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TRAVEL<br />
Alberto Sordi sul terrazzo della sua villa romana/on the terrace of his Roman villa (1974)<br />
quella attuale, è invece presente in il treno di lusso della soubrette di<br />
uno dei suoi ultimi film, Ginger e Fred successo (Isa Barzizza) e l’accelerato<br />
(1986). Un’altra stazione importante<br />
è quella della località termale di gherata compagnia di rivista di Pep-<br />
con le panche di legno della sgan-<br />
8½ (1963), ricostruita nell’ex rimessa pino De Filippo: destini che si allontanano<br />
come due corse in partenza<br />
del treno reale, ora affidata alle cure<br />
amorevoli di Fondazione FS Italiane, per opposte destinazioni.<br />
all’uscita di Termini.<br />
Usciti dalla stazione, ecco per Fellini<br />
In uno dei primi film di Fellini, Luci del la Roma delle meraviglie: la Fontana<br />
varietà (con Alberto <strong>La</strong>ttuada, 1950), di Trevi con Anita Ekberg e Marcello<br />
sullo stesso marciapiede sostano Mastroianni (lei con stivaloni da pe-<br />
© Reporters Associati & Archivi srl S.U.<br />
sca sotto il vestito lungo, si girava in<br />
pieno inverno), via Veneto ricostruita<br />
a Cinecittà (riconoscibile perché non<br />
è così in salita come la strada originale),<br />
l’Eur metafisico con i suoi bianchi<br />
edifici che sembrano disabitati. I<br />
palazzi dei nobili, le borgate dai muri<br />
gonfi per l’umidità, i locali notturni,<br />
i nuovi quartieri speculativi tirati<br />
su in fretta, il Vaticano e il santuario<br />
del Divino Amore, il mare di Ostia e<br />
di Fregene. Tanti film che in fondo si<br />
compendiano in uno, <strong>La</strong> dolce vita<br />
(1960).<br />
Religione e mondanità, lusso e miseria,<br />
politica e show business: tutto è<br />
visto con l’occhio di chi arriva da fuori:<br />
il giovane borghese di provincia in<br />
cerca di fortuna (Roma), ma anche<br />
la diva del cinema che atterra con<br />
l’aereo, prima a Ciampino e poi finalmente<br />
a Fiumicino, salutata da produttori<br />
e paparazzi accorsi con teglie<br />
di pizza e mazzi di rose (la Ekberg<br />
de <strong>La</strong> dolce vita). Anche i due maturi<br />
ballerini di Ginger e Fred, Giulietta<br />
Masina, moglie di Fellini, e Marcello<br />
Mastroianni, si aggirano in periferia<br />
verso la Magliana con ordinate pile di<br />
sacchi pieni di immondizie (in futuro<br />
ne avremmo viste di più disordinate).<br />
Anziane prostitute battono la Passeggiata<br />
archeologica, tra via di Valle<br />
delle Camene e l’inizio di via delle<br />
Terme di Caracalla, come fa Cabiria<br />
(sempre Giulietta Masina in Le notti di<br />
Cabiria), o trascorrono i giorni di festa<br />
in prati coperti di cartacce, fra gli<br />
scooter e le auto parcheggiate qua<br />
e là. Ma c’è anche Toby Dammit (Terence<br />
Stamp) del '68, l’attore alcolizzato<br />
che appena sbarcato dall’aereo<br />
vuole solo la sua Ferrari, la vettura<br />
che aveva chiesto in cambio della<br />
sua prestazione e che schianterà, insieme<br />
con la sua vita, dopo una folle<br />
corsa per la città e i sobborghi terminata<br />
sul Ponte di Ariccia nei Castelli<br />
romani. Intanto il dottor Antonio, un<br />
maturo Peppino De Filippo ossessionato<br />
dalla pornografia, s’innamora<br />
di un cartellone pubblicitario in cui<br />
Anita Ekberg, sempre lei, magnifica<br />
le virtù salutari del latte nel surreale<br />
paesaggio dell’Eur. Una figura<br />
materna: forse è proprio questo che<br />
manca al giovane che ha lasciato la<br />
famiglia per avventurarsi fra i palazzi<br />
e i ruderi di Roma.<br />
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