Il Corriere di Tunisi N.199 maggio 2020
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I C T .199 M 2020
metabolizzare. Abbiamo già ampiamente
reso conto sulle pagine
de «Il Corriere di Tunisi euromediterraneo»
(La modernité tra
Oriente e Occidente, 17.05.2017) del
coraggio e della determinazione con
cui Faouzia Charfi si batte per diffondere
il metodo scientifico e difendere
il sapere universale nel suo paese.
Con due saggi puntuali e incisivi (La
science voilée e Sacrées questions),
dopo aver ricordato la straordinaria
eredità scientifica di sette secoli di
civiltà araba con i maestri dell’algebra,
dell’astronomia, dell’ottica, della
geografia, la docente tunisina osserva
che “la scienza ha continuato
il suo cammino altrove, in Italia, nei
paesi del Nord, facendoli entrare in
una modernità intellettuale motore
di un notevole sviluppo”, laddove la
scienza si costruiva contro il dogma,
mentre nei paesi dell’islam la scienza
usciva dalle università e vi entravano
la retorica e la tradizione”. Ricorda
infatti come la rivoluzione scientifica
in Occidente sia il risultato di una
lunga battaglia e non un dato identitario.
Ci sono mancati Copernico e
Galileo - dice F. Charfi - i quali hanno
osato contraddire le sante scritture,
emanciparsi dal riferimento religioso
ed utilizzare il linguaggio matematico
anziché quello del Libro: hanno
imposto la precedenza della metodologia
sul dogma, aperto la strada
a Newton, Keplero e Einstein, alla
MAGHREB E MEDITERRANEO
scienza, allo spirito critico, allo sviluppo.
Di fronte alle aberranti prese di posizione
della maggioranza dei leaders
islamisti circa l’epidemia di
coronavirus, l’intellettuale tunisina
in una recente intervista a
«algeriecultures.com» (10.04.2020),
lancia un appello: “La scienza deve
essere autonoma e liberarsi da ogni
pressione. Non propone una Verità,
ma verità provvisorie, successive. Le
teorie scientifiche si distinguono dai
dogmi religiosi per la loro fragilità, la
loro capacità ad evolvere. Ciò che
oppone scienza e religione, è ciò che
oppone il dubbio e la certezza.” Per
questo, in tempi di pandemia, è facile
che le persone fragilizzate dalla
paura, si affidano più a certezze dogmatiche
che a incertezze scientifiche.
Corre in suo soccorso, il collega
algerino Bachir Senouci
(«algeriecultures.com», 12.04.2020),
che constata le stesse difficoltà nel
suo percorso di docente universitario,
dove osserva che la subordinazione
della scienza alla religione ha
“una conseguenza disastrosa, quella
dell’ablazione del senso critico nel
musulmano medio.”
Ambedue però mettono in guardia
gli occidentali perché ad essere determinante
non è l’appartenenza a
questa o a quella cultura, ma è la libertà
di pensiero, l’autonomia di