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La Freccia Marzo 2020

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LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE,<br />

VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE<br />

Daniele Parisi, 38 anni, attore, ci parla della sua esperienza<br />

di viaggio tra una tournée e l’altra su e giù per<br />

l’Italia.<br />

Qual è il tuo rapporto con il treno?<br />

Mi sposto con le Frecce per raggiungere nel minor tempo possibile<br />

le città in cui mi esibisco con i miei spettacoli. E, visto che<br />

sono impegnato anche nella scrittura teatrale, il treno mi dà la<br />

possibilità di concentrarmi, portare avanti ciò che sto seguendo<br />

in quel momento o buttare giù nuove idee.<br />

Il viaggio, dunque, anche come fonte d’ispirazione?<br />

Senza dubbio, i paesaggi mozzafiato che scorrono dal finestrino<br />

favoriscono e stimolano notevolmente la redazione dei miei<br />

lavori. Inoltre, in treno traggo spunti per la mia professione di<br />

attore grazie agli incontri e alle storie che ascolto dagli altri passeggeri.<br />

Insomma, ho imparato a catturare insegnamenti utili sia<br />

per la stesura dei testi sia per la loro interpretazione. Non sono<br />

poche le occasioni in cui sono stati proprio i miei compagni di<br />

viaggio a fornirmi i temi su cui lavorare, ad aiutarmi a raccogliere<br />

testimonianze ed elaborare idee che poi ho riportato sul palcoscenico.<br />

Qualche dettaglio in più sulla tua attività lavorativa?<br />

Racconto la società e le sue contraddizioni in chiave ironica: solitamente<br />

mi esibisco da solo, scrivendo, dirigendo e interpretando<br />

i miei show. Ho iniziato come attore di prosa e mi capita di<br />

essere contattato anche per recitare in film e spettacoli da interprete<br />

scritturato. <strong>La</strong> maggior parte del tempo, però, lo passo sui<br />

testi e a montare i miei spettacoli: una maturità creativa arrivata<br />

col tempo, dopo gli studi all’Accademia nazionale d’arte drammatica<br />

Silvio D’Amico, a Roma, e diversi laboratori teatrali grazie<br />

ai quali ho capito quale era la strada che più mi si addiceva. Ho<br />

iniziato così a lavorare sui miei spettacoli comici, il primo realizzato<br />

a Terme Euganee, arrivando a Padova proprio in <strong>Freccia</strong>rossa.<br />

Questo treno ha avuto un ruolo importante, quasi a voler<br />

segnare lo spartiacque di una mia personale identità lavorativa<br />

che si è intrecciata con la mia vicenda umana e artistica.<br />

Un episodio o un aneddoto da raccontare?<br />

Ricordo una signora che mi sedeva davanti, mi osservava con<br />

occhi spiritati mentre mangiava voracemente qualunque pietanza<br />

le capitava di tirare fuori dalla borsa. Masticava con avidità<br />

e ingordigia, senza staccarmi gli occhi da dosso, e più mangiava<br />

più mi intimoriva, tanto da farmi immaginare che prima o poi<br />

sarei diventato io il suo pranzo. Ho temuto di essere divorato.<br />

Un’esperienza che ho messo da parte e ho riposto nel cassetto<br />

delle idee per una possibile futura esibizione.<br />

Un suggerimento per migliorare il servizio?<br />

Quando viaggio per lavoro mi trovo con molti bagagli, tra cui abiti,<br />

attrezzature di scena e strumenti musicali, così le cappelliere<br />

in alto al treno non mi sono sufficientemente utili. Sarebbe necessario<br />

un ampliamento degli spazi dedicati a valigie e altri oggetti,<br />

magari allargando quelli disponibili tra un vagone e l’altro.<br />

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