Egitto, le figure<br />
dei Santi Giovanni Battista,<br />
Stefano e Valeriano e<br />
l’Incoronazione della<br />
Vergine. sono stati sostituiti<br />
da una decorazione per<br />
LESTANS, CHIESA<br />
PARROCCHIALE<br />
DI SANTA MARIA ASSUNTA<br />
Il presbiterio della chiesa<br />
conserva la volta a crociera<br />
in cui si conserva uno<br />
dei più rilevanti cicli di<br />
affreschi del Cinquecento<br />
in Friuli, dipinto da<br />
Pomponio Amalteo tra<br />
il 1535 e il 1548, ma<br />
con probabile utilizzo<br />
dei disegni preparatori<br />
del suocero Giovanni<br />
Antonio de’ Sacchis detto il<br />
Pordenone.<br />
Chiesa di Lestans durante il sisma del '76<br />
potere essere conservati<br />
all’interno della chiesa.<br />
All’interno della cappella<br />
si trova, invece, la<br />
Natività dipinta nel 1527.<br />
Un’altra testimonianza<br />
dell’artista in una <strong>delle</strong><br />
pievi della Pedemontana,<br />
in cui da poco è stato<br />
inaugurato il lavoro di<br />
restauro, necessario poiché<br />
gli affreschi versavano<br />
in pessime condizioni,<br />
anche a causa della<br />
tecnica usata dall’artista,<br />
che nell’intonaco impastò<br />
segatura di legno e fibre<br />
vegetali.<br />
Il paesaggio raffigurato<br />
nell’opera è proprio quello<br />
della pedemontana, come<br />
a ribadire il legame del<br />
Pordenone con il territorio.<br />
Presbiterio con volta a crociera - Lestans<br />
IL COSTO<br />
DELLA BELLEZZA<br />
Alcuni documenti<br />
d’archivio, con riferimento<br />
alla chiesa notificano<br />
la somma elargita al<br />
Pordenone il 30 novembre<br />
1525 dai camerari di<br />
Lestans e dai rappresentati<br />
della Villa, i quali<br />
convennero con l’artista<br />
per «dipingere la cuba<br />
il 27 maggio 1526»: in<br />
quella data il Pordenone<br />
sottoscrive la ricevuta di<br />
40 lire.<br />
Pochi chilometri più in<br />
là, nella chiesa di San<br />
Martino, a Pinzano al<br />
Tagliamento, si possono<br />
ammirare, nelle due<br />
Il 27 maggio il pittore<br />
sottoscrive ai camerari la<br />
ricevuta della somma di<br />
lire 135. Il 20 gennaio 1528<br />
riceve ducati 5 a lire 6/4<br />
assi e 31 e firma di propria<br />
mano.<br />
In aggiunta alla<br />
"contabilità" a firma<br />
del Pordenone, sono<br />
stati conservati anche<br />
i pagamenti fatti<br />
all’Amalteo: 18 versamenti<br />
dal 1535 al 1551<br />
cappelle laterali, una<br />
Madonna col Bambino e il<br />
martirio di San Sebastiano,<br />
risalenti al periodo 1526-<br />
1527.<br />
1535/1548<br />
SPILIMBERGO, IL DUOMO<br />
E LA CHIESA DI SAN<br />
LORENZO A VACILE<br />
Sono datati al massimo<br />
1508 gli affreschi che<br />
ornano la chiesa di San<br />
Lorenzo Martire a Vacile,<br />
frazione del Comune di<br />
Spilimbergo.<br />
Nella volta si osservano<br />
il Cristo risorto con<br />
Evangelisti, Dottori della<br />
Chiesa e i Profeti mentre<br />
nel sottarco spiccano le<br />
figure dei Santi. Ai lati,<br />
lungo le pareti, il Martirio<br />
di San Sebastiano e San<br />
Lorenzo, la Resurrezione<br />
di Cristo, l’Angelo<br />
annunciante e molti altri<br />
episodi.<br />
Nella Chiesa di Santa<br />
Maria Maggiore,<br />
principale luogo di culto<br />
di Spilimbergo ritorna<br />
un’inusuale opera di<br />
Giovanni Antonio de’<br />
Sacchis: il cassone<br />
dell’organo rinascimentale,<br />
in origine costruito da<br />
Bernardino Vicentino da<br />
Venezia nel 1515, venne<br />
decorato dal Pordenone<br />
nel 1525. Le preziosissime<br />
e meravigliose ante<br />
dell’organo raffigurano<br />
l’Assunzione di Maria, la<br />
Caduta di Simon Mago e<br />
la Conversione di Saulo,<br />
mentre nel parapetto che<br />
delimita lo spazio riservato<br />
ai cantori sono presenti<br />
cinque tavole raffiguranti<br />
le Storie della Vergine e i<br />
Paggi.<br />
40<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 41
ENDEMISMI<br />
BRULICANTI<br />
STRUTTURE<br />
ABBANDONATE<br />
di Tiziano Fiorenza<br />
L<br />
’umanità fin dagli albori della sua<br />
esistenza ha costruito manufatti edilizi<br />
di varia utilità che spesso poi ha dovuto<br />
abbandonare. E che la natura ha saputo<br />
riutilizzare.<br />
Un week end di scienza<br />
Si sta affermando come uno degli appuntamenti scientifici dell’autunno, il Malnisio Science Festival - il festival friulano dedicato alla scienza<br />
- che quest’anno inaugura la terza edizione, sempre nella splendida cornice della centrale Pitter. Il tema di quest’anno sarà la “creatività nella<br />
scienza”: cambia il tema, ma si mantiene la formula fatta di oltre 30 conferenze gratuite, in parallelo, ogni 45 minuti, per far conoscere ai non<br />
addetti ai lavori le più interessanti novità in medicina, in astrofisica, in psicologia fisiologica, in robotica, in glaciologia, nella comunicazione<br />
della scienza. Si parlerà degli effetti sul cervello <strong>delle</strong> pratiche meditative e contemplative, di come si formano le connessioni nervose ma anche<br />
dell’uso del fumetto per divulgare la scienza.<br />
L’abbandono <strong>delle</strong><br />
zone rurali vede ovunque<br />
la presenza di edifici<br />
abbandonati spesso<br />
in pietra, talvolta in<br />
calcestruzzo. In ogni<br />
caso, se poco frequentati,<br />
rappresentano un rifugio di<br />
prim’ordine.<br />
Così come i muretti di<br />
pietra, che l’uomo ha<br />
realizzato per avere un<br />
terreno erboso più ricco<br />
e utile, costruiti senza<br />
usi di malte o cemento<br />
nel tempo sono rientrati<br />
nell’ecosistema e nel<br />
paesaggio locale: qui si<br />
insediano interessanti<br />
specie di piante, molti<br />
animali, spesso diventando<br />
la casa dei rettili.<br />
Vicini vicini<br />
I vecchi edifici<br />
abbandonati sono<br />
un’attrazione irresistibile<br />
per molte specie di<br />
animali. I rapaci notturni<br />
colonizzano tutte le<br />
vecchie strutture purché<br />
prive di disturbo e fra<br />
questi vanno menzionati<br />
senz’altro la civetta<br />
(Athenae noctua) e il<br />
barbagianni (Tyto alba),<br />
specie quest’ultima,<br />
sempre più rara, anche<br />
se da noi presente ancora<br />
con diverse coppie<br />
soprattutto nell’area<br />
magredile.<br />
Il Barbagianni è il rapace<br />
notturno, più vivacemente<br />
colorato, caratterizzato<br />
da un ventre bianco e un<br />
volto a forma di cuore<br />
in cui spiccano i due<br />
occhi completamente<br />
neri. Non solo uccelli si<br />
trovano nei ruderi<br />
abbandonati,<br />
che sono<br />
molto<br />
frequentati<br />
anche da<br />
diverse specie<br />
di mammiferi<br />
come il ghiro<br />
(Glis glis), il<br />
ratto nero (Rattus<br />
rattus), la faina<br />
(Martes foina) che<br />
notoriamente alleva<br />
i propri piccoli in<br />
questi edifici. La faina,<br />
spessissimo confusa con<br />
l’affine martora (Martes<br />
martes) specie questa<br />
forestale, da sempre<br />
abita vicino all’uomo<br />
tanto che questa<br />
specie è presente dalle<br />
nostre parti appena da<br />
6-8000 anni, cioè proprio<br />
quando i nostri antenati<br />
son giunti in queste terre<br />
provenendo da oriente<br />
e trasformando<br />
pesantemente il<br />
territorio tramite<br />
disboscamenti e<br />
l’agricoltura.<br />
Le strutture militari<br />
Dal termine della guerra<br />
fredda anche molte<br />
strutture militari sono<br />
state dismesse. Spesso<br />
di tratta di bunker,<br />
casermette, ricoveri<br />
scavati nel sottosuolo<br />
freschi e riservati.<br />
Questi ambienti sono la<br />
dimora d’eccellenza per<br />
diverse specie di pipistrelli,<br />
alcune piuttosto rare, che<br />
trovano in queste strutture<br />
dei validi surrogati ai loro<br />
ambienti originari, spesso<br />
disturbati per la presenza<br />
turistica (si pensi alle<br />
grotte turistiche) o da altre<br />
attività umane.<br />
In questo contesto merita<br />
ricordare l’imponente<br />
tempio ossario germanico<br />
di Col Pion, a Pinzano<br />
al Tagliamento. Questa<br />
struttura, che doveva<br />
essere un monumento ai<br />
soldati tedeschi caduti<br />
durante la prima guerra<br />
mondiale, rappresenta<br />
un sito ormai di<br />
fondamentale importanza<br />
per la tutela di una <strong>delle</strong><br />
più importanti colonie (se<br />
non la più importante) di<br />
rinolofo ferro di cavallo<br />
minore (Rinolophus<br />
hipposideros).<br />
Tempio di Col Pion a Pinzano<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 43
VICINI DI CASA<br />
IL VOLO<br />
SILENZIOSO<br />
DEI PIPISTRELLI<br />
di Tiziano Fiorenza<br />
In Friuli Venezia Giulia ci sono circa 30 specie<br />
di pipistrelli, alcune presenti in modo<br />
costante, altre meno frequenti. I “nutui”<br />
perciò rappresentano un terzo <strong>delle</strong> specie di<br />
mammiferi del Nord Est d’Italia.<br />
Hanno un nome<br />
scientifico difficile,<br />
chirotteri, ma restano i<br />
simpatici compagni <strong>delle</strong><br />
notti estive quando il volo<br />
silenzioso tratteggia il cielo<br />
buio.<br />
Sì, perché i pipistrelli,<br />
oltre a essere gli unici<br />
mammiferi volanti,<br />
posseggono degli organi<br />
con cui inviano segnali<br />
acustici per potersi<br />
orientare nel buio più fitto,<br />
nella stessa maniera in cui<br />
fa un sommergibile con il<br />
suo sonar nel fondo oscuro<br />
degli oceani.<br />
La cosa strana è che,<br />
nonostante facciano parte<br />
del nostro immaginario<br />
collettivo, scientificamente<br />
sono ancora poco<br />
conosciuti: si pensi<br />
che a livello europeo,<br />
praticamente non passa<br />
anno che non venga<br />
descritta una nuova specie<br />
di pipistrello.<br />
Quello che si sa, invece,<br />
è che i pipistrelli sono<br />
utilissimi all’ecosistema<br />
e sono degli indicatori<br />
ecologici notevoli: se le<br />
Tutti i chirotteri<br />
rientrano fra le specie<br />
particolarmente protette.<br />
Per qualunque dubbio, si<br />
può contattare il Corpo<br />
Forestale Regionale.<br />
corpoforestale@regione.fvg.it<br />
Tel. 0432 555111<br />
nostre abitazioni sono<br />
abitate da questi “signori<br />
della notte” probabilmente<br />
viviamo in un territorio<br />
sano e salubre.<br />
Ṙinofoli, piccoli<br />
gioielli pedemontani<br />
Rinolophus hipposideros<br />
Nei sottotetti <strong>delle</strong><br />
case meno frequentate<br />
o abbandonate può<br />
capitare di osservare dei<br />
gruppetti di alcune decine<br />
di individui di pipistrelli<br />
appesi alla volta del<br />
soffitto a testa in giù, con<br />
una forma che ricorda una<br />
goccia.<br />
Sono per lo più ferro<br />
di cavallo minori<br />
(Rinolophus hipposideros)<br />
che si caratterizzano<br />
per avere un’appendice<br />
nasale a forma di foglia,<br />
caratteristica per ciascuna<br />
specie, con cui raccolgono<br />
i segnali acustici di ritorno.<br />
La frequenza con cui lo<br />
si incontra da noi non<br />
deve trarre in inganno: è<br />
una specie rara e molto<br />
diminuita in tutta Europa,<br />
anzi le popolazioni più<br />
consistenti sopravvivono<br />
proprio nel nostro territorio<br />
e nella vicina Slovenia.<br />
Durante il periodo<br />
invernale tende a spostarsi<br />
in zone più riservate e<br />
umide, come le parti<br />
interne e meno disturbate<br />
di grotte o di vecchi bunker.<br />
In tali siti può essere<br />
sorpreso a svernare col<br />
suo fratello di dimensioni<br />
maggiori: il ferro di cavallo<br />
maggiore (Rinolophus<br />
ferrumequinum).<br />
Tra le vecchie case<br />
Fra i piccoli interstizi <strong>delle</strong><br />
abitazioni, la specie più<br />
frequente è il pipistrello<br />
albolimbato (Pipistrellus<br />
khulii), un piccolo esserino<br />
volante che ci allevia non<br />
poco dalla presenza di<br />
insetti fastidiosi durante le<br />
notti estive. Si riconosce<br />
per avere il margine della<br />
membrana alare di colore<br />
bianco.<br />
Negli stessi ambienti<br />
vive, ma ben più grosso,<br />
il serotino comune<br />
(Eptesicus serotinus),<br />
noto con diversi gruppi<br />
riproduttivi in tutta la<br />
pedemontana. Si nutre<br />
di prede di maggiori<br />
dimensioni rispetto alla<br />
specie precedente e tende<br />
a essere più riservato.<br />
Serotino, Fanna<br />
Le ultime due specie, come<br />
le seguenti, posseggono<br />
un’appendice davanti<br />
all’orecchio detta trago,<br />
BATBOX<br />
È possibile predisporre<br />
nelle zone adatte<br />
<strong>delle</strong> apposite batbox,<br />
ovvero <strong>delle</strong> casette<br />
per pipistrelli, di facile<br />
rinvenimento nei<br />
negozi di animali,<br />
talvolta anche nei<br />
supermercati.<br />
che ha la funzione di<br />
intercettare il segnale<br />
acustico di ritorno emesso<br />
dal pipistrello. Questi<br />
pipistrelli appartengono<br />
tutti al gruppo dei<br />
Vespertilionidi.<br />
Pipistrelli dalle<br />
grandi orecchie<br />
Molto familiari sono gli<br />
orecchioni, ovvero quei<br />
pipistrelli dotati di orecchie<br />
spropositate rispetto<br />
alle loro dimensioni.<br />
Da noi le specie che si<br />
rinvengono normalmente<br />
sono l’orecchione bruno<br />
(Plecotus auritus) e<br />
l’orecchione alpino<br />
(Plecotus macrobullaris).<br />
Proprio questi animali<br />
negli ultimi anni hanno<br />
sortito diverse sorprese:<br />
si è scoperto, infatti, che<br />
appartengono a più specie<br />
simili fra di loro.<br />
L’ultimo “arrivato”<br />
L’ultima specie contattata<br />
nelle nostre zone è il<br />
grande molosso di cestoni<br />
(Tadarida teniotis), uno<br />
strano pipistrello con la<br />
coda simile a quella dei<br />
topi (con cui non sono<br />
nemmeno lontani parenti),<br />
che ama soprattutto<br />
le falesie rocciose. È<br />
l’unico rappresentante<br />
locale della famiglia dei<br />
Molossidi.<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 45
IN MONTAGNA<br />
AL MONTE BORGÀ<br />
E AI "LIBRI DI SAN<br />
DANIELE"<br />
Monte Buscada<br />
La Palazza<br />
Monte Duranno<br />
Borgà<br />
di Roberto Prinzivalli, Amministratore di I love Friuli<br />
Al confine occidentale<br />
della nostra regione,<br />
in comune di Erto e<br />
Casso, si trova uno dei<br />
luoghi geologicamente<br />
e naturalisticamente più<br />
curiosi e affascinanti del<br />
nostro territorio<br />
Quota massima:<br />
2.228 mt SLM<br />
Dislivello:<br />
1.500 mt<br />
Sviluppo:<br />
10,5 km<br />
Difficoltà:<br />
Percorso impegnativo considerando la pendenza<br />
e il fondo del sentiero fino alla forcella<br />
Periodo:<br />
Tutto l'anno<br />
2<br />
LIBRI<br />
DI SAN<br />
DANIELE<br />
1<br />
MONTE<br />
BORGÀ<br />
1<br />
Raggiunto l'abitato di Erto<br />
si seguono le indicazioni<br />
per la Val Zemola;<br />
all'imbocco della valle, in<br />
prossimità di una curva<br />
si notano le indicazioni<br />
per il sentiero CAI 381 che<br />
si stacca sulla sinistra;<br />
qui, con pendenza subito<br />
2<br />
PRIMA TAPPA:<br />
DA ERTO AL MONTE BORGÀ<br />
impegnativa, comincia il<br />
percorso che si sviluppa<br />
per prati tra le ultime<br />
abitazioni di Erto fino ad<br />
imboccare rapidamente<br />
una mulattiera, che si<br />
inoltra decisa nel bosco.<br />
Si raggiunge un breve<br />
traverso che fa rifiatare<br />
SECONDA TAPPA:<br />
DAL MONTE BORGÀ AI LIBRI DI SAN DANIELE<br />
Panoramica dalla vetta dello Sterpezza verso il Borgà, il Duranno e le Dolomiti Cadorine<br />
e poi si riprende a<br />
salire faticosamente<br />
nel bosco camminando<br />
incessantemente su fondo<br />
tendenzialmente ghiaioso<br />
e sconnesso; ignorando<br />
il bivio con il "trui dal<br />
sciarbon" e raggiunta<br />
una prima radura, la si<br />
Monte Borga' dalla forcella<br />
attraversa velocemente e<br />
si prosegue uscendo dalla<br />
fascia boschiva trovandosi<br />
ora in uno dei tratti più<br />
impegnativi del tragitto.<br />
Giunti a un bivio si<br />
prosegue a sinistra e si<br />
inizia a risalire tra ghiaie<br />
grossolane e l'abbraccio<br />
dei pini mughi seguendo<br />
quasi la verticale del<br />
percorso; con fatica si<br />
esce da questo tratto e<br />
ora il sentiero, in modo<br />
più dolce, traversa a zig<br />
zag un'ultima fascia di<br />
pini mughi che conduce,<br />
dopo un ultimo traverso<br />
ghiaioso, ai ruderi della<br />
vecchia casera Borgà dove<br />
è possibile visualizzare il<br />
tratto finale da percorrere<br />
per raggiungere la forcella<br />
che divide idealmente in<br />
due il percorso.<br />
Quest'ultima parte sale<br />
sempre in modo molto<br />
deciso e, tra ghiaie, balze<br />
erbose e roccette conduce<br />
a un bivio in prossimità di<br />
una forcella estremamente<br />
panoramica; qui il sentiero<br />
si divide ed è possibile<br />
decidere se andare a<br />
destra e raggiungere<br />
prima la vetta del monte<br />
Borgà oppure a sinistra<br />
raggiungendo i "libri di<br />
San Daniele"; svoltato<br />
quindi a destra, seguendo<br />
il sentiero che traversa con<br />
pendenza meno marcata<br />
dei magnifici prati d'alta<br />
quota, si raggiunge la<br />
spettacolare vetta del<br />
monte Borgà.<br />
a vista che si apre da qui<br />
lascia senza parole. Ci si<br />
trova sospesi su un baratro<br />
con una vista che consente<br />
di essere spettatori in<br />
prima fila sulla valle del<br />
Piave, sulle Dolomiti e sui<br />
vicini Monte Duranno e val<br />
Zemola.<br />
L'ampia vetta permette di<br />
riposare un po' godendo<br />
di tanta bellezza prima<br />
di ripartire alla volta della<br />
prossima mèta.<br />
46<br />
alcuni suggerimenti<br />
per un’escursione<br />
felice<br />
1. Si fatica molto in salita e<br />
altrettanto vale per la discesa<br />
2. L'intero percorso si sviluppa in<br />
versante sud: è sconsigliato in<br />
giornate particolarmente calde e<br />
afose<br />
3. È buona norma partire molto presto<br />
al mattino<br />
4. Le fonti d'acqua sono praticamente<br />
assenti<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong><br />
Esplorando le valli,<br />
guardando a occidente,<br />
è possibile scoprire un<br />
luogo magico e<br />
selvaggio, oggetto di<br />
racconti e leggende,<br />
che per essere<br />
raggiunto richiede<br />
un giusto tributo<br />
di fatica e sudore<br />
con un'ascesa non<br />
lunghissima ma<br />
piuttosto impegnativa per<br />
pendenza e fondo.<br />
Il tragitto proposto<br />
conduce prima alla cima<br />
del Monte Borgà e poi, in<br />
quota, per magnifici prati<br />
alpini, al sito dei "libri di<br />
San Daniele".<br />
Ripreso a ritroso il sentiero<br />
si torna velocemente alla<br />
forcella panoramica e si<br />
prosegue lungo il versante<br />
opposto risalendo un breve<br />
pendio e poi un magnifico<br />
traverso, con numerosi<br />
saliscendi, attraverso degli<br />
incredibili prati colmi di<br />
fiori e vegetazione alpina.<br />
Qui la vista è totalmente<br />
rapita dalla bellezza dei<br />
luoghi e dei panorami e<br />
camminare non costa più<br />
fatica. Tuttavia il contrasto<br />
tra questa bellezza e la<br />
tristemente famosa frana<br />
del monte Toc, che da<br />
qui appare in tutta la sua<br />
enormità, genera un forte<br />
contrasto emotivo che non<br />
può non indurre a riflettere<br />
sul rapporto tra uomo e<br />
Madre Natura.<br />
Il luogo che si percorre<br />
è ricchissimo di fauna<br />
selvatica per cui sono<br />
molto frequenti gli incontri<br />
o gli avvistamenti di<br />
camosci, stambecchi o<br />
marmotte; rapidamente,<br />
traversando sotto la cima<br />
del Monte Sterpezza<br />
(volendo raggiungibile in<br />
pochissimi minuti e senza<br />
difficoltà) e perdendo<br />
leggermente quota, si<br />
raggiungono, vedendoli<br />
solo all'ultimo istante,<br />
i famosi "libri di San<br />
Daniele".<br />
Qui si rimane sbalorditi<br />
dallo spettacolo della<br />
natura; camminando tra le<br />
rocce stratificate, si vede<br />
come i fenomeni erosivi ed<br />
il tempo abbiano creato un<br />
luogo in cui realmente pare<br />
di trovarsi tra le pagine<br />
sovrapposte di vecchi libri<br />
pietrificati; ogni angolo<br />
offre una prospettiva<br />
diversa, l'atmosfera<br />
trasmette emozioni uniche<br />
e il visitatore sembra<br />
sentirsi sospeso tra le<br />
pieghe del tempo.<br />
Terminata la visita ai "libri",<br />
il tragitto prevede il rientro<br />
seguendo il medesimo<br />
itinerario dell'andata,<br />
proseguendo fino alla<br />
forcella e scendendo<br />
all'abitato di Erto.<br />
Libri di San Daniele e valle<br />
del Piave sullo sfondo<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 47
ESPLORAZIONI<br />
PICCOLE<br />
STORIE<br />
DI PAESE<br />
suggestioni di Giuliano Boraso<br />
Personaggi locali, protagonisti di<br />
vicende che si svolgono in luoghi<br />
riconoscibili, ci offrono lo sguardo per<br />
vedere con luce nuova i panorami che ci<br />
circondano.<br />
IL LIBRO DI<br />
BENITO. LA<br />
VITA DI BENITO<br />
BELTRAME,<br />
IL "MAESTRO<br />
DELLA VAL<br />
COLVERA"<br />
di Marco Sparti<br />
Benito Beltrame ha<br />
dedicato tutta la sua vita<br />
all'insegnamento.<br />
Per trentadue anni è stato il<br />
"maestro della Val Colvera",<br />
istruendo generazioni<br />
di bambini e ragazzi<br />
dei comuni di Frisanco,<br />
Poffabro e Maniago. E<br />
dopo essere andato in<br />
pensione nel 1978, eccolo<br />
rimettersi in cattedra nel<br />
2015, all'età di 92 anni,<br />
per insegnare italiano a<br />
un gruppo di profughi<br />
africani sbarcati in Sicilia e<br />
trasferiti in Friuli.<br />
"La stagione alpinistica<br />
1902 sta per finire. Sotto una<br />
pioggia battente, finalmente<br />
arriviamo a Longarone. È<br />
una gioia per noi riuscire,<br />
non senza combattere, a<br />
LE DOLOMITI<br />
FRIULANE.<br />
IL VIAGGIO<br />
1900 - 1906<br />
Luca Calvi e Eugenio<br />
Maria Cipriani<br />
emergere da quel guscio e<br />
poter festeggiare la nostra<br />
liberazione con un lauto<br />
pranzo. Vogliamo però<br />
sfruttare il pomeriggio per<br />
guadagnare strada e quota<br />
arrivando sino a Cimolais."<br />
Prende così avvio la grande<br />
scalata alle Dolomiti <strong>Friulane</strong>,<br />
e al loro gioiello, il Campanile<br />
di Val Montanaia; luoghi<br />
di pietra, i più arcaici e<br />
incontaminati dell'intero<br />
maestoso arco alpino.<br />
6 USCITE/ANNO<br />
FALISCJIS /<br />
FAVILLE. STORIIS<br />
DI FÛC E DI FUM /<br />
STORIE DI FUOCO<br />
E DI FUMO<br />
di Cristina Noacco<br />
La voce del fuoco, emersa<br />
dal falò che brucia nella<br />
notte dell’Epifania in un<br />
paese nel cuore del Friuli,<br />
invita ad ascoltare le storie<br />
<strong>delle</strong> faville che si innalzano<br />
ad accendere per un attimo<br />
la notte e che ricadono<br />
spente, cenere.<br />
Una dopo l’altra, le storie<br />
raccontano la vita del<br />
paese e le gioie e i drammi<br />
condivisi. Non compongono<br />
un’eco nostalgica del<br />
passato ma, dialogando<br />
con la cultura di oggi,<br />
spiegano le fondamenta<br />
del presente. Diventano<br />
le gesta degli avi che,<br />
tramandate, trasmettono<br />
alla comunità il valore dello<br />
stare insieme.Testo bilingue<br />
friulano e italiano.<br />
Ambientato tra il 1924<br />
e il 1927, il racconto è<br />
un’intricata e appassionante<br />
vicenda che si snoda tra<br />
le vette, percorrendo i<br />
sentieri che da fondovalle<br />
salgono all’Altopiano del<br />
LA MONTAGNA<br />
DELLE<br />
GENZIANE<br />
di Mario Tomadini<br />
Monte Cavallo. La maggior<br />
parte dei protagonisti del<br />
romanzo è realmente<br />
vissuta, come reali sono<br />
i luoghi menzionati<br />
che vanno dalla fascia<br />
pedemontana avianese a<br />
salire tra malghe e alpeggi<br />
tutt’ora in uso, fino all’arco<br />
<strong>delle</strong> cime pordenonesi.<br />
L’ultima fatica letteraria di<br />
Mario Tomadini è un libro<br />
che parla di vette, amicizia<br />
e di miserie, di ricordi e<br />
d’amore, la storia di molti<br />
ma, anche quella vera del<br />
nostro territorio.<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 49
CANAIS<br />
SCACCO<br />
AL RE<br />
di redazione<br />
Re e regine, alfieri, cavalli, torri e pedoni<br />
continuano ad affrontarsi in un gioco<br />
antichissimo di guerra simulata che<br />
sviluppa le capacità logiche, aumenta la<br />
concentrazione, sviluppa la memoria.<br />
TESSERATI ITALIA<br />
PER REGIONE (2017)<br />
In Friuli:<br />
400<br />
Tesserati/<br />
È difficile<br />
fare una stima<br />
di quanti<br />
giochino a<br />
scacchi. La<br />
maggiore<br />
diffusione si ha<br />
nei Paesi dell’ex<br />
Unione Sovietica, ma<br />
stanno prendendo sempre<br />
più piede anche altrove. In<br />
Italia, se guardiamo ai soli<br />
tesserati alla Federazione<br />
ci attestiamo a circa 3,7<br />
scacchisti ogni 10.000<br />
abitanti, con il Friuli nella<br />
media nazionale.<br />
Un hobby che spesso<br />
è sottovalutato come<br />
attività per l’infanzia,<br />
mentre avrebbe tutte le<br />
potenzialità per accrescere<br />
le capacità logiche e di<br />
relazione, ne abbiamo<br />
parlato con Alessandro<br />
Bonazza, Presidente<br />
Circolo Scacchi Maniago.<br />
Gli scacchi sono adatti ai<br />
bambini?<br />
C’è una naturale curiosità<br />
dei bambini che li spinge<br />
a voler capire questo<br />
“gioco da adulti e possono<br />
ottenere risultati di<br />
assoluta eccellenza. In<br />
regione il nucleo di giovani<br />
scacchisti di Palmanova<br />
ha conquistato<br />
il titolo di<br />
nazionale<br />
per scuole<br />
primarie,<br />
così come<br />
il triestino<br />
Nicolas Perossa<br />
nell’individuale tra gli<br />
U10.<br />
Che vantaggi possono<br />
avere sui più<br />
piccoli?<br />
Vale la considerazione<br />
dell’ex Campione del<br />
mondo Alexander Alekine:<br />
“gli scacchi insegnano<br />
in primo luogo ad essere<br />
obiettivi”. In questo<br />
vediamo un grande valore<br />
educativo. La difficoltà<br />
di accettare la sconfitta<br />
rappresenta a volte un<br />
ostacolo nell’approcciarsi<br />
a questo gioco da parte<br />
dei bambini, ma proprio<br />
per questo è una palestra<br />
per accrescere il livello di<br />
maturità, per spingere i<br />
propri limiti e per imparare<br />
a relazionarsi con gli altri,<br />
in un gioco che in qualche<br />
modo simula le dinamiche<br />
che si presenteranno nella<br />
vita.<br />
In più, per loro natura gli<br />
scacchi hanno un aspetto<br />
tattico, in cui si deve capire<br />
cosa fare a breve, e un<br />
aspetto strategico, che<br />
ci dice come acquisire<br />
un vantaggio a lungo<br />
termine: porta a fare dei<br />
ragionamenti che non<br />
hanno equivalenti nei<br />
videogiochi o playstation<br />
in cui si privilegia invece<br />
la velocità a discapito del<br />
pensiero profondo.<br />
Spesso si associano gli<br />
scacchi alle persone colte.<br />
Una maggior propensione<br />
alla logica e l’essere<br />
genuinamente obiettivi<br />
nelle valutazioni<br />
sono forse i tratti che<br />
più accomunano gli<br />
scacchisti. Ma di sicuro<br />
la forza di uno scacchista<br />
non dipende dal suo<br />
titolo di studio, di questo<br />
abbiamo abbondanti<br />
evidenze.<br />
Ogni partita è un nuovo<br />
inizio, e contano solo<br />
capacità di calcolo e la<br />
preparazione specifica,<br />
cioè predisposizione e<br />
tempo dedicato.<br />
Come Circolo Scacchi<br />
Maniago organizziamo<br />
<strong>delle</strong> attività per i giovani<br />
e tornei appositi. Vogliamo<br />
però anche mantenere le<br />
giuste proporzioni: prima<br />
deve venire la scuola, poi<br />
lo sport all’aria aperta e,<br />
se proprio uno sente la<br />
vocazione, ci sono anche<br />
gli scacchi.<br />
La lentezza del gioco non<br />
lo rende meno attrattivo<br />
per i più giovani?<br />
È la caratteristica peculiare<br />
del gioco. L’antitesi del<br />
“tutto e subito” a cui ci<br />
stiamo abituando. In ogni<br />
caso, anche se le regole<br />
sono immutabili, può<br />
cambiare il ritmo <strong>delle</strong><br />
partite.<br />
In che modo?<br />
Esistono i tornei “blitz”,<br />
cioè con partite che<br />
durano al massimo 15<br />
minuti e che danno luogo<br />
a battaglie interessanti e<br />
piene di capovolgimenti<br />
di fronte. Ma i tempi<br />
possono passare dai<br />
“5 minuti” a testa (per<br />
finire la partita) o, per le<br />
partite “pensate”, a 5 ore<br />
complessive. Sembra<br />
un’eternità, ma quando ci<br />
si siede alla scacchiera e<br />
si comincia ad analizzare<br />
il tempo vola.<br />
Una cosa che non smette<br />
mai di stupirmi.<br />
1000 abitanti<br />
Parlando di scacchi,<br />
ritornano frequentemente<br />
concetti quali continuare<br />
a imparare e migliorare.<br />
Perché?<br />
Perché gli scacchi sono<br />
un gioco a combinazioni<br />
potenzialmente infinite:<br />
nessuno potrà mai dominarlo<br />
completamente. Il traguardo<br />
può essere solo la ricerca<br />
del continuo miglioramento.<br />
Ognuno a suo modo, nelle<br />
infinite varianti in cui il gioco<br />
può essere affrontato.<br />
Concludendo, perché<br />
un giovane dovrebbe<br />
avvicinarsi agli scacchi?<br />
Fa parte della nostra identità<br />
culturale occidentale<br />
(in oriente si gioca<br />
prevalentemente a Go, che<br />
ha un livello di complessità<br />
superiore). Se non altro<br />
credo che dovremmo tutti<br />
conoscerne le mosse.<br />
È divertente, appassionante<br />
e contribuisce a<br />
sviluppare il pensiero<br />
logico e la relazione con<br />
il nostro prossimo, che<br />
può essere visto come<br />
antagonista, avversario, ma<br />
indirettamente anche come<br />
maestro, nel momento in<br />
cui vogliamo migliorarci<br />
per batterlo. E come tale<br />
impariamo a rispettarlo.<br />
Il sito:<br />
www.maniagoscacchi.it<br />
50<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong>
GITA D’ISTRUZIONE<br />
IL GIORNALISMO<br />
NELLE SCUOLE<br />
di Elena Tomat<br />
Migliorare le abilità di scrittura,<br />
sviluppare l’attenzione verso il<br />
mondo circostante, imparare a selezionare<br />
e filtrare le informazioni: sono solo<br />
alcune <strong>delle</strong> motivazioni che spingono<br />
gli insegnanti, a tutti i livelli scolastici,<br />
a inserire il giornalismo nei programmi<br />
didattici.<br />
Parlare di giornali in<br />
classe – o provare a farli<br />
– significa soprattutto<br />
cimentarsi negli strumenti<br />
digitali <strong>delle</strong> redazioni<br />
online: il notiziario di carta<br />
è una presenza piuttosto<br />
rara sui banchi.<br />
Esistono però esperienze<br />
che cercano di coniugare<br />
entrambe le realtà, come<br />
in ogni vero quotidiano<br />
che si rispetti.<br />
Il Liceo “Torricelli” di<br />
Maniago ha avviato un<br />
progetto, in collaborazione<br />
con l’UTI <strong>delle</strong> <strong>Valli</strong> e<br />
Dolomiti friulane, per la<br />
creazione di una piccola<br />
redazione di studenti,<br />
provenienti da classi<br />
diverse, interessati a<br />
occuparsi di scrittura<br />
giornalistica sia su carta<br />
che su web.<br />
E così, i ragazzi, dopo<br />
alcune ore di formazione<br />
in classe sotto la<br />
guida di un giornalista<br />
professionista, hanno<br />
avuto l'opportunità<br />
di cimentarsi in un<br />
laboratorio pratico sulla<br />
scrittura.<br />
STEFANO CROCICCHIA<br />
(docente di Lettere e tutor del progetto)<br />
L’obiettivo è capire come si scrive<br />
un pezzo, ma soprattutto provare<br />
a realizzarlo, sfruttando quegli<br />
accorgimenti pratici che chi lavora<br />
in redazione conosce. E gli allievi<br />
hanno dimostrato di apprezzare,<br />
tanto che alcuni sperano di<br />
diventare giornalisti in futuro.<br />
Il prossimo passo dovrebbe<br />
essere la creazione, a partire dal<br />
prossimo anno, di una redazione<br />
web, composta da studenti del<br />
triennio che siano interessati a<br />
raccontare ciò che succede, sia a<br />
livello nazionale che locale, con<br />
l’occhio dei giovani ma non solo<br />
per i giovani.<br />
Si comincia<br />
da piccoli<br />
È già una realtà<br />
consolidata, invece, il<br />
progetto di un’altra scuola<br />
del territorio, la primaria<br />
“Tangram” di Campagna,<br />
frazione di Maniago, che<br />
da diversi anni realizza<br />
un giornalino online<br />
con gli articoli scritti dai<br />
suoi giovani alunni. La<br />
redazione vera e propria<br />
è composta dai membri<br />
della classe quinta, ma le<br />
notizie vengono raccolte<br />
da tanti “informatori”<br />
interni che segnalano<br />
gli avvenimenti più<br />
importanti, sia accaduti<br />
a scuola che fuori. Un<br />
esempio? La visita a<br />
un’azienda agricola locale,<br />
l’inaugurazione del parco<br />
giochi del paese, o la<br />
riunione del Consiglio<br />
comunale dei ragazzi.<br />
I bambini sono entusiasti,<br />
fanno a gara per<br />
trovare nuove notizie<br />
da pubblicare e si<br />
esercitano a lavorare in<br />
gruppo, perché scrivono<br />
in classe tutti assieme,<br />
con l’aiuto della maestra<br />
e dei moderni strumenti<br />
didattici come la lavagna<br />
interattiva multimediale.<br />
Il giornalino<br />
“Tangramaniago” ha<br />
già ricevuto importanti<br />
riconoscimenti:<br />
quest’anno, per il secondo<br />
anno consecutivo, è<br />
stato inserito tra i primi<br />
cento giornalini online<br />
d’Italia dall’Associazione<br />
nazionale giornalismo<br />
scolastico, unico in Friuli<br />
Venezia Giulia. Con un<br />
premio non da poco<br />
per i piccoli “scrittori<br />
in erba”: il tesserino di<br />
giornalista scolastico.<br />
“È un risultato che ci<br />
rende molto orgogliosi,<br />
ottenuto grazie al lavoro<br />
in team <strong>delle</strong> maestre”<br />
ci tiene a sottolineare<br />
Luisa Zecchin, che segue<br />
il progetto da quando la<br />
sua ideatrice, Giuliana<br />
Massaro, è andata in<br />
pensione. Se l’obiettivo<br />
iniziale era avvicinare<br />
gli alunni all’uso degli<br />
strumenti multimediali<br />
di comunicazione<br />
e informazione,<br />
trasformando i bambini<br />
da fruitori passivi in<br />
utilizzatori più consapevoli<br />
<strong>delle</strong> nuove tecnologie<br />
e della rete, si può<br />
sicuramente affermare<br />
che sia stato raggiunto.<br />
Il sito:<br />
https://tangramaniago.jimdo.com/<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 53
MUSICA<br />
DUE VOCI<br />
SUL CORO<br />
FRIULANO<br />
di Caterina di Paolo<br />
Il canto corale appartiene alla tradizione<br />
friulana. Ne abbiamo parlato con due<br />
figure che ripercorrono la tradizione<br />
reinterpretandola: il maestro Olinto<br />
Contardo e il tenore Igor Cerno.<br />
Il Maestro della<br />
musica popolare<br />
friulana<br />
Olinto Contardo ha<br />
lavorato in campo<br />
corale fuori e dentro il<br />
Friuli: dalla Sardegna<br />
a Torino, da Dublino<br />
alla Fenice di Venezia.<br />
In regione ha diretto<br />
il coro lirico di Udine,<br />
fondato il coro Tomat e<br />
l’associazione musicale<br />
Bertrando di Aquileia,<br />
per non parlare della<br />
sua attività orchestrale.<br />
Definito da Mario Blasoni<br />
«un emigrante del<br />
pentagramma», il Maestro<br />
Olinto ha condiviso con la<br />
moglie Ilvia Mulloni una<br />
vita nella musica.<br />
Il Maestro ci accoglie in<br />
casa sua, mettendo sul<br />
tavolo un po’ di storia.<br />
Cita il coro polifonico di<br />
Ruda diretto da Fabiana<br />
Noro, sua allieva; e poi<br />
parla di La Scjarnete, la<br />
prima operetta in friulano,<br />
musicata da Luigi Cuoghi e<br />
da lui riportata in tournée.<br />
Un canto d’amore, uno<br />
dei temi principali nella<br />
musica popolare friulana:<br />
l’altro è la miseria, spesso<br />
legata all’emigrazione.<br />
«Il coro classico friulano<br />
è diatonico: due voci,<br />
in cui il basso sostiene<br />
o si contrappone alla<br />
voce principale. Si può<br />
notare un linguaggio che<br />
unisce un grande Nord:<br />
Friuli, Trentino, Carinzia,<br />
Slovenia. Ognuno con<br />
le sue peculiarità. Sono<br />
canti dalla composizione<br />
semplice, con temi di<br />
vita quotidiana, spesso<br />
nostalgici, duri. Questi<br />
canti tradizionali,<br />
nonostante i temi difficili,<br />
sono sempre in tono<br />
maggiore: quasi a voler<br />
evitare il tono lamentoso,<br />
“triste”.»<br />
Se si chiede al Maestro<br />
di citare un canto a cui è<br />
particolarmente legato,<br />
non ha dubbi: il Cjant<br />
a Gurizze di Francesco<br />
Berti e Arturo Zardini.<br />
Anche in questo brano,<br />
il protagonista ha uno<br />
“scrùpol”, non un<br />
lamento:<br />
Se il dolôr che lu puartave<br />
su la mont sacre ai fedèi,<br />
il Furlàn a Dio contave<br />
nel lengàz dai nestris viei,<br />
un sol scrùpul ai restave<br />
di podé sévi esaudît:<br />
che il Signôr che lu scoltave<br />
in furlàn lu vès capît.<br />
Il maestro Olinto Contardo (in alto a destra) con il coro lirico Mazzucato di Udine a inizio anni Sessanta.<br />
Cantori in lingua<br />
slovena<br />
Igor Cerno vive a Lusevera<br />
Bardo. Il piccolo paese<br />
dell’alta Val Torre, paese<br />
che ospita il Microfestival<br />
a cui partecipano i Barksi<br />
Oktet, l’ottetto polifonico<br />
di cui Igor fa parte e che<br />
impiega il dialetto sloveno<br />
della zona, il po našin (“a<br />
modo nostro”).<br />
Quella <strong>delle</strong> minoranze<br />
slovene in Friuli è la<br />
storia di un doloroso<br />
tentativo di sradicamento.<br />
Igor ne parla, coinvolto.<br />
«Nel 1866 il Giornale di<br />
Udine titolava: “Questi<br />
slavi bisogna eliminarli.”<br />
Un obiettivo tremendo,<br />
perseguito con forza: in<br />
ogni paese si insegnava<br />
solo in italiano, cercando<br />
di sopire una ricchezza<br />
linguistica enorme.<br />
Venivamo chiamati<br />
“sclavat”, come a Trieste si<br />
dice “sciavo”.»<br />
Nella scuola di musica<br />
Glasbena Matica a San<br />
Barski Oktet, Judje dolin, 2017<br />
Pietro al Natisone si<br />
cerca una risposta: il<br />
Maestro Davide Clodig<br />
decide di fondare un<br />
coro, lasciandone poi<br />
la direzione a Davide<br />
Tomasetig. Così hanno<br />
inizio i Barksi, nel 2009; il<br />
loro primo disco esce nel<br />
2017.<br />
L’ottetto ha nel suo<br />
repertorio composizioni<br />
originali e brani della<br />
tradizione, raccolti<br />
soprattutto grazie alle<br />
ricerche dello slavista<br />
Pavle Merkù, che ha<br />
raccolto le musiche <strong>delle</strong><br />
valli riarrangiandole.<br />
«Cantiamo storie comuni.<br />
Mi emoziona sempre<br />
quella di Ročica: una<br />
bimba che ricorda quando<br />
andò a falciare col padre<br />
nei boschi, si ferì e il<br />
padre la medicò con una<br />
foglia. Un piccolo ricordo<br />
d’infanzia, fatto di cura e<br />
amore.»<br />
«La cosa più bella del coro è che ogni voce ha un suono diverso, ogni persona è unica.»<br />
Ilvia Mulloni ci fa comprendere come ogni voce, in questa tradizione per noi identitaria, sia diversa e fondamentale; come l’amore<br />
per la musica possa portare su strade diverse, ma vicine nel costruire una melodia complessa, che va ascoltata con attenzione.<br />
L’eco <strong>delle</strong> valli<br />
e <strong>delle</strong> Dolomiti <strong>Friulane</strong> 55
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