Il Corriere di Tunisi N.199 maggio 2020
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I C T .199 M 2020
IN TUNISIA
mi, di 40 deceduti, circa 300 i guariti
e poco più di 10000 tamponi, per una
popolazione di circa 12 milioni di abitanti.
Altri numeri non ufficiali che appaiono
sui social e che vengono discussi
anche in ambienti politici dell’opposizione,
segnalano che nei registri aggiornati
della CNSS (l’istituto di previdenza
sociale tunisino) risulterebbe,
nei primi 15 giorni di aprile, un numero
in eccesso di deceduti (oltre
600) in rapporto allo stesso periodo
dell’anno precedente.
L’uomo politico, e medico, Sahbi Ben
Fraj dalla sua pagina Facebook si
chiede “perché questo surplus di
morti non sia stato accompagnato
da un aumento dei ricoveri in terapia
intensiva”; e conoscendo la mentalità
dei suoi concittadini si dà anche
una risposta, azzardando che “le famiglie
abbiano preferito nascondere
per vergogna la malattia dei genitori
o nonni, e anche per evitare una sepoltura
considerata degradante”,
perché a
causa della quarantena
che avrebbero dovuto
subire, sarebbe stato
loro impedito l’accompagnamento
in corteo
dei defunti al cimitero,
oltre che ricevere parenti
e amici a casa per
la veglia funebre e per
le condoglianze.
E in un ambiente tradizionalista come
quello popolare musulmano questo
é inaccettabile.
Nonostante le difficoltà contingenti
e le prospettive non proprio rosee a
breve e medio termine lo Stato tunisino
non ha dimenticato gli stranieri
residenti, soprattutto le categorie a
rischio, come studenti, migranti e richiedenti
asilo.
In una nota di Ansamed del 28 aprile
si legge: “Il ministero tunisino dei diritti
umani, le relazioni con gli organi
costituzionali e la società civile ha annunciato
il lancio di una piattaforma
online su www.aide-covid19.tn per
aiutare gli stranieri bloccati in Tunisia
a causa dell'emergenza coronavirus,
in situazione di difficoltà economica.”
Solidarietà e Ramadan d’altronde
vanno da sempre a braccetto.
Ferruccio Bellicini