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TRAVEL<br />
Pompei contemporanea? Possiamo<br />
dire che la Pompei di oggi è quella che<br />
vive una nuova vita, un’esperienza di<br />
riscatto che fa seguito agli anni bui di<br />
scandali e crolli (tra cui quello più eclatante<br />
della Schola armaturarum del<br />
2010). Allora, la mancanza prolungata di<br />
controlli sistematici e di manutenzione<br />
costante aveva determinato situazioni<br />
di degrado talmente avanzate da non<br />
poter essere gestite solo con interventi<br />
ordinari. Pompei aveva bisogno del<br />
Grande Progetto, un sistema di interventi<br />
che affrontasse in maniera pervasiva<br />
ed estensiva – a scala finalmente<br />
urbana – tutte le criticità. Intrapreso nel<br />
2012, ma entrato nel vivo delle attività<br />
tra il 2014 e il 2019, grazie a una nuova<br />
legge (il decreto Valore cultura) e all’impegno<br />
di due ministri, Massimo Bray e<br />
Dario Franceschini, il Grande Progetto<br />
Pompei ha portato a un cambio di governance<br />
(il generale dei Carabinieri<br />
Giovanni Nistri in qualità di direttore<br />
generale del Gpp, oggi sostituito dal<br />
generale Mauro Cipolletta, e chi scrive,<br />
come Soprintendente speciale e ora<br />
Direttore generale del Parco Archeologico),<br />
mettendo in campo forze e<br />
competenze qualificate, animate da un<br />
obiettivo comune, quello di fare bene e<br />
fare presto.<br />
Si sono intrapresi, così, interventi e attività<br />
fondamentali per la conservazione<br />
e la salvaguardia di Pompei, risolvendo<br />
molti dei problemi mai affrontati in passato,<br />
mettendo in sicurezza tutta l’area<br />
archeologica, restaurando e riaprendo<br />
intere zone, edifici e strade negate al<br />
pubblico da troppo tempo. Restituendo<br />
32 ettari dei 44 scavati e nuovi percorsi,<br />
tra cui uno per persone con abilità<br />
diverse, mentre un’attenzione particolare<br />
è stata data alla fruizione, all’archeologia<br />
pubblica, definendo sistemi<br />
di comunicazione e divulgazione che<br />
trasmettono ora un’immagine del tutto<br />
nuova di Pompei.<br />
Con il Grande Progetto si è tornati infine<br />
a scavare, come non si faceva dagli anni<br />
‘60 del secolo scorso. I lavori di messa<br />
in sicurezza dei fronti di scavo, un progetto<br />
che prevedeva la risagomatura<br />
e la stabilizzazione delle scarpate lasciate<br />
dagli scavi del passato, le quali<br />
spesso si elevavano per quattro, cinque<br />
metri, hanno reso necessario intraprendere<br />
nuovi scavi, spesso portando a<br />
termine opere lasciate incompiute nel parte delle Regio I e II, l’ultima parte della<br />
città messa interamente in sicurezza.<br />
passato. Come si poteva immaginare,<br />
trattandosi di Pompei, molte sono state<br />
le scoperte e altrettante le sorprese. soprattutto opere di grande bellez-<br />
Si riaprono così nuovi assi stradali e<br />
Lungo via di Vesuvio, il cardo di Pompei za, come la Casa del Frutteto, su via<br />
che taglia la città in due da nord a sud, dell’Abbondanza, con le sue straordinarie<br />
stanze dalle pareti decorate da<br />
incrociando ad angolo retto prima via di<br />
Nola e poi via dell’Abbondanza (il decumanus),<br />
sono venute alla luce parti di Amanti, unico esempio che si è con-<br />
lussureggianti giardini, e la Casa degli<br />
nuove case, come quella che ha restituito<br />
l’affresco di Leda, uno dei quadretti piani e due ordini di colonne. Chiusa al<br />
servato fino a oggi di peristilio con due<br />
mitologici più belli e sensuali che la città<br />
vesuviana ha restituito: la bellissima deve il suo nome alla scoperta di un<br />
pubblico dopo il terremoto del 1980,<br />
regina spartana è colta nel momento graffito che riporta una delle frasi amorose<br />
più celebri: amantes ut apes vita<br />
dell’amplesso con Zeus trasformato<br />
in cigno. Nella Regio V gli scavi hanno mellita exigunt (gli amanti fanno, come<br />
inoltre portato alla luce un’intera strada, le api, una vita dolcissima). Qui al motteggio<br />
sentimentale della prima mano,<br />
con le botteghe, i ristoranti e le case<br />
che si allineavano ai due lati, come una seconda, più scettica, ha aggiunto<br />
quella decorata dai bellissimi mosaici un simpatico commento: velle (mi piacerebbe).<br />
ispirati dalla mitologia di Orione. Sui due<br />
pavimenti della casa è rappresentato il Le scritte occasionali sui muri, le parole<br />
che hanno attraversato i secoli, sono<br />
bellissimo e gigantesco cacciatore del<br />
mito greco mentre cattura animali di l’aspetto che più di ogni altra cosa ci avvicina<br />
agli antichi, restituendoci fram-<br />
ogni genere e viene trasformato nell’omonima<br />
costellazione; o ancora la Casa menti unici di quella vita quotidiana,<br />
col giardino, con i suoi affreschi e il tesoretto<br />
di amuleti che rimanda forse alle ta dal tempo.<br />
travolta dell’eruzione ma non cancella-<br />
attività domestiche di una maga. pompeiisites.org<br />
In attesa di poter riaprire al pubblico pompeiisoprintendenza<br />
questi ambienti, si restituisce alla fruizione<br />
una grande area di Pompei, buona pompeii_parco_archeologico<br />
pompeii_sites<br />
Massimo Osanna e l’affresco con Leda e il cigno/and fresco with Leda and the swan<br />
© Carlo Hermann<br />
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