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La Freccia Marzo 2020

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TRAVEL<br />

Pompei contemporanea? Possiamo<br />

dire che la Pompei di oggi è quella che<br />

vive una nuova vita, un’esperienza di<br />

riscatto che fa seguito agli anni bui di<br />

scandali e crolli (tra cui quello più eclatante<br />

della Schola armaturarum del<br />

2010). Allora, la mancanza prolungata di<br />

controlli sistematici e di manutenzione<br />

costante aveva determinato situazioni<br />

di degrado talmente avanzate da non<br />

poter essere gestite solo con interventi<br />

ordinari. Pompei aveva bisogno del<br />

Grande Progetto, un sistema di interventi<br />

che affrontasse in maniera pervasiva<br />

ed estensiva – a scala finalmente<br />

urbana – tutte le criticità. Intrapreso nel<br />

2012, ma entrato nel vivo delle attività<br />

tra il 2014 e il 2019, grazie a una nuova<br />

legge (il decreto Valore cultura) e all’impegno<br />

di due ministri, Massimo Bray e<br />

Dario Franceschini, il Grande Progetto<br />

Pompei ha portato a un cambio di governance<br />

(il generale dei Carabinieri<br />

Giovanni Nistri in qualità di direttore<br />

generale del Gpp, oggi sostituito dal<br />

generale Mauro Cipolletta, e chi scrive,<br />

come Soprintendente speciale e ora<br />

Direttore generale del Parco Archeologico),<br />

mettendo in campo forze e<br />

competenze qualificate, animate da un<br />

obiettivo comune, quello di fare bene e<br />

fare presto.<br />

Si sono intrapresi, così, interventi e attività<br />

fondamentali per la conservazione<br />

e la salvaguardia di Pompei, risolvendo<br />

molti dei problemi mai affrontati in passato,<br />

mettendo in sicurezza tutta l’area<br />

archeologica, restaurando e riaprendo<br />

intere zone, edifici e strade negate al<br />

pubblico da troppo tempo. Restituendo<br />

32 ettari dei 44 scavati e nuovi percorsi,<br />

tra cui uno per persone con abilità<br />

diverse, mentre un’attenzione particolare<br />

è stata data alla fruizione, all’archeologia<br />

pubblica, definendo sistemi<br />

di comunicazione e divulgazione che<br />

trasmettono ora un’immagine del tutto<br />

nuova di Pompei.<br />

Con il Grande Progetto si è tornati infine<br />

a scavare, come non si faceva dagli anni<br />

‘60 del secolo scorso. I lavori di messa<br />

in sicurezza dei fronti di scavo, un progetto<br />

che prevedeva la risagomatura<br />

e la stabilizzazione delle scarpate lasciate<br />

dagli scavi del passato, le quali<br />

spesso si elevavano per quattro, cinque<br />

metri, hanno reso necessario intraprendere<br />

nuovi scavi, spesso portando a<br />

termine opere lasciate incompiute nel parte delle Regio I e II, l’ultima parte della<br />

città messa interamente in sicurezza.<br />

passato. Come si poteva immaginare,<br />

trattandosi di Pompei, molte sono state<br />

le scoperte e altrettante le sorprese. soprattutto opere di grande bellez-<br />

Si riaprono così nuovi assi stradali e<br />

Lungo via di Vesuvio, il cardo di Pompei za, come la Casa del Frutteto, su via<br />

che taglia la città in due da nord a sud, dell’Abbondanza, con le sue straordinarie<br />

stanze dalle pareti decorate da<br />

incrociando ad angolo retto prima via di<br />

Nola e poi via dell’Abbondanza (il decumanus),<br />

sono venute alla luce parti di Amanti, unico esempio che si è con-<br />

lussureggianti giardini, e la Casa degli<br />

nuove case, come quella che ha restituito<br />

l’affresco di Leda, uno dei quadretti piani e due ordini di colonne. Chiusa al<br />

servato fino a oggi di peristilio con due<br />

mitologici più belli e sensuali che la città<br />

vesuviana ha restituito: la bellissima deve il suo nome alla scoperta di un<br />

pubblico dopo il terremoto del 1980,<br />

regina spartana è colta nel momento graffito che riporta una delle frasi amorose<br />

più celebri: amantes ut apes vita<br />

dell’amplesso con Zeus trasformato<br />

in cigno. Nella Regio V gli scavi hanno mellita exigunt (gli amanti fanno, come<br />

inoltre portato alla luce un’intera strada, le api, una vita dolcissima). Qui al motteggio<br />

sentimentale della prima mano,<br />

con le botteghe, i ristoranti e le case<br />

che si allineavano ai due lati, come una seconda, più scettica, ha aggiunto<br />

quella decorata dai bellissimi mosaici un simpatico commento: velle (mi piacerebbe).<br />

ispirati dalla mitologia di Orione. Sui due<br />

pavimenti della casa è rappresentato il Le scritte occasionali sui muri, le parole<br />

che hanno attraversato i secoli, sono<br />

bellissimo e gigantesco cacciatore del<br />

mito greco mentre cattura animali di l’aspetto che più di ogni altra cosa ci avvicina<br />

agli antichi, restituendoci fram-<br />

ogni genere e viene trasformato nell’omonima<br />

costellazione; o ancora la Casa menti unici di quella vita quotidiana,<br />

col giardino, con i suoi affreschi e il tesoretto<br />

di amuleti che rimanda forse alle ta dal tempo.<br />

travolta dell’eruzione ma non cancella-<br />

attività domestiche di una maga. pompeiisites.org<br />

In attesa di poter riaprire al pubblico pompeiisoprintendenza<br />

questi ambienti, si restituisce alla fruizione<br />

una grande area di Pompei, buona pompeii_parco_archeologico<br />

pompeii_sites<br />

Massimo Osanna e l’affresco con Leda e il cigno/and fresco with Leda and the swan<br />

© Carlo Hermann<br />

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