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#IORESTOINITALIA<br />
ANTONIO<br />
DECARO<br />
[SINDACO DI BARI<br />
E PRESIDENTE ANCI]<br />
di Alessandra Passeri<br />
Mentre i delfini tornano a guizzare nelle acque del porto<br />
e le vie del centro sono deserte, Antonio Decaro,<br />
sindaco di Bari e presidente dell’Anci - Associazione<br />
Nazionale Comuni Italiani, lancia un augurio dalla sua<br />
città, bella e silenziosa: «Tutti daremo valore al primo<br />
abbraccio che potremo dare o alla stretta di mano che<br />
ci scambieremo. Perché quel giorno arrivi presto, noi<br />
sindaci abbiamo chiesto che le decisioni sulla ripartenza<br />
abbiano una regia nazionale e siano omogenee su<br />
tutto il territorio».<br />
Qual è l’immagine o l’episodio che più le è rimasto impresso<br />
in questo periodo particolare?<br />
Subito dopo il provvedimento del Governo con le disposizioni<br />
per il contenimento del contagio, mi ha sconvolto<br />
attraversare le strade cittadine deserte. Vedere la<br />
città completamente spenta, dopo tutti i sacrifici che<br />
abbiamo fatto per animarla con le attività commerciali,<br />
le attrazioni turistiche, le iniziative, la riqualificazione di<br />
tante aree pubbliche, è stato per me un colpo al cuore.<br />
Antonio Decaro<br />
Ho percepito forte, in quei primi giorni, una sensazione<br />
di impotenza e desolazione che non dimenticherò mai<br />
nella vita. Tutte le persone della mia generazione, nate<br />
dopo le due guerre mondiali, hanno dovuto fare i conti<br />
per la prima volta con una forte limitazione della libertà.<br />
Uno scenario che mi auguro di non vedere più.<br />
Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E<br />
come cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />
Questa situazione ci ha insegnato a dare valore alla nostra<br />
quotidianità, fatta di tante cose, piccole e grandi. Ci<br />
sta facendo misurare il valore di quella libertà che oggi,<br />
di fatto, ci è negata. Così come, spero, ci insegnerà che<br />
nessuno è invincibile, indipendentemente dalla ricchezza,<br />
dalla classe sociale o dal luogo in cui si vive. Credo<br />
profondamente che questa crisi sanitaria mondiale<br />
produrrà un ripensamento collettivo sull’esistenza e la<br />
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