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LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE,<br />
VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE<br />
Daniele Parisi, 38 anni, attore, ci parla della sua esperienza<br />
di viaggio tra una tournée e l’altra su e giù per<br />
l’Italia.<br />
Qual è il tuo rapporto con il treno?<br />
Mi sposto con le Frecce per raggiungere nel minor tempo possibile<br />
le città in cui mi esibisco con i miei spettacoli. E, visto che<br />
sono impegnato anche nella scrittura teatrale, il treno mi dà la<br />
possibilità di concentrarmi, portare avanti ciò che sto seguendo<br />
in quel momento o buttare giù nuove idee.<br />
Il viaggio, dunque, anche come fonte d’ispirazione?<br />
Senza dubbio, i paesaggi mozzafiato che scorrono dal finestrino<br />
favoriscono e stimolano notevolmente la redazione dei miei<br />
lavori. Inoltre, in treno traggo spunti per la mia professione di<br />
attore grazie agli incontri e alle storie che ascolto dagli altri passeggeri.<br />
Insomma, ho imparato a catturare insegnamenti utili sia<br />
per la stesura dei testi sia per la loro interpretazione. Non sono<br />
poche le occasioni in cui sono stati proprio i miei compagni di<br />
viaggio a fornirmi i temi su cui lavorare, ad aiutarmi a raccogliere<br />
testimonianze ed elaborare idee che poi ho riportato sul palcoscenico.<br />
Qualche dettaglio in più sulla tua attività lavorativa?<br />
Racconto la società e le sue contraddizioni in chiave ironica: solitamente<br />
mi esibisco da solo, scrivendo, dirigendo e interpretando<br />
i miei show. Ho iniziato come attore di prosa e mi capita di<br />
essere contattato anche per recitare in film e spettacoli da interprete<br />
scritturato. <strong>La</strong> maggior parte del tempo, però, lo passo sui<br />
testi e a montare i miei spettacoli: una maturità creativa arrivata<br />
col tempo, dopo gli studi all’Accademia nazionale d’arte drammatica<br />
Silvio D’Amico, a Roma, e diversi laboratori teatrali grazie<br />
ai quali ho capito quale era la strada che più mi si addiceva. Ho<br />
iniziato così a lavorare sui miei spettacoli comici, il primo realizzato<br />
a Terme Euganee, arrivando a Padova proprio in <strong>Freccia</strong>rossa.<br />
Questo treno ha avuto un ruolo importante, quasi a voler<br />
segnare lo spartiacque di una mia personale identità lavorativa<br />
che si è intrecciata con la mia vicenda umana e artistica.<br />
Un episodio o un aneddoto da raccontare?<br />
Ricordo una signora che mi sedeva davanti, mi osservava con<br />
occhi spiritati mentre mangiava voracemente qualunque pietanza<br />
le capitava di tirare fuori dalla borsa. Masticava con avidità<br />
e ingordigia, senza staccarmi gli occhi da dosso, e più mangiava<br />
più mi intimoriva, tanto da farmi immaginare che prima o poi<br />
sarei diventato io il suo pranzo. Ho temuto di essere divorato.<br />
Un’esperienza che ho messo da parte e ho riposto nel cassetto<br />
delle idee per una possibile futura esibizione.<br />
Un suggerimento per migliorare il servizio?<br />
Quando viaggio per lavoro mi trovo con molti bagagli, tra cui abiti,<br />
attrezzature di scena e strumenti musicali, così le cappelliere<br />
in alto al treno non mi sono sufficientemente utili. Sarebbe necessario<br />
un ampliamento degli spazi dedicati a valigie e altri oggetti,<br />
magari allargando quelli disponibili tra un vagone e l’altro.<br />
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