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A BRESCIA DONNE<br />
NELL'ARTE. DA<br />
TIZIANO A BOLDINI,<br />
UNO SPACCATO DEL<br />
RUOLO FEMMINILE<br />
DAL PRIMO<br />
RINASCIMENTO<br />
ALLA BELLE<br />
EPOQUE. NOVANTA<br />
DIPINTI, TRA CUI<br />
MOLTI INEDITI,<br />
CHE SEMBRANO<br />
RACCONTARE<br />
ANCHE L’OGGI<br />
di Sandra Gesualdi<br />
sandragesu<br />
Il tema della donna nell’arte non<br />
è una novità. Madonne, dame,<br />
corpi, volti, icone. Da sempre l’universo<br />
femminile è stato luogo d’indagine,<br />
soggetto estetico studiato,<br />
ammirato, spesso sfruttato da pittori<br />
e scultori. Anche la mostra di Palazzo<br />
Martinengo a Brescia è abitata da nobildonne<br />
acconciate alla moda, sen-<br />
suali modelle, popolane scalze, eroine<br />
leggendarie o ascetiche sante. «È<br />
un argomento di grande attualità»,<br />
racconta Davide Dotti, preparato ed<br />
energico curatore di Donne nell’arte.<br />
Da Tiziano a Boldini, in programma<br />
fino al 7 giugno nella città lombarda.<br />
«Ho provato ad affrontare attraverso<br />
il linguaggio immediato della pittura<br />
i ruoli femminili nella società, la<br />
maternità, il lavoro, le sofferenze. Le<br />
opere smuovono sentimenti e riflessioni<br />
anche nei non addetti ai lavori».<br />
Un periodo lungo quattro secoli che<br />
dagli inizi del Rinascimento lambisce<br />
la Belle Epoque. Novanta capolavori<br />
tra cui una Maddalena di Tiziano con<br />
firma autografa per esteso e, per la<br />
prima volta in Italia, 25 inediti, un disegno<br />
preparatorio del Bacio di Klimt<br />
che apre la strada a nuove ricerche,<br />
qualche big come Guercino, Hayez<br />
e Boldini, il pittore delle signore. Poi<br />
un avvicendarsi di scoperte. Dentro<br />
ogni quadro, uscito da privilegiate<br />
collezioni private, c’è la biografia di<br />
una donna che riaffiora dal passato<br />
e l’acuta pennellata di artisti poco<br />
noti capaci di esprimere bellezza,<br />
con tecnica e colori inaspettati. Ecco<br />
la novità della rassegna curata da<br />
Dotti: gli strati di conoscenza, i livelli<br />
d’osservazione, i rimandi all’oggi. Ci<br />
si imbatte in danzatrici adolescenti,<br />
fruttivendole romane, giovani spose,<br />
frivole fanciulle borghesi, modelle<br />
discinte che si prestano all’avidità<br />
dell’osservatore, interni borghesi,<br />
odalische, regine. Ma accanto alle<br />
candide lady ingioiellate – radiosa<br />
la Nanne Wiborg Schrader di Boldini<br />
circondata da pennellate prefuturiste<br />
– o alla donzella sorridente sorpresa<br />
da folate di vento, sono descritti<br />
secoli e secoli di sfruttamento, violenza,<br />
disparità sociale, resistenza.<br />
Superato l’impatto estetico, le protagoniste<br />
delle tele sembrano dar voce<br />
alle donne di oggi nel denunciare<br />
quanto ancora il mondo è per lo più<br />
declinato al maschile e quanti sforzi<br />
abbiano praticato per allungare il<br />
passo. <strong>La</strong> stessa nicchia dell’arte è<br />
stata luogo di maschilismo e reclusione<br />
per molto tempo. Le rose, i tulipani<br />
e gelsomini o le composizioni<br />
di pesci di Francesca Volò ed Elena<br />
Recco, ignote pittrici del ’700, sono<br />
stipate in tavolette di piccole dimensioni,<br />
adatte per composizioni da studiolo,<br />
perché la pittura in gonnella<br />
doveva essere praticata in casa.<br />
Ettore Tito<br />
Con la rosa tra le labbra (1895)<br />
Olio su tavola<br />
Collezione privata<br />
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