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La Freccia Marzo 2020

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© M.MarinPh.<br />

BELLA DA… VIVERE<br />

SU RAI1 DAL 15 MARZO UNA FICTION AFFRONTA<br />

IL TEMA DEL FEMMINICIDIO. MARGHERITA LATERZA INTERPRETA<br />

ANITA, UNA SCIENZIATA IMPEGNATA A COMBATTERE<br />

LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE<br />

di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it<br />

Donna e libertà, un binomio ancora non realizzato<br />

in pieno. Margherita <strong>La</strong>terza è una delle protagoniste<br />

di Bella da morire, la fiction in onda su Rai1<br />

dal 15 marzo per quattro puntate. <strong>La</strong> giovane attrice interpreta<br />

una scienziata un po’ svagata, che si affeziona ai morti e si tiene<br />

lontana dai vivi. Un personaggio puro che, però, deve fare i<br />

conti con la violenza nei confronti delle donne.<br />

In questa fiction si affronta un tema impegnativo e anche la<br />

Rai fa una scelta forte. Che ne pensi?<br />

<strong>La</strong> questione è attuale, si parla di femminicidio. <strong>La</strong> televisione<br />

pubblica svolge il suo compito, direi in modo coraggioso.<br />

Chi sei esattamente sul piccolo schermo?<br />

Una giovane medico legale un po’ fuori di testa. Il mio personaggio,<br />

Anita, è surreale. Svolge autopsie e, paradossalmente,<br />

si trova più a suo agio con i morti. È una bambina non<br />

cresciuta, talmente sensibile che preferisce avere a che fare<br />

con loro. Per questo stabilisce un rapporto molto stretto con<br />

Gioia, la vittima.<br />

Come ti sei preparata per questa parte?<br />

Ho visto il documentario Ignoto 1 - Yara, Dna di un’indagine,<br />

sull’omicidio della giovanissima Gambirasio. Inoltre ho consultato<br />

una mia amica, medico legale. Lei mi ha spiegato che,<br />

mentre i medici in genere hanno a che fare con la sofferenza<br />

delle persone, i medici legali lavorano per dare loro verità e<br />

giustizia. Per prepararmi ho anche passato un po’ di tempo<br />

con mia zia, che lavora nel settore, in un laboratorio d’analisi.<br />

Nella storia c’è spazio anche per la solidarietà?<br />

<strong>La</strong> collaborazione tra le protagoniste è forte. Giuditta (Lucrezia<br />

<strong>La</strong>nte della Rovere) è il pubblico ministero, la donna in<br />

carriera; Eva, la poliziotta (Cristiana Capotondi), è una donna<br />

tosta e Anita è quasi autistica. Hanno tre caratteri diffi cili, ma<br />

credono nel lavoro di squadra.<br />

E i momenti ironici?<br />

Non mancano. Molti sono legati al mio personaggio. Supportata<br />

dalle due amiche, per esempio, approccio il mio professore,<br />

ma gli incontri si rivelano disastrosi.<br />

Il titolo mette in evidenza il solito luogo comune che essere<br />

belle sia una colpa. Che ne pensi?<br />

In Italia sopravvive ancora una cultura machista. Spesso l’uomo,<br />

se non riesce a sopportare il confronto con una donna<br />

forte e non controllabile, magari anche bella, diventa aggressivo.<br />

In questo senso tutte le protagoniste sono “belle da morire”.<br />

Secondo te c’è stata un’evoluzione tra la tua generazione e<br />

le precedenti?<br />

Noi trentenni siamo cresciuti con le stesse favole dei nostri<br />

genitori, dal finale “e vissero felici e contenti” ma, crollati gli<br />

schemi, abbiamo la necessità e la responsabilità di riscrivere i<br />

rapporti. E questo genera tensione.<br />

DONNE DA FILM<br />

Al cinema scienza e coraggio al femminile. È nelle sale dal<br />

12 marzo Marie Curie, film diretto dalla regista Marie Noelle.<br />

<strong>La</strong> storia eccezionale di una fisica, due volte Premio Nobel,<br />

che nei primi del ’900 passò la vita, a fianco del marito<br />

Pierre, nella ricerca pioneristica di una cura contro i tumori, la<br />

radioterapia.<br />

Proprio il giorno della Festa della donna, poi, esce nelle sale<br />

Sono innamorato di Pippa Bacca di Simone Manetti. Il film<br />

racconta la biografia dell’artista uccisa in Turchia nel corso<br />

di un viaggio in autostop, realizzato nel 2008 con Silvia Moro.<br />

Entrambe le ragazze, vestite da sposa, avevano intrapreso<br />

questa avventura per portare un messaggio di pace dalla<br />

Slovenia fino a Israele.<br />

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