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PER CHI AMA VIAGGIARE<br />
BEBE<br />
ANNO XII | NUMERO 3 | MARZO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />
VIO<br />
DESTINAZIONE<br />
TOKYO<br />
DONNE E ARTE<br />
DA RAFFAELLO<br />
AI CONTEMPORANEI<br />
VIAGGI DA SET<br />
LA ROMA DI FELLINI E SORDI<br />
IN SICILIA CON MONTALBANO
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I VEGETARIANI CAMBIERANNO IDEA<br />
elporteno.it<br />
@elporteno
EDITORIALE<br />
LE PERSONE AL CENTRO<br />
© FS Italiane | PHOTO<br />
Apriamo questo numero<br />
con un commosso ricordo<br />
dei due colleghi deceduti<br />
nell’incidente ferroviario dello scorso<br />
6 febbraio, Giuseppe Cicciù e<br />
Mario Dicuonzo. Il Gruppo Ferrovie<br />
dello Stato ha impresso negli ultimi<br />
tempi una profonda svolta al suo<br />
modus operandi e alle sue strategie.<br />
Guardando a tutti i viaggiatori, ai dipendenti,<br />
ai fornitori, ai collaboratori<br />
come a persone, con una loro irriducibile<br />
individualità fatta di talenti,<br />
relazioni, bisogni. FS Italiane, e il suo<br />
top management, hanno voluto che<br />
la persona diventasse l’epicentro intorno<br />
al quale progettare e realizzare<br />
un distintivo modo di fare impresa.<br />
Anche quanto è accaduto dopo l’incidente,<br />
dentro e fuori le aziende del<br />
Gruppo, la solidarietà, la pacatezza<br />
dei toni, la serietà di tutti, ci conforta<br />
sulla bontà di questo indirizzo. Intanto,<br />
mentre ci accingiamo ad andare in<br />
stampa, l’attenzione generale è con-<br />
centrata sul propagarsi del contagio<br />
da coronavirus nelle regioni del nord<br />
Italia. Non possiamo prevedere cosa<br />
accadrà nelle prossime settimane.<br />
Oggi, purtroppo, si respira un’aria<br />
pesante. L’auspicio è che non sia più<br />
così, quando ci leggerete. Ma è diffi<br />
cile. <strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> di marzo l’avevamo<br />
pensata, in redazione, incentrata soprattutto<br />
su storie di donne, con tante<br />
fi gure femminili positive e piene di<br />
talento e grinta. In copertina, Bebe<br />
Vio le riassume tutte, e ne è un iconico<br />
esempio. Determinata, ottimista a<br />
dispetto del destino, vivace e vincente,<br />
solare. Quella sua incontenibile<br />
positività vorremmo poterla trasmettere<br />
a tutti, inocularla in ciascuno di<br />
noi, con la nostra rivista, come un<br />
potente antidoto alle grigie minacce<br />
che sembrano incombere tanto sulla<br />
salute pubblica quanto, se non di<br />
più, sulle menti. Un ottimismo della<br />
ragione che non sminuisca affatto il<br />
problema, ci induca ad adottare tutte<br />
le misure di profi lassi necessarie, a<br />
seguire le prescrizioni impartite dalle<br />
autorità sanitarie e pubbliche ma eviti<br />
psicosi, parossismi, polemiche, E,<br />
soprattutto, ci permetta di guardare<br />
al futuro con maggiore fi ducia.<br />
Il <strong>2020</strong> è stato proclamato l’anno<br />
del treno turistico. FS Italiane, con<br />
le Frecce, i Regionali di Trenitalia e<br />
i treni storici della Fondazione FS<br />
sono pronte a fare la loro parte, con<br />
professionalità ed entusiasmo. Il<br />
turismo è una grande risorsa per il<br />
Paese. Quanto sta accadendo avrà<br />
però conseguenze pesanti sulla bilancia<br />
turistica, oltre che industriale<br />
ed economica. Ma un riscatto non<br />
è impossibile. Occorrerà coagulare<br />
tutte le nostre migliori energie, e<br />
individualità, per vincere la sfi da. Gli<br />
esempi non mancano. Le persone<br />
che lavorano e viaggiano con noi ne<br />
sono testimonianza. Come le tante<br />
che incontrerete e conoscerete su<br />
questo giornale.<br />
3
MEDIALOGANDO<br />
CON LO SGUARDO<br />
DI UN FORESTIERO<br />
PER UN'INFORMAZIONE MAI BANALE O SCONTATA.<br />
E LIBERA, PERCHÉ RESPONSABILE. A COLLOQUIO CON<br />
ANDREA MONDA, DIRETTORE DELL’OSSERVATORE ROMANO<br />
di Marco Mancini marmanug<br />
Photo Divisione produzione fotografica/Vatican Media<br />
Varco il cancello di Sant’Anna in una tiepida mattina<br />
di febbraio. Accompagnato da un ex manager<br />
di FS, oggi firma dell’Osservatore Romano, entro in<br />
un’altra città, ben più distante da Roma e dall’Italia dei pochi<br />
passi appena percorsi. Perché la sensazione, superato il filtro<br />
delle Guardie Svizzere e dei gendarmi vaticani, è di trovarsi in<br />
una dimensione quasi aliena, proiettato in un’atmosfera rarefatta<br />
ma densa di storia e spiritualità. Un po’ è suggestione, lo<br />
ammetto. Ma, da qui dentro, il mondo lo percepisci davvero<br />
con altri occhi. Me lo conferma Andrea Monda, da dicembre<br />
2018 direttore dello storico quotidiano del Papa, fondato da<br />
due laici nove anni prima che le truppe di Vittorio Emanuele II,<br />
sfondate le Mura aureliane, invadessero Roma e decretassero<br />
la fine dello Stato Pontificio. «Ogni mattina varco il confine ed<br />
entro in un Paese straniero, da quel momento l’Italia scompare<br />
o comunque, da direttore del giornale, sono libero dal doverne<br />
parlare. L’Italia va nella pagina internazionale, ma soltanto se ci<br />
sono notizie che lo meritano. E, comunque, in mezzo a tante<br />
altre che arrivano da tutte le parti del mondo. Di fatto dirigere<br />
questo giornale mi ha sprovincializzato lo sguardo», mi spiega.<br />
Servirebbe alla stragrande maggioranza dei nostri giornali e<br />
media, concentrati a tal punto sulle vicende nazionali da cadere<br />
in una sorta di strabismo autoreferenziale.<br />
Ecco, quello che invece voglio contraddistingua il nostro quotidiano<br />
è raccontare i fatti e interrogarsi con uno sguardo da forestiero.<br />
È un’espressione che ho usato nel mio primo editoriale,<br />
scritto quasi di getto, il 20 dicembre 2018, ispirandomi a un passo<br />
del Vangelo secondo Luca, all’Episodio di Emmaus, quando<br />
Gesù risorto va incontro a due suoi discepoli che parlano di lui,<br />
della sua crocifissione. Discutono quindi della cronaca, però<br />
senza capire il senso di quell’avvenimento. Quando lui chiede<br />
di cosa stiano parlando, e fa finta di non sapere niente, loro si<br />
meravigliano che lui sia così forestiero da ignorare cosa sia accaduto.<br />
Ecco, io usavo questa immagine per dire cosa deve fare<br />
l’Osservatore Romano: entrare nelle conversazioni degli uomini<br />
per stare sul pezzo, per parlare del fatto del giorno, ma con lo<br />
sguardo di un forestiero. Capace di stupirsi ogni volta e poi sorprendere<br />
con un’interpretazione non banale o scontata.<br />
4
Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00<br />
EMILIO RA N Z AT O, FRANÇOIS VAY N E<br />
FLAMINIA MARINARO<br />
In che senso?<br />
Come quella di qualcuno che sia, appunto, un po’ fuori fase,<br />
come se vivesse da un’altra parte, del resto per un cristiano la<br />
vera patria non è questa ma quella celeste. Dobbiamo avere<br />
uno sguardo che ci consenta di cogliere il senso più profondo<br />
dei fatti, che altrimenti diventano solamente cronaca destinata<br />
ad accumularsi come sabbia in una clessidra, tutti i giorni, indifferentemente.<br />
Voi avete anche un’altra sfasatura, quella temporale, perché<br />
rispetto alla quasi totalità degli altri quotidiani uscite nel pomeriggio…<br />
Montini nel 1961, quando ancora non era Pontefice, scrisse un<br />
articolo per il centenario del giornale e lo chiamò «singolarissimo<br />
quotidiano», non paragonabile a nessun altro, e in effetti<br />
noi non assomigliamo agli altri giornali, finanche nell'orario di<br />
uscita. In passato, in Italia, c'erano altri quotidiani del pomeriggio<br />
o della sera, ma ormai siamo rimasti gli unici a uscire nel<br />
pomeriggio. In Francia, per esempio, come noi c'è Le Monde.<br />
Su questo punto abbiamo avviato una discussione, sebbene<br />
cambiare non sia facile. Cambiare in Vaticano non è mai facile.<br />
Comunque, questo orario di uscita ha i suoi vantaggi.<br />
Come far decantare l’emotività rispetto ad alcune notizie? E<br />
trovare il tempo per approfondire con quello “sguardo forestiero”?<br />
È così, è una necessità che sento come congenita. Comunque,<br />
se la copia stampata arriva tardi, il giornale si può leggere, in<br />
formato digitale, subito dopo il mio “visto si stampi”. In tutto il<br />
mondo, e gratis. Perché al Papa interessa la diffusione. Anche<br />
questa è un’altra singolarità, noi non siamo un’impresa commerciale,<br />
siamo un’altra cosa. A differenza degli altri quotidiani,<br />
qui da noi l’impresa coincide con la missione della Chiesa.<br />
Insomma, il numero di copie vendute ha scarsa rilevanza...<br />
Esatto, puntiamo più sulla qualità che sulla quantità: i nostri<br />
lettori sono infatti non tanti ma molto qualificati e sono sensibili<br />
e attenti. C’è l’intero corpo della Chiesa, dai Cardinali fino<br />
ai più lontani missionari che dall’Africa mandano le monetine<br />
raccolte per l’abbonamento, perché nel giornale sentono il loro<br />
legame con la cattedra di Pietro. L’Osservatore ha un’edizione<br />
settimanale in inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese.<br />
E una mensile in polacco, inaugurata nel 1981, dopo tre anni<br />
di pontificato di Giovanni Paolo II. Per otto anni è entrata in Polonia<br />
e, pur sottoposta a censura, è stata la prima rivista straniera<br />
a farlo. Oggi siamo letti in tutte le sedi diplomatiche nel mondo<br />
e dai capi di Stato. Insomma, raggiungiamo uno spicchio di<br />
mondo estremamente qualificato e, soprattutto, grazie a Papa<br />
Francesco, destiamo molto interesse anche al di fuori della<br />
cerchia della cattolicità.<br />
In queste pagine abbiamo affrontato spesso il tema della sostenibilità<br />
finanziaria di un giornale, che per voi sembra non<br />
costituire un problema. Talvolta il tentativo di vendere più<br />
copie e guadagnarsi pubblicità spinge all’esasperata ricerca<br />
dello scoop o del titolo a effetto. Tu in un editoriale hai scritto<br />
che abbiamo perso il senso del limite, non ci assumiamo le<br />
conseguenze delle nostre azioni. Spiegaci meglio…<br />
È così. È il tema della libertà disgiunta dalla responsabilità. Un<br />
tema sul quale mi sono soffermato, e ho voluto aprire un dibattito,<br />
coinvolgendo altri direttori e giornalisti. Ci siamo riuniti lo<br />
scorso 29 novembre in una tavola rotonda nella Sala Marconi<br />
a Palazzo Pio, per interrogarci su come svolgiamo il nostro lavoro.<br />
Perché con la libertà di stampa ci riempiamo la bocca,<br />
ed è giusto, è il segno della qualità di una democrazia, ma la<br />
responsabilità della stampa è altrettanto importante, perché la<br />
libertà priva della responsabilità può trasformarsi in qualcosa<br />
di molto pericoloso.<br />
Tema delicatissimo, qualsiasi misura che esca dall’autodisciplina<br />
deontologica può essere tacciata di atto censorio.<br />
Io ho posto una questione quasi politica: in un sistema democratico<br />
ogni potere deve avere un bilanciamento, la stampa e<br />
l’informazione dovrebbero essere un servizio, ma di fatto sono<br />
un potere. E a chi rispondono? Chi li limita o controlla? Non possiamo<br />
cavarcela con l’autodisciplina, o con l’affidarci al giudizio<br />
dei lettori, che peraltro ci stanno penalizzando, offrendoci un<br />
monito di cui non possiamo non tener conto.<br />
Vuoi dire che i lettori abbandonano i giornali perché nauseati<br />
dalla loro irresponsabilità?<br />
C’è anche altro, certo, ma è un fatto innegabile che alcune notizie<br />
e il modo in cui si diffondono possono provocare danni<br />
enormi, sui quali dobbiamo interrogarci. Pensa a quando l’informazione<br />
tocca le inchieste giudiziarie e comunichiamo un<br />
avviso di garanzia…<br />
Presentato e percepito già come una condanna…<br />
Ecco, non è che io sia per il bavaglio all’informazione, ma altra<br />
cosa sarebbe, per esempio, se dessimo quella notizia se e<br />
quando si arriva almeno al rinvio a giudizio. Comunque la questione<br />
va posta, perché in alcuni casi i danni sono maggiori del<br />
servizio offerto. Tutti i giorni abbiamo casi che finiscono nel tritacarne<br />
di un fuoco incrociato tra magistratura e stampa. Così<br />
non va. Nella contiguità tra magistratura, inchieste giudiziarie e<br />
comunicazione c’è un nervo scoperto, ed è la carne viva della<br />
questione.<br />
y(7HA3J1*QSSKKM( +"!z!$!?!#!<br />
L’OSSERVATORE ROMANO<br />
GIORNALE QUOTIDIANO<br />
POLITICO RELIGIOSO<br />
.<br />
Unicuique suum<br />
Non praevalebunt<br />
Anno CLX n. 42 (48.366) Città del Vaticano venerdì 21 febbraio <strong>2020</strong><br />
Papa Francesco rinnova l’appello a unire gli sforzi in un’ampia alleanza per la formazione della persona<br />
Un patto educativo<br />
coraggioso e rivoluzionario<br />
Nuovo appello del Papa ai responsabili<br />
politici, amministrativi e religiosi la Sala Clementina — il Pontefice ha inclusiva, capace di ascolto paziente,<br />
za giovedì mattina, 20 febbraio, nelsione<br />
per un’educazione più aperta e<br />
per dar vita a un «patto educativo rilanciato l’appuntamento del prossimo<br />
14 maggio in Vaticano allo scopo prensione». Il patto educativo, ha<br />
dialogo costruttivo e mutua com-<br />
globale» in grado di «formare persone<br />
mature, capaci di superare frammentazioni<br />
e contrapposizioni e riza»<br />
tra le istituzioni religiose e civili “a braccio” al discorso scritto, «non<br />
di promuovere una «grande allean-<br />
insistito aggiungendo alcune parole<br />
costruire il tessuto di relazioni per per la formazione delle nuove generazioni.<br />
«Il trovarsi insieme — ha non dev’essere un “ricucinato” dei<br />
dev’essere un semplice ordinamento,<br />
un’umanità più fraterna».<br />
Parlando ai partecipanti alla plenaria<br />
della Congregazione per l’eduborare<br />
programmi, ma di ritrovare il un’educazione illuministica. Dev’es-<br />
spiegato — non ha l’obiettivo di ela-<br />
positivismi che abbiamo ricevuto da<br />
cazione cattolica — ricevuti in udien-<br />
passo comune... rinnovando la passere<br />
rivoluzionario».<br />
Almeno 9 morti e diversi feriti in due sparatorie di matrice xenofoba a Hanau<br />
Strage nei bar della comunità turca in Assia<br />
BE R L I N O, 20. <strong>La</strong> strage fra i bar della<br />
comunità turca di Hanau, nella più il presunto autore del massacro «annientati».<br />
Il bilancio finale è di nove vittime espellere dalla Germania, vanno<br />
Germania centroccidentale, sarebbe — un tedesco di 43 anni, sostenitore Gli inquirenti, hanno confermato<br />
stata commessa con un movente xenofobo<br />
da un sostenitore dell’e s t re - dall’odio per gli stranieri — t ro v a t o cato la strage come «atto di terrori-<br />
di teorie dell’estrema destra e spinto le autorità dell’Assia, hanno classifi-<br />
ma destra. Lo hanno evidenziato stamane<br />
i media tedeschi, dopo le spa-<br />
alla madre. Gli inquirenti hanno rinfoba».<br />
L’attacco si sarebbe svolto in<br />
morto nella sua abitazione, insieme smo di matrice probabilmente xenoratorie<br />
di ieri sera nei locali dove si venuto un video e un testo dello due momenti. I primi colpi, otto o<br />
fuma narghilè nella città dell’Assia, a stragista: avrebbe scritto che alcuni nove secondo testimoni oculari, sarebbero<br />
stati sparati al Midnight, un<br />
venti chilometri da Francoforte. popoli, che non si possono più<br />
bar shisha nel centro della città. Subito<br />
dopo l’autore (o gli autori) si<br />
sarebbe diretto in auto verso il quartiere<br />
di Kesselstadt, nella periferia<br />
occidentale di Hanau, dove sarebbero<br />
stati esplosi ulteriori colpi in un<br />
ra c c o n t o<br />
LA PAROLA DELL’ANNO<br />
altro locale della comunità turca.<br />
Anche qui ci sarebbero stati morti e<br />
feriti. Voci su una terza sparatoria<br />
nella zona di <strong>La</strong>mboy, questa tuttavia<br />
senza vittime, non sono state<br />
confermate.<br />
L’intera area è stata chiusa dalle<br />
forze dell’ordine, che hanno mobilitato<br />
centinaia di uomini, comprese<br />
unità delle forze speciali. Decine di<br />
ambulanze sono state viste arrivare<br />
nei luoghi della sparatoria. Una foto<br />
diffusa dalle agenzie ha mostrato un<br />
giovane fermato dagli agenti poco<br />
lontano da uno dei bar, ma nessun<br />
arresto è stato confermato.<br />
L’ipotesi di un attacco a sfondo<br />
terroristico e xenofobo viene presa<br />
in considerazione alla luce del fatto<br />
che il tipo di locali presi di mira è in<br />
genere frequentato da giovani della<br />
comunità turca o musulmana.<br />
A colloquio<br />
Già lo scorso venerdì sera, a<br />
Kreuzberg, nel pieno centro di Berlino,<br />
una sparatoria al Tempodrom,<br />
con Renzo Piano<br />
un edificio per eventi dove era in<br />
corso lo spettacolo di un comico turco,<br />
aveva ucciso uno spettatore e ferito<br />
almeno sette persone.<br />
di<br />
dalle chiacchiere e dalle fake news.<br />
ANDREA MONDA<br />
Abbiamo girato la provocazione insita<br />
in questo messaggio ad una se-<br />
L’ombra del terrorismo di estrema<br />
l Messaggio di Papa Francesco<br />
per la giornata mondiale<br />
delle comunicazioni opera creativa a rendere più bello e scorsa settimana, la polizia ha arrerie<br />
di artisti coinvolti con la loro destra è molto forte in Germania. <strong>La</strong><br />
sociali è incentrato sul tema umano il mondo e in molti hanno stato 12 uomini, in sei diversi Länder<br />
I della narrazione, sulla necessità,<br />
propria dell’uomo “e s s e re il testo del Papa. Iniziamo questa un’organizzazione terroristica di<br />
reagito riflettendo “in dialogo” con federali, sospettati di fare parte di<br />
narrante”, di raccontare storie, perché<br />
è il racconto di storie buone gnato Renzo Piano.<br />
chi e attentati a moschee, centri di<br />
serie con le parole che ci ha conse-<br />
estrema destra, che progettava attac-<br />
che permette di respirare più liberamente<br />
in un mondo soffocato<br />
PAGINA 5 quartieri a maggioranza<br />
accoglienza per profughi e scuole di<br />
musulmana.<br />
(foto Stefano Goldberg)<br />
Appello per l’accoglienza dei rifugiati di Lesbo<br />
Già dentro l’E u ro p a<br />
ma fuori dalla società<br />
Nel suo discorso il Pontefice ha<br />
offerto un’ampia riflessione — articolata<br />
in quattro punti — sull’educazione<br />
intesa come «dinamismo di crescita<br />
orientato al pieno sviluppo della<br />
persona». Francesco ha parlato<br />
anzitutto di «un movimento ecologico»<br />
che «ha al centro la persona<br />
nella sua realtà integrale» e «ha lo<br />
scopo di portarla alla conoscenza di<br />
sé stessa, della casa comune in cui è<br />
posta a vivere e soprattutto alla scoperta<br />
della fraternità». Poi ha definito<br />
l’educazione «un movimento inclusivo»,<br />
ricordando che questa dimensione<br />
«non è un’invenzione moderna,<br />
ma è parte integrante del<br />
messaggio salvifico cristiano». Oggi,<br />
ha aggiunto, «è necessario accelerare<br />
L E S B O, 20. «Ridare speranza» ai mosineria, delle modalità giuridicoamministrative<br />
del trasferimento<br />
questo movimento inclusivo dell’educazione<br />
per arginare la cultura<br />
profughi — circa 20.000 adulti e oltre<br />
1.100 minori non accompagnati dei migranti. Passo dopo passo, le<br />
dello scarto, originata dal rifiuto della<br />
fraternità».<br />
— sistemati da tempo in maniera conferenze episcopali possono seguire<br />
le indicazioni per lo sposta-<br />
precaria nell’isola greca di Lesbo<br />
Un’altra «tipicità dell’educazione»<br />
«già dentro l’Europa, ma fuori la mento di richiedenti asilo e rifugiati<br />
dalla Grecia in un altro paese eu-<br />
evidenziata dal Papa è «quella di essere<br />
un movimento pacificatore» in<br />
società europea». Questo il senso<br />
dell’appello, rivolto in primo luogo ropeo. «Le esperienze già avviate<br />
grado di contrastare «la “egolatria”<br />
alle comunità cristiane d’E u ro p a , in alcuni paesi — aggiungono —<br />
che genera la non-pace, le fratture<br />
contenuto in una lettera diffusa hanno dimostrato che le possibilità<br />
tra le generazioni, tra i popoli, tra le<br />
questa mattina dal cardinale elemosiniere<br />
Konrad Krajewski, dal carriori<br />
a quanto si sperasse».<br />
della buona accoglienza sono supe-<br />
culture, tra le popolazioni ricche e<br />
quelle povere, tra maschile e femminile,<br />
tra economia ed etica, tra umadinale<br />
presidente della Commissione<br />
degli episcopati dell’Unione europea<br />
(Comece) Jean-Claude Holnità<br />
e ambiente». Infine, si tratta di<br />
«un movimento di squadra», al cui<br />
lerich, e dal cardinale Michael<br />
progresso «devono insieme partecipare<br />
le famiglie, gli insegnanti, i vari<br />
Czerny, sotto-segretario della sezione<br />
migranti e rifugiati del Dicaste-<br />
ALL’INTERNO<br />
tipi di associazioni a finalità culturali,<br />
civiche e religiose, la società civile<br />
ro per il servizio dello sviluppo<br />
e tutta la comunità umana».<br />
umano integrale. Un appello che Messa a Santa Marta<br />
fa proprio e rinnova quello che già<br />
Papa Francesco lanciò a conclusione<br />
dell’Angelus del 6 settembre accettare la via di Gesù<br />
Essere cristiani significa<br />
PAGINA 8<br />
2015, quando il Pontefice chiese alle<br />
parrocchie, alle comunità religiose,<br />
ai monasteri e ai santuari del<br />
fino alla croce<br />
continente, di accogliere ciascuno<br />
ADRIANA MASOTTI A PA G I N A 8<br />
almeno una famiglia di rifugiati,<br />
dando così concretezza al Vangelo.<br />
Il 16 aprile 2016 Papa Francesco si<br />
Visita dell’a rc i v e s c o v o<br />
recò poi proprio nell’isola di Lesbo<br />
e, come è noto, portò con sé, nel Gallagher<br />
suo viaggio di ritorno, un primo in Estonia e Lettonia<br />
gruppo di 21 profughi che furono<br />
accolti dalla Santa Sede. Da allora,<br />
PAGINA 2<br />
viene ricordato, «il Papa non ha<br />
mai mancato di adoperarsi in loro<br />
aiuto, cercando di aprire dei corridoi<br />
umanitari per il loro trasferi-<br />
I dati dell’Unesco<br />
mento, in piena dignità, in altri Nel mondo 2.500<br />
paesi europei».<br />
Questa via, si legge nell’app ello, idiomi a rischio<br />
«diventa per tutta la Chiesa, oltre<br />
ANNALISA ANTONUCCI A PA G I N A 3<br />
che un dovere cristiano, un invito<br />
accorato a suscitare energie nuove<br />
ed evangeliche di accoglienza in<br />
ciascuno dei paesi membri dell’Unione<br />
europea, nei quali le ri-<br />
LETTERE DAL DIRETTORE<br />
spettive Conferenze episcopali dovrebbero,<br />
in collaborazione con i Tolkien e la maledizione<br />
singoli governi, concordare un progetto<br />
di corridoio umanitario da di Babele<br />
Lesbo e dagli altri campi di prima<br />
accoglienza della Grecia».<br />
PAGINA 3<br />
Pubblicata in varie lingue, la lettera<br />
viene accompagnata da alcune<br />
linee guida preparate dalla Comunità<br />
di Sant’Egidio, che già si è oc-<br />
Il documentario<br />
Rilevamenti della scientifica<br />
sul luogo della strage (Afp)<br />
cupata, in collaborazione con l’Ele-<br />
« L o u rd e s »<br />
E GIULIA GALEOTTI A PA G I N A 4<br />
le domande Cosa perdiamo nella frenetica corsa dei giorni?<br />
Cosa mettiamo in gioco<br />
<strong>La</strong> seconda giornata dell’i n c o n t ro<br />
della nell’isterica competizione?<br />
di Bari sul Mediterraneo<br />
poesia?<br />
R i p a r t i re<br />
dall’annuncio<br />
Di corsa, inseguendo se stessi,<br />
FEDERICO PIANA A PA G I N A 6<br />
la propria figura smarrita,<br />
pensandosi in fondo lasciati<br />
soltanto un poco più indietro.<br />
Il 2 marzo aprono<br />
E andando lanciati in avanti<br />
metro su metro, in questo<br />
gli archivi della Santa<br />
spreco di sé nel mondo fuggendo,<br />
Sede per il pontificato<br />
intanto mutando in gara infinita<br />
— intravista e perduta — la vita.<br />
di Pio XII<br />
PAOLO RUFFILLI legge la realtà parola dopo parola, svelandone<br />
la testura e il senso sotteso, come una pellicola in camera oscura. Il<br />
testo qui proposto è tratto dal suo ultimo libro, «Le cose del mondo»<br />
(Mondadori, <strong>2020</strong>, per gentile concessione dell’e d i t o re ).<br />
a cura di NICOLA BU LT R I N I<br />
PAGINA 7<br />
NOSTRE<br />
INFORMAZIONI<br />
<strong>La</strong> copertina dell’Osservatore Romano di venerdì 21 febbraio <strong>2020</strong><br />
PAGINA 8<br />
5
MEDIALOGANDO<br />
E dalla tavola rotonda cosa è emerso?<br />
Riflessioni stimolanti su quanto sia fondamentale il rispetto<br />
verso le persone, il controllo, il senso del dovere e dei limiti,<br />
l'affidabilità. Non c’è libertà senza responsabilità. Ho pubblicato<br />
tutti gli interventi sul quotidiano dell’11 dicembre 2019 e si possono<br />
leggere anche online. Vorrei trasformare questo incontro<br />
in un appuntamento annuale e coinvolgere anche la stampa<br />
internazionale. Chi è intervenuto alla tavola rotonda si è messo<br />
in gioco, senza “fare accademia”, ma raccontando storie personali<br />
e ponendo quesiti concreti.<br />
Per esempio?<br />
Antonio Spadaro (direttore di Civiltà Cattolica, ndr) ha posto una<br />
domanda precisa: la famosa foto del cadavere di Aylan, il bambino<br />
annegato riverso su una spiaggia turca, in quanti l’avrebbero<br />
pubblicata? Io forse non l’avrei pubblicata. Cosa significa<br />
che i giornalisti devono dare la notizia? Sono esseri umani e,<br />
come tali, devono porsi anche questioni di tipo morale su ciò<br />
che è giusto fare o non fare.<br />
In questo caso non tanto sul dare una notizia, ma su come<br />
darla…<br />
Esatto. Vedo che quasi nessuno si pone la questione dei limiti.<br />
Ho apprezzato molto Monica Maggioni quando decise che non<br />
avrebbe mai mandato in onda i video dei terroristi che decapitavano<br />
i prigionieri. Ha fatto una cosa sacrosanta, ma è stata<br />
l’unica a dirlo esplicitamente. Per questo ho chiesto di aprire<br />
un osservatorio sulla qualità e le conseguenze di certe nostre<br />
scelte giornalistiche. E mi riferisco anche ai talk show televisivi,<br />
diventate una sorta di arena con tifoserie urlanti che fomentano<br />
l’odio e non promuovono alcun ragionamento, e al mondo<br />
dei social.<br />
Che è quello della disintermediazione per eccellenza, dove<br />
in tanti credono di trovare la verità non edulcorata, elaborata,<br />
ma diretta. Ed entrano in gioco l’affidabilità, le relazioni…<br />
Quello di internet è un mondo senza padri, dove la voce di<br />
chiunque diventa autorevole, con effetti deleteri ormai evidenti.<br />
Un mondo che prescinde dalla funzione di mediazione<br />
che è propria dei corpi intermedi. Un mondo dove siamo tutti<br />
commentatori e pensatori, dove l’incompetenza diventa quasi<br />
una virtù, un controsenso…ma questa non è più comunicazione.<br />
Il successo dei social è una propaggine di quella lotta all’élite<br />
che sta mostrando i suoi paradossi e la sua inconcludenza, per<br />
non dire peggio. Un degrado che ha contaminato persino il linguaggio<br />
della politica<br />
Il Papa su questo ha avuto parole molto significative invitandoci<br />
a passare dalla cultura dell’aggettivo alla teologia del sostantivo.<br />
Ecco, anche la politica si è ridotta a una gara tra chi trova<br />
la migliore aggettivazione e risulta efficace nel breve periodo.<br />
Trasformandosi in marketing e lasciando indietro la sostanza,<br />
la persona, le storie individuali, da conoscere e, soprattutto, da<br />
rispettare.<br />
Comunque il mondo dell’informazione è cambiato e i social<br />
sono una realtà dalla quale non può prescindere neanche il<br />
Papa…<br />
È innegabile che Papa Francesco oggi sia, forse, il più grande<br />
comunicatore, capace e libero giustamente di muoversi in totale<br />
autonomia. E lo staff che deve curare la sua comunicazione<br />
è quindi coinvolto in maniera impegnativa.<br />
Su Twitter ha milioni di follower.<br />
E noi pubblichiamo i suoi tweet, interagiamo coordinandoci<br />
con il sito di Vatican News. L’account Twitter Pontifex lo aveva<br />
avviato già Benedetto XVI, cogliendo la necessità di una comunicazione<br />
spedita e diretta. Francesco arriva e, dopo due<br />
anni, prosegue su quella scia e avvia la riforma dei media vaticani.<br />
L’Osservatore Romano, prima della radio unico strumento<br />
di informazione, è stato affiancato negli anni dalla televisione e<br />
poi da tutto ciò che è il digitale. Serve un coordinamento. Francesco<br />
istituisce così un dicastero ad hoc e lo affida prima a don<br />
Dario Viganò e poi a Paolo Ruffini. Una piccola, ma neanche<br />
tanto piccola, rivoluzione, perché chiama a guidarlo un laico,<br />
grande esperto di comunicazione.<br />
Perché dalla multimedialità non si può più prescindere, la<br />
carta, da sola, è ormai un retaggio del passato.<br />
Appunto, e la riforma voluta da Francesco ne tiene conto, il<br />
nuovo dicastero ha il compito di creare un’adeguata integrazione<br />
tra i nostri mass media: la radio, il centro televisivo vaticano,<br />
l’Osservatore Romano e tutto ciò che adesso è rete. Noi direttori<br />
ci incontriamo in riunioni periodiche settimanali il lunedì pomeriggio,<br />
nell’ordinarietà. E ogni volta che si presentano momenti<br />
più delicati che necessitano di un efficace coordinamento.<br />
Ma il Papa, il tuo editore, è contento del giornale?<br />
Qualche tempo fa mi ha avvicinato e mi ha detto: «Io ho un problema».<br />
Preoccupato, gli ho chiesto: «Quale, Santo Padre?».<br />
«Ogni giorno perdo un’ora del mio tempo per leggere l’Osservatore<br />
Romano». Poi mi ha chiesto: «Lei fa un giornale di alto<br />
livello, è in grado di mantenerlo?». E io: «Ci proviamo». Con il<br />
suo sottile umorismo, ma mi è parso un bell'apprezzamento,<br />
giusto?<br />
osservatoreromano.va<br />
ossromano<br />
oss_romano<br />
6
SOMMARIO<br />
MARZO <strong>2020</strong><br />
IN COPERTINA<br />
BEBE VIO<br />
46 64<br />
12<br />
RAILWAY HEART<br />
17<br />
L’ITALIA CHE FA IMPRESA<br />
28<br />
20<br />
SAVE THE DATE<br />
28<br />
WHAT’S UP<br />
pag. 36<br />
54<br />
ROMA IMMORTALE<br />
<strong>La</strong> Città Eterna riscoperta attraverso i film<br />
di Alberto Sordi e Federico Fellini, a 100<br />
anni dalla nascita dei due Maestri<br />
83<br />
UN TRENO DI LIBRI<br />
Invito alla lettura di Alberto Brandani,<br />
che questo mese propone ai lettori della<br />
<strong>Freccia</strong> il nuovo romanzo di Stefano<br />
Massini, <strong>La</strong>dies football club, una ballata<br />
epica del calcio delle ragazze<br />
88<br />
ARTE E DONNE<br />
A Brescia una mostra sul ruolo femminile<br />
nella società, dal primo Rinascimento alla<br />
Belle Epoque. A Roma, sono protagoniste<br />
le dame e le Madonne di Raffaello<br />
57<br />
108<br />
42<br />
CITTÀ ACCESSIBILI<br />
50<br />
IN VIAGGIO CON SERRA YILMAZ<br />
60<br />
SICILIA TERRA DI CINEMA<br />
64<br />
POMPEI MUSEO A CIELO APERTO<br />
72<br />
TRENTINO GOURMET<br />
76<br />
CAMMINI AL FEMMINILE<br />
95<br />
SHOCKING ELSA A TEATRO<br />
104<br />
WOMEN PICTURES<br />
107<br />
PHOTO<br />
128<br />
FUORI LUOGO<br />
LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO<br />
114<br />
PARTENZE DI PASQUA<br />
Più treni e più posti disponibili in occasione delle festività pasquali.<br />
Il 9 e 10 aprile due nuovi <strong>Freccia</strong>bianca collegano Roma alla costa tirrenica fino a Reggio Calabria<br />
Scopri tra le pagine l’offerta Trenitalia. Oltre 300 Frecce e FRECCIALink al giorno, più di 100 città servite<br />
8
Tra le firme del mese<br />
VALENTINA LO SURDO<br />
Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica<br />
con anima rock, presentatrice, speaker, attrice.<br />
Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di<br />
viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni<br />
preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino<br />
ENRICO MENDUNI<br />
Professore universitario di Cinema, Fotografia,<br />
Televisione. Cura mostre fotografiche e<br />
documentari. Appassionato di treni e stazioni<br />
MASSIMO OSANNA<br />
Direttore generale del Parco archeologico di<br />
Pompei, professore di Archeologia classica<br />
presso l’Università Federico II di Napoli e autore<br />
del libro Pompei, il tempo ritrovato. Le nuove<br />
scoperte. Negli anni passati ha promosso scavi e<br />
ricerche in Italia meridionale, Grecia e Francia<br />
I numeri<br />
di questo numero<br />
1.150<br />
i luoghi aperti per le<br />
Giornate Fai di Primavera<br />
[pag. 23]<br />
100<br />
gli anni dalla nascita di<br />
Alberto Sordi e Federico<br />
Fellini<br />
[pag. 54]<br />
4<br />
i milioni di visitatori l’anno<br />
al Parco archeologico di<br />
Pompei<br />
[pag. 64]<br />
90<br />
i capolavori della mostra<br />
Donne nell’arte, a Brescia<br />
[pag. 89]<br />
Read also<br />
FSNews.it è online in una versione<br />
completamente rinnovata, con una<br />
radicale trasformazione nel look and<br />
feel. <strong>La</strong> testata giornalistica digitale di<br />
Ferrovie dello Stato cambia volto e si<br />
arricchisce di nuovi contenuti dedicati<br />
all’attualità, ai viaggi, alla sostenibilità<br />
e alle storie delle persone, che si<br />
aggiungono al consueto focus sulle<br />
attività core del Gruppo FS Italiane<br />
MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI<br />
DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE<br />
ANNO XII - NUMERO 3 - MARZO <strong>2020</strong><br />
REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA<br />
N° 284/97 DEL 16/5/1997<br />
CHIUSO IN REDAZIONE IL 21/02/<strong>2020</strong><br />
Foto e illustrazioni<br />
Archivio Fotografico FS Italiane<br />
FS Italiane | PHOTO<br />
AdobeStock<br />
Copertina © Augusto Bizzi<br />
Tutti i diritti riservati<br />
Se non diversamente indicato, nessuna parte della<br />
rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa<br />
senza il consenso espresso dell’editore<br />
Direttore Responsabile<br />
Responsabile Editoria<br />
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Coordinamento Editoriale<br />
Caposervizio<br />
In redazione<br />
Segreteria di redazione<br />
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e photo editing<br />
Traduzioni<br />
Hanno collaborato<br />
a questo numero<br />
PER CHI AMA VIAGGIARE<br />
ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA<br />
SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE<br />
LICENZA CREATIVE COMMONS<br />
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Info su<br />
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Contatti di redazione<br />
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Marco Mancini<br />
Davide Falcetelli<br />
Michela Gentili<br />
Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico,<br />
Francesca Ventre<br />
Silvia Del Vecchio<br />
Gaspare Baglio<br />
Francesca Ventre<br />
Giovanna Di Napoli, Michele Pittalis,<br />
Claudio Romussi<br />
Verto Group<br />
Cesare Biasini Selvaggi, Serena Berardi,<br />
Alberto Brandani, Carlo Cracco, Marzia Dal Piai,<br />
Fondazione FS Italiane, Alessio Giobbi, Itinere,<br />
Riccardo <strong>La</strong>gorio, Valentina Lo Surdo, Luca<br />
Mattei, Enrico Menduni, Cristiana Meo Bizzari,<br />
Massimo Osanna, Piccola, Bruno Ployer,<br />
Enrico Procentese, Andrea Radic,<br />
Elisabetta Reale, Walter Ricciardi,<br />
Flavio Scheggi, Carlos Solito, Andrea Sperelli,<br />
Mario Tozzi, Stefano Vella<br />
Alla realizzazione di questo numero ha lavorato<br />
Claudia Frattini, che dopo anni lascia il mensile per un altro incarico.<br />
A lei i ringraziamenti di tutta la Redazione per il lavoro svolto insieme<br />
REALIZZAZIONE E STAMPA<br />
Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE)<br />
Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com<br />
Coordinamento Tecnico Antonio Nappa<br />
PROGETTO CREATIVO<br />
Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello,<br />
Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli<br />
PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA<br />
advertisinglafreccia@fsitaliane.it | 06 4410 4428<br />
BRUNO PLOYER<br />
Caporedattore e inviato speciale di Sky Tg24 per lo<br />
spettacolo. Convinto che l’arte e la cultura siano<br />
la migliore vitamina per lo spirito<br />
<strong>La</strong> carta di questa rivista proviene<br />
da foreste ben gestite certificate FSC ® ️<br />
e da materiali riciclati<br />
On Web<br />
<strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> si può<br />
sfogliare su ISSUU<br />
e su fsnews.it<br />
9
CON AVIS<br />
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L’offerta e i punti CartaFRECCIA saranno riconosciuti esclusivamente utilizzando il codice convenzione AWD T314101 e presentando, al<br />
momento del ritiro dell’auto, il codice PNR del biglietto ferroviario oppure il numero della Carta Fedeltà. Per informazioni e prenotazioni:<br />
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FRECCIA COVER<br />
di Flavio Scheggi<br />
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Jacques Henri <strong>La</strong>rtigue<br />
Richard Avedon, New York (1966)<br />
© Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL<br />
L’INVENZIONE DELLA FELICITÀ<br />
«<strong>La</strong>rtigue fece ciò che nessun fotografo aveva fatto prima<br />
e che nessuno fece dopo: fotografare la propria vita».<br />
[Richard Avedon]<br />
Il movimento di automobili e aeroplani, le serate mondane,<br />
le eleganti dame a passeggio al Bois de Boulogne. Sono<br />
questi gli elementi che Jacques Henri <strong>La</strong>rtigue (1894-1986)<br />
ricercava attraverso il suo obbiettivo.<br />
Al fotografo francese la Casa dei Tre Oci di Venezia dedica,<br />
fino al 12 giugno, la più ampia retrospettiva mai organizzata<br />
in Italia. <strong>La</strong> rassegna L’invenzione della felicità presenta 120<br />
immagini, di cui 55 inedite, tutte provenienti dagli album<br />
personali di <strong>La</strong>rtigue. A queste si aggiungono pubblicazioni<br />
dell’epoca e materiali d’archivio come il suo Diary of the<br />
Century e tre stereoscopie con immagini che rappresentano<br />
paesaggi innevati e scenari parigini.<br />
Ispirato dai giornali e dalle riviste illustrate di inizio ‘900,<br />
<strong>La</strong>rtigue ritrae la ricca borghesia che si ritrova ai Gran Premi<br />
di automobilismo e alle corse ippiche di Auteuil, ma anche<br />
gli uomini e le donne eleganti che li frequentano.<br />
<strong>La</strong> consacrazione mediatica per il fotografo francese arriva<br />
solo nel 1963, a quasi 70 anni, quando John Szarkowski,<br />
direttore del dipartimento di fotografia del MoMa, espone i<br />
suoi lavori nel museo newyorkese.<br />
Gli ultimi anni della sua attività professionale, i ‘70 e gli ‘80,<br />
sono segnati dalle collaborazioni con il mondo della moda<br />
e del cinema, dove lavora come fotografo di scena per numerosi<br />
film. L’occhio di <strong>La</strong>rtigue, tuttavia, non riuscì mai ad<br />
allontanarsi dalla vita di tutti i giorni, immortalando sempre<br />
molti dettagli curiosi e carichi d’ironia.<br />
treoci.org<br />
CasadeiTreOci casa.dei.tre.oci<br />
11
RAILWAY heART<br />
PHOTOSTORIES<br />
PEOPLE<br />
#<strong>Freccia</strong>view<br />
© Vittoria D’Amore<br />
vikdam95<br />
IN VIAGGIO<br />
In viaggio verso<br />
Reggio Calabria<br />
© Elisa Perrotta<br />
elisa_perrotta<br />
12
LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE<br />
DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN<br />
CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME<br />
A cura di Enrico Procentese<br />
enryhills<br />
Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it.<br />
L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie<br />
rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà<br />
del mittente, priva di watermark, non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti<br />
tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri<br />
della rubrica. Railway heArt è un progetto di Digital Communication, Direzione<br />
Centrale Comunicazione Esterna, FS Italiane.<br />
LUOGHI<br />
Stazione di<br />
Reggio Emilia AV<br />
Mediopadana<br />
© Simone Scaglia<br />
scagliaphotography<br />
AT WORK<br />
Chiara, capotreno<br />
© Antonio Li Piani<br />
ermetico.op<br />
13
RAILWAY heART<br />
A TU PER TU<br />
a cura di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it<br />
Marta, 30 anni, addetta all’assistenza clienti nel<br />
FRECCIALounge della stazione di Milano Centrale,<br />
per la Divisione Passeggeri Long Haul di Trenitalia.<br />
In cosa consiste la tua attività?<br />
Ci occupiamo di assistenza e vendita a 360 gradi: accogliamo<br />
e accompagniamo le persone dalla pianificazione alla scelta<br />
del viaggio, dal cambio del biglietto alla post vendita in caso<br />
di problemi riscontrati sul servizio. E le supportiamo anche<br />
per la fidelizzazione al programma CartaFRECCIA, gli indennizzi<br />
e i rimborsi.<br />
Il tuo percorso professionale?<br />
Sono in Trenitalia da quasi cinque anni. Ho lavorato in biglietteria,<br />
ai desk di stazione, nelle postazioni accanto ai binari,<br />
nel FRECCIAClub, nella SalaFRECCIA e ora principalmente<br />
nel FRECCIALounge. Inoltre, collaboro con la rivista A Tutta<br />
<strong>Freccia</strong>, un bimestrale aziendale nato nel 2012 e distribuito a<br />
livello nazionale nelle sedi di vendita diretta e customer service.<br />
Uno strumento utile per tutti i colleghi, nel quale sono<br />
riportati aggiornamenti di natura commerciale e informazioni<br />
per gli addetti ai lavori, come per esempio la sicurezza aziendale.<br />
<strong>La</strong> formazione in questo campo gioca un ruolo fondamentale?<br />
Veniamo aggiornati continuamente durante il percorso lavorativo.<br />
Tra i punti di forza di questa professione c’è senza<br />
dubbio la capacità di lavorare in team per fornire al meglio<br />
una comunicazione chiara, semplice ed efficace a chi ci interpella.<br />
Rappresentiamo il front line dell’azienda e dobbiamo<br />
essere pronti a occuparci delle persone e a indirizzarle verso<br />
la risoluzione di problemi anche quando non ci competono.<br />
Quali sono, invece, le competenze cosiddette di rito?<br />
Chi frequenta il FRECCIALounge è generalmente un affiliato e<br />
abbiamo il vantaggio di conoscere tutte le sue esigenze, ma<br />
non per questo trascuriamo i nuovi viaggiatori che scelgono<br />
di affidarsi a noi. Dobbiamo sempre capire che tipo di cliente<br />
abbiamo davanti e comportarci di conseguenza in base alle<br />
sue peculiarità. In linea di massima cerchiamo di far fronte<br />
anche alle richieste meno comuni, qualora una certa interpretazione<br />
del regolamento lo consenta, nei limiti della ragionevolezza<br />
e della flessibilità e, soprattutto, a patto di non<br />
arrecare disagio ad altri viaggiatori. Le situazioni e le singole<br />
richieste, insomma, vengono valutate una per una, per garantire<br />
la massima soddisfazione.<br />
Un suggerimento che vorresti dare?<br />
Consiglierei a tutti i colleghi, in ogni settore e livello, di contribuire<br />
alla crescita di questa grande famiglia mettendoci del<br />
proprio. Ognuno di noi ha qualcosa che lo rende unico e può<br />
apportare nel proprio piccolo un valore aggiunto, mettendo<br />
in campo la propria unicità.<br />
14
LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE,<br />
VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE<br />
Daniele Parisi, 38 anni, attore, ci parla della sua esperienza<br />
di viaggio tra una tournée e l’altra su e giù per<br />
l’Italia.<br />
Qual è il tuo rapporto con il treno?<br />
Mi sposto con le Frecce per raggiungere nel minor tempo possibile<br />
le città in cui mi esibisco con i miei spettacoli. E, visto che<br />
sono impegnato anche nella scrittura teatrale, il treno mi dà la<br />
possibilità di concentrarmi, portare avanti ciò che sto seguendo<br />
in quel momento o buttare giù nuove idee.<br />
Il viaggio, dunque, anche come fonte d’ispirazione?<br />
Senza dubbio, i paesaggi mozzafiato che scorrono dal finestrino<br />
favoriscono e stimolano notevolmente la redazione dei miei<br />
lavori. Inoltre, in treno traggo spunti per la mia professione di<br />
attore grazie agli incontri e alle storie che ascolto dagli altri passeggeri.<br />
Insomma, ho imparato a catturare insegnamenti utili sia<br />
per la stesura dei testi sia per la loro interpretazione. Non sono<br />
poche le occasioni in cui sono stati proprio i miei compagni di<br />
viaggio a fornirmi i temi su cui lavorare, ad aiutarmi a raccogliere<br />
testimonianze ed elaborare idee che poi ho riportato sul palcoscenico.<br />
Qualche dettaglio in più sulla tua attività lavorativa?<br />
Racconto la società e le sue contraddizioni in chiave ironica: solitamente<br />
mi esibisco da solo, scrivendo, dirigendo e interpretando<br />
i miei show. Ho iniziato come attore di prosa e mi capita di<br />
essere contattato anche per recitare in film e spettacoli da interprete<br />
scritturato. <strong>La</strong> maggior parte del tempo, però, lo passo sui<br />
testi e a montare i miei spettacoli: una maturità creativa arrivata<br />
col tempo, dopo gli studi all’Accademia nazionale d’arte drammatica<br />
Silvio D’Amico, a Roma, e diversi laboratori teatrali grazie<br />
ai quali ho capito quale era la strada che più mi si addiceva. Ho<br />
iniziato così a lavorare sui miei spettacoli comici, il primo realizzato<br />
a Terme Euganee, arrivando a Padova proprio in <strong>Freccia</strong>rossa.<br />
Questo treno ha avuto un ruolo importante, quasi a voler<br />
segnare lo spartiacque di una mia personale identità lavorativa<br />
che si è intrecciata con la mia vicenda umana e artistica.<br />
Un episodio o un aneddoto da raccontare?<br />
Ricordo una signora che mi sedeva davanti, mi osservava con<br />
occhi spiritati mentre mangiava voracemente qualunque pietanza<br />
le capitava di tirare fuori dalla borsa. Masticava con avidità<br />
e ingordigia, senza staccarmi gli occhi da dosso, e più mangiava<br />
più mi intimoriva, tanto da farmi immaginare che prima o poi<br />
sarei diventato io il suo pranzo. Ho temuto di essere divorato.<br />
Un’esperienza che ho messo da parte e ho riposto nel cassetto<br />
delle idee per una possibile futura esibizione.<br />
Un suggerimento per migliorare il servizio?<br />
Quando viaggio per lavoro mi trovo con molti bagagli, tra cui abiti,<br />
attrezzature di scena e strumenti musicali, così le cappelliere<br />
in alto al treno non mi sono sufficientemente utili. Sarebbe necessario<br />
un ampliamento degli spazi dedicati a valigie e altri oggetti,<br />
magari allargando quelli disponibili tra un vagone e l’altro.<br />
15
L’ITALIA che fa IMPRESA<br />
© robsonphoto/AdobeStock<br />
DIGITAL (GREEN) REVOLUTION<br />
UN MANIFESTO TECNOLOGICO<br />
PER RIDURRE GLI EFFETTI<br />
DEL CAMBIAMENTO<br />
CLIMATICO. È LA PROPOSTA<br />
DELLA MULTINAZIONALE<br />
EUROTECH, CHE PUNTA A<br />
UNA SOSTENIBILITÀ DALLE<br />
FONDAMENTA DIGITALI<br />
di Piccola<br />
<strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> incontra Roberto Siagri, 60 anni a giugno,<br />
amministratore delegato di Eurotech, azienda<br />
tecnologica quotata a Piazza Affari. Una delle<br />
multinazionali tascabili fiore all’occhiello della nostra imprenditoria.<br />
Fondata nel 1992 sull’idea di miniaturizzare il pc<br />
per utilizzarlo in ambito industriale, oggi fattura 61 milioni di<br />
euro e chiude il 2019 con ricavi oltre i 100 milioni, segnando<br />
in Borsa un +159,78%.<br />
Il segmento Ricerca e Sviluppo è fondamentale per restare<br />
competitivi. Su cosa vi state orientando?<br />
Sui componenti tecnologici per la trasformazione digitale<br />
delle imprese. Dall’Internet of Things ai computer ad altissime<br />
prestazioni, veri e propri data center miniaturizzati.<br />
Un esempio di digitalizzazione e robotica avanzata sono i<br />
prototipi di auto a guida autonoma con i supercalcolatori<br />
green di Eurotech, raffreddati a liquido, in grado di ridurre<br />
dimensioni e consumi energetici del 90%.<br />
Quante persone lavorano in questo settore e dove registrate<br />
il fatturato maggiore?<br />
Attualmente oltre 100 persone, in totale abbiamo 320 dipendenti<br />
di Eurotech nel mondo. Il business principale è<br />
negli Stati Uniti, con un peso attorno al 50%, mentre il rimanente<br />
è ripartito tra Europa e Giappone.<br />
Che cosa rappresenta l’auto a guida autonoma dal punto<br />
di vista dell’innovazione tecnologica?<br />
Un concentrato di Iot, big data, edge computing, supercalcolo,<br />
intelligenza artificiale, ma anche il risultato delle<br />
importanti trasformazioni in atto. <strong>La</strong> transizione da prodotto<br />
a servizio è un grande passo verso la sostenibilità planetaria.<br />
Ed è proprio sull’autonomous driving che Eurotech<br />
si sta impegnando. I nostri supercalcolatori miniaturizzati<br />
sono dotati di un sistema di raffreddamento a liquido che<br />
consente un enorme risparmio sui consumi energetici, abilitando<br />
così l’esecuzione di complessi algoritmi di intelligenza<br />
artificiale a bordo del veicolo.<br />
17
L’ITALIA che fa IMPRESA<br />
Qual è secondo lei il modello di business vincente dei<br />
prossimi anni?<br />
Penso che in una visione etico-ambientale del fare impresa<br />
stiano le fondamenta del presente e del prossimo futuro.<br />
Le tecnologie digitali possono aiutarci a realizzare un<br />
mondo migliore, fondato su un’economia green e una più<br />
equa distribuzione del benessere. Non possiamo pensare<br />
di creare prodotti che non abbiano anche un valore aggiunto<br />
in termini di rispetto e tutela dell’ambiente, da un punto<br />
di vista teorico e pratico. Inoltre, i nuovi modelli di business<br />
sostenibili fanno guadagnare di più le imprese e risparmiare<br />
i consumatori. Ecco perché si parla di un nuovo modo di<br />
interpretare il capitalismo, con maggiore rispetto e valore<br />
verso i portatori di interesse, gli azionisti, i lavoratori e il Pianeta.<br />
Perché l’ambiente siamo anche tutti noi, comprese le<br />
nostre fabbriche e i nostri prodotti.<br />
Un altro tema caldo è la cyber security, come siamo messi<br />
in Italia e, in generale, in Europa?<br />
Servono norme chiare per garantire la sovranità digitale,<br />
soprattutto sulla sicurezza informatica a livello industriale,<br />
da applicare, per legge, anche ai dispositivi Iot. Dalla cyber<br />
security dipendono gli investimenti nella digitalizzazione,<br />
perché un incidente in questo ambito può portare al fermo<br />
della produzione, alla paralisi di una infrastruttura o al blocco<br />
dell’erogazione di servizi. <strong>La</strong> sicurezza delle macchine<br />
deve essere sempre al primo posto dell’agenda digitale.<br />
In concreto, cosa occorre fare?<br />
Serve un approccio sistemico e collettivo di vasta portata,<br />
è una sfida sociale comune. <strong>La</strong> direttiva sulla sicurezza delle<br />
reti e dei sistemi informativi, la Nis, è la prima normativa<br />
in materia adottata nell’Ue, bisognerebbe fare altrettanto in<br />
ambito Iot. L’applicazione dell’intelligenza artificiale sui sistemi<br />
di sicurezza è in grado di garantire l’immediata identificazione<br />
di una minaccia, individuando comportamenti<br />
anomali che possono nascondere nuovi attacchi informatici.<br />
I primi effetti si vedranno nei prossimi anni.<br />
Proprio lei ha lanciato l’idea di un manifesto tech per il<br />
clima. Come mai?<br />
Un’azienda come la nostra deve porsi come primo obiettivo<br />
proprio l’utilizzo della tecnologia per impostare un’economia<br />
differente, basata sull’intangibile, sull’uso e non<br />
sul possesso e sul risultato. I modelli di produzione aziendali<br />
passeranno da lineari a circolari, sempre attraverso<br />
la trasformazione digitale. Esistono enormi margini per la<br />
riduzione degli sprechi, anche con una consistente diminuzione<br />
dell’utilizzo di energia e materia. Applicando la<br />
tecnologia è possibile ridurre drasticamente gli effetti dei<br />
cambiamenti climatici antropici. Per questo, sarebbe utile<br />
che le aziende italiane del settore scrivessero il proprio<br />
manifesto. Un’unione di intenti, per depositare, formalmente,<br />
che cosa serve dire e fare per una sostenibilità dalle fondamenta<br />
digitali. Viviamo un periodo storico cruciale per il<br />
mondo intero, è il momento di tracciare nero su bianco gli<br />
effetti dello sviluppo digitale, in sintonia con l’ambiente e le<br />
sue prerogative.<br />
eurotech.com<br />
EurotechIoT EurotechFan<br />
L’amministratore delegato Roberto Siagri con l’autonomous driving di Eurotech<br />
18
Fake news, data breaches, influencer fraud.<br />
Ai nuovi comunicatori la sfida dell’attendibilità.<br />
IULM, IMPARARE IL FUTURO.<br />
Per info e iscrizioni<br />
ai test di ammissione<br />
iulm.it/openday<br />
Il futuro si apre<br />
a chi impara a gestire<br />
il cambiamento.<br />
IULM è l’Università<br />
del sapere dinamico,<br />
dell’evoluzione<br />
delle conoscenze.<br />
Vieni a scoprire il mondo<br />
dove sarai domani.
AGENDA<br />
A cura di Luca Mattei ellemme1 - l.mattei@fsitaliane.it<br />
save MARZO<br />
the date <strong>2020</strong><br />
FIERA DEL CICLOTURISMO<br />
MILANO//28>29 MARZO<br />
Se la vostra passione è ammirare le<br />
meraviglie paesaggistiche, storiche e<br />
artistiche del Belpaese raggiungendole<br />
a bordo di una bici, cancellate<br />
tutti gli appuntamenti in agenda per<br />
l’ultimo fine settimana del mese. Nella<br />
Città del Duomo, all’interno di Base<br />
Milano, hub creativo nel cuore del<br />
distretto del design, la società di comunicazione<br />
Bikenomist organizza la<br />
prima fiera italiana dedicata al ciclotu-<br />
fieradelcicloturismo<br />
rismo, un modo di viaggiare praticato<br />
per periodi brevi o lunghi, con bagagli<br />
al seguito, pernottamento in tenda o in<br />
strutture ricettive, scegliendo le due<br />
ruote come unico mezzo di trasporto<br />
o con l’integrazione di treno e bus. Un<br />
fenomeno in costante aumento: secondo<br />
il rapporto Isnart-Legambiente<br />
del 2019, in Italia nel 2018 i cicloturisti<br />
hanno raggiunto i 77,6 milioni, mentre<br />
sei milioni di persone hanno trascorso<br />
una o più notti di vacanza utilizzando la<br />
bici, con un aumento del 41% rispetto<br />
al quinquennio 2013-2018.<br />
L’evento meneghino si rivolge a famiglie,<br />
avventurieri e sportivi, appassionati<br />
e neofiti dei viaggi su due ruote.<br />
Oltre agli stand di 36 operatori, tra<br />
specialisti del settore, enti territoriali e<br />
realtà internazionali, sono in programma<br />
i Bikeitalia Talks, workshop, incontri<br />
informativi e storie di cicloviaggi.<br />
fieradelcicloturismo.it<br />
Fabio Massimo Iaquone, Nello spazio (2019)<br />
M9museum m9social<br />
INCONTRI A POCHI PASSI DALLA LUNA<br />
VENEZIA//7 MARZO E 18 APRILE<br />
Nell’ambito di Lunar City, mostra al Museo del ’900 M9<br />
di Mestre fino al 3 maggio, sono di particolare interesse<br />
gli Incontri a pochi passi dalla Luna con personaggi<br />
legati agli astri. Sei gli ospiti previsti per il 7 marzo: il<br />
regista Fabio Massimo Iaquone, del quale il museo<br />
ospita la videoinstallazione Nello spazio, presenta il<br />
documentario Infinito Hack, oltre l’infinito. L’astrofisica<br />
Patrizia Caraveo e il fumettista Leo Ortolani narrano i<br />
loro rispettivi libri Conquistati dalla Luna e Luna 2069. Ma<br />
cosa si può vedere nel cosmo? Lo chiarisce il direttore<br />
di Lonely Planet, Angelo Pittro, che illustra la guida<br />
Universo. Mentre lo chef Stefano Polato svela i segreti<br />
dei cibi che prepara per gli equipaggi spaziali. Infine<br />
Daniele Bossari, noto volto televisivo e voce radiofonica,<br />
si rivela esperto di pietre e nuove tecnologie. Il 18 aprile<br />
Luca Perri, astronomo e web star, spiega cosa c’è da<br />
sapere prima di diventare astronauta. Il divulgatore<br />
Adrian Fartade dipinge gli scenari delle prossime<br />
esplorazioni. In chiusura, il critico Giò Alajmo ricorda<br />
David Bowie, lo starman della musica.<br />
m9museum.it<br />
20
I ragazzi finalisti di High School Game 2019<br />
highschoolgame hsg_italia highschoolgame_ita<br />
HIGH SCHOOL GAME<br />
ITALIA//FINO AL 25 MAGGIO<br />
Edizione numero otto per High School Game, concorso<br />
didattico che premia istituti e studenti dal terzo al quinto anno<br />
delle scuole superiori in tutta Italia. Una sfida multimediale<br />
con eventi dal vivo che coinvolge i ragazzi in domande a quiz<br />
su materie come letteratura, matematica, storia, geografia,<br />
informatica e inglese, oltre che su temi civici proposti come<br />
contest tematici, tra cui Sicurezza stradale, in partnership con<br />
Anas, per migliorare la preparazione sulle regole di guida e<br />
limitare gli incidenti, ed Educazione ambientale, per combattere<br />
il cambiamento climatico stimolando comportamenti<br />
responsabili. Le semifinali regionali, che vanno avanti fino<br />
ad aprile, si svolgono il 3 marzo all’IISS Alessandro Volta di<br />
Palermo, il 12 al Centro Sicilia SP54 di Misterbianco (CT), il 13<br />
all’Università Lumsa di Roma e il 23 alla Iulm di Milano.<br />
Per la finale nazionale a Civitavecchia (RM) bisogna aspettare la<br />
cerimonia del 24 e 25 maggio, condotta da Alessandro Greco e<br />
Antonella Salvucci.<br />
highschoolgame.it<br />
XXV GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO<br />
PALERMO//21 MARZO<br />
Altro e Altrove è il tema scelto da Libera per la XXV Giornata della Memoria<br />
e dell’Impegno per indicare il bisogno di continuare a lottare contro la mafia<br />
anche in luoghi e ambiti finora poco battuti. L’iniziativa quest’anno è ancor più<br />
importante perché l’associazione presieduta da Luigi Ciotti compie un quarto<br />
di secolo. Un lasso di tempo in cui ha dato vita a numerosi eventi e ottenuto<br />
conquiste come la confisca di beni, ma durante il quale la mafia non è rimasta<br />
ferma, rendendosi meno visibile e più invasiva. Ecco perché la dimostrazione<br />
di avversione nei suoi confronti deve essere un fuoco sempre alimentato.<br />
Come fanno i tedofori che portano in giro la fiaccola di Libera, in un percorso<br />
che tocca le città scelte come sedi della Giornata negli ultimi 24 anni e termina<br />
in Sicilia. Per raggiungere Palermo, Trenitalia mette a disposizione un treno<br />
speciale con cuccette in partenza il 20 da Milano Centrale e fermate a Bologna<br />
e Roma Termini. I partecipanti possono anche acquistare negli Uffici Gruppi<br />
biglietti di andata e ritorno per Frecce e Intercity, con una riduzione del 40%.<br />
libera.it<br />
XXIV Giornata della Memoria e dell’Impegno, Padova (2019)<br />
libera.associazioni.nomi.e.numeri.contro.le.mafie libera_annclm<br />
Cortinametraggio 2019<br />
© Matteo Mignani<br />
cortinametraggio<br />
CORTIADI - WINTER SPORT SHORT<br />
CORTINA D’AMPEZZO (BL)//23>29 MARZO<br />
Cortina d’Ampezzo si divide in tre set a cielo aperto, grazie a<br />
un’innovativa proposta del festival Cortinametraggio: le Cortiadi -<br />
Winter Sport Short, una gara tra i partecipanti alle ultime edizioni della<br />
kermesse, che devono girare in una settimana un cortometraggio<br />
a tema sportivo. Tre i progetti scelti: <strong>La</strong> Bomba, di Lorenzo Marinelli,<br />
vede il protagonista Fabrizio Mazzeo, noto attore di fiction, ricevere<br />
la proposta di interpretare Alberto Tomba nel biopic sulla sua vita,<br />
salvo ricordarsi all’ultimo provino di non saper sciare. A un istruttore<br />
ampezzano l’arduo compito di trasformarlo velocemente in un<br />
campione. Legato al mondo dello sci è anche Tre secondi di Matteo<br />
Nicoletta, focalizzato sulla figura di Kristian Ghedina, che sviluppa un<br />
divertente scambio di ruoli e persone, con inaspettati colpi di scena.<br />
Stone Heart di Federica D’Ignoti, infine, narra la vicenda di Maria, ex<br />
stella del curling che lavora come cameriera in un hotel di Cortina, ma<br />
deve fare i conti con il passato.<br />
cortinametraggio.it<br />
21
AGENDA<br />
A cura di Luca Mattei<br />
ellemme1 - l.mattei@fsitaliane.it<br />
<strong>Freccia</strong> Weekend<br />
marzo <strong>2020</strong><br />
Fa’ la cosa giusta! (2019)<br />
© Alessia Gatta<br />
falacosagiusta falacosa_giusta<br />
falacosagiusta_mi<br />
6>8<br />
Weekend alla Fiera di Milano<br />
con Fa’ la cosa giusta, mostramercato<br />
del consumo critico<br />
e degli stili di vita sostenibili,<br />
con centinaia di espositori da<br />
tutta Italia e un vasto calendario<br />
di incontri, laboratori e<br />
presentazioni. [1]<br />
falacosagiusta.org<br />
Una passeggiata al chiaro di<br />
luna e una cena gourmet in<br />
rifugio a base di prodotti tipici<br />
altoatesini. È Full Moon Dinner,<br />
evento a cura di Area vacanze<br />
sci & malghe Rio Pusteria (BZ)<br />
in programma sabato 7.<br />
riopusteria.it<br />
Per la prima volta in Italia,<br />
Thaddeus Phillips porta in<br />
scena dal 3 al 6 al Teatro Franco<br />
Parenti di Milano il suo 17 Border<br />
crossings, show sul tema del<br />
passaggio fra territori, lingue,<br />
culture, leggi e accadimenti<br />
storici.<br />
teatrofrancoparenti.it<br />
Ultimi giorni al Museo Civico di<br />
Bari per Eros Eroso 1970/<strong>2020</strong>,<br />
personale dell’artista bitontino<br />
Mimmo Avellis che festeggia<br />
i primi 50 anni di carriera con<br />
un’antologica dedicata alla<br />
prediletta tematica amorosa.<br />
museocivicobari.it<br />
1 2<br />
Gli Yosh Whale durante la finale, poi vinta, del<br />
Premio Buscaglione 2018<br />
© Luca Randazzo<br />
sottoilcielodifred premiofred<br />
premiobuscaglione<br />
13>15<br />
Dal 12 al 14 all’Hiroshima Mon<br />
Amour di Torino, 12 artisti sono<br />
pronti a entrare in gara per la fase<br />
finale del Premio Buscaglione,<br />
trampolino di lancio nelle scorse<br />
edizioni per band come Lo Stato<br />
Sociale ed Eugenio in Via Di Gioia.<br />
[2]<br />
sottoilcielodifred.it<br />
Pensavo Peccioli, dal nome del<br />
borgo pisano che lo ospita, è un<br />
osservatorio ideato dal giornalista<br />
Luca Sofri. Tre giorni per capire<br />
cosa accade nel mondo, attraverso<br />
incontri e reading di scrittori,<br />
giornalisti e artisti, tra cui Michela<br />
Murgia e Paolo Virzì.<br />
pensavopeccioli.it<br />
Al via la XVII edizione delle<br />
Giornate del cinema quebecchese<br />
in Italia, con otto film sul tema<br />
Nuove mitologie. Start a Torino<br />
dal 6 all’8 e a Milano il 6 e 7, poi la<br />
rassegna si sposta a Bologna il 9, a<br />
Benevento l’11 e a Roma il 13.<br />
cinemaquebecitalia.com<br />
Appuntamento sabato allo Stadio<br />
Olimpico di Roma per la quinta<br />
giornata del torneo Sei Nazioni di<br />
rugby. L’Italia affronta l’Inghilterra,<br />
che si è piazzata al secondo posto<br />
in classifica nell’edizione dello<br />
scorso anno.<br />
sixnationsrugby.com<br />
22
3 4 5<br />
Francesco del Cossa, San Floriano (1470-1472)<br />
© National Gallery of Art, Washington<br />
genusbononiae<br />
Jean Margat, Bijoconde (1963-1983)<br />
lookingformonnalisa vivipavia.comunePV<br />
Margot Robbie, Nicole Kidman e Charlize<br />
Theron, protagoniste di Bombshell<br />
bifest.it bifest_official bifest<br />
20>22 27>29<br />
Nella mostra <strong>La</strong> riscoperta di<br />
un capolavoro, a Palazzo Fava<br />
di Bologna dal 12 marzo al 28<br />
giugno, vengono riunite, 300<br />
anni dopo lo smembramento,<br />
le tavole del Polittico Griffoni di<br />
Francesco del Cossa ed Ercole<br />
de’ Roberti. [3]<br />
genusbononiae.it<br />
Per le Giornate FAI di Primavera,<br />
il 21 e 22 è in programma in 430<br />
città di tutta Italia l’apertura<br />
eccezionale di 1.150 luoghi di<br />
solito inaccessibili o poco noti,<br />
come dimore nobiliari, torri, fari<br />
e fabbriche.<br />
fondoambiente.it<br />
Weekend di sport con le finali<br />
della Coppa del Mondo di sci<br />
alpino a Cortina d’Ampezzo<br />
(BL). Per la Coppa delle Nazioni<br />
e le gare di slalom speciale e<br />
gigante, il tifo si concentra sui<br />
nostri Dominik Paris e Federica<br />
Brignone.<br />
fis-ski.com<br />
Prima edizione per il Festival<br />
delle Scoperte, spaziando nei<br />
più vari campi del sapere. In 20<br />
luoghi diversi di Firenze oltre<br />
100 ospiti per 120 eventi, tra<br />
conferenze, dibattiti, workshop<br />
e show, sul tema del tempo.<br />
festivalscoperte.it<br />
Ultimi giorni in varie sedi di Pavia<br />
per Looking for Monna Lisa.<br />
Misteri e ironie attorno alla più<br />
celebre icona pop, con dipinti,<br />
sculture e installazioni di artisti<br />
contemporanei che reinterpretano<br />
la donna leonardesca. [4]<br />
vivipavia.it<br />
Il Museo e Real Bosco di<br />
Capodimonte a Napoli ospita<br />
dal 19 marzo al 26 giugno Dalla<br />
scultura al disegno, retrospettiva<br />
su Vincenzo Gemito, artista<br />
partenopeo di caratura<br />
internazionale attivo nella seconda<br />
metà dell’800.<br />
museocapodimonte.<br />
beniculturali.it<br />
Dal 20 al 29 a Padova e Abano<br />
Terme (PD) l’VIII edizione di Detour,<br />
il primo festival internazionale<br />
dedicato al cinema di viaggio,<br />
declinato come luogo d’incontro<br />
fra culture e tradizioni diverse e<br />
lontane.<br />
detourfilmfestival.com<br />
Domenica si conclude Quando le<br />
statue sognano. Frammenti di un<br />
museo in transito, progetto che<br />
vede le opere degli artisti 108/<br />
Guido Bisagni, Alessandro Roma e<br />
Fabio Sandri in dialogo con i reperti<br />
del Museo Salinas di Palermo.<br />
coopculture.it<br />
FOCUS<br />
BARI INTERNATIONAL FILM<br />
FESTIVAL<br />
Il Bif&st spegne undici<br />
candeline. <strong>La</strong> kermesse diretta<br />
da Felice <strong>La</strong>udadio, di cui<br />
Trenitalia è official carrier, torna<br />
a riempire dal 21 al 28 marzo le<br />
platee del Multicinema Galleria<br />
e dei teatri storici del capoluogo<br />
pugliese, il Petruzzelli, il<br />
Margherita e, da quest’anno, il<br />
Piccinni, disponibile dopo un<br />
recente restauro. L’edizione <strong>2020</strong><br />
è dedicata a Mario Monicelli<br />
con <strong>La</strong> storia, la memoria,<br />
retrospettiva che prevede<br />
decine di pellicole e una mostra<br />
fotografica. Un’occasione per<br />
tutti i cinefili di assistere a<br />
premiazioni, incontri, rassegne<br />
e proiezioni di anteprime<br />
nazionali e internazionali. Film<br />
imperdibili a partire già da<br />
quello di apertura: Bombshell<br />
- <strong>La</strong> voce dello scandalo, con<br />
Charlize Theron, Nicole Kidman<br />
e Margot Robbie, per la regia<br />
di Jay Roach, nelle sale italiane<br />
da giovedì 26. Basato su fatti<br />
realmente accaduti, racconta<br />
come Roger Ailey, l’uomo che<br />
ha contribuito a creare il più<br />
controverso impero dei media<br />
di tutti i tempi, Fox News, sia<br />
stato spodestato da Megyn<br />
Kelly, Gretchen Carlson e Kayla<br />
Pospisil, tre donne diverse<br />
tra loro ma accomunate dalla<br />
scelta di lottare contro un<br />
sistema di potere e abusi. [5]<br />
bifest.it<br />
23
AGENDA<br />
a cura di Marzia Dal Piai<br />
marzo <strong>2020</strong><br />
<strong>Freccia</strong>Gourmet<br />
Dal 7 al 9 marzo, alla Stazione Leopolda di Firenze, torna Pitti Taste, il Salone dedicato<br />
alle eccellenze del gusto e del food lifestyle. Le parole d’ordine sono “mangiare” e “stare<br />
bene”. Qui si danno appuntamento i migliori operatori internazionali dell’alta gastronomia,<br />
ma anche il vasto pubblico dei foodie. Degustazioni, kitchen design ed eventi nelle sezioni<br />
Taste tour, tools, shop e ring. In parallelo alla fiera, FuoriDiTaste anima la Città del Giglio con<br />
cene, installazioni e incontri.<br />
pittimmagine.com<br />
Al Mercato Centrale è tornato Mangiadischi,<br />
È dedicata a tutti i golosi del mondo la Gior-<br />
l’evento che coniuga dj e artigiani della nata europea del gelato artigianale del 24<br />
bontà in un tour lungo un anno tra Roma, marzo voluta da Longarone Fiere e Artglace.<br />
Firenze, Torino e Milano. Prima tappa nella Questo prodotto unisce l’Europa e a dimostrarlo<br />
Capitale, in via Giolitti, tutti i giovedì dalle 12<br />
sono i numeri: le vendite hanno rag-<br />
alle 14 fino al 26 marzo. Cibo e musica in un giunto i 9,5 miliardi di euro nel 2018, pari al<br />
connubio di eccellenze locali e creatività. Il 60% del mercato mondiale, con una crescita<br />
5 marzo è protagonista la pizza, il 12 i carciofi del 5% rispetto al 2017. Ogni anno il gusto ufficiale<br />
e i funghi, il 19 il cibo vegano e vegetariano,<br />
dell’evento viene dedicato a una delle<br />
il 26 il fritto.<br />
sette nazioni aderenti all’assemblea Artglace.<br />
mercatocentrale.it<br />
Per il <strong>2020</strong>, in onore dell’Olanda, è prota-<br />
Qui c’è campo è l’evento proposto per il 14 e<br />
15 marzo dal Comune di Cernobbio, sul <strong>La</strong>go<br />
gonista lo yogurt variegato alla fragola.<br />
gelato-day.it<br />
di Como, all’interno del progetto Orti che<br />
passione, nato per promuovere un’agricoltura<br />
moderna che tenga conto delle peculiarità<br />
del territorio e della tradizione storica. Al Polo<br />
del Verde in piazza S. Stefano sono previsti<br />
corsi base di ortofrutticoltura, mentre il 15 a<br />
Riva di Cernobbio c’è il Mercato di Campagna<br />
Amica con prodotti biologici.<br />
comune.cernobbio.co.it<br />
Il 21 e 22 marzo arriva a Base Milano VeggieWorld.<br />
Tutti a Trieste il 24 e 25 marzo per l’International<br />
<strong>La</strong> manifestazione conta diverse<br />
wine tourism conference (IWINETC),<br />
edizioni in otto Paesi e 16 città. Con un mercato<br />
convegno internazionale di enoturismo a cui<br />
alla ricerca di uno stile di vita sano ed<br />
partecipa anche il Movimento Turismo del<br />
equilibrato, si pone come centro d’incontro<br />
Vino, associazione che conta circa 900 cantine<br />
aperto a tutti, anche agli amanti della carne<br />
in tutta Italia. Due giornate di dibattiti e<br />
che potrebbero non conoscere la versatilità<br />
riflessioni per orientare l’offerta adattandola<br />
della cucina vegana. Per l’appuntamento<br />
alle nuove tendenze della domanda. Ma<br />
milanese sono previsti workshop, conferenze<br />
anche un’area espositiva dove scoprire le<br />
e show cooking.<br />
destinazioni e i prodotti dei viaggi del vino.<br />
veggieworld.de<br />
iwinetc.com<br />
Il 28 e 29 marzo si tiene la 14esima edizione A Palazzo Ducale di Genova, il 28 marzo è<br />
di Golosaria tra i castelli del Monferrato (AL), il giorno della finalissima del Campionato<br />
rassegna itinerante di luoghi e gusti. Per l’occasione,<br />
mondiale di pesto al mortaio, con 100 contamenti,<br />
il territorio è costellato da appuncorrenti<br />
che si sono qualificati in diverse<br />
feste, assaggi ed eventi culturali. tappe. In programma anche il Campionato<br />
Nel castello di Casale Monferrato si trovano dei bambini, il Pesto party e il Pesto talk,<br />
produttori, cucine di strada e birre artigianali, mentre il Pesto last minute è un ripasso<br />
mentre quello di Uviglie a Rosignano Monferrato<br />
dell’uso del mortaio per dilettanti il giorno<br />
ospita vino, champagne e bollicine. prima dell’evento.<br />
golosaria.it<br />
visitgenoa.it<br />
24
Fotografia di Maurizio degli Innocenti
LA NOSTRA MISSIONE<br />
È FINANZIARE LA FORMAZIONE<br />
DELLE IMPRESE ITALIANE
GUSTA & DEGUSTA<br />
Identità, ricerca e giovinezza sono<br />
la sintesi della proposta di Natura,<br />
tavola franciacortina, in quel<br />
di Adro (BS), che offre un menù dedicato<br />
totalmente all’orto.<br />
L’obiettivo dello chef Marco Acquaroli<br />
e del proprietario Daniele Merola<br />
è ribaltare il paradigma della cucina<br />
vegetariana e vegana partendo dalla<br />
terra. Rivisitare la tradizione locale per<br />
proporre una forte identità creativa,<br />
dove le verdure sono protagoniste assolute.<br />
Erbe aromatiche e fiori dell’orto<br />
accanto alla cucina, erbe spontanee<br />
che in Franciacorta si trovano nei<br />
vigneti e ortaggi dei coltivatori di Rodengo<br />
Saiano e Sulzano.<br />
«Vogliamo dare un segno di novità,<br />
partire da piatti antichi e renderli cona<br />
cura di Andrea Radic<br />
Andrea_Radic<br />
NATURA<br />
MARCO ACQUAROLI E IL SUO MENÙ DELL’ORTO<br />
Lo chef Marco Acquaroli (a destra) insieme a Daniele<br />
Merola, proprietario del ristorante Natura<br />
temporanei, come la sarda essiccata<br />
che diventa Sarda barbecue, un piatto<br />
signature», raccontano Marco e Daniele.<br />
«Il menù vegetariano dipende<br />
molto da ciò che raccogliamo quotidianamente,<br />
ma stupiremo i nostri<br />
ospiti anche con una Lepre à la royale<br />
che non contiene carne». Tra i piatti<br />
primaverili ci sono il Raviolo con latte<br />
cagliato di capra e fieno servito con<br />
darum di capretto (salsa fermentata)<br />
e il Risotto allo spiedo, con brodo<br />
di patata e salvia a ricordare i sapori<br />
dello spiedo, ma in versione risotto.<br />
ristorantenatura.it<br />
Ristorante Natura<br />
Via Principe Amedeo, 35<br />
Adro (BS)<br />
Tel. 030 7281670<br />
CASTELLO BONOMI<br />
ELEGANTE FRANCIACORTA DI GRANDE LONGEVITÀ<br />
Ventiquattro ettari di vigneti<br />
nello straordinario anfiteatro<br />
naturale del Monte Orfano,<br />
formatosi dal corrugarsi della<br />
crosta terrestre e dal sollevamento<br />
del fondale marino. Tutto ciò dona ai<br />
vini freschezza, mineralità e spiccato<br />
carattere.<br />
<strong>La</strong> longevità è una delle caratteristiche<br />
identitarie delle bollicine di<br />
Castello Bonomi, raggiunta con un<br />
costante lavoro di ricerca sulla zonazione,<br />
al fine di individuare la particolarità<br />
espressiva di ogni parcella dei<br />
vigneti della tenuta. «Impegno che ha<br />
consentito di selezionare ben 22 cloni<br />
diversi e realizzare la nostra nuova<br />
Cuvée 22», spiega Roberto Paladin,<br />
proprietario insieme al fratello Carlo.<br />
«Ci siamo ripromessi – aggiungono<br />
– di stappare un nostro Lucrezia Etichetta<br />
Nera del 2004 al Vinitaly del<br />
2024, a dimostrazione della resa straordinaria<br />
del Pinot nero in purezza».<br />
Tra le etichette di Castello Bonomi da<br />
non perdere il Satin Millesimato 2011,<br />
100% Chardonnay, e l’elegantissimo<br />
CruPerdu, 70% Chardonnay e 30% Pinot<br />
nero, della stessa annata, con meticolosa<br />
selezione dei grappoli.<br />
castellobonomi.it<br />
Castello Bonomi<br />
Via S. Pietro, 46<br />
Coccaglio (BS)<br />
Tel. 030 7721015<br />
BRESCIA<br />
55 FRECCE AL GIORNO<br />
ADRO E COCCAGLIO<br />
LOCALITÀ RAGGIUNGIBILI<br />
CON TRENORD DA BRESCIA<br />
CruPerdu millesimato 2011<br />
di Castello Bonomi<br />
27
WHAT’S UP<br />
DIODATO FA RUMORE<br />
IL VINCITORE DI SANREMO <strong>2020</strong> LANCIA IL NUOVO ALBUM<br />
CHE VITA MERAVIGLIOSA E SI PREPARA PER I LIVE DI APRILE<br />
A MILANO E A ROMA<br />
di Gaspare Baglio<br />
gasparebaglio<br />
© Giuseppe Gradella<br />
28
© Ettore Ferrari/Ansa<br />
Èpartito come artista di nicchia,<br />
poi ha vinto il 70esimo<br />
Festival di Sanremo con il<br />
brano Fai rumore. «Una canzone nella<br />
quale racconto me stesso e le mie<br />
sensazioni, ripescandole dentro di<br />
me. Quando ci si mette a nudo, provando<br />
anche un po’ di vergogna nel<br />
dire certe cose, ci si connette con<br />
gli altri. <strong>La</strong> sincerità arriva alle persone».<br />
Antonio Diodato, in arte solo<br />
Diodato, subito dopo essere salito<br />
sul gradino più alto del podio dell’Ariston<br />
ha ammesso: «È una sensazione<br />
stranissima, il Festival trasmette<br />
emozioni non facili da gestire. Fin dal<br />
primo giorno mi sono sentito accolto<br />
da un calore inaspettato, e ricevere<br />
tutti questi riconoscimenti mi riempie<br />
di gioia. Sono felice per le persone<br />
con cui ho lavorato in questi anni,<br />
cresciute insieme a me un passetto<br />
alla volta». Già, perché il cantautore<br />
di origini pugliesi ha fatto l’en plein,<br />
portandosi a casa anche il Premio<br />
della critica Mia Martini e quello della<br />
Sala stampa dedicato a Lucio Dalla.<br />
«Trionfi tutti dedicati ai miei familiari,<br />
che hanno fatto tanto rumore nella<br />
mia vita e durante i giorni sanremesi,<br />
anche se li ho sentiti molto poco,<br />
hanno rispettato il momento particolare<br />
che stavo vivendo. E poi dedico<br />
la vittoria a Taranto e a tutti coloro<br />
che lottano contro una situazione<br />
insostenibile. È una città che deve<br />
fare rumore». Diodato è uno degli organizzatori<br />
del 1° maggio tarantino e<br />
non ha dubbi: «Userò sempre la mia<br />
forza per aiutare i miei amici ad avere<br />
una cassa di risonanza denunciando<br />
quello che accade».<br />
Archiviato Sanremo, è tempo di partire<br />
con i primi due live per promuovere<br />
il nuovo progetto Che vita meravigliosa,<br />
il 22 aprile a Milano e il 29 a<br />
Roma. «Sono pronto a condividere, a<br />
raccontare la mia condizione di perenne<br />
viaggiatore, navigante felicemente<br />
disperso, osservatore talvolta<br />
malinconico, talvolta disincantato,<br />
ed eterno bambino innamorato di<br />
questa giostra folle», prosegue l’artista.<br />
Dopo le anteprime on stage, a<br />
maggio sarà all’Eurovision Song Contest<br />
di Rotterdam a rappresentare il<br />
Belpaese. «Sono felice di portare la<br />
musica italiana nel mondo, perché ha<br />
uno spessore importante e va aiutata<br />
a livello internazionale. Abbiamo<br />
forza, siamo molto riconoscibili, Modugno<br />
lo insegnava. Andrò sempre<br />
all’estero». Tutti bei cambiamenti, ma<br />
che non gli fanno dimenticare chi era:<br />
«Ricordo quel bambino, in una stanza,<br />
tanti anni fa, che aveva paura del<br />
mondo fuori. Questa vittoria la dedico<br />
anche a lui».<br />
DiodatoOfficial<br />
DiodatoMusic<br />
diodatomusic<br />
29
WHAT’S UP<br />
© Marco Onofri<br />
TRA CINEMA<br />
E REALITY<br />
DOPPIO APPUNTAMENTO CON DIANA<br />
DEL BUFALO. SUL GRANDE SCHERMO<br />
NELL’OPERA PRIMA DI GIAMPAOLO MORELLI<br />
E SU AMAZON PRIME IN FUGA INSIEME A<br />
CRISTIANO CACCAMO<br />
di Cecilia Morrico morricocecili MorriCecili<br />
Un marzo ricco di appuntamenti<br />
quello di Diana Del<br />
Bufalo. Dopo la consacrazione<br />
comica con Colorado nel 2015 e<br />
i successi sul grande schermo come<br />
Puoi baciare lo sposo (2018) e 10 giorni<br />
senza mamma (2019), sperimenta su<br />
Amazon Prime il format italiano del<br />
reality Celebrity Hunted, da venerdì 13,<br />
e torna al cinema, dal 26, con 7 ore per<br />
farti innamorare di Giampaolo Morelli.<br />
Tra cinema e reality. Ci racconti i tuoi<br />
nuovi progetti?<br />
Sono felicissima! 7 ore per farti innamorare<br />
è l’opera prima di Giampaolo<br />
Morelli e mi sono trovata benissimo a<br />
farmi dirigere da lui. È una commedia<br />
romantica molto divertente. Celebrity<br />
Hunted, invece, è completamente<br />
un’altra cosa. Siamo otto concorrenti<br />
in gara, alcuni in coppia, come me e<br />
Cristiano Caccamo, il mio migliore<br />
amico. Dobbiamo fuggire dagli investigatori<br />
che ci danno la caccia in giro<br />
per tutta l’Italia. È stato avvincente e,<br />
a volte, diffi cile: stare due settimane<br />
senza cellulare, per una dipendente<br />
come me, non è cosa da poco.<br />
Nel film sei Giorgia…<br />
<strong>La</strong> fi danzata di Giampaolo che, annoiata<br />
dal suo modo di essere un po’<br />
troppo precisino e accondiscendente,<br />
decide di lasciarlo. Lui, disperato,<br />
va a lezione di seduzione in una vera<br />
e propria scuola, dove l’insegnante è<br />
Serena Rossi. Qui, insieme ad altri studenti<br />
e tramite tecniche specifi che,<br />
cercherà di riconquistarmi. Ci riuscirà?<br />
Hai già lavorato con Giampaolo nel<br />
film del 2019 diretto da Volfango De<br />
Biasi, L’agenzia dei bugiardi. Com’è il<br />
tuo rapporto con lui?<br />
Ci siamo sempre trovati bene, ormai<br />
siamo amici. Con lui è impossibile<br />
essere seri, abbiamo un senso dell’umorismo<br />
molto simile e, durante le<br />
pause o le cene insieme, le risate<br />
sono assicurate. Inoltre è una persona<br />
buona e sensibile.<br />
Com’è il Morelli regista?<br />
È tutto quello che un attore può desiderare:<br />
tranquillo, ti lascia fare ciò<br />
che senti, ti dà delle dritte, certo, ma<br />
si capisce che vuole far uscire la tua<br />
natura. <strong>La</strong>vorare con lui è stata una<br />
passeggiata di salute.<br />
Invece su Prime parte questa caccia<br />
all’uomo, o alla donna nel tuo caso.<br />
Ma davvero vi hanno dato una carta<br />
di debito per sopravvivere due settimane?<br />
Sì, potevamo prelevare solo 70 euro<br />
al giorno e neppure tutti i giorni per<br />
non essere rintracciati dagli investigatori.<br />
Abbiamo chiesto aiuto ad alcuni<br />
amici.<br />
Oltre a Cristiano Caccamo, hai incontrato<br />
gli altri partecipanti?<br />
Ci siamo visti agli shooting e il giorno<br />
della partenza dal Colosseo. Francesco<br />
Totti e Ilary Blasy mi sono rimasti<br />
nel cuore. Francesco ha partecipato<br />
da solo, Ilary l’ho conosciuta successivamente,<br />
durante una cena. Li trovo<br />
simili a me e a Cristiano, sono autentici,<br />
simpatici e disponibili. Non voglio<br />
fantasticare, ma li sento già nostri<br />
amici.<br />
<strong>La</strong> tattica per fuggire Del Bufalo-Caccamo?<br />
Abbastanza banale: non comprare<br />
nulla con la carta ma solo in contanti,<br />
correre velocemente nei momenti<br />
critici e convincere i ristoratori a regalarci<br />
un pasto in cambio di qualche<br />
servizio al ristorante (ride, ndr).<br />
dianadelbufalo<br />
30
© M.MarinPh.<br />
BELLA DA… VIVERE<br />
SU RAI1 DAL 15 MARZO UNA FICTION AFFRONTA<br />
IL TEMA DEL FEMMINICIDIO. MARGHERITA LATERZA INTERPRETA<br />
ANITA, UNA SCIENZIATA IMPEGNATA A COMBATTERE<br />
LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE<br />
di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it<br />
Donna e libertà, un binomio ancora non realizzato<br />
in pieno. Margherita <strong>La</strong>terza è una delle protagoniste<br />
di Bella da morire, la fiction in onda su Rai1<br />
dal 15 marzo per quattro puntate. <strong>La</strong> giovane attrice interpreta<br />
una scienziata un po’ svagata, che si affeziona ai morti e si tiene<br />
lontana dai vivi. Un personaggio puro che, però, deve fare i<br />
conti con la violenza nei confronti delle donne.<br />
In questa fiction si affronta un tema impegnativo e anche la<br />
Rai fa una scelta forte. Che ne pensi?<br />
<strong>La</strong> questione è attuale, si parla di femminicidio. <strong>La</strong> televisione<br />
pubblica svolge il suo compito, direi in modo coraggioso.<br />
Chi sei esattamente sul piccolo schermo?<br />
Una giovane medico legale un po’ fuori di testa. Il mio personaggio,<br />
Anita, è surreale. Svolge autopsie e, paradossalmente,<br />
si trova più a suo agio con i morti. È una bambina non<br />
cresciuta, talmente sensibile che preferisce avere a che fare<br />
con loro. Per questo stabilisce un rapporto molto stretto con<br />
Gioia, la vittima.<br />
Come ti sei preparata per questa parte?<br />
Ho visto il documentario Ignoto 1 - Yara, Dna di un’indagine,<br />
sull’omicidio della giovanissima Gambirasio. Inoltre ho consultato<br />
una mia amica, medico legale. Lei mi ha spiegato che,<br />
mentre i medici in genere hanno a che fare con la sofferenza<br />
delle persone, i medici legali lavorano per dare loro verità e<br />
giustizia. Per prepararmi ho anche passato un po’ di tempo<br />
con mia zia, che lavora nel settore, in un laboratorio d’analisi.<br />
Nella storia c’è spazio anche per la solidarietà?<br />
<strong>La</strong> collaborazione tra le protagoniste è forte. Giuditta (Lucrezia<br />
<strong>La</strong>nte della Rovere) è il pubblico ministero, la donna in<br />
carriera; Eva, la poliziotta (Cristiana Capotondi), è una donna<br />
tosta e Anita è quasi autistica. Hanno tre caratteri diffi cili, ma<br />
credono nel lavoro di squadra.<br />
E i momenti ironici?<br />
Non mancano. Molti sono legati al mio personaggio. Supportata<br />
dalle due amiche, per esempio, approccio il mio professore,<br />
ma gli incontri si rivelano disastrosi.<br />
Il titolo mette in evidenza il solito luogo comune che essere<br />
belle sia una colpa. Che ne pensi?<br />
In Italia sopravvive ancora una cultura machista. Spesso l’uomo,<br />
se non riesce a sopportare il confronto con una donna<br />
forte e non controllabile, magari anche bella, diventa aggressivo.<br />
In questo senso tutte le protagoniste sono “belle da morire”.<br />
Secondo te c’è stata un’evoluzione tra la tua generazione e<br />
le precedenti?<br />
Noi trentenni siamo cresciuti con le stesse favole dei nostri<br />
genitori, dal finale “e vissero felici e contenti” ma, crollati gli<br />
schemi, abbiamo la necessità e la responsabilità di riscrivere i<br />
rapporti. E questo genera tensione.<br />
DONNE DA FILM<br />
Al cinema scienza e coraggio al femminile. È nelle sale dal<br />
12 marzo Marie Curie, film diretto dalla regista Marie Noelle.<br />
<strong>La</strong> storia eccezionale di una fisica, due volte Premio Nobel,<br />
che nei primi del ’900 passò la vita, a fianco del marito<br />
Pierre, nella ricerca pioneristica di una cura contro i tumori, la<br />
radioterapia.<br />
Proprio il giorno della Festa della donna, poi, esce nelle sale<br />
Sono innamorato di Pippa Bacca di Simone Manetti. Il film<br />
racconta la biografia dell’artista uccisa in Turchia nel corso<br />
di un viaggio in autostop, realizzato nel 2008 con Silvia Moro.<br />
Entrambe le ragazze, vestite da sposa, avevano intrapreso<br />
questa avventura per portare un messaggio di pace dalla<br />
Slovenia fino a Israele.<br />
31
WHAT’S UP<br />
© Sara Sabatino<br />
«<br />
STAND-UP TALENT<br />
MICHELA GIRAUD, DOPO IL SUCCESSO ONLINE CON LE CLIP DI<br />
EDUCAZIONE CINICA, SPOPOLA IN TEATRO, IN TV E IN LIBRERIA.<br />
PENSIERI E ANTICIPAZIONI DI UN’ATTRICE MULTITASKING<br />
Per me l’intervista con <strong>La</strong><br />
<strong>Freccia</strong> è un sogno: prendo<br />
un treno a settimana, vi leggo<br />
sempre». Michela Giraud esordisce<br />
così. Siamo lusingati, considerato<br />
che la ragazza è un talento vero:<br />
oltre che una bravissima stand-up<br />
comedian, è anche un’attrice capace<br />
di passare dalle sfumature brillanti<br />
a quelle drammatiche. Un esempio?<br />
Le web clip di Educazione Cinica e<br />
la fiction realizzata per Rai1 Permette?<br />
Alberto Sordi, nella quale veste i<br />
panni di Aurelia, la sorella del grande<br />
attore romano. Ma Giraud ha tante<br />
frecce al suo arco, a cominciare dallo<br />
spettacolo Almeno non ho precedenti<br />
penali, in scena il 16 marzo alla Sala<br />
Umberto di Roma e poi in tour, con<br />
tappa a Brescia il 24 maggio e a Pisa<br />
il 18 giugno.<br />
Come mai questo titolo?<br />
Lo show parla di me, che sono “una<br />
persona orrenda”, racconto tutte le<br />
cose gravi che ho fatto (ride, ndr), gli<br />
errori e gli incidenti di percorso. Ma<br />
mi consolo ricordando che almeno<br />
non ho precedenti penali. Sarà un’ora<br />
di stand-up comedy pura e agguerritissima.<br />
Quali altri argomenti affronti?<br />
<strong>La</strong> condizione dei trentenni, generazione<br />
senza futuro, che sembra non<br />
poter fare altro che piangersi addosso.<br />
Invece provo a ribaltare la prospettiva<br />
a suon di sarcasmo. Ci sarà<br />
dentro anche un po’ della mia vita<br />
privata, che ha preso una piega inaspettata<br />
da gestire durante il primo<br />
film da coprotagonista. Come si dice?<br />
The show must go on.<br />
Il 7 maggio esce anche il tuo libro<br />
Tea. Storia (quasi) vera della figlia di<br />
Dio, per HarperCollins…<br />
È un lavoro corale, con Serena Tateo,<br />
Daniela Delle Foglie e <strong>La</strong>ura Grimaldi.<br />
Racconta della figlia del Creatore che<br />
scende sulla Terra per dimostrare di<br />
essere la nuova Messia. Incontrerà<br />
quattro evangeliste alle quali cambierà<br />
la vita. A me hanno assegnato<br />
la crudele Flaminia di Roma Nord, un<br />
personaggio che ha delle buone ragioni<br />
per la sua cattiveria.<br />
<strong>La</strong> grande novità, però, è che sei la<br />
prima donna a presentare CCN - Comedy<br />
Central News, sul canale 128 di<br />
Sky...<br />
<strong>La</strong> conduzione è una grande sfida.<br />
Sarà un’edizione improntata all’eccesso,<br />
il mio Bagaglino mancato.<br />
Quindi prenderai più treni…<br />
Il treno è la mia casa, ci passo metà<br />
del tempo. <strong>La</strong> mia vita è sulla Roma-Milano<br />
e viaggio verso il destino<br />
che mi attende, spero luminoso. G.B.<br />
michelagiraud<br />
michelagiraud87<br />
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32
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WHAT’S UP<br />
IL VIAGGIO DELLA RINASCITA<br />
NELL’AUTOBIOGRAFIA PER IL MIO BENE EMA STOKHOLMA<br />
RACCONTA LA SUA STORIA DIFFICILE E IL TRENO<br />
CHE LE HA SALVATO LA VITA<br />
«<br />
Èstato tosto da scrivere questo<br />
libro. Anche fisicamente. Ma<br />
voglio parlarne per abbattere<br />
un tabù». <strong>La</strong> speaker di Back2Back su<br />
Radio2, dj e conduttrice, Ema Stokholma,<br />
racconta le fasi di lavorazione<br />
dell’autobiografia Per il mio bene, nata<br />
dopo un fatto di cronaca che l’ha particolarmente<br />
colpita: «Un bambino di<br />
nome Giuseppe è morto in casa dopo<br />
essere stato picchiato dal patrigno. <strong>La</strong><br />
sorellina aveva un pezzo di orecchio in<br />
meno, staccato a morsi. Su Facebook<br />
ho letto molti commenti indignati: una<br />
bambina non può andare a scuola con<br />
i lividi in faccia senza che nessuno dica<br />
niente. Alcuni genitori non basta odiarli,<br />
bisogna aiutarli: magari necessitano di<br />
un aiuto clinico. Siamo tutti colpevoli<br />
quando accadono queste cose. Io l’ho<br />
vissuto e so cosa vuol dire».<br />
Nel libro descrivi le violenze che hai<br />
subito da tua mamma. Quali sono state<br />
le reazioni dei tuoi amici? Non credo<br />
fossero tutti a conoscenza del tuo<br />
vissuto…<br />
L’ho scritto anche per questo, non per<br />
liberarmi. Io sono felice, sto bene, ma<br />
mi è capitato di non aver mai ricevuto<br />
l’ascolto che serviva. Dopo l’uscita del<br />
libro molte persone che hanno fatto<br />
parte della mia vita si sono scusate per<br />
non avermi accolta e capita o per alcune<br />
litigate che potevano avermi fatto<br />
rivivere momenti dell’infanzia. L’unica<br />
persona che sapeva e ha voluto conoscere<br />
il mio passato è stata Andrea Delogu.<br />
Gli altri hanno messo un muro tra<br />
quella che sono oggi e la me bambina.<br />
Cosa pensavi quando sentivi questa<br />
distanza con gli altri?<br />
Che le persone vanno ascoltate. A volte<br />
avrei potuto parlare con qualcuno, anche<br />
solo per spiegare il motivo di certi<br />
comportamenti.<br />
Perché le istituzioni non sono mai veramente<br />
intervenute?<br />
Probabilmente si fatica ad accettare<br />
che una madre sia crudele. Invece bisogna<br />
ascoltare veramente i bambini, non<br />
si deve né pensare né parlare per loro.<br />
Il viaggio, nella tua storia, assume un<br />
valore particolare?<br />
Il treno mi ha salvato la vita, le stazioni<br />
mi hanno accolta come una figlia.<br />
Quando viaggio mi sento libera e sicura.<br />
Avevo poco più di 15 anni ed è stato<br />
proprio un treno a portarmi lontano dalla<br />
situazione insopportabile che stavo<br />
vivendo.<br />
G.B.<br />
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HarperCollins, pp. 200 € 18<br />
34
INCONTRO<br />
DESTINAZIONE<br />
TOKYO<br />
LA CAMPIONESSA DI SCHERMA BEBE VIO SI PREPARA ALLE<br />
PARALIMPIADI IN GIAPPONE E CONDIVIDE QUESTO SOGNO<br />
CON ALTRI NOVE ATLETI DELL’ASSOCIAZIONE ART4SPORT<br />
di Serena Berardi - s.berardi@fsitaliane.it<br />
Photo Augusto Bizzi<br />
36
37
INCONTRO<br />
Spinge fuori le parole una<br />
dietro l’altra, rapidissime. Le<br />
fa arrivare dirette, puntellandole<br />
di ironia e accompagnandole<br />
con risate limpide. Bebe Vio sembra<br />
tirare di scherma anche quando parla.<br />
<strong>La</strong> sua energia incontenibile, che<br />
in gara scorre lungo il fioretto, lontana<br />
dalla pedana fuoriesce con la stessa<br />
potenza. <strong>La</strong> incontriamo nello spazio<br />
esterno di un locale a Trastevere, a<br />
pochi passi da dove vive e frequenta<br />
l’università. Mentre racconta del<br />
suo countdown per le Paralimpiadi di<br />
Tokyo di agosto, sgranocchia gallette,<br />
invia messaggi, saluta i fan, chiacchiera<br />
con gli amici di passaggio. In ogni<br />
sua frase compare un desiderio, fa capolino<br />
un progetto, si materializza una<br />
sfida. E, nonostante sia lanciata verso<br />
innumerevoli obiettivi individuali, vuole<br />
far volare in alto anche i sogni degli<br />
altri.<br />
Come ti stai preparando per Tokyo?<br />
Rio 2016 è stata la mia prima Paralimpiade,<br />
l’ho presa come un viaggio alla<br />
scoperta di quello che potevo e volevo<br />
fare. All’inizio nessuno pretendeva<br />
nulla da me. Ero consapevole del<br />
fatto che avrei vissuto emozioni forti<br />
e difficili da gestire. Alla fine in Brasile<br />
ho vinto una medaglia d’oro e una di<br />
bronzo nella gara a squadre, quando<br />
non dovevamo nemmeno qualificarci.<br />
Una sorpresa pazzesca. Tokyo invece<br />
è tosta, perché arriva dopo le vittorie<br />
del Mondiale, della Coppa del mondo<br />
e dell’Europeo. Non ci dormo la notte,<br />
ho fatto partire il conto alla rovescia<br />
quando mancavano mille giorni.<br />
Ho cominciato a lavorare di più con il<br />
preparatore atletico e il fisioterapista.<br />
A breve praticherò anche una specie<br />
di pilates per sciogliere determinati<br />
muscoli. Gli orari di allenamento sono<br />
triplicati rispetto al normale.<br />
Hai deciso di gareggiare con la doppia<br />
arma, cioè anche con la sciabola.<br />
Come sta andando?<br />
Ho iniziato la settimana prima del<br />
Mondiale in Corea dello scorso settembre,<br />
e infatti non è andata benissimo.<br />
Poi, a novembre, c’è stata<br />
la Coppa del mondo ad Amsterdam,<br />
dove sono leggermente migliorata.<br />
Ora manca solo la terza Coppa del<br />
mondo a Budapest (a metà febbraio,<br />
pochi giorni dopo la nostra intervi-<br />
Bebe Vio e i ragazzi del progetto Fly2Tokyo<br />
sta ndr). Nella scherma in carrozzina<br />
quasi tutti competono con due armi<br />
e per le qualificazioni alle Olimpiadi si<br />
considera la media delle posizioni nei<br />
due ranking. Avendo io un punteggio<br />
altissimo nel fioretto, riesco a sfangarla<br />
anche con la sciabola. Per me questa<br />
è una dimensione completamente<br />
nuova, non si tratta di perfezionarmi<br />
come nella mia specialità ma di imparare<br />
da zero: cambiano, per esempio,<br />
la distanza con l’avversario e i punti in<br />
cui toccarlo. Nella sciabola valgono<br />
tutte le zone del busto. Infatti, nella<br />
prima gara, ho preso talmente tante<br />
zaccagnate in testa che alla fine ho<br />
dovuto buttar giù sette antidolorifici.<br />
Sei già andata più volte nella capitale<br />
giapponese. Spedizioni per studiare<br />
il nemico?<br />
Sono stata cinque volte per i progetti<br />
degli sponsor. Toyota è quello principale<br />
di Tokyo <strong>2020</strong>, poi sono stata<br />
ingaggiata dall’operatore di telefonia<br />
mobile Docomo. Con loro abbiamo<br />
portato avanti un lavoro di sensibilizzazione:<br />
nella cultura giapponese c’è<br />
la convinzione che, se nasci disabile,<br />
è perché ti sei comportato male in una<br />
vita precedente. Persistono un sacco<br />
di pregiudizi e i ragazzi con disabilità<br />
frequentano scuole riservate. Abbiamo<br />
realizzato le prime pubblicità e già<br />
vedere me come testimonial di un’azienda<br />
è rivoluzionario in quel Paese.<br />
Poi lavoriamo a campagne ed eventi<br />
per promuovere la cultura paralimpica:<br />
i primi risultati tangibili sono i biglietti<br />
sold out per le Paralimpiadi.<br />
In cosa consiste il progetto Fly2Tokyo<br />
ideato dalla tua associazione, Art-<br />
4sport?<br />
Art4sport è stata fondata nel 2009<br />
dai miei genitori per fornire a bambini<br />
e ragazzi amputati tutto il necessario<br />
per praticare sport: stampelle, protesi<br />
speciali, carrozzine. Al momento<br />
ne fanno parte 35 persone che vanno<br />
dai tre ai 30 anni. Ci alleniamo sparsi in<br />
tutta Italia e, periodicamente, facciamo<br />
dei ritiri insieme. Fly2Tokyo è un’iniziativa<br />
che vede dieci atleti dell’as-<br />
38
Bebe Vio con i genitori<br />
sociazione, compresa me, provare a<br />
qualificarsi per le Olimpiadi.<br />
Abbiamo a disposizione un team di<br />
professionisti – nutrizionista, preparatore,<br />
fisioterapista – che ci segue<br />
nel nostro percorso. A ogni modo, il<br />
fine è anche quello di far conoscere<br />
le storie di altri sportivi come noi. Abbiamo<br />
stretto una collaborazione con<br />
RaiPlay per creare un format televisivo.<br />
Al Comitato italiano paralimpico<br />
arrivano un sacco di richieste da parte<br />
di media e aziende per me e per Alex<br />
Zanardi, ma non esistiamo solo noi.<br />
Molti mi dicono: «Eh, ma tu ce l’hai<br />
fatta». All’inizio, fisicamente non c’era<br />
molto, se non le protesi. E non avevo<br />
mai raggiunto grandi risultati. Ho<br />
avuto la fortuna di incontrare persone<br />
che hanno creduto in me. Quindi il mio<br />
scopo, adesso, è supportare i giovani<br />
di Art4Sport per aiutarli a realizzare i<br />
loro sogni che, magari, non coincidono<br />
con le Olimpiadi, ma consistono<br />
semplicemente nel tornare in campo<br />
o nel cambiarsi nello spogliatoio insieme<br />
a tutti gli altri.<br />
<strong>La</strong> 32esima edizione dei Giochi Olimpici<br />
sarà la più sostenibile di sempre.<br />
Tu nel quotidiano sei attenta all’ambiente?<br />
Io, in realtà, sono di plastica (ride, ndr).<br />
Nel mio piccolo, però, faccio la differenziata,<br />
uso la borraccia, non butto<br />
niente a terra. Ho visto le foto del<br />
villaggio olimpico, è tutto in legno.<br />
Gli elementi per costruirlo sono stati<br />
regalati da alcune municipalità giapponesi.<br />
Una volta smantellata la struttura,<br />
verranno restituiti ai donatori per<br />
realizzare nuove opere. I letti degli<br />
alloggi saranno di cartone: immagino<br />
già la scena del mio preparatore atletico,<br />
enorme, che si sdraia e smonta<br />
tutto.<br />
Come concili l’università con la<br />
scherma? Bello saltare le lezioni con<br />
la scusa delle Olimpiadi…<br />
Al di là delle giustificazioni che sicuramente<br />
non sono banali, è un po’ un<br />
casino. Cerco di limitare le assenze<br />
al periodo delle gare. Però ho la fortuna<br />
di fare due cose che mi piaccio-<br />
39
INCONTRO<br />
«Prima erano un tabù anche le parole,<br />
i bambini avevano paura dei disabili,<br />
della carrozzina e degli arti artificiali.<br />
Oggi invece vengono da me, mi danno<br />
la mano e me la tirano via»<br />
no: praticare sport e studiare. Sono<br />
iscritta al corso di laurea in Comunicazione<br />
e Relazioni internazionali alla<br />
John Cabot University di Roma.<br />
Come mai hai scelto di trasferirti<br />
nella Capitale?<br />
In realtà all’inizio propendevo per<br />
Milano ma, conoscendomi, sarei andata<br />
solo alle feste. Tra l’altro io vivo<br />
in tuta e non mi trucco, mi avrebbero<br />
guardata troppo male. A parte questo,<br />
sono un’atleta delle Fiamme Oro<br />
e qui ho la fortuna di potermi esercitare<br />
tutti i giorni in caserma. Ero venuta<br />
anche per un allenatore che poi,<br />
però, ha accettato un’offerta di lavoro<br />
in America. Dopo il Mondiale in Corea<br />
ho cambiato tutto il team: allenatore,<br />
preparatore atletico e fisioterapista. E<br />
così, a ridosso di Tokyo, è stato abbastanza<br />
traumatico. Ma ho trovato<br />
una squadra fantastica, a parte il fisioterapista<br />
che lavorava per la <strong>La</strong>zio<br />
mentre io tifo per la Roma. Il mio nuovo<br />
giovanissimo coach, Simone Mazzoni,<br />
ha capito il mio modo di tirare,<br />
molto diverso dall’ordinario: di solito<br />
si usa il polso, che io non ho. Simone<br />
mi ha raccontato che qualche sera fa<br />
era con la fidanzata e, all’improvviso,<br />
ha iniziato ad agitare il braccio in<br />
modo strano. Lei gli ha chiesto cosa<br />
stesse combinando e lui ha risposto:<br />
«Devo ragionare su alcuni movimenti<br />
per Bebe». Infine, c’è il preparatore<br />
che viene dal rugby, anche lui fantastico.<br />
Io mi sono sempre dedicata<br />
allo sport, ma loro mi stanno trasformando<br />
in un’atleta al 100%. Ne sono<br />
felice, qualsiasi risultato otterremo.<br />
Tu hai fatto della tua disabilità un<br />
punto di forza, ma molti la vivono<br />
come un ostacolo. Che cosa serve,<br />
secondo te, per rendere effettiva<br />
l’inclusione?<br />
<strong>La</strong> mentalità sta cambiando, sia nella<br />
società sia tra le persone con disabilità.<br />
Prima veniva nascosta, anche<br />
dalle stesse famiglie, e compatita.<br />
Se guardo alla mia storia, è stata realizzata<br />
una Barbie con le mie fattezze,<br />
sono stata stata inserita nel libro<br />
Storie della buonanotte per bambine<br />
ribelli 2 (Mondadori, 2018) di Elena Favilli<br />
e Francesca Cavallo, sono finita<br />
sulla copertina di un sussidiario scolastico<br />
dove, tra le pagine, si trovano i<br />
termini protesi e amputazione. Prima<br />
erano un tabù anche le parole, i bambini<br />
avevano paura dei disabili, della<br />
carrozzina e degli arti artificiali. Oggi<br />
invece vengono da me, mi danno la<br />
mano e me la tirano via. Addirittura<br />
40
© Mattel 2019<br />
il fratellino del mio migliore amico<br />
fa gli scherzi ai turisti: molla le mie<br />
braccia sui loro tavoli e poi scappa<br />
via.<br />
In un’altra intervista alla <strong>Freccia</strong> hai<br />
detto che sei sempre felice, ma t’infuri<br />
pure facilmente. Cosa c’è nella<br />
tua classifica della gioia e in quella<br />
della rabbia?<br />
Nella prima ci sono la famiglia, lo<br />
sport e il fatto di vedere qualcuno<br />
felice. Mentre mi fanno incavolare<br />
le persone che provano pietà per<br />
qualcuno e dicono «poverino», e non<br />
solo in riferimento a una persona con<br />
disabilità. Poi mi manda fuori di testa<br />
chi non s’impegna. Per esempio, mia<br />
sorella sarebbe brava in qualsiasi<br />
sport, ma non ha voglia di applicarsi.<br />
Hai scritto libri, hai condotto un programma<br />
televisivo, sei testimonial<br />
per aziende e campagne pubblicitarie,<br />
hai una rubrica su una rivista.<br />
Ti manca solo una spedizione nello<br />
Spazio con il fioretto…<br />
Però con Alitalia e l’astronauta Luca<br />
Parmitano ho guidato un aereo! In realtà<br />
vorrei laurearmi e fare un master<br />
a New York. Nel frattempo, una volta<br />
finite le Olimpiadi, mi piacerebbe<br />
iniziare acroyoga e vorrei frequentare<br />
un corso da sommelier, visto che ora<br />
il mio staff atletico non mi fa toccare<br />
l’alcol.<br />
BeatriceVioOfficialPage<br />
VioBebe<br />
bebe_vio<br />
BARBIE<br />
INCLUSION<br />
Una bambola senza capelli,<br />
una con la vitiligine, un’altra<br />
dall’incarnato più scuro<br />
e con una protesi dorata.<br />
Sono le nuove arrivate della<br />
linea Fashionistas di Barbie,<br />
dedicata alla diversità e<br />
all’inclusione. Nell’ottica di<br />
lanciare messaggi positivi<br />
e sociali, il brand Mattel ha<br />
introdotto oltre 170 nuovi<br />
look che sono sempre di<br />
più il riflesso del mondo.<br />
Con l’obiettivo di educare,<br />
giocando, alle molteplici<br />
sfaccettature della società,<br />
senza pregiudizi e barriere.<br />
C.M.<br />
barbie.com<br />
41
ACCESSIBILITÀ<br />
UNA FIABA PER TUTTI<br />
ABBATTERE LE BARRIERE E PROGETTARE CITTÀ ACCESSIBILI<br />
IN NOME DELLA TOTAL QUALITY. QUESTI GLI OBIETTIVI DELLA<br />
ONLUS FONDATA E PRESIEDUTA DA GIUSEPPE TRIESTE<br />
di Cristiana Meo Bizzari - c.meobizzari@fsitaliane.it<br />
© Jérôme Rommé/marcociannarel/AdobeStock<br />
L’<br />
obiettivo è ambizioso, forse<br />
utopistico, ma legittimo<br />
e ammirevole: abbattere<br />
ogni barriera, architettonica, sensoriale<br />
e, soprattutto, culturale. Perseguirlo<br />
è la missione di Fiaba, onlus<br />
fondata nel 2000 da Giuseppe<br />
Trieste, atleta paralimpico, Grande<br />
ufficiale al Merito della Repubblica,<br />
tenace tessitore di rapporti con<br />
istituzioni e aziende, nonché instancabile<br />
ideatore di progetti e iniziative,<br />
tra le quali spicca il Fiaba Day.<br />
Una Giornata nazionale per l’abbattimento<br />
delle barriere architettoniche,<br />
istituita nel 2003 con una<br />
direttiva del presidente del Consiglio<br />
dei ministri, che si tiene a Roma<br />
ogni prima domenica di ottobre, in<br />
piazza Colonna.<br />
In un mondo globalizzato, dove civiltà<br />
e sviluppo sono legati al superamento<br />
di ogni frontiera fisica,<br />
per qualcuno ancora troppe attività<br />
quotidiane possono trasformarsi<br />
in un’impresa complessa. Quella<br />
che combattete è una missione impossibile?<br />
No, è una battaglia di civiltà. Perché<br />
bastano una caviglia ingessata,<br />
42
uno stato di avanzata gravidanza,<br />
un passeggino con un neonato da<br />
spingere, un affaticamento o un<br />
rallentamento nei movimenti causati<br />
dall’età, una marcata differenza<br />
fisica o una temporanea malattia<br />
e il superamento delle barriere architettoniche<br />
diventa una necessità<br />
per chiunque e non solo, come comunemente<br />
si ritiene, per le persone<br />
con disabilità.<br />
Nel servizio di copertina abbiamo<br />
incontrato Bebe Vio, che la battaglia<br />
per l’inclusione l’ha già vinta.<br />
Ma, per essere davvero indipendenti,<br />
occorre che tutti possano<br />
muoversi liberamente al di là delle<br />
condizioni fisiche, sensoriali e intellettive.<br />
Voi parlate di Total Quality…<br />
Sì, è un concetto ampio di qualità<br />
totale che abbraccia tutti gli ambiti<br />
e si connota con un’adeguata vivibilità<br />
per tutti, senza nessuna distinzione.<br />
Ecco, a chiunque deve essere<br />
consentito di vivere l’ambiente in<br />
modo confortevole e sicuro. Quando<br />
non è così occorre che ognuno<br />
denunci le situazioni di difficoltà,<br />
mentre spetta agli amministratori<br />
svolgere un’opera di prevenzione.<br />
Soprattutto perché ciascuno di noi,<br />
nel corso della propria esistenza,<br />
potrebbe trovarsi a sperimentare<br />
una condizione di ridotta mobilità.<br />
Quindi abbiamo bisogno di un cambiamento<br />
culturale, una nuova forma<br />
di welfare che non si limiti a rispondere<br />
alle singole disabilità ma<br />
alla varietà di condizioni oggettive e<br />
soggettive, ponendo al primo posto<br />
la qualità della vita per tutti.<br />
Quali sono i tratti distintivi di una<br />
città davvero vivibile?<br />
L’accessibilità prima di tutto, perché<br />
garantisce un alto grado di qualità<br />
della vita. Fruibilità e accessibilità<br />
devono diventare termini propri del<br />
linguaggio di ogni opera pubblica e<br />
privata che si vuole realizzare, secondo<br />
i principi della Total Quality e<br />
dell’Universal Design, la progettazione<br />
per tutti teorizzata negli anni<br />
’70 dall’architetto americano Ronald<br />
L. Mace. Il criterio su cui si fonda è<br />
che bisogna progettare edifici, ambienti<br />
e prodotti senza bisogno di<br />
adattamenti speciali.<br />
I centri urbani in Italia a che punto<br />
sono?<br />
Non è facile spostarsi al loro interno,<br />
soprattutto per le persone a ridotta<br />
mobilità. È l’ambiente a creare<br />
gli ostacoli e spesso impedisce di<br />
raggiungere un edificio, di entrarvi<br />
agevolmente e di poter fruire degli<br />
spazi e delle attrezzature in condizioni<br />
di sicurezza e autonomia.<br />
Come si concretizza l’impegno di<br />
Fiaba a favore della Total Quality?<br />
Attraverso il dialogo continuo e il<br />
confronto partecipato tra istituzioni,<br />
progettisti, specialisti e utenti:<br />
un nuovo metodo di lavoro basato<br />
sull’osservazione e lo studio delle<br />
situazioni reali, l’ascolto reciproco,<br />
la discussione. Siamo presenti sul<br />
territorio nazionale con una rete di<br />
oltre 450 sottoscrittori di un protocollo<br />
di intesa: presidenza del Consiglio<br />
dei ministri, ministeri, Regioni,<br />
Province, Comuni, istituti di cultura,<br />
enti, associazioni, università, ordini<br />
professionali. Abbiamo promosso<br />
l’istituzione delle cabine di regia<br />
Fiaba onlus per la Total Quality, presenti<br />
in numerose località italiane. E<br />
la figura del Total Quality Manager,<br />
tecnico esperto di qualità totale in<br />
grado di interpretare il corretto management<br />
presso gli enti pubblici<br />
e privati e progettare quello che ci<br />
circonda, senza che nessuno incontri<br />
difficoltà.<br />
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con Giuseppe Trieste, atleta paralimpico<br />
e fondatore di Fiaba Onlus<br />
© Quirinale<br />
43
ACCESSIBILITÀ<br />
Ciascuno ha il dovere di segnalare<br />
situazioni difficili, ma è la normativa<br />
a giocare un ruolo fondamentale…<br />
Sì, anche se le leggi vigenti (41/1986<br />
Pepa - Piani eliminazione barriere architettoniche,<br />
13/1989 Disposizioni<br />
per favorire il superamento e l’eliminazione<br />
delle barriere architettoniche<br />
negli edifici privati, 104/1992 Diritti<br />
delle persone con disabilità, ndr), sicuramente<br />
innovative nei contenuti,<br />
sono rimaste quasi totalmente inapplicate.<br />
Questo perché non è stata<br />
promossa un’adeguata cultura in merito<br />
ed è stato sbagliato l’approccio<br />
comunicativo. Così queste leggi sono<br />
state viste dal 95% della popolazione<br />
come dedicate esclusivamente alle<br />
persone con disabilità, mentre appare<br />
chiara l’esigenza di pensare alla<br />
persona in quanto tale. Ce lo dicono<br />
anche i numeri: in Italia si stima che<br />
le persone con disabilità siano circa<br />
4,3 milioni, pari al 7,2% della popolazione,<br />
e raggiungeranno i 6,7 milioni<br />
nel 2040, gli over 65 sono 13,8 milioni<br />
e gli ultracentenari oltre 14mila (dati<br />
Istat, ndr). Il concetto di diversity, visto<br />
in positivo, ci deve far prendere coscienza<br />
che tutti abbiamo necessità,<br />
durante l’arco della vita, di ambienti<br />
adeguatamente accessibili.<br />
<strong>La</strong> diversità dovrebbe essere valorizzata<br />
in tutti i contesti. In quello<br />
aziendale si parla spesso di diversity<br />
management. In cosa consiste?<br />
È un concetto che ha avuto origine<br />
negli Stati Uniti già a partire dagli anni<br />
’80, per poi diffondersi nel resto del<br />
mondo, mentre in Italia ha iniziato ad<br />
affermarsi solo di recente. Alla base<br />
c’è l’idea che siano le persone le risorse<br />
fondamentali per raggiungere i migliori<br />
risultati in termini di innovazione,<br />
competitività e immagine. All’interno<br />
di varie realtà sono state dunque<br />
adottate una serie di pratiche e politiche<br />
volte a valorizzare la diversità in<br />
ambito lavorativo.<br />
L’applicazione dei principi della Total<br />
Quality potrebbe quindi influire in<br />
maniera positiva sul sistema Paese?<br />
Sicuramente, basti pensare al turismo<br />
e alla mobilità. Il primo è uno dei motori<br />
trainanti per l’economia italiana:<br />
nel 2018, secondo l'Istat, si è registrato<br />
il record storico di 429 milioni di presenze<br />
e il nostro Paese può aspirare<br />
a migliorare ancora in termini di competitività.<br />
Condizione essenziale è<br />
proprio l’adeguamento delle strutture<br />
ricettive, secondo una prospettiva<br />
inclusiva che preveda il superamento<br />
di soluzioni separate e discriminanti,<br />
il cosiddetto turismo accessibile o<br />
turismo per tutti. <strong>La</strong> mobilità accessibile,<br />
poi, costituisce una condizione<br />
imprescindibile di inclusione. Ogni<br />
giorno, in Italia, circa 15 milioni di persone<br />
attraversano le città utilizzando i<br />
mezzi pubblici (fonte Asstra, ndr) ed è<br />
importante che siano fruibili in autonomia<br />
da tutti. <strong>La</strong> valorizzazione della<br />
diversità in tutte le sue forme deve<br />
diventare una priorità e la formazione<br />
è la chiave per sviluppare consapevolezza<br />
sul tema, per questo Fiaba<br />
tiene corsi dedicati. <strong>La</strong> onlus partecipa<br />
anche a tavoli tecnici e collabora<br />
attivamente con varie aziende, tra cui<br />
le Ferrovie dello Stato Italiane, che<br />
dimostrano sempre maggiore attenzione<br />
affinché tutti i passeggeri possano<br />
godere di una qualità percepita<br />
adeguata ai loro bisogni. Lo dimostra<br />
il riconoscimento della Comunità europea<br />
che ha nominato Ambasciatore<br />
per la diversità l’amministratore delegato<br />
Gianfranco Battisti.<br />
fiaba.org<br />
FIABAOnlus<br />
Un momento del Fiaba Day<br />
44
ACCESSIBILITÀ<br />
Danilo Ragona e Luca Paiardi a Bali<br />
LIBERTÀ SENZA LIMITI<br />
A TU PER TU CON DANILO RAGONA DI VIAGGIO ITALIA, IL<br />
PROGETTO REALIZZATO CON LUCA PAIARDI CHE DIMOSTRA COME,<br />
NONOSTANTE LA DISABILITÀ, NULLA SIA IMPOSSIBILE<br />
di Gaspare Baglio gasparebaglio<br />
Photo Gabriele Bertotti<br />
Due vite unite da un momento<br />
duro quelle di Danilo<br />
Ragona e Luca Paiardi:<br />
un incidente e la perdita dell’uso delle<br />
gambe. <strong>La</strong> loro amicizia nasce 20<br />
anni fa nei corridoi dell’Unità spinale<br />
del Cto di Torino. In quell’incontro<br />
viene piantato il primo seme di Viaggio<br />
Italia, progetto teso a dimostrare<br />
che vivere bene con la disabilità è<br />
possibile, così come lo è muoversi,<br />
scoprire luoghi nuovi, farsi inondare<br />
dalle emozioni. <strong>La</strong> loro storia è testimoniata<br />
online sul sito dell’iniziativa,<br />
che approfondisce le avventure del<br />
duo e ha una sezione dedicata a chi<br />
desidera avere informazioni e dritte<br />
su itinerari, percorsi e organizzazione<br />
del viaggio. Ne parliamo con Danilo.<br />
Come, quando e perché è nato Viaggio<br />
Italia?<br />
Mangiando un panino, al termine<br />
delle prove di un nostro spettacolo di<br />
danza contemporanea, realizzato per<br />
il Festival di Dresda in Germania. Ci<br />
siamo detti: «Perché non raccontiamo<br />
i nostri viaggi a chi pensa che non<br />
sia più possibile vivere esperienze in<br />
giro per il mondo?». Così, nel 2015,<br />
nasce il nostro primo itinerario documentato<br />
tra Piemonte, Liguria e Valle<br />
d’Aosta. Vista l’esperienza molto positiva<br />
abbiamo dato vita a un progetto<br />
più complesso, dimostrando che<br />
vivere, e non sopravvivere, con una<br />
disabilità si può: chiunque ha diritto<br />
di viaggiare, lavorare, fare sport, innamorarsi<br />
di luoghi e persone, conoscere,<br />
incontrare e aiutare gli altri.<br />
Cosa avete imparato, in questi anni,<br />
sui vostri limiti e sull’approccio per<br />
affrontarli?<br />
Che la ricerca, la scoperta e la condivisione<br />
dei limiti ci permettono, prima di<br />
tutto, di crescere come esseri umani.<br />
46
Rio de Janeiro<br />
E ci aiutano a essere più consapevoli<br />
delle nostre nuove possibilità.<br />
Una realtà italiana veramente accessibile<br />
che vi ha colpiti?<br />
Il Mart, Museo di arte moderna e<br />
contemporanea di Trento e Rovereto,<br />
è l’esempio di un luogo dove si<br />
può fruire la cultura in piena libertà<br />
e autonomia. Mentre all’estero siamo<br />
stati, proprio quest’anno, a Singapore,<br />
definita la città più accessibile al<br />
mondo.<br />
Dal 2015 avete visto cambiamenti e<br />
progressi sul fronte degli operatori<br />
turistici?<br />
Alcuni di loro interpretano le persone<br />
diversamente abili come un problema,<br />
trascurando il fatto che molti<br />
sono potenziali viaggiatori e che, nel<br />
mondo, ce ne sono più di un miliardo.<br />
Condividono la vita con amici, familiari,<br />
figli: parliamo di oltre due miliardi<br />
di persone che richiedono attenzioni<br />
differenti. Basterebbe attrezzarsi in<br />
maniera adeguata per accoglierli e<br />
soddisfarne i bisogni. Coordinandoci<br />
con associazioni e aziende abbiamo<br />
ideato i pacchetti turistici di Viaggio<br />
Italia che, basati sulle nostre esperienze,<br />
danno la possibilità a chiunque<br />
di girare il mondo. In questi anni,<br />
fortunatamente, abbiamo visto un<br />
miglioramento, ma muoversi in città<br />
con bus, tram e taxi purtroppo resta<br />
un problema.<br />
Fate canoa, deltaplano, immersioni,<br />
arrampicate. Siete sempre stati così<br />
sportivi e spericolati<br />
Avendo avuto l’incidente in giovane<br />
età, non abbiamo avuto tempo di<br />
diventare dei normodotati spericolati<br />
(ride, ndr). Diciamo che ci siamo<br />
tirati su le maniche e abbiamo colto,<br />
da una grande disgrazia, un’enorme<br />
opportunità per provare quante più<br />
cose possibili.<br />
<strong>La</strong>vorate anche con aziende per sviluppare<br />
prodotti e servizi innovativi<br />
finalizzati a migliorare la quotidianità<br />
delle persone con disabilità.<br />
<strong>La</strong>dakh, India<br />
Qualche esempio?<br />
Con la nostra associazione, B-free,<br />
supportiamo spesso i nostri sponsor<br />
per promuovere e migliorare prodotti<br />
e servizi, affinché più persone possano<br />
beneficiarne. Un esempio è stato<br />
il progetto MateraMare: siamo stati<br />
chiamati a supporto di un tavolo di<br />
lavoro, condiviso con altri professionisti<br />
con disabilità, per mappare<br />
il territorio della Basilicata e migliorarne<br />
l’accessibilità. Una grandissima<br />
soddisfazione.<br />
Valentina Tomirotti, blogger sulla<br />
sedia a rotelle, ha detto alla <strong>Freccia</strong><br />
di aver lanciato un crowdfunding<br />
per acquistare un'automobile adatta<br />
a lei, che costa 60mila euro. Un<br />
altro tema è l’accessibilità economica<br />
della tecnologia e degli ausili per<br />
disabili.<br />
Questa è una lotta ulteriore. Abbiamo<br />
avviato un progetto che prevede il<br />
recupero di carrozzine dismesse e, in<br />
collaborazione con molte aziende, si<br />
è posto l’obiettivo di dare vita a prodotti<br />
rigenerati, personalizzati e per<br />
tutte le tasche.<br />
Fate anche visita alle Unità spinali<br />
degli ospedali.<br />
Sì, per portare il messaggio che oggi<br />
la vita in autonomia è possibile. E non<br />
47
ACCESSIBILITÀ<br />
Himalaya, India<br />
mancano occasioni di confronto con<br />
amministrazioni comunali e regionali,<br />
con privati, bambini e ragazzi delle<br />
scuole. Sono ancora tante le cose<br />
da fare per rendere più accessibili<br />
istituti, musei, centri sportivi, sentieri,<br />
spiagge, e per imparare ad accogliere<br />
e accettare la disabilità.<br />
Prossimi viaggi?<br />
A gennaio 2021 ci siamo dati un grande<br />
obiettivo: fare il giro del mondo in<br />
quattro mesi. Con tappe in 60 città,<br />
donando una carrozzina ricondizionata<br />
con i colori che rappresentano<br />
ogni Paese che ci ospiterà. Vogliamo<br />
promuovere l’economia circolare e<br />
sociale e aiutare più persone possibili,<br />
anche in nazioni povere, con<br />
problemi di mobilità. Attiveremo una<br />
campagna di crowdfunding per coinvolgere<br />
e sensibilizzare tutti. Verranno<br />
presi accordi con amministrazioni<br />
locali, perché le città possano diventare<br />
più accessibili e inclusive nel<br />
corso di qualche anno. Singapore ha<br />
fatto la scelta di diventare accessibile<br />
al 100% entro la fine del <strong>2020</strong>. Noi<br />
portiamo questi valori in giro per il<br />
globo: sosteneteci, vi divertirete anche<br />
voi.<br />
viaggioitalia.org | b-free.it<br />
viaggio.italia viaggioitalia2017<br />
Bali<br />
48
IN VIAGGIO CON<br />
ANIMA NOMADE<br />
IL TEATRO È FATTO DI SORPRESE, COME IL VIAGGIO.<br />
IN TRENO CON SERRA YILMAZ, CHE FINO AD APRILE INTERPRETA CON<br />
SUCCESSO SANCHO PANZA NEL DON CHISCIOTTE DI ALESSIO BONI<br />
di Andrea Radic<br />
Andrea_Radic<br />
Serra Yilmaz è Sancho Panza nel<br />
Don Chisciotte di Alessio Boni<br />
50
Sguardo intenso e profondo,<br />
figura minuta, quasi delicata,<br />
dai capelli blu. Borsa in una<br />
mano e valigia nell’altra, Serra Yilmaz,<br />
attrice di teatro e cinema apprezzatissima<br />
da Ferzan Ozpetek, adora viaggiare<br />
in treno. «Così andrei dappertutto»,<br />
dice mentre al binario 3 della<br />
stazione di Salerno siamo in attesa del<br />
<strong>Freccia</strong>rgento che ci porterà a Firenze.<br />
«Arrivo sempre in anticipo, ho l’ansia<br />
da partenza, eppure adoro viaggiare,<br />
basta che mi si proponga: andiamo,<br />
partiamo, di qua o di là non importa,<br />
io sono sempre pronta». Ci sediamo ai<br />
posti 2a e 2b, e confessa: «Ho voglia<br />
di passare una notte a casa tra uno<br />
spettacolo e l’altro. <strong>La</strong> tournée teatrale<br />
è un viaggio permanente per una<br />
durata determinata». Impegnata da<br />
oltre un anno nel Don Chisciotte liberamente<br />
ispirato al romanzo di Miguel<br />
de Cervantes, per la regia di Alessio<br />
Boni con Roberto Aldorasi e Marcello<br />
Prayer, l’attrice di origine turca e fiorentina<br />
d’adozione interpreta Sancho<br />
Panza, mentre lo stesso Boni è il protagonista.<br />
Lo spettacolo, in tour fino<br />
ad aprile tra Milano, Perugia e Roma,<br />
è in attesa anche di una tournée all’estero.<br />
Il viaggio che sensazioni ti accende?<br />
Ho sempre avuto un’anima nomade,<br />
per me viaggio vuol dire scoprire.<br />
Sempre pronta a conoscere nuovi<br />
luoghi, nuove persone, nuovi paesaggi,<br />
un insieme di cose che sono cultura.<br />
Sei curiosa?<br />
Molto, più di tutti i mici curiosi.<br />
Ami viaggiare in treno?<br />
Moltissimo, per me è il mezzo ideale<br />
dell’atto del percorrere, ovvero muoversi<br />
tra i paesaggi che cambiano e<br />
godere di questa sensazione.<br />
Un paesaggio affascinante, quello italiano,<br />
che cambia sempre, persino tra<br />
Firenze e Roma. E poi in treno mi piace<br />
alzarmi, camminare, andare al bar, in<br />
bagno, cose che in macchina non puoi<br />
permetterti. Un beneficio per la mia<br />
schiena, che a volte lancia qualche<br />
piccolo segno di affaticamento.<br />
<strong>La</strong> provincia italiana apprezza molto<br />
il teatro.<br />
Una piacevole scoperta che ho fatto<br />
girando l’Italia è la ricchezza di avere,<br />
in luoghi anche molto piccoli, teatri<br />
molto belli. <strong>La</strong> cultura del teatro, dopo<br />
un periodo in cui ha perduto terreno,<br />
lo sta riacquistando. Con il nostro Don<br />
Chisciotte abbiamo un pubblico presente<br />
e fedele ed è molto piacevole<br />
sapere che la sala sarà piena e che la<br />
gente si sposta per vederti.<br />
Cosa dai e cosa prendi nel rapporto<br />
con il pubblico?<br />
È sempre piacevole confrontarsi con<br />
gli spettatori e, senza nulla togliere<br />
agli adulti, sono sempre gli adolescenti<br />
a fare le domande più interessanti,<br />
perché hanno la vera curiosità di<br />
sapere. Molto bello il rapporto che si<br />
crea quando andiamo nelle scuole, gli<br />
studenti pongono mille domande.<br />
Ti capita di tornare bambina?<br />
Sono sempre bambina, non sono mai<br />
partita dalla mia infanzia, dunque non<br />
ho bisogno di tornarci. Gli attori vogliono<br />
restare bambini e continuare a<br />
giocare.<br />
Durante la tournée si crea spirito di<br />
gruppo con i colleghi?<br />
Sì, esiste questo sentimento, anche<br />
se dal punto di vista organizzativo siamo<br />
indipendenti. Raramente ci capita<br />
di alloggiare tutti nel medesimo luogo,<br />
è successo a Cattolica ed è stato<br />
bello ritrovarsi anche al di fuori del<br />
palcoscenico. Abbiamo poi abitudini<br />
diverse, per esempio Alessio (Boni,<br />
ndr) va a cena dopo lo spettacolo, per<br />
me è troppo tardi mangiare a quell’ora<br />
anche se talvolta ci vado, per stare<br />
in compagnia, ma preferisco un boccone<br />
verso le sette. Durante le date a<br />
L’attrice Serra Yilmaz in <strong>Freccia</strong>rgento con il giornalista Andrea Radic<br />
51
IN VIAGGIO CON<br />
Firenze ho organizzato un paio di cene<br />
a casa, per riunire tutta la compagnia.<br />
<strong>La</strong> Serra Yilmaz che fa della tavola il<br />
luogo della condivisione, come nei<br />
film di Ozpetek.<br />
Mi piace riunire le persone intorno al<br />
cibo, l’atto di cucinare per gli amici mi<br />
appartiene, è generosità. Come a Bologna,<br />
dove alloggiavo a casa di amici<br />
in un luogo unico, una chiesa sconsacrata.<br />
Ho organizzato un brunch per<br />
attori e tecnici la domenica prima dello<br />
spettacolo.<br />
Il teatro è una chiave per comprendere<br />
meglio l’essere umano?<br />
Sì, come lo è l’arte in generale, anche<br />
il cinema. Il teatro fa riflettere, se di<br />
quello che hai visto una sera non porti<br />
nulla a casa con te, è triste.<br />
Vai a teatro come spettatrice?<br />
Non quanto vorrei, ma sono felice<br />
quando ne ho l’occasione.<br />
E al cinema ti guardi?<br />
Non mi interessa molto vedere me<br />
stessa, per me il momentum del cinema<br />
è sul set, quando giriamo. Certo<br />
sono interessata al risultato finale,<br />
ma non a rivedermi, perché tutto è già<br />
successo.<br />
Cosa ha il cinema che il teatro non<br />
possiede e viceversa?<br />
Dal mio punto di vista il cinema prevede<br />
un impegno molto più concentrato,<br />
in due mesi si deve girare il film e<br />
portarlo a termine, si ha la sensazione<br />
di essere in un microcosmo. Il teatro<br />
è recitare ogni sera e, molto spesso,<br />
con qualche piccola novità, sorpresa,<br />
minimi cambi che il pubblico difficilmente<br />
coglierà, ma che sono la mo-<br />
dalità del teatro.<br />
Il tuo stato d’animo influisce sulla recitazione?<br />
Capita di sentirsi stanchi o di vedere i<br />
colleghi mosci, in quei casi ho una reazione<br />
istintiva verso me stessa e tutta<br />
la compagnia. Se dietro le quinte mi<br />
sento debole, il palco, che è un luogo<br />
magico, mi tira su. Sento la responsabilità<br />
verso il pubblico, che non può<br />
andare a casa deluso, e questo ha un<br />
grande effetto su di noi, ci carica di<br />
energia.<br />
E se non è partecipe?<br />
Con Alessio scherziamo sempre, li<br />
chiamiamo «i giapponesi», oppure lui<br />
mi dice «stasera coreani», e io rispondo<br />
«sì, ma del nord». Poi scopri che è<br />
solo timidezza, perché lo scrosciante<br />
applauso finale ti ripaga di tutto.<br />
Qual è il complimento che più ti ha<br />
gratificata?<br />
Una signora che mi ha paragonata ad<br />
Anna Magnani, è stato come vincere<br />
un Oscar.<br />
Quanto ti diverti sul palco?<br />
Un sacco, è un lavoro che faccio con<br />
amore e grande piacere. Ogni sera tra<br />
di noi succedono una quantità di cose,<br />
piccole, impercettibili agli altri, che mi<br />
divertono molto. In una scena devo ordinare<br />
del cibo: l’altra sera per sorprendere<br />
il collega ho cambiato la battuta<br />
e ordinato sarde in saor, invece delle<br />
solite orate. Piccole invenzioni che ti<br />
concedi senza stravolgere nulla.<br />
Sei diretta o diplomatica?<br />
Molto diretta e per questo sono (o non<br />
sono) apprezzata.<br />
Nel recitare ti ispiri alla vita di tutti i<br />
giorni?<br />
Osservo molto, come si comporta la<br />
gente, nel bene e nel male, fa parte<br />
del mio mestiere. Sono una guardona.<br />
Ride, e siamo in arrivo a Firenze.<br />
serrafine<br />
SAVE THE DATE<br />
DON CHISCIOTTE<br />
1>15 MARZO<br />
17>22 MARZO<br />
25>5 APRILE<br />
Teatro Manzoni<br />
Milano<br />
Teatro Morlacchi<br />
Perugia<br />
Teatro Ambra Jovinelli<br />
Roma<br />
52
TRAVEL<br />
© Archivio Cicconi/Getty Images<br />
ROMA<br />
IMMORTALE<br />
LA CITTÀ ETERNA VISTA ATTRAVERSO I FILM DI ALBERTO SORDI E<br />
FEDERICO FELLINI, A 100 ANNI DALLA NASCITA DEI DUE MAESTRI<br />
di Enrico Menduni<br />
Federico Fellini e /and Anita Ekberg durante le riprese di/during the shooting of Boccaccio ’70, Roma Eur (1961)<br />
54
Federico Fellini e Alberto<br />
Sordi sono stati, fra gli artisti<br />
del cinema, coloro che più<br />
hanno contribuito a creare un immaginario<br />
romano, un’idea della Roma<br />
moderna del dopoguerra, che ciascuno<br />
di noi, giungendo oggi in questa<br />
città, riconosce in mille episodi,<br />
paesaggi, luoghi, situazioni.<br />
In qualche modo la Città eterna è<br />
stata un grande fondale dipinto su<br />
cui si è proiettato un unico film, composto<br />
da tanti frammenti di pellicole<br />
di Alberto Sordi e Federico Fellini,<br />
pensate e girate a Roma in parte per<br />
motivi pratici (qui c’è Cinecittà e quasi<br />
tutta l’industria cinematografica e<br />
televisiva italiana), ma soprattutto<br />
per la grande varietà delle persone<br />
che qui si incontravano, per le mille<br />
possibilità di combinazioni che apparivano<br />
credibili in una grande Capitale<br />
come questa, vista dai tanti<br />
piccoli e medi centri di provincia.<br />
Fellini e Sordi, nati entrambi 100 anni<br />
fa, hanno lavorato insieme in molti<br />
film, anche se non in tutti, e comunque<br />
con ruoli diversi, animati da una<br />
sottile dialettica.<br />
Sordi era nato a Roma, si era fatto le<br />
ossa con il teatro, il doppiaggio e la<br />
Alberto Sordi<br />
radio, comparendo in varie pellicole<br />
fino a trovare in Fellini (Lo sceicco<br />
bianco e I vitelloni, tra il 1952 e il<br />
’53) il regista capace di stabilizzare<br />
il suo personaggio e il suo carattere<br />
ironico, disincantato, a volte cinico,<br />
spesso grottesco, completamente<br />
avvolto in una lingua e un’inflessione<br />
romanesca che non avrebbe più<br />
abbandonato.<br />
Fellini era nato a Rimini. Restare in<br />
città o andare via? Era questo il dilemma<br />
di molti giovani, e andare<br />
via significava prendere il treno per<br />
la Capitale: quello che ancora oggi<br />
percorre la linea Adriatica fino a<br />
Falconara e poi si addentra nell’Appennino<br />
(Jesi, Fabriano, Fossato di<br />
Vico, Foligno, Spoleto, Terni, Orte)<br />
per immettersi nella Firenze-Roma.<br />
Anche adesso, purtroppo, con varie<br />
tratte a semplice binario in un paesaggio<br />
che ci stupisce per quanto è<br />
selvaggio.<br />
<strong>La</strong> Roma di Fellini è una Roma ferroviaria,<br />
una città in cui un giovane<br />
speranzoso arriva con quel treno e lui<br />
stesso ce lo racconta in Roma (1972).<br />
Si parla della vecchia stazione Termini,<br />
ma la scena è stata girata nello<br />
scalo di Bologna. <strong>La</strong> nuova Termini,<br />
© Istituto Luce Cinecittà<br />
IMMORTAL<br />
ROME<br />
THE ETERNAL CITY<br />
SEEN THROUGH<br />
THE FILMS OF<br />
ALBERTO SORDI AND<br />
FEDERICO FELLINI,<br />
100 YEARS AFTER<br />
THE BIRTH OF THE<br />
TWO MASTERS<br />
Of all artists of cinema,<br />
Federico Fellini and<br />
Alberto Sordi contributed<br />
most to creating a Roman imagery,<br />
an idea of modern post-war Rome<br />
that each of us visiting this city<br />
today recognises in thousands of<br />
happenings, landscapes, places<br />
and situations.<br />
In some way, the Eternal City served<br />
as a large painted backdrop onto<br />
which a single film was screened,<br />
composed of many fragments<br />
of movies by Alberto Sordi and<br />
Federico Fellini, envisaged and<br />
shot in Rome partly for practical<br />
reasons (Cinecittà was also here,<br />
along with almost the entire Italian<br />
film and television industry) but<br />
above all due to the vast variety<br />
of people who flocked here, the<br />
thousand possible combinations<br />
that appeared credible in a large<br />
Capital such as this, viewed from<br />
the many small and medium towns<br />
throughout the province.<br />
Fellini and Sordi, both born 100<br />
years ago, worked on many (though<br />
not all) of their films together,<br />
covering various roles, animated by<br />
a subtle dialectic.<br />
Born in Rome, Sordi had cut his<br />
teeth in the theatre, voice-overs<br />
and radio, appearing in various<br />
films until finding in Fellini (The<br />
White Sheik and I Vitelloni, from<br />
1952 and 1953) the director able to<br />
steady his character and his ironic,<br />
disenchanted, sometimes cynical,<br />
often grotesque nature completely<br />
55
TRAVEL<br />
Alberto Sordi sul terrazzo della sua villa romana/on the terrace of his Roman villa (1974)<br />
quella attuale, è invece presente in il treno di lusso della soubrette di<br />
uno dei suoi ultimi film, Ginger e Fred successo (Isa Barzizza) e l’accelerato<br />
(1986). Un’altra stazione importante<br />
è quella della località termale di gherata compagnia di rivista di Pep-<br />
con le panche di legno della sgan-<br />
8½ (1963), ricostruita nell’ex rimessa pino De Filippo: destini che si allontanano<br />
come due corse in partenza<br />
del treno reale, ora affidata alle cure<br />
amorevoli di Fondazione FS Italiane, per opposte destinazioni.<br />
all’uscita di Termini.<br />
Usciti dalla stazione, ecco per Fellini<br />
In uno dei primi film di Fellini, Luci del la Roma delle meraviglie: la Fontana<br />
varietà (con Alberto <strong>La</strong>ttuada, 1950), di Trevi con Anita Ekberg e Marcello<br />
sullo stesso marciapiede sostano Mastroianni (lei con stivaloni da pe-<br />
© Reporters Associati & Archivi srl S.U.<br />
sca sotto il vestito lungo, si girava in<br />
pieno inverno), via Veneto ricostruita<br />
a Cinecittà (riconoscibile perché non<br />
è così in salita come la strada originale),<br />
l’Eur metafisico con i suoi bianchi<br />
edifici che sembrano disabitati. I<br />
palazzi dei nobili, le borgate dai muri<br />
gonfi per l’umidità, i locali notturni,<br />
i nuovi quartieri speculativi tirati<br />
su in fretta, il Vaticano e il santuario<br />
del Divino Amore, il mare di Ostia e<br />
di Fregene. Tanti film che in fondo si<br />
compendiano in uno, <strong>La</strong> dolce vita<br />
(1960).<br />
Religione e mondanità, lusso e miseria,<br />
politica e show business: tutto è<br />
visto con l’occhio di chi arriva da fuori:<br />
il giovane borghese di provincia in<br />
cerca di fortuna (Roma), ma anche<br />
la diva del cinema che atterra con<br />
l’aereo, prima a Ciampino e poi finalmente<br />
a Fiumicino, salutata da produttori<br />
e paparazzi accorsi con teglie<br />
di pizza e mazzi di rose (la Ekberg<br />
de <strong>La</strong> dolce vita). Anche i due maturi<br />
ballerini di Ginger e Fred, Giulietta<br />
Masina, moglie di Fellini, e Marcello<br />
Mastroianni, si aggirano in periferia<br />
verso la Magliana con ordinate pile di<br />
sacchi pieni di immondizie (in futuro<br />
ne avremmo viste di più disordinate).<br />
Anziane prostitute battono la Passeggiata<br />
archeologica, tra via di Valle<br />
delle Camene e l’inizio di via delle<br />
Terme di Caracalla, come fa Cabiria<br />
(sempre Giulietta Masina in Le notti di<br />
Cabiria), o trascorrono i giorni di festa<br />
in prati coperti di cartacce, fra gli<br />
scooter e le auto parcheggiate qua<br />
e là. Ma c’è anche Toby Dammit (Terence<br />
Stamp) del '68, l’attore alcolizzato<br />
che appena sbarcato dall’aereo<br />
vuole solo la sua Ferrari, la vettura<br />
che aveva chiesto in cambio della<br />
sua prestazione e che schianterà, insieme<br />
con la sua vita, dopo una folle<br />
corsa per la città e i sobborghi terminata<br />
sul Ponte di Ariccia nei Castelli<br />
romani. Intanto il dottor Antonio, un<br />
maturo Peppino De Filippo ossessionato<br />
dalla pornografia, s’innamora<br />
di un cartellone pubblicitario in cui<br />
Anita Ekberg, sempre lei, magnifica<br />
le virtù salutari del latte nel surreale<br />
paesaggio dell’Eur. Una figura<br />
materna: forse è proprio questo che<br />
manca al giovane che ha lasciato la<br />
famiglia per avventurarsi fra i palazzi<br />
e i ruderi di Roma.<br />
56
expressed in a Romanesque<br />
language and inflection that he<br />
would never again have to abandon.<br />
Fellini was born in Rimini. To stay<br />
in the city or leave? This was the<br />
dilemma of many young people.<br />
Leaving meant catching the train to<br />
the Capital, along the line that still<br />
runs along the Adriatic to Falconara<br />
before heading to the Apennines<br />
(Jesi, Fabriano, Fossato di Vico,<br />
Foligno, Spoleto, Terni, Orte) and<br />
travelling along the Florence-<br />
Rome line. It is still the case today,<br />
unfortunately, with various lines<br />
having a simple track flanked by a<br />
landscape whose wild nature can<br />
still amaze us.<br />
Fellini’s Rome is the Rome of the<br />
railway, a city that a hopeful young<br />
man reaches by train and that he<br />
himself shares with us in Roma<br />
(1972). It talks of the old Termini<br />
station, yet the scene was actually<br />
filmed in Bologna. The new Termini,<br />
the current one, is featured in one of<br />
his last films, Ginger and Fred (1986).<br />
Another important station is that of<br />
the spa resort in 8½ (1963), rebuilt<br />
in the former royal train depot, now<br />
entrusted to the loving care of the<br />
FS Foundation, at the exit of Termini.<br />
On the same platform in one of<br />
Fellini’s first films, The Lights of<br />
Variety (starring Alberto <strong>La</strong>ttuada,<br />
1950) was the luxury train of the<br />
successful showgirl (Isa Barzizza)<br />
and the direct local train with<br />
wooden benches of Peppino De<br />
Filippo’s ramshackle troupe, as<br />
destinies travelling in opposite<br />
directions like two tracks heading<br />
to different destinations.<br />
Once out of the station, here is<br />
Fellini’s Rome of wonders: the Trevi<br />
Fountain with Anita Ekberg and<br />
Marcello Mastroianni (she wearing<br />
fishing boots under her long dress,<br />
as filming was in the middle of<br />
winter), Via Veneto recreated within<br />
Cinecittà (which can be detected<br />
due to not being as uphill as the<br />
original road), the metaphysical Eur<br />
with its white buildings that seem<br />
uninhabited. The palaces of the<br />
noble families, the hamlets with<br />
walls swollen with humidity, the<br />
nightclubs, the new speculative<br />
quarters that rose up rapidly,<br />
the Vatican and the sanctuary of<br />
Divine Love, the sea of Ostia and<br />
of Fregene. So many films, all of<br />
which ultimately come together in<br />
one: <strong>La</strong> Dolce Vita (1960).<br />
Religion and worldliness, luxury<br />
Roma è come un grande fondale dipinto su<br />
cui si è proiettato un unico film, composto<br />
da tanti frammenti di pellicole di Alberto<br />
Sordi e Federico Fellini<br />
Federico Fellini e/and Marcello Mastroianni, Eur Roma (1962)<br />
© Archivio Cicconi/Getty Images<br />
57
TRAVEL<br />
and poverty, politics and show<br />
business, everything is seen<br />
through the eyes of those who come<br />
from outside: the young provincial<br />
bourgeois seeking fortune (Roma),<br />
the cinema diva who comes by<br />
plane, first to Ciampino and then<br />
finally to Fiumicino, greeted by<br />
producers and paparazzi bearing<br />
with trays of pizza and bouquets<br />
of roses (Ekberg in <strong>La</strong> Dolce Vita).<br />
Even the two mature dancers in<br />
Ginger and Fred, Giulietta Masina,<br />
Fellini’s real-life wife, and Marcello<br />
Mastroianni roam the suburbs in the<br />
direction of Magliana with tidy piles<br />
of garbage bags (which we would<br />
later see stacked haphazardly). Old<br />
prostitutes beat the Passeggiata<br />
Archeologica between Via di Valle<br />
delle Camene and the beginning<br />
of Via delle Terme di Caracalla,<br />
as does Cabiria (Giulietta Masina<br />
once again in Nights of Cabiria), or<br />
spending holidays on litter-covered<br />
lawns peppered with arbitrarilyparked<br />
scooters and cars. Then<br />
there is Toby Dammit (Terence<br />
Stamp), the alcoholic actor who,<br />
immediately upon disembarking<br />
from the plane, calls for his Ferrari,<br />
a vehicle he requested in exchange<br />
for his performance, that he would<br />
soon destroy, along with his life,<br />
following a crazy race through<br />
the city and suburbs, ending<br />
on the Ponte di Ariccia in the<br />
Castelli Romani (Roman Castles).<br />
Meanwhile, Dr Antonio, played by<br />
a mature Peppino De Filippo, being<br />
obsessed with pornography, falls in<br />
love with a billboard featuring Anita<br />
Ekberg (her again!), magnifying<br />
the healthy benefits of milk in<br />
the surreal landscape of the Eur<br />
district. A maternal figure: perhaps<br />
this is what is missing from the life<br />
of the young man who left his family<br />
to venture amongst the palazzi and<br />
ruins of Rome.<br />
ROMA<br />
207 FRECCE AL GIORNO/A DAY<br />
© Archivio Cicconi/Getty Images<br />
Federico Fellini al Circo Orfei di Roma/at the Orfei Circus in Rome (1959)<br />
58
© Archivio storico Luce/Reporters Associati & Archivi Srl<br />
<strong>La</strong> villa di Alberto Sordi vista dall’esterno/Alberto Sordi's villa seen from the outside (1959)<br />
100 ANNI DI FELLINI E SORDI<br />
Nel <strong>2020</strong> si festeggiano i 100 anni dalla nascita di due tra i migliori Maestri del cinema, Federico Fellini e Alberto Sordi. Tante sono le<br />
iniziative culturali a loro dedicate.<br />
Nella Capitale, inaugura il 7 marzo e va avanti fino al 29 giugno Il Centenario. Alberto Sordi 1920-<strong>2020</strong> nella villa romana dell’attore.<br />
L’esposizione si snoda tra le stanze della residenza in piazzale Numa Pompilio, immersa nel verde di Caracalla e aperta al pubblico<br />
per la prima volta, per ricordare il grande artista romano attraverso documenti inediti, oggetti, abiti, fotografie, video e curiosità. Il<br />
Teatro dei Dioscuri al Quirinale ospita inoltre una seconda sezione con un importante focus su Storia di un italiano, il programma tv<br />
degli anni ‘70 a cui l’attore era affezionato.<br />
Non poteva che partire da Rimini, invece, l’iniziativa Fellini 100, genio immortale. <strong>La</strong> mostra, fino al 13 aprile presso Castel Sismondo,<br />
nella città che ha dato i natali e tanto ha segnato l’arte del regista. A raccontarne la vita contribuiscono disegni, costumi, manoscritti<br />
e fotografie storiche.<br />
mostrafellini100.it<br />
100 YEARS OF FELLINI AND SORDI<br />
<strong>2020</strong> marks 100 years since the birth of two of the greatest creative minds in film history: Federico Fellini and Alberto Sordi. Many<br />
cultural initiatives dedicated to them have been planned throughout the year to mark the occasion.<br />
Being inaugurated on 7 March and running until 29 June in the Capital is The Centenary. Alberto Sordi 1920-<strong>2020</strong> within the actor’s<br />
Roman villa. The exhibition winds through the rooms of his residence in Piazzale Numa Pompilio, immersed in the greenery of<br />
Caracalla and opened to the public for the first time, as a reminder of the great Roman artist viewed through unpublished works,<br />
clothing, photographs, videos and other artefacts. The Teatro dei Dioscuri at the Quirinale will also host a second component with a<br />
significant focus on Storia di un Italiano, the TV programme from the 1970s of which the actor was very fond.<br />
Only in Rimini, rather, could the initiative Fellini 100, immortal genius. The exhibition be held, running until 13 April at the Castel<br />
Sismondo, in the city of birth and which greatly configured the director’s art. Drawings, costumes, manuscripts and historical<br />
photographs contribute to recounting the story of his life.<br />
59
TRAVEL<br />
SICILIA, TERRA DI<br />
CINEMA<br />
DAL BAROCCO DI SCICLI, SET DEL<br />
COMMISSARIO MONTALBANO, AGLI SCENARI<br />
INCANTATI DELLE EOLIE RACCONTATI DA<br />
REGISTI COME ROSSELLINI, ANTONIONI,<br />
TROISI E MORETTI<br />
di Elisabetta Reale<br />
<strong>La</strong> spiaggia di Punta Secca, illuminata<br />
nelle notti più buie<br />
dai lampi del faro. <strong>La</strong> maestosità<br />
del Castello di Donnafugata, il<br />
Barocco di Scicli. E poi colline ondulate<br />
dove la vegetazione è interrotta<br />
da muretti a secco attorniati da poche<br />
case simili a sentinelle che scrutano i<br />
viandanti. Eccoli i luoghi del commissario<br />
Montalbano (a cui l’attore Luca<br />
Zingaretti dà corpo e voce), nato dalla<br />
penna di Andrea Camilleri, trasportato<br />
sullo schermo dallo sguardo generoso<br />
e immaginifi co del regista Alberto<br />
Sironi. Lunedì 9 e 16 marzo su Rai1<br />
vanno in onda i nuovi episodi (produzione<br />
Palomar, con la partecipazione<br />
di Rai Fiction) girati la scorsa estate, i<br />
primi dopo la scomparsa di Camilleri<br />
e Sironi.<br />
© Duccio Giordano<br />
60
SICILY, LAND OF<br />
CINEMA<br />
FROM THE BAROQUE OF SCICLI,<br />
SET OF INSPECTOR MONTALBANO,<br />
TO THE ENCHANTED SCENERY OF THE<br />
AEOLIAN NARRATED BY DIRECTORS SUCH<br />
AS ROSSELLINI, ANTONIONI,<br />
TROISI AND MORETTI<br />
LThe Punta Secca beach,<br />
illuminated in the dark of night<br />
by the lamps of the lighthouse.<br />
The majesty of the Castle Donnafugata,<br />
the Baroque of Scicli. Then there are<br />
the rolling hills where the vegetation is<br />
sectioned by dry stone walls surrounded<br />
by a few sentinel houses that watch over<br />
the wayfarers. Here are the locations<br />
of Inspector Montalbano (to whom<br />
actor Luca Zingaretti gives body and<br />
voice), born from Andrea Camilleri’s<br />
pen and transformed on the screen<br />
through the generous and imaginative<br />
gaze of the director Alberto Sironi. On<br />
Monday, 9 and 16 March on Rai1 come<br />
the new episodes (a Palomar production<br />
together with Rai Fiction) shot last<br />
summer, the first episodes following the<br />
deaths of Camilleri and Sironi.<br />
Luca Zingaretti, protagonista della serie tv Il commissario Montalbano/protagonist of the TV series Inspector Montalbano<br />
61
TRAVEL<br />
© Di Meo/Ansa<br />
<strong>La</strong> Palermo di Ficarra e Picone/Ficarra and Picone's Palermo<br />
A proseguire il lavoro è stato lo stesso<br />
Luca Zingaretti, al debutto come regista<br />
di una serie televisiva. Drammaticità<br />
e leggerezza tipiche dei migliori<br />
racconti di Camilleri s’intrecciano in<br />
Salvo amato, Livia mia – l'episodio<br />
tratto da due racconti del grande<br />
scrittore siciliano (Salvo amato…Livia<br />
mia e Il vecchio ladro editi da Sellerio)<br />
e presentato in anteprima al cinema il<br />
24, 25 e 26 febbraio – e in <strong>La</strong> rete di<br />
protezione, trasposizione dell’omonimo<br />
romanzo scritto dall’autore siciliano.<br />
Le location sono sempre le stesse:<br />
Vigata, che nei suoi romanzi Camilleri<br />
identifica in Porto Empedocle, dove<br />
lui stesso è nato, nella fiction trova<br />
perfetta collocazione nei palazzi e<br />
nelle viuzze di Scicli, il cui centro è<br />
Patrimonio mondiale dell’Umanità,<br />
e nelle perle barocche di Modica e<br />
Ragusa Ibla. <strong>La</strong> spiaggia di Marinella<br />
è invece quella di Punta Secca, frazione<br />
di Santa Croce Camerina, borgo<br />
marinaro nel ragusano dove si trova<br />
la casa del Commissario. Sede delle<br />
riprese anche splendidi scorci di Donnalucata<br />
e Sampieri. Negli anni – il<br />
primo episodio della fortunatissima<br />
fiction, Il ladro di merendine, debutta<br />
su Rai1 nel 1999 – Salvo ha mostrato<br />
al grande pubblico una parte della Sicilia<br />
poco nota e di rado attraversata<br />
dalla cinematografia.<br />
Palermo, Ispica, Scicli, Modica fanno<br />
da sfondo anche a <strong>La</strong> concessione del<br />
telefono, nuovo capitolo della serie<br />
C’era una volta Vigata, la cui messa<br />
in onda su Rai1 è prevista il 6 aprile<br />
dopo un’anteprima al cinema il 17 e 18<br />
marzo. Ironia e sarcasmo nella Sicilia<br />
dell’800, raccontata ancora una volta<br />
da un romanzo di Camilleri e immaginata<br />
dal regista Roan Johnson. Nel<br />
cast Alessio Vassallo, Fabrizio Bentivoglio,<br />
Corrado Fortuna, Dajana Roncione.<br />
<strong>La</strong> Trinacria tutta è un set naturale,<br />
meta perfetta di un viaggio attraverso<br />
la settima arte alla scoperta di un’isola<br />
immersa nelle trasparenze marine<br />
del Mediterraneo, fra mito, arte e natura.<br />
Alla Sicilia del cinema è stato dedicato<br />
anche un progetto promosso<br />
nel 2017 dall’assessorato al Turismo<br />
della Regione, attraverso la Sicilia<br />
Film Commission che, con il progetto<br />
Le strade del cinema, ha immaginato<br />
un percorso di valorizzazione dei territori<br />
raccontati sul grande e piccolo<br />
schermo.<br />
Dalla Catania de Il bell’Antonio (1960),<br />
con Claudia Cardinale e Marcello<br />
Mastroianni, fino al mare e agli scogli<br />
di Aci Trezza che nel 1948 fece da<br />
sfondo a <strong>La</strong> terra trema di Luchino Visconti.<br />
Regista che, nel 1963, proprio<br />
in Sicilia ha girato il suo capolavoro,<br />
Il Gattopardo. Woody Allen ha scelto<br />
il Teatro antico di Taormina per <strong>La</strong><br />
dea dell’amore (1995), mentre i Crateri<br />
Silvestri dell’Etna hanno ispirato<br />
Pier Paolo Pasolini per le riprese di<br />
ben quattro film: Il Vangelo secondo<br />
Matteo (1964), Teorema (1968), Porcile<br />
(1969), I racconti di Canterbury (1972).<br />
Questo viaggio, seppur parziale, non<br />
può non approdare alle Eolie. Vulcano<br />
e Stromboli sono teatro di due pellicole<br />
e di un piccolo grande scandalo:<br />
la storia d’amore fra Ingrid Bergman e<br />
Roberto Rossellini che per lei lascia<br />
Anna Magnani. Nel 1949 Rossellini<br />
gira Stromboli - Terra di Dio, con protagonista<br />
la Bergman, mentre il regista<br />
americano di origine tedesca, William<br />
Dieterle, dirige la Magnani in Vulcano,<br />
prodotto dalla Panaria Film del principe<br />
Francesco Alliata di Villafranca,<br />
che aveva già fatto conoscere le Eolie<br />
attraverso i suoi documentari. Lipari è<br />
pure lo splendido scenario scelto dai<br />
fratelli Taviani per Kaos (1948) e da<br />
Nanni Moretti per Caro diario (1993).<br />
Salina ha accolto Il postino (1994), diretto<br />
da Michael Radford e Massimo<br />
Troisi, che è anche interprete della<br />
pellicola insieme a Philippe Noiret e<br />
Maria Grazia Cucinotta. Una Sicilia intensa<br />
e poetica, tra Messina, lo scoglio<br />
di Lisca Bianca a Lipari e Taormina<br />
per L’avventura (1960) di Michelangelo<br />
Antonioni, con la splendida Monica<br />
Vitti. Set di un altro capolavoro, Nuovo<br />
Cinema Paradiso (1988), di Giuseppe<br />
Tornatore, sono Palermo, Castelbuono<br />
e il mare di Cefalù. A Savoca, tra la<br />
chiesa di San Nicolò, piazza Fossia e il<br />
Bar Vitelli, Francis Ford Coppola ricrea<br />
la Corleone de Il padrino (1972), intrecciando<br />
stereotipi e luoghi comuni di<br />
una Sicilia arcaica oggi superata. Indimenticabili<br />
poi I cento passi (2000) di<br />
Marco Tullio Giordana, per raccontare<br />
la vita di Peppino Impastato a Cinisi,<br />
mentre Palermo è spesso lo sfondo<br />
perfetto delle rocambolesche avventure<br />
degli inseparabili Ficarra e Picone,<br />
che qui sono nati nel ’71.<br />
62
Luca Zingaretti took on the task of<br />
continuing the work, making his debut<br />
as a television series director. Drama<br />
and lightness typical of Camilleri’s best<br />
stories intertwine in Salvo Amato, Livia<br />
Mia – taken from two stories by the<br />
great Sicilian writer (Salvo Amato... Livia<br />
Mia and Il Vecchio <strong>La</strong>dro published by<br />
Sellerio), premiering in cinemas on 24,<br />
25 and 26 February – and in <strong>La</strong> Rete di<br />
Protezione, a transposition of the novel<br />
of the same name written by the Sicilian<br />
author.<br />
The locations are always the same:<br />
Vigata, Camilleri’s Porto Empedocle,<br />
finding the perfect location in<br />
the edifices and alleys of Scicli, a<br />
monumental Baroque city, the centre<br />
of which is World Heritage Site, along<br />
with Ragusa Ibla. Marinella is the Punta<br />
Secca beach, a hamlet of Santa Croce<br />
Camerina, a seaside village in Ragusa.<br />
Then there are Modica, Donnalucata<br />
and Sampieri. Over the years – the first<br />
episode of the prosperous work of<br />
fiction, Il <strong>La</strong>dro di Merendine, debuted<br />
on Rai1 in 1999 – Salvo revealed a part<br />
of Sicily to the general public that was<br />
little known and rarely captured by<br />
cinematography.<br />
Palermo, Ispica, Scicli and Modica also<br />
form the backdrop to <strong>La</strong> Concessione<br />
del Telefono, a new chapter of the<br />
series C’era Una Volta Vigata set to be<br />
broadcast on Rai1 on 6 April following<br />
its premiere in cinemas on 17 and 18<br />
March. The irony and sarcasm of 19thcentury<br />
Sicily is once again recounted<br />
in a Camilleri novel and bought to the<br />
screen by director Roan Johnson. The<br />
cast includes Alessio Vassallo, Fabrizio<br />
I cento passi<br />
Bentivoglio, Corrado Fortuna and<br />
Dajana Roncione.<br />
Trinacria is an entirely natural setting,<br />
the perfect destination for a journey<br />
through the seventh art to discover<br />
an island immersed in the crystalline<br />
waters of the Mediterranean, amongst<br />
myth, art and nature.<br />
A 2017 project promoted by the<br />
Regional Tourism Board, through the<br />
Sicilia Film Commission that, with the<br />
project Le Strade del Cinema, has also<br />
been dedicated to cinematic Sicily, with<br />
the conception of a pathway to enhance<br />
the territories as told on the big and<br />
small screen.<br />
From the Catania of Handsome Antonio<br />
(1960) with Claudia Cardinale and<br />
Marcello Mastroianni through to the<br />
sea and cliffs of Aci Trezza that, in 1948,<br />
served as the backdrop for <strong>La</strong> Terra<br />
Trema by Luchino Visconti. It was in 1963<br />
that the director shot his masterpiece,<br />
The Leopard, here in Sicily.<br />
Woody Allen chose the Ancient Theatre<br />
of Taormina for Mighty Aphrodite (1995),<br />
the Craters Silvestri of Mount Etna<br />
inspired Pier Paolo Pasolini in the filming<br />
of four films: The Gospel According to<br />
St. Matthew (1964), Theorem (1968),<br />
Pigsty (1969) and The Canterbury Tales<br />
(1972). This journey, albeit partial, could<br />
not lack a stop on the Aeolian Islands.<br />
Vulcano and Stromboli are the scene of<br />
two films and a big little scandal – the<br />
love story between Ingrid Bergman<br />
and Roberto Rossellini, who left Anna<br />
Magnani to be with the Swedish-<br />
American actress. In 1949, Rossellini<br />
shot Stromboli, <strong>La</strong>nd of God starring<br />
Bergman, whilst the German-American<br />
© Angelo Turetta/Ansa/CD<br />
© ANSA/PAL<br />
William Dieterle, Anna Magnani, Arturo<br />
Gallea sul set di/on the set of Vulcano<br />
director William Dieterle directed<br />
Magnani in Vulcano, produced by the<br />
Panaria Film of Prince Francesco Alliata<br />
of Villafranca, who had already brought<br />
fame to the Aeolian people through<br />
his documentaries. Lipari is also the<br />
splendid scenery chosen by the Taviani<br />
brothers for Kaos (1948) and by Nanni<br />
Moretti for Dear Diary[ (1993). Salina<br />
welcomed The Postman (1994), directed<br />
by Michael Radford and Massimo Troisi,<br />
who is also the interpreter of the film<br />
along with Philippe Noiret and Maria<br />
Grazia Cucinotta. An intense and poetic<br />
Sicily, between Messina, the coast of<br />
Lisca Bianca in Lipari and Taormina, for<br />
The Adventure (1960) by Michelangelo<br />
Antonioni, with the splendid Monica Vitti.<br />
The set of another masterpiece, Cinema<br />
Paradiso (1988), by Giuseppe Tornatore<br />
is comprised of Palermo, Castelbuono<br />
and the sea of Cefalù. In Savoca,<br />
between the church of San Nicolò,<br />
Piazza Fossia and the Bar Vitelli, Francis<br />
Ford Coppola recreated Corleone in The<br />
Godfather (1972), interweave stereotypes<br />
and clichés of an Archaic Sicily that is<br />
today outdated. Unforgettable was One<br />
Hundred Steps (2000) by Marco Tullio<br />
Giordana, recounting the life of Peppino<br />
Impastato in Cinisi, whilst Palermo is<br />
often the perfect backdrop to incredible<br />
adventures of the inseparable Ficarra<br />
and Picone, who were born here in 1971.<br />
63
TRAVEL<br />
ALLA SCOPERTA DI POMPEI<br />
VIAGGIO NEL PIÙ GRANDE MUSEO A CIELO APERTO DEL MONDO.<br />
TRA SCOPERTE RECENTI E SENSAZIONALI: AFFRESCHI, DIPINTI,<br />
MOSAICI, DOMUS, TAVERNE E TOMBE<br />
di Massimo Osanna<br />
[Direttore generale del Parco archeologico di Pompei<br />
General Director of the Archaeological Park of Pompeii]<br />
Pompei è un luogo unico al<br />
mondo. E non solo per lo stato<br />
di conservazione straordinario<br />
delle sue rovine, ma in quanto<br />
palinsesto di molteplici vite urbane che<br />
si chiudono nel 79 d.C. per ricominciare<br />
all’improvviso nel secolo dei Lumi,<br />
con l’inizio degli scavi ufficiali nel 1748.<br />
Da allora a oggi si contano 270 anni di<br />
nuova vita, un percorso storico fatto di<br />
gente impegnata negli scavi, nei restauri,<br />
nella riflessione sulla gestione di<br />
un incredibile patrimonio, e di visitatori<br />
ammirati, ogni anno di più (oggi circa<br />
quattro milioni).<br />
E ancora, tra quei due momenti emblematici<br />
della distruzione e della ri-<br />
scoperta – 79 e 1748 – un’altra lunga<br />
esistenza, più misteriosa, sotterranea:<br />
mentre sopra la coltre di cenere e lapilli<br />
si ricreava una ferace campagna<br />
coltivata, al di sotto si tornava ripetutamente<br />
a rovistare tra i muri delle stanze<br />
e nelle strade sepolte. Una caccia al tesoro<br />
plurisecolare che ha spinto gente<br />
comune che viveva, coltivava e lavorava<br />
sopra alla città scomparsa a realizzare<br />
fosse, gallerie, cunicoli per cercare<br />
oggetti preziosi. A Pompei si è sempre<br />
scavato, lecitamente e illecitamente.<br />
Chi cammina oggi tra le strade della<br />
città antica, chi entra nelle sue case<br />
ad ammirare pitture e mosaici, difficilmente<br />
riesce a cogliere questa stratificazione<br />
temporale, mentre è portato<br />
a pensare che quello che vede – spazi,<br />
architetture, decorazioni – costituisca<br />
un fermo immagine di una realtà bloccata<br />
una volta per sempre dall’eruzione<br />
del Vesuvio ed estratta dal fluire incessante<br />
del tempo. <strong>La</strong> città continua a restituire<br />
emozioni e riflessioni, a ispirare<br />
mode e forme d’arte, mentre agli addetti<br />
ai lavori richiama soprattutto l’impegno<br />
incessante (per la sottrazione di<br />
lapilli, i restauri, le ricostruzioni) e anche<br />
i danni che gli uomini le hanno inferto<br />
nel tempo (incuria, interventi sbagliati,<br />
scavi clandestini, a volte più spietati<br />
della natura).<br />
Qual è la Pompei attuale, la nostra<br />
© Darryl Brooks/AdobeStock<br />
64
DISCOVERING POMPEII<br />
JOURNEY TO THE<br />
WORLD’S LARGEST<br />
OPEN-AIR MUSEUM.<br />
FRESCOES, PAINTINGS,<br />
MOSAICS, DOMUS,<br />
TAVERNS AND TOMBS<br />
AMONGST RECENT<br />
AND SENSATIONAL<br />
DISCOVERIES<br />
Pompeii is unique in the world.<br />
This is not only because of<br />
the extraordinary state of<br />
conservation of its ruins but due to<br />
it being a palimpsest of numerous<br />
urban existences cut short in 79 AD<br />
before suddenly recommencing in the<br />
century of the Enlightenment, with the<br />
start of official excavations in 1748. From<br />
then to today, 270 years of new life have<br />
passed, a historical journey comprised<br />
of people engaged in excavations,<br />
restorations, reflections on how to<br />
manage an incredible heritage, and<br />
appreciative visitors coming in even<br />
greater numbers each year (today<br />
averaging around four million).<br />
Between those two emblematic<br />
moments of destruction and<br />
rediscovery – 79 and 1748 – came<br />
another extensive, more mysterious,<br />
underground existence – whilst<br />
above the blanket of ash and lapilli<br />
was a fertile cultivated countryside,<br />
beneath lay the walls of rooms and<br />
buried streets repeatedly revisited<br />
to rummage through the ruins. This<br />
centuries-long treasure hunt pushed<br />
ordinary people who lived, cultivated<br />
and worked above the vanished city<br />
to create pits, tunnels and burrows to<br />
search for precious objects. People<br />
have long been digging in Pompeii,<br />
both lawfully and illicitly.<br />
Today, those who stroll along the<br />
dusty streets of the ancient city, who<br />
enter its houses to admire paintings<br />
and mosaics, can barely perceive this<br />
temporal stratification, being led to<br />
believe that what can be seen – the<br />
spaces, architecture, decorations –<br />
Due gladiatori alla fine della lotta, in una scena di un affresco scoperto di recente nella Regio V<br />
Two gladiators at the end of the fight, in a the scene of the last fresco found in the Regio V<br />
is a set image of a reality stopped<br />
in its tracks once and for all by the<br />
eruption of Vesuvius and extracted<br />
from the incessant flow of time. The<br />
city continues to offer thrills and<br />
reflections, to inspire fashions and<br />
forms of art, whilst the official workers<br />
recall the incessant commitment (in<br />
removing the lapilli, the restorations,<br />
the reconstructions) and also the<br />
damage that man has inflicted<br />
over time (carelessness, incorrect<br />
operations, clandestine excavations –<br />
sometimes more ruthless than nature).<br />
What is the excavated city of today,<br />
our contemporary Pompeii? We can<br />
say that today’s Pompeii is the one<br />
experiencing a new life, an example of<br />
redemption following the dark years<br />
of scandals and collapses (including<br />
the most striking one of the Schola<br />
Armaturarum in 2010). At that time, the<br />
prolonged lack of systematic checks<br />
and constant maintenance led to<br />
situations of degradation so advanced<br />
that they could not be safeguarded by<br />
standard interventions alone. Pompeii<br />
needed a Grande Progetto – a Great<br />
Project – able to address all the critical<br />
issues in a pervasive and extensive way,<br />
finally in an urban scale. Commenced<br />
in 2012 but only coming into full force<br />
between 2014 and 2019, thanks to a<br />
new law (the Valore Cultura decree)<br />
and the commitment of two ministers,<br />
Massimo Bray and Dario Franceschini,<br />
the Grande Progetto Pompei has<br />
led to a change in governance (with<br />
the Carabinieri General Giovanni<br />
Nistri as General Director of the GPP,<br />
today replaced by General Mauro<br />
Cipolletta, and the author as Special<br />
Superintendent and now Director<br />
General of the Archaeological Park),<br />
putting in place qualified forces and<br />
skills, enlivened by a common goal to<br />
do a good job and do it quickly.<br />
In this way, fundamental operations<br />
and activities were undertaken to<br />
conserve and preserve Pompeii,<br />
solving many of the problems never<br />
before addressed, securing the entire<br />
archaeological area, restoring and<br />
reopening whole zones, buildings<br />
and roads denied to the public for too<br />
long. In opening access to 32 hectares<br />
out of the 44 excavated plus new<br />
pathways, including one for people<br />
with disabilities, special attention<br />
was paid to fruition, to the public<br />
archaeology, defining communication<br />
and dissemination systems that now<br />
transmit a completely new image of<br />
Pompeii.<br />
With the Grande Progetto, we finally<br />
returned to digging, which had not<br />
been done since the 1960s. The works<br />
to secure the excavation sources, a<br />
project that involved the re-shaping<br />
and stabilisation of the escarpments<br />
65
TRAVEL<br />
Pompei contemporanea? Possiamo<br />
dire che la Pompei di oggi è quella che<br />
vive una nuova vita, un’esperienza di<br />
riscatto che fa seguito agli anni bui di<br />
scandali e crolli (tra cui quello più eclatante<br />
della Schola armaturarum del<br />
2010). Allora, la mancanza prolungata di<br />
controlli sistematici e di manutenzione<br />
costante aveva determinato situazioni<br />
di degrado talmente avanzate da non<br />
poter essere gestite solo con interventi<br />
ordinari. Pompei aveva bisogno del<br />
Grande Progetto, un sistema di interventi<br />
che affrontasse in maniera pervasiva<br />
ed estensiva – a scala finalmente<br />
urbana – tutte le criticità. Intrapreso nel<br />
2012, ma entrato nel vivo delle attività<br />
tra il 2014 e il 2019, grazie a una nuova<br />
legge (il decreto Valore cultura) e all’impegno<br />
di due ministri, Massimo Bray e<br />
Dario Franceschini, il Grande Progetto<br />
Pompei ha portato a un cambio di governance<br />
(il generale dei Carabinieri<br />
Giovanni Nistri in qualità di direttore<br />
generale del Gpp, oggi sostituito dal<br />
generale Mauro Cipolletta, e chi scrive,<br />
come Soprintendente speciale e ora<br />
Direttore generale del Parco Archeologico),<br />
mettendo in campo forze e<br />
competenze qualificate, animate da un<br />
obiettivo comune, quello di fare bene e<br />
fare presto.<br />
Si sono intrapresi, così, interventi e attività<br />
fondamentali per la conservazione<br />
e la salvaguardia di Pompei, risolvendo<br />
molti dei problemi mai affrontati in passato,<br />
mettendo in sicurezza tutta l’area<br />
archeologica, restaurando e riaprendo<br />
intere zone, edifici e strade negate al<br />
pubblico da troppo tempo. Restituendo<br />
32 ettari dei 44 scavati e nuovi percorsi,<br />
tra cui uno per persone con abilità<br />
diverse, mentre un’attenzione particolare<br />
è stata data alla fruizione, all’archeologia<br />
pubblica, definendo sistemi<br />
di comunicazione e divulgazione che<br />
trasmettono ora un’immagine del tutto<br />
nuova di Pompei.<br />
Con il Grande Progetto si è tornati infine<br />
a scavare, come non si faceva dagli anni<br />
‘60 del secolo scorso. I lavori di messa<br />
in sicurezza dei fronti di scavo, un progetto<br />
che prevedeva la risagomatura<br />
e la stabilizzazione delle scarpate lasciate<br />
dagli scavi del passato, le quali<br />
spesso si elevavano per quattro, cinque<br />
metri, hanno reso necessario intraprendere<br />
nuovi scavi, spesso portando a<br />
termine opere lasciate incompiute nel parte delle Regio I e II, l’ultima parte della<br />
città messa interamente in sicurezza.<br />
passato. Come si poteva immaginare,<br />
trattandosi di Pompei, molte sono state<br />
le scoperte e altrettante le sorprese. soprattutto opere di grande bellez-<br />
Si riaprono così nuovi assi stradali e<br />
Lungo via di Vesuvio, il cardo di Pompei za, come la Casa del Frutteto, su via<br />
che taglia la città in due da nord a sud, dell’Abbondanza, con le sue straordinarie<br />
stanze dalle pareti decorate da<br />
incrociando ad angolo retto prima via di<br />
Nola e poi via dell’Abbondanza (il decumanus),<br />
sono venute alla luce parti di Amanti, unico esempio che si è con-<br />
lussureggianti giardini, e la Casa degli<br />
nuove case, come quella che ha restituito<br />
l’affresco di Leda, uno dei quadretti piani e due ordini di colonne. Chiusa al<br />
servato fino a oggi di peristilio con due<br />
mitologici più belli e sensuali che la città<br />
vesuviana ha restituito: la bellissima deve il suo nome alla scoperta di un<br />
pubblico dopo il terremoto del 1980,<br />
regina spartana è colta nel momento graffito che riporta una delle frasi amorose<br />
più celebri: amantes ut apes vita<br />
dell’amplesso con Zeus trasformato<br />
in cigno. Nella Regio V gli scavi hanno mellita exigunt (gli amanti fanno, come<br />
inoltre portato alla luce un’intera strada, le api, una vita dolcissima). Qui al motteggio<br />
sentimentale della prima mano,<br />
con le botteghe, i ristoranti e le case<br />
che si allineavano ai due lati, come una seconda, più scettica, ha aggiunto<br />
quella decorata dai bellissimi mosaici un simpatico commento: velle (mi piacerebbe).<br />
ispirati dalla mitologia di Orione. Sui due<br />
pavimenti della casa è rappresentato il Le scritte occasionali sui muri, le parole<br />
che hanno attraversato i secoli, sono<br />
bellissimo e gigantesco cacciatore del<br />
mito greco mentre cattura animali di l’aspetto che più di ogni altra cosa ci avvicina<br />
agli antichi, restituendoci fram-<br />
ogni genere e viene trasformato nell’omonima<br />
costellazione; o ancora la Casa menti unici di quella vita quotidiana,<br />
col giardino, con i suoi affreschi e il tesoretto<br />
di amuleti che rimanda forse alle ta dal tempo.<br />
travolta dell’eruzione ma non cancella-<br />
attività domestiche di una maga. pompeiisites.org<br />
In attesa di poter riaprire al pubblico pompeiisoprintendenza<br />
questi ambienti, si restituisce alla fruizione<br />
una grande area di Pompei, buona pompeii_parco_archeologico<br />
pompeii_sites<br />
Massimo Osanna e l’affresco con Leda e il cigno/and fresco with Leda and the swan<br />
© Carlo Hermann<br />
66
Amuleti e altri oggetti forse appartenuti a una maga/Amulets and other objects that perhaps refer to a sorceress<br />
of past excavations, which often<br />
rose for four to five metres, rendered<br />
it necessary to undertake new<br />
excavations, often completing works<br />
left unfinished in the past. As can be<br />
imagined when dealing with Pompeii,<br />
there were many discoveries and a<br />
whole host of surprises.<br />
Along Via di Vesuvio, the road that<br />
dissects the city of Pompeii from north<br />
to south, crossing at right angles Via di<br />
Nola first of all then Via dell’Abbondanza<br />
(the decumanus), parts of new houses<br />
– such as that containing the fresco of<br />
Leda, one of the most stunning and<br />
sensual mythological images that the<br />
Vesuvian city has revealed, with the<br />
beautiful Spartan queen captured in<br />
the amplex with Zeus transformed<br />
into a swan. In Regio V, the excavations<br />
have also brought to light an entire<br />
street with shops, restaurants and<br />
houses aligned on both sides, such as<br />
that adorned with stunning mosaics<br />
inspired by the mythology of Orion.<br />
Depicted across the two floors of the<br />
house is the beautiful and gigantic<br />
hunter from the Greek myth capturing<br />
all kinds of animals, being transformed<br />
into the constellation of the same<br />
name; or the house with a garden, its<br />
frescoes and treasure of amulets that<br />
perhaps refer to the domestic activities<br />
of a sorceress.<br />
In anticipation of being able to reopen<br />
these environments to the public,<br />
a large expanse of Pompeii’s Regio<br />
I and II is once more available for<br />
fruition as the last part of the city to<br />
be fully secured. New road axes and<br />
especially works of great beauty, such<br />
as the Casa del Frutteto (House of<br />
the Orchard), on Via dell’Abbondanza,<br />
with its extraordinary rooms with walls<br />
decorated with depictions of lush<br />
gardens, and the Casa degli Amanti<br />
(House of Lovers) as the only peristyle<br />
example to have been preserved to<br />
this day, with two floors and two rows of<br />
columns. Closed to the public following<br />
the 1980 earthquake, it owes its name<br />
to the discovery of graffiti that shows<br />
one of the most famous words of love:<br />
amantes ut apes vita mellita exigunt<br />
(lovers, like bees, make life as sweet<br />
as honey). Here by the sentimental wit<br />
etched by the first hand is a second<br />
more sceptical addition, with the sweet<br />
comment: Velle (I would like that).<br />
The occasional writings on the walls,<br />
the words that speak to us across the<br />
centuries, are the aspect that – more<br />
than anything else – brings us closer to<br />
the ancient people, offering us unique<br />
fragments of that daily life, devastated<br />
by the eruption but not erased by time.<br />
NAPOLI<br />
111 FRECCE AL GIORNO/A DAY<br />
Rizzoli, pp. 416+32 tavole fuori testo<br />
a colori € 20<br />
67
TRAVEL<br />
MARCHE GOURMET<br />
© muf/AdobeStock<br />
TARTUFO, VINCISGRASSI E<br />
BRODETTO. SULLA VIA FLAMINIA,<br />
DA FANO ALLA GOLA DEL<br />
FURLO, ALLA SCOPERTA DELLE<br />
SPECIALITÀ MARCHIGIANE<br />
di Riccardo <strong>La</strong>gorio - a cura di vdgmagazine.it<br />
Fano è una città-lasagna: le mura romane si srotolano<br />
attorno alla cattedrale, le opere di Raffaello e Perugino<br />
in Santa Maria Nuova sono a pochi passi dal'Arco di<br />
Augusto, dove la Via Flaminia si affaccia in centro. Dal Caffè Aurora,<br />
sulla piazza del Teatro della Fortuna, si sparge il profumo<br />
della moretta, l’energica bevanda dei pescatori fanesi, dove<br />
anche liquori e caffè si alternano in un susseguirsi di sapori e<br />
colori senza mai mischiarsi. Come i profumi del Mercato ittico:<br />
qui si fa la spesa di pesce azzurro, seppie e molluschi, in attesa<br />
di assaggiare il tipico piatto cittadino durante il BrodettoFest,<br />
dal 30 aprile al 3 maggio, o al ristorante AlMare.<br />
Prima di seguire la via consolare nel tratto marchigiano, si recupera<br />
la bottiglia da tenere stretta per il ritorno a casa salendo i<br />
primi declivi: a Sant’Andrea in Villis i migliori vigneti di Alessandro<br />
Vitali lusingano il palato con KC, un Bianchello del Metauro<br />
Doc, rotondo e grasso, da uve Biancame raccolte a giusta maturazione.<br />
Nella vicina frazione di Lucrezia il profilo del Monte<br />
Catria si impone da lontano e il profumo del pane frusta del<br />
Piccolo forno invade la Via Flaminia. Tagliato a fette spesse e<br />
passato alla griglia, s’inzuppa di Cartoceto Dop, l'ottimo olio extravergine<br />
di oliva della fattoria di Bruno Alessandri. Dalle mura<br />
di Cartoceto si ammira la vallata degli ulivi in un rincorrersi di<br />
toni verdi dove la brezza marina è già un ricordo. Tra i casolari<br />
disciolti sulle colline si può tentare l’acquisto di formaggette<br />
di pecora. Oppure bussare alle porte del caseificio di Colli al<br />
Metauro per una Casciotta d’Urbino Dop morbida e dolce, da<br />
tagliare a spicchi come merenda o scaldare al forno per pochi<br />
istanti, arricchendola con il tartufo bianchetto. L’odoroso tubero<br />
raccolto dall’Associazione Tartufai nella Foresta Demaniale<br />
delle Cesane si festeggia nei primi tre fine settimana di marzo<br />
a Fossombrone. Nei ristoranti aderenti alla manifestazione, le<br />
preziose lamine cadono sul carpaccio di razza Marchigiana e<br />
sui passatelli in brodo. Chi vuole fare scorta della caratteristica<br />
pasta fresca si può fermare nel laboratorio di Melissa Ligi, Il<br />
Rasagnolo. E gli occhi strabuzzano di fronte al reticolo di edifici,<br />
campanili e palazzi nobiliari, Ancora di più avvicinandosi alla<br />
Gola del Furlo, il canyon sul Candigliano che sfodera un’intera<br />
tavolozza di turchese. Il profilo di San Vincenzo al Furlo predice<br />
Acqualagna, la capitale del tartufo bianco. Dopo una sosta al<br />
68
TRUFFLE, VINCISGRASSI AND<br />
BROTH. ALONG THE VIA FLAMINIA,<br />
FROM FANO TO THE GOLA DEL<br />
FURLO, DISCOVERING SPECIALITIES<br />
OF THE MARCHE REGION<br />
Cartoceto, via delle Mura (PU)<br />
Fano is structured in layers, like a lasagna: the Roman<br />
walls unfurl around the cathedral, while the works of<br />
Raphael and Perugino in Santa Maria Nuova are just<br />
a few steps from the Arch of Augustus, where the Via Flaminia<br />
leads into the centre. The smell of moretta, the energypacked<br />
drink favoured by local fishermen, spreads from the<br />
Caffè Aurora, across the square in front of the Teatro Fortuna:<br />
spirits and coffee alternate but never mix, in a succession of<br />
smells and colours. Like the smells of the fish market, where<br />
you can buy fresh fish, cuttlefish and shellfish, while people<br />
who like the most traditional Fano dish have to wait for the<br />
BrodettoFest, held from 30 April to 3 May, or at the AlMare<br />
restaurant.<br />
Before following the ancient Roman road through Le<br />
Marche, you should pick up a bottle to hang on to for the<br />
trip home as you climb the first hills: in Sant’Andrea in Villis,<br />
Alessandro Vitali’s best vines tempt the palate with KC, a<br />
Bianchello del Metauro DOC, round and full bodied, made<br />
from Biancame grapes picked when perfectly ripe. In the<br />
nearby Lucrezia, the shape of Monte Catria is imposing in<br />
the distance, and leaving the Piccolo forno bakery, the scent<br />
of pane frusta fills the Via Flaminia. Cut into thick chunks<br />
and grilled, it is dunked in Cartoceto DOP (the extra-virgin<br />
olive oil sold at Bruno Alessandri’s farm). From the walls of<br />
Cartoceto you can admire the olive groves in the valley in<br />
© Andrea Contenti<br />
Gola del Furlo (PU)<br />
69
TRAVEL<br />
Museo del Tartufo per scoprire le curiosità<br />
e i segreti legati al tubero, in un percorso<br />
che attiva tutti i sensi, si entra nella<br />
vicina macelleria per lasciarsi andare<br />
ai suggerimenti di Alessandro Foglietta,<br />
beccaio per passione e cultore del<br />
buon vivere. Il corso del fiume Burano<br />
porta diretto alla salumeria di Simona<br />
Caselli, a Cagli, dove scoprire i legumi<br />
locali e addentare la migliore crescia<br />
dei dintorni, la piatta focaccetta cotta<br />
al forno. Da provare quella condita con<br />
i cicoletti, i ciccioli. <strong>La</strong> terra s'increspa<br />
verso Cantiano, il paradiso dell’amarena<br />
dal gusto acidulo e brusco, dove la<br />
famiglia Lupatelli trasforma il frutto in<br />
confetture, bevande e creme per arricchire<br />
gelato, yogurt e torte. A strati, di<br />
pan di Spagna, panna e amarene.<br />
festivalbrodetto.it<br />
oliocartocetodop.it<br />
casciottadiurbino.it<br />
museotartufoacqualagna.it<br />
Tartufo bianchetto di Fossombrone<br />
a succession of green shades where<br />
the sea breeze is just a memory. You<br />
can stop off at some of the farmhouses<br />
that are scattered across the hills<br />
and try to buy little goat cheeses.<br />
Or you can knock at the doors of the<br />
dairy in Colli al Metauro to get some<br />
soft and sweet Casciotta d’Urbino<br />
DOP, that you can cut into chunks for<br />
a snack, or pop in the oven to warm<br />
and then add bianchetto truffle. The<br />
flavoursome truffles gathered by<br />
the truffle association in the Foresta<br />
Demaniale delle Cesane (a national<br />
forest) are celebrated in the first three<br />
weeks of March at Fossombrone. The<br />
restaurants that participate in the<br />
festival serve precious truffle slices on<br />
carpaccio slices of Marche beef, and on<br />
passatelli pasta in broth. If you want to<br />
stock up on this traditional fresh pasta,<br />
stop off at Il Rasagnolo, the facility run<br />
by Melissa Ligi. You will be astonished<br />
by the web of buildings, bell towers<br />
and noble residences. And still more as<br />
you get close to the Gola del Furlo, the<br />
canyon on the Candigliano river that<br />
unveils a whole palette of turquoise.<br />
The outline of the San Vincenzo al<br />
Furlo abbey appears as you approach<br />
Acqualagna, the white truffle capital.<br />
After visiting the Truffle Museum to<br />
discover unusual facts and secrets<br />
linked to these tubers, you can take a<br />
path that activates all your senses, and<br />
go into the nearby butcher’s and leave<br />
yourself in the hands of Alessandro<br />
Foglietta, a butcher with a passion for<br />
his craft and lover of good living. The<br />
Burano river takes you straight to the<br />
delicatessen run by Simona Caselli, in<br />
Cagli, where you can try local beans<br />
and the area’s best crescia, a flat, oven-<br />
<strong>La</strong> moretta<br />
baked focaccia. You should try the one<br />
flavoured with cicoletti pork rinds. The<br />
terrain gets rougher as you go towards<br />
Cantiano, a paradise for strong, acidic<br />
black cherries, which the Lupatelli<br />
family use to make jams, drinks and<br />
creams to flavour ice cream, yoghurt<br />
and cake. <strong>La</strong>yered, sponge cake,<br />
cream and black cherries.<br />
© Luca Toni<br />
70
TRAVEL<br />
QUANDO IL VINO SI FA SANTO<br />
IN TRENTINO PRIMAVERA FA RIMA CON NOSIOLA.<br />
TANTI GLI APPUNTAMENTI ENOGASTRONOMICI E CULTURALI<br />
LUNGO LA STRADA DEL VINO E DEI SAPORI<br />
di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it<br />
Si scrive aprile, si legge Nosiola. È questo il<br />
mese in cui si celebra l’unico vitigno autoctono<br />
trentino a bacca bianca e, durante la Settimana<br />
Santa, si procede alla torchiatura dei suoi acini appassiti<br />
per dare vita al Vino Santo, che deve poi riposare per<br />
almeno 50 mesi in piccole botti di legno prima di essere<br />
assaporato.<br />
E proprio nella culla di tale nettare prezioso, la Valle dei<br />
<strong>La</strong>ghi, dal 2 al 26 aprile si svolge DiVin Nosiola, quando<br />
il vino si fa santo. Un mese di iniziative accompagnate<br />
anche dalla rassegna A tutto Nosiola, con eventi diffusi<br />
tra la Vallagarina e la Piana Rotaliana, l'Altopiano della<br />
Paganella, la città di Trento e il <strong>La</strong>go di Garda.<br />
Un susseguirsi di degustazioni con i produttori, escursioni<br />
nei vigneti, menù e proposte a tema. Tra le serate<br />
speciali in programma, Palazzo Roccabruna di Trento<br />
offre assaggi di Nosiola, Vino Santo e relative grappe,<br />
oltre a proporre un incontro di approfondimento, mercoledì<br />
8, dedicato alle annate storiche di Vino Santo.<br />
Racchiusa tra il capoluogo e il Garda, la Valle dei <strong>La</strong>ghi<br />
in primavera dipinge una delle più suggestive cartoline<br />
della regione. E ciò che caratterizza questo territorio<br />
© M.Facci | Archivio Strada Vino Sapori Trentino<br />
Piana Rotaliana (TN)<br />
72
nei mesi di marzo e aprile è, appunto, la magia delle<br />
spremiture delle uve della Nosiola. Da quest’anno, poi,<br />
si può visitare la nuovissima Casa Caveau Vino Santo,<br />
a Padergnone: un percorso esperienziale fatto di storia,<br />
profumi, sensazioni, immagini e racconti, per conoscere<br />
tutto sul dolce oro liquido e sui vignaioli che lo<br />
producono.<br />
Altro luogo dove sostare è il borgo di Santa Massenza,<br />
a una manciata di chilometri a ovest di Trento, all’inizio<br />
della strada che attraversando la Valle arriva al Garda.<br />
D’obbligo passeggiare lungo il sentiero della Nosiola<br />
e intorno al <strong>La</strong>go di Toblino, visitando anche il suo castello.<br />
L'Hotel Garnì Lillà di Terlago è un'ottima base di<br />
partenza per esplorare la Strada del vino e dei sapori<br />
del Trentino, «un universo di piaceri per il palato che,<br />
passando dall’ambiente mediterraneo al paesaggio alpino,<br />
offre sia prelibatezze gastronomiche che eccellenze<br />
enologiche, come il famoso Trentodoc», spiega<br />
il presidente di questa Strada delle meraviglie, Francesco<br />
Antoniolli.<br />
E se la Valle dei <strong>La</strong>ghi è caratterizzata dalle produzioni<br />
di Nosiola e Vino Santo, la Piana Rotaliana è nota per il<br />
rosso autoctono Teroldego Rotaliano, la Val di Cembra<br />
è la terra del profumatissimo Müller Thurgau, mentre<br />
fra Rovereto e la Vallagarina spicca il Marzemino, vitigno<br />
che qui riesce a dare il meglio di sé. Uve che, a<br />
loro volta, danno vita a interessanti grappe, espressioni<br />
perfette dei relativi vitigni.<br />
Dai calici ai piatti il passo è breve. Imperdibili i formaggi<br />
Spressa Dop delle Giudicarie, Vezzena e Nostrano del<br />
Baldo, oltre alle piccole produzioni di malga, e i salumi:<br />
lucanica trentina, ciuìga del Banale, carne salada e carne<br />
fumada. Gli amanti di frutta e verdura non restano<br />
a bocca asciutta grazie a mele, castagne e ortaggi bio<br />
della Val di Gresta, al broccolo di Torbole e agli asparagi<br />
di Zambana, da condire con l’ottimo extravergine<br />
d’oliva Dop Garda trentino. Immancabile, ovviamente, il<br />
pescato di acqua dolce.<br />
«Il mondo della Strada del vino e dei sapori del Trentino<br />
può essere scoperto anche grazie ai Viaggi di gusto,<br />
proposte vacanza che comprendono wine tour dai tre<br />
ai cinque giorni», prosegue il presidente. In più, per i<br />
turisti eco-friendly ci sono i pacchetti Vacanze sostenibili,<br />
per muoversi in modo green e fare visita a ristori,<br />
agriturismi e aziende vinicole attenti al bio, come l'Osteria<br />
Cà dei Giosi di Terlago e Cantina Toblino. «Si tratta<br />
di una proposta che promuove realtà sostenibili e<br />
valorizza prodotti locali attraverso spostamenti tramite<br />
e-bike e mezzi pubblici. Stiamo inoltre lavorando per<br />
trasformare questa offerta in un valore aggiunto trasversale<br />
da applicare a qualsiasi pacchetto di viaggio,<br />
attraverso iniziative come Un sorso di Trentino by bike<br />
e Vini, natura e cultura by bus&train», conclude Antoniolli.<br />
«I laghi nel nome, il vento nell’identità. Un connubio inscindibile,<br />
che rende la Valle dei <strong>La</strong>ghi quanto di più variegato<br />
consenta il paesaggio alpino. Acqua, rocce, aria,<br />
miscelati chissà come e quando, formano scenari di un<br />
2-11<br />
2 e 9<br />
2-4 e 6-10<br />
2-4 e 6-11<br />
2-4 e 6-12<br />
2-13<br />
2-4 e 9-12<br />
2-5 e 7-13<br />
Canederli - Osteria Cà de Giosi<br />
A TUTTO NOSIOLA<br />
EVENTI, MENÙ E APERITIVI<br />
APRILE<br />
<strong>La</strong> Nosiola a nord di Trento<br />
Gaierhof - Roverè della Luna<br />
Nosiola in Osteria<br />
Osteria Cà dei Giosi - Covelo di Vallelaghi<br />
Degustando la Nosiola di sera<br />
Cantina <strong>La</strong> Vis - <strong>La</strong>vis<br />
Nosiola e sapori di lago<br />
Ristorante al Vò - Trento<br />
Nosiola da gustare<br />
Briciole Food&Drink - Rovereto<br />
<strong>La</strong> trentina e la romana<br />
Panificio Moderno - Trento<br />
Gourmet Seduction<br />
The Dining Lounge at Solea - Fai della Paganella<br />
Bouquet di Nosiola e Sfumature di Nosiola<br />
Madonna delle Vittorie - Arco<br />
Nosiola in trattoria<br />
Antica Trattoria Due Mori - Trento<br />
<strong>La</strong> proposta di mezzodì<br />
Osteria Le Due Spade - Trento<br />
Tre Chiavi di lettura del Nosiola e Nosiola in<br />
dolcezza<br />
Locanda delle Tre Chiavi - Isera<br />
Gusto di Nosiola<br />
Al Faggio - Andalo<br />
Nosiola a Spormaggiore<br />
Alt Spaur - Spormaggiore<br />
<strong>La</strong> Nosiola delle colline avisiane<br />
Maso Poli - Pressano di <strong>La</strong>vis<br />
Gustando la Nosiola<br />
Ristorante Alfio - Dro<br />
73
TRAVEL<br />
habitat solo apparentemente omogeneo. In realtà è un<br />
trionfo della diversità». Sono le belle parole di Carlo De<br />
Biasi, direttore della Cantina Toblino. «Una diversità che<br />
affascina per la spontaneità, per come i confini si intersecano<br />
fra acqua e cielo, terre e pareti rocciose, sfumate<br />
l’una nell’altra». Siamo in una vallata dove i filari quasi si<br />
confondono nell’azzurro lacustre e il blu del cielo. Viti da<br />
secoli coltivate su campi strappati alla montagna. «Qui<br />
non si vedono vigneti senza imperfezioni. L’estetica è ancora<br />
frutto della mano del vignaiolo, che ha piantato a<br />
occhio il filare, rispettato il crinale della collina e la corretta<br />
esposizione al sole del pomeriggio. Sono vini che<br />
raccontano il territorio in cui nascono, che racchiudono<br />
saperi, non solo sapori», continua Carlo. «Tutta la comunità<br />
della Valle è orgogliosa della sua variegata specificità<br />
colturale. Per capire e conoscere questa zona bisogna<br />
lasciarsi guidare dal paesaggio e dal vento locale, l’Ora».<br />
Era il 2012 quando la Cantina Toblino ha avviato il progetto<br />
per lo sviluppo e la diffusione della viticoltura biologica,<br />
con la certificazione nel 2015. Poi, con l’arrivo nel 2016<br />
del direttore De Biasi, la cui attitudine alla sostenibilità è<br />
stata anche riconosciuta dal premio internazionale Green<br />
Personality of the Year 2013, il progetto ha avuto un<br />
ulteriore slancio. Mentre, nel territorio, la consapevolezza<br />
crescente di viticoltori, agricoltori e residenti ha portato<br />
alla costituzione del Biodistretto della Valle dei <strong>La</strong>ghi,<br />
promotore dello sviluppo sostenibile dell’intera zona.<br />
Altra realtà da assaporare, la Distilleria Marzadro di Rovereto<br />
si distingue nella produzione di distillati, grappe<br />
e liquori. Tra i più famosi la Grappa Stravecchia Le Diciotto<br />
Lune e la dolcissima e aromatica Camilla, molto<br />
apprezzata dalle donne. Realtà trentina dal 1949, Marzadro<br />
offre il tour dei Cinque sensi, dove i visitatori respirano<br />
profumi intensi di frutta, vinaccia ed erbe aromatiche<br />
uniti a quelli del legno degli alambicchi. Per comprendere<br />
la grandezza di un’arte di famiglia, tramandata con<br />
passione da 70 anni, oltre alla distilleria si può visitare<br />
l'azienda agricola di Arco, dove si produce un ottimo<br />
extravergine Dop. Completiamo il viaggio proprio qui,<br />
sulla sponda nord del <strong>La</strong>go di Garda, sede della cantina-frantoio<br />
Madonna delle Vittorie, appartenente al<br />
Gruppo Marzadro. Una posizione a dir poco perfetta,<br />
dove l'Ora del Garda e il Pelèr soffiano a intervalli regolari<br />
giorno e notte, garantendo l’ideale aerazione dei<br />
vigneti che, insieme con la terra fertile e salubre, danno<br />
vita a vini bianchi freschi e fruttati, rossi armoniosi e profumati<br />
e a una selezione di spumanti d’eccellenza. Con cui<br />
brindare alla nostra bella Italia.<br />
<strong>La</strong>go di Toblino (TN)<br />
© M.Facci | Archivio Strada Vino Sapori Trentino<br />
74
<strong>La</strong>go di Garda, Torbole e Arco (TN)<br />
SAVE THE DATE//TRENTINO GOURMET<br />
2-13<br />
2-26<br />
18-19<br />
25<br />
1-3, 8-10,15-17,22-24,29-31<br />
30-31<br />
25 giugno-5 luglio<br />
2-5 luglio<br />
APRILE<br />
A tutto Nosiola | Strada del vino e dei sapori del Trentino<br />
DiVin Nosiola, quando il vino si fa santo | Trento e Valle dei <strong>La</strong>ghi<br />
Etno. Festival dell’etnografia del Trentino | San Michele all’Adige<br />
Di maso in maso... di vino in vino | <strong>La</strong>vis<br />
MAGGIO<br />
Gemme di gusto | Strada del vino e dei sapori del Trentino<br />
Cantine Aperte | Trentino<br />
GIUGNO/ LUGLIO<br />
A tutto Müller | Strada del vino e dei sapori del Trentino<br />
Rassegna Müller Thurgau. Vino di montagna | Cembra di Cembra Lisignago<br />
© Ronny Kiaulehn<br />
© Archivio Madonna delle Vittorie/M. Facci<br />
TUTTI I WEEKEND DELL’ANNO<br />
Weekend in cantina e Weekend col produttore | Strada del vino e dei sapori del Trentino<br />
tastetrentino.it/eventi<br />
Strada Vino Trentino VinoDolomiti vinodolomiti<br />
Cantina Toblino (TN)<br />
75
TRAVEL<br />
IL CAMMINO ÈDONNA<br />
COMINCIA LA STAGIONE MIGLIORE PER I VIAGGI A PIEDI. MA IN<br />
POCHI SANNO CHE IL PRIMO ITINERARIO MODERNO IN ITALIA,<br />
DAI TEMPI DELLA VIA FRANCIGENA, È STATO CREATO DA UNA LEI,<br />
ANGELA SERACCHIOLI, E DIFFUSO DA TERRE DI MEZZO,<br />
CASA EDITRICE DIRETTA DA MIRIAM GIOVANZANA<br />
di Valentina Lo Surdo<br />
valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha<br />
ilmondodiabha.it<br />
L’<br />
incontro con l’inventrice dei<br />
cammini, Angela Seracchioli,<br />
avviene in Molise, a<br />
Sant’Angelo in Grotte: un paesino a<br />
mille metri di altezza che si affaccia<br />
come un balcone sulla Valle del Sannio,<br />
in provincia di Isernia, dove lei si<br />
sente a casa. «Sono nata a Bologna<br />
nel 1951, ho vissuto girando l’Italia e la<br />
Gran Bretagna, passando dalle matite<br />
dei miei disegni alle pentole, come<br />
cuoca vegetariana».<br />
Camminatrice fi n da piccola grazie a<br />
una famiglia amante quanto lei delle<br />
Dolomiti, Angela è approdata uffi -<br />
cialmente in questo mondo a 50 anni<br />
suonati, dopo aver percorso le montagne<br />
himalayane di Nepal e Tibet.<br />
«Tutto è cominciato quando sono partita<br />
in solitaria nel 2002 per il Cammino<br />
di Santiago», ricorda. «È lì che, in<br />
un momento di grande diffi coltà, ebbi<br />
l’impressione che Francesco d’Assisi<br />
camminasse al mio fi anco. Per me<br />
quest’uomo inquieto e medievale, eppure<br />
così moderno, è sempre stato un<br />
maestro di vita».<br />
Per ringraziarlo, Angela decide di percorrere<br />
un cammino sui suoi passi,<br />
che attraversasse i luoghi della sua<br />
vita seguendo le Fonti Francescane,<br />
le prime biografi e sulla vita del Santo.<br />
«Era la primavera del 2003 e allora<br />
in Italia esisteva solo la storica Via<br />
Francigena, che però faceva fatica a<br />
decollare. Chi voleva cimentarsi in<br />
Cammino Di qui passò Francesco, verso Assisi (PG)<br />
76
8.658 KM DI CAMMINI ITALIANI<br />
NEI LIBRI DI TERRE DI MEZZO<br />
<strong>La</strong> Via Romea Germanica - 1022 km | Trentino, Veneto, Emilia<br />
Romagna, Toscana, Umbria e <strong>La</strong>zio<br />
<strong>La</strong> Via Francigena - 1004 km | Valle d’Aosta, Piemonte,<br />
Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, <strong>La</strong>zio<br />
<strong>La</strong> Via Francigena del Sud - 800 km | <strong>La</strong>zio, Campania, Puglia<br />
Con le ali ai piedi - 500 km | <strong>La</strong>zio, Abruzzo, Molise e Puglia<br />
Il Cammino di Sant’Antonio - 458 km | Veneto, Emilia<br />
Romagna, Toscana<br />
<strong>La</strong> Via di Francesco - 450 km | Toscana, Umbria e <strong>La</strong>zio<br />
Italia Coast to Coast - 420 km | Marche, Umbria, <strong>La</strong>zio,<br />
Toscana<br />
Il Cammino Minerario di Santa Barbara - 400 km | Sardegna<br />
Da Palermo a Messina per le montagne - 370 km | Sicilia<br />
Di qui passò Francesco - 363 km | Toscana, Umbria e <strong>La</strong>zio<br />
Il Cammino di San Benedetto - 305 km | Umbria e <strong>La</strong>zio<br />
<strong>La</strong> Via della Costa - 300 km | Liguria<br />
Il Cammino nelle Terre Mutate - 257 km | Marche, Umbria,<br />
<strong>La</strong>zio, Abruzzo<br />
<strong>La</strong> Via degli Abati e del Volto Santo - 344 km | Lombardia,<br />
Emilia-Romagna, Toscana<br />
<strong>La</strong> Magna Via Francigena - 184 km | Sicilia<br />
Il Cammino Materano - 165 km | Puglia e Basilicata<br />
<strong>La</strong> Via <strong>La</strong>uretana - 150 km | Marche e Umbria<br />
<strong>La</strong> Via degli Dei - 121 km | Emilia-Romagna e Toscana<br />
Il Cammino di Oropa - 100 km | Piemonte e Valle d’Aosta<br />
Il Trekking del Lupo - 75 km | Valle d’Aosta<br />
terre.it<br />
Cammino Con le ali ai piedi, verso Pescocostanzo (AQ)<br />
© Paula<br />
un cammino andava in Spagna». Fu percorso anche lei in solitaria quella<br />
per caso o, come dice la Seracchioli, tratta. «Nacque così la scommessa di<br />
per “Dio-incidenza”, che incontrò Miriam<br />
Giovanzana della casa editrice in un itinerario ufficiale: 365 km in 18<br />
trasformare il mio tragitto personale<br />
Terre di Mezzo, la quale, fino ad allora,<br />
aveva pubblicato solo la guida stone, in provincia di Rieti». Un viag-<br />
tappe, da <strong>La</strong> Verna (AR) a Poggio Bu-<br />
del Cammino di Santiago, dopo aver gio a piedi di una bellezza mozzafiato,<br />
Angela Seracchioli segna il cammino Di qui passò Francesco<br />
che la Seracchioli battezzò con il libro<br />
Di qui passò Francesco. «Dalla prima<br />
edizione pubblicata nel 2004 siamo<br />
arrivati a sette in italiano, quattro in<br />
tedesco, due in inglese, una in portoghese<br />
e una in ungherese». In pochi<br />
anni, Terre di Mezzo è divenuta leader<br />
mondiale per le guide sui cammini<br />
con una quarantina di titoli, grazie<br />
all’intuizione di Miriam e al coraggio di<br />
Angela, che prima di chiunque altro<br />
ha battuto palmo a palmo sentieri e<br />
ostelli, case, b&b e agriturismi sperduti<br />
in boschi e paesini di una meravigliosa<br />
Italia minore.<br />
Dopo lo straordinario successo del<br />
primo cammino, Angela si spinse verso<br />
la Grotta dell’Arcangelo Michele a<br />
Monte Sant’Angelo, in Gargano: così,<br />
nel 2011, vide la luce la sua seconda<br />
guida, Con le ali ai piedi: 25 tappe<br />
e oltre 500 km, attraversando <strong>La</strong>zio,<br />
Abruzzo, Molise e Puglia. «Strano<br />
pensare che sia capitata a me l’avventura<br />
di tracciare 900 km di viaggio<br />
a piedi. Avevo 54 anni all’uscita della<br />
prima guida e 59 alla seconda, non<br />
ho un fisico da atleta, eppure resterà<br />
questa traccia di me anche quando<br />
non ci sarò più».<br />
diquipassofrancesco.it<br />
77
TRAVEL<br />
SPECIAL WALKERS<br />
Francesca Pratesi, 81 anni, milanese, ha iniziato a fare la<br />
pellegrina in solitaria all’età di 70 anni. Ha da poco terminato<br />
entrambi gli itinerari di Angela Seracchioli, oltre ad averne<br />
portati a termine molti altri.<br />
Vienna Cammarota, 70 anni da Felitto (SA), ha compiuto a<br />
piedi il Grand Tour di Goethe in cinque mesi. Ad aprile <strong>2020</strong><br />
comincerà il suo Cammino della Seta: 10mila km da Venezia<br />
a Pechino in due anni.<br />
Roberta Cortella, regista, da oltre dieci anni si occupa di<br />
cammini come strumento di reinserimento sociale per giovani<br />
detenuti. Ha organizzato e diretto la docu-serie Boez<br />
- Andiamo Via, trasmessa con grande successo in prima<br />
serata su Rai3.<br />
Via Francigena<br />
Sara Zanni, 35 anni, archeologa milanese, nel 2014 arriva a<br />
Finisterre, in Spagna, da Milano, nel 2017 cammina da Aquileia<br />
a Belgrado. Ha compiuto anche il Cammino per Gerusalemme,<br />
fondato il sito 100daysontheway.com e il gruppo<br />
Facebook Cammino di Santiago…il ritorno, con 16mila iscritti.<br />
Samantha Cesaretti, 40 anni, di Lucca, ha camminato nel<br />
2018 dalla sua città fino a Santiago. Si occupa di accessibilità<br />
dei cammini, in particolare sulla Francigena, pubblicando<br />
sull’argomento il libro Passi di felicità e creando l’organizzazione<br />
di volontariato Sentieri di felicità.<br />
Cristina Menghini, milanese, 43 anni, cammina più di tutte:<br />
otto mesi all’anno da 12 anni, superando fino a oggi i 30mila<br />
km a piedi.<br />
Elisa Peruzzi, 35 anni, da Milano, nel 2019 ha percorso<br />
2.900 km in solitaria, da Desenzano del Garda a Santiago.<br />
Quest’anno farà la Via Francigena dalla Valle d’Aosta alla<br />
Puglia per promuovere il suo progetto Teatro in cammino,<br />
recitando un monologo in ogni tappa.<br />
RETE NAZIONALE DONNE IN CAMMINO<br />
Ilaria Canali, romana 48 anni, l’8 marzo 2019 crea la Rete<br />
Nazionale Donne in Cammino, contagiando in meno di<br />
un anno oltre 50mila marciatrici. Ogni giovedì su Radio<br />
Francigena, l’emittente ufficiale dei cammini, intervista<br />
donne con questa passione. Inoltre, la Rete Nazionale<br />
partecipa alla fiera del consumo critico e degli stili di vita<br />
sostenibili Fa’ la cosa giusta! (falacosagiusta.org), venerdì<br />
6 marzo a Milano, con l’incontro Le ragazze in gamba<br />
son tornate.<br />
PRIMATO AL FEMMINILE<br />
Nel 2019 a Santiago si è raggiunto il record di 347.578 pellegrini<br />
e, per la prima volta nella storia, le donne hanno<br />
superato gli uomini con il 51,15% (177.891 in totale), contro<br />
il 48,85% maschile.<br />
A PIEDI PER L'8 MARZO<br />
Barbara Cassioli, 33 anni, bolognese, e Valentina Costi,<br />
35 anni di Modena, dall’8 al 31 marzo percorrono la Francigena<br />
da Lucca a Roma indossando un vestito da sposa:<br />
un cammino speciale intitolato Libera come una donna.<br />
© AEVF<br />
ITINERARI PER TUTTI<br />
Chi non può permettersi il costo di un viaggio a piedi può<br />
chiedere sostegno ai Passi Sospesi, l’iniziativa solidale<br />
dell’associazione Compagnia dei Cammini che consente<br />
di regalare parte di un percorso a chi non può sostenerlo<br />
per intero.<br />
cammini.eu<br />
L’associazione Free Wheels si occupa di rendere accessibili<br />
a tutti i cammini in Italia e in Spagna. Come? Organizzando<br />
seminari informativi, mappando percorsi con indicazioni<br />
di accessibilità, fornendo gli strumenti necessari<br />
per vivere queste esperienze e accompagnando le persone<br />
lungo questi itinerari.<br />
freewheelsonlus.com<br />
78
TRAVEL<br />
© flyalone/AdobeStock<br />
FESTIVAL DELLA<br />
SALUTE GLOBALE<br />
A PADOVA, DAL 2 AL 5 APRILE, PER DISCUTERE DI ACCESSO<br />
ALLE CURE, PREVENZIONE DELLE MALATTIE,<br />
CAMBIAMENTO CLIMATICO E SVILUPPO SOSTENIBILE<br />
di Walter Ricciardi e Stefano Vella<br />
[Direttori scientifici del Festival]<br />
<strong>La</strong> Dichiarazione universale<br />
dei diritti dell’uomo e la Costituzione<br />
italiana indicano<br />
la salute come diritto fondamentale<br />
e garanzia per la collettività. Malgrado<br />
lo sviluppo tecnologico e il pro-<br />
gresso scientifico della biomedicina,<br />
nel mondo permangono intollerabili<br />
disuguaglianze in termini di accesso<br />
alle cure e ai servizi sanitari, aspettativa<br />
di vita e mortalità per malattie,<br />
molte delle quali prevenibili e curabili.<br />
Erroneamente lo si ritiene un problema<br />
limitato ai Paesi più poveri, ma<br />
le disuguaglianze in questo ambito<br />
riguardano anche le nazioni più ricche,<br />
soprattutto in questo momento<br />
storico caratterizzato da un difficile<br />
80
I LUOGHI<br />
Tutti gli eventi del Festival si svolgono nelle sale messe a disposizione dal Comune e dall’Università di Padova. In<br />
particolare Palazzo Moroni, Palazzo Bo, Centro culturale Altinate San Gaetano, piazza dei Signori (sala della Gran<br />
Guardia), Palazzo Liviano (sala dei Giganti), Museo di storia e medicina di Padova - Musme, Caffè Pedrocchi.<br />
Tre punti informativi sono localizzati in piazza delle Erbe, piazza Cavour e nella stazione di Padova. Nello scalo ferroviario,<br />
tutti i giorni del Festival dalle 9 alle 19, Medici con l’Africa Cuamm organizza Il treno della salute, un servizio di prestazioni<br />
sanitarie e consulenze gratuite.<br />
Festival della salute globale 2019<br />
contesto economico-finanziario e<br />
geopolitico.<br />
Medici, scienziati, sociologi, storici,<br />
politici ed esperti italiani e internazionali<br />
si riuniscono a Padova, dal 2<br />
al 5 aprile, per il Festival della salute<br />
globale organizzato dagli Editori <strong>La</strong>terza,<br />
in collaborazione con il Comune<br />
e l’Università di Padova e la ong<br />
Medici con l’Africa Cuamm. Diverse<br />
le tematiche sul tavolo: dal diritto universale<br />
alla salute e alla prevenzione<br />
delle malattie, dall’educazione sanitaria<br />
all’economia verde, dall’industria<br />
sostenibile alla sana alimentazione,<br />
dalla mobilità urbana al futuro delle<br />
nostre città.<br />
<strong>La</strong> salute, infatti, secondo l’Organiz-<br />
I TEMI<br />
• Urban health e periferie urbane<br />
• Innovazione e frontiere della medicina<br />
• Sistemi sanitari, Agenda 2030, salute e disuguaglianze<br />
• Demografia, invecchiamento e adolescenza<br />
• Malattie infettive, Aids, tubercolosi e malaria<br />
• Malattie croniche e cancro<br />
• Alimentazione e stili di vita<br />
• Diritti umani e cooperazione internazionale<br />
• Cambiamento climatico e planetary health<br />
zazione mondiale della sanità, non è<br />
«la semplice assenza dello stato di<br />
malattia o di infermità», ma piuttosto<br />
«uno stato di completo benessere fisico,<br />
mentale e sociale». Per questo,<br />
durante il Festival, non si affronteranno<br />
soltanto gli aspetti biomedici della<br />
questione, ma si allargherà lo sguardo<br />
sui fattori sociali ed economici, culturali<br />
e ambientali della salute. Inoltre, il<br />
festival si occuperà anche dell’impatto<br />
che il cambiamento climatico sta<br />
avendo (e purtroppo avrà) sulle nostre<br />
vite. Un messaggio forte deve diffondersi<br />
in questi quattro giorni: che la<br />
salute dell’uomo è inestricabilmente<br />
connessa con quella del Pianeta.<br />
Combattere le diseguaglianze nell’accesso<br />
alle cure, tra Paesi diversi ma<br />
anche all’interno degli stessi, è una<br />
battaglia da portare avanti insieme.<br />
Perché, in un mondo interconnesso<br />
e sempre più piccolo, occuparsi della<br />
salute di chi è più lontano significa<br />
curare e prevenire le malattie di chi ti<br />
sta accanto.<br />
festivalsaluteglobale.it<br />
L’ANTEPRIMA<br />
Il 14 marzo alle 11, al Teatro Verdi di<br />
Padova, l’evento di anteprima del<br />
Festival intitolato <strong>La</strong> mia salute, la salute<br />
di tutti, la salute del Pianeta prevede<br />
un dialogo tra i due direttori, Walter<br />
Ricciardi e Stefano Vella, professori<br />
all’Università Cattolica del Sacro Cuore<br />
di Roma, e Rosario Rizzuto, rettore<br />
dell’Università di Padova. A moderare<br />
l’incontro <strong>La</strong>ura Berti (Tg2) e Paolo<br />
Possamai (Il Mattino di Padova).<br />
PADOVA<br />
90 FRECCE AL GIORNO<br />
81
UN TRENO DI LIBRI<br />
Invito alla lettura di Alberto Brandani<br />
[Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Elba-Brignetti]<br />
In viaggio con il Prof<br />
LADIES FOOTBALL CLUB<br />
UNA BALLATA EPICA DEL CALCIO (AL FEMMINILE):<br />
GRANDE AMORE UNIVERSALE E METAFORA DELLA VITA<br />
una volta un bambino<br />
dotato per il nuoto.<br />
C’era<br />
<strong>La</strong> famiglia a cinque anni<br />
glielo impose. In realtà amava il pallone<br />
e arrivato a dieci anni disse, tutto<br />
serio, alla madre: «Da oggi andrò solo<br />
a calcio». Trent’anni dopo, da manager<br />
affermato, continua a giocare<br />
nelle squadre di seconda categoria.<br />
E, in una vita ricca di incontri ai massimi<br />
livelli, non può certo fare a meno<br />
di passare le sue domeniche nella<br />
squadra del Radicondoli. Del resto,<br />
Bernard Shaw diceva, grosso modo,<br />
che il calcio racchiude in 90 minuti<br />
l’intero universo e il Balzac di questo<br />
epico sport, Gianni Brera, aveva per<br />
primo colto nel campionato di calcio<br />
una metafora della vita. Ma su questo<br />
torneremo.<br />
Con il suo bel libro Stefano Massini ci<br />
regala un’autentica ballata. L’architettura<br />
linguistica e teatrale racchiude i<br />
capitoli in una cornice ideale che parte<br />
dalla squadra e fi nisce a Stamford<br />
Bridge. Il risultato scenico e acustico<br />
è a dir poco spettacolare: nel leggere<br />
i numeri delle maglie e i nomi sembra<br />
di sentire gli altoparlanti dello stadio<br />
e, per dirla come il grande Mourinho,<br />
«il rumore dei nemici».<br />
Ma veniamo alla storia. È il 6 aprile<br />
1917. Gli Usa entrano in guerra, il bollettino<br />
dei morti si allunga ogni giorno<br />
e Lenin sta preparando la rivoluzione<br />
russa. Nel cortile di una fabbrica<br />
di munizioni di Sheffi eld, durante la<br />
pausa pranzo, un gruppo di operaie<br />
prende a calci una palla, un prototipo<br />
innocuo di bomba, abbandonato<br />
là. È il calcio d’inizio di questa storia,<br />
il primo sfogo di rabbia di queste donne:<br />
mariti, padri e fi gli sono in guerra,<br />
mentre loro combattono contro la solitudine<br />
e lo schifo. Undici donne, 11<br />
storie, 11 guerriere che vogliono fare<br />
la loro parte. Massini disegna ciascuna,<br />
c’è chi legge Marx, chi vuole essere<br />
invisibile oppure diventare suora.<br />
Penelope parla in un modo tutto suo<br />
e vede le cose come stanno, Rosalyn,<br />
enorme, difende la porta come se ne<br />
andasse della sua stessa vita. Queste<br />
povere anime vengono ricamate con<br />
lo stesso fi lo e poi sollevate in alto<br />
tutte insieme. E si fondono in una sola<br />
meravigliosa entità: le <strong>La</strong>dies Football<br />
Club. Hanno insegnato loro a essere<br />
pazienti e compassionevoli crocerossine.<br />
E invece diventeranno una squadra,<br />
la prima in assoluto, che osa sovvertire<br />
le regole di un gioco allora solo<br />
maschile. Indosseranno pesanti divise<br />
nere e si sentiranno vive insieme, sul<br />
campo. Con l’entusiasmo di prendere<br />
a calci una palla e infi larla in rete (non<br />
importa quale!).<br />
Saranno, insomma, le nostre eroine.<br />
A volte perdono, ma quando Rosalyn<br />
Taylor scappa via stringendo un pallone,<br />
forse tutto lo stadio di Stamford<br />
Bridge sarebbe voluto fuggire con lei.<br />
Beppe Severgnini sarebbe d’accordo.<br />
Il campionato di calcio è una metafora<br />
perfetta della vita e del campionato<br />
del potere con quattro regole ferree:<br />
1. quantità (intesa come allenamento<br />
e dedizione), è solo un prerequisito;<br />
2. qualità, estro, fantasia intelligente;<br />
3. dèi benevoli, perché dai gravi infortuni<br />
non sempre si riesce a risollevarsi;<br />
4. fi sico bestiale, per sopportare le<br />
avversità, i veleni, le cattiverie e le ingiustizie.<br />
Sapendo che alla retorica domanda<br />
«ma ne valeva la pena?» si possa rispondere<br />
senza incertezze (le ragazze<br />
inglesi e tutti noi) «sì, ne vale la<br />
pena».<br />
Mondadori, pp. 192 € 16<br />
83
UN TRENO DI LIBRI<br />
Un assaggio di lettura<br />
BRANI TRATTI DA LADIES FOOTBALL CLUB<br />
Giovane dilettante<br />
Il fenomeno del calcio femminile nacque in Inghilterra,<br />
negli anni della Prima guerra mondiale. Squadre divenute<br />
poi leggendarie come le Dick Kerr’s <strong>La</strong>dies si formarono<br />
fra le operaie di stabilimenti tessili o di munizioni, e<br />
in breve tempo crebbero a dismisura nell’affetto e nel seguito<br />
del pubblico, procurandosi l’aperta ostilità delle istituzioni<br />
maschili del calcio.<br />
Molte di queste squadre furono dunque costrette a sciogliersi<br />
per legge, dopo pochi anni di incredibili successi. Questa è la<br />
storia di una di loro.<br />
<strong>La</strong> squadra<br />
Maglia n. 1 – Rosalyn Taylor<br />
Maglia n. 2 – Olivia Lloyd<br />
Maglia n. 3 – Justine Wright<br />
Maglia n. 4 – Penelope Anderson<br />
Maglia n. 5 – Abigail Clarke<br />
Maglia n. 6 – Haylie Owen<br />
Maglia n. 7 – Melanie Murray<br />
Maglia n. 8 – Violet Chapman<br />
Maglia n. 9 – Brianna Griffi th<br />
Maglia n. 10 – Sherill Bryan<br />
Maglia n. 11 – Berenice MacDougall<br />
[...]<br />
Lei il football l’aveva sempre avuto dentro.<br />
Certo: allo stadio nessuno ce la portava.<br />
Ma suo padre non parlava d’altro.<br />
Era cresciuta, in casa, con football e litanie,<br />
che sua madre era una donna religiosa,<br />
e cosa non avrebbe pagato<br />
perché Violet si facesse suora.<br />
Ahimè: forse le sarebbe andata bene,<br />
se non ci fosse stato in casa tutto quel football nell’aria.<br />
Violet si era fatta un campionato a modo suo:<br />
a dieci anni<br />
trovò nel cassetto i santini di sua madre,<br />
e con quelli faceva le formazioni:<br />
san Pietro in porta, con tanto di chiavi.<br />
In attacco:<br />
san Giorgio, san Gabriele e san Michele,<br />
arcangeli con la spada.<br />
Era il Paradiso Football Club.<br />
E ovviamente nella testa di Violet Chapman<br />
la squadra vinceva sempre.<br />
Ecco perché, fra tutte, fu lei a tirare il primo calcio.<br />
Che comunque, come disse la maglia 5, Abigail Clarke:<br />
«Anche se il calcio non lo avesse dato lei,<br />
sarebbe stata un’altra:<br />
dovevamo iniziare, era scritto non so dove, era deciso.»<br />
E Abigail Clarke<br />
vedeva le cose esattamente come stanno.<br />
Quel 6 di aprile, insomma,<br />
in un cortile di Sheffi eld<br />
c’era una storia tutta da scrivere,<br />
fra undici operaie e un pallone.<br />
Centrocampo:<br />
san Patrizio, san Lorenzo.<br />
Difesa:<br />
san Colombano, sant’Agostino, san Goffredo.<br />
Fasce laterali:<br />
san Sebastiano, san Paolo.<br />
E a Justine Wright la cosa piacque subito da matti.<br />
Non foss’altro perché cercava da anni marito<br />
disperatamente<br />
senza trovarlo.<br />
Per cui le piacque<br />
eccome<br />
l’idea di prendere a calci un pallone:<br />
maschile singolare.<br />
84
Un assaggio di lettura<br />
Con tutto che – a dire il vero –<br />
non era un pallone, ma una palla.<br />
Femminile, singolare.<br />
[...]<br />
Ignoravano che di lì a poco<br />
niente sarebbe stato più come prima.<br />
Violet Chapman<br />
fu lei la responsabile.<br />
Finì di mangiare il suo sandwich<br />
aringa e salsa<br />
accartocciò il tovagliolo unto<br />
si stropicciò le mani<br />
con la lingua si ripulì le labbra dai residui del sale<br />
e intanto...<br />
E intanto…<br />
E intanto, con gli occhi…<br />
Con gli occhi fissava<br />
là nel mezzo<br />
a dieci passi<br />
ciò che nessuno finora aveva visto:<br />
Sister K, la sorellina buona,<br />
dopo l’ultimo lancio di ieri<br />
era finita<br />
– chissà come, chissà perché –<br />
proprio nel mezzo del cortile.<br />
Ma non così a caso, no:<br />
era nel preciso punto – geometrico –<br />
fra le diagonali.<br />
nella forza di un calcio<br />
con tutta l’energia di quel sandwich aringa e salsa.<br />
E lì accadde l’impensabile.<br />
Fu come se tutte<br />
– senza parlarsi –<br />
sentissero che là<br />
– in quella palla –<br />
c’era l’occasione del momento,<br />
e non solo del momento:<br />
pure della giornata, dell’anno e del secolo.<br />
[...]<br />
Sherill Bryan decise di apparire:<br />
era il suo turno, toccava a lei,<br />
far finta di non esserci non serviva,<br />
non serviva dal momento che c’era.<br />
Era in campo, era nella squadra, era una delle undici,<br />
e chi se ne importa col numero 1, 4 o 11:<br />
comunque c’era.<br />
E dal momento che c’era,<br />
non restava che esserci.<br />
Tanto più che non aveva figli.<br />
Sulla fascia laterale<br />
all’improvviso<br />
Justine Wright<br />
vide sfrecciare Sherill Bryan<br />
con una luce tutta nuova negli occhi.<br />
Anche Justine non aveva figli,<br />
per cui<br />
colse al volo,<br />
e l’impresa le sembrò stupenda:<br />
Palla al centro?<br />
Palla al centro.<br />
Si fece silenzio.<br />
Si fa sempre silenzio,<br />
quando il caso e l’umanità trovano un’intesa.<br />
[...]<br />
E fu la prova dell’esistenza di Dio.<br />
Per cui Violet Chapman,<br />
in un improvviso slancio<br />
– non sportivo: disperato –<br />
si precipitò sulla palla a centrocampo<br />
e urlando come una sogliola vichinga<br />
buttò fuori il peggio e il meglio di sé,<br />
lo schifo del mondo, la merda, la guerra:<br />
di tutto questo<br />
fece un fagotto<br />
e lo buttò giù, giù, fino ai piedi<br />
– come la zia ma senza rischi di finire suora –<br />
vomitandolo<br />
Desiree van Lunteren, Nazionale olandese, e Alia Guagni, Nazionale italiana,<br />
durante la Coppa del Mondo femminile (2019)<br />
© Rico Brouwer/Soccrates/Getty Images<br />
85
UN TRENO DI LIBRI<br />
Un assaggio di lettura<br />
© Valerio Pennicino/Getty Images<br />
Jose Mourinho, allenatore dell’Inter, durante la partita Inter-Sampdoria (2010)<br />
unica<br />
indelebile<br />
incisa sul marmo nella storia del football<br />
e dell’umanità intera.<br />
Era il 4 di novembre del 1917.<br />
Piena Rivoluzione Russa.<br />
[...]<br />
Diffi cile da concepire.<br />
Insomma, non è cosa da poco<br />
se parti in guerra lasciando a casa un’operaia<br />
e quando torni c’è Nostra Signora del Football.<br />
Fu deciso che anche stavolta<br />
ne sarebbero uscite insieme.<br />
come Erode, sì!<br />
come Erode, sì,<br />
come Erode, sì,<br />
come Erode, li avrebbero ammazzati tutti.<br />
Erano in due, sole ma terribili,<br />
all’attacco dell’asilo nido…<br />
… come un muro gli si pararono in difesa<br />
due draghetti alti sì e no un metro,<br />
ma Justine li aggirò, dribblando,<br />
e passò dritta all’altra…<br />
… «E questa chi è? Da dov’è uscita?» si domandavano tutti,<br />
fuori e dentro il campo,<br />
come se le undici d’un tratto fossero state ventuno:<br />
la ragazza era incontenibile…<br />
… «Sfondaaa Sheriiilll!» le urlò Justine<br />
con tutto il fi ato che aveva,<br />
non appena, assediata da ogni parte,<br />
miss Bryan entrò in area di rigore…<br />
… «Muoriii, vacca!» le gridò la setta delle mamme,<br />
che se solo lo avesse avuto<br />
avrebbe usato volentieri il mitra…<br />
… ma neanche quello l’avrebbe fermata:<br />
Sherill Bryan era lì per riprendersi tutta la luce<br />
di vent’anni d’ombra:<br />
scavalcò un difensore, ne evitò un altro,<br />
puntò l’incrocio dei pali,<br />
su, su, in alto,<br />
dov’era certa che il miniportiere<br />
mai e poi mai – neppure con la scala – sarebbe arrivato,<br />
e piazzò una cannonata<br />
Decisione collegiale.<br />
Strategia di squadra.<br />
Di elaborarla<br />
se ne fece carico Abigail Clarke,<br />
che a guardar le cose in faccia c’era abituata.<br />
Era sempre lei a dare le brutte notizie:<br />
in fabbrica era un po’ la sua funzione.<br />
Forse perché non conosceva giri di parole,<br />
andava dritta all’essenziale.<br />
Nel suo quartiere<br />
ogni volta che il marito di qualcuna<br />
era morto in guerra,<br />
si era sempre incaricata Abigail<br />
di farglielo sapere.<br />
Eseguiva: precisa, tecnica, senza ghirigori.<br />
Si diceva che una volta<br />
non avesse neppure aperto bocca:<br />
semplicemente – sulla porta di casa –<br />
dove c’era scritto HOWER,<br />
ci aveva aggiunto VEDOVA.<br />
Il messaggio era arrivato.<br />
Ottimo. Usò lo stesso metodo.<br />
Il giorno stesso del ritorno<br />
per Teddy, William, George e compagnia<br />
c’era uno striscione sulla facciata di casa:<br />
BENTORNATO AL MARITO DELLA CAMPIONESSA.<br />
Dopodiché, sulla porta,<br />
era appesa una foto della moglie in versione football,<br />
con su scritto a caratteri ben chiari<br />
C’È SEMPRE UN GRANDE UOMO<br />
DIETRO UNA REGINA DEL CALCIO.<br />
Olivia Lloyd l’aveva copiato da<br />
...«C’è sempre una gran donna<br />
dietro un re dei ghiacci»:<br />
era l’intervista alla moglie di Falcon Scott,<br />
l’esploratore dell’Antartide.<br />
E funzionò decisamente.<br />
86
Lo scaffale della <strong>Freccia</strong><br />
UN ANNO FELICE<br />
Chiara Francini<br />
Rizzoli, pp. 345 € 18<br />
Le ragazze attendono l'Amore.<br />
Quando arriva, il fulgore le abbaglia<br />
tanto che a volte non ne distinguono<br />
bene il volto. Chiara Francini si<br />
cimenta in una prova narrativa<br />
ambiziosa percorrendo l'evoluzione<br />
di un rapporto che prende una piega<br />
sbagliata, una trappola spietata in<br />
cui tante donne cadono accecate<br />
dai sentimenti. Racconto magnetico,<br />
formidabile crescendo drammatico,<br />
prosa originale.<br />
RUVIDE BESTIE<br />
Rae Delbianco<br />
Neri Pozza, pp. 303 € 18<br />
Contea di Box Elder, negli Stati<br />
Uniti. Il cielo nero comincia appena<br />
a stemperarsi quando Wyatt Smith<br />
si avvicina alla sua mandria. Una<br />
ragazzina macilenta ferisce le sue<br />
bestie. Catturata e portata al ranch,<br />
la bimba che vive nei boschi riesce<br />
a fuggire. Bisogna mettersi sulle<br />
sue tracce in un inseguimento reso<br />
selvaggio e spietato dal cielo inaridito<br />
dello Utah e dall’arsura del deserto<br />
del Great Salt <strong>La</strong>ke.<br />
FIGLIO DEL LUPO<br />
Romana Petri<br />
Mondadori, pp. 375 € 19,50<br />
Avere una madre come Flora<br />
Wellman che parlava di spiritismo<br />
deve pur aver contato qualcosa<br />
per diventare il migliore. Per<br />
diventare Jack London. Romana<br />
Petri ha raccolto una delle sfide<br />
più fascinose che una scrittrice<br />
potesse intravedere: quella di<br />
raccontare la furia di vivere di<br />
un uomo che ha fatto il pugile, il<br />
cacciatore di foche, l'agente di<br />
assicurazioni e il cercatore d'oro.<br />
LE AFFACCIATE<br />
Caterina Perali<br />
Neo Edizioni, pp. 168 € 11,90<br />
Dopo anni di lavoro in<br />
un’importante società di eventi,<br />
Nina viene lasciata a casa. Cinica<br />
e piena di pregiudizi, circoscrive la<br />
vita nei confini del suo palazzo di<br />
ringhiera, mantenendo una florida<br />
routine sui social. Trascorre le<br />
giornate a osservare i condomini,<br />
finché la sua attenzione si<br />
concentra su una vicina, perno<br />
silente e misterioso di un gineceo<br />
di tre anziane. G.B.<br />
TROPICARIO ITALIANO<br />
Fabrizio Patriarca,<br />
66thand2nd, pp. 160 € 15<br />
Nell’epoca del low cost, in cui<br />
girare il mondo a qualunque<br />
condizione, un intellettuale pentito<br />
racconta le trappole del turismo<br />
contemporaneo, dove tutto sembra<br />
un paradiso perduto e incontaminato.<br />
Esercizio di intelligenza che misura<br />
lo stacco tra mondo reale e catalogo,<br />
tra luoghi e marketing, con un occhio<br />
al ’900 “viaggiato” da grandi scrittori<br />
italiani e l’altro alla fotocamera<br />
dell’iPhone. G.B.<br />
AUTOSALONE CORALLO<br />
Emanuele Tirelli<br />
Ad Est dell’Equatore, pp. 200 € 14<br />
Per uno scherzo del destino,<br />
l’11enne Daniele Rocci viene<br />
considerato una promessa del<br />
calcio. Il ragazzino non ha però il<br />
pibe de oro. Venticinque anni dopo,<br />
è marito, padre di due figli e, in<br />
seguito alla chiusura dell’agenzia<br />
immobiliare dove lavorava, anche<br />
disoccupato. Tutto cambia quando<br />
viene assunto all’autosalone Corallo,<br />
il cui proprietario ha una sola regola:<br />
essere sempre primo. G.B.<br />
87
ARTE<br />
Filippo Palizzi<br />
Donne che scavano a Pompei (1870)<br />
Olio su tela<br />
Collezione privata<br />
PARLAMI DI TE<br />
88
A BRESCIA DONNE<br />
NELL'ARTE. DA<br />
TIZIANO A BOLDINI,<br />
UNO SPACCATO DEL<br />
RUOLO FEMMINILE<br />
DAL PRIMO<br />
RINASCIMENTO<br />
ALLA BELLE<br />
EPOQUE. NOVANTA<br />
DIPINTI, TRA CUI<br />
MOLTI INEDITI,<br />
CHE SEMBRANO<br />
RACCONTARE<br />
ANCHE L’OGGI<br />
di Sandra Gesualdi<br />
sandragesu<br />
Il tema della donna nell’arte non<br />
è una novità. Madonne, dame,<br />
corpi, volti, icone. Da sempre l’universo<br />
femminile è stato luogo d’indagine,<br />
soggetto estetico studiato,<br />
ammirato, spesso sfruttato da pittori<br />
e scultori. Anche la mostra di Palazzo<br />
Martinengo a Brescia è abitata da nobildonne<br />
acconciate alla moda, sen-<br />
suali modelle, popolane scalze, eroine<br />
leggendarie o ascetiche sante. «È<br />
un argomento di grande attualità»,<br />
racconta Davide Dotti, preparato ed<br />
energico curatore di Donne nell’arte.<br />
Da Tiziano a Boldini, in programma<br />
fino al 7 giugno nella città lombarda.<br />
«Ho provato ad affrontare attraverso<br />
il linguaggio immediato della pittura<br />
i ruoli femminili nella società, la<br />
maternità, il lavoro, le sofferenze. Le<br />
opere smuovono sentimenti e riflessioni<br />
anche nei non addetti ai lavori».<br />
Un periodo lungo quattro secoli che<br />
dagli inizi del Rinascimento lambisce<br />
la Belle Epoque. Novanta capolavori<br />
tra cui una Maddalena di Tiziano con<br />
firma autografa per esteso e, per la<br />
prima volta in Italia, 25 inediti, un disegno<br />
preparatorio del Bacio di Klimt<br />
che apre la strada a nuove ricerche,<br />
qualche big come Guercino, Hayez<br />
e Boldini, il pittore delle signore. Poi<br />
un avvicendarsi di scoperte. Dentro<br />
ogni quadro, uscito da privilegiate<br />
collezioni private, c’è la biografia di<br />
una donna che riaffiora dal passato<br />
e l’acuta pennellata di artisti poco<br />
noti capaci di esprimere bellezza,<br />
con tecnica e colori inaspettati. Ecco<br />
la novità della rassegna curata da<br />
Dotti: gli strati di conoscenza, i livelli<br />
d’osservazione, i rimandi all’oggi. Ci<br />
si imbatte in danzatrici adolescenti,<br />
fruttivendole romane, giovani spose,<br />
frivole fanciulle borghesi, modelle<br />
discinte che si prestano all’avidità<br />
dell’osservatore, interni borghesi,<br />
odalische, regine. Ma accanto alle<br />
candide lady ingioiellate – radiosa<br />
la Nanne Wiborg Schrader di Boldini<br />
circondata da pennellate prefuturiste<br />
– o alla donzella sorridente sorpresa<br />
da folate di vento, sono descritti<br />
secoli e secoli di sfruttamento, violenza,<br />
disparità sociale, resistenza.<br />
Superato l’impatto estetico, le protagoniste<br />
delle tele sembrano dar voce<br />
alle donne di oggi nel denunciare<br />
quanto ancora il mondo è per lo più<br />
declinato al maschile e quanti sforzi<br />
abbiano praticato per allungare il<br />
passo. <strong>La</strong> stessa nicchia dell’arte è<br />
stata luogo di maschilismo e reclusione<br />
per molto tempo. Le rose, i tulipani<br />
e gelsomini o le composizioni<br />
di pesci di Francesca Volò ed Elena<br />
Recco, ignote pittrici del ’700, sono<br />
stipate in tavolette di piccole dimensioni,<br />
adatte per composizioni da studiolo,<br />
perché la pittura in gonnella<br />
doveva essere praticata in casa.<br />
Ettore Tito<br />
Con la rosa tra le labbra (1895)<br />
Olio su tavola<br />
Collezione privata<br />
89
ARTE<br />
Nella sezione dei posati spicca Francesca<br />
Lechi detta Fanny, immortalata<br />
da Appiani. Bagliore sul volto, vestita<br />
di pizzi come si addiceva al suo<br />
rango nobiliare, tra le mani ha una<br />
corona di mirto. Dotata d’intelletto<br />
scaltrissimo, gli occhi belli ricordati<br />
da Stendhal, inseguì passioni civili<br />
e sentimentali senza risparmiarsi. Il<br />
marito da cui era fuggita se la riprese<br />
e la fece ritrarre con il mirto, simbolo<br />
di fedeltà coniugale, ma non<br />
riuscì a toglierle quell’espressione<br />
malinconia e quel sorriso estraneo<br />
e distaccato.<br />
Artemisia Gentileschi<br />
Cleopatra morsa dall'aspide (1620-25)<br />
Olio su tela<br />
Collezione Cavallini-Sgarbi<br />
90
Angelo Garino<br />
Interno con modella nuda (1920)<br />
Olio su tela<br />
Collezione privata<br />
Courtesy Arcuti Fine Art<br />
<strong>La</strong> Fondazione Marcegaglia Onlus,<br />
che si occupa di progetti solidali<br />
e micro imprenditoria femminile, è<br />
partner del progetto e ha accompagnato<br />
ogni sezione tematica con<br />
alcune testimonianze. Così, accanto<br />
al Suicidio di Lucrezia del Savolini,<br />
che si pugnalò per denunciare lo<br />
stupro subito, si può leggere una<br />
delle tante storie di violenza quotidiana.<br />
Gli ultimi dati Istat scuotono:<br />
quasi sette milioni di italiane dai 16<br />
ai 70 anni sono state vittime almeno<br />
una volta nella vita di una forma<br />
di sopruso. Più avanti c’è Artemisia<br />
Gentileschi, famosa per proiettare<br />
sulle tele, con veemenza, l’abuso<br />
subito. Dotti riesce anche a farsi imprestare<br />
dagli Sgarbi una rara Cleopatra<br />
morsa dall’aspide che sembra<br />
un manifesto di denuncia e autodeterminazione.<br />
Artemisia all’inizio del<br />
’600 si spoglia di stereotipi e offre<br />
alla regina d’Egitto, con la quale si<br />
identifica nel sentimento d’amore<br />
e morte, il suo volto sofferente e le<br />
sue forme carnose. Supera l’idealizzazione<br />
del corpo tipica del classicismo<br />
e si mostra senza vergogna,<br />
in un autoritratto che trasuda di reale<br />
dolore.<br />
Passano in rassegna decine di occhi<br />
vivi, bocche pittate, madri indigenti,<br />
femme fatale e amanti sensuali<br />
(quelle scomposte di Boldini<br />
sembrano immerse nelle geometrie<br />
nere del Neocubismo italiano<br />
anni ’50), insieme a pie ricamatrici<br />
e instancabili lavoratrici, lavandaie,<br />
contadine, pastorelle. Tra questa<br />
schiera di eroine alcune restano impresse<br />
e suggestionano. Palizzi nel<br />
1870 firma Scavi a Pompei e lascia<br />
un fermo immagine dirompente a<br />
una lettura sociologica. Pompei è<br />
stata scavata da donne che trasportavano<br />
secchi di detriti e terra sulla<br />
testa, a nero o sottopagate, mentre<br />
gli uomini si dilettavano a fare gli<br />
studiosi di archeologia. <strong>La</strong> ragazza<br />
scalza resa immortale dall’olio<br />
di Palizzi ha posato la cesta con le<br />
macerie per guardare incantata un<br />
muro affrescato, quasi in un gesto<br />
di disobbedienza. È attratta dalla<br />
bellezza dell’antico. L’arte può sedurre<br />
anche chi è privo di strumenti<br />
culturali e fermare per un attimo la<br />
condizione di ingiustizia sociale, arretratezza<br />
di genere e speculazione<br />
salariale. Anche la giovane che Tito<br />
dipinge in Con la rosa tra le labbra<br />
potrebbe essere una liceale di oggi,<br />
con il cerchietto tra i capelli disordinati,<br />
lo sguardo altrove e la carica<br />
di libertà che emana. E invece siamo<br />
nel 1895. Infine ci si imbatte in<br />
Tea, la più carismatica creatura rappresentata<br />
in mostra. In Interno con<br />
modella nuda Garino, a inizio del<br />
secolo scorso, adagia la diva francese<br />
tra broccati e piume di struzzo.<br />
Tea ha uno sguardo fisso su chi la<br />
guarda, si mostra spavalda, a seni<br />
nudi, mai volgare, eccentrica, sicura<br />
di sé. È il primo ritratto, bellissimo,<br />
della storia dell’arte moderna a una<br />
donna transgender.<br />
donnenellarte.it<br />
amicimartinengo<br />
BRESCIA<br />
55 FRECCE AL GIORNO<br />
91
ARTE<br />
LE DONNE DI<br />
RAFFAELLO<br />
RAFFAELLO<br />
SCUDERIE DEL QUIRINALE<br />
SCONTI TRENITALIA<br />
Raffaello Sanzio<br />
<strong>La</strong> Fornarina (1520 circa)<br />
Olio su tavola<br />
Courtesy Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma<br />
92
LA RAFFIGURAZIONE<br />
DELL’UNIVERSO FEMMINILE NEI<br />
200 CAPOLAVORI DELL’URBINATE<br />
ESPOSTI A ROMA A 500 ANNI<br />
DALLA SUA MORTE<br />
di Bruno Ployer<br />
«<br />
Raffaello capiva le donne». Con questa affermazione,<br />
piena dell’esperienza di storica dell’arte<br />
e di sottigliezza, Marzia Faietti parla del rapporto<br />
del grande artista con l’universo femminile, delle<br />
figure di donna disseminate nelle sue opere e nella sua<br />
vita.<br />
Faietti è la curatrice, con Matteo <strong>La</strong>franconi, della mostra<br />
monografica Raffaello, dedicata all’urbinate nel cinquecentenario<br />
della sua morte, avvenuta a Roma il 6 aprile<br />
1520, a 37 anni. In collaborazione con la Galleria degli<br />
Uffizi, alle Scuderie del Quirinale, nella Capitale, sono<br />
esposti dal 5 marzo al 2 giugno oltre 200 capolavori tra<br />
dipinti, disegni e opere di confronto, giunti dalle collezioni<br />
di istituzioni italiane e internazionali.<br />
Come arriva a dire che Raffaello capiva le donne?<br />
Lo dico con intuito femminile, piuttosto che con il rigore<br />
filologico della studiosa, però è un intuito che si basa sulla<br />
lettura delle immagini. Le figure di donne sono molto<br />
differenziate nella sua pittura, dai ritratti alle teste delle<br />
composizioni corali, come parte di una folla anonima.<br />
Prendiamo le cosiddette arie di testa: è una attitudine a<br />
metà tra la postura, l’atteggiamento del capo, lo sguardo,<br />
l’espressione interna e la psicologia, anche se ancora<br />
non possiamo definirla così. Come Leonardo, «Raffaello<br />
aveva il dono della grazia», diceva Vasari nei suoi scritti<br />
sull’arte. Osservava le donne in modo entusiastico, con<br />
l’attenzione che riservava peraltro a ogni aspetto della<br />
Natura. Nei ritratti riusciva a circoscriverne personalità,<br />
stato sociale, piccola storia.<br />
Per gli artisti dell’epoca cosa significava l’espressione<br />
«bella donna»?<br />
Era la metafora della bella pittura e anche il bell’artista<br />
diventava una metafora della bella pittura. C’è come una<br />
simbiosi tra le figure della donna e dell’artista.<br />
In che modo Raffaello portava la bellezza nelle sue<br />
opere?<br />
L’artista capisce che l’idea di bellezza è universale,<br />
astratta, che deve però essere concretizzata nella realtà,<br />
ha bisogno di un correttivo e quindi lui dice: «Non ci sono<br />
a Roma donne abbastanza belle per dipingere la mia Galatea».<br />
Per cui deve selezionare, perché ha in mente una<br />
sua idea di bellezza, molto concreta e talvolta carnale,<br />
come nel caso della Fornarina. <strong>La</strong> letteratura dell’epoca<br />
parla di donne belle dentro e fuori: la bellezza esteriore<br />
è il riflesso di quella interiore, di una virtù. Nella vita pratica<br />
forse le cose non erano molto distanti da come sono<br />
oggi, ma la base culturale era diversa.<br />
C’è qualcosa che accomuna le donne rappresentate<br />
dal pittore?<br />
Raffaello Sanzio<br />
<strong>La</strong> Madonna del Granduca (1506-1507 circa)<br />
Olio su tavola<br />
Palazzo Pitti, Galleria Palatina (FI)<br />
È molto difficile descriverle con un unico aggettivo:<br />
sono tante e cambiano a seconda dell’evoluzione<br />
dell’artista. Però una cosa le accomuna: quando dipinge<br />
una donna, Raffaello è come se ci mettesse la pienezza.<br />
Per lui sono come grandi vasi: sono madri, mogli, amanti,<br />
manifestazioni di una Natura benigna che ispira loro<br />
un senso grandioso di concretezza terrena e di aspirazione<br />
al cielo. Da giovane immagina donne sottili, poi<br />
pian piano le fa più carnose, riflettendo gli studi sull’antichità<br />
portati avanti quando giunge a Roma. Viene colpito<br />
dalle statue, dalle Veneri: le dimensioni cambiano,<br />
tutto è all’interno di una forma rotonda ideale. Queste<br />
donne sono, insomma, l’origine della vita.<br />
<strong>La</strong> bella fornarina che vediamo in uno dei suoi dipinti<br />
più famosi fu veramente un’amante di Raffaello? Qual<br />
è la versione più accreditata tra gli storici dell’arte?<br />
Ce ne sono tante, c’è anche chi mette in dubbio che il<br />
dipinto sia davvero di Raffaello, ma io non sono d’accordo.<br />
Credo che sia suo e sembra che sia stata proprio<br />
l’ultima compagna del pittore, però anche lei<br />
semi-idealizzata, perché la parte del busto è ispirata<br />
93
ARTE<br />
nettamente a una statua antica: è<br />
una statua che si fa carne e sopra<br />
c’è il volto di una donna reale. Nelle<br />
opere di Raffaello abbiamo spesso<br />
una sintesi di diversi modelli culturali,<br />
qui abbiamo invece una scomposizione,<br />
perché da una parte c’è<br />
il volto che fa credere che questa<br />
donna sia stata l’amante, dall’altro<br />
un corpo impostato in maniera quasi<br />
classica. Questa scomposizione<br />
ci fa notare che per l’artista ognuno<br />
dei suoi contemporanei era l’erede<br />
di una grande Storia, era l’uomo<br />
che credeva alla ricongiunzione tra<br />
l’antico e il presente. <strong>La</strong> Fornarina,<br />
proprio perché era il ritratto più intimo<br />
per lui, è il frutto di una scomposizione.<br />
È come se dicesse: «Tu sei<br />
tu, concreta, ma io sono pittore e ti<br />
dipingo come una statua». Questo,<br />
secondo me, è un atto d’amore molto<br />
grande.<br />
Raffaello, che riceveva molti incarichi<br />
prestigiosi, era il pittore dei<br />
papi e di Agostino Chigi, banchiere<br />
molto ricco e potente, ma la sua<br />
fama è andata oltre i palazzi vaticani,<br />
dei ricchi e dei nobili. C’è in lui<br />
anche una vena popolare?<br />
Possiamo trovarla nelle sue Madonne<br />
esposte nelle chiese, cioè<br />
nelle opere visibili in luogo pubblico<br />
anche al popolo, per esempio a<br />
Città di Castello o a Perugia. Queste<br />
tele avevano una grande risonanza,<br />
perché erano moderne nella concezione,<br />
ma nello stesso tempo<br />
all’interno dei dettati. Non erano<br />
scandalose, ma innovative nel linguaggio.<br />
Questo lo ha reso famoso<br />
e amato.<br />
Quando nasce la leggenda di Raffaello?<br />
Subito dopo la morte, questo artista<br />
diventa un fenomeno al di là di ogni<br />
aspettativa. <strong>La</strong> morte stessa, avvenuta<br />
come la nascita nel Venerdì<br />
Santo, improvvisamente e in giovane<br />
età, fa nascere subito la leggenda.<br />
C’è un senso di perdita del<br />
simbolo di un’epoca e di una certa<br />
speranza.<br />
Nella triade dei geni italiani Leonardo,<br />
Michelangelo, Raffaello,<br />
secondo lei il terzo è sottovalutato?<br />
Lo dicono in molti, soprattutto tra i<br />
non addetti ai lavori. Bisognerà lavorare<br />
nella cultura popolare per<br />
far capire che ciò che sembra semplice<br />
è in realtà più complesso. Però<br />
dobbiamo anche dire che dopo 48<br />
ore dall’apertura delle prenotazioni<br />
per la mostra alle Scuderie del Quirinale<br />
c’erano già 10mila richieste.<br />
Cosa possiamo aspettarci da questa<br />
immersione nell’arte di Raffaello?<br />
Spero che ci sia sempre qualcuno<br />
di noi ad accompagnare i visitatori<br />
con entusiasmo. <strong>La</strong> mostra deve essere<br />
ben spiegata, perché è sottile,<br />
profonda, non solo spettacolare: ha<br />
pretese di approfondimento. Raffaello<br />
è un artista che mantiene intatta<br />
la fantasia nonostante un’opera<br />
continua di gestione delle emozioni,<br />
che straripano da ogni parte ma<br />
vengono dominate. Ogni opera ha<br />
qualcosa che evidenzia come la<br />
perfezione sia una tensione ideale<br />
dell’uomo, è il frutto di una meditazione<br />
e di una felicità che, se venissero<br />
donate ai visitatori, assicurerebbero<br />
benessere per qualche<br />
tempo.<br />
scuderiequirinale.it<br />
ScuderieQuirinale<br />
scuderiequirinale<br />
ROMA<br />
207 FRECCE AL GIORNO<br />
Scuderie<br />
Raffaello Sanzio<br />
<strong>La</strong> Velata (1512-1515 circa)<br />
Olio su tavola<br />
Palazzo Pitti, Galleria Palatina (FI)<br />
94
IL TALENTO DI ELSA<br />
A MILANO, DAL 6 AL 29 MARZO,<br />
UN PROGETTO CULTURALE DEDICATO ALLA STILISTA SCHIAPARELLI<br />
«Un abito non è solo stoffa, un abito è un pensiero»<br />
[Elsa Schiaparelli]<br />
di Cecilia Morrico morricocecili MorriCecili<br />
© Elsa Schiaparelli/foto d’archivio<br />
95
ARTE<br />
È<br />
passato poco meno di un mese dalla notte degli<br />
Oscar, e se i più ricordano la vittoria di Parasite<br />
di Bong Joon Ho, primo film non in lingua inglese<br />
a vincere nella principale categoria dell’Academy, le<br />
più avranno sicuramente ancora in mente la mantella di<br />
protesta indossata da Natalie Portman con cuciti i nomi<br />
delle registe snobbate dalla rosa dei candidati.<br />
L’abito in questione è di Dior e non è certo la prima volta<br />
che la moda si fa ambasciatrice dei diritti femminili. Basti<br />
pensare a Coco Chanel, che accorciò le gonne al ginocchio<br />
e inserì i pantaloni negli armadi del gentil sesso per<br />
uno stile di vita attivo, impegnato e pratico. E poi agli anni<br />
’60 della minigonna e ai ’70 segnati dall’ispirazione androgina<br />
portata avanti da capi unisex.<br />
A incoraggiare il cambiamento sono state stiliste, ma anche<br />
artiste, imprenditrici, fotografe, politiche, scienziate,<br />
atlete. Professioni spesso dimenticate a cui è dedicato<br />
il progetto del Comune di Milano I talenti delle donne,<br />
per «evidenziare come – nel passato e nel presente, e<br />
spesso in condizioni sfavorevoli – le donne siano state<br />
e siano protagoniste nelle diverse discipline del percorso<br />
creativo, diventando portatrici di significative istanze<br />
sociali di mutamento», parola dell’assessore alla Cultura<br />
Filippo Del Corno, promotore del programma.<br />
Un fitto calendario di appuntamenti multidisciplinari tra<br />
i quali, dal 6 al 29 marzo, spicca il progetto culturale ed<br />
educativo dedicato alla figura di Elsa Schiaparelli, ideato<br />
da Maria Eugenia D’Aquino insieme con Alberto Oliva e<br />
Ilaria Arosio, e realizzato dalla compagnia Pacta. Le iniziative<br />
previste ruotano intorno alla produzione di uno<br />
spettacolo dedicato alla stilista, Shocking Elsa, dal 19 al<br />
29 marzo, oltre a diversi incontri in vari luoghi di Milano<br />
con esperti di moda e altre discipline artistiche che si<br />
confrontano sugli aspetti sociali legati alla Schiaparelli,<br />
al contesto storico in cui ha operato, all’evoluzione del<br />
concetto di fashion, di creazione, di costume e di arte.<br />
Ma perché soffermarsi su questa grande couturière nata<br />
nel 1890? Per D’Aquino è una lunga storia: «Da anni con<br />
Pacta portiamo in scena il filone teatro e scienza. Può<br />
sembrare lontano dal mondo di Schiaparelli, ma non è<br />
così. Con Ilaria Arosio, astrofisica dell’Inaf - Osservatorio<br />
Astronomico di Brera, abbiamo cominciato a interessar-<br />
© Condé Nast Archive/Corbis<br />
Elsa Schiaparelli by George Hoyningen<br />
96
SAVE THE DATE<br />
I TALENTI DELLE DONNE<br />
Trisha Baga. The eye, the eye and the ear//fino al 19 lug<br />
pirellihangarbicocca.org<br />
© Elena Savino<br />
Carla Accardi. Contesti//27 mar>30 ago<br />
museodelnovecento.org<br />
Tania Bruguera//31 mar>7 giu<br />
pacmilano.it<br />
Margaret Bourke-White//18 mar>28 giu<br />
palazzorealemilano.it<br />
Maria Eugenia D’Aquino durante le prove di Shocking Elsa<br />
ci alla sua figura come icona di moda e nipote di uno dei più<br />
celebri astronomi italiani, Giovanni Virginio Schiaparelli. E, infatti,<br />
all’appuntamento previsto al Planetario, sabato 7 marzo,<br />
vediamo come Elsa sia precorritrice della Space Age, esplosa<br />
negli anni ’60 a opera di Pierre Cardin, André Courrèges e<br />
Paco Rabanne. Ma anche innovatrice nell’uso dei tessuti che<br />
sono all’origine della rivoluzione industriale: con l’introduzione<br />
di cellophane, vetro e plexiglass in abiti e accessori ne ha fatto<br />
uno studio a dir poco scientifico». Fulcro del progetto è comunque<br />
la pièce teatrale: «Ci concentriamo di più sulla storia<br />
di Elsa, veramente avventurosa. Una donna libera che ha fatto<br />
scelte importanti che l’hanno portata a essere una creatrice<br />
a 360 gradi. Elsa non è una stilista è un’artista. Come le diceva,<br />
quasi con disprezzo, Coco Chanel, citata nello spettacolo».<br />
<strong>La</strong> trama, che viene da un’idea della drammaturga Livia<br />
Castiglioni, è molto curiosa: «Elsa si ritrova dopo la morte in<br />
una sorta di quiz show. In vita aveva partecipato realmente al<br />
famoso What’s My Line?, game televisivo degli anni ’50 dove<br />
bisognava indovinare alcuni personaggi famosi, e lei stessa fu<br />
uno dei vip da scoprire. Allora l’autrice ha immaginato questo<br />
grande quiz show nell’aldilà, dove una voce fuori scena interroga<br />
la stilista e lei rivive tutti gli episodi della sua vita fino alla<br />
sorpresa finale, che non voglio anticipare», continua D’Aquino.<br />
Ma non c’è solo il palcoscenico: «Il 22 marzo è in programma<br />
uno spettacolo dedicato ai bambini, ispirato al libro illustrato<br />
Bloom. <strong>La</strong> storia di una stilista: Elsa Schiaparelli di Kyo MacLear<br />
(HarperCollins, pp. 40 € 18), con disegni bellissimi sull’infanzia<br />
particolare di Elsa. Inoltre, sono nate anche collaborazioni con<br />
gli istituti come lo Iald - International Association of Lighting<br />
Designer e il Caterina da Siena, professionale di moda di Milano,<br />
perché in questi progetti bisogna coinvolgere sempre i<br />
giovani e i nuovi talenti».<br />
Margaret Bourke-White sul Chrysler Building nel 1934<br />
© Oscar Graubner<br />
<strong>La</strong> città delle donne//fino al 4 giu<br />
mudec.it<br />
<strong>La</strong> creatività femminile in musica//fino al 27 mag<br />
divertimentoensemble.it<br />
Donne per un Teatro dei Diritti (DTD)//4 mar>7 apr<br />
pacta.org<br />
Le ragazze raccontano//fino al 17 mag<br />
mtmteatro.it/le-ragazze-raccontano<br />
Donne scatenate//2, 4, 5, 6 mar<br />
teatrocarcano.com<br />
I giovedì in libreria//fino al 2 lug<br />
comune.milano.it<br />
italentidelledonne.comune.milano.it<br />
pacta.org<br />
MILANO<br />
192 FRECCE AL GIORNO<br />
97
ARTE<br />
Eugenia<br />
Tendere alla perfezione<br />
Olio su tela<br />
Courtesy dell’artista<br />
IL COLORE<br />
DELLE EMOZIONI<br />
LA PITTURA È IL LINGUAGGIO SCELTO DA EUGENIA, GIOVANE ARTISTA<br />
EMERGENTE, PER RACCONTARE LE SFUMATURE DELLA VITA<br />
di Andrea Sperelli<br />
Nata nel 1983 a Volgograd, in Russia, nel 2014 si<br />
trasferisce in Italia, dove vive e lavora tra Roma<br />
e la Calabria. Una sua personale è stata presentata<br />
di recente negli spazi di Fondamenta Gallery, nella<br />
Capitale. Le sue opere sono «un inno alla vita», come lei<br />
stessa dichiara. Eugenia è una giovane artista che ha scelto<br />
il Belpaese come sua nuova patria, restituendo in cambio<br />
pennellate a olio, rapide, quasi fossero rubate alla pittura<br />
en plein air con le quali percepisce e interpreta la realtà:<br />
uno sguardo romantico ma attento al dettaglio, che ricrea<br />
98
un mondo in cui i colori interagiscono con le emozioni. Di<br />
particolare interesse una serie di paesaggi marini, dipinti<br />
con tratti leggeri e avvolgenti, caratterizzati da atmosfere<br />
rarefatte ma in movimento, squarciate dall’energia della<br />
luce.<br />
«Il mio rapporto con il colore», spiega Eugenia, «è di viscerale<br />
vicinanza. Attraverso il colore riesco a descrivere i<br />
sentimenti. E la pittura è il linguaggio che più si presta alla<br />
mia tecnica, quello attraverso il quale riesco a raccontare le<br />
emozioni. Penso che la gestualità sia una parte integrante<br />
dell’opera, un aspetto che incide sulla sua comprensione.<br />
Ogni lavoro è frutto di un equilibrio delicato tra pensiero e<br />
azione».<br />
<strong>La</strong> passione dell’artista per le bellezze naturali non può che<br />
condizionarne anche lo sguardo sulla società e proprio da<br />
questa osservazione nasce il suo ultimo ciclo di dipinti che<br />
indaga sul genere umano e, in particolare, sulla condizione<br />
femminile. «Osservare gli individui perdere naturalezza,<br />
stravolgendo la propria identità a causa delle imposizioni<br />
di canoni di bellezza sempre più estremi», ha attirato l’attenzione<br />
dell’artista, che di questo fenomeno fa una «documentazione<br />
priva di giudizio» quanto «una delicata constatazione<br />
arricchita da un pizzico di ironia».<br />
Il perdersi del particolare, del peculiare in favore di un’omogeneità<br />
artificiale è ben raccontato in una serie di tele<br />
dai fondali astratti – privati della prospettiva e dominati da<br />
visi di donne tutti uguali, senza espressione, dagli sguardi<br />
vuoti – nelle quali Eugenia comunica il disagio nei confronti<br />
dell’uniformità, caricaturando i soggetti stereotipati e contrastandoli<br />
con una straordinaria varietà nella scelta del<br />
colore.<br />
L’elemento femminile è molto presente nella sua ricerca<br />
artistica e questo perché è convinta che la pittura, come<br />
espressione, sia molto affine alla propria personalità. «Nella<br />
mia serie di volti ho voluto rappresentare la condizione<br />
della donna contemporanea. I molti cambiamenti storici e<br />
sociali che hanno scandito la nostra era hanno contribuito<br />
anche a scardinare i paradigmi dell’estetica e l’idealizzazione<br />
femminile. Oggi l’immagine non è più il principale presupposto<br />
della bellezza, soprattutto di quella della donna»,<br />
racconta Eugenia.<br />
«Siamo circondati da modelli straordinari di donne belle<br />
per l’esempio che danno, per quello che rappresentano<br />
nella società. Ed è per le loro azioni che vengono giudicate.<br />
Esattamente come gli uomini. Questa conquista ha richiesto<br />
tempo e non si è consolidata in modo uguale in tutte le<br />
società. Trovo che sia un aspetto molto interessante su cui<br />
misurare il livello di civiltà. Mi piace pensare a quale ruolo<br />
avrà la donna tra 50 o 100 anni: un quesito che cerco di instillare<br />
in chi osserva le tele», conclude l’artista.<br />
eugeniak.com<br />
Eugenia<br />
Papaveri<br />
Olio su tela<br />
Courtesy dell’artista<br />
99
ARTE<br />
LA REGINA DEI<br />
HA SCOPERTO L’ARTE CONTEMPORANEA CON IL MARITO ARMANDO,<br />
RE DELLA PUBBLICITÀ ITALIANA. ORA GEMMA TESTA COLTIVA LA<br />
SUA RACCOLTA DI TALENTI CON L’ASSOCIAZIONE ACACIA<br />
di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com<br />
Èuna donna audace e volitiva, dall’allure sempre<br />
radiosa. Gemma Testa ama le battaglie per la<br />
cultura e l’arte, fuori e dentro le istituzioni, tra<br />
visite agli studi degli artisti e red carpet delle inaugurazioni<br />
più blasonate, dove fluttua con grazia in abiti elegantissimi.<br />
Salernitana di nascita ma milanese di adozione, nel<br />
1970, dopo l’incontro con suo marito Armando Testa, si<br />
trasferisce a Torino, iniziando con lui una collaborazione<br />
creativa e professionale dirigendo, allo stesso tempo,<br />
anche la storica casa di produzione Ardo Film.<br />
Dalla scomparsa nel 1992 di Armando, geniale autore<br />
dei personaggi e degli slogan che hanno rappresentato<br />
l’immaginario dell’Italia del boom economico, ne custodisce<br />
l’archivio e ne promuove lo studio e la conoscenza<br />
dell’opera attraverso mostre ed eventi internazionali.<br />
Parallelamente coltiva l’amore per l’arte contemporanea<br />
con la sua attività di collezionista, iniziata negli anni<br />
‘80. Dal 2003 è presidente di Acacia-Associazione amici<br />
arte contemporanea italiana da lei fondata.<br />
Armando Testa, Before/After Punt e Mes, Frieze Masters 2019, progetto a cura di Michelangelo Pistoletto in collaborazione con Galleria<br />
Continua e Gemma De Angelis Testa<br />
© Andrea Rossetti<br />
100
COLLEZIONISTI<br />
Gemma De Angelis Testa nel suo appartamento a fianco all'opera di<br />
Armando Testa, Sedia Antropomorfa, 1976, e di Ed Ruscha, IF, 1995<br />
© Barbara Corsico<br />
Gemma Testa mi sorprende e mi sommerge fin dalle<br />
prime battute della nostra intervista, un fiume in piena<br />
dove fluttuano la sua storia personale e le sue idee molto<br />
nette sull’arte. «Il mio amore per lei risale a quando<br />
ero piccola: in casa non c’erano giocattoli, bensì molti<br />
libri dedicati ai grandi pittori della storia. L’arte contemporanea<br />
è arrivata dopo, quando a 20 anni conobbi mio<br />
marito Armando Testa, maestro eccezionale nell’avvicinarmi<br />
a questo universo nuovo e sorprendente. Posso<br />
dire che galeotti sono stati la laguna di Venezia e l’amore<br />
per l’arte che condividevamo e che ci ha accompagnato<br />
per il resto della nostra vita insieme», esordisce.<br />
Subito però precisa: «Mio marito non era, tuttavia, un<br />
collezionista: era un artista a tutto tondo. Il più artista<br />
tra i pubblicitari e il più anomalo tra gli artisti. Il disegno<br />
occupava quasi interamente il suo tempo e lui non desiderava<br />
essere distratto da altre immagini sulle pareti.<br />
Gli piaceva essere contornato da muri bianchi, come<br />
fossero dei fogli da disegno, su cui poter dipingere. Pertanto<br />
la nostra casa di Torino era un loft, molto scenografico<br />
ma povero di pareti, con grandi vetrate su tutti<br />
e quattro i lati del palazzo. Avevamo la sensazione di<br />
essere dentro un acquario, il panorama della città con<br />
le sue colline, il suo cielo spazzato via dal vento, in certi<br />
momenti era limpido e stellato, ed entrava nella nostra<br />
abitazione senza bisogno d’altro».<br />
Quale è stato il primo artista contemporaneo che ha<br />
scelto di inserire nella sua collezione?<br />
Si tratta di un acquisto che avvenne molto prima di<br />
cominciare la mia attività di collezionista: un’opera di<br />
Cy Twombly del 1962, The Vengeance of Achilles, nella<br />
quale ritrovai la mia passione giovanile per l’eroe<br />
omerico. All’epoca, nei primi anni ‘80, ero molto radicale,<br />
amavo quasi esclusivamente Lucio Fontana, Piero<br />
Manzoni, Robert Ryman e Cy Twombly, che ancora oggi<br />
rimane tra i miei artisti preferiti. <strong>La</strong> scelta di Twombly,<br />
poi, era stata una vera e propria provocazione nei riguardi<br />
di mio marito. Un autore così lontano da quelli<br />
che lui amava, diventato fonte di piacevoli e stimolanti<br />
discussioni. <strong>La</strong> collezione vera e propria, a parte qualche<br />
sporadico acquisto, è iniziata dopo la scomparsa<br />
di Armando.<br />
Qual è il capolavoro della sua raccolta a cui è più legata?<br />
Le opere nella mia casa sono state scelte tutte con<br />
amore, sentimento percepito da chi visita la mia collezione.<br />
Ciascuna di esse mi ha donato molto, mi hanno<br />
aiutata a capire molte cose della vita. Per questo, mi è<br />
difficile selezionare un solo artista.<br />
Collezione Gemma De Angelis Testa. Da sinistra Bill Viola, Surrender,<br />
2001; Peter Doig, House of pictures, 2001; John Currin, Young Man, 1992<br />
© Fabio Mantegna<br />
101
ARTE<br />
© Fabio Mantegna<br />
Gli artisti italiani della Collezione ACACIA, Palazzo Reale, Milano, 2012: in primo piano Gianni Caravaggio, Cause, 2003; a fianco Gianni Caravaggio,<br />
Cacciatore di soli, 2008; dietro Francesco Gennari, <strong>La</strong> degenerazione di Parsifal (natività), 2005-2006<br />
Lei ha sempre visitato le grandi manifestazioni internazionali<br />
d’arte contemporanea. Ha qualche aneddoto<br />
da raccontarci con suo marito, i Maestri e i galleristi<br />
che avete conosciuto insieme negli anni?<br />
Tra i miei ricordi vi sono molti aneddoti. Non frequentavamo<br />
solo le grandi fiere, ma visitavamo spesso anche<br />
le gallerie private. Per esempio, mi viene in mente un<br />
episodio che vede protagonista il grande critico d’arte<br />
Luigi Carluccio, in occasione di una mostra di César a<br />
Torino, alla galleria Il Fauno di Luciano Anselmino, in<br />
piazza Carignano. L’artista aveva presentato le sue tipiche<br />
compressioni sotto forma di rettangoli, accompagnati<br />
da altri oggetti di uso quotidiano come mestoli o<br />
pentole schiacciate. Usciti dall’esposizione, fuori dalla<br />
galleria, Carluccio discuteva animatamente con Armando<br />
su ciò che avevano visto: credo che lui non fosse<br />
un estimatore di César, mentre Armando lo apprezzava,<br />
o almeno si erano piaciuti. Il critico, vedendomi uscire<br />
dalla galleria, con tono piuttosto nervosetto disse ad<br />
Armando: «Voglio proprio chiedere a Gemma, che è<br />
giovane, cosa le hanno trasmesso questi lavori!». Emozionata<br />
e rossa in viso per aver suscitato il suo interesse,<br />
circondata da un gruppetto di persone sopraggiunte,<br />
non volevo sfigurare agli occhi di Armando, dunque<br />
mi feci coraggio e risposi: «C’è un capovolgimento e<br />
una metamorfosi delle cose – gli oggetti hanno perso il<br />
loro valore d’uso – e hanno assunto un significato nuovo<br />
e diverso da quello originario, pertanto stimolano la<br />
nostra immaginazione». Armando fu compiaciuto dalla<br />
mia risposta, pensò che le sue lezioni cominciavano a<br />
dare i loro frutti...<br />
Nel 2003 ha fondato Acacia. Di cosa si tratta e perché<br />
ha deciso di dar vita a questa associazione?<br />
Acacia nasce su mia iniziativa con l’obiettivo di dialogare<br />
con le istituzioni, sostenere i giovani artisti italiani<br />
e promuovere l’arte contemporanea. L’associazione<br />
Collezione Gemma De Angelis Testa. In primo piano Armando<br />
Testa, Sedia AT, 1990; sullo sfondo Cecily Brown, Handsome<br />
Stranger, 2010<br />
© Fabio Mantegna<br />
102
accoglie collezionisti attivi che partecipano in prima<br />
persona al sistema dell’arte (conferenze, manifestazioni<br />
internazionali, lezioni in prestigiose università) e che,<br />
soprattutto, si impegnano in un’azione che mi piace<br />
definire di “mecenatismo collettivo”, ovvero di collezionismo<br />
inteso non solo come godimento personale, ma<br />
come momento di condivisione con la comunità. Acacia<br />
è stata istituita, infatti, anche con il preciso intento di<br />
raccogliere opere da donare al tanto atteso museo di<br />
arte contemporanea di Milano, del quale ancora oggi<br />
aspettiamo l’annuncio, ma senza scoraggiarci. Come<br />
l’albero dell’acacia, resistiamo a tutte le intemperie,<br />
aspettiamo il museo, ma abbiamo già pronta la collezione,<br />
tutt’ora in progress, in mostra dal 2015 al Museo<br />
del Novecento.<br />
Lei ha, pertanto, un osservatorio privilegiato sul collezionismo<br />
italiano. Ci può tracciare l’identikit del collezionista<br />
d’arte contemporanea oggi?<br />
L’arte si sta orientando verso uno scenario in cui non c’è<br />
distinzione tra bene di consumo, opera d’arte e design.<br />
Non esiste un identikit globale per il collezionista. Ne<br />
esistono di varie tipologie: quello che sceglie di pancia,<br />
il riflessivo che medita l’acquisto più a lungo, lo<br />
speculativo che compra con lungimiranza o, ancora, il<br />
bulimico che acquista in quantità per primeggiare nella<br />
scoperta dei nuovi talenti. Credo che ciò che accomuni<br />
tutte queste tipologie sia la conoscenza del mondo<br />
dell’arte e la continua necessità di aggiornamento.<br />
Perché è importante collezionare arte contemporanea?<br />
È uno specchio della società e si ispira ai valori universali,<br />
ai sentimenti, alla vita, alla morte, ai problemi sociali.<br />
Oggi più che mai c’è grande sensibilità a temi quali<br />
l’ambiente, la salvaguardia del pianeta, i diritti umani<br />
e l’immigrazione. L’arte e la cultura ci aiutano a comprendere<br />
e a dialogare con gli altri popoli e a favorire le<br />
relazioni internazionali. È importante che i grandi collezionisti,<br />
quelli che hanno davvero il potere di tessere le<br />
sorti del mercato, agiscano con etica in funzione della<br />
collettività.<br />
Qual è lo stato di salute del Sistema italiano dell’arte<br />
contemporanea?<br />
L’Italia ha bisogno di fare rete intorno al suo immenso<br />
patrimonio culturale di ieri e di oggi. C’è urgenza di un<br />
sostegno pubblico all’arte, di adeguate politiche culturali,<br />
di agevolazioni fiscali e di azioni a sostegno di<br />
università e accademie: il ruolo degli insegnanti deve<br />
essere valorizzato, sia economicamente che moralmente.<br />
Le tante punte di diamante che abbiamo nell’arte,<br />
nella moda, nel design e nel cinema non possono<br />
essere abbandonate ma devono essere supportate e<br />
valorizzate dalle istituzioni. Sorprende che, per esempio,<br />
le opere di Armando Testa, riconosciuto come un<br />
grande creativo, siano parte dei pezzi di design dei principali<br />
musei in tutto il mondo, come il MoMA, lo Stedelijk<br />
Museum o l’Israel Museum di Gerusalemme – e<br />
tanti altri – e Milano non senta l’esigenza di includerlo<br />
nelle collezioni museali. Fa riflettere anche il fatto che<br />
molti protagonisti del mondo della critica d’arte italiana<br />
abbiano avuto riconoscimenti all’estero prima che in<br />
Italia. Le esperienze internazionali sono fondamentali,<br />
ma bisognerebbe lavorare per incentivare il loro ritorno<br />
in patria con posizioni di responsabilità all’interno del<br />
sistema dell’arte italiano.<br />
acaciaweb.it<br />
Opere della Collezione Gemma De Angelis Testa. In particolare: sulla parete sinistra l’opera di Paola Pivi, Senza titolo (Perle), 1999; al centro della<br />
stanza davanti al divano la scultura di Yinka Shonibare, "Water" (SHO 590), 2010; in primo piano a destra la scultura di Anselm Kiefer, Erinna,<br />
Praxilla, Myrthis, Sappho, Nossis, Corinna, Telesilla, Anita, Moira, 2004<br />
© Fabio Mantegna<br />
103
ARTE<br />
SCATTI AL FEMMINILE<br />
A MANTOVA LA PRIMA EDIZIONE DELLA BIENNALE CHE METTE<br />
IN MOSTRA IL RAPPORTO TRA DONNE E LAVORO. MENTRE VOLTI<br />
DI ATTIVISTE, SCIENZIATE E POLITICHE SONO AL CENTRO DELLA<br />
RASSEGNA WOMEN, A BOLOGNA<br />
di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it<br />
Il fermo immagine sceglie una<br />
mano femminile. Un filo rosa<br />
cuce i suoi disegni su calli generati<br />
dal duro lavoro. <strong>La</strong> donna, la sua<br />
forte fragilità e, soprattutto, il suo corpo<br />
raccontano questa e altre storie. A<br />
Mantova, dal 5 al 29 marzo, in molte<br />
sedi sparse nella bella e storica città<br />
lombarda, è il momento della Biennale<br />
della fotografia femminile.<br />
È una prima edizione che vede protagoniste,<br />
come autrici e soggetti delle<br />
immagini, le donne. E come tema portante<br />
il loro rapporto con il lavoro. Per<br />
questo la foto della mano cucita da un<br />
ricamo, che rimanda a un’attività considerata<br />
tradizionalmente femminile,<br />
è l’immagine iconica di questa rassegna.<br />
L’opera di Eliza Bennett vuole sfidare<br />
i preconcetti sul fatto che il lavoro<br />
delle donne sia semplice e leggero.<br />
Dedite al ricamo e alla tessitura sono<br />
anche le romene ritratte in Transilvania<br />
da Rena Effendi. Insieme con gli<br />
Eliza Bennett, A Woman’s Work is Never Done (2014)<br />
104
Rena Effendi, Transylvania: built on grass, Maramures, Romania (2014)<br />
uomini, fin da giovanissime, trascorrono<br />
la maggior parte delle loro faticose o al passaporto, costretti a prostituir-<br />
Cinderellas, senza diritto alla patente<br />
giornate tra campi e cumuli di paglia, si. Le sue immagini forti denunciano<br />
vacche e cavalli, come testimoniano senza filtri una situazione sociale da<br />
gli scatti dell’artista. A dimostrare che migliorare, su cui il dibattito è sempre<br />
il lavoro, soprattutto se umile e pesante,<br />
non può fare a meno della fisicità.<br />
aperto. E alla Biennale sono molte le<br />
Sono di nuovo i corpi, in questo caso<br />
di bambine thailandesi, al centro<br />
delle creazioni di Sandra Hoyn, fotografa<br />
sensibile a temi sociali come lo<br />
sfruttamento minorile. <strong>La</strong> sua denuncia<br />
parte dall’obiettivo che inquadra<br />
bimbe appena cresciute e coinvolte,<br />
insieme a coetanei maschi, in combattimenti<br />
di boxe su un ring. Una<br />
pratica da condannare aggravata dal<br />
fatto che i genitori di questi ragazzini<br />
scommettono forti somme e incitano<br />
i figli a vincere, a qualunque costo. Si<br />
tratta di persone indifese, che diventano<br />
vittime di sopraffazione e arroganza.<br />
Indifesi sono anche gli appartenenti<br />
al cosiddetto terzo genere, le Hijras.<br />
Né uomini né donne, in molti Paesi<br />
asiatici una volta erano considerati<br />
semidivinità ma ora non hanno un’identità<br />
riconosciuta. In nazioni come<br />
il Bangladesh sono individui relegati<br />
ai margini della società. A ritrarli è<br />
Annalisa Natali Murri, che li definisce Erika <strong>La</strong>rsen, Quinhagak (2015-2019)<br />
opportunità di confronto, con diverse<br />
conferenze in programma. Il 5 marzo<br />
viene affrontata la questione del<br />
gender gap, o tetto di cristallo, negli<br />
ambienti professionali. Il 7 si parla<br />
di come le fotografe italiane hanno<br />
affrontato il tema del lavoro a partire<br />
dagli anni ’60, analizzando anche<br />
mestieri invisibili come quello delle<br />
madri, per poi passare a documentare<br />
le lotte per i nuovi diritti negli anni ’70.<br />
E sono sempre i corpi che, indignati<br />
insieme alle anime e mossi dal senso<br />
di giustizia, scendono nelle piazze<br />
del mondo per protestare: è l’esempio<br />
della Georgia fotografata da Daro Sulakauri<br />
nel progetto The Black Gold.<br />
Qui la denuncia riguarda le pessime<br />
condizioni dei lavoratori nelle miniere<br />
di manganese, con turni di lavoro da<br />
12-18 ore a 13 chilometri di profondità.<br />
Mentre Donata Pizzi, che dal 2015 è<br />
impegnata a riunire in un’unica collezione<br />
gli scatti incentrati sul tema del<br />
lavoro delle artiste attive dagli anni<br />
’60 a oggi, offre al pubblico immagini<br />
ironiche e contraddittorie tra donne<br />
impegnate in attività agricole, o nel<br />
trasportare acqua, e inquadrature di<br />
signore borghesi libere solo in apparenza.<br />
Anche il corpo della Terra soffre.<br />
105
ARTE<br />
Come viene evidenziato dalle foto di<br />
Betty Colombo, che vuole immortalare<br />
la contraddizione del rapporto tra<br />
uomo e natura. L’umanità distrugge i<br />
boschi e il verde, ma è anche all’altezza<br />
di una riparazione, termine che la<br />
viaggiatrice fotoreporter usa per definire<br />
la sua opera. Il 14 e il 15 marzo l’artista<br />
è protagonista di un workshop in<br />
cui insegna a costruire un reportage<br />
in giro per Mantova, tra luoghi storici e<br />
iconici, gettando l’occhio e l’obiettivo<br />
sulla vita sociale della città.<br />
Gioventù e natura sono soggetti scelti<br />
anche da Erika <strong>La</strong>rsen che in Alaska,<br />
a Quinhagak, ha iniziato la sua ricerca<br />
seguendo l’archeologo Rick Knecht.<br />
Lo studioso ritiene che gli antenati<br />
siano vivi a loro modo negli oggetti<br />
scoperti, nella danza dei bimbi, nelle<br />
storie degli anziani e nel lavoro quotidiano<br />
degli abitanti del villaggio.<br />
Infine, Nuda come la Terra Madre è il<br />
titolo del laboratorio di Letizia Battaglia,<br />
in programma il 28 e il 29 marzo,<br />
che pone l’attenzione sul linguaggio<br />
Alcune donne partecipano alla cerimonia Holi, la festa dell’amore e dei colori che in passato<br />
era preclusa alle vedove, al Tempio di Gopinath, in India (2016)<br />
della fotografia attraverso il corpo<br />
delle donne, alla conquista di sé e del<br />
mondo.<br />
Donne, viaggio, natura sono i temi<br />
Una coordinatrice di 24 anni si prende una pausa per fumare una sigaretta fuori dall’African<br />
Artists’ Foundation di <strong>La</strong>gos, in Nigeria (2014)<br />
© Amy Toensing<br />
© Robin Hammondi<br />
cardine scelti per ricordare 100 anni di<br />
storie raccontate per immagini dai reporter<br />
della National Geographic Society,<br />
nella mostra evento Women. Un<br />
mondo in cambiamento. Aperta fino al<br />
17 maggio a Bologna, nel complesso<br />
di Santa Maria della Vita, è divisa<br />
in sei sezioni: Beauty/Bellezza, Joy/<br />
Gioia, Love/Amore, Wisdom/Saggezza,<br />
Strength/Forza e Hope/Speranza,<br />
declinati tutti al femminile. Immagini<br />
colorate e intense fanno soffermare<br />
lo sguardo su donne di tutti i continenti,<br />
selezionate anche per illustrare<br />
ai visitatori l’evoluzione avvenuta nel<br />
tempo. Senza dimenticare sfide e problemi<br />
irrisolti, sebbene sia passato un<br />
secolo dal riconoscimento del diritto<br />
di voto alle donne negli Stati Uniti, anniversario<br />
ricordato in mostra. L’esposizione<br />
si chiude con la sezione Portraits/Ritratti:<br />
scatti intimi e biografie<br />
di attiviste, scienziate e politiche, da<br />
Nancy Pelosi a Liliana Segre. Volti,<br />
nient’altro che parti espressive di corpi,<br />
che esprimono anime.<br />
bffmantova.com<br />
bffmantova<br />
genusbononiae.it<br />
genusbononiae<br />
MANTOVA<br />
2 FRECCE AL GIORNO<br />
BOLOGNA<br />
169 FRECCE AL GIORNO<br />
106
PHOTO<br />
WOMEN BY<br />
LETIZIA BATTAGLIA<br />
di Sandra Gesualdi<br />
sandragesu<br />
Spesso e sempre più spesso<br />
la storia attraversa il corpo<br />
femminile. Donne comuni,<br />
incrociate per strada, bambine, lavoratrici<br />
sono protagoniste di molti<br />
reportage di Letizia Battaglia che ne<br />
ha documentato la vita, la condizione<br />
sociale, la fatica quotidiana. <strong>La</strong> Crumb<br />
Gallery ospita, dal 7 marzo al 7 aprile,<br />
Corpo di donna, la prima mostra a<br />
Firenze di una delle più importanti figure<br />
della fotografia contemporanea.<br />
Quaranta scatti di nudi, molti inediti,<br />
con quella capacità potente della<br />
Battaglia di guardare, scrutare alla<br />
distanza «di un pugno o una carezza»<br />
e oltre le comuni apparenze. Con<br />
quella poesia mista a consapevolezza<br />
di raccontare con tenacia la forza e la<br />
fragilità femminile. Senza veli, giovani<br />
o mature, colte nel loro intimo sentire,<br />
mai volgari o in posa, le donne dell’artista<br />
palermitana sono belle per quello<br />
che sono. Come solo l’occhio acuto<br />
di una di loro poteva svelare.<br />
CrumbGallery<br />
History seen increasingly<br />
frequently through the<br />
female body. Everyday<br />
women, ones you pass in the street,<br />
little girls, working women – these<br />
are the people who take centre stage<br />
in many of the photo-reportages by<br />
Letizia Battaglia, who has recorded<br />
their lives, their social standing and<br />
daily grind. From 7 March to 7 April,<br />
the Crumb Gallery is putting on Corpo<br />
di donna, the first show in Florence<br />
of one of the most important figures<br />
in contemporary photography. Forty<br />
nudes, many of them never previously<br />
exhibited, with Battaglia’s powerful<br />
ability to look and scrutinise from the<br />
distance of “a punch or a caress” and<br />
go beyond everyday appearances.<br />
With poetry combined with the<br />
awareness of doggedly describing<br />
the strength and fragility of women.<br />
Unclothed, young and old, captured<br />
in their intimate feelings, but never<br />
vulgar or posed, the women pictured<br />
by the Palermo artist are beautiful for<br />
what they are. And from a viewpoint<br />
that only another woman can have.<br />
FIRENZE<br />
108 FRECCE AL GIORNO/A DAY<br />
Letizia Battaglia<br />
Nerina (2019)<br />
107
PHOTO<br />
MIA PHOTO X 10<br />
Dall’Australia all’Europa, dagli<br />
Usa alla Russia fino al<br />
Medio Oriente. Mia Photo,<br />
la fiera internazionale d’arte dedica-<br />
ta alla fotografia in Italia, quest’anno<br />
compie dieci anni e intensifica la rappresentanza<br />
degli espositori provenienti<br />
da tutto il mondo. Dal 19 al 22<br />
marzo quasi 90 gallerie, il 30% estere,<br />
si riuniscono a Milano per proporre indagini<br />
sulla fotografia d’arte, eventi e<br />
progetti culturali dedicati.<br />
L’eclettico Rankin è la firma prestigiosa<br />
delle immagini che veicolano la<br />
kermesse ideata da Fabio e Lorenza<br />
Castelli. Il fotografo inglese, famoso<br />
per i ritratti a personaggi dello spettacolo<br />
e della moda e per aver immortalato<br />
il celebre sorriso della regina Elisabetta,<br />
propone volti femminili riletti<br />
in chiave eccentrica e pop. In Saved by<br />
the Bell Rankin, in collaborazione con<br />
il make-up artist Andrew Gallimore,<br />
dipinge con colori fluo i volti delle<br />
modelle spaziando dalla cultura degli<br />
anni ‘80 e ‘90 fino all’Avanguardia.<br />
Un mix di sperimentazione e sovrapposizioni<br />
cromatiche grazie all’uso di<br />
pattern grafici ed elementi tridimensionali<br />
applicati sui visi. Tra le novità<br />
di questa edizione la mostra curata da<br />
Elio Grazioli Beyond Photography, una<br />
scelta di immagini che raccontano l’evoluzione<br />
dello scatto dal tradizionale<br />
reportage di tipo documentaristico ai<br />
linguaggi visivi contemporanei. S.G.<br />
miafair.it<br />
miaphotofair<br />
Rankin, Leopard - Pink & Green<br />
Saved by the bell/HUNGER, Issue 14 (2018)<br />
Archival Colour C-Type <strong>La</strong>mbda Print, 51x61 cm<br />
Courtesy of 29 ARTS IN PROGRESS Gallery<br />
From Australia to Europe,<br />
from the USA to China and<br />
the Middle East. Mia Photo,<br />
the international art fair dedicated<br />
to photography in Italy, celebrates<br />
its tenth anniversary this year and<br />
has more exhibitors from all parts<br />
of the world. From 19 to 22 March<br />
nearly 90 galleries, 30% of which<br />
from outside Italy, gather in Milan<br />
to present explorations on art<br />
photography, events and dedicated<br />
cultural events.<br />
The images chosen to represent<br />
the fair created by Fabio and<br />
Lorenza Castelli were shot by<br />
108
Marco Gualazzini<br />
<strong>La</strong> scuola primaria Haji Mire, Somalia, Bosaso (2015)<br />
Courtesy Contrasto Galleria Milano<br />
eclectic star photographer Rankin.<br />
The British photographer, known<br />
for his portraits of showbiz and<br />
fashion celebrities and for having<br />
captured the famous smile of<br />
Queen Elizabeth II, presents an<br />
eccentric and pop interpretation of<br />
women’s faces. In Saved by the Bell,<br />
Rankin, in collaboration with makeup<br />
artist Andrew Gallimore, paints<br />
his models faces with fluorescent<br />
colours, ranging from 1980s and<br />
1990s culture to avant-garde. A<br />
combination of experimentation<br />
and strong colour effects thanks to<br />
the use of bold patterns and threedimensional<br />
patterns applied to the<br />
model’s face. This edition features<br />
the new exhibition curated by Elio<br />
Grazioli Beyond Photography, a<br />
selection of images that describe<br />
the evolution of the photograph<br />
from traditional documentary-style<br />
stories to contemporary visual<br />
languages.<br />
MILANO<br />
192 FRECCE AL GIORNO/A DAY<br />
Marilù Manzini<br />
QN 1 (2019)<br />
Courtesy Galleria Paola Colombari<br />
109
PHOTO<br />
TELEVISIVA<br />
di Luca Mattei ellemme1 - l.mattei@fsitaliane.it<br />
Stefano De Luigi<br />
Gianfranco Funari durante Funari News/Gianfranco Funari during Funari News (1994)<br />
110
P<br />
er la televisione quelli di oggi sono tempi diversi<br />
rispetto al secolo scorso, quando sbaragliò<br />
facilmente la concorrenza degli altri media.<br />
Secondo il rapporto Auditel Censis di ottobre 2019, gli<br />
smartphone nel 2018 hanno superato per la prima volta<br />
in Italia gli apparecchi tv (+1,3 milioni) e il 9,7% della popolazione<br />
guarda programmi su device diversi dal piccolo<br />
schermo. Invece, nel corso degli anni ’90, il boom<br />
della tv commerciale ha plasmato da un punto di vista<br />
antropologico e sociologico intere generazioni.<br />
È proprio sul periodo 1994-2004 che si focalizza<br />
Televisiva, progetto di Stefano De Luigi, quattro volte<br />
vincitore del World Press Photo. L’Other Size Gallery di<br />
Milano ospita fino al 10 aprile 32 scatti in bianco e nero<br />
che ritraggono backstage di trasmissioni emblematiche,<br />
come Non è la Rai e I cervelloni, oltre a presentatori,<br />
starlette e showmen, da Gianfranco Funari a Platinette.<br />
Scrutando sotto la superficie patinata dello spettacolo<br />
si osserva un habitat buffonesco di creature circensi, in<br />
una visione d’insieme grottesca che denuncia anche il<br />
nascere di un sistema di parole urlate, fake news e sensazionalismo.<br />
Irene Pivetti e Platinette durante Bisturi/Irene Pivetti and Platinette during Bisturi (2004)<br />
These are very different times for television<br />
compared to last century, when it easily resisted<br />
competition from other media. According to<br />
figures published in the Auditel Censis report of October<br />
2019, the number of smartphones in 2018 in Italy has now<br />
exceeded that of televisions (+1.3 million) whilst 9.7% of<br />
the population watch programmes on devices other than<br />
the small screen. Rather, during the 1990s, the boom of<br />
commercial television shaped entire generations from<br />
an anthropological point of view.<br />
It is precisely the time from 1994 to 2004 that is the<br />
focus of Televisiva, a project by Stefano De Luigi, who<br />
has won four World Press Photo awards. Until 10 April,<br />
the Other Size Gallery in Milan is hosting 32 black-andwhite<br />
backstage pictures of emblematic programmes<br />
like Non è la Rai and I cervelloni, as well as portraits of<br />
presenters, starlets and showmen, from Gianfranco<br />
Funari to Platinette. Digging down beneath the slick,<br />
show-business exterior you can make out a clownish<br />
environment of circus creatures, in a grotesque overview<br />
that also criticises the birth of a system promoting<br />
shouting, fake news and sensationalism.<br />
111
OFFERTE E SERVIZI<br />
PORTALE FRECCE<br />
PROMOZIONI<br />
FOOD ON BOARD<br />
CARTAFRECCIA<br />
NETWORK // ROUTES // FLOTTA<br />
114<br />
117<br />
118<br />
120<br />
122<br />
124<br />
113
OFFERTE E SERVIZI<br />
PARTENZE DI PASQUA<br />
PIÙ TRENI ROMA-REGGIO CALABRIA<br />
Più treni e più posti disponibili in occasione delle festività pasquali. Grazie a 2 collegamenti aggiuntivi <strong>Freccia</strong>bianca<br />
tra Roma e Reggio Calabria, aumentano le opportunità per organizzare le proprie vacanze lasciando a casa<br />
l’auto. Nei giorni in cui si concentrano le partenze per il weekend di Pasqua, diventano così 10 le Frecce in servizio<br />
tra la Capitale e la costa tirrenica fino alla Calabria, 4 <strong>Freccia</strong>rgento e 6 <strong>Freccia</strong>bianca, offrendo fino a 4.500 posti al giorno.<br />
I 2 nuovi treni <strong>Freccia</strong>bianca fermano anche a Napoli C.le, Salerno, Battipaglia, Sapri, Paola, <strong>La</strong>mezia, Vibo Valentia – Pizzo,<br />
Rosarno, Gioia Tauro e Villa S. Giovanni e si effettuano nei giorni 9 e 10 aprile in direzione nord sud e nei giorni 10 e 11 aprile<br />
in direzione opposta.<br />
trenitalia.com<br />
114
IN TRENO CON LO SCONTO<br />
Oltre 45 artisti tra acrobati, attori, musicisti e cantanti provenienti da 28 Paesi, e circa 80 diverse maestranze<br />
animano Totem, lo show del Cirque du Soleil diretto da Robert Lepage. Uno spettacolo unico raggiungibile a<br />
tariffe scontate grazie a <strong>Freccia</strong>rossa, treno uffi ciale dell’evento. Con l’offerta Speciale Eventi, infatti, i viaggiatori<br />
che si spostano verso Roma e Milano per assistere allo show possono ottenere uno sconto del 30% sul prezzo Base del<br />
biglietto Frecce o Intercity.<br />
trenitalia.com ticketone.it<br />
115
OFFERTE E SERVIZI<br />
TRENITALIA<br />
FOR BUSINESS<br />
Gli affari viaggiano ad Alta Velocità con il programma Trenitalia for Business dedicato alle aziende e ai possessori di<br />
partita Iva. L’adesione è gratuita, prevede promozioni e offerte dedicate, risparmio sicuro, un portale per gestire i<br />
viaggi di lavoro, un professionista a disposizione e il numero verde 800 18 60 19, attivo tutti i giorni dalle 7 alle 20.<br />
https://www.trenitalia.com/content/tcom/it/informazioni/trenitalia-for-business.html<br />
116
PORTALE FRECCE<br />
WWW.PORTALEFRECCE.IT<br />
INTRATTENIMENTO GRATUITO, FACILE E VELOCE<br />
Il portale FRECCE rende più piacevole il viaggio grazie ai numerosi servizi gratuiti disponibili a bordo dei treni <strong>Freccia</strong>rossa e<br />
<strong>Freccia</strong>rgento e nelle sale FRECCIAClub e FRECCIALounge. Per accedere basta collegarsi alla rete WiFi, digitare www.portalefrecce.it<br />
o scaricare l’app Portale FRECCE da App Store e Google Play. Ulteriori dettagli, info e condizioni su trenitalia.com<br />
SCELTI PER VOI<br />
CINEMA<br />
Dopo l’amore<br />
Eccezzziunale veramente<br />
- Capitolo<br />
secondo... me<br />
L’intrepido<br />
L’uffi ciale e la<br />
spia<br />
Vivere<br />
SERIE E<br />
PROGRAMMI TV<br />
UNA SELEZIONE DI SERIE E PROGRAMMI TV NAZIONALI E<br />
INTERNAZIONALI<br />
GLI ALTRI SERVIZI DISPONIBILI<br />
GIOCHI<br />
Azione, sport,<br />
logica e tanto altro<br />
a disposizione di<br />
grandi e piccoli<br />
viaggiatori<br />
NEWS<br />
Notizie Ansa<br />
sui principali<br />
fatti quotidiani<br />
aggiornate ogni ora<br />
BAMBINI<br />
Cartoni e<br />
programmi<br />
per i piccoli<br />
viaggiatori<br />
EDICOLA DIGITALE<br />
Quotidiani e<br />
riviste nazionali e<br />
internazionali<br />
AUDIOLIBRI<br />
Audiolibri di<br />
vario genere<br />
anche per<br />
bambini<br />
INFO DI VIAGGIO<br />
Informazioni in<br />
tempo reale su<br />
puntualità, fermate,<br />
coincidenze<br />
INTERNET WIFI<br />
Connessione a<br />
Internet tramite<br />
WiFi<br />
di bordo<br />
MUSICA<br />
Il meglio<br />
della musica<br />
contemporanea<br />
italiana e straniera<br />
CORSO DI INGLESE<br />
Oltre 100 lezioni<br />
per imparare<br />
l’inglese<br />
viaggiando<br />
LIBRI E GUIDE<br />
Circa 200<br />
contenuti tra<br />
libri ed estratti di<br />
guide turistiche<br />
Per assistenza contattare il numero verde Telecom Italia 800.287515 Opzione 1, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 22<br />
117
PROMOZIONI<br />
SPECIALE 2X1<br />
Offerta dedicata a chi prende il treno di sabato. Si viaggia in due pagando un solo<br />
biglietto al prezzo Base nei livelli Business, Premium e Standard e in 1^ e 2^ classe.<br />
Ideale per raggiungere, in coppia, i luoghi dove si tengono concerti, partite, mostre<br />
ed eventi 1 .<br />
CARNET 10 E 5 VIAGGI<br />
I Carnet Trenitalia sono sempre più adatti<br />
a tutte le esigenze. Si può scegliere quello<br />
da 10 viaggi al prezzo di 8 euro (-20%<br />
sul prezzo Base) oppure il Carnet 5 viaggi<br />
con la riduzione del 10% sul prezzo Base.<br />
Riservato ai titolari CartaFRECCIA, il Carnet<br />
è nominativo e personale. L’offerta è<br />
disponibile per i treni <strong>Freccia</strong>rossa, <strong>Freccia</strong>rgento,<br />
<strong>Freccia</strong>bianca e Intercity 3 .<br />
INSIEME<br />
Offerta dedicata ai gruppi da 2 a 5<br />
persone per viaggiare con uno sconto<br />
del 30% sul prezzo Base di Frecce,<br />
Intercity e Intercity Notte. <strong>La</strong> promozione<br />
è valida in 1^ e 2^ classe e nei<br />
livelli di servizio Business, Premium e<br />
Standard. Sono esclusi il livello Executive,<br />
il Salottino e le vetture Excelsior<br />
4 .<br />
A/R WEEKEND<br />
Promozione per chi parte il sabato<br />
e torna la domenica con le<br />
Frecce a prezzi fissi, differenziati<br />
in base alle relazioni e alla<br />
classe o al livello di servizio. <strong>La</strong><br />
giusta soluzione per visitare le<br />
città d’arte nel fine settimana<br />
senza stress e lasciando l’auto<br />
a casa 5 .<br />
118
BIMBI GRATIS<br />
Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in <strong>Freccia</strong>rossa, <strong>Freccia</strong>rgento, <strong>Freccia</strong>bianca<br />
e Intercity nei livelli Business, Premium e Standard e in 1^ e 2^ classe. Gratuità<br />
prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggiorenne, in<br />
gruppi composti da 2 a 5 persone 2 .<br />
TUTTE LE ALTRE OFFERTE E LA GAMMA DEI PREZZI SU<br />
TRENITALIA.COM<br />
1. L’offerta è valida tutti i sabati ed è acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza. Posti limitati e<br />
variabili in base al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso non consentiti. Offerta non<br />
cumulabile con altre riduzioni.<br />
2. I componenti del gruppo che non siano bambini/ragazzi pagano il biglietto al prezzo Base. Offerta a posti limitati e variabili<br />
rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni.<br />
Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza.<br />
3. Il Carnet consente di effettuare 10 o 5 viaggi in entrambi i sensi di marcia di una specifica tratta, scelta al momento dell’acquisto<br />
e non modificabile per i viaggi successivi. Le prenotazioni dei biglietti devono essere effettuate entro 180 giorni dalla data di<br />
emissione del Carnet entro i limiti di prenotabilità dei treni. L’off erta non è cumulabile con altre promozioni. Il cambio della<br />
singola prenotazione ha tempi e condizioni uguali a quelli del biglietto Base. Cambio biglietto non consentito e rimborso soggetto<br />
a restrizioni.<br />
4. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno, della classe/livello di servizio e del numero dei componenti<br />
del gruppo. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. Cambio prenotazione/biglietto e<br />
rimborso non consentiti. Offerta non cumulabile con altre riduzioni a eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi.<br />
5. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno e della classe/livello di servizio. Acquistabile entro le ore 24<br />
del terzo giorno precedente la partenza del treno. Il cambio prenotazione/biglietto è soggetto a restrizioni. Il rimborso non è<br />
consentito. Offerta non cumulabile con altre riduzioni, compresa quella prevista a favore dei ragazzi.<br />
119
FOOD ON BOARD<br />
Il viaggio nel viaggio<br />
GUSTALI A BORDO<br />
Il mare cristallino, le spiagge bianchissime e le alte scogliere di un’isola meravigliosa. Con questo paesaggio negli occhi<br />
è facile, guardando gli gnocchetti sardi, riconoscere la forma di una piccola conchiglia. Le contadine che tanti secoli fa<br />
inventarono questa pasta, invece, immaginarono di plasmare tanti vitellini panciuti, in dialetto malloreddus, e la battezzarono<br />
con questo nome.<br />
<strong>La</strong> sua caratteristica forma rigata si deve alla lavorazione e al ciuliri, il cesto di paglia contro cui veniva schiacciato l’impasto<br />
di semola di grano e acqua. Il sugo che esalta meglio gli gnocchetti sardi è il ragù di salsiccia, come quello tipico della<br />
zona del Campidano, tra Cagliari e Oristano.<br />
Scopri tutti i menù a bordo su itinere.it<br />
120
© Giovanni Malgarini<br />
FRECCIAROSSA<br />
GOURMET<br />
by<br />
Carlo Cracco<br />
SALMONE AL VAPORE<br />
CON BROCCOLI<br />
ALL’OLIO EVO<br />
Lista della spesa (per 4 persone)<br />
4 filetti di salmone da 150 gr l’uno, 1 kg di zucchine,<br />
1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva, sale marino<br />
iodato q.b.<br />
Preparazione<br />
<strong>La</strong>vare e mondare i broccoli lasciando solo le cime<br />
ed eliminando i gambi duri e le foglie. Pulire i filetti<br />
di salmone dalle squame e sciacquarli sotto l’acqua<br />
corrente. Adagiarli in un piano della vaporiera, insaporendoli<br />
con un pizzico di sale. Sul secondo cestello<br />
disporre i broccoli. Cuocere il tutto per circa 10 minuti.<br />
Servire il salmone sul piatto accompagnato dai broccoli<br />
conditi con un pizzico di sale e un cucchiaio di<br />
olio extravergine d’oliva.<br />
Vino consigliato<br />
Catarratto Bio Dop, Sicilia<br />
Dal colore giallo paglierino tendente al dorato, presenta<br />
lievi sentori fruttati e note floreali. Al palato è<br />
mediamente acido e tendenzialmente morbido.<br />
Menù <strong>Freccia</strong>rossa by Carlo Cracco<br />
121
CARTAFRECCIA<br />
PUNTI VERDI CARTAFRECCIA<br />
CON TRENITALIA SI GUADAGNANO<br />
PUNTI VERDI E SI RISPARMIA CO 2<br />
Per ogni biglietto acquistato per<br />
viaggiare su Frecce e Intercity con la<br />
propria CartaFRECCIA, in aggiunta ai<br />
normali punti fedeltà, Trenitalia accredita<br />
i Punti Verdi per chi si sposta<br />
nel rispetto dell’ambiente. Si tratta<br />
di punti aggiuntivi che Trenitalia assegna<br />
ai clienti in funzione dei chilometri<br />
percorsi, come premio per<br />
aver scelto il treno anziché la macchina<br />
o l’aereo. I punti extra sono assegnati<br />
in virtù della CO 2<br />
risparmiata,<br />
vengono accreditati in relazione<br />
ai chilometri percorsi su Frecce e<br />
Intercity (1 punto ogni 10 chilometri)<br />
e si aggiungono a quelli guadagnati<br />
con le altre modalità previste dal regolamento.<br />
I Punti Verdi non sono qualificanti ai fini del raggiungimento dello status successivo<br />
122
MOSTRE IN TRENO<br />
E PAGO MENO<br />
PER I SOCI CARTAFRECCIA SCONTI<br />
E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI<br />
SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA<br />
Andrea Mantegna è il protagonista dell’esposizione a Palazzo Madama di Torino<br />
fino al 4 maggio. <strong>La</strong> rassegna Rivivere l’antico, costruire il moderno presenta<br />
il percorso artistico del grande pittore, dai prodigiosi esordi giovanili al riconosciuto<br />
ruolo alla corte dei Gonzaga. Articolata in sei sezioni, che evidenziano<br />
momenti particolari della sua carriera e significativi aspetti dei suoi interessi e<br />
della sua personalità, illustra al tempo stesso alcuni temi meno indagati come<br />
il rapporto di Mantegna con l’architettura e la letteratura.<br />
Viene così proposta ai visitatori un’ampia lettura del Maestro rinascimentale,<br />
che definì il suo originalissimo linguaggio formativo sulla base della profonda<br />
e diretta conoscenza delle opere padovane di Donatello, della familiarità con<br />
i lavori di Jacopo Bellini e dei suoi figli (in particolare del geniale Giovanni),<br />
delle novità fiorentine e fiamminghe, nonché dello studio della scultura antica.<br />
Promozione 2x1 per i soci CartaFRECCIA in possesso di biglietto delle Frecce<br />
con destinazione Torino e ingresso ridotto per gli abbonati regionali Piemonte.<br />
palazzomadamatorino.it<br />
IN CONVENZIONE ANCHE<br />
VENEZIA<br />
• Collezione Peggy Guggenheim<br />
• Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu<br />
e Youssef Nabil dal 22 marzo al 10<br />
gennaio 2021 a Palazzo Grassi<br />
• Untitled <strong>2020</strong> dal 22 marzo al 13<br />
dicembre a Punta della Dogana<br />
MILANO<br />
• Museo della Scienza<br />
• Elliot Erwitt. Family, fino al 15 marzo<br />
al Mudec<br />
GENOVA<br />
• Museo di Genova<br />
FERRARA<br />
• De Nittis e la rivoluzione dello<br />
sguardo fino al 13 aprile a Palazzo<br />
Diamanti<br />
Andrea Mantegna<br />
Madonna Trivulzio, (1497)<br />
Olio su tela<br />
Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano<br />
TORINO<br />
60 FRECCE AL GIORNO<br />
Giuseppe De Nittis<br />
Il salotto della principessa Mathilde (1883)<br />
Olio su tela<br />
Barletta, Pinacoteca Giuseppe De Nittis<br />
BOLOGNA<br />
• Etruschi. Viaggio nella terra dei<br />
Rasna, fino al 24 maggio al Museo<br />
Civico Archeologico<br />
FIRENZE<br />
• Fondazione Franco Zeffirelli<br />
• Inside Magritte, fino al 13 aprile,<br />
nella Chiesa di Santo Stefano al<br />
Ponte<br />
• Tomás Saraceno. Aria, fino al 19<br />
luglio a Palazzo Strozzi<br />
ROMA<br />
• Raffaello, dal 5 marzo al 2 giugno<br />
alle Scuderie del Quirinale<br />
• Gabriele Basilico, fino al 13 aprile a<br />
Palazzo delle Esposizioni<br />
• Jim Dine, fino al 31 maggio a Palazzo<br />
delle Esposizioni<br />
• Banksy Visual Protest, dal 21 marzo<br />
al 6 settembre al Chiostro del<br />
Bramante<br />
NAPOLI<br />
• Napoli Napoli. Di lava, porcellana e<br />
musica, fino al 21 giugno al Museo e<br />
Real Bosco di Capodimonte<br />
Info su trenitalia.com<br />
123
Oulx-Bardonecchia<br />
NETWORK // ROUTES // FLOTTA<br />
Courmayeur<br />
Aosta<br />
Torino<br />
Madonna di Campiglio Ora<br />
Bergamo<br />
Milano<br />
Genova<br />
Brescia<br />
Reggio Emilia AV<br />
NO STOP<br />
Modena<br />
Bologna<br />
<strong>La</strong> Spezia<br />
Pisa<br />
Trento<br />
Verona<br />
Bolzano<br />
Mantova<br />
Firenze<br />
Siena<br />
Vicenza<br />
Val Gardena<br />
Perugia<br />
Val di Fassa-Val di Fiemme<br />
Cortina d’Ampezzo<br />
Udine<br />
OLTRE 300<br />
Treviso<br />
Trieste<br />
Venezia<br />
Padova<br />
Ravenna<br />
Assisi<br />
Rimini<br />
Ancona<br />
FRECCE<br />
E FRECCIAL I N K<br />
AL G I O R N O<br />
Pescara<br />
Roma<br />
Fiumicino<br />
Aeroporto<br />
Caserta<br />
Foggia<br />
Napoli<br />
Matera<br />
Bari<br />
Lecce<br />
Salerno<br />
Potenza<br />
Taranto<br />
Sapri<br />
Sibari<br />
Paola<br />
<strong>La</strong>mezia Terme<br />
LEGENDA:<br />
Reggio di Calabria<br />
I collegamenti da/per Bardonecchia sono attivi nei fine settimana fino al 29 marzo <strong>2020</strong><br />
I collegamenti <strong>Freccia</strong>link per la montagna sono attivi nei fine settimana fino al 29 marzo <strong>2020</strong><br />
Maggiori dettagli su destinazioni e giorni di circolazione su trenitalia.com<br />
Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce<br />
Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com<br />
FRECCIAROSSA ETR 1000<br />
Velocità max 400 km/h<br />
Velocità comm.le 300 km/h<br />
Composizione 8 carrozze<br />
Livelli di servizio Executive, Business,<br />
Premium, Standard<br />
Posti 457<br />
WiFi<br />
Presa elettrica al posto<br />
Servizi per persone con disabilità<br />
Fasciatoio<br />
124
UN<br />
NETWORK<br />
DI<br />
OLTRE<br />
100 CITTÀ<br />
COLLEGAMENTI<br />
GIORNALIERI E DURATA<br />
MINIMA DEL VIAGGIO<br />
104 <strong>Freccia</strong>rossa<br />
Milano-Roma 3h 10’<br />
FRECCIAROSSA<br />
FRECCIAROSSA ETR 500<br />
Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze<br />
4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574<br />
WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIARGENTO ETR 700<br />
Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze<br />
3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 500<br />
WiFi | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
1 a<br />
40 <strong>Freccia</strong>rossa e<br />
<strong>Freccia</strong>rgento<br />
Roma-Venezia 1 3h 15’<br />
FRECCIARGENTO ETR 600<br />
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 432<br />
WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
16 <strong>Freccia</strong>rossa e<br />
<strong>Freccia</strong>rgento<br />
Roma-Verona 3h 18’<br />
FRECCIARGENTO ETR 485<br />
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 489<br />
WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
48 <strong>Freccia</strong>rossa<br />
Milano-Venezia 2 2h 15’<br />
I tempi minimi indicati si riferiscono alla soluzione<br />
di viaggio più veloce con una delle tre Frecce, dalle<br />
stazioni centrali dove non specificato.<br />
I collegamenti comprendono sia i servizi di andata<br />
che di ritorno. Sono previste variazioni nel fine<br />
settimana e in alcuni periodi dell’anno.<br />
Maggiori dettagli per tutte le soluzioni su<br />
trenitalia.com<br />
1 Durata riferita al collegamento tra Roma Tiburtina e<br />
Venezia Mestre<br />
2 Durata riferita al collegamento tra Milano Centrale e<br />
Venezia Mestre<br />
FRECCIABIANCA<br />
Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 603<br />
Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIABIANCA ETR 460<br />
Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze<br />
Classi 1^ e 2^ | Posti 479<br />
Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
125
PRIMA DI SCENDERE<br />
FOTO DEL MESE<br />
19 MARZO <strong>2020</strong><br />
SCATTI D’AUTORE<br />
PER LA FESTA DEL PAPÀ<br />
Testo e foto di Carlos Solito<br />
NEL NOME DEL PADRE<br />
E se guardo un ulivo,<br />
metto i palmi su naso e bocca<br />
chiudo gli occhi<br />
e guardo mio padre<br />
che sapeva ficcare i piedi nella terra<br />
e stare bene contro il vento<br />
a frugare nelle tasche del maestrale<br />
per cucirmi le ali sulle scapole.<br />
Queste ti serviranno, diceva.<br />
Quando cadrai, perché cadrai,<br />
toccati dalla testa ai piedi,<br />
fallo in ogni piega del tuo corpo<br />
in ogni epoca della tua esistenza<br />
in qualsiasi stanza.<br />
Svuota tutti i ricordi<br />
assediati dalla rabbia,<br />
dalla ribellione<br />
dagli abbracci<br />
dai pugni stretti<br />
dai respiri stretti<br />
dalle parole morte sul ciglio dei denti stretti.<br />
Rimetti insieme i nostri fiati<br />
tra i giorni i mesi gli anni,<br />
ricuci il sentiero dei nostri passi<br />
e torna a me.<br />
Se guardo un ulivo,<br />
chiamo in silenzio<br />
col pomo d’Adamo che annega nella saliva,<br />
col profumo di olio extravergine che svergina le narici.<br />
E mi tocco lo sterno,<br />
la valle del petto<br />
nella quale il mio amore per te scende dolce<br />
tra le costole<br />
fino all’imbuto del cuore<br />
oltre il quale riempie la damigiana della mia coscienza.<br />
Auguri papà.<br />
Dal deserto del Wadi Rum, in Giordania, all’ulivo<br />
millenario di Santa Maria Navarrese, in Sardegna,<br />
fino alle colline ventose dell’Alta Irpinia. Tre intime<br />
e semplici pose di altrettanti padri e figli<br />
126
PRIMA DI SCENDERE<br />
FONDAZIONE FS<br />
ARLECCHINO TORNA<br />
A VIAGGIARE<br />
L’ETR 250, NATO NEL 1960 COME SIMBOLO DI VELOCITÀ E<br />
TRAGUARDI VITTORIOSI, RIPRENDE LE CORSE TURISTICHE<br />
© Archivio Fondazione FS Italiane<br />
«<strong>La</strong> velocità dà finalmente alla vita umana uno dei caratteri della divinità: la linea retta»<br />
[Filippo Tommaso Marinetti, <strong>La</strong> nuova religione-morale della velocità, 1916]<br />
Fu un sogno di velocità, tra forme avveniristiche<br />
e voglia di futuro. Nacque così il progetto delle<br />
Ferrovie dello Stato per i nuovi elettrotreni veloci<br />
del dopoguerra: prima il Settebello, poi il fratello minore,<br />
l’Arlecchino. Era l’Italia che rinasceva, un Paese che andava<br />
veloce, aveva voglia di cambiare, conquistare un futuro<br />
fatto di benessere e stili di vita moderni.<br />
I nuovi elettrotreni FS interpretavano al meglio lo spirito di<br />
quegli anni, tanto da divenire il simbolo stesso del boom<br />
economico italiano, del made in Italy che allora si diffondeva<br />
nel mondo con i suoi prodotti: moda, cinema, automobili<br />
e, appunto, treni. Nel 1952 l’ETR 300 Settebello stupiva per<br />
SAVE THE DATE TRENI STORICI<br />
1 e 5<br />
1 e 8<br />
8 e 22<br />
15<br />
15, 22 e 29<br />
29<br />
MARZO<br />
Archeotreno Campania (Napoli-Sapri)<br />
Treno della neve sulla Transiberiana d’Italia<br />
Pietrarsa Express<br />
Reggia Express<br />
Treno di primavera sulla Transiberiana d’Italia<br />
Archeotreno Campania (Napoli-Capua)<br />
le sue forme aerodinamiche, i suoi belvedere panoramici<br />
e l’eleganza degli interni, risultato di una grande tradizione<br />
di design e progettazione industriale che portava la firma<br />
di Giulio Minoletti e Gio Ponti. Nel 1960 nasceva l’ETR<br />
250 Arlecchino, ricalcando le forme del Settebello ma con<br />
una composizione più contenuta (solo quattro carrozze).<br />
Quell’anno tutto il mondo ci guardava mentre l’ultimo tedoforo,<br />
la sera del 25 agosto, raggiungeva lo Stadio Olimpico<br />
di Roma e accendeva la fiamma olimpica. In fondo, la vittoriosa<br />
corsa di Livio Berruti sui 200 metri può essere assunta<br />
a simbolo di una storia italiana che nel mito della velocità<br />
chiudeva uno dei suoi periodi migliori.<br />
Oggi quel mezzo mitico, l’Arlecchino, torna a viaggiare,<br />
grazie all’impegno della Fondazione FS Italiane che ne ha<br />
portato a termine il progetto di recupero funzionale. È stata<br />
una sfida impegnativa, un restauro che ha richiesto la<br />
massima cura filologica e grandi capacità tecniche per realizzare<br />
un treno d’epoca unico in Italia, capace di viaggiare<br />
a 170 km/h su tutte le linee FS, con un servizio a bordo di<br />
alto livello.<br />
fondazionefs.it<br />
127
PRIMA DI SCENDERE<br />
FUORI LUOGO<br />
di Mario Tozzi mariotozziofficial OfficialTozzi<br />
[Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]<br />
MAGNA SEGESTA<br />
Al centro della Sicilia occidentale, in uno dei<br />
luoghi più suggestivi della Magna Grecia,<br />
lontana dalle città e isolata su una collina in<br />
posizione dominante, Segesta rende ben conto della<br />
superiorità del pensiero antico per il rapporto con il<br />
mondo naturale.<br />
Sedetevi sulle scalinate e guardate verso nord: come<br />
in tutti i teatri greci, la scena è il paesaggio e da lì si<br />
indovina addirittura il mare. Segesta nasce però autoctona<br />
e, anzi, si mette in competizione con le altre città<br />
greche delle colonie. Oggi è perfettamente integra in<br />
cima alla collina, come l’avevano immaginata i suoi architetti,<br />
e il tempio dorico resta severo e immutabile,<br />
appena fuori le mura. Quello che colpisce è il silenzio<br />
delle giornate di primavera, la sensazione di isolamento<br />
dorato che si respira, la suggestione di un popolo<br />
che aveva scelto un punto privilegiato della Trinacria<br />
per guardare il resto del mondo.<br />
I venti arrivano a soffiare fra le colonne per raggiungere<br />
la scalinata del teatro dove voi avrete pazientemente<br />
aspettato la sera in raccoglimento: nella luce del crepuscolo<br />
la grandezza di chi ci ha preceduto.<br />
Il tempio dorico di Segesta (TP)<br />
© Stefano Piazza/AdobeStock<br />
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