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ARTE<br />
nettamente a una statua antica: è<br />
una statua che si fa carne e sopra<br />
c’è il volto di una donna reale. Nelle<br />
opere di Raffaello abbiamo spesso<br />
una sintesi di diversi modelli culturali,<br />
qui abbiamo invece una scomposizione,<br />
perché da una parte c’è<br />
il volto che fa credere che questa<br />
donna sia stata l’amante, dall’altro<br />
un corpo impostato in maniera quasi<br />
classica. Questa scomposizione<br />
ci fa notare che per l’artista ognuno<br />
dei suoi contemporanei era l’erede<br />
di una grande Storia, era l’uomo<br />
che credeva alla ricongiunzione tra<br />
l’antico e il presente. <strong>La</strong> Fornarina,<br />
proprio perché era il ritratto più intimo<br />
per lui, è il frutto di una scomposizione.<br />
È come se dicesse: «Tu sei<br />
tu, concreta, ma io sono pittore e ti<br />
dipingo come una statua». Questo,<br />
secondo me, è un atto d’amore molto<br />
grande.<br />
Raffaello, che riceveva molti incarichi<br />
prestigiosi, era il pittore dei<br />
papi e di Agostino Chigi, banchiere<br />
molto ricco e potente, ma la sua<br />
fama è andata oltre i palazzi vaticani,<br />
dei ricchi e dei nobili. C’è in lui<br />
anche una vena popolare?<br />
Possiamo trovarla nelle sue Madonne<br />
esposte nelle chiese, cioè<br />
nelle opere visibili in luogo pubblico<br />
anche al popolo, per esempio a<br />
Città di Castello o a Perugia. Queste<br />
tele avevano una grande risonanza,<br />
perché erano moderne nella concezione,<br />
ma nello stesso tempo<br />
all’interno dei dettati. Non erano<br />
scandalose, ma innovative nel linguaggio.<br />
Questo lo ha reso famoso<br />
e amato.<br />
Quando nasce la leggenda di Raffaello?<br />
Subito dopo la morte, questo artista<br />
diventa un fenomeno al di là di ogni<br />
aspettativa. <strong>La</strong> morte stessa, avvenuta<br />
come la nascita nel Venerdì<br />
Santo, improvvisamente e in giovane<br />
età, fa nascere subito la leggenda.<br />
C’è un senso di perdita del<br />
simbolo di un’epoca e di una certa<br />
speranza.<br />
Nella triade dei geni italiani Leonardo,<br />
Michelangelo, Raffaello,<br />
secondo lei il terzo è sottovalutato?<br />
Lo dicono in molti, soprattutto tra i<br />
non addetti ai lavori. Bisognerà lavorare<br />
nella cultura popolare per<br />
far capire che ciò che sembra semplice<br />
è in realtà più complesso. Però<br />
dobbiamo anche dire che dopo 48<br />
ore dall’apertura delle prenotazioni<br />
per la mostra alle Scuderie del Quirinale<br />
c’erano già 10mila richieste.<br />
Cosa possiamo aspettarci da questa<br />
immersione nell’arte di Raffaello?<br />
Spero che ci sia sempre qualcuno<br />
di noi ad accompagnare i visitatori<br />
con entusiasmo. <strong>La</strong> mostra deve essere<br />
ben spiegata, perché è sottile,<br />
profonda, non solo spettacolare: ha<br />
pretese di approfondimento. Raffaello<br />
è un artista che mantiene intatta<br />
la fantasia nonostante un’opera<br />
continua di gestione delle emozioni,<br />
che straripano da ogni parte ma<br />
vengono dominate. Ogni opera ha<br />
qualcosa che evidenzia come la<br />
perfezione sia una tensione ideale<br />
dell’uomo, è il frutto di una meditazione<br />
e di una felicità che, se venissero<br />
donate ai visitatori, assicurerebbero<br />
benessere per qualche<br />
tempo.<br />
scuderiequirinale.it<br />
ScuderieQuirinale<br />
scuderiequirinale<br />
ROMA<br />
207 FRECCE AL GIORNO<br />
Scuderie<br />
Raffaello Sanzio<br />
<strong>La</strong> Velata (1512-1515 circa)<br />
Olio su tavola<br />
Palazzo Pitti, Galleria Palatina (FI)<br />
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