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La Freccia Marzo 2020

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PER CHI AMA VIAGGIARE<br />

BEBE<br />

ANNO XII | NUMERO 3 | MARZO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />

VIO<br />

DESTINAZIONE<br />

TOKYO<br />

DONNE E ARTE<br />

DA RAFFAELLO<br />

AI CONTEMPORANEI<br />

VIAGGI DA SET<br />

LA ROMA DI FELLINI E SORDI<br />

IN SICILIA CON MONTALBANO


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I VEGETARIANI CAMBIERANNO IDEA<br />

elporteno.it<br />

@elporteno


EDITORIALE<br />

LE PERSONE AL CENTRO<br />

© FS Italiane | PHOTO<br />

Apriamo questo numero<br />

con un commosso ricordo<br />

dei due colleghi deceduti<br />

nell’incidente ferroviario dello scorso<br />

6 febbraio, Giuseppe Cicciù e<br />

Mario Dicuonzo. Il Gruppo Ferrovie<br />

dello Stato ha impresso negli ultimi<br />

tempi una profonda svolta al suo<br />

modus operandi e alle sue strategie.<br />

Guardando a tutti i viaggiatori, ai dipendenti,<br />

ai fornitori, ai collaboratori<br />

come a persone, con una loro irriducibile<br />

individualità fatta di talenti,<br />

relazioni, bisogni. FS Italiane, e il suo<br />

top management, hanno voluto che<br />

la persona diventasse l’epicentro intorno<br />

al quale progettare e realizzare<br />

un distintivo modo di fare impresa.<br />

Anche quanto è accaduto dopo l’incidente,<br />

dentro e fuori le aziende del<br />

Gruppo, la solidarietà, la pacatezza<br />

dei toni, la serietà di tutti, ci conforta<br />

sulla bontà di questo indirizzo. Intanto,<br />

mentre ci accingiamo ad andare in<br />

stampa, l’attenzione generale è con-<br />

centrata sul propagarsi del contagio<br />

da coronavirus nelle regioni del nord<br />

Italia. Non possiamo prevedere cosa<br />

accadrà nelle prossime settimane.<br />

Oggi, purtroppo, si respira un’aria<br />

pesante. L’auspicio è che non sia più<br />

così, quando ci leggerete. Ma è diffi<br />

cile. <strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> di marzo l’avevamo<br />

pensata, in redazione, incentrata soprattutto<br />

su storie di donne, con tante<br />

fi gure femminili positive e piene di<br />

talento e grinta. In copertina, Bebe<br />

Vio le riassume tutte, e ne è un iconico<br />

esempio. Determinata, ottimista a<br />

dispetto del destino, vivace e vincente,<br />

solare. Quella sua incontenibile<br />

positività vorremmo poterla trasmettere<br />

a tutti, inocularla in ciascuno di<br />

noi, con la nostra rivista, come un<br />

potente antidoto alle grigie minacce<br />

che sembrano incombere tanto sulla<br />

salute pubblica quanto, se non di<br />

più, sulle menti. Un ottimismo della<br />

ragione che non sminuisca affatto il<br />

problema, ci induca ad adottare tutte<br />

le misure di profi lassi necessarie, a<br />

seguire le prescrizioni impartite dalle<br />

autorità sanitarie e pubbliche ma eviti<br />

psicosi, parossismi, polemiche, E,<br />

soprattutto, ci permetta di guardare<br />

al futuro con maggiore fi ducia.<br />

Il <strong>2020</strong> è stato proclamato l’anno<br />

del treno turistico. FS Italiane, con<br />

le Frecce, i Regionali di Trenitalia e<br />

i treni storici della Fondazione FS<br />

sono pronte a fare la loro parte, con<br />

professionalità ed entusiasmo. Il<br />

turismo è una grande risorsa per il<br />

Paese. Quanto sta accadendo avrà<br />

però conseguenze pesanti sulla bilancia<br />

turistica, oltre che industriale<br />

ed economica. Ma un riscatto non<br />

è impossibile. Occorrerà coagulare<br />

tutte le nostre migliori energie, e<br />

individualità, per vincere la sfi da. Gli<br />

esempi non mancano. Le persone<br />

che lavorano e viaggiano con noi ne<br />

sono testimonianza. Come le tante<br />

che incontrerete e conoscerete su<br />

questo giornale.<br />

3


MEDIALOGANDO<br />

CON LO SGUARDO<br />

DI UN FORESTIERO<br />

PER UN'INFORMAZIONE MAI BANALE O SCONTATA.<br />

E LIBERA, PERCHÉ RESPONSABILE. A COLLOQUIO CON<br />

ANDREA MONDA, DIRETTORE DELL’OSSERVATORE ROMANO<br />

di Marco Mancini marmanug<br />

Photo Divisione produzione fotografica/Vatican Media<br />

Varco il cancello di Sant’Anna in una tiepida mattina<br />

di febbraio. Accompagnato da un ex manager<br />

di FS, oggi firma dell’Osservatore Romano, entro in<br />

un’altra città, ben più distante da Roma e dall’Italia dei pochi<br />

passi appena percorsi. Perché la sensazione, superato il filtro<br />

delle Guardie Svizzere e dei gendarmi vaticani, è di trovarsi in<br />

una dimensione quasi aliena, proiettato in un’atmosfera rarefatta<br />

ma densa di storia e spiritualità. Un po’ è suggestione, lo<br />

ammetto. Ma, da qui dentro, il mondo lo percepisci davvero<br />

con altri occhi. Me lo conferma Andrea Monda, da dicembre<br />

2018 direttore dello storico quotidiano del Papa, fondato da<br />

due laici nove anni prima che le truppe di Vittorio Emanuele II,<br />

sfondate le Mura aureliane, invadessero Roma e decretassero<br />

la fine dello Stato Pontificio. «Ogni mattina varco il confine ed<br />

entro in un Paese straniero, da quel momento l’Italia scompare<br />

o comunque, da direttore del giornale, sono libero dal doverne<br />

parlare. L’Italia va nella pagina internazionale, ma soltanto se ci<br />

sono notizie che lo meritano. E, comunque, in mezzo a tante<br />

altre che arrivano da tutte le parti del mondo. Di fatto dirigere<br />

questo giornale mi ha sprovincializzato lo sguardo», mi spiega.<br />

Servirebbe alla stragrande maggioranza dei nostri giornali e<br />

media, concentrati a tal punto sulle vicende nazionali da cadere<br />

in una sorta di strabismo autoreferenziale.<br />

Ecco, quello che invece voglio contraddistingua il nostro quotidiano<br />

è raccontare i fatti e interrogarsi con uno sguardo da forestiero.<br />

È un’espressione che ho usato nel mio primo editoriale,<br />

scritto quasi di getto, il 20 dicembre 2018, ispirandomi a un passo<br />

del Vangelo secondo Luca, all’Episodio di Emmaus, quando<br />

Gesù risorto va incontro a due suoi discepoli che parlano di lui,<br />

della sua crocifissione. Discutono quindi della cronaca, però<br />

senza capire il senso di quell’avvenimento. Quando lui chiede<br />

di cosa stiano parlando, e fa finta di non sapere niente, loro si<br />

meravigliano che lui sia così forestiero da ignorare cosa sia accaduto.<br />

Ecco, io usavo questa immagine per dire cosa deve fare<br />

l’Osservatore Romano: entrare nelle conversazioni degli uomini<br />

per stare sul pezzo, per parlare del fatto del giorno, ma con lo<br />

sguardo di un forestiero. Capace di stupirsi ogni volta e poi sorprendere<br />

con un’interpretazione non banale o scontata.<br />

4


Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00<br />

EMILIO RA N Z AT O, FRANÇOIS VAY N E<br />

FLAMINIA MARINARO<br />

In che senso?<br />

Come quella di qualcuno che sia, appunto, un po’ fuori fase,<br />

come se vivesse da un’altra parte, del resto per un cristiano la<br />

vera patria non è questa ma quella celeste. Dobbiamo avere<br />

uno sguardo che ci consenta di cogliere il senso più profondo<br />

dei fatti, che altrimenti diventano solamente cronaca destinata<br />

ad accumularsi come sabbia in una clessidra, tutti i giorni, indifferentemente.<br />

Voi avete anche un’altra sfasatura, quella temporale, perché<br />

rispetto alla quasi totalità degli altri quotidiani uscite nel pomeriggio…<br />

Montini nel 1961, quando ancora non era Pontefice, scrisse un<br />

articolo per il centenario del giornale e lo chiamò «singolarissimo<br />

quotidiano», non paragonabile a nessun altro, e in effetti<br />

noi non assomigliamo agli altri giornali, finanche nell'orario di<br />

uscita. In passato, in Italia, c'erano altri quotidiani del pomeriggio<br />

o della sera, ma ormai siamo rimasti gli unici a uscire nel<br />

pomeriggio. In Francia, per esempio, come noi c'è Le Monde.<br />

Su questo punto abbiamo avviato una discussione, sebbene<br />

cambiare non sia facile. Cambiare in Vaticano non è mai facile.<br />

Comunque, questo orario di uscita ha i suoi vantaggi.<br />

Come far decantare l’emotività rispetto ad alcune notizie? E<br />

trovare il tempo per approfondire con quello “sguardo forestiero”?<br />

È così, è una necessità che sento come congenita. Comunque,<br />

se la copia stampata arriva tardi, il giornale si può leggere, in<br />

formato digitale, subito dopo il mio “visto si stampi”. In tutto il<br />

mondo, e gratis. Perché al Papa interessa la diffusione. Anche<br />

questa è un’altra singolarità, noi non siamo un’impresa commerciale,<br />

siamo un’altra cosa. A differenza degli altri quotidiani,<br />

qui da noi l’impresa coincide con la missione della Chiesa.<br />

Insomma, il numero di copie vendute ha scarsa rilevanza...<br />

Esatto, puntiamo più sulla qualità che sulla quantità: i nostri<br />

lettori sono infatti non tanti ma molto qualificati e sono sensibili<br />

e attenti. C’è l’intero corpo della Chiesa, dai Cardinali fino<br />

ai più lontani missionari che dall’Africa mandano le monetine<br />

raccolte per l’abbonamento, perché nel giornale sentono il loro<br />

legame con la cattedra di Pietro. L’Osservatore ha un’edizione<br />

settimanale in inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese.<br />

E una mensile in polacco, inaugurata nel 1981, dopo tre anni<br />

di pontificato di Giovanni Paolo II. Per otto anni è entrata in Polonia<br />

e, pur sottoposta a censura, è stata la prima rivista straniera<br />

a farlo. Oggi siamo letti in tutte le sedi diplomatiche nel mondo<br />

e dai capi di Stato. Insomma, raggiungiamo uno spicchio di<br />

mondo estremamente qualificato e, soprattutto, grazie a Papa<br />

Francesco, destiamo molto interesse anche al di fuori della<br />

cerchia della cattolicità.<br />

In queste pagine abbiamo affrontato spesso il tema della sostenibilità<br />

finanziaria di un giornale, che per voi sembra non<br />

costituire un problema. Talvolta il tentativo di vendere più<br />

copie e guadagnarsi pubblicità spinge all’esasperata ricerca<br />

dello scoop o del titolo a effetto. Tu in un editoriale hai scritto<br />

che abbiamo perso il senso del limite, non ci assumiamo le<br />

conseguenze delle nostre azioni. Spiegaci meglio…<br />

È così. È il tema della libertà disgiunta dalla responsabilità. Un<br />

tema sul quale mi sono soffermato, e ho voluto aprire un dibattito,<br />

coinvolgendo altri direttori e giornalisti. Ci siamo riuniti lo<br />

scorso 29 novembre in una tavola rotonda nella Sala Marconi<br />

a Palazzo Pio, per interrogarci su come svolgiamo il nostro lavoro.<br />

Perché con la libertà di stampa ci riempiamo la bocca,<br />

ed è giusto, è il segno della qualità di una democrazia, ma la<br />

responsabilità della stampa è altrettanto importante, perché la<br />

libertà priva della responsabilità può trasformarsi in qualcosa<br />

di molto pericoloso.<br />

Tema delicatissimo, qualsiasi misura che esca dall’autodisciplina<br />

deontologica può essere tacciata di atto censorio.<br />

Io ho posto una questione quasi politica: in un sistema democratico<br />

ogni potere deve avere un bilanciamento, la stampa e<br />

l’informazione dovrebbero essere un servizio, ma di fatto sono<br />

un potere. E a chi rispondono? Chi li limita o controlla? Non possiamo<br />

cavarcela con l’autodisciplina, o con l’affidarci al giudizio<br />

dei lettori, che peraltro ci stanno penalizzando, offrendoci un<br />

monito di cui non possiamo non tener conto.<br />

Vuoi dire che i lettori abbandonano i giornali perché nauseati<br />

dalla loro irresponsabilità?<br />

C’è anche altro, certo, ma è un fatto innegabile che alcune notizie<br />

e il modo in cui si diffondono possono provocare danni<br />

enormi, sui quali dobbiamo interrogarci. Pensa a quando l’informazione<br />

tocca le inchieste giudiziarie e comunichiamo un<br />

avviso di garanzia…<br />

Presentato e percepito già come una condanna…<br />

Ecco, non è che io sia per il bavaglio all’informazione, ma altra<br />

cosa sarebbe, per esempio, se dessimo quella notizia se e<br />

quando si arriva almeno al rinvio a giudizio. Comunque la questione<br />

va posta, perché in alcuni casi i danni sono maggiori del<br />

servizio offerto. Tutti i giorni abbiamo casi che finiscono nel tritacarne<br />

di un fuoco incrociato tra magistratura e stampa. Così<br />

non va. Nella contiguità tra magistratura, inchieste giudiziarie e<br />

comunicazione c’è un nervo scoperto, ed è la carne viva della<br />

questione.<br />

y(7HA3J1*QSSKKM( +"!z!$!?!#!<br />

L’OSSERVATORE ROMANO<br />

GIORNALE QUOTIDIANO<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

.<br />

Unicuique suum<br />

Non praevalebunt<br />

Anno CLX n. 42 (48.366) Città del Vaticano venerdì 21 febbraio <strong>2020</strong><br />

Papa Francesco rinnova l’appello a unire gli sforzi in un’ampia alleanza per la formazione della persona<br />

Un patto educativo<br />

coraggioso e rivoluzionario<br />

Nuovo appello del Papa ai responsabili<br />

politici, amministrativi e religiosi la Sala Clementina — il Pontefice ha inclusiva, capace di ascolto paziente,<br />

za giovedì mattina, 20 febbraio, nelsione<br />

per un’educazione più aperta e<br />

per dar vita a un «patto educativo rilanciato l’appuntamento del prossimo<br />

14 maggio in Vaticano allo scopo prensione». Il patto educativo, ha<br />

dialogo costruttivo e mutua com-<br />

globale» in grado di «formare persone<br />

mature, capaci di superare frammentazioni<br />

e contrapposizioni e riza»<br />

tra le istituzioni religiose e civili “a braccio” al discorso scritto, «non<br />

di promuovere una «grande allean-<br />

insistito aggiungendo alcune parole<br />

costruire il tessuto di relazioni per per la formazione delle nuove generazioni.<br />

«Il trovarsi insieme — ha non dev’essere un “ricucinato” dei<br />

dev’essere un semplice ordinamento,<br />

un’umanità più fraterna».<br />

Parlando ai partecipanti alla plenaria<br />

della Congregazione per l’eduborare<br />

programmi, ma di ritrovare il un’educazione illuministica. Dev’es-<br />

spiegato — non ha l’obiettivo di ela-<br />

positivismi che abbiamo ricevuto da<br />

cazione cattolica — ricevuti in udien-<br />

passo comune... rinnovando la passere<br />

rivoluzionario».<br />

Almeno 9 morti e diversi feriti in due sparatorie di matrice xenofoba a Hanau<br />

Strage nei bar della comunità turca in Assia<br />

BE R L I N O, 20. <strong>La</strong> strage fra i bar della<br />

comunità turca di Hanau, nella più il presunto autore del massacro «annientati».<br />

Il bilancio finale è di nove vittime espellere dalla Germania, vanno<br />

Germania centroccidentale, sarebbe — un tedesco di 43 anni, sostenitore Gli inquirenti, hanno confermato<br />

stata commessa con un movente xenofobo<br />

da un sostenitore dell’e s t re - dall’odio per gli stranieri — t ro v a t o cato la strage come «atto di terrori-<br />

di teorie dell’estrema destra e spinto le autorità dell’Assia, hanno classifi-<br />

ma destra. Lo hanno evidenziato stamane<br />

i media tedeschi, dopo le spa-<br />

alla madre. Gli inquirenti hanno rinfoba».<br />

L’attacco si sarebbe svolto in<br />

morto nella sua abitazione, insieme smo di matrice probabilmente xenoratorie<br />

di ieri sera nei locali dove si venuto un video e un testo dello due momenti. I primi colpi, otto o<br />

fuma narghilè nella città dell’Assia, a stragista: avrebbe scritto che alcuni nove secondo testimoni oculari, sarebbero<br />

stati sparati al Midnight, un<br />

venti chilometri da Francoforte. popoli, che non si possono più<br />

bar shisha nel centro della città. Subito<br />

dopo l’autore (o gli autori) si<br />

sarebbe diretto in auto verso il quartiere<br />

di Kesselstadt, nella periferia<br />

occidentale di Hanau, dove sarebbero<br />

stati esplosi ulteriori colpi in un<br />

ra c c o n t o<br />

LA PAROLA DELL’ANNO<br />

altro locale della comunità turca.<br />

Anche qui ci sarebbero stati morti e<br />

feriti. Voci su una terza sparatoria<br />

nella zona di <strong>La</strong>mboy, questa tuttavia<br />

senza vittime, non sono state<br />

confermate.<br />

L’intera area è stata chiusa dalle<br />

forze dell’ordine, che hanno mobilitato<br />

centinaia di uomini, comprese<br />

unità delle forze speciali. Decine di<br />

ambulanze sono state viste arrivare<br />

nei luoghi della sparatoria. Una foto<br />

diffusa dalle agenzie ha mostrato un<br />

giovane fermato dagli agenti poco<br />

lontano da uno dei bar, ma nessun<br />

arresto è stato confermato.<br />

L’ipotesi di un attacco a sfondo<br />

terroristico e xenofobo viene presa<br />

in considerazione alla luce del fatto<br />

che il tipo di locali presi di mira è in<br />

genere frequentato da giovani della<br />

comunità turca o musulmana.<br />

A colloquio<br />

Già lo scorso venerdì sera, a<br />

Kreuzberg, nel pieno centro di Berlino,<br />

una sparatoria al Tempodrom,<br />

con Renzo Piano<br />

un edificio per eventi dove era in<br />

corso lo spettacolo di un comico turco,<br />

aveva ucciso uno spettatore e ferito<br />

almeno sette persone.<br />

di<br />

dalle chiacchiere e dalle fake news.<br />

ANDREA MONDA<br />

Abbiamo girato la provocazione insita<br />

in questo messaggio ad una se-<br />

L’ombra del terrorismo di estrema<br />

l Messaggio di Papa Francesco<br />

per la giornata mondiale<br />

delle comunicazioni opera creativa a rendere più bello e scorsa settimana, la polizia ha arrerie<br />

di artisti coinvolti con la loro destra è molto forte in Germania. <strong>La</strong><br />

sociali è incentrato sul tema umano il mondo e in molti hanno stato 12 uomini, in sei diversi Länder<br />

I della narrazione, sulla necessità,<br />

propria dell’uomo “e s s e re il testo del Papa. Iniziamo questa un’organizzazione terroristica di<br />

reagito riflettendo “in dialogo” con federali, sospettati di fare parte di<br />

narrante”, di raccontare storie, perché<br />

è il racconto di storie buone gnato Renzo Piano.<br />

chi e attentati a moschee, centri di<br />

serie con le parole che ci ha conse-<br />

estrema destra, che progettava attac-<br />

che permette di respirare più liberamente<br />

in un mondo soffocato<br />

PAGINA 5 quartieri a maggioranza<br />

accoglienza per profughi e scuole di<br />

musulmana.<br />

(foto Stefano Goldberg)<br />

Appello per l’accoglienza dei rifugiati di Lesbo<br />

Già dentro l’E u ro p a<br />

ma fuori dalla società<br />

Nel suo discorso il Pontefice ha<br />

offerto un’ampia riflessione — articolata<br />

in quattro punti — sull’educazione<br />

intesa come «dinamismo di crescita<br />

orientato al pieno sviluppo della<br />

persona». Francesco ha parlato<br />

anzitutto di «un movimento ecologico»<br />

che «ha al centro la persona<br />

nella sua realtà integrale» e «ha lo<br />

scopo di portarla alla conoscenza di<br />

sé stessa, della casa comune in cui è<br />

posta a vivere e soprattutto alla scoperta<br />

della fraternità». Poi ha definito<br />

l’educazione «un movimento inclusivo»,<br />

ricordando che questa dimensione<br />

«non è un’invenzione moderna,<br />

ma è parte integrante del<br />

messaggio salvifico cristiano». Oggi,<br />

ha aggiunto, «è necessario accelerare<br />

L E S B O, 20. «Ridare speranza» ai mosineria, delle modalità giuridicoamministrative<br />

del trasferimento<br />

questo movimento inclusivo dell’educazione<br />

per arginare la cultura<br />

profughi — circa 20.000 adulti e oltre<br />

1.100 minori non accompagnati dei migranti. Passo dopo passo, le<br />

dello scarto, originata dal rifiuto della<br />

fraternità».<br />

— sistemati da tempo in maniera conferenze episcopali possono seguire<br />

le indicazioni per lo sposta-<br />

precaria nell’isola greca di Lesbo<br />

Un’altra «tipicità dell’educazione»<br />

«già dentro l’Europa, ma fuori la mento di richiedenti asilo e rifugiati<br />

dalla Grecia in un altro paese eu-<br />

evidenziata dal Papa è «quella di essere<br />

un movimento pacificatore» in<br />

società europea». Questo il senso<br />

dell’appello, rivolto in primo luogo ropeo. «Le esperienze già avviate<br />

grado di contrastare «la “egolatria”<br />

alle comunità cristiane d’E u ro p a , in alcuni paesi — aggiungono —<br />

che genera la non-pace, le fratture<br />

contenuto in una lettera diffusa hanno dimostrato che le possibilità<br />

tra le generazioni, tra i popoli, tra le<br />

questa mattina dal cardinale elemosiniere<br />

Konrad Krajewski, dal carriori<br />

a quanto si sperasse».<br />

della buona accoglienza sono supe-<br />

culture, tra le popolazioni ricche e<br />

quelle povere, tra maschile e femminile,<br />

tra economia ed etica, tra umadinale<br />

presidente della Commissione<br />

degli episcopati dell’Unione europea<br />

(Comece) Jean-Claude Holnità<br />

e ambiente». Infine, si tratta di<br />

«un movimento di squadra», al cui<br />

lerich, e dal cardinale Michael<br />

progresso «devono insieme partecipare<br />

le famiglie, gli insegnanti, i vari<br />

Czerny, sotto-segretario della sezione<br />

migranti e rifugiati del Dicaste-<br />

ALL’INTERNO<br />

tipi di associazioni a finalità culturali,<br />

civiche e religiose, la società civile<br />

ro per il servizio dello sviluppo<br />

e tutta la comunità umana».<br />

umano integrale. Un appello che Messa a Santa Marta<br />

fa proprio e rinnova quello che già<br />

Papa Francesco lanciò a conclusione<br />

dell’Angelus del 6 settembre accettare la via di Gesù<br />

Essere cristiani significa<br />

PAGINA 8<br />

2015, quando il Pontefice chiese alle<br />

parrocchie, alle comunità religiose,<br />

ai monasteri e ai santuari del<br />

fino alla croce<br />

continente, di accogliere ciascuno<br />

ADRIANA MASOTTI A PA G I N A 8<br />

almeno una famiglia di rifugiati,<br />

dando così concretezza al Vangelo.<br />

Il 16 aprile 2016 Papa Francesco si<br />

Visita dell’a rc i v e s c o v o<br />

recò poi proprio nell’isola di Lesbo<br />

e, come è noto, portò con sé, nel Gallagher<br />

suo viaggio di ritorno, un primo in Estonia e Lettonia<br />

gruppo di 21 profughi che furono<br />

accolti dalla Santa Sede. Da allora,<br />

PAGINA 2<br />

viene ricordato, «il Papa non ha<br />

mai mancato di adoperarsi in loro<br />

aiuto, cercando di aprire dei corridoi<br />

umanitari per il loro trasferi-<br />

I dati dell’Unesco<br />

mento, in piena dignità, in altri Nel mondo 2.500<br />

paesi europei».<br />

Questa via, si legge nell’app ello, idiomi a rischio<br />

«diventa per tutta la Chiesa, oltre<br />

ANNALISA ANTONUCCI A PA G I N A 3<br />

che un dovere cristiano, un invito<br />

accorato a suscitare energie nuove<br />

ed evangeliche di accoglienza in<br />

ciascuno dei paesi membri dell’Unione<br />

europea, nei quali le ri-<br />

LETTERE DAL DIRETTORE<br />

spettive Conferenze episcopali dovrebbero,<br />

in collaborazione con i Tolkien e la maledizione<br />

singoli governi, concordare un progetto<br />

di corridoio umanitario da di Babele<br />

Lesbo e dagli altri campi di prima<br />

accoglienza della Grecia».<br />

PAGINA 3<br />

Pubblicata in varie lingue, la lettera<br />

viene accompagnata da alcune<br />

linee guida preparate dalla Comunità<br />

di Sant’Egidio, che già si è oc-<br />

Il documentario<br />

Rilevamenti della scientifica<br />

sul luogo della strage (Afp)<br />

cupata, in collaborazione con l’Ele-<br />

« L o u rd e s »<br />

E GIULIA GALEOTTI A PA G I N A 4<br />

le domande Cosa perdiamo nella frenetica corsa dei giorni?<br />

Cosa mettiamo in gioco<br />

<strong>La</strong> seconda giornata dell’i n c o n t ro<br />

della nell’isterica competizione?<br />

di Bari sul Mediterraneo<br />

poesia?<br />

R i p a r t i re<br />

dall’annuncio<br />

Di corsa, inseguendo se stessi,<br />

FEDERICO PIANA A PA G I N A 6<br />

la propria figura smarrita,<br />

pensandosi in fondo lasciati<br />

soltanto un poco più indietro.<br />

Il 2 marzo aprono<br />

E andando lanciati in avanti<br />

metro su metro, in questo<br />

gli archivi della Santa<br />

spreco di sé nel mondo fuggendo,<br />

Sede per il pontificato<br />

intanto mutando in gara infinita<br />

— intravista e perduta — la vita.<br />

di Pio XII<br />

PAOLO RUFFILLI legge la realtà parola dopo parola, svelandone<br />

la testura e il senso sotteso, come una pellicola in camera oscura. Il<br />

testo qui proposto è tratto dal suo ultimo libro, «Le cose del mondo»<br />

(Mondadori, <strong>2020</strong>, per gentile concessione dell’e d i t o re ).<br />

a cura di NICOLA BU LT R I N I<br />

PAGINA 7<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

<strong>La</strong> copertina dell’Osservatore Romano di venerdì 21 febbraio <strong>2020</strong><br />

PAGINA 8<br />

5


MEDIALOGANDO<br />

E dalla tavola rotonda cosa è emerso?<br />

Riflessioni stimolanti su quanto sia fondamentale il rispetto<br />

verso le persone, il controllo, il senso del dovere e dei limiti,<br />

l'affidabilità. Non c’è libertà senza responsabilità. Ho pubblicato<br />

tutti gli interventi sul quotidiano dell’11 dicembre 2019 e si possono<br />

leggere anche online. Vorrei trasformare questo incontro<br />

in un appuntamento annuale e coinvolgere anche la stampa<br />

internazionale. Chi è intervenuto alla tavola rotonda si è messo<br />

in gioco, senza “fare accademia”, ma raccontando storie personali<br />

e ponendo quesiti concreti.<br />

Per esempio?<br />

Antonio Spadaro (direttore di Civiltà Cattolica, ndr) ha posto una<br />

domanda precisa: la famosa foto del cadavere di Aylan, il bambino<br />

annegato riverso su una spiaggia turca, in quanti l’avrebbero<br />

pubblicata? Io forse non l’avrei pubblicata. Cosa significa<br />

che i giornalisti devono dare la notizia? Sono esseri umani e,<br />

come tali, devono porsi anche questioni di tipo morale su ciò<br />

che è giusto fare o non fare.<br />

In questo caso non tanto sul dare una notizia, ma su come<br />

darla…<br />

Esatto. Vedo che quasi nessuno si pone la questione dei limiti.<br />

Ho apprezzato molto Monica Maggioni quando decise che non<br />

avrebbe mai mandato in onda i video dei terroristi che decapitavano<br />

i prigionieri. Ha fatto una cosa sacrosanta, ma è stata<br />

l’unica a dirlo esplicitamente. Per questo ho chiesto di aprire<br />

un osservatorio sulla qualità e le conseguenze di certe nostre<br />

scelte giornalistiche. E mi riferisco anche ai talk show televisivi,<br />

diventate una sorta di arena con tifoserie urlanti che fomentano<br />

l’odio e non promuovono alcun ragionamento, e al mondo<br />

dei social.<br />

Che è quello della disintermediazione per eccellenza, dove<br />

in tanti credono di trovare la verità non edulcorata, elaborata,<br />

ma diretta. Ed entrano in gioco l’affidabilità, le relazioni…<br />

Quello di internet è un mondo senza padri, dove la voce di<br />

chiunque diventa autorevole, con effetti deleteri ormai evidenti.<br />

Un mondo che prescinde dalla funzione di mediazione<br />

che è propria dei corpi intermedi. Un mondo dove siamo tutti<br />

commentatori e pensatori, dove l’incompetenza diventa quasi<br />

una virtù, un controsenso…ma questa non è più comunicazione.<br />

Il successo dei social è una propaggine di quella lotta all’élite<br />

che sta mostrando i suoi paradossi e la sua inconcludenza, per<br />

non dire peggio. Un degrado che ha contaminato persino il linguaggio<br />

della politica<br />

Il Papa su questo ha avuto parole molto significative invitandoci<br />

a passare dalla cultura dell’aggettivo alla teologia del sostantivo.<br />

Ecco, anche la politica si è ridotta a una gara tra chi trova<br />

la migliore aggettivazione e risulta efficace nel breve periodo.<br />

Trasformandosi in marketing e lasciando indietro la sostanza,<br />

la persona, le storie individuali, da conoscere e, soprattutto, da<br />

rispettare.<br />

Comunque il mondo dell’informazione è cambiato e i social<br />

sono una realtà dalla quale non può prescindere neanche il<br />

Papa…<br />

È innegabile che Papa Francesco oggi sia, forse, il più grande<br />

comunicatore, capace e libero giustamente di muoversi in totale<br />

autonomia. E lo staff che deve curare la sua comunicazione<br />

è quindi coinvolto in maniera impegnativa.<br />

Su Twitter ha milioni di follower.<br />

E noi pubblichiamo i suoi tweet, interagiamo coordinandoci<br />

con il sito di Vatican News. L’account Twitter Pontifex lo aveva<br />

avviato già Benedetto XVI, cogliendo la necessità di una comunicazione<br />

spedita e diretta. Francesco arriva e, dopo due<br />

anni, prosegue su quella scia e avvia la riforma dei media vaticani.<br />

L’Osservatore Romano, prima della radio unico strumento<br />

di informazione, è stato affiancato negli anni dalla televisione e<br />

poi da tutto ciò che è il digitale. Serve un coordinamento. Francesco<br />

istituisce così un dicastero ad hoc e lo affida prima a don<br />

Dario Viganò e poi a Paolo Ruffini. Una piccola, ma neanche<br />

tanto piccola, rivoluzione, perché chiama a guidarlo un laico,<br />

grande esperto di comunicazione.<br />

Perché dalla multimedialità non si può più prescindere, la<br />

carta, da sola, è ormai un retaggio del passato.<br />

Appunto, e la riforma voluta da Francesco ne tiene conto, il<br />

nuovo dicastero ha il compito di creare un’adeguata integrazione<br />

tra i nostri mass media: la radio, il centro televisivo vaticano,<br />

l’Osservatore Romano e tutto ciò che adesso è rete. Noi direttori<br />

ci incontriamo in riunioni periodiche settimanali il lunedì pomeriggio,<br />

nell’ordinarietà. E ogni volta che si presentano momenti<br />

più delicati che necessitano di un efficace coordinamento.<br />

Ma il Papa, il tuo editore, è contento del giornale?<br />

Qualche tempo fa mi ha avvicinato e mi ha detto: «Io ho un problema».<br />

Preoccupato, gli ho chiesto: «Quale, Santo Padre?».<br />

«Ogni giorno perdo un’ora del mio tempo per leggere l’Osservatore<br />

Romano». Poi mi ha chiesto: «Lei fa un giornale di alto<br />

livello, è in grado di mantenerlo?». E io: «Ci proviamo». Con il<br />

suo sottile umorismo, ma mi è parso un bell'apprezzamento,<br />

giusto?<br />

osservatoreromano.va<br />

ossromano<br />

oss_romano<br />

6


SOMMARIO<br />

MARZO <strong>2020</strong><br />

IN COPERTINA<br />

BEBE VIO<br />

46 64<br />

12<br />

RAILWAY HEART<br />

17<br />

L’ITALIA CHE FA IMPRESA<br />

28<br />

20<br />

SAVE THE DATE<br />

28<br />

WHAT’S UP<br />

pag. 36<br />

54<br />

ROMA IMMORTALE<br />

<strong>La</strong> Città Eterna riscoperta attraverso i film<br />

di Alberto Sordi e Federico Fellini, a 100<br />

anni dalla nascita dei due Maestri<br />

83<br />

UN TRENO DI LIBRI<br />

Invito alla lettura di Alberto Brandani,<br />

che questo mese propone ai lettori della<br />

<strong>Freccia</strong> il nuovo romanzo di Stefano<br />

Massini, <strong>La</strong>dies football club, una ballata<br />

epica del calcio delle ragazze<br />

88<br />

ARTE E DONNE<br />

A Brescia una mostra sul ruolo femminile<br />

nella società, dal primo Rinascimento alla<br />

Belle Epoque. A Roma, sono protagoniste<br />

le dame e le Madonne di Raffaello<br />

57<br />

108<br />

42<br />

CITTÀ ACCESSIBILI<br />

50<br />

IN VIAGGIO CON SERRA YILMAZ<br />

60<br />

SICILIA TERRA DI CINEMA<br />

64<br />

POMPEI MUSEO A CIELO APERTO<br />

72<br />

TRENTINO GOURMET<br />

76<br />

CAMMINI AL FEMMINILE<br />

95<br />

SHOCKING ELSA A TEATRO<br />

104<br />

WOMEN PICTURES<br />

107<br />

PHOTO<br />

128<br />

FUORI LUOGO<br />

LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO<br />

114<br />

PARTENZE DI PASQUA<br />

Più treni e più posti disponibili in occasione delle festività pasquali.<br />

Il 9 e 10 aprile due nuovi <strong>Freccia</strong>bianca collegano Roma alla costa tirrenica fino a Reggio Calabria<br />

Scopri tra le pagine l’offerta Trenitalia. Oltre 300 Frecce e FRECCIALink al giorno, più di 100 città servite<br />

8


Tra le firme del mese<br />

VALENTINA LO SURDO<br />

Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica<br />

con anima rock, presentatrice, speaker, attrice.<br />

Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di<br />

viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni<br />

preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino<br />

ENRICO MENDUNI<br />

Professore universitario di Cinema, Fotografia,<br />

Televisione. Cura mostre fotografiche e<br />

documentari. Appassionato di treni e stazioni<br />

MASSIMO OSANNA<br />

Direttore generale del Parco archeologico di<br />

Pompei, professore di Archeologia classica<br />

presso l’Università Federico II di Napoli e autore<br />

del libro Pompei, il tempo ritrovato. Le nuove<br />

scoperte. Negli anni passati ha promosso scavi e<br />

ricerche in Italia meridionale, Grecia e Francia<br />

I numeri<br />

di questo numero<br />

1.150<br />

i luoghi aperti per le<br />

Giornate Fai di Primavera<br />

[pag. 23]<br />

100<br />

gli anni dalla nascita di<br />

Alberto Sordi e Federico<br />

Fellini<br />

[pag. 54]<br />

4<br />

i milioni di visitatori l’anno<br />

al Parco archeologico di<br />

Pompei<br />

[pag. 64]<br />

90<br />

i capolavori della mostra<br />

Donne nell’arte, a Brescia<br />

[pag. 89]<br />

Read also<br />

FSNews.it è online in una versione<br />

completamente rinnovata, con una<br />

radicale trasformazione nel look and<br />

feel. <strong>La</strong> testata giornalistica digitale di<br />

Ferrovie dello Stato cambia volto e si<br />

arricchisce di nuovi contenuti dedicati<br />

all’attualità, ai viaggi, alla sostenibilità<br />

e alle storie delle persone, che si<br />

aggiungono al consueto focus sulle<br />

attività core del Gruppo FS Italiane<br />

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI<br />

DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE<br />

ANNO XII - NUMERO 3 - MARZO <strong>2020</strong><br />

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA<br />

N° 284/97 DEL 16/5/1997<br />

CHIUSO IN REDAZIONE IL 21/02/<strong>2020</strong><br />

Foto e illustrazioni<br />

Archivio Fotografico FS Italiane<br />

FS Italiane | PHOTO<br />

AdobeStock<br />

Copertina © Augusto Bizzi<br />

Tutti i diritti riservati<br />

Se non diversamente indicato, nessuna parte della<br />

rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa<br />

senza il consenso espresso dell’editore<br />

Direttore Responsabile<br />

Responsabile Editoria<br />

Caporedattrice<br />

Coordinamento Editoriale<br />

Caposervizio<br />

In redazione<br />

Segreteria di redazione<br />

Ricerca immagini<br />

e photo editing<br />

Traduzioni<br />

Hanno collaborato<br />

a questo numero<br />

PER CHI AMA VIAGGIARE<br />

ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA<br />

SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE<br />

LICENZA CREATIVE COMMONS<br />

BY-NC-ND 3.0 IT<br />

Info su<br />

creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/deed.it<br />

EDITORE<br />

Direzione Centrale Comunicazione Esterna<br />

Piazza della Croce Rossa, 1 | 00161 Roma<br />

fsitaliane.it<br />

Contatti di redazione<br />

Tel. 06 44105298 | lafreccia@fsitaliane.it<br />

Marco Mancini<br />

Davide Falcetelli<br />

Michela Gentili<br />

Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico,<br />

Francesca Ventre<br />

Silvia Del Vecchio<br />

Gaspare Baglio<br />

Francesca Ventre<br />

Giovanna Di Napoli, Michele Pittalis,<br />

Claudio Romussi<br />

Verto Group<br />

Cesare Biasini Selvaggi, Serena Berardi,<br />

Alberto Brandani, Carlo Cracco, Marzia Dal Piai,<br />

Fondazione FS Italiane, Alessio Giobbi, Itinere,<br />

Riccardo <strong>La</strong>gorio, Valentina Lo Surdo, Luca<br />

Mattei, Enrico Menduni, Cristiana Meo Bizzari,<br />

Massimo Osanna, Piccola, Bruno Ployer,<br />

Enrico Procentese, Andrea Radic,<br />

Elisabetta Reale, Walter Ricciardi,<br />

Flavio Scheggi, Carlos Solito, Andrea Sperelli,<br />

Mario Tozzi, Stefano Vella<br />

Alla realizzazione di questo numero ha lavorato<br />

Claudia Frattini, che dopo anni lascia il mensile per un altro incarico.<br />

A lei i ringraziamenti di tutta la Redazione per il lavoro svolto insieme<br />

REALIZZAZIONE E STAMPA<br />

Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE)<br />

Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com<br />

Coordinamento Tecnico Antonio Nappa<br />

PROGETTO CREATIVO<br />

Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello,<br />

Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli<br />

PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA<br />

advertisinglafreccia@fsitaliane.it | 06 4410 4428<br />

BRUNO PLOYER<br />

Caporedattore e inviato speciale di Sky Tg24 per lo<br />

spettacolo. Convinto che l’arte e la cultura siano<br />

la migliore vitamina per lo spirito<br />

<strong>La</strong> carta di questa rivista proviene<br />

da foreste ben gestite certificate FSC ® ️<br />

e da materiali riciclati<br />

On Web<br />

<strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> si può<br />

sfogliare su ISSUU<br />

e su fsnews.it<br />

9


CON AVIS<br />

SCONTO DEL 20%<br />

In più 1 punto CartaFRECCIA ogni euro speso.<br />

Scegli l’auto che meglio si adatta alle tue esigenze e prenota utilizzando il codice Noleggio Facile T314101.<br />

Richiedi inoltre gratuitamente i seguenti accessori: GPS, Young Driver e Catene da neve.<br />

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Sconto del 20% fino al 31 marzo <strong>2020</strong>!<br />

Offerta non cumulabile con altre promozioni in corso e riservata ai passeggeri delle Frecce, Intercity, Intercity notte, Eurocity ed Euronight.<br />

L’offerta e i punti CartaFRECCIA saranno riconosciuti esclusivamente utilizzando il codice convenzione AWD T314101 e presentando, al<br />

momento del ritiro dell’auto, il codice PNR del biglietto ferroviario oppure il numero della Carta Fedeltà. Per informazioni e prenotazioni:<br />

avisautonoleggio.it/trenitalia · Call Center Avis 800.867.196


FRECCIA COVER<br />

di Flavio Scheggi<br />

mescoupsdecoeur<br />

Jacques Henri <strong>La</strong>rtigue<br />

Richard Avedon, New York (1966)<br />

© Ministère de la Culture (France), MAP-AAJHL<br />

L’INVENZIONE DELLA FELICITÀ<br />

«<strong>La</strong>rtigue fece ciò che nessun fotografo aveva fatto prima<br />

e che nessuno fece dopo: fotografare la propria vita».<br />

[Richard Avedon]<br />

Il movimento di automobili e aeroplani, le serate mondane,<br />

le eleganti dame a passeggio al Bois de Boulogne. Sono<br />

questi gli elementi che Jacques Henri <strong>La</strong>rtigue (1894-1986)<br />

ricercava attraverso il suo obbiettivo.<br />

Al fotografo francese la Casa dei Tre Oci di Venezia dedica,<br />

fino al 12 giugno, la più ampia retrospettiva mai organizzata<br />

in Italia. <strong>La</strong> rassegna L’invenzione della felicità presenta 120<br />

immagini, di cui 55 inedite, tutte provenienti dagli album<br />

personali di <strong>La</strong>rtigue. A queste si aggiungono pubblicazioni<br />

dell’epoca e materiali d’archivio come il suo Diary of the<br />

Century e tre stereoscopie con immagini che rappresentano<br />

paesaggi innevati e scenari parigini.<br />

Ispirato dai giornali e dalle riviste illustrate di inizio ‘900,<br />

<strong>La</strong>rtigue ritrae la ricca borghesia che si ritrova ai Gran Premi<br />

di automobilismo e alle corse ippiche di Auteuil, ma anche<br />

gli uomini e le donne eleganti che li frequentano.<br />

<strong>La</strong> consacrazione mediatica per il fotografo francese arriva<br />

solo nel 1963, a quasi 70 anni, quando John Szarkowski,<br />

direttore del dipartimento di fotografia del MoMa, espone i<br />

suoi lavori nel museo newyorkese.<br />

Gli ultimi anni della sua attività professionale, i ‘70 e gli ‘80,<br />

sono segnati dalle collaborazioni con il mondo della moda<br />

e del cinema, dove lavora come fotografo di scena per numerosi<br />

film. L’occhio di <strong>La</strong>rtigue, tuttavia, non riuscì mai ad<br />

allontanarsi dalla vita di tutti i giorni, immortalando sempre<br />

molti dettagli curiosi e carichi d’ironia.<br />

treoci.org<br />

CasadeiTreOci casa.dei.tre.oci<br />

11


RAILWAY heART<br />

PHOTOSTORIES<br />

PEOPLE<br />

#<strong>Freccia</strong>view<br />

© Vittoria D’Amore<br />

vikdam95<br />

IN VIAGGIO<br />

In viaggio verso<br />

Reggio Calabria<br />

© Elisa Perrotta<br />

elisa_perrotta<br />

12


LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE<br />

DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN<br />

CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME<br />

A cura di Enrico Procentese<br />

enryhills<br />

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it.<br />

L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie<br />

rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà<br />

del mittente, priva di watermark, non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti<br />

tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri<br />

della rubrica. Railway heArt è un progetto di Digital Communication, Direzione<br />

Centrale Comunicazione Esterna, FS Italiane.<br />

LUOGHI<br />

Stazione di<br />

Reggio Emilia AV<br />

Mediopadana<br />

© Simone Scaglia<br />

scagliaphotography<br />

AT WORK<br />

Chiara, capotreno<br />

© Antonio Li Piani<br />

ermetico.op<br />

13


RAILWAY heART<br />

A TU PER TU<br />

a cura di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it<br />

Marta, 30 anni, addetta all’assistenza clienti nel<br />

FRECCIALounge della stazione di Milano Centrale,<br />

per la Divisione Passeggeri Long Haul di Trenitalia.<br />

In cosa consiste la tua attività?<br />

Ci occupiamo di assistenza e vendita a 360 gradi: accogliamo<br />

e accompagniamo le persone dalla pianificazione alla scelta<br />

del viaggio, dal cambio del biglietto alla post vendita in caso<br />

di problemi riscontrati sul servizio. E le supportiamo anche<br />

per la fidelizzazione al programma CartaFRECCIA, gli indennizzi<br />

e i rimborsi.<br />

Il tuo percorso professionale?<br />

Sono in Trenitalia da quasi cinque anni. Ho lavorato in biglietteria,<br />

ai desk di stazione, nelle postazioni accanto ai binari,<br />

nel FRECCIAClub, nella SalaFRECCIA e ora principalmente<br />

nel FRECCIALounge. Inoltre, collaboro con la rivista A Tutta<br />

<strong>Freccia</strong>, un bimestrale aziendale nato nel 2012 e distribuito a<br />

livello nazionale nelle sedi di vendita diretta e customer service.<br />

Uno strumento utile per tutti i colleghi, nel quale sono<br />

riportati aggiornamenti di natura commerciale e informazioni<br />

per gli addetti ai lavori, come per esempio la sicurezza aziendale.<br />

<strong>La</strong> formazione in questo campo gioca un ruolo fondamentale?<br />

Veniamo aggiornati continuamente durante il percorso lavorativo.<br />

Tra i punti di forza di questa professione c’è senza<br />

dubbio la capacità di lavorare in team per fornire al meglio<br />

una comunicazione chiara, semplice ed efficace a chi ci interpella.<br />

Rappresentiamo il front line dell’azienda e dobbiamo<br />

essere pronti a occuparci delle persone e a indirizzarle verso<br />

la risoluzione di problemi anche quando non ci competono.<br />

Quali sono, invece, le competenze cosiddette di rito?<br />

Chi frequenta il FRECCIALounge è generalmente un affiliato e<br />

abbiamo il vantaggio di conoscere tutte le sue esigenze, ma<br />

non per questo trascuriamo i nuovi viaggiatori che scelgono<br />

di affidarsi a noi. Dobbiamo sempre capire che tipo di cliente<br />

abbiamo davanti e comportarci di conseguenza in base alle<br />

sue peculiarità. In linea di massima cerchiamo di far fronte<br />

anche alle richieste meno comuni, qualora una certa interpretazione<br />

del regolamento lo consenta, nei limiti della ragionevolezza<br />

e della flessibilità e, soprattutto, a patto di non<br />

arrecare disagio ad altri viaggiatori. Le situazioni e le singole<br />

richieste, insomma, vengono valutate una per una, per garantire<br />

la massima soddisfazione.<br />

Un suggerimento che vorresti dare?<br />

Consiglierei a tutti i colleghi, in ogni settore e livello, di contribuire<br />

alla crescita di questa grande famiglia mettendoci del<br />

proprio. Ognuno di noi ha qualcosa che lo rende unico e può<br />

apportare nel proprio piccolo un valore aggiunto, mettendo<br />

in campo la propria unicità.<br />

14


LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE,<br />

VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE<br />

Daniele Parisi, 38 anni, attore, ci parla della sua esperienza<br />

di viaggio tra una tournée e l’altra su e giù per<br />

l’Italia.<br />

Qual è il tuo rapporto con il treno?<br />

Mi sposto con le Frecce per raggiungere nel minor tempo possibile<br />

le città in cui mi esibisco con i miei spettacoli. E, visto che<br />

sono impegnato anche nella scrittura teatrale, il treno mi dà la<br />

possibilità di concentrarmi, portare avanti ciò che sto seguendo<br />

in quel momento o buttare giù nuove idee.<br />

Il viaggio, dunque, anche come fonte d’ispirazione?<br />

Senza dubbio, i paesaggi mozzafiato che scorrono dal finestrino<br />

favoriscono e stimolano notevolmente la redazione dei miei<br />

lavori. Inoltre, in treno traggo spunti per la mia professione di<br />

attore grazie agli incontri e alle storie che ascolto dagli altri passeggeri.<br />

Insomma, ho imparato a catturare insegnamenti utili sia<br />

per la stesura dei testi sia per la loro interpretazione. Non sono<br />

poche le occasioni in cui sono stati proprio i miei compagni di<br />

viaggio a fornirmi i temi su cui lavorare, ad aiutarmi a raccogliere<br />

testimonianze ed elaborare idee che poi ho riportato sul palcoscenico.<br />

Qualche dettaglio in più sulla tua attività lavorativa?<br />

Racconto la società e le sue contraddizioni in chiave ironica: solitamente<br />

mi esibisco da solo, scrivendo, dirigendo e interpretando<br />

i miei show. Ho iniziato come attore di prosa e mi capita di<br />

essere contattato anche per recitare in film e spettacoli da interprete<br />

scritturato. <strong>La</strong> maggior parte del tempo, però, lo passo sui<br />

testi e a montare i miei spettacoli: una maturità creativa arrivata<br />

col tempo, dopo gli studi all’Accademia nazionale d’arte drammatica<br />

Silvio D’Amico, a Roma, e diversi laboratori teatrali grazie<br />

ai quali ho capito quale era la strada che più mi si addiceva. Ho<br />

iniziato così a lavorare sui miei spettacoli comici, il primo realizzato<br />

a Terme Euganee, arrivando a Padova proprio in <strong>Freccia</strong>rossa.<br />

Questo treno ha avuto un ruolo importante, quasi a voler<br />

segnare lo spartiacque di una mia personale identità lavorativa<br />

che si è intrecciata con la mia vicenda umana e artistica.<br />

Un episodio o un aneddoto da raccontare?<br />

Ricordo una signora che mi sedeva davanti, mi osservava con<br />

occhi spiritati mentre mangiava voracemente qualunque pietanza<br />

le capitava di tirare fuori dalla borsa. Masticava con avidità<br />

e ingordigia, senza staccarmi gli occhi da dosso, e più mangiava<br />

più mi intimoriva, tanto da farmi immaginare che prima o poi<br />

sarei diventato io il suo pranzo. Ho temuto di essere divorato.<br />

Un’esperienza che ho messo da parte e ho riposto nel cassetto<br />

delle idee per una possibile futura esibizione.<br />

Un suggerimento per migliorare il servizio?<br />

Quando viaggio per lavoro mi trovo con molti bagagli, tra cui abiti,<br />

attrezzature di scena e strumenti musicali, così le cappelliere<br />

in alto al treno non mi sono sufficientemente utili. Sarebbe necessario<br />

un ampliamento degli spazi dedicati a valigie e altri oggetti,<br />

magari allargando quelli disponibili tra un vagone e l’altro.<br />

15


L’ITALIA che fa IMPRESA<br />

© robsonphoto/AdobeStock<br />

DIGITAL (GREEN) REVOLUTION<br />

UN MANIFESTO TECNOLOGICO<br />

PER RIDURRE GLI EFFETTI<br />

DEL CAMBIAMENTO<br />

CLIMATICO. È LA PROPOSTA<br />

DELLA MULTINAZIONALE<br />

EUROTECH, CHE PUNTA A<br />

UNA SOSTENIBILITÀ DALLE<br />

FONDAMENTA DIGITALI<br />

di Piccola<br />

<strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> incontra Roberto Siagri, 60 anni a giugno,<br />

amministratore delegato di Eurotech, azienda<br />

tecnologica quotata a Piazza Affari. Una delle<br />

multinazionali tascabili fiore all’occhiello della nostra imprenditoria.<br />

Fondata nel 1992 sull’idea di miniaturizzare il pc<br />

per utilizzarlo in ambito industriale, oggi fattura 61 milioni di<br />

euro e chiude il 2019 con ricavi oltre i 100 milioni, segnando<br />

in Borsa un +159,78%.<br />

Il segmento Ricerca e Sviluppo è fondamentale per restare<br />

competitivi. Su cosa vi state orientando?<br />

Sui componenti tecnologici per la trasformazione digitale<br />

delle imprese. Dall’Internet of Things ai computer ad altissime<br />

prestazioni, veri e propri data center miniaturizzati.<br />

Un esempio di digitalizzazione e robotica avanzata sono i<br />

prototipi di auto a guida autonoma con i supercalcolatori<br />

green di Eurotech, raffreddati a liquido, in grado di ridurre<br />

dimensioni e consumi energetici del 90%.<br />

Quante persone lavorano in questo settore e dove registrate<br />

il fatturato maggiore?<br />

Attualmente oltre 100 persone, in totale abbiamo 320 dipendenti<br />

di Eurotech nel mondo. Il business principale è<br />

negli Stati Uniti, con un peso attorno al 50%, mentre il rimanente<br />

è ripartito tra Europa e Giappone.<br />

Che cosa rappresenta l’auto a guida autonoma dal punto<br />

di vista dell’innovazione tecnologica?<br />

Un concentrato di Iot, big data, edge computing, supercalcolo,<br />

intelligenza artificiale, ma anche il risultato delle<br />

importanti trasformazioni in atto. <strong>La</strong> transizione da prodotto<br />

a servizio è un grande passo verso la sostenibilità planetaria.<br />

Ed è proprio sull’autonomous driving che Eurotech<br />

si sta impegnando. I nostri supercalcolatori miniaturizzati<br />

sono dotati di un sistema di raffreddamento a liquido che<br />

consente un enorme risparmio sui consumi energetici, abilitando<br />

così l’esecuzione di complessi algoritmi di intelligenza<br />

artificiale a bordo del veicolo.<br />

17


L’ITALIA che fa IMPRESA<br />

Qual è secondo lei il modello di business vincente dei<br />

prossimi anni?<br />

Penso che in una visione etico-ambientale del fare impresa<br />

stiano le fondamenta del presente e del prossimo futuro.<br />

Le tecnologie digitali possono aiutarci a realizzare un<br />

mondo migliore, fondato su un’economia green e una più<br />

equa distribuzione del benessere. Non possiamo pensare<br />

di creare prodotti che non abbiano anche un valore aggiunto<br />

in termini di rispetto e tutela dell’ambiente, da un punto<br />

di vista teorico e pratico. Inoltre, i nuovi modelli di business<br />

sostenibili fanno guadagnare di più le imprese e risparmiare<br />

i consumatori. Ecco perché si parla di un nuovo modo di<br />

interpretare il capitalismo, con maggiore rispetto e valore<br />

verso i portatori di interesse, gli azionisti, i lavoratori e il Pianeta.<br />

Perché l’ambiente siamo anche tutti noi, comprese le<br />

nostre fabbriche e i nostri prodotti.<br />

Un altro tema caldo è la cyber security, come siamo messi<br />

in Italia e, in generale, in Europa?<br />

Servono norme chiare per garantire la sovranità digitale,<br />

soprattutto sulla sicurezza informatica a livello industriale,<br />

da applicare, per legge, anche ai dispositivi Iot. Dalla cyber<br />

security dipendono gli investimenti nella digitalizzazione,<br />

perché un incidente in questo ambito può portare al fermo<br />

della produzione, alla paralisi di una infrastruttura o al blocco<br />

dell’erogazione di servizi. <strong>La</strong> sicurezza delle macchine<br />

deve essere sempre al primo posto dell’agenda digitale.<br />

In concreto, cosa occorre fare?<br />

Serve un approccio sistemico e collettivo di vasta portata,<br />

è una sfida sociale comune. <strong>La</strong> direttiva sulla sicurezza delle<br />

reti e dei sistemi informativi, la Nis, è la prima normativa<br />

in materia adottata nell’Ue, bisognerebbe fare altrettanto in<br />

ambito Iot. L’applicazione dell’intelligenza artificiale sui sistemi<br />

di sicurezza è in grado di garantire l’immediata identificazione<br />

di una minaccia, individuando comportamenti<br />

anomali che possono nascondere nuovi attacchi informatici.<br />

I primi effetti si vedranno nei prossimi anni.<br />

Proprio lei ha lanciato l’idea di un manifesto tech per il<br />

clima. Come mai?<br />

Un’azienda come la nostra deve porsi come primo obiettivo<br />

proprio l’utilizzo della tecnologia per impostare un’economia<br />

differente, basata sull’intangibile, sull’uso e non<br />

sul possesso e sul risultato. I modelli di produzione aziendali<br />

passeranno da lineari a circolari, sempre attraverso<br />

la trasformazione digitale. Esistono enormi margini per la<br />

riduzione degli sprechi, anche con una consistente diminuzione<br />

dell’utilizzo di energia e materia. Applicando la<br />

tecnologia è possibile ridurre drasticamente gli effetti dei<br />

cambiamenti climatici antropici. Per questo, sarebbe utile<br />

che le aziende italiane del settore scrivessero il proprio<br />

manifesto. Un’unione di intenti, per depositare, formalmente,<br />

che cosa serve dire e fare per una sostenibilità dalle fondamenta<br />

digitali. Viviamo un periodo storico cruciale per il<br />

mondo intero, è il momento di tracciare nero su bianco gli<br />

effetti dello sviluppo digitale, in sintonia con l’ambiente e le<br />

sue prerogative.<br />

eurotech.com<br />

EurotechIoT EurotechFan<br />

L’amministratore delegato Roberto Siagri con l’autonomous driving di Eurotech<br />

18


Fake news, data breaches, influencer fraud.<br />

Ai nuovi comunicatori la sfida dell’attendibilità.<br />

IULM, IMPARARE IL FUTURO.<br />

Per info e iscrizioni<br />

ai test di ammissione<br />

iulm.it/openday<br />

Il futuro si apre<br />

a chi impara a gestire<br />

il cambiamento.<br />

IULM è l’Università<br />

del sapere dinamico,<br />

dell’evoluzione<br />

delle conoscenze.<br />

Vieni a scoprire il mondo<br />

dove sarai domani.


AGENDA<br />

A cura di Luca Mattei ellemme1 - l.mattei@fsitaliane.it<br />

save MARZO<br />

the date <strong>2020</strong><br />

FIERA DEL CICLOTURISMO<br />

MILANO//28>29 MARZO<br />

Se la vostra passione è ammirare le<br />

meraviglie paesaggistiche, storiche e<br />

artistiche del Belpaese raggiungendole<br />

a bordo di una bici, cancellate<br />

tutti gli appuntamenti in agenda per<br />

l’ultimo fine settimana del mese. Nella<br />

Città del Duomo, all’interno di Base<br />

Milano, hub creativo nel cuore del<br />

distretto del design, la società di comunicazione<br />

Bikenomist organizza la<br />

prima fiera italiana dedicata al ciclotu-<br />

fieradelcicloturismo<br />

rismo, un modo di viaggiare praticato<br />

per periodi brevi o lunghi, con bagagli<br />

al seguito, pernottamento in tenda o in<br />

strutture ricettive, scegliendo le due<br />

ruote come unico mezzo di trasporto<br />

o con l’integrazione di treno e bus. Un<br />

fenomeno in costante aumento: secondo<br />

il rapporto Isnart-Legambiente<br />

del 2019, in Italia nel 2018 i cicloturisti<br />

hanno raggiunto i 77,6 milioni, mentre<br />

sei milioni di persone hanno trascorso<br />

una o più notti di vacanza utilizzando la<br />

bici, con un aumento del 41% rispetto<br />

al quinquennio 2013-2018.<br />

L’evento meneghino si rivolge a famiglie,<br />

avventurieri e sportivi, appassionati<br />

e neofiti dei viaggi su due ruote.<br />

Oltre agli stand di 36 operatori, tra<br />

specialisti del settore, enti territoriali e<br />

realtà internazionali, sono in programma<br />

i Bikeitalia Talks, workshop, incontri<br />

informativi e storie di cicloviaggi.<br />

fieradelcicloturismo.it<br />

Fabio Massimo Iaquone, Nello spazio (2019)<br />

M9museum m9social<br />

INCONTRI A POCHI PASSI DALLA LUNA<br />

VENEZIA//7 MARZO E 18 APRILE<br />

Nell’ambito di Lunar City, mostra al Museo del ’900 M9<br />

di Mestre fino al 3 maggio, sono di particolare interesse<br />

gli Incontri a pochi passi dalla Luna con personaggi<br />

legati agli astri. Sei gli ospiti previsti per il 7 marzo: il<br />

regista Fabio Massimo Iaquone, del quale il museo<br />

ospita la videoinstallazione Nello spazio, presenta il<br />

documentario Infinito Hack, oltre l’infinito. L’astrofisica<br />

Patrizia Caraveo e il fumettista Leo Ortolani narrano i<br />

loro rispettivi libri Conquistati dalla Luna e Luna 2069. Ma<br />

cosa si può vedere nel cosmo? Lo chiarisce il direttore<br />

di Lonely Planet, Angelo Pittro, che illustra la guida<br />

Universo. Mentre lo chef Stefano Polato svela i segreti<br />

dei cibi che prepara per gli equipaggi spaziali. Infine<br />

Daniele Bossari, noto volto televisivo e voce radiofonica,<br />

si rivela esperto di pietre e nuove tecnologie. Il 18 aprile<br />

Luca Perri, astronomo e web star, spiega cosa c’è da<br />

sapere prima di diventare astronauta. Il divulgatore<br />

Adrian Fartade dipinge gli scenari delle prossime<br />

esplorazioni. In chiusura, il critico Giò Alajmo ricorda<br />

David Bowie, lo starman della musica.<br />

m9museum.it<br />

20


I ragazzi finalisti di High School Game 2019<br />

highschoolgame hsg_italia highschoolgame_ita<br />

HIGH SCHOOL GAME<br />

ITALIA//FINO AL 25 MAGGIO<br />

Edizione numero otto per High School Game, concorso<br />

didattico che premia istituti e studenti dal terzo al quinto anno<br />

delle scuole superiori in tutta Italia. Una sfida multimediale<br />

con eventi dal vivo che coinvolge i ragazzi in domande a quiz<br />

su materie come letteratura, matematica, storia, geografia,<br />

informatica e inglese, oltre che su temi civici proposti come<br />

contest tematici, tra cui Sicurezza stradale, in partnership con<br />

Anas, per migliorare la preparazione sulle regole di guida e<br />

limitare gli incidenti, ed Educazione ambientale, per combattere<br />

il cambiamento climatico stimolando comportamenti<br />

responsabili. Le semifinali regionali, che vanno avanti fino<br />

ad aprile, si svolgono il 3 marzo all’IISS Alessandro Volta di<br />

Palermo, il 12 al Centro Sicilia SP54 di Misterbianco (CT), il 13<br />

all’Università Lumsa di Roma e il 23 alla Iulm di Milano.<br />

Per la finale nazionale a Civitavecchia (RM) bisogna aspettare la<br />

cerimonia del 24 e 25 maggio, condotta da Alessandro Greco e<br />

Antonella Salvucci.<br />

highschoolgame.it<br />

XXV GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO<br />

PALERMO//21 MARZO<br />

Altro e Altrove è il tema scelto da Libera per la XXV Giornata della Memoria<br />

e dell’Impegno per indicare il bisogno di continuare a lottare contro la mafia<br />

anche in luoghi e ambiti finora poco battuti. L’iniziativa quest’anno è ancor più<br />

importante perché l’associazione presieduta da Luigi Ciotti compie un quarto<br />

di secolo. Un lasso di tempo in cui ha dato vita a numerosi eventi e ottenuto<br />

conquiste come la confisca di beni, ma durante il quale la mafia non è rimasta<br />

ferma, rendendosi meno visibile e più invasiva. Ecco perché la dimostrazione<br />

di avversione nei suoi confronti deve essere un fuoco sempre alimentato.<br />

Come fanno i tedofori che portano in giro la fiaccola di Libera, in un percorso<br />

che tocca le città scelte come sedi della Giornata negli ultimi 24 anni e termina<br />

in Sicilia. Per raggiungere Palermo, Trenitalia mette a disposizione un treno<br />

speciale con cuccette in partenza il 20 da Milano Centrale e fermate a Bologna<br />

e Roma Termini. I partecipanti possono anche acquistare negli Uffici Gruppi<br />

biglietti di andata e ritorno per Frecce e Intercity, con una riduzione del 40%.<br />

libera.it<br />

XXIV Giornata della Memoria e dell’Impegno, Padova (2019)<br />

libera.associazioni.nomi.e.numeri.contro.le.mafie libera_annclm<br />

Cortinametraggio 2019<br />

© Matteo Mignani<br />

cortinametraggio<br />

CORTIADI - WINTER SPORT SHORT<br />

CORTINA D’AMPEZZO (BL)//23>29 MARZO<br />

Cortina d’Ampezzo si divide in tre set a cielo aperto, grazie a<br />

un’innovativa proposta del festival Cortinametraggio: le Cortiadi -<br />

Winter Sport Short, una gara tra i partecipanti alle ultime edizioni della<br />

kermesse, che devono girare in una settimana un cortometraggio<br />

a tema sportivo. Tre i progetti scelti: <strong>La</strong> Bomba, di Lorenzo Marinelli,<br />

vede il protagonista Fabrizio Mazzeo, noto attore di fiction, ricevere<br />

la proposta di interpretare Alberto Tomba nel biopic sulla sua vita,<br />

salvo ricordarsi all’ultimo provino di non saper sciare. A un istruttore<br />

ampezzano l’arduo compito di trasformarlo velocemente in un<br />

campione. Legato al mondo dello sci è anche Tre secondi di Matteo<br />

Nicoletta, focalizzato sulla figura di Kristian Ghedina, che sviluppa un<br />

divertente scambio di ruoli e persone, con inaspettati colpi di scena.<br />

Stone Heart di Federica D’Ignoti, infine, narra la vicenda di Maria, ex<br />

stella del curling che lavora come cameriera in un hotel di Cortina, ma<br />

deve fare i conti con il passato.<br />

cortinametraggio.it<br />

21


AGENDA<br />

A cura di Luca Mattei<br />

ellemme1 - l.mattei@fsitaliane.it<br />

<strong>Freccia</strong> Weekend<br />

marzo <strong>2020</strong><br />

Fa’ la cosa giusta! (2019)<br />

© Alessia Gatta<br />

falacosagiusta falacosa_giusta<br />

falacosagiusta_mi<br />

6>8<br />

Weekend alla Fiera di Milano<br />

con Fa’ la cosa giusta, mostramercato<br />

del consumo critico<br />

e degli stili di vita sostenibili,<br />

con centinaia di espositori da<br />

tutta Italia e un vasto calendario<br />

di incontri, laboratori e<br />

presentazioni. [1]<br />

falacosagiusta.org<br />

Una passeggiata al chiaro di<br />

luna e una cena gourmet in<br />

rifugio a base di prodotti tipici<br />

altoatesini. È Full Moon Dinner,<br />

evento a cura di Area vacanze<br />

sci & malghe Rio Pusteria (BZ)<br />

in programma sabato 7.<br />

riopusteria.it<br />

Per la prima volta in Italia,<br />

Thaddeus Phillips porta in<br />

scena dal 3 al 6 al Teatro Franco<br />

Parenti di Milano il suo 17 Border<br />

crossings, show sul tema del<br />

passaggio fra territori, lingue,<br />

culture, leggi e accadimenti<br />

storici.<br />

teatrofrancoparenti.it<br />

Ultimi giorni al Museo Civico di<br />

Bari per Eros Eroso 1970/<strong>2020</strong>,<br />

personale dell’artista bitontino<br />

Mimmo Avellis che festeggia<br />

i primi 50 anni di carriera con<br />

un’antologica dedicata alla<br />

prediletta tematica amorosa.<br />

museocivicobari.it<br />

1 2<br />

Gli Yosh Whale durante la finale, poi vinta, del<br />

Premio Buscaglione 2018<br />

© Luca Randazzo<br />

sottoilcielodifred premiofred<br />

premiobuscaglione<br />

13>15<br />

Dal 12 al 14 all’Hiroshima Mon<br />

Amour di Torino, 12 artisti sono<br />

pronti a entrare in gara per la fase<br />

finale del Premio Buscaglione,<br />

trampolino di lancio nelle scorse<br />

edizioni per band come Lo Stato<br />

Sociale ed Eugenio in Via Di Gioia.<br />

[2]<br />

sottoilcielodifred.it<br />

Pensavo Peccioli, dal nome del<br />

borgo pisano che lo ospita, è un<br />

osservatorio ideato dal giornalista<br />

Luca Sofri. Tre giorni per capire<br />

cosa accade nel mondo, attraverso<br />

incontri e reading di scrittori,<br />

giornalisti e artisti, tra cui Michela<br />

Murgia e Paolo Virzì.<br />

pensavopeccioli.it<br />

Al via la XVII edizione delle<br />

Giornate del cinema quebecchese<br />

in Italia, con otto film sul tema<br />

Nuove mitologie. Start a Torino<br />

dal 6 all’8 e a Milano il 6 e 7, poi la<br />

rassegna si sposta a Bologna il 9, a<br />

Benevento l’11 e a Roma il 13.<br />

cinemaquebecitalia.com<br />

Appuntamento sabato allo Stadio<br />

Olimpico di Roma per la quinta<br />

giornata del torneo Sei Nazioni di<br />

rugby. L’Italia affronta l’Inghilterra,<br />

che si è piazzata al secondo posto<br />

in classifica nell’edizione dello<br />

scorso anno.<br />

sixnationsrugby.com<br />

22


3 4 5<br />

Francesco del Cossa, San Floriano (1470-1472)<br />

© National Gallery of Art, Washington<br />

genusbononiae<br />

Jean Margat, Bijoconde (1963-1983)<br />

lookingformonnalisa vivipavia.comunePV<br />

Margot Robbie, Nicole Kidman e Charlize<br />

Theron, protagoniste di Bombshell<br />

bifest.it bifest_official bifest<br />

20>22 27>29<br />

Nella mostra <strong>La</strong> riscoperta di<br />

un capolavoro, a Palazzo Fava<br />

di Bologna dal 12 marzo al 28<br />

giugno, vengono riunite, 300<br />

anni dopo lo smembramento,<br />

le tavole del Polittico Griffoni di<br />

Francesco del Cossa ed Ercole<br />

de’ Roberti. [3]<br />

genusbononiae.it<br />

Per le Giornate FAI di Primavera,<br />

il 21 e 22 è in programma in 430<br />

città di tutta Italia l’apertura<br />

eccezionale di 1.150 luoghi di<br />

solito inaccessibili o poco noti,<br />

come dimore nobiliari, torri, fari<br />

e fabbriche.<br />

fondoambiente.it<br />

Weekend di sport con le finali<br />

della Coppa del Mondo di sci<br />

alpino a Cortina d’Ampezzo<br />

(BL). Per la Coppa delle Nazioni<br />

e le gare di slalom speciale e<br />

gigante, il tifo si concentra sui<br />

nostri Dominik Paris e Federica<br />

Brignone.<br />

fis-ski.com<br />

Prima edizione per il Festival<br />

delle Scoperte, spaziando nei<br />

più vari campi del sapere. In 20<br />

luoghi diversi di Firenze oltre<br />

100 ospiti per 120 eventi, tra<br />

conferenze, dibattiti, workshop<br />

e show, sul tema del tempo.<br />

festivalscoperte.it<br />

Ultimi giorni in varie sedi di Pavia<br />

per Looking for Monna Lisa.<br />

Misteri e ironie attorno alla più<br />

celebre icona pop, con dipinti,<br />

sculture e installazioni di artisti<br />

contemporanei che reinterpretano<br />

la donna leonardesca. [4]<br />

vivipavia.it<br />

Il Museo e Real Bosco di<br />

Capodimonte a Napoli ospita<br />

dal 19 marzo al 26 giugno Dalla<br />

scultura al disegno, retrospettiva<br />

su Vincenzo Gemito, artista<br />

partenopeo di caratura<br />

internazionale attivo nella seconda<br />

metà dell’800.<br />

museocapodimonte.<br />

beniculturali.it<br />

Dal 20 al 29 a Padova e Abano<br />

Terme (PD) l’VIII edizione di Detour,<br />

il primo festival internazionale<br />

dedicato al cinema di viaggio,<br />

declinato come luogo d’incontro<br />

fra culture e tradizioni diverse e<br />

lontane.<br />

detourfilmfestival.com<br />

Domenica si conclude Quando le<br />

statue sognano. Frammenti di un<br />

museo in transito, progetto che<br />

vede le opere degli artisti 108/<br />

Guido Bisagni, Alessandro Roma e<br />

Fabio Sandri in dialogo con i reperti<br />

del Museo Salinas di Palermo.<br />

coopculture.it<br />

FOCUS<br />

BARI INTERNATIONAL FILM<br />

FESTIVAL<br />

Il Bif&st spegne undici<br />

candeline. <strong>La</strong> kermesse diretta<br />

da Felice <strong>La</strong>udadio, di cui<br />

Trenitalia è official carrier, torna<br />

a riempire dal 21 al 28 marzo le<br />

platee del Multicinema Galleria<br />

e dei teatri storici del capoluogo<br />

pugliese, il Petruzzelli, il<br />

Margherita e, da quest’anno, il<br />

Piccinni, disponibile dopo un<br />

recente restauro. L’edizione <strong>2020</strong><br />

è dedicata a Mario Monicelli<br />

con <strong>La</strong> storia, la memoria,<br />

retrospettiva che prevede<br />

decine di pellicole e una mostra<br />

fotografica. Un’occasione per<br />

tutti i cinefili di assistere a<br />

premiazioni, incontri, rassegne<br />

e proiezioni di anteprime<br />

nazionali e internazionali. Film<br />

imperdibili a partire già da<br />

quello di apertura: Bombshell<br />

- <strong>La</strong> voce dello scandalo, con<br />

Charlize Theron, Nicole Kidman<br />

e Margot Robbie, per la regia<br />

di Jay Roach, nelle sale italiane<br />

da giovedì 26. Basato su fatti<br />

realmente accaduti, racconta<br />

come Roger Ailey, l’uomo che<br />

ha contribuito a creare il più<br />

controverso impero dei media<br />

di tutti i tempi, Fox News, sia<br />

stato spodestato da Megyn<br />

Kelly, Gretchen Carlson e Kayla<br />

Pospisil, tre donne diverse<br />

tra loro ma accomunate dalla<br />

scelta di lottare contro un<br />

sistema di potere e abusi. [5]<br />

bifest.it<br />

23


AGENDA<br />

a cura di Marzia Dal Piai<br />

marzo <strong>2020</strong><br />

<strong>Freccia</strong>Gourmet<br />

Dal 7 al 9 marzo, alla Stazione Leopolda di Firenze, torna Pitti Taste, il Salone dedicato<br />

alle eccellenze del gusto e del food lifestyle. Le parole d’ordine sono “mangiare” e “stare<br />

bene”. Qui si danno appuntamento i migliori operatori internazionali dell’alta gastronomia,<br />

ma anche il vasto pubblico dei foodie. Degustazioni, kitchen design ed eventi nelle sezioni<br />

Taste tour, tools, shop e ring. In parallelo alla fiera, FuoriDiTaste anima la Città del Giglio con<br />

cene, installazioni e incontri.<br />

pittimmagine.com<br />

Al Mercato Centrale è tornato Mangiadischi,<br />

È dedicata a tutti i golosi del mondo la Gior-<br />

l’evento che coniuga dj e artigiani della nata europea del gelato artigianale del 24<br />

bontà in un tour lungo un anno tra Roma, marzo voluta da Longarone Fiere e Artglace.<br />

Firenze, Torino e Milano. Prima tappa nella Questo prodotto unisce l’Europa e a dimostrarlo<br />

Capitale, in via Giolitti, tutti i giovedì dalle 12<br />

sono i numeri: le vendite hanno rag-<br />

alle 14 fino al 26 marzo. Cibo e musica in un giunto i 9,5 miliardi di euro nel 2018, pari al<br />

connubio di eccellenze locali e creatività. Il 60% del mercato mondiale, con una crescita<br />

5 marzo è protagonista la pizza, il 12 i carciofi del 5% rispetto al 2017. Ogni anno il gusto ufficiale<br />

e i funghi, il 19 il cibo vegano e vegetariano,<br />

dell’evento viene dedicato a una delle<br />

il 26 il fritto.<br />

sette nazioni aderenti all’assemblea Artglace.<br />

mercatocentrale.it<br />

Per il <strong>2020</strong>, in onore dell’Olanda, è prota-<br />

Qui c’è campo è l’evento proposto per il 14 e<br />

15 marzo dal Comune di Cernobbio, sul <strong>La</strong>go<br />

gonista lo yogurt variegato alla fragola.<br />

gelato-day.it<br />

di Como, all’interno del progetto Orti che<br />

passione, nato per promuovere un’agricoltura<br />

moderna che tenga conto delle peculiarità<br />

del territorio e della tradizione storica. Al Polo<br />

del Verde in piazza S. Stefano sono previsti<br />

corsi base di ortofrutticoltura, mentre il 15 a<br />

Riva di Cernobbio c’è il Mercato di Campagna<br />

Amica con prodotti biologici.<br />

comune.cernobbio.co.it<br />

Il 21 e 22 marzo arriva a Base Milano VeggieWorld.<br />

Tutti a Trieste il 24 e 25 marzo per l’International<br />

<strong>La</strong> manifestazione conta diverse<br />

wine tourism conference (IWINETC),<br />

edizioni in otto Paesi e 16 città. Con un mercato<br />

convegno internazionale di enoturismo a cui<br />

alla ricerca di uno stile di vita sano ed<br />

partecipa anche il Movimento Turismo del<br />

equilibrato, si pone come centro d’incontro<br />

Vino, associazione che conta circa 900 cantine<br />

aperto a tutti, anche agli amanti della carne<br />

in tutta Italia. Due giornate di dibattiti e<br />

che potrebbero non conoscere la versatilità<br />

riflessioni per orientare l’offerta adattandola<br />

della cucina vegana. Per l’appuntamento<br />

alle nuove tendenze della domanda. Ma<br />

milanese sono previsti workshop, conferenze<br />

anche un’area espositiva dove scoprire le<br />

e show cooking.<br />

destinazioni e i prodotti dei viaggi del vino.<br />

veggieworld.de<br />

iwinetc.com<br />

Il 28 e 29 marzo si tiene la 14esima edizione A Palazzo Ducale di Genova, il 28 marzo è<br />

di Golosaria tra i castelli del Monferrato (AL), il giorno della finalissima del Campionato<br />

rassegna itinerante di luoghi e gusti. Per l’occasione,<br />

mondiale di pesto al mortaio, con 100 contamenti,<br />

il territorio è costellato da appuncorrenti<br />

che si sono qualificati in diverse<br />

feste, assaggi ed eventi culturali. tappe. In programma anche il Campionato<br />

Nel castello di Casale Monferrato si trovano dei bambini, il Pesto party e il Pesto talk,<br />

produttori, cucine di strada e birre artigianali, mentre il Pesto last minute è un ripasso<br />

mentre quello di Uviglie a Rosignano Monferrato<br />

dell’uso del mortaio per dilettanti il giorno<br />

ospita vino, champagne e bollicine. prima dell’evento.<br />

golosaria.it<br />

visitgenoa.it<br />

24


Fotografia di Maurizio degli Innocenti


LA NOSTRA MISSIONE<br />

È FINANZIARE LA FORMAZIONE<br />

DELLE IMPRESE ITALIANE


GUSTA & DEGUSTA<br />

Identità, ricerca e giovinezza sono<br />

la sintesi della proposta di Natura,<br />

tavola franciacortina, in quel<br />

di Adro (BS), che offre un menù dedicato<br />

totalmente all’orto.<br />

L’obiettivo dello chef Marco Acquaroli<br />

e del proprietario Daniele Merola<br />

è ribaltare il paradigma della cucina<br />

vegetariana e vegana partendo dalla<br />

terra. Rivisitare la tradizione locale per<br />

proporre una forte identità creativa,<br />

dove le verdure sono protagoniste assolute.<br />

Erbe aromatiche e fiori dell’orto<br />

accanto alla cucina, erbe spontanee<br />

che in Franciacorta si trovano nei<br />

vigneti e ortaggi dei coltivatori di Rodengo<br />

Saiano e Sulzano.<br />

«Vogliamo dare un segno di novità,<br />

partire da piatti antichi e renderli cona<br />

cura di Andrea Radic<br />

Andrea_Radic<br />

NATURA<br />

MARCO ACQUAROLI E IL SUO MENÙ DELL’ORTO<br />

Lo chef Marco Acquaroli (a destra) insieme a Daniele<br />

Merola, proprietario del ristorante Natura<br />

temporanei, come la sarda essiccata<br />

che diventa Sarda barbecue, un piatto<br />

signature», raccontano Marco e Daniele.<br />

«Il menù vegetariano dipende<br />

molto da ciò che raccogliamo quotidianamente,<br />

ma stupiremo i nostri<br />

ospiti anche con una Lepre à la royale<br />

che non contiene carne». Tra i piatti<br />

primaverili ci sono il Raviolo con latte<br />

cagliato di capra e fieno servito con<br />

darum di capretto (salsa fermentata)<br />

e il Risotto allo spiedo, con brodo<br />

di patata e salvia a ricordare i sapori<br />

dello spiedo, ma in versione risotto.<br />

ristorantenatura.it<br />

Ristorante Natura<br />

Via Principe Amedeo, 35<br />

Adro (BS)<br />

Tel. 030 7281670<br />

CASTELLO BONOMI<br />

ELEGANTE FRANCIACORTA DI GRANDE LONGEVITÀ<br />

Ventiquattro ettari di vigneti<br />

nello straordinario anfiteatro<br />

naturale del Monte Orfano,<br />

formatosi dal corrugarsi della<br />

crosta terrestre e dal sollevamento<br />

del fondale marino. Tutto ciò dona ai<br />

vini freschezza, mineralità e spiccato<br />

carattere.<br />

<strong>La</strong> longevità è una delle caratteristiche<br />

identitarie delle bollicine di<br />

Castello Bonomi, raggiunta con un<br />

costante lavoro di ricerca sulla zonazione,<br />

al fine di individuare la particolarità<br />

espressiva di ogni parcella dei<br />

vigneti della tenuta. «Impegno che ha<br />

consentito di selezionare ben 22 cloni<br />

diversi e realizzare la nostra nuova<br />

Cuvée 22», spiega Roberto Paladin,<br />

proprietario insieme al fratello Carlo.<br />

«Ci siamo ripromessi – aggiungono<br />

– di stappare un nostro Lucrezia Etichetta<br />

Nera del 2004 al Vinitaly del<br />

2024, a dimostrazione della resa straordinaria<br />

del Pinot nero in purezza».<br />

Tra le etichette di Castello Bonomi da<br />

non perdere il Satin Millesimato 2011,<br />

100% Chardonnay, e l’elegantissimo<br />

CruPerdu, 70% Chardonnay e 30% Pinot<br />

nero, della stessa annata, con meticolosa<br />

selezione dei grappoli.<br />

castellobonomi.it<br />

Castello Bonomi<br />

Via S. Pietro, 46<br />

Coccaglio (BS)<br />

Tel. 030 7721015<br />

BRESCIA<br />

55 FRECCE AL GIORNO<br />

ADRO E COCCAGLIO<br />

LOCALITÀ RAGGIUNGIBILI<br />

CON TRENORD DA BRESCIA<br />

CruPerdu millesimato 2011<br />

di Castello Bonomi<br />

27


WHAT’S UP<br />

DIODATO FA RUMORE<br />

IL VINCITORE DI SANREMO <strong>2020</strong> LANCIA IL NUOVO ALBUM<br />

CHE VITA MERAVIGLIOSA E SI PREPARA PER I LIVE DI APRILE<br />

A MILANO E A ROMA<br />

di Gaspare Baglio<br />

gasparebaglio<br />

© Giuseppe Gradella<br />

28


© Ettore Ferrari/Ansa<br />

Èpartito come artista di nicchia,<br />

poi ha vinto il 70esimo<br />

Festival di Sanremo con il<br />

brano Fai rumore. «Una canzone nella<br />

quale racconto me stesso e le mie<br />

sensazioni, ripescandole dentro di<br />

me. Quando ci si mette a nudo, provando<br />

anche un po’ di vergogna nel<br />

dire certe cose, ci si connette con<br />

gli altri. <strong>La</strong> sincerità arriva alle persone».<br />

Antonio Diodato, in arte solo<br />

Diodato, subito dopo essere salito<br />

sul gradino più alto del podio dell’Ariston<br />

ha ammesso: «È una sensazione<br />

stranissima, il Festival trasmette<br />

emozioni non facili da gestire. Fin dal<br />

primo giorno mi sono sentito accolto<br />

da un calore inaspettato, e ricevere<br />

tutti questi riconoscimenti mi riempie<br />

di gioia. Sono felice per le persone<br />

con cui ho lavorato in questi anni,<br />

cresciute insieme a me un passetto<br />

alla volta». Già, perché il cantautore<br />

di origini pugliesi ha fatto l’en plein,<br />

portandosi a casa anche il Premio<br />

della critica Mia Martini e quello della<br />

Sala stampa dedicato a Lucio Dalla.<br />

«Trionfi tutti dedicati ai miei familiari,<br />

che hanno fatto tanto rumore nella<br />

mia vita e durante i giorni sanremesi,<br />

anche se li ho sentiti molto poco,<br />

hanno rispettato il momento particolare<br />

che stavo vivendo. E poi dedico<br />

la vittoria a Taranto e a tutti coloro<br />

che lottano contro una situazione<br />

insostenibile. È una città che deve<br />

fare rumore». Diodato è uno degli organizzatori<br />

del 1° maggio tarantino e<br />

non ha dubbi: «Userò sempre la mia<br />

forza per aiutare i miei amici ad avere<br />

una cassa di risonanza denunciando<br />

quello che accade».<br />

Archiviato Sanremo, è tempo di partire<br />

con i primi due live per promuovere<br />

il nuovo progetto Che vita meravigliosa,<br />

il 22 aprile a Milano e il 29 a<br />

Roma. «Sono pronto a condividere, a<br />

raccontare la mia condizione di perenne<br />

viaggiatore, navigante felicemente<br />

disperso, osservatore talvolta<br />

malinconico, talvolta disincantato,<br />

ed eterno bambino innamorato di<br />

questa giostra folle», prosegue l’artista.<br />

Dopo le anteprime on stage, a<br />

maggio sarà all’Eurovision Song Contest<br />

di Rotterdam a rappresentare il<br />

Belpaese. «Sono felice di portare la<br />

musica italiana nel mondo, perché ha<br />

uno spessore importante e va aiutata<br />

a livello internazionale. Abbiamo<br />

forza, siamo molto riconoscibili, Modugno<br />

lo insegnava. Andrò sempre<br />

all’estero». Tutti bei cambiamenti, ma<br />

che non gli fanno dimenticare chi era:<br />

«Ricordo quel bambino, in una stanza,<br />

tanti anni fa, che aveva paura del<br />

mondo fuori. Questa vittoria la dedico<br />

anche a lui».<br />

DiodatoOfficial<br />

DiodatoMusic<br />

diodatomusic<br />

29


WHAT’S UP<br />

© Marco Onofri<br />

TRA CINEMA<br />

E REALITY<br />

DOPPIO APPUNTAMENTO CON DIANA<br />

DEL BUFALO. SUL GRANDE SCHERMO<br />

NELL’OPERA PRIMA DI GIAMPAOLO MORELLI<br />

E SU AMAZON PRIME IN FUGA INSIEME A<br />

CRISTIANO CACCAMO<br />

di Cecilia Morrico morricocecili MorriCecili<br />

Un marzo ricco di appuntamenti<br />

quello di Diana Del<br />

Bufalo. Dopo la consacrazione<br />

comica con Colorado nel 2015 e<br />

i successi sul grande schermo come<br />

Puoi baciare lo sposo (2018) e 10 giorni<br />

senza mamma (2019), sperimenta su<br />

Amazon Prime il format italiano del<br />

reality Celebrity Hunted, da venerdì 13,<br />

e torna al cinema, dal 26, con 7 ore per<br />

farti innamorare di Giampaolo Morelli.<br />

Tra cinema e reality. Ci racconti i tuoi<br />

nuovi progetti?<br />

Sono felicissima! 7 ore per farti innamorare<br />

è l’opera prima di Giampaolo<br />

Morelli e mi sono trovata benissimo a<br />

farmi dirigere da lui. È una commedia<br />

romantica molto divertente. Celebrity<br />

Hunted, invece, è completamente<br />

un’altra cosa. Siamo otto concorrenti<br />

in gara, alcuni in coppia, come me e<br />

Cristiano Caccamo, il mio migliore<br />

amico. Dobbiamo fuggire dagli investigatori<br />

che ci danno la caccia in giro<br />

per tutta l’Italia. È stato avvincente e,<br />

a volte, diffi cile: stare due settimane<br />

senza cellulare, per una dipendente<br />

come me, non è cosa da poco.<br />

Nel film sei Giorgia…<br />

<strong>La</strong> fi danzata di Giampaolo che, annoiata<br />

dal suo modo di essere un po’<br />

troppo precisino e accondiscendente,<br />

decide di lasciarlo. Lui, disperato,<br />

va a lezione di seduzione in una vera<br />

e propria scuola, dove l’insegnante è<br />

Serena Rossi. Qui, insieme ad altri studenti<br />

e tramite tecniche specifi che,<br />

cercherà di riconquistarmi. Ci riuscirà?<br />

Hai già lavorato con Giampaolo nel<br />

film del 2019 diretto da Volfango De<br />

Biasi, L’agenzia dei bugiardi. Com’è il<br />

tuo rapporto con lui?<br />

Ci siamo sempre trovati bene, ormai<br />

siamo amici. Con lui è impossibile<br />

essere seri, abbiamo un senso dell’umorismo<br />

molto simile e, durante le<br />

pause o le cene insieme, le risate<br />

sono assicurate. Inoltre è una persona<br />

buona e sensibile.<br />

Com’è il Morelli regista?<br />

È tutto quello che un attore può desiderare:<br />

tranquillo, ti lascia fare ciò<br />

che senti, ti dà delle dritte, certo, ma<br />

si capisce che vuole far uscire la tua<br />

natura. <strong>La</strong>vorare con lui è stata una<br />

passeggiata di salute.<br />

Invece su Prime parte questa caccia<br />

all’uomo, o alla donna nel tuo caso.<br />

Ma davvero vi hanno dato una carta<br />

di debito per sopravvivere due settimane?<br />

Sì, potevamo prelevare solo 70 euro<br />

al giorno e neppure tutti i giorni per<br />

non essere rintracciati dagli investigatori.<br />

Abbiamo chiesto aiuto ad alcuni<br />

amici.<br />

Oltre a Cristiano Caccamo, hai incontrato<br />

gli altri partecipanti?<br />

Ci siamo visti agli shooting e il giorno<br />

della partenza dal Colosseo. Francesco<br />

Totti e Ilary Blasy mi sono rimasti<br />

nel cuore. Francesco ha partecipato<br />

da solo, Ilary l’ho conosciuta successivamente,<br />

durante una cena. Li trovo<br />

simili a me e a Cristiano, sono autentici,<br />

simpatici e disponibili. Non voglio<br />

fantasticare, ma li sento già nostri<br />

amici.<br />

<strong>La</strong> tattica per fuggire Del Bufalo-Caccamo?<br />

Abbastanza banale: non comprare<br />

nulla con la carta ma solo in contanti,<br />

correre velocemente nei momenti<br />

critici e convincere i ristoratori a regalarci<br />

un pasto in cambio di qualche<br />

servizio al ristorante (ride, ndr).<br />

dianadelbufalo<br />

30


© M.MarinPh.<br />

BELLA DA… VIVERE<br />

SU RAI1 DAL 15 MARZO UNA FICTION AFFRONTA<br />

IL TEMA DEL FEMMINICIDIO. MARGHERITA LATERZA INTERPRETA<br />

ANITA, UNA SCIENZIATA IMPEGNATA A COMBATTERE<br />

LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE<br />

di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it<br />

Donna e libertà, un binomio ancora non realizzato<br />

in pieno. Margherita <strong>La</strong>terza è una delle protagoniste<br />

di Bella da morire, la fiction in onda su Rai1<br />

dal 15 marzo per quattro puntate. <strong>La</strong> giovane attrice interpreta<br />

una scienziata un po’ svagata, che si affeziona ai morti e si tiene<br />

lontana dai vivi. Un personaggio puro che, però, deve fare i<br />

conti con la violenza nei confronti delle donne.<br />

In questa fiction si affronta un tema impegnativo e anche la<br />

Rai fa una scelta forte. Che ne pensi?<br />

<strong>La</strong> questione è attuale, si parla di femminicidio. <strong>La</strong> televisione<br />

pubblica svolge il suo compito, direi in modo coraggioso.<br />

Chi sei esattamente sul piccolo schermo?<br />

Una giovane medico legale un po’ fuori di testa. Il mio personaggio,<br />

Anita, è surreale. Svolge autopsie e, paradossalmente,<br />

si trova più a suo agio con i morti. È una bambina non<br />

cresciuta, talmente sensibile che preferisce avere a che fare<br />

con loro. Per questo stabilisce un rapporto molto stretto con<br />

Gioia, la vittima.<br />

Come ti sei preparata per questa parte?<br />

Ho visto il documentario Ignoto 1 - Yara, Dna di un’indagine,<br />

sull’omicidio della giovanissima Gambirasio. Inoltre ho consultato<br />

una mia amica, medico legale. Lei mi ha spiegato che,<br />

mentre i medici in genere hanno a che fare con la sofferenza<br />

delle persone, i medici legali lavorano per dare loro verità e<br />

giustizia. Per prepararmi ho anche passato un po’ di tempo<br />

con mia zia, che lavora nel settore, in un laboratorio d’analisi.<br />

Nella storia c’è spazio anche per la solidarietà?<br />

<strong>La</strong> collaborazione tra le protagoniste è forte. Giuditta (Lucrezia<br />

<strong>La</strong>nte della Rovere) è il pubblico ministero, la donna in<br />

carriera; Eva, la poliziotta (Cristiana Capotondi), è una donna<br />

tosta e Anita è quasi autistica. Hanno tre caratteri diffi cili, ma<br />

credono nel lavoro di squadra.<br />

E i momenti ironici?<br />

Non mancano. Molti sono legati al mio personaggio. Supportata<br />

dalle due amiche, per esempio, approccio il mio professore,<br />

ma gli incontri si rivelano disastrosi.<br />

Il titolo mette in evidenza il solito luogo comune che essere<br />

belle sia una colpa. Che ne pensi?<br />

In Italia sopravvive ancora una cultura machista. Spesso l’uomo,<br />

se non riesce a sopportare il confronto con una donna<br />

forte e non controllabile, magari anche bella, diventa aggressivo.<br />

In questo senso tutte le protagoniste sono “belle da morire”.<br />

Secondo te c’è stata un’evoluzione tra la tua generazione e<br />

le precedenti?<br />

Noi trentenni siamo cresciuti con le stesse favole dei nostri<br />

genitori, dal finale “e vissero felici e contenti” ma, crollati gli<br />

schemi, abbiamo la necessità e la responsabilità di riscrivere i<br />

rapporti. E questo genera tensione.<br />

DONNE DA FILM<br />

Al cinema scienza e coraggio al femminile. È nelle sale dal<br />

12 marzo Marie Curie, film diretto dalla regista Marie Noelle.<br />

<strong>La</strong> storia eccezionale di una fisica, due volte Premio Nobel,<br />

che nei primi del ’900 passò la vita, a fianco del marito<br />

Pierre, nella ricerca pioneristica di una cura contro i tumori, la<br />

radioterapia.<br />

Proprio il giorno della Festa della donna, poi, esce nelle sale<br />

Sono innamorato di Pippa Bacca di Simone Manetti. Il film<br />

racconta la biografia dell’artista uccisa in Turchia nel corso<br />

di un viaggio in autostop, realizzato nel 2008 con Silvia Moro.<br />

Entrambe le ragazze, vestite da sposa, avevano intrapreso<br />

questa avventura per portare un messaggio di pace dalla<br />

Slovenia fino a Israele.<br />

31


WHAT’S UP<br />

© Sara Sabatino<br />

«<br />

STAND-UP TALENT<br />

MICHELA GIRAUD, DOPO IL SUCCESSO ONLINE CON LE CLIP DI<br />

EDUCAZIONE CINICA, SPOPOLA IN TEATRO, IN TV E IN LIBRERIA.<br />

PENSIERI E ANTICIPAZIONI DI UN’ATTRICE MULTITASKING<br />

Per me l’intervista con <strong>La</strong><br />

<strong>Freccia</strong> è un sogno: prendo<br />

un treno a settimana, vi leggo<br />

sempre». Michela Giraud esordisce<br />

così. Siamo lusingati, considerato<br />

che la ragazza è un talento vero:<br />

oltre che una bravissima stand-up<br />

comedian, è anche un’attrice capace<br />

di passare dalle sfumature brillanti<br />

a quelle drammatiche. Un esempio?<br />

Le web clip di Educazione Cinica e<br />

la fiction realizzata per Rai1 Permette?<br />

Alberto Sordi, nella quale veste i<br />

panni di Aurelia, la sorella del grande<br />

attore romano. Ma Giraud ha tante<br />

frecce al suo arco, a cominciare dallo<br />

spettacolo Almeno non ho precedenti<br />

penali, in scena il 16 marzo alla Sala<br />

Umberto di Roma e poi in tour, con<br />

tappa a Brescia il 24 maggio e a Pisa<br />

il 18 giugno.<br />

Come mai questo titolo?<br />

Lo show parla di me, che sono “una<br />

persona orrenda”, racconto tutte le<br />

cose gravi che ho fatto (ride, ndr), gli<br />

errori e gli incidenti di percorso. Ma<br />

mi consolo ricordando che almeno<br />

non ho precedenti penali. Sarà un’ora<br />

di stand-up comedy pura e agguerritissima.<br />

Quali altri argomenti affronti?<br />

<strong>La</strong> condizione dei trentenni, generazione<br />

senza futuro, che sembra non<br />

poter fare altro che piangersi addosso.<br />

Invece provo a ribaltare la prospettiva<br />

a suon di sarcasmo. Ci sarà<br />

dentro anche un po’ della mia vita<br />

privata, che ha preso una piega inaspettata<br />

da gestire durante il primo<br />

film da coprotagonista. Come si dice?<br />

The show must go on.<br />

Il 7 maggio esce anche il tuo libro<br />

Tea. Storia (quasi) vera della figlia di<br />

Dio, per HarperCollins…<br />

È un lavoro corale, con Serena Tateo,<br />

Daniela Delle Foglie e <strong>La</strong>ura Grimaldi.<br />

Racconta della figlia del Creatore che<br />

scende sulla Terra per dimostrare di<br />

essere la nuova Messia. Incontrerà<br />

quattro evangeliste alle quali cambierà<br />

la vita. A me hanno assegnato<br />

la crudele Flaminia di Roma Nord, un<br />

personaggio che ha delle buone ragioni<br />

per la sua cattiveria.<br />

<strong>La</strong> grande novità, però, è che sei la<br />

prima donna a presentare CCN - Comedy<br />

Central News, sul canale 128 di<br />

Sky...<br />

<strong>La</strong> conduzione è una grande sfida.<br />

Sarà un’edizione improntata all’eccesso,<br />

il mio Bagaglino mancato.<br />

Quindi prenderai più treni…<br />

Il treno è la mia casa, ci passo metà<br />

del tempo. <strong>La</strong> mia vita è sulla Roma-Milano<br />

e viaggio verso il destino<br />

che mi attende, spero luminoso. G.B.<br />

michelagiraud<br />

michelagiraud87<br />

MichelaGiraud<br />

32


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DESTINATION<br />

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WHAT’S UP<br />

IL VIAGGIO DELLA RINASCITA<br />

NELL’AUTOBIOGRAFIA PER IL MIO BENE EMA STOKHOLMA<br />

RACCONTA LA SUA STORIA DIFFICILE E IL TRENO<br />

CHE LE HA SALVATO LA VITA<br />

«<br />

Èstato tosto da scrivere questo<br />

libro. Anche fisicamente. Ma<br />

voglio parlarne per abbattere<br />

un tabù». <strong>La</strong> speaker di Back2Back su<br />

Radio2, dj e conduttrice, Ema Stokholma,<br />

racconta le fasi di lavorazione<br />

dell’autobiografia Per il mio bene, nata<br />

dopo un fatto di cronaca che l’ha particolarmente<br />

colpita: «Un bambino di<br />

nome Giuseppe è morto in casa dopo<br />

essere stato picchiato dal patrigno. <strong>La</strong><br />

sorellina aveva un pezzo di orecchio in<br />

meno, staccato a morsi. Su Facebook<br />

ho letto molti commenti indignati: una<br />

bambina non può andare a scuola con<br />

i lividi in faccia senza che nessuno dica<br />

niente. Alcuni genitori non basta odiarli,<br />

bisogna aiutarli: magari necessitano di<br />

un aiuto clinico. Siamo tutti colpevoli<br />

quando accadono queste cose. Io l’ho<br />

vissuto e so cosa vuol dire».<br />

Nel libro descrivi le violenze che hai<br />

subito da tua mamma. Quali sono state<br />

le reazioni dei tuoi amici? Non credo<br />

fossero tutti a conoscenza del tuo<br />

vissuto…<br />

L’ho scritto anche per questo, non per<br />

liberarmi. Io sono felice, sto bene, ma<br />

mi è capitato di non aver mai ricevuto<br />

l’ascolto che serviva. Dopo l’uscita del<br />

libro molte persone che hanno fatto<br />

parte della mia vita si sono scusate per<br />

non avermi accolta e capita o per alcune<br />

litigate che potevano avermi fatto<br />

rivivere momenti dell’infanzia. L’unica<br />

persona che sapeva e ha voluto conoscere<br />

il mio passato è stata Andrea Delogu.<br />

Gli altri hanno messo un muro tra<br />

quella che sono oggi e la me bambina.<br />

Cosa pensavi quando sentivi questa<br />

distanza con gli altri?<br />

Che le persone vanno ascoltate. A volte<br />

avrei potuto parlare con qualcuno, anche<br />

solo per spiegare il motivo di certi<br />

comportamenti.<br />

Perché le istituzioni non sono mai veramente<br />

intervenute?<br />

Probabilmente si fatica ad accettare<br />

che una madre sia crudele. Invece bisogna<br />

ascoltare veramente i bambini, non<br />

si deve né pensare né parlare per loro.<br />

Il viaggio, nella tua storia, assume un<br />

valore particolare?<br />

Il treno mi ha salvato la vita, le stazioni<br />

mi hanno accolta come una figlia.<br />

Quando viaggio mi sento libera e sicura.<br />

Avevo poco più di 15 anni ed è stato<br />

proprio un treno a portarmi lontano dalla<br />

situazione insopportabile che stavo<br />

vivendo.<br />

G.B.<br />

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HarperCollins, pp. 200 € 18<br />

34


INCONTRO<br />

DESTINAZIONE<br />

TOKYO<br />

LA CAMPIONESSA DI SCHERMA BEBE VIO SI PREPARA ALLE<br />

PARALIMPIADI IN GIAPPONE E CONDIVIDE QUESTO SOGNO<br />

CON ALTRI NOVE ATLETI DELL’ASSOCIAZIONE ART4SPORT<br />

di Serena Berardi - s.berardi@fsitaliane.it<br />

Photo Augusto Bizzi<br />

36


37


INCONTRO<br />

Spinge fuori le parole una<br />

dietro l’altra, rapidissime. Le<br />

fa arrivare dirette, puntellandole<br />

di ironia e accompagnandole<br />

con risate limpide. Bebe Vio sembra<br />

tirare di scherma anche quando parla.<br />

<strong>La</strong> sua energia incontenibile, che<br />

in gara scorre lungo il fioretto, lontana<br />

dalla pedana fuoriesce con la stessa<br />

potenza. <strong>La</strong> incontriamo nello spazio<br />

esterno di un locale a Trastevere, a<br />

pochi passi da dove vive e frequenta<br />

l’università. Mentre racconta del<br />

suo countdown per le Paralimpiadi di<br />

Tokyo di agosto, sgranocchia gallette,<br />

invia messaggi, saluta i fan, chiacchiera<br />

con gli amici di passaggio. In ogni<br />

sua frase compare un desiderio, fa capolino<br />

un progetto, si materializza una<br />

sfida. E, nonostante sia lanciata verso<br />

innumerevoli obiettivi individuali, vuole<br />

far volare in alto anche i sogni degli<br />

altri.<br />

Come ti stai preparando per Tokyo?<br />

Rio 2016 è stata la mia prima Paralimpiade,<br />

l’ho presa come un viaggio alla<br />

scoperta di quello che potevo e volevo<br />

fare. All’inizio nessuno pretendeva<br />

nulla da me. Ero consapevole del<br />

fatto che avrei vissuto emozioni forti<br />

e difficili da gestire. Alla fine in Brasile<br />

ho vinto una medaglia d’oro e una di<br />

bronzo nella gara a squadre, quando<br />

non dovevamo nemmeno qualificarci.<br />

Una sorpresa pazzesca. Tokyo invece<br />

è tosta, perché arriva dopo le vittorie<br />

del Mondiale, della Coppa del mondo<br />

e dell’Europeo. Non ci dormo la notte,<br />

ho fatto partire il conto alla rovescia<br />

quando mancavano mille giorni.<br />

Ho cominciato a lavorare di più con il<br />

preparatore atletico e il fisioterapista.<br />

A breve praticherò anche una specie<br />

di pilates per sciogliere determinati<br />

muscoli. Gli orari di allenamento sono<br />

triplicati rispetto al normale.<br />

Hai deciso di gareggiare con la doppia<br />

arma, cioè anche con la sciabola.<br />

Come sta andando?<br />

Ho iniziato la settimana prima del<br />

Mondiale in Corea dello scorso settembre,<br />

e infatti non è andata benissimo.<br />

Poi, a novembre, c’è stata<br />

la Coppa del mondo ad Amsterdam,<br />

dove sono leggermente migliorata.<br />

Ora manca solo la terza Coppa del<br />

mondo a Budapest (a metà febbraio,<br />

pochi giorni dopo la nostra intervi-<br />

Bebe Vio e i ragazzi del progetto Fly2Tokyo<br />

sta ndr). Nella scherma in carrozzina<br />

quasi tutti competono con due armi<br />

e per le qualificazioni alle Olimpiadi si<br />

considera la media delle posizioni nei<br />

due ranking. Avendo io un punteggio<br />

altissimo nel fioretto, riesco a sfangarla<br />

anche con la sciabola. Per me questa<br />

è una dimensione completamente<br />

nuova, non si tratta di perfezionarmi<br />

come nella mia specialità ma di imparare<br />

da zero: cambiano, per esempio,<br />

la distanza con l’avversario e i punti in<br />

cui toccarlo. Nella sciabola valgono<br />

tutte le zone del busto. Infatti, nella<br />

prima gara, ho preso talmente tante<br />

zaccagnate in testa che alla fine ho<br />

dovuto buttar giù sette antidolorifici.<br />

Sei già andata più volte nella capitale<br />

giapponese. Spedizioni per studiare<br />

il nemico?<br />

Sono stata cinque volte per i progetti<br />

degli sponsor. Toyota è quello principale<br />

di Tokyo <strong>2020</strong>, poi sono stata<br />

ingaggiata dall’operatore di telefonia<br />

mobile Docomo. Con loro abbiamo<br />

portato avanti un lavoro di sensibilizzazione:<br />

nella cultura giapponese c’è<br />

la convinzione che, se nasci disabile,<br />

è perché ti sei comportato male in una<br />

vita precedente. Persistono un sacco<br />

di pregiudizi e i ragazzi con disabilità<br />

frequentano scuole riservate. Abbiamo<br />

realizzato le prime pubblicità e già<br />

vedere me come testimonial di un’azienda<br />

è rivoluzionario in quel Paese.<br />

Poi lavoriamo a campagne ed eventi<br />

per promuovere la cultura paralimpica:<br />

i primi risultati tangibili sono i biglietti<br />

sold out per le Paralimpiadi.<br />

In cosa consiste il progetto Fly2Tokyo<br />

ideato dalla tua associazione, Art-<br />

4sport?<br />

Art4sport è stata fondata nel 2009<br />

dai miei genitori per fornire a bambini<br />

e ragazzi amputati tutto il necessario<br />

per praticare sport: stampelle, protesi<br />

speciali, carrozzine. Al momento<br />

ne fanno parte 35 persone che vanno<br />

dai tre ai 30 anni. Ci alleniamo sparsi in<br />

tutta Italia e, periodicamente, facciamo<br />

dei ritiri insieme. Fly2Tokyo è un’iniziativa<br />

che vede dieci atleti dell’as-<br />

38


Bebe Vio con i genitori<br />

sociazione, compresa me, provare a<br />

qualificarsi per le Olimpiadi.<br />

Abbiamo a disposizione un team di<br />

professionisti – nutrizionista, preparatore,<br />

fisioterapista – che ci segue<br />

nel nostro percorso. A ogni modo, il<br />

fine è anche quello di far conoscere<br />

le storie di altri sportivi come noi. Abbiamo<br />

stretto una collaborazione con<br />

RaiPlay per creare un format televisivo.<br />

Al Comitato italiano paralimpico<br />

arrivano un sacco di richieste da parte<br />

di media e aziende per me e per Alex<br />

Zanardi, ma non esistiamo solo noi.<br />

Molti mi dicono: «Eh, ma tu ce l’hai<br />

fatta». All’inizio, fisicamente non c’era<br />

molto, se non le protesi. E non avevo<br />

mai raggiunto grandi risultati. Ho<br />

avuto la fortuna di incontrare persone<br />

che hanno creduto in me. Quindi il mio<br />

scopo, adesso, è supportare i giovani<br />

di Art4Sport per aiutarli a realizzare i<br />

loro sogni che, magari, non coincidono<br />

con le Olimpiadi, ma consistono<br />

semplicemente nel tornare in campo<br />

o nel cambiarsi nello spogliatoio insieme<br />

a tutti gli altri.<br />

<strong>La</strong> 32esima edizione dei Giochi Olimpici<br />

sarà la più sostenibile di sempre.<br />

Tu nel quotidiano sei attenta all’ambiente?<br />

Io, in realtà, sono di plastica (ride, ndr).<br />

Nel mio piccolo, però, faccio la differenziata,<br />

uso la borraccia, non butto<br />

niente a terra. Ho visto le foto del<br />

villaggio olimpico, è tutto in legno.<br />

Gli elementi per costruirlo sono stati<br />

regalati da alcune municipalità giapponesi.<br />

Una volta smantellata la struttura,<br />

verranno restituiti ai donatori per<br />

realizzare nuove opere. I letti degli<br />

alloggi saranno di cartone: immagino<br />

già la scena del mio preparatore atletico,<br />

enorme, che si sdraia e smonta<br />

tutto.<br />

Come concili l’università con la<br />

scherma? Bello saltare le lezioni con<br />

la scusa delle Olimpiadi…<br />

Al di là delle giustificazioni che sicuramente<br />

non sono banali, è un po’ un<br />

casino. Cerco di limitare le assenze<br />

al periodo delle gare. Però ho la fortuna<br />

di fare due cose che mi piaccio-<br />

39


INCONTRO<br />

«Prima erano un tabù anche le parole,<br />

i bambini avevano paura dei disabili,<br />

della carrozzina e degli arti artificiali.<br />

Oggi invece vengono da me, mi danno<br />

la mano e me la tirano via»<br />

no: praticare sport e studiare. Sono<br />

iscritta al corso di laurea in Comunicazione<br />

e Relazioni internazionali alla<br />

John Cabot University di Roma.<br />

Come mai hai scelto di trasferirti<br />

nella Capitale?<br />

In realtà all’inizio propendevo per<br />

Milano ma, conoscendomi, sarei andata<br />

solo alle feste. Tra l’altro io vivo<br />

in tuta e non mi trucco, mi avrebbero<br />

guardata troppo male. A parte questo,<br />

sono un’atleta delle Fiamme Oro<br />

e qui ho la fortuna di potermi esercitare<br />

tutti i giorni in caserma. Ero venuta<br />

anche per un allenatore che poi,<br />

però, ha accettato un’offerta di lavoro<br />

in America. Dopo il Mondiale in Corea<br />

ho cambiato tutto il team: allenatore,<br />

preparatore atletico e fisioterapista. E<br />

così, a ridosso di Tokyo, è stato abbastanza<br />

traumatico. Ma ho trovato<br />

una squadra fantastica, a parte il fisioterapista<br />

che lavorava per la <strong>La</strong>zio<br />

mentre io tifo per la Roma. Il mio nuovo<br />

giovanissimo coach, Simone Mazzoni,<br />

ha capito il mio modo di tirare,<br />

molto diverso dall’ordinario: di solito<br />

si usa il polso, che io non ho. Simone<br />

mi ha raccontato che qualche sera fa<br />

era con la fidanzata e, all’improvviso,<br />

ha iniziato ad agitare il braccio in<br />

modo strano. Lei gli ha chiesto cosa<br />

stesse combinando e lui ha risposto:<br />

«Devo ragionare su alcuni movimenti<br />

per Bebe». Infine, c’è il preparatore<br />

che viene dal rugby, anche lui fantastico.<br />

Io mi sono sempre dedicata<br />

allo sport, ma loro mi stanno trasformando<br />

in un’atleta al 100%. Ne sono<br />

felice, qualsiasi risultato otterremo.<br />

Tu hai fatto della tua disabilità un<br />

punto di forza, ma molti la vivono<br />

come un ostacolo. Che cosa serve,<br />

secondo te, per rendere effettiva<br />

l’inclusione?<br />

<strong>La</strong> mentalità sta cambiando, sia nella<br />

società sia tra le persone con disabilità.<br />

Prima veniva nascosta, anche<br />

dalle stesse famiglie, e compatita.<br />

Se guardo alla mia storia, è stata realizzata<br />

una Barbie con le mie fattezze,<br />

sono stata stata inserita nel libro<br />

Storie della buonanotte per bambine<br />

ribelli 2 (Mondadori, 2018) di Elena Favilli<br />

e Francesca Cavallo, sono finita<br />

sulla copertina di un sussidiario scolastico<br />

dove, tra le pagine, si trovano i<br />

termini protesi e amputazione. Prima<br />

erano un tabù anche le parole, i bambini<br />

avevano paura dei disabili, della<br />

carrozzina e degli arti artificiali. Oggi<br />

invece vengono da me, mi danno la<br />

mano e me la tirano via. Addirittura<br />

40


© Mattel 2019<br />

il fratellino del mio migliore amico<br />

fa gli scherzi ai turisti: molla le mie<br />

braccia sui loro tavoli e poi scappa<br />

via.<br />

In un’altra intervista alla <strong>Freccia</strong> hai<br />

detto che sei sempre felice, ma t’infuri<br />

pure facilmente. Cosa c’è nella<br />

tua classifica della gioia e in quella<br />

della rabbia?<br />

Nella prima ci sono la famiglia, lo<br />

sport e il fatto di vedere qualcuno<br />

felice. Mentre mi fanno incavolare<br />

le persone che provano pietà per<br />

qualcuno e dicono «poverino», e non<br />

solo in riferimento a una persona con<br />

disabilità. Poi mi manda fuori di testa<br />

chi non s’impegna. Per esempio, mia<br />

sorella sarebbe brava in qualsiasi<br />

sport, ma non ha voglia di applicarsi.<br />

Hai scritto libri, hai condotto un programma<br />

televisivo, sei testimonial<br />

per aziende e campagne pubblicitarie,<br />

hai una rubrica su una rivista.<br />

Ti manca solo una spedizione nello<br />

Spazio con il fioretto…<br />

Però con Alitalia e l’astronauta Luca<br />

Parmitano ho guidato un aereo! In realtà<br />

vorrei laurearmi e fare un master<br />

a New York. Nel frattempo, una volta<br />

finite le Olimpiadi, mi piacerebbe<br />

iniziare acroyoga e vorrei frequentare<br />

un corso da sommelier, visto che ora<br />

il mio staff atletico non mi fa toccare<br />

l’alcol.<br />

BeatriceVioOfficialPage<br />

VioBebe<br />

bebe_vio<br />

BARBIE<br />

INCLUSION<br />

Una bambola senza capelli,<br />

una con la vitiligine, un’altra<br />

dall’incarnato più scuro<br />

e con una protesi dorata.<br />

Sono le nuove arrivate della<br />

linea Fashionistas di Barbie,<br />

dedicata alla diversità e<br />

all’inclusione. Nell’ottica di<br />

lanciare messaggi positivi<br />

e sociali, il brand Mattel ha<br />

introdotto oltre 170 nuovi<br />

look che sono sempre di<br />

più il riflesso del mondo.<br />

Con l’obiettivo di educare,<br />

giocando, alle molteplici<br />

sfaccettature della società,<br />

senza pregiudizi e barriere.<br />

C.M.<br />

barbie.com<br />

41


ACCESSIBILITÀ<br />

UNA FIABA PER TUTTI<br />

ABBATTERE LE BARRIERE E PROGETTARE CITTÀ ACCESSIBILI<br />

IN NOME DELLA TOTAL QUALITY. QUESTI GLI OBIETTIVI DELLA<br />

ONLUS FONDATA E PRESIEDUTA DA GIUSEPPE TRIESTE<br />

di Cristiana Meo Bizzari - c.meobizzari@fsitaliane.it<br />

© Jérôme Rommé/marcociannarel/AdobeStock<br />

L’<br />

obiettivo è ambizioso, forse<br />

utopistico, ma legittimo<br />

e ammirevole: abbattere<br />

ogni barriera, architettonica, sensoriale<br />

e, soprattutto, culturale. Perseguirlo<br />

è la missione di Fiaba, onlus<br />

fondata nel 2000 da Giuseppe<br />

Trieste, atleta paralimpico, Grande<br />

ufficiale al Merito della Repubblica,<br />

tenace tessitore di rapporti con<br />

istituzioni e aziende, nonché instancabile<br />

ideatore di progetti e iniziative,<br />

tra le quali spicca il Fiaba Day.<br />

Una Giornata nazionale per l’abbattimento<br />

delle barriere architettoniche,<br />

istituita nel 2003 con una<br />

direttiva del presidente del Consiglio<br />

dei ministri, che si tiene a Roma<br />

ogni prima domenica di ottobre, in<br />

piazza Colonna.<br />

In un mondo globalizzato, dove civiltà<br />

e sviluppo sono legati al superamento<br />

di ogni frontiera fisica,<br />

per qualcuno ancora troppe attività<br />

quotidiane possono trasformarsi<br />

in un’impresa complessa. Quella<br />

che combattete è una missione impossibile?<br />

No, è una battaglia di civiltà. Perché<br />

bastano una caviglia ingessata,<br />

42


uno stato di avanzata gravidanza,<br />

un passeggino con un neonato da<br />

spingere, un affaticamento o un<br />

rallentamento nei movimenti causati<br />

dall’età, una marcata differenza<br />

fisica o una temporanea malattia<br />

e il superamento delle barriere architettoniche<br />

diventa una necessità<br />

per chiunque e non solo, come comunemente<br />

si ritiene, per le persone<br />

con disabilità.<br />

Nel servizio di copertina abbiamo<br />

incontrato Bebe Vio, che la battaglia<br />

per l’inclusione l’ha già vinta.<br />

Ma, per essere davvero indipendenti,<br />

occorre che tutti possano<br />

muoversi liberamente al di là delle<br />

condizioni fisiche, sensoriali e intellettive.<br />

Voi parlate di Total Quality…<br />

Sì, è un concetto ampio di qualità<br />

totale che abbraccia tutti gli ambiti<br />

e si connota con un’adeguata vivibilità<br />

per tutti, senza nessuna distinzione.<br />

Ecco, a chiunque deve essere<br />

consentito di vivere l’ambiente in<br />

modo confortevole e sicuro. Quando<br />

non è così occorre che ognuno<br />

denunci le situazioni di difficoltà,<br />

mentre spetta agli amministratori<br />

svolgere un’opera di prevenzione.<br />

Soprattutto perché ciascuno di noi,<br />

nel corso della propria esistenza,<br />

potrebbe trovarsi a sperimentare<br />

una condizione di ridotta mobilità.<br />

Quindi abbiamo bisogno di un cambiamento<br />

culturale, una nuova forma<br />

di welfare che non si limiti a rispondere<br />

alle singole disabilità ma<br />

alla varietà di condizioni oggettive e<br />

soggettive, ponendo al primo posto<br />

la qualità della vita per tutti.<br />

Quali sono i tratti distintivi di una<br />

città davvero vivibile?<br />

L’accessibilità prima di tutto, perché<br />

garantisce un alto grado di qualità<br />

della vita. Fruibilità e accessibilità<br />

devono diventare termini propri del<br />

linguaggio di ogni opera pubblica e<br />

privata che si vuole realizzare, secondo<br />

i principi della Total Quality e<br />

dell’Universal Design, la progettazione<br />

per tutti teorizzata negli anni<br />

’70 dall’architetto americano Ronald<br />

L. Mace. Il criterio su cui si fonda è<br />

che bisogna progettare edifici, ambienti<br />

e prodotti senza bisogno di<br />

adattamenti speciali.<br />

I centri urbani in Italia a che punto<br />

sono?<br />

Non è facile spostarsi al loro interno,<br />

soprattutto per le persone a ridotta<br />

mobilità. È l’ambiente a creare<br />

gli ostacoli e spesso impedisce di<br />

raggiungere un edificio, di entrarvi<br />

agevolmente e di poter fruire degli<br />

spazi e delle attrezzature in condizioni<br />

di sicurezza e autonomia.<br />

Come si concretizza l’impegno di<br />

Fiaba a favore della Total Quality?<br />

Attraverso il dialogo continuo e il<br />

confronto partecipato tra istituzioni,<br />

progettisti, specialisti e utenti:<br />

un nuovo metodo di lavoro basato<br />

sull’osservazione e lo studio delle<br />

situazioni reali, l’ascolto reciproco,<br />

la discussione. Siamo presenti sul<br />

territorio nazionale con una rete di<br />

oltre 450 sottoscrittori di un protocollo<br />

di intesa: presidenza del Consiglio<br />

dei ministri, ministeri, Regioni,<br />

Province, Comuni, istituti di cultura,<br />

enti, associazioni, università, ordini<br />

professionali. Abbiamo promosso<br />

l’istituzione delle cabine di regia<br />

Fiaba onlus per la Total Quality, presenti<br />

in numerose località italiane. E<br />

la figura del Total Quality Manager,<br />

tecnico esperto di qualità totale in<br />

grado di interpretare il corretto management<br />

presso gli enti pubblici<br />

e privati e progettare quello che ci<br />

circonda, senza che nessuno incontri<br />

difficoltà.<br />

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con Giuseppe Trieste, atleta paralimpico<br />

e fondatore di Fiaba Onlus<br />

© Quirinale<br />

43


ACCESSIBILITÀ<br />

Ciascuno ha il dovere di segnalare<br />

situazioni difficili, ma è la normativa<br />

a giocare un ruolo fondamentale…<br />

Sì, anche se le leggi vigenti (41/1986<br />

Pepa - Piani eliminazione barriere architettoniche,<br />

13/1989 Disposizioni<br />

per favorire il superamento e l’eliminazione<br />

delle barriere architettoniche<br />

negli edifici privati, 104/1992 Diritti<br />

delle persone con disabilità, ndr), sicuramente<br />

innovative nei contenuti,<br />

sono rimaste quasi totalmente inapplicate.<br />

Questo perché non è stata<br />

promossa un’adeguata cultura in merito<br />

ed è stato sbagliato l’approccio<br />

comunicativo. Così queste leggi sono<br />

state viste dal 95% della popolazione<br />

come dedicate esclusivamente alle<br />

persone con disabilità, mentre appare<br />

chiara l’esigenza di pensare alla<br />

persona in quanto tale. Ce lo dicono<br />

anche i numeri: in Italia si stima che<br />

le persone con disabilità siano circa<br />

4,3 milioni, pari al 7,2% della popolazione,<br />

e raggiungeranno i 6,7 milioni<br />

nel 2040, gli over 65 sono 13,8 milioni<br />

e gli ultracentenari oltre 14mila (dati<br />

Istat, ndr). Il concetto di diversity, visto<br />

in positivo, ci deve far prendere coscienza<br />

che tutti abbiamo necessità,<br />

durante l’arco della vita, di ambienti<br />

adeguatamente accessibili.<br />

<strong>La</strong> diversità dovrebbe essere valorizzata<br />

in tutti i contesti. In quello<br />

aziendale si parla spesso di diversity<br />

management. In cosa consiste?<br />

È un concetto che ha avuto origine<br />

negli Stati Uniti già a partire dagli anni<br />

’80, per poi diffondersi nel resto del<br />

mondo, mentre in Italia ha iniziato ad<br />

affermarsi solo di recente. Alla base<br />

c’è l’idea che siano le persone le risorse<br />

fondamentali per raggiungere i migliori<br />

risultati in termini di innovazione,<br />

competitività e immagine. All’interno<br />

di varie realtà sono state dunque<br />

adottate una serie di pratiche e politiche<br />

volte a valorizzare la diversità in<br />

ambito lavorativo.<br />

L’applicazione dei principi della Total<br />

Quality potrebbe quindi influire in<br />

maniera positiva sul sistema Paese?<br />

Sicuramente, basti pensare al turismo<br />

e alla mobilità. Il primo è uno dei motori<br />

trainanti per l’economia italiana:<br />

nel 2018, secondo l'Istat, si è registrato<br />

il record storico di 429 milioni di presenze<br />

e il nostro Paese può aspirare<br />

a migliorare ancora in termini di competitività.<br />

Condizione essenziale è<br />

proprio l’adeguamento delle strutture<br />

ricettive, secondo una prospettiva<br />

inclusiva che preveda il superamento<br />

di soluzioni separate e discriminanti,<br />

il cosiddetto turismo accessibile o<br />

turismo per tutti. <strong>La</strong> mobilità accessibile,<br />

poi, costituisce una condizione<br />

imprescindibile di inclusione. Ogni<br />

giorno, in Italia, circa 15 milioni di persone<br />

attraversano le città utilizzando i<br />

mezzi pubblici (fonte Asstra, ndr) ed è<br />

importante che siano fruibili in autonomia<br />

da tutti. <strong>La</strong> valorizzazione della<br />

diversità in tutte le sue forme deve<br />

diventare una priorità e la formazione<br />

è la chiave per sviluppare consapevolezza<br />

sul tema, per questo Fiaba<br />

tiene corsi dedicati. <strong>La</strong> onlus partecipa<br />

anche a tavoli tecnici e collabora<br />

attivamente con varie aziende, tra cui<br />

le Ferrovie dello Stato Italiane, che<br />

dimostrano sempre maggiore attenzione<br />

affinché tutti i passeggeri possano<br />

godere di una qualità percepita<br />

adeguata ai loro bisogni. Lo dimostra<br />

il riconoscimento della Comunità europea<br />

che ha nominato Ambasciatore<br />

per la diversità l’amministratore delegato<br />

Gianfranco Battisti.<br />

fiaba.org<br />

FIABAOnlus<br />

Un momento del Fiaba Day<br />

44


ACCESSIBILITÀ<br />

Danilo Ragona e Luca Paiardi a Bali<br />

LIBERTÀ SENZA LIMITI<br />

A TU PER TU CON DANILO RAGONA DI VIAGGIO ITALIA, IL<br />

PROGETTO REALIZZATO CON LUCA PAIARDI CHE DIMOSTRA COME,<br />

NONOSTANTE LA DISABILITÀ, NULLA SIA IMPOSSIBILE<br />

di Gaspare Baglio gasparebaglio<br />

Photo Gabriele Bertotti<br />

Due vite unite da un momento<br />

duro quelle di Danilo<br />

Ragona e Luca Paiardi:<br />

un incidente e la perdita dell’uso delle<br />

gambe. <strong>La</strong> loro amicizia nasce 20<br />

anni fa nei corridoi dell’Unità spinale<br />

del Cto di Torino. In quell’incontro<br />

viene piantato il primo seme di Viaggio<br />

Italia, progetto teso a dimostrare<br />

che vivere bene con la disabilità è<br />

possibile, così come lo è muoversi,<br />

scoprire luoghi nuovi, farsi inondare<br />

dalle emozioni. <strong>La</strong> loro storia è testimoniata<br />

online sul sito dell’iniziativa,<br />

che approfondisce le avventure del<br />

duo e ha una sezione dedicata a chi<br />

desidera avere informazioni e dritte<br />

su itinerari, percorsi e organizzazione<br />

del viaggio. Ne parliamo con Danilo.<br />

Come, quando e perché è nato Viaggio<br />

Italia?<br />

Mangiando un panino, al termine<br />

delle prove di un nostro spettacolo di<br />

danza contemporanea, realizzato per<br />

il Festival di Dresda in Germania. Ci<br />

siamo detti: «Perché non raccontiamo<br />

i nostri viaggi a chi pensa che non<br />

sia più possibile vivere esperienze in<br />

giro per il mondo?». Così, nel 2015,<br />

nasce il nostro primo itinerario documentato<br />

tra Piemonte, Liguria e Valle<br />

d’Aosta. Vista l’esperienza molto positiva<br />

abbiamo dato vita a un progetto<br />

più complesso, dimostrando che<br />

vivere, e non sopravvivere, con una<br />

disabilità si può: chiunque ha diritto<br />

di viaggiare, lavorare, fare sport, innamorarsi<br />

di luoghi e persone, conoscere,<br />

incontrare e aiutare gli altri.<br />

Cosa avete imparato, in questi anni,<br />

sui vostri limiti e sull’approccio per<br />

affrontarli?<br />

Che la ricerca, la scoperta e la condivisione<br />

dei limiti ci permettono, prima di<br />

tutto, di crescere come esseri umani.<br />

46


Rio de Janeiro<br />

E ci aiutano a essere più consapevoli<br />

delle nostre nuove possibilità.<br />

Una realtà italiana veramente accessibile<br />

che vi ha colpiti?<br />

Il Mart, Museo di arte moderna e<br />

contemporanea di Trento e Rovereto,<br />

è l’esempio di un luogo dove si<br />

può fruire la cultura in piena libertà<br />

e autonomia. Mentre all’estero siamo<br />

stati, proprio quest’anno, a Singapore,<br />

definita la città più accessibile al<br />

mondo.<br />

Dal 2015 avete visto cambiamenti e<br />

progressi sul fronte degli operatori<br />

turistici?<br />

Alcuni di loro interpretano le persone<br />

diversamente abili come un problema,<br />

trascurando il fatto che molti<br />

sono potenziali viaggiatori e che, nel<br />

mondo, ce ne sono più di un miliardo.<br />

Condividono la vita con amici, familiari,<br />

figli: parliamo di oltre due miliardi<br />

di persone che richiedono attenzioni<br />

differenti. Basterebbe attrezzarsi in<br />

maniera adeguata per accoglierli e<br />

soddisfarne i bisogni. Coordinandoci<br />

con associazioni e aziende abbiamo<br />

ideato i pacchetti turistici di Viaggio<br />

Italia che, basati sulle nostre esperienze,<br />

danno la possibilità a chiunque<br />

di girare il mondo. In questi anni,<br />

fortunatamente, abbiamo visto un<br />

miglioramento, ma muoversi in città<br />

con bus, tram e taxi purtroppo resta<br />

un problema.<br />

Fate canoa, deltaplano, immersioni,<br />

arrampicate. Siete sempre stati così<br />

sportivi e spericolati<br />

Avendo avuto l’incidente in giovane<br />

età, non abbiamo avuto tempo di<br />

diventare dei normodotati spericolati<br />

(ride, ndr). Diciamo che ci siamo<br />

tirati su le maniche e abbiamo colto,<br />

da una grande disgrazia, un’enorme<br />

opportunità per provare quante più<br />

cose possibili.<br />

<strong>La</strong>vorate anche con aziende per sviluppare<br />

prodotti e servizi innovativi<br />

finalizzati a migliorare la quotidianità<br />

delle persone con disabilità.<br />

<strong>La</strong>dakh, India<br />

Qualche esempio?<br />

Con la nostra associazione, B-free,<br />

supportiamo spesso i nostri sponsor<br />

per promuovere e migliorare prodotti<br />

e servizi, affinché più persone possano<br />

beneficiarne. Un esempio è stato<br />

il progetto MateraMare: siamo stati<br />

chiamati a supporto di un tavolo di<br />

lavoro, condiviso con altri professionisti<br />

con disabilità, per mappare<br />

il territorio della Basilicata e migliorarne<br />

l’accessibilità. Una grandissima<br />

soddisfazione.<br />

Valentina Tomirotti, blogger sulla<br />

sedia a rotelle, ha detto alla <strong>Freccia</strong><br />

di aver lanciato un crowdfunding<br />

per acquistare un'automobile adatta<br />

a lei, che costa 60mila euro. Un<br />

altro tema è l’accessibilità economica<br />

della tecnologia e degli ausili per<br />

disabili.<br />

Questa è una lotta ulteriore. Abbiamo<br />

avviato un progetto che prevede il<br />

recupero di carrozzine dismesse e, in<br />

collaborazione con molte aziende, si<br />

è posto l’obiettivo di dare vita a prodotti<br />

rigenerati, personalizzati e per<br />

tutte le tasche.<br />

Fate anche visita alle Unità spinali<br />

degli ospedali.<br />

Sì, per portare il messaggio che oggi<br />

la vita in autonomia è possibile. E non<br />

47


ACCESSIBILITÀ<br />

Himalaya, India<br />

mancano occasioni di confronto con<br />

amministrazioni comunali e regionali,<br />

con privati, bambini e ragazzi delle<br />

scuole. Sono ancora tante le cose<br />

da fare per rendere più accessibili<br />

istituti, musei, centri sportivi, sentieri,<br />

spiagge, e per imparare ad accogliere<br />

e accettare la disabilità.<br />

Prossimi viaggi?<br />

A gennaio 2021 ci siamo dati un grande<br />

obiettivo: fare il giro del mondo in<br />

quattro mesi. Con tappe in 60 città,<br />

donando una carrozzina ricondizionata<br />

con i colori che rappresentano<br />

ogni Paese che ci ospiterà. Vogliamo<br />

promuovere l’economia circolare e<br />

sociale e aiutare più persone possibili,<br />

anche in nazioni povere, con<br />

problemi di mobilità. Attiveremo una<br />

campagna di crowdfunding per coinvolgere<br />

e sensibilizzare tutti. Verranno<br />

presi accordi con amministrazioni<br />

locali, perché le città possano diventare<br />

più accessibili e inclusive nel<br />

corso di qualche anno. Singapore ha<br />

fatto la scelta di diventare accessibile<br />

al 100% entro la fine del <strong>2020</strong>. Noi<br />

portiamo questi valori in giro per il<br />

globo: sosteneteci, vi divertirete anche<br />

voi.<br />

viaggioitalia.org | b-free.it<br />

viaggio.italia viaggioitalia2017<br />

Bali<br />

48


IN VIAGGIO CON<br />

ANIMA NOMADE<br />

IL TEATRO È FATTO DI SORPRESE, COME IL VIAGGIO.<br />

IN TRENO CON SERRA YILMAZ, CHE FINO AD APRILE INTERPRETA CON<br />

SUCCESSO SANCHO PANZA NEL DON CHISCIOTTE DI ALESSIO BONI<br />

di Andrea Radic<br />

Andrea_Radic<br />

Serra Yilmaz è Sancho Panza nel<br />

Don Chisciotte di Alessio Boni<br />

50


Sguardo intenso e profondo,<br />

figura minuta, quasi delicata,<br />

dai capelli blu. Borsa in una<br />

mano e valigia nell’altra, Serra Yilmaz,<br />

attrice di teatro e cinema apprezzatissima<br />

da Ferzan Ozpetek, adora viaggiare<br />

in treno. «Così andrei dappertutto»,<br />

dice mentre al binario 3 della<br />

stazione di Salerno siamo in attesa del<br />

<strong>Freccia</strong>rgento che ci porterà a Firenze.<br />

«Arrivo sempre in anticipo, ho l’ansia<br />

da partenza, eppure adoro viaggiare,<br />

basta che mi si proponga: andiamo,<br />

partiamo, di qua o di là non importa,<br />

io sono sempre pronta». Ci sediamo ai<br />

posti 2a e 2b, e confessa: «Ho voglia<br />

di passare una notte a casa tra uno<br />

spettacolo e l’altro. <strong>La</strong> tournée teatrale<br />

è un viaggio permanente per una<br />

durata determinata». Impegnata da<br />

oltre un anno nel Don Chisciotte liberamente<br />

ispirato al romanzo di Miguel<br />

de Cervantes, per la regia di Alessio<br />

Boni con Roberto Aldorasi e Marcello<br />

Prayer, l’attrice di origine turca e fiorentina<br />

d’adozione interpreta Sancho<br />

Panza, mentre lo stesso Boni è il protagonista.<br />

Lo spettacolo, in tour fino<br />

ad aprile tra Milano, Perugia e Roma,<br />

è in attesa anche di una tournée all’estero.<br />

Il viaggio che sensazioni ti accende?<br />

Ho sempre avuto un’anima nomade,<br />

per me viaggio vuol dire scoprire.<br />

Sempre pronta a conoscere nuovi<br />

luoghi, nuove persone, nuovi paesaggi,<br />

un insieme di cose che sono cultura.<br />

Sei curiosa?<br />

Molto, più di tutti i mici curiosi.<br />

Ami viaggiare in treno?<br />

Moltissimo, per me è il mezzo ideale<br />

dell’atto del percorrere, ovvero muoversi<br />

tra i paesaggi che cambiano e<br />

godere di questa sensazione.<br />

Un paesaggio affascinante, quello italiano,<br />

che cambia sempre, persino tra<br />

Firenze e Roma. E poi in treno mi piace<br />

alzarmi, camminare, andare al bar, in<br />

bagno, cose che in macchina non puoi<br />

permetterti. Un beneficio per la mia<br />

schiena, che a volte lancia qualche<br />

piccolo segno di affaticamento.<br />

<strong>La</strong> provincia italiana apprezza molto<br />

il teatro.<br />

Una piacevole scoperta che ho fatto<br />

girando l’Italia è la ricchezza di avere,<br />

in luoghi anche molto piccoli, teatri<br />

molto belli. <strong>La</strong> cultura del teatro, dopo<br />

un periodo in cui ha perduto terreno,<br />

lo sta riacquistando. Con il nostro Don<br />

Chisciotte abbiamo un pubblico presente<br />

e fedele ed è molto piacevole<br />

sapere che la sala sarà piena e che la<br />

gente si sposta per vederti.<br />

Cosa dai e cosa prendi nel rapporto<br />

con il pubblico?<br />

È sempre piacevole confrontarsi con<br />

gli spettatori e, senza nulla togliere<br />

agli adulti, sono sempre gli adolescenti<br />

a fare le domande più interessanti,<br />

perché hanno la vera curiosità di<br />

sapere. Molto bello il rapporto che si<br />

crea quando andiamo nelle scuole, gli<br />

studenti pongono mille domande.<br />

Ti capita di tornare bambina?<br />

Sono sempre bambina, non sono mai<br />

partita dalla mia infanzia, dunque non<br />

ho bisogno di tornarci. Gli attori vogliono<br />

restare bambini e continuare a<br />

giocare.<br />

Durante la tournée si crea spirito di<br />

gruppo con i colleghi?<br />

Sì, esiste questo sentimento, anche<br />

se dal punto di vista organizzativo siamo<br />

indipendenti. Raramente ci capita<br />

di alloggiare tutti nel medesimo luogo,<br />

è successo a Cattolica ed è stato<br />

bello ritrovarsi anche al di fuori del<br />

palcoscenico. Abbiamo poi abitudini<br />

diverse, per esempio Alessio (Boni,<br />

ndr) va a cena dopo lo spettacolo, per<br />

me è troppo tardi mangiare a quell’ora<br />

anche se talvolta ci vado, per stare<br />

in compagnia, ma preferisco un boccone<br />

verso le sette. Durante le date a<br />

L’attrice Serra Yilmaz in <strong>Freccia</strong>rgento con il giornalista Andrea Radic<br />

51


IN VIAGGIO CON<br />

Firenze ho organizzato un paio di cene<br />

a casa, per riunire tutta la compagnia.<br />

<strong>La</strong> Serra Yilmaz che fa della tavola il<br />

luogo della condivisione, come nei<br />

film di Ozpetek.<br />

Mi piace riunire le persone intorno al<br />

cibo, l’atto di cucinare per gli amici mi<br />

appartiene, è generosità. Come a Bologna,<br />

dove alloggiavo a casa di amici<br />

in un luogo unico, una chiesa sconsacrata.<br />

Ho organizzato un brunch per<br />

attori e tecnici la domenica prima dello<br />

spettacolo.<br />

Il teatro è una chiave per comprendere<br />

meglio l’essere umano?<br />

Sì, come lo è l’arte in generale, anche<br />

il cinema. Il teatro fa riflettere, se di<br />

quello che hai visto una sera non porti<br />

nulla a casa con te, è triste.<br />

Vai a teatro come spettatrice?<br />

Non quanto vorrei, ma sono felice<br />

quando ne ho l’occasione.<br />

E al cinema ti guardi?<br />

Non mi interessa molto vedere me<br />

stessa, per me il momentum del cinema<br />

è sul set, quando giriamo. Certo<br />

sono interessata al risultato finale,<br />

ma non a rivedermi, perché tutto è già<br />

successo.<br />

Cosa ha il cinema che il teatro non<br />

possiede e viceversa?<br />

Dal mio punto di vista il cinema prevede<br />

un impegno molto più concentrato,<br />

in due mesi si deve girare il film e<br />

portarlo a termine, si ha la sensazione<br />

di essere in un microcosmo. Il teatro<br />

è recitare ogni sera e, molto spesso,<br />

con qualche piccola novità, sorpresa,<br />

minimi cambi che il pubblico difficilmente<br />

coglierà, ma che sono la mo-<br />

dalità del teatro.<br />

Il tuo stato d’animo influisce sulla recitazione?<br />

Capita di sentirsi stanchi o di vedere i<br />

colleghi mosci, in quei casi ho una reazione<br />

istintiva verso me stessa e tutta<br />

la compagnia. Se dietro le quinte mi<br />

sento debole, il palco, che è un luogo<br />

magico, mi tira su. Sento la responsabilità<br />

verso il pubblico, che non può<br />

andare a casa deluso, e questo ha un<br />

grande effetto su di noi, ci carica di<br />

energia.<br />

E se non è partecipe?<br />

Con Alessio scherziamo sempre, li<br />

chiamiamo «i giapponesi», oppure lui<br />

mi dice «stasera coreani», e io rispondo<br />

«sì, ma del nord». Poi scopri che è<br />

solo timidezza, perché lo scrosciante<br />

applauso finale ti ripaga di tutto.<br />

Qual è il complimento che più ti ha<br />

gratificata?<br />

Una signora che mi ha paragonata ad<br />

Anna Magnani, è stato come vincere<br />

un Oscar.<br />

Quanto ti diverti sul palco?<br />

Un sacco, è un lavoro che faccio con<br />

amore e grande piacere. Ogni sera tra<br />

di noi succedono una quantità di cose,<br />

piccole, impercettibili agli altri, che mi<br />

divertono molto. In una scena devo ordinare<br />

del cibo: l’altra sera per sorprendere<br />

il collega ho cambiato la battuta<br />

e ordinato sarde in saor, invece delle<br />

solite orate. Piccole invenzioni che ti<br />

concedi senza stravolgere nulla.<br />

Sei diretta o diplomatica?<br />

Molto diretta e per questo sono (o non<br />

sono) apprezzata.<br />

Nel recitare ti ispiri alla vita di tutti i<br />

giorni?<br />

Osservo molto, come si comporta la<br />

gente, nel bene e nel male, fa parte<br />

del mio mestiere. Sono una guardona.<br />

Ride, e siamo in arrivo a Firenze.<br />

serrafine<br />

SAVE THE DATE<br />

DON CHISCIOTTE<br />

1>15 MARZO<br />

17>22 MARZO<br />

25>5 APRILE<br />

Teatro Manzoni<br />

Milano<br />

Teatro Morlacchi<br />

Perugia<br />

Teatro Ambra Jovinelli<br />

Roma<br />

52


TRAVEL<br />

© Archivio Cicconi/Getty Images<br />

ROMA<br />

IMMORTALE<br />

LA CITTÀ ETERNA VISTA ATTRAVERSO I FILM DI ALBERTO SORDI E<br />

FEDERICO FELLINI, A 100 ANNI DALLA NASCITA DEI DUE MAESTRI<br />

di Enrico Menduni<br />

Federico Fellini e /and Anita Ekberg durante le riprese di/during the shooting of Boccaccio ’70, Roma Eur (1961)<br />

54


Federico Fellini e Alberto<br />

Sordi sono stati, fra gli artisti<br />

del cinema, coloro che più<br />

hanno contribuito a creare un immaginario<br />

romano, un’idea della Roma<br />

moderna del dopoguerra, che ciascuno<br />

di noi, giungendo oggi in questa<br />

città, riconosce in mille episodi,<br />

paesaggi, luoghi, situazioni.<br />

In qualche modo la Città eterna è<br />

stata un grande fondale dipinto su<br />

cui si è proiettato un unico film, composto<br />

da tanti frammenti di pellicole<br />

di Alberto Sordi e Federico Fellini,<br />

pensate e girate a Roma in parte per<br />

motivi pratici (qui c’è Cinecittà e quasi<br />

tutta l’industria cinematografica e<br />

televisiva italiana), ma soprattutto<br />

per la grande varietà delle persone<br />

che qui si incontravano, per le mille<br />

possibilità di combinazioni che apparivano<br />

credibili in una grande Capitale<br />

come questa, vista dai tanti<br />

piccoli e medi centri di provincia.<br />

Fellini e Sordi, nati entrambi 100 anni<br />

fa, hanno lavorato insieme in molti<br />

film, anche se non in tutti, e comunque<br />

con ruoli diversi, animati da una<br />

sottile dialettica.<br />

Sordi era nato a Roma, si era fatto le<br />

ossa con il teatro, il doppiaggio e la<br />

Alberto Sordi<br />

radio, comparendo in varie pellicole<br />

fino a trovare in Fellini (Lo sceicco<br />

bianco e I vitelloni, tra il 1952 e il<br />

’53) il regista capace di stabilizzare<br />

il suo personaggio e il suo carattere<br />

ironico, disincantato, a volte cinico,<br />

spesso grottesco, completamente<br />

avvolto in una lingua e un’inflessione<br />

romanesca che non avrebbe più<br />

abbandonato.<br />

Fellini era nato a Rimini. Restare in<br />

città o andare via? Era questo il dilemma<br />

di molti giovani, e andare<br />

via significava prendere il treno per<br />

la Capitale: quello che ancora oggi<br />

percorre la linea Adriatica fino a<br />

Falconara e poi si addentra nell’Appennino<br />

(Jesi, Fabriano, Fossato di<br />

Vico, Foligno, Spoleto, Terni, Orte)<br />

per immettersi nella Firenze-Roma.<br />

Anche adesso, purtroppo, con varie<br />

tratte a semplice binario in un paesaggio<br />

che ci stupisce per quanto è<br />

selvaggio.<br />

<strong>La</strong> Roma di Fellini è una Roma ferroviaria,<br />

una città in cui un giovane<br />

speranzoso arriva con quel treno e lui<br />

stesso ce lo racconta in Roma (1972).<br />

Si parla della vecchia stazione Termini,<br />

ma la scena è stata girata nello<br />

scalo di Bologna. <strong>La</strong> nuova Termini,<br />

© Istituto Luce Cinecittà<br />

IMMORTAL<br />

ROME<br />

THE ETERNAL CITY<br />

SEEN THROUGH<br />

THE FILMS OF<br />

ALBERTO SORDI AND<br />

FEDERICO FELLINI,<br />

100 YEARS AFTER<br />

THE BIRTH OF THE<br />

TWO MASTERS<br />

Of all artists of cinema,<br />

Federico Fellini and<br />

Alberto Sordi contributed<br />

most to creating a Roman imagery,<br />

an idea of modern post-war Rome<br />

that each of us visiting this city<br />

today recognises in thousands of<br />

happenings, landscapes, places<br />

and situations.<br />

In some way, the Eternal City served<br />

as a large painted backdrop onto<br />

which a single film was screened,<br />

composed of many fragments<br />

of movies by Alberto Sordi and<br />

Federico Fellini, envisaged and<br />

shot in Rome partly for practical<br />

reasons (Cinecittà was also here,<br />

along with almost the entire Italian<br />

film and television industry) but<br />

above all due to the vast variety<br />

of people who flocked here, the<br />

thousand possible combinations<br />

that appeared credible in a large<br />

Capital such as this, viewed from<br />

the many small and medium towns<br />

throughout the province.<br />

Fellini and Sordi, both born 100<br />

years ago, worked on many (though<br />

not all) of their films together,<br />

covering various roles, animated by<br />

a subtle dialectic.<br />

Born in Rome, Sordi had cut his<br />

teeth in the theatre, voice-overs<br />

and radio, appearing in various<br />

films until finding in Fellini (The<br />

White Sheik and I Vitelloni, from<br />

1952 and 1953) the director able to<br />

steady his character and his ironic,<br />

disenchanted, sometimes cynical,<br />

often grotesque nature completely<br />

55


TRAVEL<br />

Alberto Sordi sul terrazzo della sua villa romana/on the terrace of his Roman villa (1974)<br />

quella attuale, è invece presente in il treno di lusso della soubrette di<br />

uno dei suoi ultimi film, Ginger e Fred successo (Isa Barzizza) e l’accelerato<br />

(1986). Un’altra stazione importante<br />

è quella della località termale di gherata compagnia di rivista di Pep-<br />

con le panche di legno della sgan-<br />

8½ (1963), ricostruita nell’ex rimessa pino De Filippo: destini che si allontanano<br />

come due corse in partenza<br />

del treno reale, ora affidata alle cure<br />

amorevoli di Fondazione FS Italiane, per opposte destinazioni.<br />

all’uscita di Termini.<br />

Usciti dalla stazione, ecco per Fellini<br />

In uno dei primi film di Fellini, Luci del la Roma delle meraviglie: la Fontana<br />

varietà (con Alberto <strong>La</strong>ttuada, 1950), di Trevi con Anita Ekberg e Marcello<br />

sullo stesso marciapiede sostano Mastroianni (lei con stivaloni da pe-<br />

© Reporters Associati & Archivi srl S.U.<br />

sca sotto il vestito lungo, si girava in<br />

pieno inverno), via Veneto ricostruita<br />

a Cinecittà (riconoscibile perché non<br />

è così in salita come la strada originale),<br />

l’Eur metafisico con i suoi bianchi<br />

edifici che sembrano disabitati. I<br />

palazzi dei nobili, le borgate dai muri<br />

gonfi per l’umidità, i locali notturni,<br />

i nuovi quartieri speculativi tirati<br />

su in fretta, il Vaticano e il santuario<br />

del Divino Amore, il mare di Ostia e<br />

di Fregene. Tanti film che in fondo si<br />

compendiano in uno, <strong>La</strong> dolce vita<br />

(1960).<br />

Religione e mondanità, lusso e miseria,<br />

politica e show business: tutto è<br />

visto con l’occhio di chi arriva da fuori:<br />

il giovane borghese di provincia in<br />

cerca di fortuna (Roma), ma anche<br />

la diva del cinema che atterra con<br />

l’aereo, prima a Ciampino e poi finalmente<br />

a Fiumicino, salutata da produttori<br />

e paparazzi accorsi con teglie<br />

di pizza e mazzi di rose (la Ekberg<br />

de <strong>La</strong> dolce vita). Anche i due maturi<br />

ballerini di Ginger e Fred, Giulietta<br />

Masina, moglie di Fellini, e Marcello<br />

Mastroianni, si aggirano in periferia<br />

verso la Magliana con ordinate pile di<br />

sacchi pieni di immondizie (in futuro<br />

ne avremmo viste di più disordinate).<br />

Anziane prostitute battono la Passeggiata<br />

archeologica, tra via di Valle<br />

delle Camene e l’inizio di via delle<br />

Terme di Caracalla, come fa Cabiria<br />

(sempre Giulietta Masina in Le notti di<br />

Cabiria), o trascorrono i giorni di festa<br />

in prati coperti di cartacce, fra gli<br />

scooter e le auto parcheggiate qua<br />

e là. Ma c’è anche Toby Dammit (Terence<br />

Stamp) del '68, l’attore alcolizzato<br />

che appena sbarcato dall’aereo<br />

vuole solo la sua Ferrari, la vettura<br />

che aveva chiesto in cambio della<br />

sua prestazione e che schianterà, insieme<br />

con la sua vita, dopo una folle<br />

corsa per la città e i sobborghi terminata<br />

sul Ponte di Ariccia nei Castelli<br />

romani. Intanto il dottor Antonio, un<br />

maturo Peppino De Filippo ossessionato<br />

dalla pornografia, s’innamora<br />

di un cartellone pubblicitario in cui<br />

Anita Ekberg, sempre lei, magnifica<br />

le virtù salutari del latte nel surreale<br />

paesaggio dell’Eur. Una figura<br />

materna: forse è proprio questo che<br />

manca al giovane che ha lasciato la<br />

famiglia per avventurarsi fra i palazzi<br />

e i ruderi di Roma.<br />

56


expressed in a Romanesque<br />

language and inflection that he<br />

would never again have to abandon.<br />

Fellini was born in Rimini. To stay<br />

in the city or leave? This was the<br />

dilemma of many young people.<br />

Leaving meant catching the train to<br />

the Capital, along the line that still<br />

runs along the Adriatic to Falconara<br />

before heading to the Apennines<br />

(Jesi, Fabriano, Fossato di Vico,<br />

Foligno, Spoleto, Terni, Orte) and<br />

travelling along the Florence-<br />

Rome line. It is still the case today,<br />

unfortunately, with various lines<br />

having a simple track flanked by a<br />

landscape whose wild nature can<br />

still amaze us.<br />

Fellini’s Rome is the Rome of the<br />

railway, a city that a hopeful young<br />

man reaches by train and that he<br />

himself shares with us in Roma<br />

(1972). It talks of the old Termini<br />

station, yet the scene was actually<br />

filmed in Bologna. The new Termini,<br />

the current one, is featured in one of<br />

his last films, Ginger and Fred (1986).<br />

Another important station is that of<br />

the spa resort in 8½ (1963), rebuilt<br />

in the former royal train depot, now<br />

entrusted to the loving care of the<br />

FS Foundation, at the exit of Termini.<br />

On the same platform in one of<br />

Fellini’s first films, The Lights of<br />

Variety (starring Alberto <strong>La</strong>ttuada,<br />

1950) was the luxury train of the<br />

successful showgirl (Isa Barzizza)<br />

and the direct local train with<br />

wooden benches of Peppino De<br />

Filippo’s ramshackle troupe, as<br />

destinies travelling in opposite<br />

directions like two tracks heading<br />

to different destinations.<br />

Once out of the station, here is<br />

Fellini’s Rome of wonders: the Trevi<br />

Fountain with Anita Ekberg and<br />

Marcello Mastroianni (she wearing<br />

fishing boots under her long dress,<br />

as filming was in the middle of<br />

winter), Via Veneto recreated within<br />

Cinecittà (which can be detected<br />

due to not being as uphill as the<br />

original road), the metaphysical Eur<br />

with its white buildings that seem<br />

uninhabited. The palaces of the<br />

noble families, the hamlets with<br />

walls swollen with humidity, the<br />

nightclubs, the new speculative<br />

quarters that rose up rapidly,<br />

the Vatican and the sanctuary of<br />

Divine Love, the sea of Ostia and<br />

of Fregene. So many films, all of<br />

which ultimately come together in<br />

one: <strong>La</strong> Dolce Vita (1960).<br />

Religion and worldliness, luxury<br />

Roma è come un grande fondale dipinto su<br />

cui si è proiettato un unico film, composto<br />

da tanti frammenti di pellicole di Alberto<br />

Sordi e Federico Fellini<br />

Federico Fellini e/and Marcello Mastroianni, Eur Roma (1962)<br />

© Archivio Cicconi/Getty Images<br />

57


TRAVEL<br />

and poverty, politics and show<br />

business, everything is seen<br />

through the eyes of those who come<br />

from outside: the young provincial<br />

bourgeois seeking fortune (Roma),<br />

the cinema diva who comes by<br />

plane, first to Ciampino and then<br />

finally to Fiumicino, greeted by<br />

producers and paparazzi bearing<br />

with trays of pizza and bouquets<br />

of roses (Ekberg in <strong>La</strong> Dolce Vita).<br />

Even the two mature dancers in<br />

Ginger and Fred, Giulietta Masina,<br />

Fellini’s real-life wife, and Marcello<br />

Mastroianni roam the suburbs in the<br />

direction of Magliana with tidy piles<br />

of garbage bags (which we would<br />

later see stacked haphazardly). Old<br />

prostitutes beat the Passeggiata<br />

Archeologica between Via di Valle<br />

delle Camene and the beginning<br />

of Via delle Terme di Caracalla,<br />

as does Cabiria (Giulietta Masina<br />

once again in Nights of Cabiria), or<br />

spending holidays on litter-covered<br />

lawns peppered with arbitrarilyparked<br />

scooters and cars. Then<br />

there is Toby Dammit (Terence<br />

Stamp), the alcoholic actor who,<br />

immediately upon disembarking<br />

from the plane, calls for his Ferrari,<br />

a vehicle he requested in exchange<br />

for his performance, that he would<br />

soon destroy, along with his life,<br />

following a crazy race through<br />

the city and suburbs, ending<br />

on the Ponte di Ariccia in the<br />

Castelli Romani (Roman Castles).<br />

Meanwhile, Dr Antonio, played by<br />

a mature Peppino De Filippo, being<br />

obsessed with pornography, falls in<br />

love with a billboard featuring Anita<br />

Ekberg (her again!), magnifying<br />

the healthy benefits of milk in<br />

the surreal landscape of the Eur<br />

district. A maternal figure: perhaps<br />

this is what is missing from the life<br />

of the young man who left his family<br />

to venture amongst the palazzi and<br />

ruins of Rome.<br />

ROMA<br />

207 FRECCE AL GIORNO/A DAY<br />

© Archivio Cicconi/Getty Images<br />

Federico Fellini al Circo Orfei di Roma/at the Orfei Circus in Rome (1959)<br />

58


© Archivio storico Luce/Reporters Associati & Archivi Srl<br />

<strong>La</strong> villa di Alberto Sordi vista dall’esterno/Alberto Sordi's villa seen from the outside (1959)<br />

100 ANNI DI FELLINI E SORDI<br />

Nel <strong>2020</strong> si festeggiano i 100 anni dalla nascita di due tra i migliori Maestri del cinema, Federico Fellini e Alberto Sordi. Tante sono le<br />

iniziative culturali a loro dedicate.<br />

Nella Capitale, inaugura il 7 marzo e va avanti fino al 29 giugno Il Centenario. Alberto Sordi 1920-<strong>2020</strong> nella villa romana dell’attore.<br />

L’esposizione si snoda tra le stanze della residenza in piazzale Numa Pompilio, immersa nel verde di Caracalla e aperta al pubblico<br />

per la prima volta, per ricordare il grande artista romano attraverso documenti inediti, oggetti, abiti, fotografie, video e curiosità. Il<br />

Teatro dei Dioscuri al Quirinale ospita inoltre una seconda sezione con un importante focus su Storia di un italiano, il programma tv<br />

degli anni ‘70 a cui l’attore era affezionato.<br />

Non poteva che partire da Rimini, invece, l’iniziativa Fellini 100, genio immortale. <strong>La</strong> mostra, fino al 13 aprile presso Castel Sismondo,<br />

nella città che ha dato i natali e tanto ha segnato l’arte del regista. A raccontarne la vita contribuiscono disegni, costumi, manoscritti<br />

e fotografie storiche.<br />

mostrafellini100.it<br />

100 YEARS OF FELLINI AND SORDI<br />

<strong>2020</strong> marks 100 years since the birth of two of the greatest creative minds in film history: Federico Fellini and Alberto Sordi. Many<br />

cultural initiatives dedicated to them have been planned throughout the year to mark the occasion.<br />

Being inaugurated on 7 March and running until 29 June in the Capital is The Centenary. Alberto Sordi 1920-<strong>2020</strong> within the actor’s<br />

Roman villa. The exhibition winds through the rooms of his residence in Piazzale Numa Pompilio, immersed in the greenery of<br />

Caracalla and opened to the public for the first time, as a reminder of the great Roman artist viewed through unpublished works,<br />

clothing, photographs, videos and other artefacts. The Teatro dei Dioscuri at the Quirinale will also host a second component with a<br />

significant focus on Storia di un Italiano, the TV programme from the 1970s of which the actor was very fond.<br />

Only in Rimini, rather, could the initiative Fellini 100, immortal genius. The exhibition be held, running until 13 April at the Castel<br />

Sismondo, in the city of birth and which greatly configured the director’s art. Drawings, costumes, manuscripts and historical<br />

photographs contribute to recounting the story of his life.<br />

59


TRAVEL<br />

SICILIA, TERRA DI<br />

CINEMA<br />

DAL BAROCCO DI SCICLI, SET DEL<br />

COMMISSARIO MONTALBANO, AGLI SCENARI<br />

INCANTATI DELLE EOLIE RACCONTATI DA<br />

REGISTI COME ROSSELLINI, ANTONIONI,<br />

TROISI E MORETTI<br />

di Elisabetta Reale<br />

<strong>La</strong> spiaggia di Punta Secca, illuminata<br />

nelle notti più buie<br />

dai lampi del faro. <strong>La</strong> maestosità<br />

del Castello di Donnafugata, il<br />

Barocco di Scicli. E poi colline ondulate<br />

dove la vegetazione è interrotta<br />

da muretti a secco attorniati da poche<br />

case simili a sentinelle che scrutano i<br />

viandanti. Eccoli i luoghi del commissario<br />

Montalbano (a cui l’attore Luca<br />

Zingaretti dà corpo e voce), nato dalla<br />

penna di Andrea Camilleri, trasportato<br />

sullo schermo dallo sguardo generoso<br />

e immaginifi co del regista Alberto<br />

Sironi. Lunedì 9 e 16 marzo su Rai1<br />

vanno in onda i nuovi episodi (produzione<br />

Palomar, con la partecipazione<br />

di Rai Fiction) girati la scorsa estate, i<br />

primi dopo la scomparsa di Camilleri<br />

e Sironi.<br />

© Duccio Giordano<br />

60


SICILY, LAND OF<br />

CINEMA<br />

FROM THE BAROQUE OF SCICLI,<br />

SET OF INSPECTOR MONTALBANO,<br />

TO THE ENCHANTED SCENERY OF THE<br />

AEOLIAN NARRATED BY DIRECTORS SUCH<br />

AS ROSSELLINI, ANTONIONI,<br />

TROISI AND MORETTI<br />

LThe Punta Secca beach,<br />

illuminated in the dark of night<br />

by the lamps of the lighthouse.<br />

The majesty of the Castle Donnafugata,<br />

the Baroque of Scicli. Then there are<br />

the rolling hills where the vegetation is<br />

sectioned by dry stone walls surrounded<br />

by a few sentinel houses that watch over<br />

the wayfarers. Here are the locations<br />

of Inspector Montalbano (to whom<br />

actor Luca Zingaretti gives body and<br />

voice), born from Andrea Camilleri’s<br />

pen and transformed on the screen<br />

through the generous and imaginative<br />

gaze of the director Alberto Sironi. On<br />

Monday, 9 and 16 March on Rai1 come<br />

the new episodes (a Palomar production<br />

together with Rai Fiction) shot last<br />

summer, the first episodes following the<br />

deaths of Camilleri and Sironi.<br />

Luca Zingaretti, protagonista della serie tv Il commissario Montalbano/protagonist of the TV series Inspector Montalbano<br />

61


TRAVEL<br />

© Di Meo/Ansa<br />

<strong>La</strong> Palermo di Ficarra e Picone/Ficarra and Picone's Palermo<br />

A proseguire il lavoro è stato lo stesso<br />

Luca Zingaretti, al debutto come regista<br />

di una serie televisiva. Drammaticità<br />

e leggerezza tipiche dei migliori<br />

racconti di Camilleri s’intrecciano in<br />

Salvo amato, Livia mia – l'episodio<br />

tratto da due racconti del grande<br />

scrittore siciliano (Salvo amato…Livia<br />

mia e Il vecchio ladro editi da Sellerio)<br />

e presentato in anteprima al cinema il<br />

24, 25 e 26 febbraio – e in <strong>La</strong> rete di<br />

protezione, trasposizione dell’omonimo<br />

romanzo scritto dall’autore siciliano.<br />

Le location sono sempre le stesse:<br />

Vigata, che nei suoi romanzi Camilleri<br />

identifica in Porto Empedocle, dove<br />

lui stesso è nato, nella fiction trova<br />

perfetta collocazione nei palazzi e<br />

nelle viuzze di Scicli, il cui centro è<br />

Patrimonio mondiale dell’Umanità,<br />

e nelle perle barocche di Modica e<br />

Ragusa Ibla. <strong>La</strong> spiaggia di Marinella<br />

è invece quella di Punta Secca, frazione<br />

di Santa Croce Camerina, borgo<br />

marinaro nel ragusano dove si trova<br />

la casa del Commissario. Sede delle<br />

riprese anche splendidi scorci di Donnalucata<br />

e Sampieri. Negli anni – il<br />

primo episodio della fortunatissima<br />

fiction, Il ladro di merendine, debutta<br />

su Rai1 nel 1999 – Salvo ha mostrato<br />

al grande pubblico una parte della Sicilia<br />

poco nota e di rado attraversata<br />

dalla cinematografia.<br />

Palermo, Ispica, Scicli, Modica fanno<br />

da sfondo anche a <strong>La</strong> concessione del<br />

telefono, nuovo capitolo della serie<br />

C’era una volta Vigata, la cui messa<br />

in onda su Rai1 è prevista il 6 aprile<br />

dopo un’anteprima al cinema il 17 e 18<br />

marzo. Ironia e sarcasmo nella Sicilia<br />

dell’800, raccontata ancora una volta<br />

da un romanzo di Camilleri e immaginata<br />

dal regista Roan Johnson. Nel<br />

cast Alessio Vassallo, Fabrizio Bentivoglio,<br />

Corrado Fortuna, Dajana Roncione.<br />

<strong>La</strong> Trinacria tutta è un set naturale,<br />

meta perfetta di un viaggio attraverso<br />

la settima arte alla scoperta di un’isola<br />

immersa nelle trasparenze marine<br />

del Mediterraneo, fra mito, arte e natura.<br />

Alla Sicilia del cinema è stato dedicato<br />

anche un progetto promosso<br />

nel 2017 dall’assessorato al Turismo<br />

della Regione, attraverso la Sicilia<br />

Film Commission che, con il progetto<br />

Le strade del cinema, ha immaginato<br />

un percorso di valorizzazione dei territori<br />

raccontati sul grande e piccolo<br />

schermo.<br />

Dalla Catania de Il bell’Antonio (1960),<br />

con Claudia Cardinale e Marcello<br />

Mastroianni, fino al mare e agli scogli<br />

di Aci Trezza che nel 1948 fece da<br />

sfondo a <strong>La</strong> terra trema di Luchino Visconti.<br />

Regista che, nel 1963, proprio<br />

in Sicilia ha girato il suo capolavoro,<br />

Il Gattopardo. Woody Allen ha scelto<br />

il Teatro antico di Taormina per <strong>La</strong><br />

dea dell’amore (1995), mentre i Crateri<br />

Silvestri dell’Etna hanno ispirato<br />

Pier Paolo Pasolini per le riprese di<br />

ben quattro film: Il Vangelo secondo<br />

Matteo (1964), Teorema (1968), Porcile<br />

(1969), I racconti di Canterbury (1972).<br />

Questo viaggio, seppur parziale, non<br />

può non approdare alle Eolie. Vulcano<br />

e Stromboli sono teatro di due pellicole<br />

e di un piccolo grande scandalo:<br />

la storia d’amore fra Ingrid Bergman e<br />

Roberto Rossellini che per lei lascia<br />

Anna Magnani. Nel 1949 Rossellini<br />

gira Stromboli - Terra di Dio, con protagonista<br />

la Bergman, mentre il regista<br />

americano di origine tedesca, William<br />

Dieterle, dirige la Magnani in Vulcano,<br />

prodotto dalla Panaria Film del principe<br />

Francesco Alliata di Villafranca,<br />

che aveva già fatto conoscere le Eolie<br />

attraverso i suoi documentari. Lipari è<br />

pure lo splendido scenario scelto dai<br />

fratelli Taviani per Kaos (1948) e da<br />

Nanni Moretti per Caro diario (1993).<br />

Salina ha accolto Il postino (1994), diretto<br />

da Michael Radford e Massimo<br />

Troisi, che è anche interprete della<br />

pellicola insieme a Philippe Noiret e<br />

Maria Grazia Cucinotta. Una Sicilia intensa<br />

e poetica, tra Messina, lo scoglio<br />

di Lisca Bianca a Lipari e Taormina<br />

per L’avventura (1960) di Michelangelo<br />

Antonioni, con la splendida Monica<br />

Vitti. Set di un altro capolavoro, Nuovo<br />

Cinema Paradiso (1988), di Giuseppe<br />

Tornatore, sono Palermo, Castelbuono<br />

e il mare di Cefalù. A Savoca, tra la<br />

chiesa di San Nicolò, piazza Fossia e il<br />

Bar Vitelli, Francis Ford Coppola ricrea<br />

la Corleone de Il padrino (1972), intrecciando<br />

stereotipi e luoghi comuni di<br />

una Sicilia arcaica oggi superata. Indimenticabili<br />

poi I cento passi (2000) di<br />

Marco Tullio Giordana, per raccontare<br />

la vita di Peppino Impastato a Cinisi,<br />

mentre Palermo è spesso lo sfondo<br />

perfetto delle rocambolesche avventure<br />

degli inseparabili Ficarra e Picone,<br />

che qui sono nati nel ’71.<br />

62


Luca Zingaretti took on the task of<br />

continuing the work, making his debut<br />

as a television series director. Drama<br />

and lightness typical of Camilleri’s best<br />

stories intertwine in Salvo Amato, Livia<br />

Mia – taken from two stories by the<br />

great Sicilian writer (Salvo Amato... Livia<br />

Mia and Il Vecchio <strong>La</strong>dro published by<br />

Sellerio), premiering in cinemas on 24,<br />

25 and 26 February – and in <strong>La</strong> Rete di<br />

Protezione, a transposition of the novel<br />

of the same name written by the Sicilian<br />

author.<br />

The locations are always the same:<br />

Vigata, Camilleri’s Porto Empedocle,<br />

finding the perfect location in<br />

the edifices and alleys of Scicli, a<br />

monumental Baroque city, the centre<br />

of which is World Heritage Site, along<br />

with Ragusa Ibla. Marinella is the Punta<br />

Secca beach, a hamlet of Santa Croce<br />

Camerina, a seaside village in Ragusa.<br />

Then there are Modica, Donnalucata<br />

and Sampieri. Over the years – the first<br />

episode of the prosperous work of<br />

fiction, Il <strong>La</strong>dro di Merendine, debuted<br />

on Rai1 in 1999 – Salvo revealed a part<br />

of Sicily to the general public that was<br />

little known and rarely captured by<br />

cinematography.<br />

Palermo, Ispica, Scicli and Modica also<br />

form the backdrop to <strong>La</strong> Concessione<br />

del Telefono, a new chapter of the<br />

series C’era Una Volta Vigata set to be<br />

broadcast on Rai1 on 6 April following<br />

its premiere in cinemas on 17 and 18<br />

March. The irony and sarcasm of 19thcentury<br />

Sicily is once again recounted<br />

in a Camilleri novel and bought to the<br />

screen by director Roan Johnson. The<br />

cast includes Alessio Vassallo, Fabrizio<br />

I cento passi<br />

Bentivoglio, Corrado Fortuna and<br />

Dajana Roncione.<br />

Trinacria is an entirely natural setting,<br />

the perfect destination for a journey<br />

through the seventh art to discover<br />

an island immersed in the crystalline<br />

waters of the Mediterranean, amongst<br />

myth, art and nature.<br />

A 2017 project promoted by the<br />

Regional Tourism Board, through the<br />

Sicilia Film Commission that, with the<br />

project Le Strade del Cinema, has also<br />

been dedicated to cinematic Sicily, with<br />

the conception of a pathway to enhance<br />

the territories as told on the big and<br />

small screen.<br />

From the Catania of Handsome Antonio<br />

(1960) with Claudia Cardinale and<br />

Marcello Mastroianni through to the<br />

sea and cliffs of Aci Trezza that, in 1948,<br />

served as the backdrop for <strong>La</strong> Terra<br />

Trema by Luchino Visconti. It was in 1963<br />

that the director shot his masterpiece,<br />

The Leopard, here in Sicily.<br />

Woody Allen chose the Ancient Theatre<br />

of Taormina for Mighty Aphrodite (1995),<br />

the Craters Silvestri of Mount Etna<br />

inspired Pier Paolo Pasolini in the filming<br />

of four films: The Gospel According to<br />

St. Matthew (1964), Theorem (1968),<br />

Pigsty (1969) and The Canterbury Tales<br />

(1972). This journey, albeit partial, could<br />

not lack a stop on the Aeolian Islands.<br />

Vulcano and Stromboli are the scene of<br />

two films and a big little scandal – the<br />

love story between Ingrid Bergman<br />

and Roberto Rossellini, who left Anna<br />

Magnani to be with the Swedish-<br />

American actress. In 1949, Rossellini<br />

shot Stromboli, <strong>La</strong>nd of God starring<br />

Bergman, whilst the German-American<br />

© Angelo Turetta/Ansa/CD<br />

© ANSA/PAL<br />

William Dieterle, Anna Magnani, Arturo<br />

Gallea sul set di/on the set of Vulcano<br />

director William Dieterle directed<br />

Magnani in Vulcano, produced by the<br />

Panaria Film of Prince Francesco Alliata<br />

of Villafranca, who had already brought<br />

fame to the Aeolian people through<br />

his documentaries. Lipari is also the<br />

splendid scenery chosen by the Taviani<br />

brothers for Kaos (1948) and by Nanni<br />

Moretti for Dear Diary[ (1993). Salina<br />

welcomed The Postman (1994), directed<br />

by Michael Radford and Massimo Troisi,<br />

who is also the interpreter of the film<br />

along with Philippe Noiret and Maria<br />

Grazia Cucinotta. An intense and poetic<br />

Sicily, between Messina, the coast of<br />

Lisca Bianca in Lipari and Taormina, for<br />

The Adventure (1960) by Michelangelo<br />

Antonioni, with the splendid Monica Vitti.<br />

The set of another masterpiece, Cinema<br />

Paradiso (1988), by Giuseppe Tornatore<br />

is comprised of Palermo, Castelbuono<br />

and the sea of Cefalù. In Savoca,<br />

between the church of San Nicolò,<br />

Piazza Fossia and the Bar Vitelli, Francis<br />

Ford Coppola recreated Corleone in The<br />

Godfather (1972), interweave stereotypes<br />

and clichés of an Archaic Sicily that is<br />

today outdated. Unforgettable was One<br />

Hundred Steps (2000) by Marco Tullio<br />

Giordana, recounting the life of Peppino<br />

Impastato in Cinisi, whilst Palermo is<br />

often the perfect backdrop to incredible<br />

adventures of the inseparable Ficarra<br />

and Picone, who were born here in 1971.<br />

63


TRAVEL<br />

ALLA SCOPERTA DI POMPEI<br />

VIAGGIO NEL PIÙ GRANDE MUSEO A CIELO APERTO DEL MONDO.<br />

TRA SCOPERTE RECENTI E SENSAZIONALI: AFFRESCHI, DIPINTI,<br />

MOSAICI, DOMUS, TAVERNE E TOMBE<br />

di Massimo Osanna<br />

[Direttore generale del Parco archeologico di Pompei<br />

General Director of the Archaeological Park of Pompeii]<br />

Pompei è un luogo unico al<br />

mondo. E non solo per lo stato<br />

di conservazione straordinario<br />

delle sue rovine, ma in quanto<br />

palinsesto di molteplici vite urbane che<br />

si chiudono nel 79 d.C. per ricominciare<br />

all’improvviso nel secolo dei Lumi,<br />

con l’inizio degli scavi ufficiali nel 1748.<br />

Da allora a oggi si contano 270 anni di<br />

nuova vita, un percorso storico fatto di<br />

gente impegnata negli scavi, nei restauri,<br />

nella riflessione sulla gestione di<br />

un incredibile patrimonio, e di visitatori<br />

ammirati, ogni anno di più (oggi circa<br />

quattro milioni).<br />

E ancora, tra quei due momenti emblematici<br />

della distruzione e della ri-<br />

scoperta – 79 e 1748 – un’altra lunga<br />

esistenza, più misteriosa, sotterranea:<br />

mentre sopra la coltre di cenere e lapilli<br />

si ricreava una ferace campagna<br />

coltivata, al di sotto si tornava ripetutamente<br />

a rovistare tra i muri delle stanze<br />

e nelle strade sepolte. Una caccia al tesoro<br />

plurisecolare che ha spinto gente<br />

comune che viveva, coltivava e lavorava<br />

sopra alla città scomparsa a realizzare<br />

fosse, gallerie, cunicoli per cercare<br />

oggetti preziosi. A Pompei si è sempre<br />

scavato, lecitamente e illecitamente.<br />

Chi cammina oggi tra le strade della<br />

città antica, chi entra nelle sue case<br />

ad ammirare pitture e mosaici, difficilmente<br />

riesce a cogliere questa stratificazione<br />

temporale, mentre è portato<br />

a pensare che quello che vede – spazi,<br />

architetture, decorazioni – costituisca<br />

un fermo immagine di una realtà bloccata<br />

una volta per sempre dall’eruzione<br />

del Vesuvio ed estratta dal fluire incessante<br />

del tempo. <strong>La</strong> città continua a restituire<br />

emozioni e riflessioni, a ispirare<br />

mode e forme d’arte, mentre agli addetti<br />

ai lavori richiama soprattutto l’impegno<br />

incessante (per la sottrazione di<br />

lapilli, i restauri, le ricostruzioni) e anche<br />

i danni che gli uomini le hanno inferto<br />

nel tempo (incuria, interventi sbagliati,<br />

scavi clandestini, a volte più spietati<br />

della natura).<br />

Qual è la Pompei attuale, la nostra<br />

© Darryl Brooks/AdobeStock<br />

64


DISCOVERING POMPEII<br />

JOURNEY TO THE<br />

WORLD’S LARGEST<br />

OPEN-AIR MUSEUM.<br />

FRESCOES, PAINTINGS,<br />

MOSAICS, DOMUS,<br />

TAVERNS AND TOMBS<br />

AMONGST RECENT<br />

AND SENSATIONAL<br />

DISCOVERIES<br />

Pompeii is unique in the world.<br />

This is not only because of<br />

the extraordinary state of<br />

conservation of its ruins but due to<br />

it being a palimpsest of numerous<br />

urban existences cut short in 79 AD<br />

before suddenly recommencing in the<br />

century of the Enlightenment, with the<br />

start of official excavations in 1748. From<br />

then to today, 270 years of new life have<br />

passed, a historical journey comprised<br />

of people engaged in excavations,<br />

restorations, reflections on how to<br />

manage an incredible heritage, and<br />

appreciative visitors coming in even<br />

greater numbers each year (today<br />

averaging around four million).<br />

Between those two emblematic<br />

moments of destruction and<br />

rediscovery – 79 and 1748 – came<br />

another extensive, more mysterious,<br />

underground existence – whilst<br />

above the blanket of ash and lapilli<br />

was a fertile cultivated countryside,<br />

beneath lay the walls of rooms and<br />

buried streets repeatedly revisited<br />

to rummage through the ruins. This<br />

centuries-long treasure hunt pushed<br />

ordinary people who lived, cultivated<br />

and worked above the vanished city<br />

to create pits, tunnels and burrows to<br />

search for precious objects. People<br />

have long been digging in Pompeii,<br />

both lawfully and illicitly.<br />

Today, those who stroll along the<br />

dusty streets of the ancient city, who<br />

enter its houses to admire paintings<br />

and mosaics, can barely perceive this<br />

temporal stratification, being led to<br />

believe that what can be seen – the<br />

spaces, architecture, decorations –<br />

Due gladiatori alla fine della lotta, in una scena di un affresco scoperto di recente nella Regio V<br />

Two gladiators at the end of the fight, in a the scene of the last fresco found in the Regio V<br />

is a set image of a reality stopped<br />

in its tracks once and for all by the<br />

eruption of Vesuvius and extracted<br />

from the incessant flow of time. The<br />

city continues to offer thrills and<br />

reflections, to inspire fashions and<br />

forms of art, whilst the official workers<br />

recall the incessant commitment (in<br />

removing the lapilli, the restorations,<br />

the reconstructions) and also the<br />

damage that man has inflicted<br />

over time (carelessness, incorrect<br />

operations, clandestine excavations –<br />

sometimes more ruthless than nature).<br />

What is the excavated city of today,<br />

our contemporary Pompeii? We can<br />

say that today’s Pompeii is the one<br />

experiencing a new life, an example of<br />

redemption following the dark years<br />

of scandals and collapses (including<br />

the most striking one of the Schola<br />

Armaturarum in 2010). At that time, the<br />

prolonged lack of systematic checks<br />

and constant maintenance led to<br />

situations of degradation so advanced<br />

that they could not be safeguarded by<br />

standard interventions alone. Pompeii<br />

needed a Grande Progetto – a Great<br />

Project – able to address all the critical<br />

issues in a pervasive and extensive way,<br />

finally in an urban scale. Commenced<br />

in 2012 but only coming into full force<br />

between 2014 and 2019, thanks to a<br />

new law (the Valore Cultura decree)<br />

and the commitment of two ministers,<br />

Massimo Bray and Dario Franceschini,<br />

the Grande Progetto Pompei has<br />

led to a change in governance (with<br />

the Carabinieri General Giovanni<br />

Nistri as General Director of the GPP,<br />

today replaced by General Mauro<br />

Cipolletta, and the author as Special<br />

Superintendent and now Director<br />

General of the Archaeological Park),<br />

putting in place qualified forces and<br />

skills, enlivened by a common goal to<br />

do a good job and do it quickly.<br />

In this way, fundamental operations<br />

and activities were undertaken to<br />

conserve and preserve Pompeii,<br />

solving many of the problems never<br />

before addressed, securing the entire<br />

archaeological area, restoring and<br />

reopening whole zones, buildings<br />

and roads denied to the public for too<br />

long. In opening access to 32 hectares<br />

out of the 44 excavated plus new<br />

pathways, including one for people<br />

with disabilities, special attention<br />

was paid to fruition, to the public<br />

archaeology, defining communication<br />

and dissemination systems that now<br />

transmit a completely new image of<br />

Pompeii.<br />

With the Grande Progetto, we finally<br />

returned to digging, which had not<br />

been done since the 1960s. The works<br />

to secure the excavation sources, a<br />

project that involved the re-shaping<br />

and stabilisation of the escarpments<br />

65


TRAVEL<br />

Pompei contemporanea? Possiamo<br />

dire che la Pompei di oggi è quella che<br />

vive una nuova vita, un’esperienza di<br />

riscatto che fa seguito agli anni bui di<br />

scandali e crolli (tra cui quello più eclatante<br />

della Schola armaturarum del<br />

2010). Allora, la mancanza prolungata di<br />

controlli sistematici e di manutenzione<br />

costante aveva determinato situazioni<br />

di degrado talmente avanzate da non<br />

poter essere gestite solo con interventi<br />

ordinari. Pompei aveva bisogno del<br />

Grande Progetto, un sistema di interventi<br />

che affrontasse in maniera pervasiva<br />

ed estensiva – a scala finalmente<br />

urbana – tutte le criticità. Intrapreso nel<br />

2012, ma entrato nel vivo delle attività<br />

tra il 2014 e il 2019, grazie a una nuova<br />

legge (il decreto Valore cultura) e all’impegno<br />

di due ministri, Massimo Bray e<br />

Dario Franceschini, il Grande Progetto<br />

Pompei ha portato a un cambio di governance<br />

(il generale dei Carabinieri<br />

Giovanni Nistri in qualità di direttore<br />

generale del Gpp, oggi sostituito dal<br />

generale Mauro Cipolletta, e chi scrive,<br />

come Soprintendente speciale e ora<br />

Direttore generale del Parco Archeologico),<br />

mettendo in campo forze e<br />

competenze qualificate, animate da un<br />

obiettivo comune, quello di fare bene e<br />

fare presto.<br />

Si sono intrapresi, così, interventi e attività<br />

fondamentali per la conservazione<br />

e la salvaguardia di Pompei, risolvendo<br />

molti dei problemi mai affrontati in passato,<br />

mettendo in sicurezza tutta l’area<br />

archeologica, restaurando e riaprendo<br />

intere zone, edifici e strade negate al<br />

pubblico da troppo tempo. Restituendo<br />

32 ettari dei 44 scavati e nuovi percorsi,<br />

tra cui uno per persone con abilità<br />

diverse, mentre un’attenzione particolare<br />

è stata data alla fruizione, all’archeologia<br />

pubblica, definendo sistemi<br />

di comunicazione e divulgazione che<br />

trasmettono ora un’immagine del tutto<br />

nuova di Pompei.<br />

Con il Grande Progetto si è tornati infine<br />

a scavare, come non si faceva dagli anni<br />

‘60 del secolo scorso. I lavori di messa<br />

in sicurezza dei fronti di scavo, un progetto<br />

che prevedeva la risagomatura<br />

e la stabilizzazione delle scarpate lasciate<br />

dagli scavi del passato, le quali<br />

spesso si elevavano per quattro, cinque<br />

metri, hanno reso necessario intraprendere<br />

nuovi scavi, spesso portando a<br />

termine opere lasciate incompiute nel parte delle Regio I e II, l’ultima parte della<br />

città messa interamente in sicurezza.<br />

passato. Come si poteva immaginare,<br />

trattandosi di Pompei, molte sono state<br />

le scoperte e altrettante le sorprese. soprattutto opere di grande bellez-<br />

Si riaprono così nuovi assi stradali e<br />

Lungo via di Vesuvio, il cardo di Pompei za, come la Casa del Frutteto, su via<br />

che taglia la città in due da nord a sud, dell’Abbondanza, con le sue straordinarie<br />

stanze dalle pareti decorate da<br />

incrociando ad angolo retto prima via di<br />

Nola e poi via dell’Abbondanza (il decumanus),<br />

sono venute alla luce parti di Amanti, unico esempio che si è con-<br />

lussureggianti giardini, e la Casa degli<br />

nuove case, come quella che ha restituito<br />

l’affresco di Leda, uno dei quadretti piani e due ordini di colonne. Chiusa al<br />

servato fino a oggi di peristilio con due<br />

mitologici più belli e sensuali che la città<br />

vesuviana ha restituito: la bellissima deve il suo nome alla scoperta di un<br />

pubblico dopo il terremoto del 1980,<br />

regina spartana è colta nel momento graffito che riporta una delle frasi amorose<br />

più celebri: amantes ut apes vita<br />

dell’amplesso con Zeus trasformato<br />

in cigno. Nella Regio V gli scavi hanno mellita exigunt (gli amanti fanno, come<br />

inoltre portato alla luce un’intera strada, le api, una vita dolcissima). Qui al motteggio<br />

sentimentale della prima mano,<br />

con le botteghe, i ristoranti e le case<br />

che si allineavano ai due lati, come una seconda, più scettica, ha aggiunto<br />

quella decorata dai bellissimi mosaici un simpatico commento: velle (mi piacerebbe).<br />

ispirati dalla mitologia di Orione. Sui due<br />

pavimenti della casa è rappresentato il Le scritte occasionali sui muri, le parole<br />

che hanno attraversato i secoli, sono<br />

bellissimo e gigantesco cacciatore del<br />

mito greco mentre cattura animali di l’aspetto che più di ogni altra cosa ci avvicina<br />

agli antichi, restituendoci fram-<br />

ogni genere e viene trasformato nell’omonima<br />

costellazione; o ancora la Casa menti unici di quella vita quotidiana,<br />

col giardino, con i suoi affreschi e il tesoretto<br />

di amuleti che rimanda forse alle ta dal tempo.<br />

travolta dell’eruzione ma non cancella-<br />

attività domestiche di una maga. pompeiisites.org<br />

In attesa di poter riaprire al pubblico pompeiisoprintendenza<br />

questi ambienti, si restituisce alla fruizione<br />

una grande area di Pompei, buona pompeii_parco_archeologico<br />

pompeii_sites<br />

Massimo Osanna e l’affresco con Leda e il cigno/and fresco with Leda and the swan<br />

© Carlo Hermann<br />

66


Amuleti e altri oggetti forse appartenuti a una maga/Amulets and other objects that perhaps refer to a sorceress<br />

of past excavations, which often<br />

rose for four to five metres, rendered<br />

it necessary to undertake new<br />

excavations, often completing works<br />

left unfinished in the past. As can be<br />

imagined when dealing with Pompeii,<br />

there were many discoveries and a<br />

whole host of surprises.<br />

Along Via di Vesuvio, the road that<br />

dissects the city of Pompeii from north<br />

to south, crossing at right angles Via di<br />

Nola first of all then Via dell’Abbondanza<br />

(the decumanus), parts of new houses<br />

– such as that containing the fresco of<br />

Leda, one of the most stunning and<br />

sensual mythological images that the<br />

Vesuvian city has revealed, with the<br />

beautiful Spartan queen captured in<br />

the amplex with Zeus transformed<br />

into a swan. In Regio V, the excavations<br />

have also brought to light an entire<br />

street with shops, restaurants and<br />

houses aligned on both sides, such as<br />

that adorned with stunning mosaics<br />

inspired by the mythology of Orion.<br />

Depicted across the two floors of the<br />

house is the beautiful and gigantic<br />

hunter from the Greek myth capturing<br />

all kinds of animals, being transformed<br />

into the constellation of the same<br />

name; or the house with a garden, its<br />

frescoes and treasure of amulets that<br />

perhaps refer to the domestic activities<br />

of a sorceress.<br />

In anticipation of being able to reopen<br />

these environments to the public,<br />

a large expanse of Pompeii’s Regio<br />

I and II is once more available for<br />

fruition as the last part of the city to<br />

be fully secured. New road axes and<br />

especially works of great beauty, such<br />

as the Casa del Frutteto (House of<br />

the Orchard), on Via dell’Abbondanza,<br />

with its extraordinary rooms with walls<br />

decorated with depictions of lush<br />

gardens, and the Casa degli Amanti<br />

(House of Lovers) as the only peristyle<br />

example to have been preserved to<br />

this day, with two floors and two rows of<br />

columns. Closed to the public following<br />

the 1980 earthquake, it owes its name<br />

to the discovery of graffiti that shows<br />

one of the most famous words of love:<br />

amantes ut apes vita mellita exigunt<br />

(lovers, like bees, make life as sweet<br />

as honey). Here by the sentimental wit<br />

etched by the first hand is a second<br />

more sceptical addition, with the sweet<br />

comment: Velle (I would like that).<br />

The occasional writings on the walls,<br />

the words that speak to us across the<br />

centuries, are the aspect that – more<br />

than anything else – brings us closer to<br />

the ancient people, offering us unique<br />

fragments of that daily life, devastated<br />

by the eruption but not erased by time.<br />

NAPOLI<br />

111 FRECCE AL GIORNO/A DAY<br />

Rizzoli, pp. 416+32 tavole fuori testo<br />

a colori € 20<br />

67


TRAVEL<br />

MARCHE GOURMET<br />

© muf/AdobeStock<br />

TARTUFO, VINCISGRASSI E<br />

BRODETTO. SULLA VIA FLAMINIA,<br />

DA FANO ALLA GOLA DEL<br />

FURLO, ALLA SCOPERTA DELLE<br />

SPECIALITÀ MARCHIGIANE<br />

di Riccardo <strong>La</strong>gorio - a cura di vdgmagazine.it<br />

Fano è una città-lasagna: le mura romane si srotolano<br />

attorno alla cattedrale, le opere di Raffaello e Perugino<br />

in Santa Maria Nuova sono a pochi passi dal'Arco di<br />

Augusto, dove la Via Flaminia si affaccia in centro. Dal Caffè Aurora,<br />

sulla piazza del Teatro della Fortuna, si sparge il profumo<br />

della moretta, l’energica bevanda dei pescatori fanesi, dove<br />

anche liquori e caffè si alternano in un susseguirsi di sapori e<br />

colori senza mai mischiarsi. Come i profumi del Mercato ittico:<br />

qui si fa la spesa di pesce azzurro, seppie e molluschi, in attesa<br />

di assaggiare il tipico piatto cittadino durante il BrodettoFest,<br />

dal 30 aprile al 3 maggio, o al ristorante AlMare.<br />

Prima di seguire la via consolare nel tratto marchigiano, si recupera<br />

la bottiglia da tenere stretta per il ritorno a casa salendo i<br />

primi declivi: a Sant’Andrea in Villis i migliori vigneti di Alessandro<br />

Vitali lusingano il palato con KC, un Bianchello del Metauro<br />

Doc, rotondo e grasso, da uve Biancame raccolte a giusta maturazione.<br />

Nella vicina frazione di Lucrezia il profilo del Monte<br />

Catria si impone da lontano e il profumo del pane frusta del<br />

Piccolo forno invade la Via Flaminia. Tagliato a fette spesse e<br />

passato alla griglia, s’inzuppa di Cartoceto Dop, l'ottimo olio extravergine<br />

di oliva della fattoria di Bruno Alessandri. Dalle mura<br />

di Cartoceto si ammira la vallata degli ulivi in un rincorrersi di<br />

toni verdi dove la brezza marina è già un ricordo. Tra i casolari<br />

disciolti sulle colline si può tentare l’acquisto di formaggette<br />

di pecora. Oppure bussare alle porte del caseificio di Colli al<br />

Metauro per una Casciotta d’Urbino Dop morbida e dolce, da<br />

tagliare a spicchi come merenda o scaldare al forno per pochi<br />

istanti, arricchendola con il tartufo bianchetto. L’odoroso tubero<br />

raccolto dall’Associazione Tartufai nella Foresta Demaniale<br />

delle Cesane si festeggia nei primi tre fine settimana di marzo<br />

a Fossombrone. Nei ristoranti aderenti alla manifestazione, le<br />

preziose lamine cadono sul carpaccio di razza Marchigiana e<br />

sui passatelli in brodo. Chi vuole fare scorta della caratteristica<br />

pasta fresca si può fermare nel laboratorio di Melissa Ligi, Il<br />

Rasagnolo. E gli occhi strabuzzano di fronte al reticolo di edifici,<br />

campanili e palazzi nobiliari, Ancora di più avvicinandosi alla<br />

Gola del Furlo, il canyon sul Candigliano che sfodera un’intera<br />

tavolozza di turchese. Il profilo di San Vincenzo al Furlo predice<br />

Acqualagna, la capitale del tartufo bianco. Dopo una sosta al<br />

68


TRUFFLE, VINCISGRASSI AND<br />

BROTH. ALONG THE VIA FLAMINIA,<br />

FROM FANO TO THE GOLA DEL<br />

FURLO, DISCOVERING SPECIALITIES<br />

OF THE MARCHE REGION<br />

Cartoceto, via delle Mura (PU)<br />

Fano is structured in layers, like a lasagna: the Roman<br />

walls unfurl around the cathedral, while the works of<br />

Raphael and Perugino in Santa Maria Nuova are just<br />

a few steps from the Arch of Augustus, where the Via Flaminia<br />

leads into the centre. The smell of moretta, the energypacked<br />

drink favoured by local fishermen, spreads from the<br />

Caffè Aurora, across the square in front of the Teatro Fortuna:<br />

spirits and coffee alternate but never mix, in a succession of<br />

smells and colours. Like the smells of the fish market, where<br />

you can buy fresh fish, cuttlefish and shellfish, while people<br />

who like the most traditional Fano dish have to wait for the<br />

BrodettoFest, held from 30 April to 3 May, or at the AlMare<br />

restaurant.<br />

Before following the ancient Roman road through Le<br />

Marche, you should pick up a bottle to hang on to for the<br />

trip home as you climb the first hills: in Sant’Andrea in Villis,<br />

Alessandro Vitali’s best vines tempt the palate with KC, a<br />

Bianchello del Metauro DOC, round and full bodied, made<br />

from Biancame grapes picked when perfectly ripe. In the<br />

nearby Lucrezia, the shape of Monte Catria is imposing in<br />

the distance, and leaving the Piccolo forno bakery, the scent<br />

of pane frusta fills the Via Flaminia. Cut into thick chunks<br />

and grilled, it is dunked in Cartoceto DOP (the extra-virgin<br />

olive oil sold at Bruno Alessandri’s farm). From the walls of<br />

Cartoceto you can admire the olive groves in the valley in<br />

© Andrea Contenti<br />

Gola del Furlo (PU)<br />

69


TRAVEL<br />

Museo del Tartufo per scoprire le curiosità<br />

e i segreti legati al tubero, in un percorso<br />

che attiva tutti i sensi, si entra nella<br />

vicina macelleria per lasciarsi andare<br />

ai suggerimenti di Alessandro Foglietta,<br />

beccaio per passione e cultore del<br />

buon vivere. Il corso del fiume Burano<br />

porta diretto alla salumeria di Simona<br />

Caselli, a Cagli, dove scoprire i legumi<br />

locali e addentare la migliore crescia<br />

dei dintorni, la piatta focaccetta cotta<br />

al forno. Da provare quella condita con<br />

i cicoletti, i ciccioli. <strong>La</strong> terra s'increspa<br />

verso Cantiano, il paradiso dell’amarena<br />

dal gusto acidulo e brusco, dove la<br />

famiglia Lupatelli trasforma il frutto in<br />

confetture, bevande e creme per arricchire<br />

gelato, yogurt e torte. A strati, di<br />

pan di Spagna, panna e amarene.<br />

festivalbrodetto.it<br />

oliocartocetodop.it<br />

casciottadiurbino.it<br />

museotartufoacqualagna.it<br />

Tartufo bianchetto di Fossombrone<br />

a succession of green shades where<br />

the sea breeze is just a memory. You<br />

can stop off at some of the farmhouses<br />

that are scattered across the hills<br />

and try to buy little goat cheeses.<br />

Or you can knock at the doors of the<br />

dairy in Colli al Metauro to get some<br />

soft and sweet Casciotta d’Urbino<br />

DOP, that you can cut into chunks for<br />

a snack, or pop in the oven to warm<br />

and then add bianchetto truffle. The<br />

flavoursome truffles gathered by<br />

the truffle association in the Foresta<br />

Demaniale delle Cesane (a national<br />

forest) are celebrated in the first three<br />

weeks of March at Fossombrone. The<br />

restaurants that participate in the<br />

festival serve precious truffle slices on<br />

carpaccio slices of Marche beef, and on<br />

passatelli pasta in broth. If you want to<br />

stock up on this traditional fresh pasta,<br />

stop off at Il Rasagnolo, the facility run<br />

by Melissa Ligi. You will be astonished<br />

by the web of buildings, bell towers<br />

and noble residences. And still more as<br />

you get close to the Gola del Furlo, the<br />

canyon on the Candigliano river that<br />

unveils a whole palette of turquoise.<br />

The outline of the San Vincenzo al<br />

Furlo abbey appears as you approach<br />

Acqualagna, the white truffle capital.<br />

After visiting the Truffle Museum to<br />

discover unusual facts and secrets<br />

linked to these tubers, you can take a<br />

path that activates all your senses, and<br />

go into the nearby butcher’s and leave<br />

yourself in the hands of Alessandro<br />

Foglietta, a butcher with a passion for<br />

his craft and lover of good living. The<br />

Burano river takes you straight to the<br />

delicatessen run by Simona Caselli, in<br />

Cagli, where you can try local beans<br />

and the area’s best crescia, a flat, oven-<br />

<strong>La</strong> moretta<br />

baked focaccia. You should try the one<br />

flavoured with cicoletti pork rinds. The<br />

terrain gets rougher as you go towards<br />

Cantiano, a paradise for strong, acidic<br />

black cherries, which the Lupatelli<br />

family use to make jams, drinks and<br />

creams to flavour ice cream, yoghurt<br />

and cake. <strong>La</strong>yered, sponge cake,<br />

cream and black cherries.<br />

© Luca Toni<br />

70


TRAVEL<br />

QUANDO IL VINO SI FA SANTO<br />

IN TRENTINO PRIMAVERA FA RIMA CON NOSIOLA.<br />

TANTI GLI APPUNTAMENTI ENOGASTRONOMICI E CULTURALI<br />

LUNGO LA STRADA DEL VINO E DEI SAPORI<br />

di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it<br />

Si scrive aprile, si legge Nosiola. È questo il<br />

mese in cui si celebra l’unico vitigno autoctono<br />

trentino a bacca bianca e, durante la Settimana<br />

Santa, si procede alla torchiatura dei suoi acini appassiti<br />

per dare vita al Vino Santo, che deve poi riposare per<br />

almeno 50 mesi in piccole botti di legno prima di essere<br />

assaporato.<br />

E proprio nella culla di tale nettare prezioso, la Valle dei<br />

<strong>La</strong>ghi, dal 2 al 26 aprile si svolge DiVin Nosiola, quando<br />

il vino si fa santo. Un mese di iniziative accompagnate<br />

anche dalla rassegna A tutto Nosiola, con eventi diffusi<br />

tra la Vallagarina e la Piana Rotaliana, l'Altopiano della<br />

Paganella, la città di Trento e il <strong>La</strong>go di Garda.<br />

Un susseguirsi di degustazioni con i produttori, escursioni<br />

nei vigneti, menù e proposte a tema. Tra le serate<br />

speciali in programma, Palazzo Roccabruna di Trento<br />

offre assaggi di Nosiola, Vino Santo e relative grappe,<br />

oltre a proporre un incontro di approfondimento, mercoledì<br />

8, dedicato alle annate storiche di Vino Santo.<br />

Racchiusa tra il capoluogo e il Garda, la Valle dei <strong>La</strong>ghi<br />

in primavera dipinge una delle più suggestive cartoline<br />

della regione. E ciò che caratterizza questo territorio<br />

© M.Facci | Archivio Strada Vino Sapori Trentino<br />

Piana Rotaliana (TN)<br />

72


nei mesi di marzo e aprile è, appunto, la magia delle<br />

spremiture delle uve della Nosiola. Da quest’anno, poi,<br />

si può visitare la nuovissima Casa Caveau Vino Santo,<br />

a Padergnone: un percorso esperienziale fatto di storia,<br />

profumi, sensazioni, immagini e racconti, per conoscere<br />

tutto sul dolce oro liquido e sui vignaioli che lo<br />

producono.<br />

Altro luogo dove sostare è il borgo di Santa Massenza,<br />

a una manciata di chilometri a ovest di Trento, all’inizio<br />

della strada che attraversando la Valle arriva al Garda.<br />

D’obbligo passeggiare lungo il sentiero della Nosiola<br />

e intorno al <strong>La</strong>go di Toblino, visitando anche il suo castello.<br />

L'Hotel Garnì Lillà di Terlago è un'ottima base di<br />

partenza per esplorare la Strada del vino e dei sapori<br />

del Trentino, «un universo di piaceri per il palato che,<br />

passando dall’ambiente mediterraneo al paesaggio alpino,<br />

offre sia prelibatezze gastronomiche che eccellenze<br />

enologiche, come il famoso Trentodoc», spiega<br />

il presidente di questa Strada delle meraviglie, Francesco<br />

Antoniolli.<br />

E se la Valle dei <strong>La</strong>ghi è caratterizzata dalle produzioni<br />

di Nosiola e Vino Santo, la Piana Rotaliana è nota per il<br />

rosso autoctono Teroldego Rotaliano, la Val di Cembra<br />

è la terra del profumatissimo Müller Thurgau, mentre<br />

fra Rovereto e la Vallagarina spicca il Marzemino, vitigno<br />

che qui riesce a dare il meglio di sé. Uve che, a<br />

loro volta, danno vita a interessanti grappe, espressioni<br />

perfette dei relativi vitigni.<br />

Dai calici ai piatti il passo è breve. Imperdibili i formaggi<br />

Spressa Dop delle Giudicarie, Vezzena e Nostrano del<br />

Baldo, oltre alle piccole produzioni di malga, e i salumi:<br />

lucanica trentina, ciuìga del Banale, carne salada e carne<br />

fumada. Gli amanti di frutta e verdura non restano<br />

a bocca asciutta grazie a mele, castagne e ortaggi bio<br />

della Val di Gresta, al broccolo di Torbole e agli asparagi<br />

di Zambana, da condire con l’ottimo extravergine<br />

d’oliva Dop Garda trentino. Immancabile, ovviamente, il<br />

pescato di acqua dolce.<br />

«Il mondo della Strada del vino e dei sapori del Trentino<br />

può essere scoperto anche grazie ai Viaggi di gusto,<br />

proposte vacanza che comprendono wine tour dai tre<br />

ai cinque giorni», prosegue il presidente. In più, per i<br />

turisti eco-friendly ci sono i pacchetti Vacanze sostenibili,<br />

per muoversi in modo green e fare visita a ristori,<br />

agriturismi e aziende vinicole attenti al bio, come l'Osteria<br />

Cà dei Giosi di Terlago e Cantina Toblino. «Si tratta<br />

di una proposta che promuove realtà sostenibili e<br />

valorizza prodotti locali attraverso spostamenti tramite<br />

e-bike e mezzi pubblici. Stiamo inoltre lavorando per<br />

trasformare questa offerta in un valore aggiunto trasversale<br />

da applicare a qualsiasi pacchetto di viaggio,<br />

attraverso iniziative come Un sorso di Trentino by bike<br />

e Vini, natura e cultura by bus&train», conclude Antoniolli.<br />

«I laghi nel nome, il vento nell’identità. Un connubio inscindibile,<br />

che rende la Valle dei <strong>La</strong>ghi quanto di più variegato<br />

consenta il paesaggio alpino. Acqua, rocce, aria,<br />

miscelati chissà come e quando, formano scenari di un<br />

2-11<br />

2 e 9<br />

2-4 e 6-10<br />

2-4 e 6-11<br />

2-4 e 6-12<br />

2-13<br />

2-4 e 9-12<br />

2-5 e 7-13<br />

Canederli - Osteria Cà de Giosi<br />

A TUTTO NOSIOLA<br />

EVENTI, MENÙ E APERITIVI<br />

APRILE<br />

<strong>La</strong> Nosiola a nord di Trento<br />

Gaierhof - Roverè della Luna<br />

Nosiola in Osteria<br />

Osteria Cà dei Giosi - Covelo di Vallelaghi<br />

Degustando la Nosiola di sera<br />

Cantina <strong>La</strong> Vis - <strong>La</strong>vis<br />

Nosiola e sapori di lago<br />

Ristorante al Vò - Trento<br />

Nosiola da gustare<br />

Briciole Food&Drink - Rovereto<br />

<strong>La</strong> trentina e la romana<br />

Panificio Moderno - Trento<br />

Gourmet Seduction<br />

The Dining Lounge at Solea - Fai della Paganella<br />

Bouquet di Nosiola e Sfumature di Nosiola<br />

Madonna delle Vittorie - Arco<br />

Nosiola in trattoria<br />

Antica Trattoria Due Mori - Trento<br />

<strong>La</strong> proposta di mezzodì<br />

Osteria Le Due Spade - Trento<br />

Tre Chiavi di lettura del Nosiola e Nosiola in<br />

dolcezza<br />

Locanda delle Tre Chiavi - Isera<br />

Gusto di Nosiola<br />

Al Faggio - Andalo<br />

Nosiola a Spormaggiore<br />

Alt Spaur - Spormaggiore<br />

<strong>La</strong> Nosiola delle colline avisiane<br />

Maso Poli - Pressano di <strong>La</strong>vis<br />

Gustando la Nosiola<br />

Ristorante Alfio - Dro<br />

73


TRAVEL<br />

habitat solo apparentemente omogeneo. In realtà è un<br />

trionfo della diversità». Sono le belle parole di Carlo De<br />

Biasi, direttore della Cantina Toblino. «Una diversità che<br />

affascina per la spontaneità, per come i confini si intersecano<br />

fra acqua e cielo, terre e pareti rocciose, sfumate<br />

l’una nell’altra». Siamo in una vallata dove i filari quasi si<br />

confondono nell’azzurro lacustre e il blu del cielo. Viti da<br />

secoli coltivate su campi strappati alla montagna. «Qui<br />

non si vedono vigneti senza imperfezioni. L’estetica è ancora<br />

frutto della mano del vignaiolo, che ha piantato a<br />

occhio il filare, rispettato il crinale della collina e la corretta<br />

esposizione al sole del pomeriggio. Sono vini che<br />

raccontano il territorio in cui nascono, che racchiudono<br />

saperi, non solo sapori», continua Carlo. «Tutta la comunità<br />

della Valle è orgogliosa della sua variegata specificità<br />

colturale. Per capire e conoscere questa zona bisogna<br />

lasciarsi guidare dal paesaggio e dal vento locale, l’Ora».<br />

Era il 2012 quando la Cantina Toblino ha avviato il progetto<br />

per lo sviluppo e la diffusione della viticoltura biologica,<br />

con la certificazione nel 2015. Poi, con l’arrivo nel 2016<br />

del direttore De Biasi, la cui attitudine alla sostenibilità è<br />

stata anche riconosciuta dal premio internazionale Green<br />

Personality of the Year 2013, il progetto ha avuto un<br />

ulteriore slancio. Mentre, nel territorio, la consapevolezza<br />

crescente di viticoltori, agricoltori e residenti ha portato<br />

alla costituzione del Biodistretto della Valle dei <strong>La</strong>ghi,<br />

promotore dello sviluppo sostenibile dell’intera zona.<br />

Altra realtà da assaporare, la Distilleria Marzadro di Rovereto<br />

si distingue nella produzione di distillati, grappe<br />

e liquori. Tra i più famosi la Grappa Stravecchia Le Diciotto<br />

Lune e la dolcissima e aromatica Camilla, molto<br />

apprezzata dalle donne. Realtà trentina dal 1949, Marzadro<br />

offre il tour dei Cinque sensi, dove i visitatori respirano<br />

profumi intensi di frutta, vinaccia ed erbe aromatiche<br />

uniti a quelli del legno degli alambicchi. Per comprendere<br />

la grandezza di un’arte di famiglia, tramandata con<br />

passione da 70 anni, oltre alla distilleria si può visitare<br />

l'azienda agricola di Arco, dove si produce un ottimo<br />

extravergine Dop. Completiamo il viaggio proprio qui,<br />

sulla sponda nord del <strong>La</strong>go di Garda, sede della cantina-frantoio<br />

Madonna delle Vittorie, appartenente al<br />

Gruppo Marzadro. Una posizione a dir poco perfetta,<br />

dove l'Ora del Garda e il Pelèr soffiano a intervalli regolari<br />

giorno e notte, garantendo l’ideale aerazione dei<br />

vigneti che, insieme con la terra fertile e salubre, danno<br />

vita a vini bianchi freschi e fruttati, rossi armoniosi e profumati<br />

e a una selezione di spumanti d’eccellenza. Con cui<br />

brindare alla nostra bella Italia.<br />

<strong>La</strong>go di Toblino (TN)<br />

© M.Facci | Archivio Strada Vino Sapori Trentino<br />

74


<strong>La</strong>go di Garda, Torbole e Arco (TN)<br />

SAVE THE DATE//TRENTINO GOURMET<br />

2-13<br />

2-26<br />

18-19<br />

25<br />

1-3, 8-10,15-17,22-24,29-31<br />

30-31<br />

25 giugno-5 luglio<br />

2-5 luglio<br />

APRILE<br />

A tutto Nosiola | Strada del vino e dei sapori del Trentino<br />

DiVin Nosiola, quando il vino si fa santo | Trento e Valle dei <strong>La</strong>ghi<br />

Etno. Festival dell’etnografia del Trentino | San Michele all’Adige<br />

Di maso in maso... di vino in vino | <strong>La</strong>vis<br />

MAGGIO<br />

Gemme di gusto | Strada del vino e dei sapori del Trentino<br />

Cantine Aperte | Trentino<br />

GIUGNO/ LUGLIO<br />

A tutto Müller | Strada del vino e dei sapori del Trentino<br />

Rassegna Müller Thurgau. Vino di montagna | Cembra di Cembra Lisignago<br />

© Ronny Kiaulehn<br />

© Archivio Madonna delle Vittorie/M. Facci<br />

TUTTI I WEEKEND DELL’ANNO<br />

Weekend in cantina e Weekend col produttore | Strada del vino e dei sapori del Trentino<br />

tastetrentino.it/eventi<br />

Strada Vino Trentino VinoDolomiti vinodolomiti<br />

Cantina Toblino (TN)<br />

75


TRAVEL<br />

IL CAMMINO ÈDONNA<br />

COMINCIA LA STAGIONE MIGLIORE PER I VIAGGI A PIEDI. MA IN<br />

POCHI SANNO CHE IL PRIMO ITINERARIO MODERNO IN ITALIA,<br />

DAI TEMPI DELLA VIA FRANCIGENA, È STATO CREATO DA UNA LEI,<br />

ANGELA SERACCHIOLI, E DIFFUSO DA TERRE DI MEZZO,<br />

CASA EDITRICE DIRETTA DA MIRIAM GIOVANZANA<br />

di Valentina Lo Surdo<br />

valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha<br />

ilmondodiabha.it<br />

L’<br />

incontro con l’inventrice dei<br />

cammini, Angela Seracchioli,<br />

avviene in Molise, a<br />

Sant’Angelo in Grotte: un paesino a<br />

mille metri di altezza che si affaccia<br />

come un balcone sulla Valle del Sannio,<br />

in provincia di Isernia, dove lei si<br />

sente a casa. «Sono nata a Bologna<br />

nel 1951, ho vissuto girando l’Italia e la<br />

Gran Bretagna, passando dalle matite<br />

dei miei disegni alle pentole, come<br />

cuoca vegetariana».<br />

Camminatrice fi n da piccola grazie a<br />

una famiglia amante quanto lei delle<br />

Dolomiti, Angela è approdata uffi -<br />

cialmente in questo mondo a 50 anni<br />

suonati, dopo aver percorso le montagne<br />

himalayane di Nepal e Tibet.<br />

«Tutto è cominciato quando sono partita<br />

in solitaria nel 2002 per il Cammino<br />

di Santiago», ricorda. «È lì che, in<br />

un momento di grande diffi coltà, ebbi<br />

l’impressione che Francesco d’Assisi<br />

camminasse al mio fi anco. Per me<br />

quest’uomo inquieto e medievale, eppure<br />

così moderno, è sempre stato un<br />

maestro di vita».<br />

Per ringraziarlo, Angela decide di percorrere<br />

un cammino sui suoi passi,<br />

che attraversasse i luoghi della sua<br />

vita seguendo le Fonti Francescane,<br />

le prime biografi e sulla vita del Santo.<br />

«Era la primavera del 2003 e allora<br />

in Italia esisteva solo la storica Via<br />

Francigena, che però faceva fatica a<br />

decollare. Chi voleva cimentarsi in<br />

Cammino Di qui passò Francesco, verso Assisi (PG)<br />

76


8.658 KM DI CAMMINI ITALIANI<br />

NEI LIBRI DI TERRE DI MEZZO<br />

<strong>La</strong> Via Romea Germanica - 1022 km | Trentino, Veneto, Emilia<br />

Romagna, Toscana, Umbria e <strong>La</strong>zio<br />

<strong>La</strong> Via Francigena - 1004 km | Valle d’Aosta, Piemonte,<br />

Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, <strong>La</strong>zio<br />

<strong>La</strong> Via Francigena del Sud - 800 km | <strong>La</strong>zio, Campania, Puglia<br />

Con le ali ai piedi - 500 km | <strong>La</strong>zio, Abruzzo, Molise e Puglia<br />

Il Cammino di Sant’Antonio - 458 km | Veneto, Emilia<br />

Romagna, Toscana<br />

<strong>La</strong> Via di Francesco - 450 km | Toscana, Umbria e <strong>La</strong>zio<br />

Italia Coast to Coast - 420 km | Marche, Umbria, <strong>La</strong>zio,<br />

Toscana<br />

Il Cammino Minerario di Santa Barbara - 400 km | Sardegna<br />

Da Palermo a Messina per le montagne - 370 km | Sicilia<br />

Di qui passò Francesco - 363 km | Toscana, Umbria e <strong>La</strong>zio<br />

Il Cammino di San Benedetto - 305 km | Umbria e <strong>La</strong>zio<br />

<strong>La</strong> Via della Costa - 300 km | Liguria<br />

Il Cammino nelle Terre Mutate - 257 km | Marche, Umbria,<br />

<strong>La</strong>zio, Abruzzo<br />

<strong>La</strong> Via degli Abati e del Volto Santo - 344 km | Lombardia,<br />

Emilia-Romagna, Toscana<br />

<strong>La</strong> Magna Via Francigena - 184 km | Sicilia<br />

Il Cammino Materano - 165 km | Puglia e Basilicata<br />

<strong>La</strong> Via <strong>La</strong>uretana - 150 km | Marche e Umbria<br />

<strong>La</strong> Via degli Dei - 121 km | Emilia-Romagna e Toscana<br />

Il Cammino di Oropa - 100 km | Piemonte e Valle d’Aosta<br />

Il Trekking del Lupo - 75 km | Valle d’Aosta<br />

terre.it<br />

Cammino Con le ali ai piedi, verso Pescocostanzo (AQ)<br />

© Paula<br />

un cammino andava in Spagna». Fu percorso anche lei in solitaria quella<br />

per caso o, come dice la Seracchioli, tratta. «Nacque così la scommessa di<br />

per “Dio-incidenza”, che incontrò Miriam<br />

Giovanzana della casa editrice in un itinerario ufficiale: 365 km in 18<br />

trasformare il mio tragitto personale<br />

Terre di Mezzo, la quale, fino ad allora,<br />

aveva pubblicato solo la guida stone, in provincia di Rieti». Un viag-<br />

tappe, da <strong>La</strong> Verna (AR) a Poggio Bu-<br />

del Cammino di Santiago, dopo aver gio a piedi di una bellezza mozzafiato,<br />

Angela Seracchioli segna il cammino Di qui passò Francesco<br />

che la Seracchioli battezzò con il libro<br />

Di qui passò Francesco. «Dalla prima<br />

edizione pubblicata nel 2004 siamo<br />

arrivati a sette in italiano, quattro in<br />

tedesco, due in inglese, una in portoghese<br />

e una in ungherese». In pochi<br />

anni, Terre di Mezzo è divenuta leader<br />

mondiale per le guide sui cammini<br />

con una quarantina di titoli, grazie<br />

all’intuizione di Miriam e al coraggio di<br />

Angela, che prima di chiunque altro<br />

ha battuto palmo a palmo sentieri e<br />

ostelli, case, b&b e agriturismi sperduti<br />

in boschi e paesini di una meravigliosa<br />

Italia minore.<br />

Dopo lo straordinario successo del<br />

primo cammino, Angela si spinse verso<br />

la Grotta dell’Arcangelo Michele a<br />

Monte Sant’Angelo, in Gargano: così,<br />

nel 2011, vide la luce la sua seconda<br />

guida, Con le ali ai piedi: 25 tappe<br />

e oltre 500 km, attraversando <strong>La</strong>zio,<br />

Abruzzo, Molise e Puglia. «Strano<br />

pensare che sia capitata a me l’avventura<br />

di tracciare 900 km di viaggio<br />

a piedi. Avevo 54 anni all’uscita della<br />

prima guida e 59 alla seconda, non<br />

ho un fisico da atleta, eppure resterà<br />

questa traccia di me anche quando<br />

non ci sarò più».<br />

diquipassofrancesco.it<br />

77


TRAVEL<br />

SPECIAL WALKERS<br />

Francesca Pratesi, 81 anni, milanese, ha iniziato a fare la<br />

pellegrina in solitaria all’età di 70 anni. Ha da poco terminato<br />

entrambi gli itinerari di Angela Seracchioli, oltre ad averne<br />

portati a termine molti altri.<br />

Vienna Cammarota, 70 anni da Felitto (SA), ha compiuto a<br />

piedi il Grand Tour di Goethe in cinque mesi. Ad aprile <strong>2020</strong><br />

comincerà il suo Cammino della Seta: 10mila km da Venezia<br />

a Pechino in due anni.<br />

Roberta Cortella, regista, da oltre dieci anni si occupa di<br />

cammini come strumento di reinserimento sociale per giovani<br />

detenuti. Ha organizzato e diretto la docu-serie Boez<br />

- Andiamo Via, trasmessa con grande successo in prima<br />

serata su Rai3.<br />

Via Francigena<br />

Sara Zanni, 35 anni, archeologa milanese, nel 2014 arriva a<br />

Finisterre, in Spagna, da Milano, nel 2017 cammina da Aquileia<br />

a Belgrado. Ha compiuto anche il Cammino per Gerusalemme,<br />

fondato il sito 100daysontheway.com e il gruppo<br />

Facebook Cammino di Santiago…il ritorno, con 16mila iscritti.<br />

Samantha Cesaretti, 40 anni, di Lucca, ha camminato nel<br />

2018 dalla sua città fino a Santiago. Si occupa di accessibilità<br />

dei cammini, in particolare sulla Francigena, pubblicando<br />

sull’argomento il libro Passi di felicità e creando l’organizzazione<br />

di volontariato Sentieri di felicità.<br />

Cristina Menghini, milanese, 43 anni, cammina più di tutte:<br />

otto mesi all’anno da 12 anni, superando fino a oggi i 30mila<br />

km a piedi.<br />

Elisa Peruzzi, 35 anni, da Milano, nel 2019 ha percorso<br />

2.900 km in solitaria, da Desenzano del Garda a Santiago.<br />

Quest’anno farà la Via Francigena dalla Valle d’Aosta alla<br />

Puglia per promuovere il suo progetto Teatro in cammino,<br />

recitando un monologo in ogni tappa.<br />

RETE NAZIONALE DONNE IN CAMMINO<br />

Ilaria Canali, romana 48 anni, l’8 marzo 2019 crea la Rete<br />

Nazionale Donne in Cammino, contagiando in meno di<br />

un anno oltre 50mila marciatrici. Ogni giovedì su Radio<br />

Francigena, l’emittente ufficiale dei cammini, intervista<br />

donne con questa passione. Inoltre, la Rete Nazionale<br />

partecipa alla fiera del consumo critico e degli stili di vita<br />

sostenibili Fa’ la cosa giusta! (falacosagiusta.org), venerdì<br />

6 marzo a Milano, con l’incontro Le ragazze in gamba<br />

son tornate.<br />

PRIMATO AL FEMMINILE<br />

Nel 2019 a Santiago si è raggiunto il record di 347.578 pellegrini<br />

e, per la prima volta nella storia, le donne hanno<br />

superato gli uomini con il 51,15% (177.891 in totale), contro<br />

il 48,85% maschile.<br />

A PIEDI PER L'8 MARZO<br />

Barbara Cassioli, 33 anni, bolognese, e Valentina Costi,<br />

35 anni di Modena, dall’8 al 31 marzo percorrono la Francigena<br />

da Lucca a Roma indossando un vestito da sposa:<br />

un cammino speciale intitolato Libera come una donna.<br />

© AEVF<br />

ITINERARI PER TUTTI<br />

Chi non può permettersi il costo di un viaggio a piedi può<br />

chiedere sostegno ai Passi Sospesi, l’iniziativa solidale<br />

dell’associazione Compagnia dei Cammini che consente<br />

di regalare parte di un percorso a chi non può sostenerlo<br />

per intero.<br />

cammini.eu<br />

L’associazione Free Wheels si occupa di rendere accessibili<br />

a tutti i cammini in Italia e in Spagna. Come? Organizzando<br />

seminari informativi, mappando percorsi con indicazioni<br />

di accessibilità, fornendo gli strumenti necessari<br />

per vivere queste esperienze e accompagnando le persone<br />

lungo questi itinerari.<br />

freewheelsonlus.com<br />

78


TRAVEL<br />

© flyalone/AdobeStock<br />

FESTIVAL DELLA<br />

SALUTE GLOBALE<br />

A PADOVA, DAL 2 AL 5 APRILE, PER DISCUTERE DI ACCESSO<br />

ALLE CURE, PREVENZIONE DELLE MALATTIE,<br />

CAMBIAMENTO CLIMATICO E SVILUPPO SOSTENIBILE<br />

di Walter Ricciardi e Stefano Vella<br />

[Direttori scientifici del Festival]<br />

<strong>La</strong> Dichiarazione universale<br />

dei diritti dell’uomo e la Costituzione<br />

italiana indicano<br />

la salute come diritto fondamentale<br />

e garanzia per la collettività. Malgrado<br />

lo sviluppo tecnologico e il pro-<br />

gresso scientifico della biomedicina,<br />

nel mondo permangono intollerabili<br />

disuguaglianze in termini di accesso<br />

alle cure e ai servizi sanitari, aspettativa<br />

di vita e mortalità per malattie,<br />

molte delle quali prevenibili e curabili.<br />

Erroneamente lo si ritiene un problema<br />

limitato ai Paesi più poveri, ma<br />

le disuguaglianze in questo ambito<br />

riguardano anche le nazioni più ricche,<br />

soprattutto in questo momento<br />

storico caratterizzato da un difficile<br />

80


I LUOGHI<br />

Tutti gli eventi del Festival si svolgono nelle sale messe a disposizione dal Comune e dall’Università di Padova. In<br />

particolare Palazzo Moroni, Palazzo Bo, Centro culturale Altinate San Gaetano, piazza dei Signori (sala della Gran<br />

Guardia), Palazzo Liviano (sala dei Giganti), Museo di storia e medicina di Padova - Musme, Caffè Pedrocchi.<br />

Tre punti informativi sono localizzati in piazza delle Erbe, piazza Cavour e nella stazione di Padova. Nello scalo ferroviario,<br />

tutti i giorni del Festival dalle 9 alle 19, Medici con l’Africa Cuamm organizza Il treno della salute, un servizio di prestazioni<br />

sanitarie e consulenze gratuite.<br />

Festival della salute globale 2019<br />

contesto economico-finanziario e<br />

geopolitico.<br />

Medici, scienziati, sociologi, storici,<br />

politici ed esperti italiani e internazionali<br />

si riuniscono a Padova, dal 2<br />

al 5 aprile, per il Festival della salute<br />

globale organizzato dagli Editori <strong>La</strong>terza,<br />

in collaborazione con il Comune<br />

e l’Università di Padova e la ong<br />

Medici con l’Africa Cuamm. Diverse<br />

le tematiche sul tavolo: dal diritto universale<br />

alla salute e alla prevenzione<br />

delle malattie, dall’educazione sanitaria<br />

all’economia verde, dall’industria<br />

sostenibile alla sana alimentazione,<br />

dalla mobilità urbana al futuro delle<br />

nostre città.<br />

<strong>La</strong> salute, infatti, secondo l’Organiz-<br />

I TEMI<br />

• Urban health e periferie urbane<br />

• Innovazione e frontiere della medicina<br />

• Sistemi sanitari, Agenda 2030, salute e disuguaglianze<br />

• Demografia, invecchiamento e adolescenza<br />

• Malattie infettive, Aids, tubercolosi e malaria<br />

• Malattie croniche e cancro<br />

• Alimentazione e stili di vita<br />

• Diritti umani e cooperazione internazionale<br />

• Cambiamento climatico e planetary health<br />

zazione mondiale della sanità, non è<br />

«la semplice assenza dello stato di<br />

malattia o di infermità», ma piuttosto<br />

«uno stato di completo benessere fisico,<br />

mentale e sociale». Per questo,<br />

durante il Festival, non si affronteranno<br />

soltanto gli aspetti biomedici della<br />

questione, ma si allargherà lo sguardo<br />

sui fattori sociali ed economici, culturali<br />

e ambientali della salute. Inoltre, il<br />

festival si occuperà anche dell’impatto<br />

che il cambiamento climatico sta<br />

avendo (e purtroppo avrà) sulle nostre<br />

vite. Un messaggio forte deve diffondersi<br />

in questi quattro giorni: che la<br />

salute dell’uomo è inestricabilmente<br />

connessa con quella del Pianeta.<br />

Combattere le diseguaglianze nell’accesso<br />

alle cure, tra Paesi diversi ma<br />

anche all’interno degli stessi, è una<br />

battaglia da portare avanti insieme.<br />

Perché, in un mondo interconnesso<br />

e sempre più piccolo, occuparsi della<br />

salute di chi è più lontano significa<br />

curare e prevenire le malattie di chi ti<br />

sta accanto.<br />

festivalsaluteglobale.it<br />

L’ANTEPRIMA<br />

Il 14 marzo alle 11, al Teatro Verdi di<br />

Padova, l’evento di anteprima del<br />

Festival intitolato <strong>La</strong> mia salute, la salute<br />

di tutti, la salute del Pianeta prevede<br />

un dialogo tra i due direttori, Walter<br />

Ricciardi e Stefano Vella, professori<br />

all’Università Cattolica del Sacro Cuore<br />

di Roma, e Rosario Rizzuto, rettore<br />

dell’Università di Padova. A moderare<br />

l’incontro <strong>La</strong>ura Berti (Tg2) e Paolo<br />

Possamai (Il Mattino di Padova).<br />

PADOVA<br />

90 FRECCE AL GIORNO<br />

81


UN TRENO DI LIBRI<br />

Invito alla lettura di Alberto Brandani<br />

[Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Elba-Brignetti]<br />

In viaggio con il Prof<br />

LADIES FOOTBALL CLUB<br />

UNA BALLATA EPICA DEL CALCIO (AL FEMMINILE):<br />

GRANDE AMORE UNIVERSALE E METAFORA DELLA VITA<br />

una volta un bambino<br />

dotato per il nuoto.<br />

C’era<br />

<strong>La</strong> famiglia a cinque anni<br />

glielo impose. In realtà amava il pallone<br />

e arrivato a dieci anni disse, tutto<br />

serio, alla madre: «Da oggi andrò solo<br />

a calcio». Trent’anni dopo, da manager<br />

affermato, continua a giocare<br />

nelle squadre di seconda categoria.<br />

E, in una vita ricca di incontri ai massimi<br />

livelli, non può certo fare a meno<br />

di passare le sue domeniche nella<br />

squadra del Radicondoli. Del resto,<br />

Bernard Shaw diceva, grosso modo,<br />

che il calcio racchiude in 90 minuti<br />

l’intero universo e il Balzac di questo<br />

epico sport, Gianni Brera, aveva per<br />

primo colto nel campionato di calcio<br />

una metafora della vita. Ma su questo<br />

torneremo.<br />

Con il suo bel libro Stefano Massini ci<br />

regala un’autentica ballata. L’architettura<br />

linguistica e teatrale racchiude i<br />

capitoli in una cornice ideale che parte<br />

dalla squadra e fi nisce a Stamford<br />

Bridge. Il risultato scenico e acustico<br />

è a dir poco spettacolare: nel leggere<br />

i numeri delle maglie e i nomi sembra<br />

di sentire gli altoparlanti dello stadio<br />

e, per dirla come il grande Mourinho,<br />

«il rumore dei nemici».<br />

Ma veniamo alla storia. È il 6 aprile<br />

1917. Gli Usa entrano in guerra, il bollettino<br />

dei morti si allunga ogni giorno<br />

e Lenin sta preparando la rivoluzione<br />

russa. Nel cortile di una fabbrica<br />

di munizioni di Sheffi eld, durante la<br />

pausa pranzo, un gruppo di operaie<br />

prende a calci una palla, un prototipo<br />

innocuo di bomba, abbandonato<br />

là. È il calcio d’inizio di questa storia,<br />

il primo sfogo di rabbia di queste donne:<br />

mariti, padri e fi gli sono in guerra,<br />

mentre loro combattono contro la solitudine<br />

e lo schifo. Undici donne, 11<br />

storie, 11 guerriere che vogliono fare<br />

la loro parte. Massini disegna ciascuna,<br />

c’è chi legge Marx, chi vuole essere<br />

invisibile oppure diventare suora.<br />

Penelope parla in un modo tutto suo<br />

e vede le cose come stanno, Rosalyn,<br />

enorme, difende la porta come se ne<br />

andasse della sua stessa vita. Queste<br />

povere anime vengono ricamate con<br />

lo stesso fi lo e poi sollevate in alto<br />

tutte insieme. E si fondono in una sola<br />

meravigliosa entità: le <strong>La</strong>dies Football<br />

Club. Hanno insegnato loro a essere<br />

pazienti e compassionevoli crocerossine.<br />

E invece diventeranno una squadra,<br />

la prima in assoluto, che osa sovvertire<br />

le regole di un gioco allora solo<br />

maschile. Indosseranno pesanti divise<br />

nere e si sentiranno vive insieme, sul<br />

campo. Con l’entusiasmo di prendere<br />

a calci una palla e infi larla in rete (non<br />

importa quale!).<br />

Saranno, insomma, le nostre eroine.<br />

A volte perdono, ma quando Rosalyn<br />

Taylor scappa via stringendo un pallone,<br />

forse tutto lo stadio di Stamford<br />

Bridge sarebbe voluto fuggire con lei.<br />

Beppe Severgnini sarebbe d’accordo.<br />

Il campionato di calcio è una metafora<br />

perfetta della vita e del campionato<br />

del potere con quattro regole ferree:<br />

1. quantità (intesa come allenamento<br />

e dedizione), è solo un prerequisito;<br />

2. qualità, estro, fantasia intelligente;<br />

3. dèi benevoli, perché dai gravi infortuni<br />

non sempre si riesce a risollevarsi;<br />

4. fi sico bestiale, per sopportare le<br />

avversità, i veleni, le cattiverie e le ingiustizie.<br />

Sapendo che alla retorica domanda<br />

«ma ne valeva la pena?» si possa rispondere<br />

senza incertezze (le ragazze<br />

inglesi e tutti noi) «sì, ne vale la<br />

pena».<br />

Mondadori, pp. 192 € 16<br />

83


UN TRENO DI LIBRI<br />

Un assaggio di lettura<br />

BRANI TRATTI DA LADIES FOOTBALL CLUB<br />

Giovane dilettante<br />

Il fenomeno del calcio femminile nacque in Inghilterra,<br />

negli anni della Prima guerra mondiale. Squadre divenute<br />

poi leggendarie come le Dick Kerr’s <strong>La</strong>dies si formarono<br />

fra le operaie di stabilimenti tessili o di munizioni, e<br />

in breve tempo crebbero a dismisura nell’affetto e nel seguito<br />

del pubblico, procurandosi l’aperta ostilità delle istituzioni<br />

maschili del calcio.<br />

Molte di queste squadre furono dunque costrette a sciogliersi<br />

per legge, dopo pochi anni di incredibili successi. Questa è la<br />

storia di una di loro.<br />

<strong>La</strong> squadra<br />

Maglia n. 1 – Rosalyn Taylor<br />

Maglia n. 2 – Olivia Lloyd<br />

Maglia n. 3 – Justine Wright<br />

Maglia n. 4 – Penelope Anderson<br />

Maglia n. 5 – Abigail Clarke<br />

Maglia n. 6 – Haylie Owen<br />

Maglia n. 7 – Melanie Murray<br />

Maglia n. 8 – Violet Chapman<br />

Maglia n. 9 – Brianna Griffi th<br />

Maglia n. 10 – Sherill Bryan<br />

Maglia n. 11 – Berenice MacDougall<br />

[...]<br />

Lei il football l’aveva sempre avuto dentro.<br />

Certo: allo stadio nessuno ce la portava.<br />

Ma suo padre non parlava d’altro.<br />

Era cresciuta, in casa, con football e litanie,<br />

che sua madre era una donna religiosa,<br />

e cosa non avrebbe pagato<br />

perché Violet si facesse suora.<br />

Ahimè: forse le sarebbe andata bene,<br />

se non ci fosse stato in casa tutto quel football nell’aria.<br />

Violet si era fatta un campionato a modo suo:<br />

a dieci anni<br />

trovò nel cassetto i santini di sua madre,<br />

e con quelli faceva le formazioni:<br />

san Pietro in porta, con tanto di chiavi.<br />

In attacco:<br />

san Giorgio, san Gabriele e san Michele,<br />

arcangeli con la spada.<br />

Era il Paradiso Football Club.<br />

E ovviamente nella testa di Violet Chapman<br />

la squadra vinceva sempre.<br />

Ecco perché, fra tutte, fu lei a tirare il primo calcio.<br />

Che comunque, come disse la maglia 5, Abigail Clarke:<br />

«Anche se il calcio non lo avesse dato lei,<br />

sarebbe stata un’altra:<br />

dovevamo iniziare, era scritto non so dove, era deciso.»<br />

E Abigail Clarke<br />

vedeva le cose esattamente come stanno.<br />

Quel 6 di aprile, insomma,<br />

in un cortile di Sheffi eld<br />

c’era una storia tutta da scrivere,<br />

fra undici operaie e un pallone.<br />

Centrocampo:<br />

san Patrizio, san Lorenzo.<br />

Difesa:<br />

san Colombano, sant’Agostino, san Goffredo.<br />

Fasce laterali:<br />

san Sebastiano, san Paolo.<br />

E a Justine Wright la cosa piacque subito da matti.<br />

Non foss’altro perché cercava da anni marito<br />

disperatamente<br />

senza trovarlo.<br />

Per cui le piacque<br />

eccome<br />

l’idea di prendere a calci un pallone:<br />

maschile singolare.<br />

84


Un assaggio di lettura<br />

Con tutto che – a dire il vero –<br />

non era un pallone, ma una palla.<br />

Femminile, singolare.<br />

[...]<br />

Ignoravano che di lì a poco<br />

niente sarebbe stato più come prima.<br />

Violet Chapman<br />

fu lei la responsabile.<br />

Finì di mangiare il suo sandwich<br />

aringa e salsa<br />

accartocciò il tovagliolo unto<br />

si stropicciò le mani<br />

con la lingua si ripulì le labbra dai residui del sale<br />

e intanto...<br />

E intanto…<br />

E intanto, con gli occhi…<br />

Con gli occhi fissava<br />

là nel mezzo<br />

a dieci passi<br />

ciò che nessuno finora aveva visto:<br />

Sister K, la sorellina buona,<br />

dopo l’ultimo lancio di ieri<br />

era finita<br />

– chissà come, chissà perché –<br />

proprio nel mezzo del cortile.<br />

Ma non così a caso, no:<br />

era nel preciso punto – geometrico –<br />

fra le diagonali.<br />

nella forza di un calcio<br />

con tutta l’energia di quel sandwich aringa e salsa.<br />

E lì accadde l’impensabile.<br />

Fu come se tutte<br />

– senza parlarsi –<br />

sentissero che là<br />

– in quella palla –<br />

c’era l’occasione del momento,<br />

e non solo del momento:<br />

pure della giornata, dell’anno e del secolo.<br />

[...]<br />

Sherill Bryan decise di apparire:<br />

era il suo turno, toccava a lei,<br />

far finta di non esserci non serviva,<br />

non serviva dal momento che c’era.<br />

Era in campo, era nella squadra, era una delle undici,<br />

e chi se ne importa col numero 1, 4 o 11:<br />

comunque c’era.<br />

E dal momento che c’era,<br />

non restava che esserci.<br />

Tanto più che non aveva figli.<br />

Sulla fascia laterale<br />

all’improvviso<br />

Justine Wright<br />

vide sfrecciare Sherill Bryan<br />

con una luce tutta nuova negli occhi.<br />

Anche Justine non aveva figli,<br />

per cui<br />

colse al volo,<br />

e l’impresa le sembrò stupenda:<br />

Palla al centro?<br />

Palla al centro.<br />

Si fece silenzio.<br />

Si fa sempre silenzio,<br />

quando il caso e l’umanità trovano un’intesa.<br />

[...]<br />

E fu la prova dell’esistenza di Dio.<br />

Per cui Violet Chapman,<br />

in un improvviso slancio<br />

– non sportivo: disperato –<br />

si precipitò sulla palla a centrocampo<br />

e urlando come una sogliola vichinga<br />

buttò fuori il peggio e il meglio di sé,<br />

lo schifo del mondo, la merda, la guerra:<br />

di tutto questo<br />

fece un fagotto<br />

e lo buttò giù, giù, fino ai piedi<br />

– come la zia ma senza rischi di finire suora –<br />

vomitandolo<br />

Desiree van Lunteren, Nazionale olandese, e Alia Guagni, Nazionale italiana,<br />

durante la Coppa del Mondo femminile (2019)<br />

© Rico Brouwer/Soccrates/Getty Images<br />

85


UN TRENO DI LIBRI<br />

Un assaggio di lettura<br />

© Valerio Pennicino/Getty Images<br />

Jose Mourinho, allenatore dell’Inter, durante la partita Inter-Sampdoria (2010)<br />

unica<br />

indelebile<br />

incisa sul marmo nella storia del football<br />

e dell’umanità intera.<br />

Era il 4 di novembre del 1917.<br />

Piena Rivoluzione Russa.<br />

[...]<br />

Diffi cile da concepire.<br />

Insomma, non è cosa da poco<br />

se parti in guerra lasciando a casa un’operaia<br />

e quando torni c’è Nostra Signora del Football.<br />

Fu deciso che anche stavolta<br />

ne sarebbero uscite insieme.<br />

come Erode, sì!<br />

come Erode, sì,<br />

come Erode, sì,<br />

come Erode, li avrebbero ammazzati tutti.<br />

Erano in due, sole ma terribili,<br />

all’attacco dell’asilo nido…<br />

… come un muro gli si pararono in difesa<br />

due draghetti alti sì e no un metro,<br />

ma Justine li aggirò, dribblando,<br />

e passò dritta all’altra…<br />

… «E questa chi è? Da dov’è uscita?» si domandavano tutti,<br />

fuori e dentro il campo,<br />

come se le undici d’un tratto fossero state ventuno:<br />

la ragazza era incontenibile…<br />

… «Sfondaaa Sheriiilll!» le urlò Justine<br />

con tutto il fi ato che aveva,<br />

non appena, assediata da ogni parte,<br />

miss Bryan entrò in area di rigore…<br />

… «Muoriii, vacca!» le gridò la setta delle mamme,<br />

che se solo lo avesse avuto<br />

avrebbe usato volentieri il mitra…<br />

… ma neanche quello l’avrebbe fermata:<br />

Sherill Bryan era lì per riprendersi tutta la luce<br />

di vent’anni d’ombra:<br />

scavalcò un difensore, ne evitò un altro,<br />

puntò l’incrocio dei pali,<br />

su, su, in alto,<br />

dov’era certa che il miniportiere<br />

mai e poi mai – neppure con la scala – sarebbe arrivato,<br />

e piazzò una cannonata<br />

Decisione collegiale.<br />

Strategia di squadra.<br />

Di elaborarla<br />

se ne fece carico Abigail Clarke,<br />

che a guardar le cose in faccia c’era abituata.<br />

Era sempre lei a dare le brutte notizie:<br />

in fabbrica era un po’ la sua funzione.<br />

Forse perché non conosceva giri di parole,<br />

andava dritta all’essenziale.<br />

Nel suo quartiere<br />

ogni volta che il marito di qualcuna<br />

era morto in guerra,<br />

si era sempre incaricata Abigail<br />

di farglielo sapere.<br />

Eseguiva: precisa, tecnica, senza ghirigori.<br />

Si diceva che una volta<br />

non avesse neppure aperto bocca:<br />

semplicemente – sulla porta di casa –<br />

dove c’era scritto HOWER,<br />

ci aveva aggiunto VEDOVA.<br />

Il messaggio era arrivato.<br />

Ottimo. Usò lo stesso metodo.<br />

Il giorno stesso del ritorno<br />

per Teddy, William, George e compagnia<br />

c’era uno striscione sulla facciata di casa:<br />

BENTORNATO AL MARITO DELLA CAMPIONESSA.<br />

Dopodiché, sulla porta,<br />

era appesa una foto della moglie in versione football,<br />

con su scritto a caratteri ben chiari<br />

C’È SEMPRE UN GRANDE UOMO<br />

DIETRO UNA REGINA DEL CALCIO.<br />

Olivia Lloyd l’aveva copiato da<br />

...«C’è sempre una gran donna<br />

dietro un re dei ghiacci»:<br />

era l’intervista alla moglie di Falcon Scott,<br />

l’esploratore dell’Antartide.<br />

E funzionò decisamente.<br />

86


Lo scaffale della <strong>Freccia</strong><br />

UN ANNO FELICE<br />

Chiara Francini<br />

Rizzoli, pp. 345 € 18<br />

Le ragazze attendono l'Amore.<br />

Quando arriva, il fulgore le abbaglia<br />

tanto che a volte non ne distinguono<br />

bene il volto. Chiara Francini si<br />

cimenta in una prova narrativa<br />

ambiziosa percorrendo l'evoluzione<br />

di un rapporto che prende una piega<br />

sbagliata, una trappola spietata in<br />

cui tante donne cadono accecate<br />

dai sentimenti. Racconto magnetico,<br />

formidabile crescendo drammatico,<br />

prosa originale.<br />

RUVIDE BESTIE<br />

Rae Delbianco<br />

Neri Pozza, pp. 303 € 18<br />

Contea di Box Elder, negli Stati<br />

Uniti. Il cielo nero comincia appena<br />

a stemperarsi quando Wyatt Smith<br />

si avvicina alla sua mandria. Una<br />

ragazzina macilenta ferisce le sue<br />

bestie. Catturata e portata al ranch,<br />

la bimba che vive nei boschi riesce<br />

a fuggire. Bisogna mettersi sulle<br />

sue tracce in un inseguimento reso<br />

selvaggio e spietato dal cielo inaridito<br />

dello Utah e dall’arsura del deserto<br />

del Great Salt <strong>La</strong>ke.<br />

FIGLIO DEL LUPO<br />

Romana Petri<br />

Mondadori, pp. 375 € 19,50<br />

Avere una madre come Flora<br />

Wellman che parlava di spiritismo<br />

deve pur aver contato qualcosa<br />

per diventare il migliore. Per<br />

diventare Jack London. Romana<br />

Petri ha raccolto una delle sfide<br />

più fascinose che una scrittrice<br />

potesse intravedere: quella di<br />

raccontare la furia di vivere di<br />

un uomo che ha fatto il pugile, il<br />

cacciatore di foche, l'agente di<br />

assicurazioni e il cercatore d'oro.<br />

LE AFFACCIATE<br />

Caterina Perali<br />

Neo Edizioni, pp. 168 € 11,90<br />

Dopo anni di lavoro in<br />

un’importante società di eventi,<br />

Nina viene lasciata a casa. Cinica<br />

e piena di pregiudizi, circoscrive la<br />

vita nei confini del suo palazzo di<br />

ringhiera, mantenendo una florida<br />

routine sui social. Trascorre le<br />

giornate a osservare i condomini,<br />

finché la sua attenzione si<br />

concentra su una vicina, perno<br />

silente e misterioso di un gineceo<br />

di tre anziane. G.B.<br />

TROPICARIO ITALIANO<br />

Fabrizio Patriarca,<br />

66thand2nd, pp. 160 € 15<br />

Nell’epoca del low cost, in cui<br />

girare il mondo a qualunque<br />

condizione, un intellettuale pentito<br />

racconta le trappole del turismo<br />

contemporaneo, dove tutto sembra<br />

un paradiso perduto e incontaminato.<br />

Esercizio di intelligenza che misura<br />

lo stacco tra mondo reale e catalogo,<br />

tra luoghi e marketing, con un occhio<br />

al ’900 “viaggiato” da grandi scrittori<br />

italiani e l’altro alla fotocamera<br />

dell’iPhone. G.B.<br />

AUTOSALONE CORALLO<br />

Emanuele Tirelli<br />

Ad Est dell’Equatore, pp. 200 € 14<br />

Per uno scherzo del destino,<br />

l’11enne Daniele Rocci viene<br />

considerato una promessa del<br />

calcio. Il ragazzino non ha però il<br />

pibe de oro. Venticinque anni dopo,<br />

è marito, padre di due figli e, in<br />

seguito alla chiusura dell’agenzia<br />

immobiliare dove lavorava, anche<br />

disoccupato. Tutto cambia quando<br />

viene assunto all’autosalone Corallo,<br />

il cui proprietario ha una sola regola:<br />

essere sempre primo. G.B.<br />

87


ARTE<br />

Filippo Palizzi<br />

Donne che scavano a Pompei (1870)<br />

Olio su tela<br />

Collezione privata<br />

PARLAMI DI TE<br />

88


A BRESCIA DONNE<br />

NELL'ARTE. DA<br />

TIZIANO A BOLDINI,<br />

UNO SPACCATO DEL<br />

RUOLO FEMMINILE<br />

DAL PRIMO<br />

RINASCIMENTO<br />

ALLA BELLE<br />

EPOQUE. NOVANTA<br />

DIPINTI, TRA CUI<br />

MOLTI INEDITI,<br />

CHE SEMBRANO<br />

RACCONTARE<br />

ANCHE L’OGGI<br />

di Sandra Gesualdi<br />

sandragesu<br />

Il tema della donna nell’arte non<br />

è una novità. Madonne, dame,<br />

corpi, volti, icone. Da sempre l’universo<br />

femminile è stato luogo d’indagine,<br />

soggetto estetico studiato,<br />

ammirato, spesso sfruttato da pittori<br />

e scultori. Anche la mostra di Palazzo<br />

Martinengo a Brescia è abitata da nobildonne<br />

acconciate alla moda, sen-<br />

suali modelle, popolane scalze, eroine<br />

leggendarie o ascetiche sante. «È<br />

un argomento di grande attualità»,<br />

racconta Davide Dotti, preparato ed<br />

energico curatore di Donne nell’arte.<br />

Da Tiziano a Boldini, in programma<br />

fino al 7 giugno nella città lombarda.<br />

«Ho provato ad affrontare attraverso<br />

il linguaggio immediato della pittura<br />

i ruoli femminili nella società, la<br />

maternità, il lavoro, le sofferenze. Le<br />

opere smuovono sentimenti e riflessioni<br />

anche nei non addetti ai lavori».<br />

Un periodo lungo quattro secoli che<br />

dagli inizi del Rinascimento lambisce<br />

la Belle Epoque. Novanta capolavori<br />

tra cui una Maddalena di Tiziano con<br />

firma autografa per esteso e, per la<br />

prima volta in Italia, 25 inediti, un disegno<br />

preparatorio del Bacio di Klimt<br />

che apre la strada a nuove ricerche,<br />

qualche big come Guercino, Hayez<br />

e Boldini, il pittore delle signore. Poi<br />

un avvicendarsi di scoperte. Dentro<br />

ogni quadro, uscito da privilegiate<br />

collezioni private, c’è la biografia di<br />

una donna che riaffiora dal passato<br />

e l’acuta pennellata di artisti poco<br />

noti capaci di esprimere bellezza,<br />

con tecnica e colori inaspettati. Ecco<br />

la novità della rassegna curata da<br />

Dotti: gli strati di conoscenza, i livelli<br />

d’osservazione, i rimandi all’oggi. Ci<br />

si imbatte in danzatrici adolescenti,<br />

fruttivendole romane, giovani spose,<br />

frivole fanciulle borghesi, modelle<br />

discinte che si prestano all’avidità<br />

dell’osservatore, interni borghesi,<br />

odalische, regine. Ma accanto alle<br />

candide lady ingioiellate – radiosa<br />

la Nanne Wiborg Schrader di Boldini<br />

circondata da pennellate prefuturiste<br />

– o alla donzella sorridente sorpresa<br />

da folate di vento, sono descritti<br />

secoli e secoli di sfruttamento, violenza,<br />

disparità sociale, resistenza.<br />

Superato l’impatto estetico, le protagoniste<br />

delle tele sembrano dar voce<br />

alle donne di oggi nel denunciare<br />

quanto ancora il mondo è per lo più<br />

declinato al maschile e quanti sforzi<br />

abbiano praticato per allungare il<br />

passo. <strong>La</strong> stessa nicchia dell’arte è<br />

stata luogo di maschilismo e reclusione<br />

per molto tempo. Le rose, i tulipani<br />

e gelsomini o le composizioni<br />

di pesci di Francesca Volò ed Elena<br />

Recco, ignote pittrici del ’700, sono<br />

stipate in tavolette di piccole dimensioni,<br />

adatte per composizioni da studiolo,<br />

perché la pittura in gonnella<br />

doveva essere praticata in casa.<br />

Ettore Tito<br />

Con la rosa tra le labbra (1895)<br />

Olio su tavola<br />

Collezione privata<br />

89


ARTE<br />

Nella sezione dei posati spicca Francesca<br />

Lechi detta Fanny, immortalata<br />

da Appiani. Bagliore sul volto, vestita<br />

di pizzi come si addiceva al suo<br />

rango nobiliare, tra le mani ha una<br />

corona di mirto. Dotata d’intelletto<br />

scaltrissimo, gli occhi belli ricordati<br />

da Stendhal, inseguì passioni civili<br />

e sentimentali senza risparmiarsi. Il<br />

marito da cui era fuggita se la riprese<br />

e la fece ritrarre con il mirto, simbolo<br />

di fedeltà coniugale, ma non<br />

riuscì a toglierle quell’espressione<br />

malinconia e quel sorriso estraneo<br />

e distaccato.<br />

Artemisia Gentileschi<br />

Cleopatra morsa dall'aspide (1620-25)<br />

Olio su tela<br />

Collezione Cavallini-Sgarbi<br />

90


Angelo Garino<br />

Interno con modella nuda (1920)<br />

Olio su tela<br />

Collezione privata<br />

Courtesy Arcuti Fine Art<br />

<strong>La</strong> Fondazione Marcegaglia Onlus,<br />

che si occupa di progetti solidali<br />

e micro imprenditoria femminile, è<br />

partner del progetto e ha accompagnato<br />

ogni sezione tematica con<br />

alcune testimonianze. Così, accanto<br />

al Suicidio di Lucrezia del Savolini,<br />

che si pugnalò per denunciare lo<br />

stupro subito, si può leggere una<br />

delle tante storie di violenza quotidiana.<br />

Gli ultimi dati Istat scuotono:<br />

quasi sette milioni di italiane dai 16<br />

ai 70 anni sono state vittime almeno<br />

una volta nella vita di una forma<br />

di sopruso. Più avanti c’è Artemisia<br />

Gentileschi, famosa per proiettare<br />

sulle tele, con veemenza, l’abuso<br />

subito. Dotti riesce anche a farsi imprestare<br />

dagli Sgarbi una rara Cleopatra<br />

morsa dall’aspide che sembra<br />

un manifesto di denuncia e autodeterminazione.<br />

Artemisia all’inizio del<br />

’600 si spoglia di stereotipi e offre<br />

alla regina d’Egitto, con la quale si<br />

identifica nel sentimento d’amore<br />

e morte, il suo volto sofferente e le<br />

sue forme carnose. Supera l’idealizzazione<br />

del corpo tipica del classicismo<br />

e si mostra senza vergogna,<br />

in un autoritratto che trasuda di reale<br />

dolore.<br />

Passano in rassegna decine di occhi<br />

vivi, bocche pittate, madri indigenti,<br />

femme fatale e amanti sensuali<br />

(quelle scomposte di Boldini<br />

sembrano immerse nelle geometrie<br />

nere del Neocubismo italiano<br />

anni ’50), insieme a pie ricamatrici<br />

e instancabili lavoratrici, lavandaie,<br />

contadine, pastorelle. Tra questa<br />

schiera di eroine alcune restano impresse<br />

e suggestionano. Palizzi nel<br />

1870 firma Scavi a Pompei e lascia<br />

un fermo immagine dirompente a<br />

una lettura sociologica. Pompei è<br />

stata scavata da donne che trasportavano<br />

secchi di detriti e terra sulla<br />

testa, a nero o sottopagate, mentre<br />

gli uomini si dilettavano a fare gli<br />

studiosi di archeologia. <strong>La</strong> ragazza<br />

scalza resa immortale dall’olio<br />

di Palizzi ha posato la cesta con le<br />

macerie per guardare incantata un<br />

muro affrescato, quasi in un gesto<br />

di disobbedienza. È attratta dalla<br />

bellezza dell’antico. L’arte può sedurre<br />

anche chi è privo di strumenti<br />

culturali e fermare per un attimo la<br />

condizione di ingiustizia sociale, arretratezza<br />

di genere e speculazione<br />

salariale. Anche la giovane che Tito<br />

dipinge in Con la rosa tra le labbra<br />

potrebbe essere una liceale di oggi,<br />

con il cerchietto tra i capelli disordinati,<br />

lo sguardo altrove e la carica<br />

di libertà che emana. E invece siamo<br />

nel 1895. Infine ci si imbatte in<br />

Tea, la più carismatica creatura rappresentata<br />

in mostra. In Interno con<br />

modella nuda Garino, a inizio del<br />

secolo scorso, adagia la diva francese<br />

tra broccati e piume di struzzo.<br />

Tea ha uno sguardo fisso su chi la<br />

guarda, si mostra spavalda, a seni<br />

nudi, mai volgare, eccentrica, sicura<br />

di sé. È il primo ritratto, bellissimo,<br />

della storia dell’arte moderna a una<br />

donna transgender.<br />

donnenellarte.it<br />

amicimartinengo<br />

BRESCIA<br />

55 FRECCE AL GIORNO<br />

91


ARTE<br />

LE DONNE DI<br />

RAFFAELLO<br />

RAFFAELLO<br />

SCUDERIE DEL QUIRINALE<br />

SCONTI TRENITALIA<br />

Raffaello Sanzio<br />

<strong>La</strong> Fornarina (1520 circa)<br />

Olio su tavola<br />

Courtesy Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma<br />

92


LA RAFFIGURAZIONE<br />

DELL’UNIVERSO FEMMINILE NEI<br />

200 CAPOLAVORI DELL’URBINATE<br />

ESPOSTI A ROMA A 500 ANNI<br />

DALLA SUA MORTE<br />

di Bruno Ployer<br />

«<br />

Raffaello capiva le donne». Con questa affermazione,<br />

piena dell’esperienza di storica dell’arte<br />

e di sottigliezza, Marzia Faietti parla del rapporto<br />

del grande artista con l’universo femminile, delle<br />

figure di donna disseminate nelle sue opere e nella sua<br />

vita.<br />

Faietti è la curatrice, con Matteo <strong>La</strong>franconi, della mostra<br />

monografica Raffaello, dedicata all’urbinate nel cinquecentenario<br />

della sua morte, avvenuta a Roma il 6 aprile<br />

1520, a 37 anni. In collaborazione con la Galleria degli<br />

Uffizi, alle Scuderie del Quirinale, nella Capitale, sono<br />

esposti dal 5 marzo al 2 giugno oltre 200 capolavori tra<br />

dipinti, disegni e opere di confronto, giunti dalle collezioni<br />

di istituzioni italiane e internazionali.<br />

Come arriva a dire che Raffaello capiva le donne?<br />

Lo dico con intuito femminile, piuttosto che con il rigore<br />

filologico della studiosa, però è un intuito che si basa sulla<br />

lettura delle immagini. Le figure di donne sono molto<br />

differenziate nella sua pittura, dai ritratti alle teste delle<br />

composizioni corali, come parte di una folla anonima.<br />

Prendiamo le cosiddette arie di testa: è una attitudine a<br />

metà tra la postura, l’atteggiamento del capo, lo sguardo,<br />

l’espressione interna e la psicologia, anche se ancora<br />

non possiamo definirla così. Come Leonardo, «Raffaello<br />

aveva il dono della grazia», diceva Vasari nei suoi scritti<br />

sull’arte. Osservava le donne in modo entusiastico, con<br />

l’attenzione che riservava peraltro a ogni aspetto della<br />

Natura. Nei ritratti riusciva a circoscriverne personalità,<br />

stato sociale, piccola storia.<br />

Per gli artisti dell’epoca cosa significava l’espressione<br />

«bella donna»?<br />

Era la metafora della bella pittura e anche il bell’artista<br />

diventava una metafora della bella pittura. C’è come una<br />

simbiosi tra le figure della donna e dell’artista.<br />

In che modo Raffaello portava la bellezza nelle sue<br />

opere?<br />

L’artista capisce che l’idea di bellezza è universale,<br />

astratta, che deve però essere concretizzata nella realtà,<br />

ha bisogno di un correttivo e quindi lui dice: «Non ci sono<br />

a Roma donne abbastanza belle per dipingere la mia Galatea».<br />

Per cui deve selezionare, perché ha in mente una<br />

sua idea di bellezza, molto concreta e talvolta carnale,<br />

come nel caso della Fornarina. <strong>La</strong> letteratura dell’epoca<br />

parla di donne belle dentro e fuori: la bellezza esteriore<br />

è il riflesso di quella interiore, di una virtù. Nella vita pratica<br />

forse le cose non erano molto distanti da come sono<br />

oggi, ma la base culturale era diversa.<br />

C’è qualcosa che accomuna le donne rappresentate<br />

dal pittore?<br />

Raffaello Sanzio<br />

<strong>La</strong> Madonna del Granduca (1506-1507 circa)<br />

Olio su tavola<br />

Palazzo Pitti, Galleria Palatina (FI)<br />

È molto difficile descriverle con un unico aggettivo:<br />

sono tante e cambiano a seconda dell’evoluzione<br />

dell’artista. Però una cosa le accomuna: quando dipinge<br />

una donna, Raffaello è come se ci mettesse la pienezza.<br />

Per lui sono come grandi vasi: sono madri, mogli, amanti,<br />

manifestazioni di una Natura benigna che ispira loro<br />

un senso grandioso di concretezza terrena e di aspirazione<br />

al cielo. Da giovane immagina donne sottili, poi<br />

pian piano le fa più carnose, riflettendo gli studi sull’antichità<br />

portati avanti quando giunge a Roma. Viene colpito<br />

dalle statue, dalle Veneri: le dimensioni cambiano,<br />

tutto è all’interno di una forma rotonda ideale. Queste<br />

donne sono, insomma, l’origine della vita.<br />

<strong>La</strong> bella fornarina che vediamo in uno dei suoi dipinti<br />

più famosi fu veramente un’amante di Raffaello? Qual<br />

è la versione più accreditata tra gli storici dell’arte?<br />

Ce ne sono tante, c’è anche chi mette in dubbio che il<br />

dipinto sia davvero di Raffaello, ma io non sono d’accordo.<br />

Credo che sia suo e sembra che sia stata proprio<br />

l’ultima compagna del pittore, però anche lei<br />

semi-idealizzata, perché la parte del busto è ispirata<br />

93


ARTE<br />

nettamente a una statua antica: è<br />

una statua che si fa carne e sopra<br />

c’è il volto di una donna reale. Nelle<br />

opere di Raffaello abbiamo spesso<br />

una sintesi di diversi modelli culturali,<br />

qui abbiamo invece una scomposizione,<br />

perché da una parte c’è<br />

il volto che fa credere che questa<br />

donna sia stata l’amante, dall’altro<br />

un corpo impostato in maniera quasi<br />

classica. Questa scomposizione<br />

ci fa notare che per l’artista ognuno<br />

dei suoi contemporanei era l’erede<br />

di una grande Storia, era l’uomo<br />

che credeva alla ricongiunzione tra<br />

l’antico e il presente. <strong>La</strong> Fornarina,<br />

proprio perché era il ritratto più intimo<br />

per lui, è il frutto di una scomposizione.<br />

È come se dicesse: «Tu sei<br />

tu, concreta, ma io sono pittore e ti<br />

dipingo come una statua». Questo,<br />

secondo me, è un atto d’amore molto<br />

grande.<br />

Raffaello, che riceveva molti incarichi<br />

prestigiosi, era il pittore dei<br />

papi e di Agostino Chigi, banchiere<br />

molto ricco e potente, ma la sua<br />

fama è andata oltre i palazzi vaticani,<br />

dei ricchi e dei nobili. C’è in lui<br />

anche una vena popolare?<br />

Possiamo trovarla nelle sue Madonne<br />

esposte nelle chiese, cioè<br />

nelle opere visibili in luogo pubblico<br />

anche al popolo, per esempio a<br />

Città di Castello o a Perugia. Queste<br />

tele avevano una grande risonanza,<br />

perché erano moderne nella concezione,<br />

ma nello stesso tempo<br />

all’interno dei dettati. Non erano<br />

scandalose, ma innovative nel linguaggio.<br />

Questo lo ha reso famoso<br />

e amato.<br />

Quando nasce la leggenda di Raffaello?<br />

Subito dopo la morte, questo artista<br />

diventa un fenomeno al di là di ogni<br />

aspettativa. <strong>La</strong> morte stessa, avvenuta<br />

come la nascita nel Venerdì<br />

Santo, improvvisamente e in giovane<br />

età, fa nascere subito la leggenda.<br />

C’è un senso di perdita del<br />

simbolo di un’epoca e di una certa<br />

speranza.<br />

Nella triade dei geni italiani Leonardo,<br />

Michelangelo, Raffaello,<br />

secondo lei il terzo è sottovalutato?<br />

Lo dicono in molti, soprattutto tra i<br />

non addetti ai lavori. Bisognerà lavorare<br />

nella cultura popolare per<br />

far capire che ciò che sembra semplice<br />

è in realtà più complesso. Però<br />

dobbiamo anche dire che dopo 48<br />

ore dall’apertura delle prenotazioni<br />

per la mostra alle Scuderie del Quirinale<br />

c’erano già 10mila richieste.<br />

Cosa possiamo aspettarci da questa<br />

immersione nell’arte di Raffaello?<br />

Spero che ci sia sempre qualcuno<br />

di noi ad accompagnare i visitatori<br />

con entusiasmo. <strong>La</strong> mostra deve essere<br />

ben spiegata, perché è sottile,<br />

profonda, non solo spettacolare: ha<br />

pretese di approfondimento. Raffaello<br />

è un artista che mantiene intatta<br />

la fantasia nonostante un’opera<br />

continua di gestione delle emozioni,<br />

che straripano da ogni parte ma<br />

vengono dominate. Ogni opera ha<br />

qualcosa che evidenzia come la<br />

perfezione sia una tensione ideale<br />

dell’uomo, è il frutto di una meditazione<br />

e di una felicità che, se venissero<br />

donate ai visitatori, assicurerebbero<br />

benessere per qualche<br />

tempo.<br />

scuderiequirinale.it<br />

ScuderieQuirinale<br />

scuderiequirinale<br />

ROMA<br />

207 FRECCE AL GIORNO<br />

Scuderie<br />

Raffaello Sanzio<br />

<strong>La</strong> Velata (1512-1515 circa)<br />

Olio su tavola<br />

Palazzo Pitti, Galleria Palatina (FI)<br />

94


IL TALENTO DI ELSA<br />

A MILANO, DAL 6 AL 29 MARZO,<br />

UN PROGETTO CULTURALE DEDICATO ALLA STILISTA SCHIAPARELLI<br />

«Un abito non è solo stoffa, un abito è un pensiero»<br />

[Elsa Schiaparelli]<br />

di Cecilia Morrico morricocecili MorriCecili<br />

© Elsa Schiaparelli/foto d’archivio<br />

95


ARTE<br />

È<br />

passato poco meno di un mese dalla notte degli<br />

Oscar, e se i più ricordano la vittoria di Parasite<br />

di Bong Joon Ho, primo film non in lingua inglese<br />

a vincere nella principale categoria dell’Academy, le<br />

più avranno sicuramente ancora in mente la mantella di<br />

protesta indossata da Natalie Portman con cuciti i nomi<br />

delle registe snobbate dalla rosa dei candidati.<br />

L’abito in questione è di Dior e non è certo la prima volta<br />

che la moda si fa ambasciatrice dei diritti femminili. Basti<br />

pensare a Coco Chanel, che accorciò le gonne al ginocchio<br />

e inserì i pantaloni negli armadi del gentil sesso per<br />

uno stile di vita attivo, impegnato e pratico. E poi agli anni<br />

’60 della minigonna e ai ’70 segnati dall’ispirazione androgina<br />

portata avanti da capi unisex.<br />

A incoraggiare il cambiamento sono state stiliste, ma anche<br />

artiste, imprenditrici, fotografe, politiche, scienziate,<br />

atlete. Professioni spesso dimenticate a cui è dedicato<br />

il progetto del Comune di Milano I talenti delle donne,<br />

per «evidenziare come – nel passato e nel presente, e<br />

spesso in condizioni sfavorevoli – le donne siano state<br />

e siano protagoniste nelle diverse discipline del percorso<br />

creativo, diventando portatrici di significative istanze<br />

sociali di mutamento», parola dell’assessore alla Cultura<br />

Filippo Del Corno, promotore del programma.<br />

Un fitto calendario di appuntamenti multidisciplinari tra<br />

i quali, dal 6 al 29 marzo, spicca il progetto culturale ed<br />

educativo dedicato alla figura di Elsa Schiaparelli, ideato<br />

da Maria Eugenia D’Aquino insieme con Alberto Oliva e<br />

Ilaria Arosio, e realizzato dalla compagnia Pacta. Le iniziative<br />

previste ruotano intorno alla produzione di uno<br />

spettacolo dedicato alla stilista, Shocking Elsa, dal 19 al<br />

29 marzo, oltre a diversi incontri in vari luoghi di Milano<br />

con esperti di moda e altre discipline artistiche che si<br />

confrontano sugli aspetti sociali legati alla Schiaparelli,<br />

al contesto storico in cui ha operato, all’evoluzione del<br />

concetto di fashion, di creazione, di costume e di arte.<br />

Ma perché soffermarsi su questa grande couturière nata<br />

nel 1890? Per D’Aquino è una lunga storia: «Da anni con<br />

Pacta portiamo in scena il filone teatro e scienza. Può<br />

sembrare lontano dal mondo di Schiaparelli, ma non è<br />

così. Con Ilaria Arosio, astrofisica dell’Inaf - Osservatorio<br />

Astronomico di Brera, abbiamo cominciato a interessar-<br />

© Condé Nast Archive/Corbis<br />

Elsa Schiaparelli by George Hoyningen<br />

96


SAVE THE DATE<br />

I TALENTI DELLE DONNE<br />

Trisha Baga. The eye, the eye and the ear//fino al 19 lug<br />

pirellihangarbicocca.org<br />

© Elena Savino<br />

Carla Accardi. Contesti//27 mar>30 ago<br />

museodelnovecento.org<br />

Tania Bruguera//31 mar>7 giu<br />

pacmilano.it<br />

Margaret Bourke-White//18 mar>28 giu<br />

palazzorealemilano.it<br />

Maria Eugenia D’Aquino durante le prove di Shocking Elsa<br />

ci alla sua figura come icona di moda e nipote di uno dei più<br />

celebri astronomi italiani, Giovanni Virginio Schiaparelli. E, infatti,<br />

all’appuntamento previsto al Planetario, sabato 7 marzo,<br />

vediamo come Elsa sia precorritrice della Space Age, esplosa<br />

negli anni ’60 a opera di Pierre Cardin, André Courrèges e<br />

Paco Rabanne. Ma anche innovatrice nell’uso dei tessuti che<br />

sono all’origine della rivoluzione industriale: con l’introduzione<br />

di cellophane, vetro e plexiglass in abiti e accessori ne ha fatto<br />

uno studio a dir poco scientifico». Fulcro del progetto è comunque<br />

la pièce teatrale: «Ci concentriamo di più sulla storia<br />

di Elsa, veramente avventurosa. Una donna libera che ha fatto<br />

scelte importanti che l’hanno portata a essere una creatrice<br />

a 360 gradi. Elsa non è una stilista è un’artista. Come le diceva,<br />

quasi con disprezzo, Coco Chanel, citata nello spettacolo».<br />

<strong>La</strong> trama, che viene da un’idea della drammaturga Livia<br />

Castiglioni, è molto curiosa: «Elsa si ritrova dopo la morte in<br />

una sorta di quiz show. In vita aveva partecipato realmente al<br />

famoso What’s My Line?, game televisivo degli anni ’50 dove<br />

bisognava indovinare alcuni personaggi famosi, e lei stessa fu<br />

uno dei vip da scoprire. Allora l’autrice ha immaginato questo<br />

grande quiz show nell’aldilà, dove una voce fuori scena interroga<br />

la stilista e lei rivive tutti gli episodi della sua vita fino alla<br />

sorpresa finale, che non voglio anticipare», continua D’Aquino.<br />

Ma non c’è solo il palcoscenico: «Il 22 marzo è in programma<br />

uno spettacolo dedicato ai bambini, ispirato al libro illustrato<br />

Bloom. <strong>La</strong> storia di una stilista: Elsa Schiaparelli di Kyo MacLear<br />

(HarperCollins, pp. 40 € 18), con disegni bellissimi sull’infanzia<br />

particolare di Elsa. Inoltre, sono nate anche collaborazioni con<br />

gli istituti come lo Iald - International Association of Lighting<br />

Designer e il Caterina da Siena, professionale di moda di Milano,<br />

perché in questi progetti bisogna coinvolgere sempre i<br />

giovani e i nuovi talenti».<br />

Margaret Bourke-White sul Chrysler Building nel 1934<br />

© Oscar Graubner<br />

<strong>La</strong> città delle donne//fino al 4 giu<br />

mudec.it<br />

<strong>La</strong> creatività femminile in musica//fino al 27 mag<br />

divertimentoensemble.it<br />

Donne per un Teatro dei Diritti (DTD)//4 mar>7 apr<br />

pacta.org<br />

Le ragazze raccontano//fino al 17 mag<br />

mtmteatro.it/le-ragazze-raccontano<br />

Donne scatenate//2, 4, 5, 6 mar<br />

teatrocarcano.com<br />

I giovedì in libreria//fino al 2 lug<br />

comune.milano.it<br />

italentidelledonne.comune.milano.it<br />

pacta.org<br />

MILANO<br />

192 FRECCE AL GIORNO<br />

97


ARTE<br />

Eugenia<br />

Tendere alla perfezione<br />

Olio su tela<br />

Courtesy dell’artista<br />

IL COLORE<br />

DELLE EMOZIONI<br />

LA PITTURA È IL LINGUAGGIO SCELTO DA EUGENIA, GIOVANE ARTISTA<br />

EMERGENTE, PER RACCONTARE LE SFUMATURE DELLA VITA<br />

di Andrea Sperelli<br />

Nata nel 1983 a Volgograd, in Russia, nel 2014 si<br />

trasferisce in Italia, dove vive e lavora tra Roma<br />

e la Calabria. Una sua personale è stata presentata<br />

di recente negli spazi di Fondamenta Gallery, nella<br />

Capitale. Le sue opere sono «un inno alla vita», come lei<br />

stessa dichiara. Eugenia è una giovane artista che ha scelto<br />

il Belpaese come sua nuova patria, restituendo in cambio<br />

pennellate a olio, rapide, quasi fossero rubate alla pittura<br />

en plein air con le quali percepisce e interpreta la realtà:<br />

uno sguardo romantico ma attento al dettaglio, che ricrea<br />

98


un mondo in cui i colori interagiscono con le emozioni. Di<br />

particolare interesse una serie di paesaggi marini, dipinti<br />

con tratti leggeri e avvolgenti, caratterizzati da atmosfere<br />

rarefatte ma in movimento, squarciate dall’energia della<br />

luce.<br />

«Il mio rapporto con il colore», spiega Eugenia, «è di viscerale<br />

vicinanza. Attraverso il colore riesco a descrivere i<br />

sentimenti. E la pittura è il linguaggio che più si presta alla<br />

mia tecnica, quello attraverso il quale riesco a raccontare le<br />

emozioni. Penso che la gestualità sia una parte integrante<br />

dell’opera, un aspetto che incide sulla sua comprensione.<br />

Ogni lavoro è frutto di un equilibrio delicato tra pensiero e<br />

azione».<br />

<strong>La</strong> passione dell’artista per le bellezze naturali non può che<br />

condizionarne anche lo sguardo sulla società e proprio da<br />

questa osservazione nasce il suo ultimo ciclo di dipinti che<br />

indaga sul genere umano e, in particolare, sulla condizione<br />

femminile. «Osservare gli individui perdere naturalezza,<br />

stravolgendo la propria identità a causa delle imposizioni<br />

di canoni di bellezza sempre più estremi», ha attirato l’attenzione<br />

dell’artista, che di questo fenomeno fa una «documentazione<br />

priva di giudizio» quanto «una delicata constatazione<br />

arricchita da un pizzico di ironia».<br />

Il perdersi del particolare, del peculiare in favore di un’omogeneità<br />

artificiale è ben raccontato in una serie di tele<br />

dai fondali astratti – privati della prospettiva e dominati da<br />

visi di donne tutti uguali, senza espressione, dagli sguardi<br />

vuoti – nelle quali Eugenia comunica il disagio nei confronti<br />

dell’uniformità, caricaturando i soggetti stereotipati e contrastandoli<br />

con una straordinaria varietà nella scelta del<br />

colore.<br />

L’elemento femminile è molto presente nella sua ricerca<br />

artistica e questo perché è convinta che la pittura, come<br />

espressione, sia molto affine alla propria personalità. «Nella<br />

mia serie di volti ho voluto rappresentare la condizione<br />

della donna contemporanea. I molti cambiamenti storici e<br />

sociali che hanno scandito la nostra era hanno contribuito<br />

anche a scardinare i paradigmi dell’estetica e l’idealizzazione<br />

femminile. Oggi l’immagine non è più il principale presupposto<br />

della bellezza, soprattutto di quella della donna»,<br />

racconta Eugenia.<br />

«Siamo circondati da modelli straordinari di donne belle<br />

per l’esempio che danno, per quello che rappresentano<br />

nella società. Ed è per le loro azioni che vengono giudicate.<br />

Esattamente come gli uomini. Questa conquista ha richiesto<br />

tempo e non si è consolidata in modo uguale in tutte le<br />

società. Trovo che sia un aspetto molto interessante su cui<br />

misurare il livello di civiltà. Mi piace pensare a quale ruolo<br />

avrà la donna tra 50 o 100 anni: un quesito che cerco di instillare<br />

in chi osserva le tele», conclude l’artista.<br />

eugeniak.com<br />

Eugenia<br />

Papaveri<br />

Olio su tela<br />

Courtesy dell’artista<br />

99


ARTE<br />

LA REGINA DEI<br />

HA SCOPERTO L’ARTE CONTEMPORANEA CON IL MARITO ARMANDO,<br />

RE DELLA PUBBLICITÀ ITALIANA. ORA GEMMA TESTA COLTIVA LA<br />

SUA RACCOLTA DI TALENTI CON L’ASSOCIAZIONE ACACIA<br />

di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com<br />

Èuna donna audace e volitiva, dall’allure sempre<br />

radiosa. Gemma Testa ama le battaglie per la<br />

cultura e l’arte, fuori e dentro le istituzioni, tra<br />

visite agli studi degli artisti e red carpet delle inaugurazioni<br />

più blasonate, dove fluttua con grazia in abiti elegantissimi.<br />

Salernitana di nascita ma milanese di adozione, nel<br />

1970, dopo l’incontro con suo marito Armando Testa, si<br />

trasferisce a Torino, iniziando con lui una collaborazione<br />

creativa e professionale dirigendo, allo stesso tempo,<br />

anche la storica casa di produzione Ardo Film.<br />

Dalla scomparsa nel 1992 di Armando, geniale autore<br />

dei personaggi e degli slogan che hanno rappresentato<br />

l’immaginario dell’Italia del boom economico, ne custodisce<br />

l’archivio e ne promuove lo studio e la conoscenza<br />

dell’opera attraverso mostre ed eventi internazionali.<br />

Parallelamente coltiva l’amore per l’arte contemporanea<br />

con la sua attività di collezionista, iniziata negli anni<br />

‘80. Dal 2003 è presidente di Acacia-Associazione amici<br />

arte contemporanea italiana da lei fondata.<br />

Armando Testa, Before/After Punt e Mes, Frieze Masters 2019, progetto a cura di Michelangelo Pistoletto in collaborazione con Galleria<br />

Continua e Gemma De Angelis Testa<br />

© Andrea Rossetti<br />

100


COLLEZIONISTI<br />

Gemma De Angelis Testa nel suo appartamento a fianco all'opera di<br />

Armando Testa, Sedia Antropomorfa, 1976, e di Ed Ruscha, IF, 1995<br />

© Barbara Corsico<br />

Gemma Testa mi sorprende e mi sommerge fin dalle<br />

prime battute della nostra intervista, un fiume in piena<br />

dove fluttuano la sua storia personale e le sue idee molto<br />

nette sull’arte. «Il mio amore per lei risale a quando<br />

ero piccola: in casa non c’erano giocattoli, bensì molti<br />

libri dedicati ai grandi pittori della storia. L’arte contemporanea<br />

è arrivata dopo, quando a 20 anni conobbi mio<br />

marito Armando Testa, maestro eccezionale nell’avvicinarmi<br />

a questo universo nuovo e sorprendente. Posso<br />

dire che galeotti sono stati la laguna di Venezia e l’amore<br />

per l’arte che condividevamo e che ci ha accompagnato<br />

per il resto della nostra vita insieme», esordisce.<br />

Subito però precisa: «Mio marito non era, tuttavia, un<br />

collezionista: era un artista a tutto tondo. Il più artista<br />

tra i pubblicitari e il più anomalo tra gli artisti. Il disegno<br />

occupava quasi interamente il suo tempo e lui non desiderava<br />

essere distratto da altre immagini sulle pareti.<br />

Gli piaceva essere contornato da muri bianchi, come<br />

fossero dei fogli da disegno, su cui poter dipingere. Pertanto<br />

la nostra casa di Torino era un loft, molto scenografico<br />

ma povero di pareti, con grandi vetrate su tutti<br />

e quattro i lati del palazzo. Avevamo la sensazione di<br />

essere dentro un acquario, il panorama della città con<br />

le sue colline, il suo cielo spazzato via dal vento, in certi<br />

momenti era limpido e stellato, ed entrava nella nostra<br />

abitazione senza bisogno d’altro».<br />

Quale è stato il primo artista contemporaneo che ha<br />

scelto di inserire nella sua collezione?<br />

Si tratta di un acquisto che avvenne molto prima di<br />

cominciare la mia attività di collezionista: un’opera di<br />

Cy Twombly del 1962, The Vengeance of Achilles, nella<br />

quale ritrovai la mia passione giovanile per l’eroe<br />

omerico. All’epoca, nei primi anni ‘80, ero molto radicale,<br />

amavo quasi esclusivamente Lucio Fontana, Piero<br />

Manzoni, Robert Ryman e Cy Twombly, che ancora oggi<br />

rimane tra i miei artisti preferiti. <strong>La</strong> scelta di Twombly,<br />

poi, era stata una vera e propria provocazione nei riguardi<br />

di mio marito. Un autore così lontano da quelli<br />

che lui amava, diventato fonte di piacevoli e stimolanti<br />

discussioni. <strong>La</strong> collezione vera e propria, a parte qualche<br />

sporadico acquisto, è iniziata dopo la scomparsa<br />

di Armando.<br />

Qual è il capolavoro della sua raccolta a cui è più legata?<br />

Le opere nella mia casa sono state scelte tutte con<br />

amore, sentimento percepito da chi visita la mia collezione.<br />

Ciascuna di esse mi ha donato molto, mi hanno<br />

aiutata a capire molte cose della vita. Per questo, mi è<br />

difficile selezionare un solo artista.<br />

Collezione Gemma De Angelis Testa. Da sinistra Bill Viola, Surrender,<br />

2001; Peter Doig, House of pictures, 2001; John Currin, Young Man, 1992<br />

© Fabio Mantegna<br />

101


ARTE<br />

© Fabio Mantegna<br />

Gli artisti italiani della Collezione ACACIA, Palazzo Reale, Milano, 2012: in primo piano Gianni Caravaggio, Cause, 2003; a fianco Gianni Caravaggio,<br />

Cacciatore di soli, 2008; dietro Francesco Gennari, <strong>La</strong> degenerazione di Parsifal (natività), 2005-2006<br />

Lei ha sempre visitato le grandi manifestazioni internazionali<br />

d’arte contemporanea. Ha qualche aneddoto<br />

da raccontarci con suo marito, i Maestri e i galleristi<br />

che avete conosciuto insieme negli anni?<br />

Tra i miei ricordi vi sono molti aneddoti. Non frequentavamo<br />

solo le grandi fiere, ma visitavamo spesso anche<br />

le gallerie private. Per esempio, mi viene in mente un<br />

episodio che vede protagonista il grande critico d’arte<br />

Luigi Carluccio, in occasione di una mostra di César a<br />

Torino, alla galleria Il Fauno di Luciano Anselmino, in<br />

piazza Carignano. L’artista aveva presentato le sue tipiche<br />

compressioni sotto forma di rettangoli, accompagnati<br />

da altri oggetti di uso quotidiano come mestoli o<br />

pentole schiacciate. Usciti dall’esposizione, fuori dalla<br />

galleria, Carluccio discuteva animatamente con Armando<br />

su ciò che avevano visto: credo che lui non fosse<br />

un estimatore di César, mentre Armando lo apprezzava,<br />

o almeno si erano piaciuti. Il critico, vedendomi uscire<br />

dalla galleria, con tono piuttosto nervosetto disse ad<br />

Armando: «Voglio proprio chiedere a Gemma, che è<br />

giovane, cosa le hanno trasmesso questi lavori!». Emozionata<br />

e rossa in viso per aver suscitato il suo interesse,<br />

circondata da un gruppetto di persone sopraggiunte,<br />

non volevo sfigurare agli occhi di Armando, dunque<br />

mi feci coraggio e risposi: «C’è un capovolgimento e<br />

una metamorfosi delle cose – gli oggetti hanno perso il<br />

loro valore d’uso – e hanno assunto un significato nuovo<br />

e diverso da quello originario, pertanto stimolano la<br />

nostra immaginazione». Armando fu compiaciuto dalla<br />

mia risposta, pensò che le sue lezioni cominciavano a<br />

dare i loro frutti...<br />

Nel 2003 ha fondato Acacia. Di cosa si tratta e perché<br />

ha deciso di dar vita a questa associazione?<br />

Acacia nasce su mia iniziativa con l’obiettivo di dialogare<br />

con le istituzioni, sostenere i giovani artisti italiani<br />

e promuovere l’arte contemporanea. L’associazione<br />

Collezione Gemma De Angelis Testa. In primo piano Armando<br />

Testa, Sedia AT, 1990; sullo sfondo Cecily Brown, Handsome<br />

Stranger, 2010<br />

© Fabio Mantegna<br />

102


accoglie collezionisti attivi che partecipano in prima<br />

persona al sistema dell’arte (conferenze, manifestazioni<br />

internazionali, lezioni in prestigiose università) e che,<br />

soprattutto, si impegnano in un’azione che mi piace<br />

definire di “mecenatismo collettivo”, ovvero di collezionismo<br />

inteso non solo come godimento personale, ma<br />

come momento di condivisione con la comunità. Acacia<br />

è stata istituita, infatti, anche con il preciso intento di<br />

raccogliere opere da donare al tanto atteso museo di<br />

arte contemporanea di Milano, del quale ancora oggi<br />

aspettiamo l’annuncio, ma senza scoraggiarci. Come<br />

l’albero dell’acacia, resistiamo a tutte le intemperie,<br />

aspettiamo il museo, ma abbiamo già pronta la collezione,<br />

tutt’ora in progress, in mostra dal 2015 al Museo<br />

del Novecento.<br />

Lei ha, pertanto, un osservatorio privilegiato sul collezionismo<br />

italiano. Ci può tracciare l’identikit del collezionista<br />

d’arte contemporanea oggi?<br />

L’arte si sta orientando verso uno scenario in cui non c’è<br />

distinzione tra bene di consumo, opera d’arte e design.<br />

Non esiste un identikit globale per il collezionista. Ne<br />

esistono di varie tipologie: quello che sceglie di pancia,<br />

il riflessivo che medita l’acquisto più a lungo, lo<br />

speculativo che compra con lungimiranza o, ancora, il<br />

bulimico che acquista in quantità per primeggiare nella<br />

scoperta dei nuovi talenti. Credo che ciò che accomuni<br />

tutte queste tipologie sia la conoscenza del mondo<br />

dell’arte e la continua necessità di aggiornamento.<br />

Perché è importante collezionare arte contemporanea?<br />

È uno specchio della società e si ispira ai valori universali,<br />

ai sentimenti, alla vita, alla morte, ai problemi sociali.<br />

Oggi più che mai c’è grande sensibilità a temi quali<br />

l’ambiente, la salvaguardia del pianeta, i diritti umani<br />

e l’immigrazione. L’arte e la cultura ci aiutano a comprendere<br />

e a dialogare con gli altri popoli e a favorire le<br />

relazioni internazionali. È importante che i grandi collezionisti,<br />

quelli che hanno davvero il potere di tessere le<br />

sorti del mercato, agiscano con etica in funzione della<br />

collettività.<br />

Qual è lo stato di salute del Sistema italiano dell’arte<br />

contemporanea?<br />

L’Italia ha bisogno di fare rete intorno al suo immenso<br />

patrimonio culturale di ieri e di oggi. C’è urgenza di un<br />

sostegno pubblico all’arte, di adeguate politiche culturali,<br />

di agevolazioni fiscali e di azioni a sostegno di<br />

università e accademie: il ruolo degli insegnanti deve<br />

essere valorizzato, sia economicamente che moralmente.<br />

Le tante punte di diamante che abbiamo nell’arte,<br />

nella moda, nel design e nel cinema non possono<br />

essere abbandonate ma devono essere supportate e<br />

valorizzate dalle istituzioni. Sorprende che, per esempio,<br />

le opere di Armando Testa, riconosciuto come un<br />

grande creativo, siano parte dei pezzi di design dei principali<br />

musei in tutto il mondo, come il MoMA, lo Stedelijk<br />

Museum o l’Israel Museum di Gerusalemme – e<br />

tanti altri – e Milano non senta l’esigenza di includerlo<br />

nelle collezioni museali. Fa riflettere anche il fatto che<br />

molti protagonisti del mondo della critica d’arte italiana<br />

abbiano avuto riconoscimenti all’estero prima che in<br />

Italia. Le esperienze internazionali sono fondamentali,<br />

ma bisognerebbe lavorare per incentivare il loro ritorno<br />

in patria con posizioni di responsabilità all’interno del<br />

sistema dell’arte italiano.<br />

acaciaweb.it<br />

Opere della Collezione Gemma De Angelis Testa. In particolare: sulla parete sinistra l’opera di Paola Pivi, Senza titolo (Perle), 1999; al centro della<br />

stanza davanti al divano la scultura di Yinka Shonibare, "Water" (SHO 590), 2010; in primo piano a destra la scultura di Anselm Kiefer, Erinna,<br />

Praxilla, Myrthis, Sappho, Nossis, Corinna, Telesilla, Anita, Moira, 2004<br />

© Fabio Mantegna<br />

103


ARTE<br />

SCATTI AL FEMMINILE<br />

A MANTOVA LA PRIMA EDIZIONE DELLA BIENNALE CHE METTE<br />

IN MOSTRA IL RAPPORTO TRA DONNE E LAVORO. MENTRE VOLTI<br />

DI ATTIVISTE, SCIENZIATE E POLITICHE SONO AL CENTRO DELLA<br />

RASSEGNA WOMEN, A BOLOGNA<br />

di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it<br />

Il fermo immagine sceglie una<br />

mano femminile. Un filo rosa<br />

cuce i suoi disegni su calli generati<br />

dal duro lavoro. <strong>La</strong> donna, la sua<br />

forte fragilità e, soprattutto, il suo corpo<br />

raccontano questa e altre storie. A<br />

Mantova, dal 5 al 29 marzo, in molte<br />

sedi sparse nella bella e storica città<br />

lombarda, è il momento della Biennale<br />

della fotografia femminile.<br />

È una prima edizione che vede protagoniste,<br />

come autrici e soggetti delle<br />

immagini, le donne. E come tema portante<br />

il loro rapporto con il lavoro. Per<br />

questo la foto della mano cucita da un<br />

ricamo, che rimanda a un’attività considerata<br />

tradizionalmente femminile,<br />

è l’immagine iconica di questa rassegna.<br />

L’opera di Eliza Bennett vuole sfidare<br />

i preconcetti sul fatto che il lavoro<br />

delle donne sia semplice e leggero.<br />

Dedite al ricamo e alla tessitura sono<br />

anche le romene ritratte in Transilvania<br />

da Rena Effendi. Insieme con gli<br />

Eliza Bennett, A Woman’s Work is Never Done (2014)<br />

104


Rena Effendi, Transylvania: built on grass, Maramures, Romania (2014)<br />

uomini, fin da giovanissime, trascorrono<br />

la maggior parte delle loro faticose o al passaporto, costretti a prostituir-<br />

Cinderellas, senza diritto alla patente<br />

giornate tra campi e cumuli di paglia, si. Le sue immagini forti denunciano<br />

vacche e cavalli, come testimoniano senza filtri una situazione sociale da<br />

gli scatti dell’artista. A dimostrare che migliorare, su cui il dibattito è sempre<br />

il lavoro, soprattutto se umile e pesante,<br />

non può fare a meno della fisicità.<br />

aperto. E alla Biennale sono molte le<br />

Sono di nuovo i corpi, in questo caso<br />

di bambine thailandesi, al centro<br />

delle creazioni di Sandra Hoyn, fotografa<br />

sensibile a temi sociali come lo<br />

sfruttamento minorile. <strong>La</strong> sua denuncia<br />

parte dall’obiettivo che inquadra<br />

bimbe appena cresciute e coinvolte,<br />

insieme a coetanei maschi, in combattimenti<br />

di boxe su un ring. Una<br />

pratica da condannare aggravata dal<br />

fatto che i genitori di questi ragazzini<br />

scommettono forti somme e incitano<br />

i figli a vincere, a qualunque costo. Si<br />

tratta di persone indifese, che diventano<br />

vittime di sopraffazione e arroganza.<br />

Indifesi sono anche gli appartenenti<br />

al cosiddetto terzo genere, le Hijras.<br />

Né uomini né donne, in molti Paesi<br />

asiatici una volta erano considerati<br />

semidivinità ma ora non hanno un’identità<br />

riconosciuta. In nazioni come<br />

il Bangladesh sono individui relegati<br />

ai margini della società. A ritrarli è<br />

Annalisa Natali Murri, che li definisce Erika <strong>La</strong>rsen, Quinhagak (2015-2019)<br />

opportunità di confronto, con diverse<br />

conferenze in programma. Il 5 marzo<br />

viene affrontata la questione del<br />

gender gap, o tetto di cristallo, negli<br />

ambienti professionali. Il 7 si parla<br />

di come le fotografe italiane hanno<br />

affrontato il tema del lavoro a partire<br />

dagli anni ’60, analizzando anche<br />

mestieri invisibili come quello delle<br />

madri, per poi passare a documentare<br />

le lotte per i nuovi diritti negli anni ’70.<br />

E sono sempre i corpi che, indignati<br />

insieme alle anime e mossi dal senso<br />

di giustizia, scendono nelle piazze<br />

del mondo per protestare: è l’esempio<br />

della Georgia fotografata da Daro Sulakauri<br />

nel progetto The Black Gold.<br />

Qui la denuncia riguarda le pessime<br />

condizioni dei lavoratori nelle miniere<br />

di manganese, con turni di lavoro da<br />

12-18 ore a 13 chilometri di profondità.<br />

Mentre Donata Pizzi, che dal 2015 è<br />

impegnata a riunire in un’unica collezione<br />

gli scatti incentrati sul tema del<br />

lavoro delle artiste attive dagli anni<br />

’60 a oggi, offre al pubblico immagini<br />

ironiche e contraddittorie tra donne<br />

impegnate in attività agricole, o nel<br />

trasportare acqua, e inquadrature di<br />

signore borghesi libere solo in apparenza.<br />

Anche il corpo della Terra soffre.<br />

105


ARTE<br />

Come viene evidenziato dalle foto di<br />

Betty Colombo, che vuole immortalare<br />

la contraddizione del rapporto tra<br />

uomo e natura. L’umanità distrugge i<br />

boschi e il verde, ma è anche all’altezza<br />

di una riparazione, termine che la<br />

viaggiatrice fotoreporter usa per definire<br />

la sua opera. Il 14 e il 15 marzo l’artista<br />

è protagonista di un workshop in<br />

cui insegna a costruire un reportage<br />

in giro per Mantova, tra luoghi storici e<br />

iconici, gettando l’occhio e l’obiettivo<br />

sulla vita sociale della città.<br />

Gioventù e natura sono soggetti scelti<br />

anche da Erika <strong>La</strong>rsen che in Alaska,<br />

a Quinhagak, ha iniziato la sua ricerca<br />

seguendo l’archeologo Rick Knecht.<br />

Lo studioso ritiene che gli antenati<br />

siano vivi a loro modo negli oggetti<br />

scoperti, nella danza dei bimbi, nelle<br />

storie degli anziani e nel lavoro quotidiano<br />

degli abitanti del villaggio.<br />

Infine, Nuda come la Terra Madre è il<br />

titolo del laboratorio di Letizia Battaglia,<br />

in programma il 28 e il 29 marzo,<br />

che pone l’attenzione sul linguaggio<br />

Alcune donne partecipano alla cerimonia Holi, la festa dell’amore e dei colori che in passato<br />

era preclusa alle vedove, al Tempio di Gopinath, in India (2016)<br />

della fotografia attraverso il corpo<br />

delle donne, alla conquista di sé e del<br />

mondo.<br />

Donne, viaggio, natura sono i temi<br />

Una coordinatrice di 24 anni si prende una pausa per fumare una sigaretta fuori dall’African<br />

Artists’ Foundation di <strong>La</strong>gos, in Nigeria (2014)<br />

© Amy Toensing<br />

© Robin Hammondi<br />

cardine scelti per ricordare 100 anni di<br />

storie raccontate per immagini dai reporter<br />

della National Geographic Society,<br />

nella mostra evento Women. Un<br />

mondo in cambiamento. Aperta fino al<br />

17 maggio a Bologna, nel complesso<br />

di Santa Maria della Vita, è divisa<br />

in sei sezioni: Beauty/Bellezza, Joy/<br />

Gioia, Love/Amore, Wisdom/Saggezza,<br />

Strength/Forza e Hope/Speranza,<br />

declinati tutti al femminile. Immagini<br />

colorate e intense fanno soffermare<br />

lo sguardo su donne di tutti i continenti,<br />

selezionate anche per illustrare<br />

ai visitatori l’evoluzione avvenuta nel<br />

tempo. Senza dimenticare sfide e problemi<br />

irrisolti, sebbene sia passato un<br />

secolo dal riconoscimento del diritto<br />

di voto alle donne negli Stati Uniti, anniversario<br />

ricordato in mostra. L’esposizione<br />

si chiude con la sezione Portraits/Ritratti:<br />

scatti intimi e biografie<br />

di attiviste, scienziate e politiche, da<br />

Nancy Pelosi a Liliana Segre. Volti,<br />

nient’altro che parti espressive di corpi,<br />

che esprimono anime.<br />

bffmantova.com<br />

bffmantova<br />

genusbononiae.it<br />

genusbononiae<br />

MANTOVA<br />

2 FRECCE AL GIORNO<br />

BOLOGNA<br />

169 FRECCE AL GIORNO<br />

106


PHOTO<br />

WOMEN BY<br />

LETIZIA BATTAGLIA<br />

di Sandra Gesualdi<br />

sandragesu<br />

Spesso e sempre più spesso<br />

la storia attraversa il corpo<br />

femminile. Donne comuni,<br />

incrociate per strada, bambine, lavoratrici<br />

sono protagoniste di molti<br />

reportage di Letizia Battaglia che ne<br />

ha documentato la vita, la condizione<br />

sociale, la fatica quotidiana. <strong>La</strong> Crumb<br />

Gallery ospita, dal 7 marzo al 7 aprile,<br />

Corpo di donna, la prima mostra a<br />

Firenze di una delle più importanti figure<br />

della fotografia contemporanea.<br />

Quaranta scatti di nudi, molti inediti,<br />

con quella capacità potente della<br />

Battaglia di guardare, scrutare alla<br />

distanza «di un pugno o una carezza»<br />

e oltre le comuni apparenze. Con<br />

quella poesia mista a consapevolezza<br />

di raccontare con tenacia la forza e la<br />

fragilità femminile. Senza veli, giovani<br />

o mature, colte nel loro intimo sentire,<br />

mai volgari o in posa, le donne dell’artista<br />

palermitana sono belle per quello<br />

che sono. Come solo l’occhio acuto<br />

di una di loro poteva svelare.<br />

CrumbGallery<br />

History seen increasingly<br />

frequently through the<br />

female body. Everyday<br />

women, ones you pass in the street,<br />

little girls, working women – these<br />

are the people who take centre stage<br />

in many of the photo-reportages by<br />

Letizia Battaglia, who has recorded<br />

their lives, their social standing and<br />

daily grind. From 7 March to 7 April,<br />

the Crumb Gallery is putting on Corpo<br />

di donna, the first show in Florence<br />

of one of the most important figures<br />

in contemporary photography. Forty<br />

nudes, many of them never previously<br />

exhibited, with Battaglia’s powerful<br />

ability to look and scrutinise from the<br />

distance of “a punch or a caress” and<br />

go beyond everyday appearances.<br />

With poetry combined with the<br />

awareness of doggedly describing<br />

the strength and fragility of women.<br />

Unclothed, young and old, captured<br />

in their intimate feelings, but never<br />

vulgar or posed, the women pictured<br />

by the Palermo artist are beautiful for<br />

what they are. And from a viewpoint<br />

that only another woman can have.<br />

FIRENZE<br />

108 FRECCE AL GIORNO/A DAY<br />

Letizia Battaglia<br />

Nerina (2019)<br />

107


PHOTO<br />

MIA PHOTO X 10<br />

Dall’Australia all’Europa, dagli<br />

Usa alla Russia fino al<br />

Medio Oriente. Mia Photo,<br />

la fiera internazionale d’arte dedica-<br />

ta alla fotografia in Italia, quest’anno<br />

compie dieci anni e intensifica la rappresentanza<br />

degli espositori provenienti<br />

da tutto il mondo. Dal 19 al 22<br />

marzo quasi 90 gallerie, il 30% estere,<br />

si riuniscono a Milano per proporre indagini<br />

sulla fotografia d’arte, eventi e<br />

progetti culturali dedicati.<br />

L’eclettico Rankin è la firma prestigiosa<br />

delle immagini che veicolano la<br />

kermesse ideata da Fabio e Lorenza<br />

Castelli. Il fotografo inglese, famoso<br />

per i ritratti a personaggi dello spettacolo<br />

e della moda e per aver immortalato<br />

il celebre sorriso della regina Elisabetta,<br />

propone volti femminili riletti<br />

in chiave eccentrica e pop. In Saved by<br />

the Bell Rankin, in collaborazione con<br />

il make-up artist Andrew Gallimore,<br />

dipinge con colori fluo i volti delle<br />

modelle spaziando dalla cultura degli<br />

anni ‘80 e ‘90 fino all’Avanguardia.<br />

Un mix di sperimentazione e sovrapposizioni<br />

cromatiche grazie all’uso di<br />

pattern grafici ed elementi tridimensionali<br />

applicati sui visi. Tra le novità<br />

di questa edizione la mostra curata da<br />

Elio Grazioli Beyond Photography, una<br />

scelta di immagini che raccontano l’evoluzione<br />

dello scatto dal tradizionale<br />

reportage di tipo documentaristico ai<br />

linguaggi visivi contemporanei. S.G.<br />

miafair.it<br />

miaphotofair<br />

Rankin, Leopard - Pink & Green<br />

Saved by the bell/HUNGER, Issue 14 (2018)<br />

Archival Colour C-Type <strong>La</strong>mbda Print, 51x61 cm<br />

Courtesy of 29 ARTS IN PROGRESS Gallery<br />

From Australia to Europe,<br />

from the USA to China and<br />

the Middle East. Mia Photo,<br />

the international art fair dedicated<br />

to photography in Italy, celebrates<br />

its tenth anniversary this year and<br />

has more exhibitors from all parts<br />

of the world. From 19 to 22 March<br />

nearly 90 galleries, 30% of which<br />

from outside Italy, gather in Milan<br />

to present explorations on art<br />

photography, events and dedicated<br />

cultural events.<br />

The images chosen to represent<br />

the fair created by Fabio and<br />

Lorenza Castelli were shot by<br />

108


Marco Gualazzini<br />

<strong>La</strong> scuola primaria Haji Mire, Somalia, Bosaso (2015)<br />

Courtesy Contrasto Galleria Milano<br />

eclectic star photographer Rankin.<br />

The British photographer, known<br />

for his portraits of showbiz and<br />

fashion celebrities and for having<br />

captured the famous smile of<br />

Queen Elizabeth II, presents an<br />

eccentric and pop interpretation of<br />

women’s faces. In Saved by the Bell,<br />

Rankin, in collaboration with makeup<br />

artist Andrew Gallimore, paints<br />

his models faces with fluorescent<br />

colours, ranging from 1980s and<br />

1990s culture to avant-garde. A<br />

combination of experimentation<br />

and strong colour effects thanks to<br />

the use of bold patterns and threedimensional<br />

patterns applied to the<br />

model’s face. This edition features<br />

the new exhibition curated by Elio<br />

Grazioli Beyond Photography, a<br />

selection of images that describe<br />

the evolution of the photograph<br />

from traditional documentary-style<br />

stories to contemporary visual<br />

languages.<br />

MILANO<br />

192 FRECCE AL GIORNO/A DAY<br />

Marilù Manzini<br />

QN 1 (2019)<br />

Courtesy Galleria Paola Colombari<br />

109


PHOTO<br />

TELEVISIVA<br />

di Luca Mattei ellemme1 - l.mattei@fsitaliane.it<br />

Stefano De Luigi<br />

Gianfranco Funari durante Funari News/Gianfranco Funari during Funari News (1994)<br />

110


P<br />

er la televisione quelli di oggi sono tempi diversi<br />

rispetto al secolo scorso, quando sbaragliò<br />

facilmente la concorrenza degli altri media.<br />

Secondo il rapporto Auditel Censis di ottobre 2019, gli<br />

smartphone nel 2018 hanno superato per la prima volta<br />

in Italia gli apparecchi tv (+1,3 milioni) e il 9,7% della popolazione<br />

guarda programmi su device diversi dal piccolo<br />

schermo. Invece, nel corso degli anni ’90, il boom<br />

della tv commerciale ha plasmato da un punto di vista<br />

antropologico e sociologico intere generazioni.<br />

È proprio sul periodo 1994-2004 che si focalizza<br />

Televisiva, progetto di Stefano De Luigi, quattro volte<br />

vincitore del World Press Photo. L’Other Size Gallery di<br />

Milano ospita fino al 10 aprile 32 scatti in bianco e nero<br />

che ritraggono backstage di trasmissioni emblematiche,<br />

come Non è la Rai e I cervelloni, oltre a presentatori,<br />

starlette e showmen, da Gianfranco Funari a Platinette.<br />

Scrutando sotto la superficie patinata dello spettacolo<br />

si osserva un habitat buffonesco di creature circensi, in<br />

una visione d’insieme grottesca che denuncia anche il<br />

nascere di un sistema di parole urlate, fake news e sensazionalismo.<br />

Irene Pivetti e Platinette durante Bisturi/Irene Pivetti and Platinette during Bisturi (2004)<br />

These are very different times for television<br />

compared to last century, when it easily resisted<br />

competition from other media. According to<br />

figures published in the Auditel Censis report of October<br />

2019, the number of smartphones in 2018 in Italy has now<br />

exceeded that of televisions (+1.3 million) whilst 9.7% of<br />

the population watch programmes on devices other than<br />

the small screen. Rather, during the 1990s, the boom of<br />

commercial television shaped entire generations from<br />

an anthropological point of view.<br />

It is precisely the time from 1994 to 2004 that is the<br />

focus of Televisiva, a project by Stefano De Luigi, who<br />

has won four World Press Photo awards. Until 10 April,<br />

the Other Size Gallery in Milan is hosting 32 black-andwhite<br />

backstage pictures of emblematic programmes<br />

like Non è la Rai and I cervelloni, as well as portraits of<br />

presenters, starlets and showmen, from Gianfranco<br />

Funari to Platinette. Digging down beneath the slick,<br />

show-business exterior you can make out a clownish<br />

environment of circus creatures, in a grotesque overview<br />

that also criticises the birth of a system promoting<br />

shouting, fake news and sensationalism.<br />

111


OFFERTE E SERVIZI<br />

PORTALE FRECCE<br />

PROMOZIONI<br />

FOOD ON BOARD<br />

CARTAFRECCIA<br />

NETWORK // ROUTES // FLOTTA<br />

114<br />

117<br />

118<br />

120<br />

122<br />

124<br />

113


OFFERTE E SERVIZI<br />

PARTENZE DI PASQUA<br />

PIÙ TRENI ROMA-REGGIO CALABRIA<br />

Più treni e più posti disponibili in occasione delle festività pasquali. Grazie a 2 collegamenti aggiuntivi <strong>Freccia</strong>bianca<br />

tra Roma e Reggio Calabria, aumentano le opportunità per organizzare le proprie vacanze lasciando a casa<br />

l’auto. Nei giorni in cui si concentrano le partenze per il weekend di Pasqua, diventano così 10 le Frecce in servizio<br />

tra la Capitale e la costa tirrenica fino alla Calabria, 4 <strong>Freccia</strong>rgento e 6 <strong>Freccia</strong>bianca, offrendo fino a 4.500 posti al giorno.<br />

I 2 nuovi treni <strong>Freccia</strong>bianca fermano anche a Napoli C.le, Salerno, Battipaglia, Sapri, Paola, <strong>La</strong>mezia, Vibo Valentia – Pizzo,<br />

Rosarno, Gioia Tauro e Villa S. Giovanni e si effettuano nei giorni 9 e 10 aprile in direzione nord sud e nei giorni 10 e 11 aprile<br />

in direzione opposta.<br />

trenitalia.com<br />

114


IN TRENO CON LO SCONTO<br />

Oltre 45 artisti tra acrobati, attori, musicisti e cantanti provenienti da 28 Paesi, e circa 80 diverse maestranze<br />

animano Totem, lo show del Cirque du Soleil diretto da Robert Lepage. Uno spettacolo unico raggiungibile a<br />

tariffe scontate grazie a <strong>Freccia</strong>rossa, treno uffi ciale dell’evento. Con l’offerta Speciale Eventi, infatti, i viaggiatori<br />

che si spostano verso Roma e Milano per assistere allo show possono ottenere uno sconto del 30% sul prezzo Base del<br />

biglietto Frecce o Intercity.<br />

trenitalia.com ticketone.it<br />

115


OFFERTE E SERVIZI<br />

TRENITALIA<br />

FOR BUSINESS<br />

Gli affari viaggiano ad Alta Velocità con il programma Trenitalia for Business dedicato alle aziende e ai possessori di<br />

partita Iva. L’adesione è gratuita, prevede promozioni e offerte dedicate, risparmio sicuro, un portale per gestire i<br />

viaggi di lavoro, un professionista a disposizione e il numero verde 800 18 60 19, attivo tutti i giorni dalle 7 alle 20.<br />

https://www.trenitalia.com/content/tcom/it/informazioni/trenitalia-for-business.html<br />

116


PORTALE FRECCE<br />

WWW.PORTALEFRECCE.IT<br />

INTRATTENIMENTO GRATUITO, FACILE E VELOCE<br />

Il portale FRECCE rende più piacevole il viaggio grazie ai numerosi servizi gratuiti disponibili a bordo dei treni <strong>Freccia</strong>rossa e<br />

<strong>Freccia</strong>rgento e nelle sale FRECCIAClub e FRECCIALounge. Per accedere basta collegarsi alla rete WiFi, digitare www.portalefrecce.it<br />

o scaricare l’app Portale FRECCE da App Store e Google Play. Ulteriori dettagli, info e condizioni su trenitalia.com<br />

SCELTI PER VOI<br />

CINEMA<br />

Dopo l’amore<br />

Eccezzziunale veramente<br />

- Capitolo<br />

secondo... me<br />

L’intrepido<br />

L’uffi ciale e la<br />

spia<br />

Vivere<br />

SERIE E<br />

PROGRAMMI TV<br />

UNA SELEZIONE DI SERIE E PROGRAMMI TV NAZIONALI E<br />

INTERNAZIONALI<br />

GLI ALTRI SERVIZI DISPONIBILI<br />

GIOCHI<br />

Azione, sport,<br />

logica e tanto altro<br />

a disposizione di<br />

grandi e piccoli<br />

viaggiatori<br />

NEWS<br />

Notizie Ansa<br />

sui principali<br />

fatti quotidiani<br />

aggiornate ogni ora<br />

BAMBINI<br />

Cartoni e<br />

programmi<br />

per i piccoli<br />

viaggiatori<br />

EDICOLA DIGITALE<br />

Quotidiani e<br />

riviste nazionali e<br />

internazionali<br />

AUDIOLIBRI<br />

Audiolibri di<br />

vario genere<br />

anche per<br />

bambini<br />

INFO DI VIAGGIO<br />

Informazioni in<br />

tempo reale su<br />

puntualità, fermate,<br />

coincidenze<br />

INTERNET WIFI<br />

Connessione a<br />

Internet tramite<br />

WiFi<br />

di bordo<br />

MUSICA<br />

Il meglio<br />

della musica<br />

contemporanea<br />

italiana e straniera<br />

CORSO DI INGLESE<br />

Oltre 100 lezioni<br />

per imparare<br />

l’inglese<br />

viaggiando<br />

LIBRI E GUIDE<br />

Circa 200<br />

contenuti tra<br />

libri ed estratti di<br />

guide turistiche<br />

Per assistenza contattare il numero verde Telecom Italia 800.287515 Opzione 1, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 22<br />

117


PROMOZIONI<br />

SPECIALE 2X1<br />

Offerta dedicata a chi prende il treno di sabato. Si viaggia in due pagando un solo<br />

biglietto al prezzo Base nei livelli Business, Premium e Standard e in 1^ e 2^ classe.<br />

Ideale per raggiungere, in coppia, i luoghi dove si tengono concerti, partite, mostre<br />

ed eventi 1 .<br />

CARNET 10 E 5 VIAGGI<br />

I Carnet Trenitalia sono sempre più adatti<br />

a tutte le esigenze. Si può scegliere quello<br />

da 10 viaggi al prezzo di 8 euro (-20%<br />

sul prezzo Base) oppure il Carnet 5 viaggi<br />

con la riduzione del 10% sul prezzo Base.<br />

Riservato ai titolari CartaFRECCIA, il Carnet<br />

è nominativo e personale. L’offerta è<br />

disponibile per i treni <strong>Freccia</strong>rossa, <strong>Freccia</strong>rgento,<br />

<strong>Freccia</strong>bianca e Intercity 3 .<br />

INSIEME<br />

Offerta dedicata ai gruppi da 2 a 5<br />

persone per viaggiare con uno sconto<br />

del 30% sul prezzo Base di Frecce,<br />

Intercity e Intercity Notte. <strong>La</strong> promozione<br />

è valida in 1^ e 2^ classe e nei<br />

livelli di servizio Business, Premium e<br />

Standard. Sono esclusi il livello Executive,<br />

il Salottino e le vetture Excelsior<br />

4 .<br />

A/R WEEKEND<br />

Promozione per chi parte il sabato<br />

e torna la domenica con le<br />

Frecce a prezzi fissi, differenziati<br />

in base alle relazioni e alla<br />

classe o al livello di servizio. <strong>La</strong><br />

giusta soluzione per visitare le<br />

città d’arte nel fine settimana<br />

senza stress e lasciando l’auto<br />

a casa 5 .<br />

118


BIMBI GRATIS<br />

Con Trenitalia i bambini viaggiano gratis in <strong>Freccia</strong>rossa, <strong>Freccia</strong>rgento, <strong>Freccia</strong>bianca<br />

e Intercity nei livelli Business, Premium e Standard e in 1^ e 2^ classe. Gratuità<br />

prevista per i minori di 15 anni accompagnati da almeno un maggiorenne, in<br />

gruppi composti da 2 a 5 persone 2 .<br />

TUTTE LE ALTRE OFFERTE E LA GAMMA DEI PREZZI SU<br />

TRENITALIA.COM<br />

1. L’offerta è valida tutti i sabati ed è acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza. Posti limitati e<br />

variabili in base al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso non consentiti. Offerta non<br />

cumulabile con altre riduzioni.<br />

2. I componenti del gruppo che non siano bambini/ragazzi pagano il biglietto al prezzo Base. Offerta a posti limitati e variabili<br />

rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni.<br />

Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza.<br />

3. Il Carnet consente di effettuare 10 o 5 viaggi in entrambi i sensi di marcia di una specifica tratta, scelta al momento dell’acquisto<br />

e non modificabile per i viaggi successivi. Le prenotazioni dei biglietti devono essere effettuate entro 180 giorni dalla data di<br />

emissione del Carnet entro i limiti di prenotabilità dei treni. L’off erta non è cumulabile con altre promozioni. Il cambio della<br />

singola prenotazione ha tempi e condizioni uguali a quelli del biglietto Base. Cambio biglietto non consentito e rimborso soggetto<br />

a restrizioni.<br />

4. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno, della classe/livello di servizio e del numero dei componenti<br />

del gruppo. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. Cambio prenotazione/biglietto e<br />

rimborso non consentiti. Offerta non cumulabile con altre riduzioni a eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi.<br />

5. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno e della classe/livello di servizio. Acquistabile entro le ore 24<br />

del terzo giorno precedente la partenza del treno. Il cambio prenotazione/biglietto è soggetto a restrizioni. Il rimborso non è<br />

consentito. Offerta non cumulabile con altre riduzioni, compresa quella prevista a favore dei ragazzi.<br />

119


FOOD ON BOARD<br />

Il viaggio nel viaggio<br />

GUSTALI A BORDO<br />

Il mare cristallino, le spiagge bianchissime e le alte scogliere di un’isola meravigliosa. Con questo paesaggio negli occhi<br />

è facile, guardando gli gnocchetti sardi, riconoscere la forma di una piccola conchiglia. Le contadine che tanti secoli fa<br />

inventarono questa pasta, invece, immaginarono di plasmare tanti vitellini panciuti, in dialetto malloreddus, e la battezzarono<br />

con questo nome.<br />

<strong>La</strong> sua caratteristica forma rigata si deve alla lavorazione e al ciuliri, il cesto di paglia contro cui veniva schiacciato l’impasto<br />

di semola di grano e acqua. Il sugo che esalta meglio gli gnocchetti sardi è il ragù di salsiccia, come quello tipico della<br />

zona del Campidano, tra Cagliari e Oristano.<br />

Scopri tutti i menù a bordo su itinere.it<br />

120


© Giovanni Malgarini<br />

FRECCIAROSSA<br />

GOURMET<br />

by<br />

Carlo Cracco<br />

SALMONE AL VAPORE<br />

CON BROCCOLI<br />

ALL’OLIO EVO<br />

Lista della spesa (per 4 persone)<br />

4 filetti di salmone da 150 gr l’uno, 1 kg di zucchine,<br />

1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva, sale marino<br />

iodato q.b.<br />

Preparazione<br />

<strong>La</strong>vare e mondare i broccoli lasciando solo le cime<br />

ed eliminando i gambi duri e le foglie. Pulire i filetti<br />

di salmone dalle squame e sciacquarli sotto l’acqua<br />

corrente. Adagiarli in un piano della vaporiera, insaporendoli<br />

con un pizzico di sale. Sul secondo cestello<br />

disporre i broccoli. Cuocere il tutto per circa 10 minuti.<br />

Servire il salmone sul piatto accompagnato dai broccoli<br />

conditi con un pizzico di sale e un cucchiaio di<br />

olio extravergine d’oliva.<br />

Vino consigliato<br />

Catarratto Bio Dop, Sicilia<br />

Dal colore giallo paglierino tendente al dorato, presenta<br />

lievi sentori fruttati e note floreali. Al palato è<br />

mediamente acido e tendenzialmente morbido.<br />

Menù <strong>Freccia</strong>rossa by Carlo Cracco<br />

121


CARTAFRECCIA<br />

PUNTI VERDI CARTAFRECCIA<br />

CON TRENITALIA SI GUADAGNANO<br />

PUNTI VERDI E SI RISPARMIA CO 2<br />

Per ogni biglietto acquistato per<br />

viaggiare su Frecce e Intercity con la<br />

propria CartaFRECCIA, in aggiunta ai<br />

normali punti fedeltà, Trenitalia accredita<br />

i Punti Verdi per chi si sposta<br />

nel rispetto dell’ambiente. Si tratta<br />

di punti aggiuntivi che Trenitalia assegna<br />

ai clienti in funzione dei chilometri<br />

percorsi, come premio per<br />

aver scelto il treno anziché la macchina<br />

o l’aereo. I punti extra sono assegnati<br />

in virtù della CO 2<br />

risparmiata,<br />

vengono accreditati in relazione<br />

ai chilometri percorsi su Frecce e<br />

Intercity (1 punto ogni 10 chilometri)<br />

e si aggiungono a quelli guadagnati<br />

con le altre modalità previste dal regolamento.<br />

I Punti Verdi non sono qualificanti ai fini del raggiungimento dello status successivo<br />

122


MOSTRE IN TRENO<br />

E PAGO MENO<br />

PER I SOCI CARTAFRECCIA SCONTI<br />

E AGEVOLAZIONI NELLE PRINCIPALI<br />

SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA<br />

Andrea Mantegna è il protagonista dell’esposizione a Palazzo Madama di Torino<br />

fino al 4 maggio. <strong>La</strong> rassegna Rivivere l’antico, costruire il moderno presenta<br />

il percorso artistico del grande pittore, dai prodigiosi esordi giovanili al riconosciuto<br />

ruolo alla corte dei Gonzaga. Articolata in sei sezioni, che evidenziano<br />

momenti particolari della sua carriera e significativi aspetti dei suoi interessi e<br />

della sua personalità, illustra al tempo stesso alcuni temi meno indagati come<br />

il rapporto di Mantegna con l’architettura e la letteratura.<br />

Viene così proposta ai visitatori un’ampia lettura del Maestro rinascimentale,<br />

che definì il suo originalissimo linguaggio formativo sulla base della profonda<br />

e diretta conoscenza delle opere padovane di Donatello, della familiarità con<br />

i lavori di Jacopo Bellini e dei suoi figli (in particolare del geniale Giovanni),<br />

delle novità fiorentine e fiamminghe, nonché dello studio della scultura antica.<br />

Promozione 2x1 per i soci CartaFRECCIA in possesso di biglietto delle Frecce<br />

con destinazione Torino e ingresso ridotto per gli abbonati regionali Piemonte.<br />

palazzomadamatorino.it<br />

IN CONVENZIONE ANCHE<br />

VENEZIA<br />

• Collezione Peggy Guggenheim<br />

• Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu<br />

e Youssef Nabil dal 22 marzo al 10<br />

gennaio 2021 a Palazzo Grassi<br />

• Untitled <strong>2020</strong> dal 22 marzo al 13<br />

dicembre a Punta della Dogana<br />

MILANO<br />

• Museo della Scienza<br />

• Elliot Erwitt. Family, fino al 15 marzo<br />

al Mudec<br />

GENOVA<br />

• Museo di Genova<br />

FERRARA<br />

• De Nittis e la rivoluzione dello<br />

sguardo fino al 13 aprile a Palazzo<br />

Diamanti<br />

Andrea Mantegna<br />

Madonna Trivulzio, (1497)<br />

Olio su tela<br />

Pinacoteca del Castello Sforzesco, Milano<br />

TORINO<br />

60 FRECCE AL GIORNO<br />

Giuseppe De Nittis<br />

Il salotto della principessa Mathilde (1883)<br />

Olio su tela<br />

Barletta, Pinacoteca Giuseppe De Nittis<br />

BOLOGNA<br />

• Etruschi. Viaggio nella terra dei<br />

Rasna, fino al 24 maggio al Museo<br />

Civico Archeologico<br />

FIRENZE<br />

• Fondazione Franco Zeffirelli<br />

• Inside Magritte, fino al 13 aprile,<br />

nella Chiesa di Santo Stefano al<br />

Ponte<br />

• Tomás Saraceno. Aria, fino al 19<br />

luglio a Palazzo Strozzi<br />

ROMA<br />

• Raffaello, dal 5 marzo al 2 giugno<br />

alle Scuderie del Quirinale<br />

• Gabriele Basilico, fino al 13 aprile a<br />

Palazzo delle Esposizioni<br />

• Jim Dine, fino al 31 maggio a Palazzo<br />

delle Esposizioni<br />

• Banksy Visual Protest, dal 21 marzo<br />

al 6 settembre al Chiostro del<br />

Bramante<br />

NAPOLI<br />

• Napoli Napoli. Di lava, porcellana e<br />

musica, fino al 21 giugno al Museo e<br />

Real Bosco di Capodimonte<br />

Info su trenitalia.com<br />

123


Oulx-Bardonecchia<br />

NETWORK // ROUTES // FLOTTA<br />

Courmayeur<br />

Aosta<br />

Torino<br />

Madonna di Campiglio Ora<br />

Bergamo<br />

Milano<br />

Genova<br />

Brescia<br />

Reggio Emilia AV<br />

NO STOP<br />

Modena<br />

Bologna<br />

<strong>La</strong> Spezia<br />

Pisa<br />

Trento<br />

Verona<br />

Bolzano<br />

Mantova<br />

Firenze<br />

Siena<br />

Vicenza<br />

Val Gardena<br />

Perugia<br />

Val di Fassa-Val di Fiemme<br />

Cortina d’Ampezzo<br />

Udine<br />

OLTRE 300<br />

Treviso<br />

Trieste<br />

Venezia<br />

Padova<br />

Ravenna<br />

Assisi<br />

Rimini<br />

Ancona<br />

FRECCE<br />

E FRECCIAL I N K<br />

AL G I O R N O<br />

Pescara<br />

Roma<br />

Fiumicino<br />

Aeroporto<br />

Caserta<br />

Foggia<br />

Napoli<br />

Matera<br />

Bari<br />

Lecce<br />

Salerno<br />

Potenza<br />

Taranto<br />

Sapri<br />

Sibari<br />

Paola<br />

<strong>La</strong>mezia Terme<br />

LEGENDA:<br />

Reggio di Calabria<br />

I collegamenti da/per Bardonecchia sono attivi nei fine settimana fino al 29 marzo <strong>2020</strong><br />

I collegamenti <strong>Freccia</strong>link per la montagna sono attivi nei fine settimana fino al 29 marzo <strong>2020</strong><br />

Maggiori dettagli su destinazioni e giorni di circolazione su trenitalia.com<br />

Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce<br />

Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com<br />

FRECCIAROSSA ETR 1000<br />

Velocità max 400 km/h<br />

Velocità comm.le 300 km/h<br />

Composizione 8 carrozze<br />

Livelli di servizio Executive, Business,<br />

Premium, Standard<br />

Posti 457<br />

WiFi<br />

Presa elettrica al posto<br />

Servizi per persone con disabilità<br />

Fasciatoio<br />

124


UN<br />

NETWORK<br />

DI<br />

OLTRE<br />

100 CITTÀ<br />

COLLEGAMENTI<br />

GIORNALIERI E DURATA<br />

MINIMA DEL VIAGGIO<br />

104 <strong>Freccia</strong>rossa<br />

Milano-Roma 3h 10’<br />

FRECCIAROSSA<br />

FRECCIAROSSA ETR 500<br />

Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze<br />

4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574<br />

WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

FRECCIARGENTO ETR 700<br />

Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze<br />

3 livelli di Servizio Business, Premium, Standard | Posti 500<br />

WiFi | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

1 a<br />

40 <strong>Freccia</strong>rossa e<br />

<strong>Freccia</strong>rgento<br />

Roma-Venezia 1 3h 15’<br />

FRECCIARGENTO ETR 600<br />

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze<br />

Classi 1^ e 2^ | Posti 432<br />

WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

16 <strong>Freccia</strong>rossa e<br />

<strong>Freccia</strong>rgento<br />

Roma-Verona 3h 18’<br />

FRECCIARGENTO ETR 485<br />

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze<br />

Classi 1^ e 2^ | Posti 489<br />

WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

48 <strong>Freccia</strong>rossa<br />

Milano-Venezia 2 2h 15’<br />

I tempi minimi indicati si riferiscono alla soluzione<br />

di viaggio più veloce con una delle tre Frecce, dalle<br />

stazioni centrali dove non specificato.<br />

I collegamenti comprendono sia i servizi di andata<br />

che di ritorno. Sono previste variazioni nel fine<br />

settimana e in alcuni periodi dell’anno.<br />

Maggiori dettagli per tutte le soluzioni su<br />

trenitalia.com<br />

1 Durata riferita al collegamento tra Roma Tiburtina e<br />

Venezia Mestre<br />

2 Durata riferita al collegamento tra Milano Centrale e<br />

Venezia Mestre<br />

FRECCIABIANCA<br />

Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze<br />

Classi 1^ e 2^ | Posti 603<br />

Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

FRECCIABIANCA ETR 460<br />

Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze<br />

Classi 1^ e 2^ | Posti 479<br />

Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

125


PRIMA DI SCENDERE<br />

FOTO DEL MESE<br />

19 MARZO <strong>2020</strong><br />

SCATTI D’AUTORE<br />

PER LA FESTA DEL PAPÀ<br />

Testo e foto di Carlos Solito<br />

NEL NOME DEL PADRE<br />

E se guardo un ulivo,<br />

metto i palmi su naso e bocca<br />

chiudo gli occhi<br />

e guardo mio padre<br />

che sapeva ficcare i piedi nella terra<br />

e stare bene contro il vento<br />

a frugare nelle tasche del maestrale<br />

per cucirmi le ali sulle scapole.<br />

Queste ti serviranno, diceva.<br />

Quando cadrai, perché cadrai,<br />

toccati dalla testa ai piedi,<br />

fallo in ogni piega del tuo corpo<br />

in ogni epoca della tua esistenza<br />

in qualsiasi stanza.<br />

Svuota tutti i ricordi<br />

assediati dalla rabbia,<br />

dalla ribellione<br />

dagli abbracci<br />

dai pugni stretti<br />

dai respiri stretti<br />

dalle parole morte sul ciglio dei denti stretti.<br />

Rimetti insieme i nostri fiati<br />

tra i giorni i mesi gli anni,<br />

ricuci il sentiero dei nostri passi<br />

e torna a me.<br />

Se guardo un ulivo,<br />

chiamo in silenzio<br />

col pomo d’Adamo che annega nella saliva,<br />

col profumo di olio extravergine che svergina le narici.<br />

E mi tocco lo sterno,<br />

la valle del petto<br />

nella quale il mio amore per te scende dolce<br />

tra le costole<br />

fino all’imbuto del cuore<br />

oltre il quale riempie la damigiana della mia coscienza.<br />

Auguri papà.<br />

Dal deserto del Wadi Rum, in Giordania, all’ulivo<br />

millenario di Santa Maria Navarrese, in Sardegna,<br />

fino alle colline ventose dell’Alta Irpinia. Tre intime<br />

e semplici pose di altrettanti padri e figli<br />

126


PRIMA DI SCENDERE<br />

FONDAZIONE FS<br />

ARLECCHINO TORNA<br />

A VIAGGIARE<br />

L’ETR 250, NATO NEL 1960 COME SIMBOLO DI VELOCITÀ E<br />

TRAGUARDI VITTORIOSI, RIPRENDE LE CORSE TURISTICHE<br />

© Archivio Fondazione FS Italiane<br />

«<strong>La</strong> velocità dà finalmente alla vita umana uno dei caratteri della divinità: la linea retta»<br />

[Filippo Tommaso Marinetti, <strong>La</strong> nuova religione-morale della velocità, 1916]<br />

Fu un sogno di velocità, tra forme avveniristiche<br />

e voglia di futuro. Nacque così il progetto delle<br />

Ferrovie dello Stato per i nuovi elettrotreni veloci<br />

del dopoguerra: prima il Settebello, poi il fratello minore,<br />

l’Arlecchino. Era l’Italia che rinasceva, un Paese che andava<br />

veloce, aveva voglia di cambiare, conquistare un futuro<br />

fatto di benessere e stili di vita moderni.<br />

I nuovi elettrotreni FS interpretavano al meglio lo spirito di<br />

quegli anni, tanto da divenire il simbolo stesso del boom<br />

economico italiano, del made in Italy che allora si diffondeva<br />

nel mondo con i suoi prodotti: moda, cinema, automobili<br />

e, appunto, treni. Nel 1952 l’ETR 300 Settebello stupiva per<br />

SAVE THE DATE TRENI STORICI<br />

1 e 5<br />

1 e 8<br />

8 e 22<br />

15<br />

15, 22 e 29<br />

29<br />

MARZO<br />

Archeotreno Campania (Napoli-Sapri)<br />

Treno della neve sulla Transiberiana d’Italia<br />

Pietrarsa Express<br />

Reggia Express<br />

Treno di primavera sulla Transiberiana d’Italia<br />

Archeotreno Campania (Napoli-Capua)<br />

le sue forme aerodinamiche, i suoi belvedere panoramici<br />

e l’eleganza degli interni, risultato di una grande tradizione<br />

di design e progettazione industriale che portava la firma<br />

di Giulio Minoletti e Gio Ponti. Nel 1960 nasceva l’ETR<br />

250 Arlecchino, ricalcando le forme del Settebello ma con<br />

una composizione più contenuta (solo quattro carrozze).<br />

Quell’anno tutto il mondo ci guardava mentre l’ultimo tedoforo,<br />

la sera del 25 agosto, raggiungeva lo Stadio Olimpico<br />

di Roma e accendeva la fiamma olimpica. In fondo, la vittoriosa<br />

corsa di Livio Berruti sui 200 metri può essere assunta<br />

a simbolo di una storia italiana che nel mito della velocità<br />

chiudeva uno dei suoi periodi migliori.<br />

Oggi quel mezzo mitico, l’Arlecchino, torna a viaggiare,<br />

grazie all’impegno della Fondazione FS Italiane che ne ha<br />

portato a termine il progetto di recupero funzionale. È stata<br />

una sfida impegnativa, un restauro che ha richiesto la<br />

massima cura filologica e grandi capacità tecniche per realizzare<br />

un treno d’epoca unico in Italia, capace di viaggiare<br />

a 170 km/h su tutte le linee FS, con un servizio a bordo di<br />

alto livello.<br />

fondazionefs.it<br />

127


PRIMA DI SCENDERE<br />

FUORI LUOGO<br />

di Mario Tozzi mariotozziofficial OfficialTozzi<br />

[Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]<br />

MAGNA SEGESTA<br />

Al centro della Sicilia occidentale, in uno dei<br />

luoghi più suggestivi della Magna Grecia,<br />

lontana dalle città e isolata su una collina in<br />

posizione dominante, Segesta rende ben conto della<br />

superiorità del pensiero antico per il rapporto con il<br />

mondo naturale.<br />

Sedetevi sulle scalinate e guardate verso nord: come<br />

in tutti i teatri greci, la scena è il paesaggio e da lì si<br />

indovina addirittura il mare. Segesta nasce però autoctona<br />

e, anzi, si mette in competizione con le altre città<br />

greche delle colonie. Oggi è perfettamente integra in<br />

cima alla collina, come l’avevano immaginata i suoi architetti,<br />

e il tempio dorico resta severo e immutabile,<br />

appena fuori le mura. Quello che colpisce è il silenzio<br />

delle giornate di primavera, la sensazione di isolamento<br />

dorato che si respira, la suggestione di un popolo<br />

che aveva scelto un punto privilegiato della Trinacria<br />

per guardare il resto del mondo.<br />

I venti arrivano a soffiare fra le colonne per raggiungere<br />

la scalinata del teatro dove voi avrete pazientemente<br />

aspettato la sera in raccoglimento: nella luce del crepuscolo<br />

la grandezza di chi ci ha preceduto.<br />

Il tempio dorico di Segesta (TP)<br />

© Stefano Piazza/AdobeStock<br />

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