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La Freccia Maggio 2020

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PER CHI AMA VIAGGIARE<br />

ANNO XII | NUMERO 5 | MAGGIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />

#RiparTiAmoItalia<br />

LA PAROLA A SINDACI E GOVERNATORI<br />

IL PAESE DALLA FINESTRA<br />

GLI SCATTI DI MCCURRY E GASTEL


EDITORIALE<br />

Photo © FS Italiane<br />

In questa pagina e nella successiva, la campagna di FS Italiane #RiparTIAMOItalia<br />

Chiudiamo <strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> di maggio, che leggerete<br />

per il secondo mese consecutivo in formato digitale,<br />

alla vigilia della cosiddetta fase due, con il<br />

DPCM del 26 aprile appena pubblicato e uno scenario futuro<br />

ancora in progress. Ma noi abbiamo voluto comunque<br />

guardare avanti e interpellare tanti sindaci e governatori<br />

per delineare con loro uno scenario possibile, e raccogliere<br />

idee, progetti, iniziative e auspici per l’Italia dei mesi a venire.<br />

Che si prospettano complicati e ancora pieni di insidie,<br />

ma anche di qualche opportunità.<br />

Noi, come FS Italiane, abbiamo da tempo delineato alcuni<br />

precisi obiettivi, ci siamo assunti degli impegni e condiviso<br />

messaggi che richiamano tutti alla solidarietà e all’unità<br />

d’intenti, con l’obiettivo #RiparTIAMOItalia, perché il Paese<br />

possa farlo con slancio e fiducia. E affinché ciò accada ne<br />

sarà fondamentale presupposto una mobilità efficiente,<br />

efficace, sicura e sostenibile di persone e cose. Trenitalia,<br />

Busitalia, il Polo Mercitalia, insieme alle altre società del<br />

Gruppo, sono in grado di assolvere a questo compito. Tutto<br />

questo sottende, oggi più che mai, infrastrutture moderne,<br />

monitorate con sistemi digitali, oggetto di una costante<br />

manutenzione che ne garantisca la resilienza nel tempo,<br />

anche a fronte dei sempre più frequenti eventi atmosferici<br />

estremi indotti dai cambiamenti climatici. Completare le<br />

infrastrutture ferroviarie e stradali in corso di realizzazione,<br />

aprire nuovi cantieri, anche per la manutenzione ordinaria e<br />

straordinaria, e accelerare le procedure di gara in fieri significa<br />

creare posti di lavoro diretto e indotto, con la possibilità<br />

di sbloccare entro l’anno fino a 20 miliardi di investimenti.<br />

Non servono parole per capire quanto sia importante.<br />

Resta poi essenziale approntare un’offerta di servizi adeguata<br />

ai tempi che viviamo, il che significa dare assoluta<br />

preminenza alla safety personale con accorgimenti igienico-sanitari<br />

e iniziative ad hoc, peraltro già avviate fin dall’inizio<br />

della pandemia, sempre più affinate nel corso delle<br />

settimane e ben definite nei provvedimenti governativi. Mi<br />

riferisco agli interventi di sanificazione e igienizzazione di<br />

tutti gli ambienti, alla fornitura e all’uso di dispositivi di profilassi<br />

individuali e collettivi (mascherine, guanti, dispenser<br />

di gel disinfettante), ai filtri in stazione con il monitoraggio<br />

degli eventuali stati febbrili dei viaggiatori, alle misure di<br />

distanziamento sociale anche a bordo dei convogli, fino<br />

all’utilizzo di app e sistemi di controllo e prenotazione digitali.<br />

2


Non c’è niente di semplice e di scontato in quello che ci apprestiamo<br />

ad affrontare. Perché ogni singola iniziativa abbia<br />

successo è necessario si inquadri in un contesto omogeneo,<br />

che implica una regia unitaria e sia sorretta dall’impegno<br />

individuale a rispettare norme comportamentali ormai<br />

ben note. <strong>La</strong> diluizione degli orari di inizio e chiusura delle<br />

attività amministrative, produttive, sociali, commerciali e,<br />

quando sarà, scolastiche servirà per prevenire assembramenti<br />

nei locali e sui mezzi di trasporto pubblici.<br />

<strong>La</strong> primavera ormai nel suo pieno vigore ci spronerà a vivere<br />

il tempo libero fuori casa quanto più en-plein-air. Ma<br />

verranno i giorni, e auspichiamo non troppo lontani, nei<br />

quali potremo tornare, senza troppe limitazioni, a percorrere<br />

le sale dei nostri musei, riunirci per ascoltare un concerto,<br />

lasciarci trasportare dalla magia di una pièce teatrale,<br />

staccare il biglietto di un cinema, e viaggiare liberi<br />

e spensierati su treni e pullman. Verranno. Per ora serve<br />

senso di responsabilità, che presuppone il massimo rispetto<br />

delle misure di prevenzione, unito a coraggio, fiducia e<br />

ottimismo. Quello che vorremmo tanto riuscire a suscitarvi,<br />

mentre ci leggete e seguite sui nostri canali digitali. Buon<br />

viaggio, sempre e comunque.<br />

3


MEDIALOGANDO<br />

INDIPENDENZA COME<br />

GARANZIA DI AFFIDABILITÀ<br />

© vectorfusionart/AdobeStock<br />

L’INFORMAZIONE<br />

ONLINE SECONDO<br />

FRANCO LOCATELLI,<br />

DIRETTORE<br />

DEL GIORNALE<br />

DI ECONOMIA<br />

E FINANZA<br />

FIRSTONLINE<br />

di Marco Mancini<br />

marmanug<br />

<strong>La</strong> lunga quarantena ha impresso<br />

un’accelerazione ai<br />

sovvertimenti gerarchici che<br />

vive da tempo la costellazione dei<br />

media, provocando «un grande boom<br />

dell’informazione online». Muove da<br />

qui il nostro dialogo con Franco Locatelli,<br />

socio fondatore, amministratore<br />

e direttore responsabile di<br />

FIRSTonline.<br />

Professionista di grande esperienza, ha<br />

vissuto già altre rivoluzioni nel mondo<br />

giornalistico. A quella digitale ha creduto<br />

con tanta convinzione che, come<br />

racconta egli stesso sulla testata, ha<br />

cominciato a progettare un giornale<br />

online di informazione economica e<br />

finanziaria il giorno dopo la sua uscita,<br />

nella primavera del 2010, dal Sole 24<br />

Ore, dove ha trascorso più di 25 anni,<br />

molti dei quali da capo della redazione<br />

Finanza e Mercati.<br />

Ai tempi del coronavirus il web stravince<br />

sui media tradizionali?<br />

Direi di sì. Noi di FIRSTonline ne siamo<br />

una testimonianza. Ad aprile abbiamo<br />

stabilito il record di visite dirette al sito,<br />

oltre 207mila in un solo giorno. Il trend<br />

ascensionale era già iniziato l’autunno<br />

scorso ma è stato molto sospinto dall’emergenza<br />

coronavirus. Tant’è vero che<br />

a marzo abbiamo registrato il record<br />

mensile che, in termini aggregati, ossia<br />

sommando alle visite dirette quelle alla<br />

nostra pagina Facebook e ai nostri contenuti<br />

veicolati dal portale di Microsoft<br />

Italia, vale quattro milioni e 700mila visite,<br />

in ulteriore crescita ad aprile.<br />

Quali le ragioni?<br />

In queste settimane sono cambiate le<br />

abitudini e gli stili di vita. C’è una grande<br />

fame di notizie e di conoscenza perché<br />

la gente ha paura, sia del coronavirus<br />

sia della profonda recessione che ci<br />

aspetta. Insomma si legge di più, ma<br />

non i giornali di carta, che in questo<br />

periodo si comprano sempre meno,<br />

quanto le testate online che sono in<br />

gran parte ancora gratis. E c’è più tempo,<br />

restando a casa, per approfondire,<br />

soffermarsi sui servizi giornalistici e valutarne<br />

la qualità.<br />

Che mi sembra un tema fondamentale.<br />

Il web finora è stato ed è terreno<br />

fertile anche per fake news, post-verità,<br />

battaglie discutibili come quelle<br />

dei no vax…<br />

In una nostra recente intervista, la<br />

professoressa Maria Carla Re, a capo<br />

dei virologi del Policlinico Sant’Orsola<br />

di Bologna, ha detto che l’unica cosa<br />

positiva di questa tragedia è proprio<br />

la sparizione dei no vax, che non hanno<br />

più il coraggio di presentarsi dopo<br />

le sciocchezze seminate in questi anni<br />

anche sui social.<br />

<strong>La</strong> verità è che le loro battaglie, come<br />

tante bufale costruite ad arte sul web,<br />

scaldano gli animi e fanno presa.<br />

Però con la situazione che stiamo vivendo<br />

la gente ha bisogno e cerca<br />

informazione di qualità. Può anche<br />

cadere nelle bufale una, due, tre volte<br />

ma alla fine impara a distinguere tra le<br />

testate affidabili, credibili e quelle che<br />

non lo sono, e premia le più serie.<br />

Cercandole però in una realtà dove<br />

si trova tutto gratis, o quasi, come hai<br />

appena detto, mentre la qualità ha un<br />

costo e dovrebbe avere un prezzo.<br />

Ma non è stata ancora trovata una formula<br />

vincente in assoluto per farsela<br />

4


pagare. Salvo pochi casi di successo<br />

nel mondo anglosassone, come alcune<br />

testate per lo più americane che sono<br />

riuscite ad affermare questo principio. In<br />

Italia siamo in una fase analoga a quella<br />

conosciuta all’inizio dalle pay-tv, frenate<br />

dal fatto che il pubblico, abituato ad<br />

avere a disposizione tanti canali gratis,<br />

non ne percepiva quei vantaggi che poi<br />

ha piano piano imparato ad apprezzare.<br />

Credo che accadrà così anche nell’informazione<br />

online, si arriverà a capire<br />

che se paghi puoi avere più qualità e un<br />

prodotto ancora più raffinato.<br />

Nel frattempo come se ne esce? Voi,<br />

soprattutto, quale soluzione avete trovato?<br />

Noi, con First, abbiamo costruito un<br />

modello di business che si basa su due<br />

leve, quella pubblicitaria e quella degli<br />

abbonamenti, ma non individuali. <strong>La</strong><br />

pubblicità online sta crescendo perché<br />

le aziende capiscono che costa meno,<br />

dura di più e arriva in tutto il mondo,<br />

mentre il giornale arriva solo dove lo<br />

vendi. Gli abbonamenti sono corporate<br />

e li sottoscrivono circa 40 grandi aziende.<br />

Questo ci evita di essere colonizzati,<br />

ci garantisce le basi per un’informazione<br />

pluralistica insieme alle risorse per<br />

rendere sostenibile il nostro modello<br />

industriale che ruota su una redazione<br />

snella, con sette giornalisti e due tecnici<br />

(una segretaria e un webmaster),<br />

ai quali si aggiungono molti autorevoli<br />

collaboratori a titolo volontario. Un<br />

ruolo speciale svolge poi il nostro<br />

presidente, Ernesto Auci, ex direttore<br />

del Sole 24 Ore, a cui è delegata la<br />

gestione manageriale della società ma<br />

che, essendo anche un grande giornalista,<br />

scrive spesso commenti e analisi<br />

sull'attualità economica e politica.<br />

E chi è l’editore?<br />

Gli editori siamo noi, una società composta<br />

da cinque azionisti, quelli di<br />

controllo siamo io e il presidente Auci.<br />

Siamo tra i pochi siti d’informazione<br />

che non hanno un grande Gruppo alle<br />

spalle. E così non ci sono condizionamenti<br />

esterni, né timori reverenziali per<br />

chicchessia. <strong>La</strong> gente percepisce il valore<br />

di questa indipendenza. In più, da<br />

nove anni chiudiamo il nostro bilancio<br />

in pareggio o in attivo. Credo che questo<br />

dica tutto sulla qualità sia del nostro<br />

modello di business sia dell’informazione<br />

che offriamo.<br />

Che è prevalentemente economico-finanziaria.<br />

Di fatto siete quel che si dice<br />

un “verticale”. E allora come spieghi il<br />

successo di queste settimane?<br />

È vero, non era scontato che l’emergenza<br />

coronavirus potesse avere questi<br />

effetti su di noi, è più un tema da<br />

sito generalista, però noi lo abbiamo<br />

affrontato con un’informazione selettiva,<br />

semplice, chiara, ma soprattutto<br />

valorizzando gli aspetti più strettamente<br />

economici, finanziari, industriali e sociali,<br />

e questo probabilmente è piaciuto<br />

al pubblico.<br />

Insomma, l’economia e la finanza evidentemente<br />

appassionano. Ma ci sarà<br />

anche altro all’origine di questo successo…<br />

È che noi siamo solo impropriamente<br />

un sito d’informazione, in realtà siamo<br />

un web journal, che non si limita a dare<br />

notizie in tempo reale ma offre un’informazione<br />

di servizio, la spiegazione<br />

delle notizie con l’indicazione delle<br />

chiavi interpretative e di lettura dei fatti,<br />

soprattutto quelli che più interessano<br />

larghi strati di lettori e cittadini. E poi<br />

approfondimenti, commenti, analisi,<br />

interviste in esclusiva. Caso rarissimo,<br />

perché gli altri siti in genere importano<br />

le interviste dai giornali di carta, noi<br />

invece le realizziamo ad hoc. Ecco, la<br />

miscela che ho descritto rappresenta<br />

il format di successo che ci ha portato<br />

ai risultati di questi giorni e a essere il<br />

quinto sito nazionale di economia e finanza,<br />

dietro a due colossi editoriali<br />

con decine e decine di giornalisti e due<br />

siti di trading online.<br />

Facciamo una riflessione più generale:<br />

economico o politico, sportivo o di<br />

cronaca, il buon giornalismo ha le sue<br />

regole. Valgono anche nell’epoca attuale?<br />

Sì, senz’altro, ma un dato certo è che<br />

la rivoluzione digitale sta spiazzando<br />

il giornalismo cartaceo, a meno che,<br />

come è successo negli Stati Uniti,<br />

quest’ultimo non si ripensi valorizzando<br />

la qualità e accettando il concetto<br />

“online first”, perché altrimenti il giornale<br />

continuerà a uscire inevitabilmente<br />

vecchio.<br />

Valorizzare la qualità. È un obiettivo<br />

tanto scontato quanto vago. Come lo<br />

declina FIRSTonline?<br />

In primo luogo con l’indipendenza di<br />

giudizio, e il nostro assetto azionario ce<br />

lo permette. Poi lavorando su due fattori<br />

che hanno costituito le chiavi della<br />

nostra ascesa: da un lato il format che<br />

ho descritto prima, costituito da una sapiente<br />

unione di informazione in tempo<br />

reale, di servizio e di approfondimento,<br />

dall’altro una forte identità basata<br />

sull’affidabilità. Chi ci legge non deve<br />

smarrirsi e perdere tempo per capire<br />

se le notizie che diamo sono vere o no.<br />

Franco Locatelli, direttore di FIRSTonline<br />

5


MEDIALOGANDO<br />

Sono vere! Certo, essendo in real time<br />

possono evolversi, e noi le aggiorniamo.<br />

Quindi c’è l’affidabilità delle notizie,<br />

la qualità, la competenza, la fantasia,<br />

perché i titoli, come i servizi, devono essere<br />

creativi, devono intrigare il lettore,<br />

attirarlo, incuriosirlo. Ma fondamentale,<br />

direi il pilastro di un’informazione affidabile,<br />

è l’indipendenza.<br />

Torniamo alle specificità dell’informazione<br />

digitale. Oltre alla velocità<br />

e all’aggiornamento continuo ci sono<br />

altri plus, come la multimedialità.<br />

Che può essere declinata in molti modi:<br />

il primo è la facilità di instaurare rapporti<br />

diretti con il lettore. Riceviamo<br />

molti interventi, opinioni, commenti<br />

che pubblichiamo e ai quali qualche<br />

volta rispondiamo, soprattutto quando<br />

ci chiedono informazioni. Poi abbiamo<br />

un nostro canale YouTube per i video<br />

e stiamo facendo esperimenti per uno<br />

sviluppo sempre maggiore del podcast,<br />

per consentire l’ascolto dei nostri<br />

principali servizi. Quella dell’audio-lettura<br />

è una modalità di fruizione non ancora<br />

molto diffusa, ma con un trend in<br />

crescita e tutte le principali testate hanno<br />

cominciato a muoversi in tal senso.<br />

Questo mese FIRSTonline compie<br />

nove anni. Come si è evoluta?<br />

Resta l’ammiraglia del nostro Gruppo,<br />

però nel tempo abbiamo creato altri<br />

tre siti verticali specialistici: uno è First<br />

Arte, dedicato principalmente al mercato<br />

dell’arte; un altro, First&Food, parla<br />

di enogastronomia e made in Italy in<br />

campo agroalimentare; il terzo è First<br />

Tutorial, che si propone di aiutare e assistere<br />

il lettore e il cittadino di fronte<br />

ai problemi con il fisco, la burocrazia,<br />

le bollette, o anche a piccoli problemi<br />

quotidiani. Che so, ti cade un telefonino<br />

nell’acqua: lo butti o lo puoi recuperare?<br />

E noi spieghiamo come lo si può<br />

recuperare.<br />

Una domanda al giornalista economico-finanziario<br />

di lunga e comprovata<br />

esperienza. Come lo vedi il futuro del<br />

Paese dopo lo tsunami Covid-19?<br />

Purtroppo vedo buio, intanto perché<br />

c’è grande incertezza sulla possibilità<br />

di domare il coronavirus. Gli scienziati<br />

ci dicono che dovremo conviverci per<br />

mesi e potremo vincerlo solamente<br />

quando sarà trovato un vaccino, se va<br />

bene nel 2021. Questa incertezza si riflette<br />

non solo nella vita di tutti noi ma<br />

anche nell’economia e nella finanza.<br />

Non sapendo qual è il futuro prossimo,<br />

la gente tende a non consumare<br />

e le imprese a non investire. Il combinato<br />

disposto di questi due elementi<br />

fa sì che le previsioni sull’andamento<br />

delle economie mondiali, e di quella<br />

italiana in particolare, siano molto pesanti.<br />

C’è la possibilità che alla fine del<br />

primo semestre <strong>2020</strong> il Pil italiano abbia<br />

un calo del 15% o anche maggiore.<br />

<strong>La</strong> recessione, se va bene, si attesterà<br />

a livello annuo a -6%, ma può arrivare<br />

a -9%. Significa non solo che i redditi si<br />

ridurranno ma che molte aziende non<br />

riapriranno e molti posti di lavoro spariranno.<br />

Poi bisognerà capire come sarà<br />

la ripresa, la speranza di tutti è che la<br />

curva sia a V, che a una caduta rapida<br />

segua una risalita rapida, però ci sono<br />

molti elementi che inducono a pensare<br />

che non sarà così, almeno per un Paese<br />

zavorrato dal debito pubblico come<br />

l’Italia. <strong>La</strong> ripresa ci sarà ma non sarà<br />

immediata, sarà molto lenta, quindi si<br />

aspettano tempi difficili.<br />

Desolante. Vorrei provare a chiudere<br />

l’intervista con qualche nota positiva.<br />

C’è la pur remota possibilità di dire che<br />

non tutto il male vien per nuocere?<br />

Ad aprile abbiamo pubblicato un<br />

articolo di Giorgio Brunetti, professore<br />

emerito della Bocconi, che indicava<br />

come non tutte le attività perdano<br />

durante il coronavirus, ci sono<br />

filiere in grande crescita, come quella<br />

dell’e-commerce, dei gestori delle<br />

piattaforme tecnologiche, del digitale.<br />

Poi in queste settimane, con lo smart<br />

working, abbiamo fatto un esperimento<br />

di massa, e molti hanno capito<br />

che da remoto si può lavorare meglio.<br />

Certo, non è applicabile a tutti i settori.<br />

Però, me lo confermava un economista<br />

del lavoro, non solo metterà radici,<br />

ma migliorerà la produttività, porterà a<br />

decisioni più rapide, renderà le riunioni<br />

molto sobrie e veloci, aiuterà a migliorare<br />

l’organizzazione complessiva del<br />

lavoro. E poi c’è una speranza.<br />

Quale?<br />

Franco Amatori, docente alla Bocconi,<br />

tra i più celebri storici dell’economia, in<br />

un articolo che ha scritto per noi, ragionava<br />

sulle possibili condizioni per un<br />

terzo miracolo economico che, dopo<br />

quelli del primo ’900 e del secondo dopoguerra,<br />

permetta all’Italia di riemergere<br />

e affermarsi.<br />

Allora, più che sperare, lavoriamo perché<br />

così sia. Secondo Amatori occorre<br />

evitare «una chiusura dell’Italia su<br />

stessa» facendo emergere «le forze<br />

profonde […] le energie e le competenze<br />

imprenditoriali capaci di aprire<br />

il Paese alle dinamiche dell’economia<br />

globale […] valorizzare l’integrazione<br />

europea […] non aver paura dell’inevitabile<br />

integrazione mondiale».<br />

firstonline.info<br />

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6


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Per maggiori informazioni circa funzionalità e utilizzo consultare il sito trenitalia.com


SOMMARIO<br />

MAGGIO <strong>2020</strong><br />

IN COPERTINA<br />

L’ITALIA DI MCCURRY<br />

78<br />

99<br />

pag. 70<br />

12<br />

RAILWAY HEART<br />

17<br />

L’ITALIA CHE FA IMPRESA<br />

53<br />

20<br />

GOURMET<br />

21<br />

GUSTA & DEGUSTA<br />

22<br />

WHAT’S UP<br />

29<br />

UN TRENO DI LIBRI<br />

Invito alla lettura di Alberto Brandani,<br />

che questo mese propone ai lettori della<br />

<strong>Freccia</strong> il nuovo romanzo di Pat Barker,<br />

Il silenzio delle ragazze<br />

34<br />

#IORESTOINITALIA<br />

Sindaci e presidenti di Regione, in<br />

prima linea di fronte all’emergenza<br />

sanitaria, descrivono il loro impegno<br />

nel gestire comunità e territori e i<br />

progetti per ricostruire il futuro<br />

96<br />

MOM’S LIFE<br />

Nel mese della loro Festa, sei mamme<br />

speciali raccontano la loro giornata in casa<br />

86<br />

ai tempi del Covid-19<br />

128<br />

70<br />

PHOTO<br />

80<br />

IL PAESE DEI MILLE PAESI<br />

84<br />

IN CAMMINO PER LA RIPRESA<br />

88<br />

L’ALTO ADIGE È GIOVANE<br />

92<br />

MADE IN ITALY A DOMICILIO<br />

94<br />

IL FUTURO È DONNA<br />

102<br />

IMPERFETTE E FELICI<br />

112<br />

PRIMA DI SCENDERE<br />

115<br />

LA FRECCIA JUNIOR<br />

128<br />

FUORI LUOGO<br />

LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO<br />

107<br />

SCOPRI TRA LE PAGINE I PREZZI E LE PROMOZIONI TRENITALIA,<br />

i vantaggi del programma CartaFRECCIA e le novità del Portale FRECCE<br />

8


Tra le firme del mese<br />

OSVALDO BEVILACQUA<br />

Giornalista professionista, da oltre 40 anni è<br />

autore e conduttore del programma televisivo<br />

Sereno variabile, detentore di cinque Guinness<br />

mondiali come Travel show di più lunga durata<br />

e di numerosi premi. Autore e conduttore<br />

di servizi sulla ricerca scientifica per il Tg1<br />

Economia, ha pubblicato anche diversi libri, tra<br />

cui Il Paese dei mille paesi per Rai Libri<br />

ALESSANDRA IANNELLO<br />

Giornalista e influencer di enogastroturismo,<br />

redattrice per VdGmagazine, collabora con diversi<br />

periodici e quotidiani nazionali. <strong>La</strong>vora anche in<br />

radio e televisione, trattando temi legati ai viaggi e<br />

al patrimonio enogastronomico italiano<br />

VALENTINA LO SURDO<br />

Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica<br />

con anima rock, presentatrice, speaker, attrice.<br />

Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di<br />

viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni<br />

preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino<br />

I numeri<br />

di questo numero<br />

11<br />

i musei veneziani<br />

della Fondazione Muve<br />

visitabili online<br />

[pag. 11]<br />

60<br />

i milioni di euro a sostegno<br />

dei cammini italiani<br />

[pag. 86]<br />

4.450<br />

le aziende del settore<br />

agroalimentare e della<br />

ristorazione dirette da under 35<br />

in Alto Adige<br />

[pag. 88]<br />

16mila<br />

le firme raccolte nell’appello<br />

all’Europa del movimento<br />

Se non ora quando - Libere<br />

[pag. 94]<br />

Read also<br />

È nato il profilo Telegram di FSNews,<br />

la testata giornalistica digitale di<br />

Ferrovie dello Stato che, dopo il<br />

radicale restyling, si è arricchita di<br />

una linea editoriale sempre più al<br />

passo con l’attualità. Il canale social<br />

offre news in primo piano, interviste<br />

e sondaggi, per avvicinare sempre di<br />

più il pubblico al mondo del trasporto<br />

e del viaggio<br />

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI<br />

DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE<br />

ANNO XII - NUMERO 5 - MAGGIO <strong>2020</strong><br />

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA<br />

N° 284/97 DEL 16/5/1997<br />

CHIUSO IN REDAZIONE IL 30/04/<strong>2020</strong><br />

Foto e illustrazioni<br />

Archivio Fotografico FS Italiane<br />

FS Italiane | PHOTO<br />

AdobeStock<br />

Copertina © Steve McCurry<br />

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rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa<br />

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a questo numero<br />

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Marco Mancini<br />

Davide Falcetelli<br />

Michela Gentili<br />

Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico,<br />

Francesca Ventre<br />

Silvia Del Vecchio<br />

Gaspare Baglio<br />

Francesca Ventre<br />

Giovanna Di Napoli, Michele Pittalis,<br />

Claudio Romussi<br />

Serena Berardi, Marta Bartolozzi, Osvaldo<br />

Bevilacqua, Alberto Brandani, Chiara Cecutti,<br />

Viola Chandra, Fondazione FS Italiane, Giovanni<br />

Gastel, Andrea Guolo, Alessandra Iannello,<br />

Peppe Iannicelli, Valentina Lo Surdo, Luca Mattei,<br />

Steve McCurry, Cristiana Meo Bizzari,<br />

Alessandra Passeri, Enrico Procentese,<br />

Andrea Radic, Elisabetta Reale, Gabriele Romani,<br />

Filippo Teramo, Cecilia Sabelli, Mario Tozzi<br />

REALIZZAZIONE E STAMPA<br />

Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE)<br />

Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com<br />

Coordinamento Tecnico Antonio Nappa<br />

PROGETTO CREATIVO<br />

Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello,<br />

Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli<br />

PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA<br />

advertisinglafreccia@fsitaliane.it | 06 4410 4428<br />

STEVE MCCURRY<br />

È una delle figure più rappresentative della fotografia<br />

contemporanea. Nato a Filadelfia nel 1950,<br />

è stato premiato con alcuni dei riconoscimenti più<br />

prestigiosi, tra cui la Robert Capa Gold Medal, il<br />

National Press Photographers Award e il World<br />

Press Photo. Ha pubblicato 19 libri e le sue opere<br />

sono esposte nei principali musei del mondo<br />

<strong>La</strong> carta di questa rivista proviene<br />

da foreste ben gestite certificate FSC ® ️<br />

e da materiali riciclati<br />

On Web<br />

<strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> si può<br />

sfogliare su ISSUU<br />

e su fsnews.it<br />

9


NOLEGGIA UN’AUTO<br />

A PARTIRE DA 19 EURO AL GIORNO<br />

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L’offerta e i punti CartaFRECCIA saranno riconosciuti esclusivamente utilizzando il codice convenzione Avis AWD T314101, Budget BCD<br />

A300306 e <strong>Maggio</strong>re PDN U044200 e presentando, al momento del ritiro dell’auto, il codice PNR del biglietto ferroviario oppure il numero della<br />

Carta Fedeltà. Per informazioni e prenotazioni: www.abg-noleggiofacile.it · Call Center riservato ai clienti Trenitalia 800.867.196


FRECCIA COVER<br />

di Cecilia Morrico morricocecili MorriCecili<br />

Fondazione Muve<br />

Partner Trenitalia<br />

© Fondazione Musei Civici Veneziani<br />

Porta della Carta<br />

Venezia, Palazzo Ducale<br />

VENEZIA VIRTUAL TOUR<br />

Io resto a casa, ma posso viaggiare online. Per questo la<br />

maggior parte dei poli museali in Italia e all’estero hanno<br />

deciso di non privare il mondo delle loro bellezze,<br />

nonostante le restrizioni dovute al Covid-19. Tra le mete<br />

turistiche simbolo del Belpaese spicca Venezia con gli<br />

11 musei della Fondazione Muve, che ha scelto di portare<br />

il suo patrimonio nelle case di chiunque voglia godere di<br />

questi tesori.<br />

Migliaia di dipinti, disegni, sculture, fotografie, cimeli, oltre<br />

agli stessi palazzi, vere e proprie opere architettoniche di<br />

pregio. A disposizione tour virtuali ma anche approfondimenti<br />

curati da esperti, come quello sulla Porta della Carta<br />

a Palazzo Ducale, in piazza San Marco. Alle estremità<br />

dell’ingresso, nelle nicchie dei pilastri, sono collocate le<br />

personificazioni delle quattro virtù cardinali, oggi più attuali<br />

che mai: la Prudenza, la Fortezza, la Temperanza e la<br />

Carità. Per riflettere ed emozionarsi tra i canali o davanti al<br />

Ponte dei Sospiri, anche se a distanza.<br />

visitmuve.it<br />

visitmuve visitmuve_it<br />

11


RAILWAY heART<br />

PHOTOSTORIES<br />

PEOPLE<br />

Stazione Bologna AV<br />

Benedetta Rosini<br />

bene883<br />

Attese<br />

© Alfredo Falcone<br />

alfredo_falcone<br />

12


LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE<br />

DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN<br />

CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME<br />

A cura di Enrico Procentese<br />

enryhills<br />

Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it.<br />

L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie<br />

rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà<br />

del mittente, priva di watermark, non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti<br />

tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri<br />

della rubrica. Railway heArt un progetto di Digital Communication, Direzione<br />

Centrale Comunicazione Esterna, FS Italiane.<br />

LUOGHI<br />

In questa pagina, la<br />

stazione di Roma Termini<br />

© Alfredo Falcone<br />

alfredo_falcone<br />

13


RAILWAY heART<br />

IN VIAGGIO<br />

In treno verso Firenze<br />

© Giulia Morigoni<br />

colorinsoffitta<br />

Destinazione Salerno<br />

© Angela Chierchia<br />

angechi17<br />

14


AT WORK<br />

Francesca, capotreno<br />

<strong>Freccia</strong>rossa<br />

© Alfredo Falcone<br />

alfredo_falcone<br />

Giulio, capotreno<br />

regionale<br />

© Alfredo Falcone<br />

alfredo_falcone<br />

PHOTOSTORIES<br />

15


16<br />

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA


L’ITALIA che fa IMPRESA<br />

LA RICERCA<br />

CHE PROTEGGE<br />

VISIERE PER MEDICI E INFERMIERI STAMPATE IN 3D.<br />

LORENZO GUASTI, INGEGNERE DELL’INDIRE,<br />

RACCONTA IL PROGETTO DI UN GRUPPO DI MAKER FIORENTINI<br />

di Sandra Gesualdi sandragesu sandragesu<br />

Lorenzo Guasti, ricercatore Indire<br />

In 15 giorni, durante l’isolamento<br />

in casa, hanno ideato, disegnato<br />

e assemblato un prototipo<br />

di dispositivo protettivo sanitario<br />

a supporto di medici e ospedali<br />

della Toscana. Lorenzo Guasti, Luca<br />

Bassani, Alessandro Ferrini, Loren-<br />

zo Calistri, Gianmarco Bei e Gabriele<br />

Pieraccini sono un gruppo di<br />

ricercatori fiorentini dell’Istituto Nazionale<br />

di Documentazione, Innovazione<br />

e Ricerca Educativa (Indire), e<br />

hanno deciso di dare un contributo,<br />

in termini di conoscenza, durante<br />

l’epidemia da Covid-19. Con quello<br />

che sanno fare: analizzare, studiare<br />

e offrire una soluzione a problemi<br />

reali, stampando, in 3D, una nuova<br />

visiera protettiva.<br />

Lorenzo, come nasce questa vostra<br />

iniziativa?<br />

Tutto è partito su Facebook dal<br />

gruppo 3D Print Covid-19, che mette<br />

in rete i maker di tutta Italia. <strong>La</strong><br />

richiesta di queste attrezzature, da<br />

parte di medici e infermieri, stava<br />

crescendo e molti di loro non riuscivano<br />

a reperirle facilmente perché,<br />

soprattutto nella prima fase<br />

dell’emergenza, scarseggiavano. Ci<br />

siamo inseriti in un movimento nazionale<br />

che in questa difficile situazione<br />

ha voluto dare una mano.<br />

Come si è sviluppato il progetto?<br />

Inizialmente abbiamo studiato qualche<br />

campione già presente sul web,<br />

ma non è risultato soddisfacente,<br />

poi grazie all’Indire siamo entrati in<br />

contatto con alcuni medici anestesisti<br />

dell’Azienda sanitaria dell’area<br />

Toscana centro. Ci hanno fornito indicazioni<br />

essenziali e precise grazie<br />

alle quali abbiamo creato un nuovo<br />

modello di visiera.<br />

Con quali caratteristiche?<br />

Questo dispositivo doveva soddisfare<br />

le esigenze di chi, in prima linea,<br />

avrebbe dovuto indossarlo anche<br />

dieci ore al giorno. Fino a oggi<br />

nessuno si era posto il problema di<br />

un utilizzo così prolungato e conti-<br />

© elenabsl/AdobeStock<br />

17


L’ITALIA che fa IMPRESA<br />

nuo, perché le visiere venivano usate<br />

solo per il tempo di un intervento<br />

o di uno screening. Ora invece gli<br />

operatori sanitari le tengono tutto<br />

il giorno. Così, ci siamo concentrati<br />

sulle caratteristiche ergonomiche,<br />

per renderle comode, leggere e disinfettabili,<br />

oltre che sicure naturalmente.<br />

Non è un prodotto a livello<br />

industriale di cui si può certificare<br />

l’uniformità dei pezzi, ma il risultato<br />

è un prototipo di qualità, testato sia<br />

nei materiali che nella funzionalità.<br />

Perché vi siete impegnati su questo<br />

tipo di protezione?<br />

Ancora nessuno ci aveva provato.<br />

È piuttosto semplice da realizzare,<br />

non c’è bisogno di materiale specifico<br />

come il tessuto filtrante delle<br />

mascherine, ma ha un’efficacia<br />

molto alta. Offre una difesa meccanica<br />

contro i droplet.<br />

Cosa occorre per realizzarla?<br />

<strong>La</strong> visiera è composta da tre pezzi<br />

che vanno assemblati. Prima abbiamo<br />

valutato il materiale trasparente<br />

che scherma il viso, una plastica<br />

leggera come quella delle bottiglie<br />

tagliata con il laser da una piccola<br />

ditta. Gli altri componenti sono in<br />

Pla (acido polilattico, ndr), un filamento<br />

plastico, e li creiamo con le<br />

stampanti 3D.<br />

E poi chi la produce?<br />

Noi ricercatori. Abbiamo messo su<br />

una sorta di catena di montaggio e<br />

ci siamo divisi i compiti. C’è chi ha<br />

disegnato in digitale e chi fa il cor-<br />

Le visiere realizzate dai maker di Indire<br />

riere per raccogliere tutti i pezzi<br />

necessari. Poi io, dopo cena, monto<br />

le visiere, elastico compreso, e<br />

i medici vengono a prendersele a<br />

casa. Siamo stati autorizzati dalla<br />

Protezione civile per i viaggi e manteniamo<br />

il distanziamento sociale<br />

durante le consegne. Le stampanti<br />

3D sono accese giorno e notte: riusciamo<br />

a realizzare una decina di<br />

visiere al giorno.<br />

Tutto gratuitamente?<br />

Certo, e con il progetto disponibile<br />

online. Fino a oggi (24 aprile, ndr) il<br />

prototipo sul sito dell’Indire è stato<br />

scaricato da centinaia di ricercatori<br />

che lo stanno studiando, provando<br />

e realizzando. Un brevetto open, insomma,<br />

perché quella dei maker è<br />

una comunità basata sulla condivisione<br />

del sapere.<br />

A chi avete distribuito le visiere?<br />

Su base regionale agli ospedali e ai<br />

medici di base, che sono i più sforniti<br />

e i più a rischio, a qualche Rsa e<br />

cooperativa sociale e alla Protezione<br />

civile.<br />

Riscontri dai medici che le hanno<br />

usate?<br />

Equivalenti, come protezione, a<br />

quelle certificate. In un momento di<br />

emergenza in cui c’era difficoltà a<br />

reperire il materiale ufficiale, il nostro<br />

prodotto artigianale ha un po'<br />

sopperito al problema. È stato un<br />

contributo basato sulle nostre competenze<br />

di sperimentatori e ricercatori.<br />

Non siamo certo in concorrenza<br />

per produrle, non è il nostro<br />

lavoro. Ma siamo di supporto.<br />

Cosa resterà di questa esperienza<br />

al tempo del coronavirus?<br />

Vorremmo che avesse una ricaduta<br />

pedagogica, perché il nostro non è<br />

stato altro che “un compito di realtà”.<br />

Quando torneremo nelle scuole<br />

con le quali collaboriamo, useremo<br />

la visiera come esempio di problem<br />

solving per far capire ai ragazzi che<br />

a un problema c’è sempre una soluzione.<br />

Previo studio e analisi, il cosiddetto<br />

imparare lavorando. Non<br />

abbiamo fatto nulla di speciale, se<br />

non aver intercettato un’urgenza e<br />

offerto una risposta concreta.<br />

tecnologia.indire.it<br />

IndireSocial<br />

IndireSocial<br />

18


Vola per un long weekend nel<br />

paradiso di Capo Verde con i<br />

voli di Cabo Verde Airlines!


GOURMET<br />

LO CHEF DELLA NATURA<br />

di Alessandra Iannello - a cura di VdGmagazine<br />

© Nico Balzani<br />

Chef Paolo Griffa<br />

<strong>La</strong> natura è il più grande mercato a disposizione di<br />

tutti. Fin dalla notte dei tempi, la capacità di riconoscere<br />

ciò che di commestibile offriva la terra e<br />

trasformarlo in cibo gustoso è stata celebrata al pari di<br />

un’arte sacra. In anni più recenti, poi, ha preso piede l’esotico<br />

e l’introvabile. Ma oggi non mancano giovani chef impegnati<br />

a riscoprire le potenzialità dell’ecosistema locale.<br />

Tra questi Paolo Griffa, che ha guadagnato una stella<br />

Michelin con il suo ristorante Petit Royal del Grand Hotel<br />

Royal e Golf di Courmayeur. <strong>La</strong> giornata di Paolo è<br />

scandita dai ritmi dettati dalla natura. L’alba lo sorprende<br />

spesso per foreste e prati, chino a terra assieme alla sua<br />

brigata, nell’infaticabile ricerca di radici e odori freschi.<br />

Il pomeriggio, quando il sole è alto e la luce cruda rivela<br />

ogni dettaglio del terreno, è il momento del foraging<br />

estremo. Consapevole di avere a portata di mano grandi<br />

eccellenze e mosso dal desiderio di interagire il più possibile<br />

con il territorio, Griffa ha avviato una partnership<br />

con l’Institut Agricole Régional di Aosta e la Fondazione<br />

Sistema Ollignan Onlus. Durante i mesi estivi la squadra<br />

del Petit Royal e gli studenti di questi due enti lavorano<br />

insieme un giorno a settimana per la raccolta e la cura di<br />

erbe, frutta e ortaggi, e per la ricerca del latte e del burro<br />

di alpeggio migliori. Tornati in cucina poi, i prodotti vengono<br />

lavorati: alcuni appena sbollentati o lasciati crudi<br />

per esaltarne i sapori, altri conservati attraverso essiccamento,<br />

fermentazioni o distillati. Così nella stagione invernale<br />

burri, salse e oli essenziali, valorizzati da tecniche<br />

di estrazione, pressature e marinature, portano in tavola<br />

l’estate di montagna.<br />

paologriffa.com<br />

GIRELLA DI BARBABIETOLE<br />

Ingredienti (per 6 persone)<br />

2 barbabietole multicolor, insalata mista, formaggio fresco alle erbe, formaggio<br />

fresco con pasta di olive nere, mandorle tostate, cracker, olio extravergine<br />

di oliva, sale q.b.<br />

Preparazione<br />

<strong>La</strong>vare bene le barbabietole, avvolgerle nella stagnola condendole con un<br />

filo d’olio extravergine e un pizzico di sale. Cuocere in forno a 180°C per un’ora<br />

circa. <strong>La</strong>sciare raffreddare, poi pelare e tagliare sottilmente. Per un risultato<br />

uniforme utilizzare un piccolo coppapasta formando dei bottoni. Condirli con<br />

un filo d’olio a crudo e, con l’aiuto di un anello, impiattare creando un cerchio<br />

con i bottoni di barbabietola disposti in verticale. Condire il formaggio fresco<br />

con erbe aromatiche tritate e usarlo per farcire l’interno delle barbabietole.<br />

Condire l’insalata unendovi le mandorle tostate tritate e metterla all’interno<br />

del cilindro. Sformare delicatamente le barbabietole che contengono l’insalata,<br />

adagiandovi sopra il cracker con delle barbabietole piegate a cono e<br />

uno spuntone di formaggio fresco condito con pasta di olive nere.<br />

© Paolo Picciotto<br />

20


GUSTA & DEGUSTA<br />

rubrica avrei voluto suggerire un’esperienza<br />

gastronomica, ma potrò<br />

ricominciare a farlo solo alla riapertura.<br />

Nel frattempo cuochi e ristoratori<br />

hanno deciso di rimanere vivi con il<br />

delivery: piatti e interi menù gourmet<br />

a domicilio. Ecco qualche consiglio<br />

per degustare a casa una cena di livello.<br />

Con Massimiliano Sabinot del<br />

Vitello d’Oro a Udine, Moreno Cedroni<br />

e il suo Aniko a Senigallia (AN)<br />

e Luca Gambaretto del Ristorante<br />

Maffei a Verona. A Bergamo il ristorante<br />

Al Carroponte di Oscar Mazzoleni<br />

consente di scegliere anche dalla<br />

cantina, premiata da Le Guide de<br />

L’Espresso 2019. Nel milanese ecco<br />

Carlo Andrea Pantaleo del Milano37,<br />

a Gorgonzola, e in centro città Eugenio<br />

Boer con il suo Bu:r, mentre a Bologna<br />

è Francesco Carboni di Acqua<br />

Pazza a consegnare a casa una grana<br />

cura di Andrea Radic<br />

Andrea_Radic<br />

MENÙ DELUXE A DOMICILIO<br />

DA MILANO A LECCE, I RISTORATORI CHE RIPARTONO CON IL DELIVERY<br />

Senza dubbio uno dei settori<br />

più colpiti dallo stato<br />

di emergenza che stiamo<br />

vivendo è quello della ristorazione:<br />

fermo, inattivo. Io stesso in questa<br />

de cena di pesce. A Torino sono ottimi<br />

i piatti di Stefano Sforza, chef del<br />

ristorante Opera - Ingegno e Creatività.<br />

A Ventimiglia (IM) spicca Diego Pani<br />

del Marco Polo, mentre a Genova<br />

c’è il ghiotto delivery del ristorante<br />

20 Tre di Barbara Palazzo. Sul <strong>La</strong>go<br />

di Garda invece, a Salò (BS), Alberto<br />

Bertani di QB Due Punto Zero è una<br />

certezza. Da Telese Terme (BN), invece,<br />

consegne in tutta Italia dal menù<br />

del Krèsios di Giuseppe Iannotti. A<br />

Roma si può ricevere a casa il meglio<br />

della lievitazione grazie alle specialità<br />

di Gabriele Bonci, un vero artista<br />

della pizza. A Lecce, infine, a deliziarvi<br />

è il delivery di Alex Ristorante di<br />

Alessandra Civilla.<br />

Cuochi e ristoratori, gente che resiste,<br />

nonostante tutto, e merita profondo<br />

rispetto.<br />

CÀ MAIOL<br />

RAFFINATO LUGANA<br />

Il <strong>La</strong>go di Garda è da sempre territorio<br />

vinicolo, ma lo sforzo per<br />

raggiungere il livello di qualità<br />

di oggi è abbastanza recente. Una<br />

cantina che ha saputo portare questo<br />

percorso di finezza ed eleganza a un<br />

felice traguardo è Cà Maiol, con i suoi<br />

vini espressione di due zone importanti,<br />

Lugana e Valtènesi.<br />

Un’area molto particolare quella dei<br />

cinque comuni che costituiscono il<br />

Lugana, tra le sponde del lago e le<br />

colline moreniche, dove gli enologi<br />

di Cà Maiol hanno saputo sviluppare<br />

il potenziale dei vitigni autoctoni e dei<br />

terreni calcarei e argillosi. Uve che respirano<br />

le brezze del Garda e i profumi<br />

delle colline, come nel Lugana Molin<br />

Dop, Trebbiano di Lugana in purezza.<br />

Il nome è quello del vigneto, con viti<br />

molto vecchie e terreno dallo spiccato<br />

carattere argilloso, ricco di sali<br />

minerali.<br />

Vendemmia manuale, spremitura soffice,<br />

vinificazione in acciaio e una piccola<br />

parte che fermenta in legno. Insomma,<br />

tutte le cure del caso per un<br />

vino che esprime pienezza di aromi,<br />

spiccata freschezza e un palato elegante<br />

e rotondo con un finale sapido<br />

e persistente.<br />

Dal medesimo vitigno viene prodotta<br />

anche una notevole bollicina: Lugana<br />

Brut metodo classico, da uve selezionate,<br />

raccolte anticipatamente e millesimate<br />

nelle annate migliori. Trentasei<br />

mesi di permanenza sui lieviti per<br />

un perlage finissimo, pulito in bocca<br />

con apprezzabili note balsamiche.<br />

Cà Maiol S.r.l. Società Agricola<br />

Desenzano del Garda (BS)<br />

ordini@camaiol.it<br />

camaiol.it<br />

21


RITORNO AL<br />

WHAT’S UP<br />

A SPASSO NEL TEMPO, TRA IRONIA E SENTIMENTO.<br />

IL COMICO MAURIZIO BATTISTA RACCONTA LO SHOW POCO<br />

DI TANTO, DAL 14 MAGGIO SU RAI2<br />

di Gaspare Baglio<br />

PASSATO<br />

gasparebaglio<br />

Stare al telefono con Maurizio Battista è divertimento<br />

allo stato puro. Un modo di ridere casareccio,<br />

autentico, come lui, che non fa il personaggio ma<br />

è una persona. E questa cosa, a lungo andare, paga. Ecco<br />

allora che il comico approda nella prima serata di Rai2, dal<br />

14 maggio, con il nuovo show Poco di tanto. È l’unica nuova<br />

produzione della tv pubblica ai tempi del coronavirus, ma<br />

anche un programma che regala una visione inedita di Battista,<br />

dopo i recenti successi di Battistology su Comedy Central<br />

e <strong>La</strong> sai l’ultima?-Digital Edition su Canale 5.<br />

Come nasce Poco di tanto?<br />

Da un’equazione. Nel senso che noi abbiamo il poco, ma di<br />

tantissimo. A differenza di mio nonno che aveva il poco, ma<br />

di niente. C’è qualcuno che si lamenta, certo, ma quello che<br />

possediamo è comunque molto. Soprattutto in questo periodo<br />

storico.<br />

Che tipo di programma è?<br />

Per prima cosa mi preme sottolineare lo sforzo enorme da<br />

parte di tutti: dalla società di produzione Ballandi Multimedia<br />

alla Rai, fino agli autori e i tecnici. Tutto è più difficile, in<br />

questo momento, siamo blindati. Ad ogni modo, lo show si<br />

snoda su tre prime serate durante le quali mi muovo in una<br />

casa di 200 m 2 , costruita ad hoc, che cambia in ogni puntata:<br />

nella prima sono in un appartamento degli anni ’60, nella<br />

seconda l’ambientazione è dei ’70 e, infine, nella terza, spazio<br />

agli ’80.<br />

Il tuo ruolo?<br />

Sono come Alberto Angela, un divulgatore. Lui racconta da<br />

Pompei, io vado a spasso nel tempo. In ogni camera descrivo<br />

proprio quel periodo con due ospiti a puntata, rvm, filmati<br />

d’epoca, gag e qualche riferimento all’attualità. Il tutto messo<br />

in piedi con ironia, nostalgia, cuore, sentimento e musica. È un<br />

ricordo, ma di classe: qualcosa che non ha fatto mai nessuno.<br />

Qualche anticipazione?<br />

Il programma inizia sempre con una macchina dell’epoca. Faremo<br />

parallelismi con ironia come, per esempio, tra l’indimenticabile<br />

Carosello e tutte le pubblicità di oggi coi testimonial<br />

belloni, tipo quelle dei profumi.<br />

E gli ospiti?<br />

Faccio qualche nome: Orietta Berti, Don Backy, Michele Zarrillo<br />

e Gazebo.<br />

Strutturalmente cosa avete dovuto cambiare a causa del<br />

Covid-19?<br />

Tutto. <strong>La</strong> casa è così grande perché hanno dovuto passarci<br />

dentro i macchinisti, i carrelli, le camere. L’idea iniziale era di<br />

realizzare uno sceneggiato che avesse come protagonista<br />

una famiglia. Dopo il coronavirus abbiamo dovuto modificare<br />

il format, anche perché l’investimento era già stato fatto. Così<br />

ci siamo inventati questa formula light.<br />

Qual è il tuo obiettivo con questo show?<br />

Far capire che ne abbiamo passate tante e anche se questo<br />

virus non ci voleva lo stiamo superando. Conoscendo quegli<br />

anni, avendo vissuto quei momenti, vorrei far sentire quel sapore.<br />

Riporto in modo fedele quello che ho vissuto. Ci si commuove,<br />

si riflette e, ovviamente, si ride.<br />

mauriziobattista.com<br />

MaurizioBattistaOfficial Battista_M maurizio_battista<br />

22


UNITI CONTRO IL NEMICO<br />

PARTE CON IL SINGOLO IL NOSTRO TEMPO IL PROGETTO<br />

DI ANNALISA MINETTI E MARIO BIONDI PER AIUTARE GLI ANZIANI<br />

In tempi di coronavirus, si moltiplicano<br />

le iniziative di solidarietà.<br />

E i protagonisti dello spettacolo<br />

sono sempre in prima linea. I big della<br />

musica Annalisa Minetti e Mario Biondi,<br />

insieme con il bassista Marcello Sutera,<br />

hanno messo in piedi il progetto<br />

Nemico invisibile. Un’idea che esisterà<br />

finché ci sarà l’emergenza, con l’obiettivo<br />

di aiutare l’Auser, l’Associazione<br />

per l’invecchiamento attivo che offre<br />

sostegno agli anziani (per donazioni<br />

Iban IT67X0311103253 000000010815),<br />

grazie alle somme raccolte attraverso<br />

canzoni messe a disposizione sulle<br />

piattaforme digitali.<br />

L’iniziativa è partita con il brano Il nostro<br />

tempo che, oltre a Minetti e Biondi, ha<br />

visto la partecipazione di Dodi Battaglia,<br />

Petra Magoni, Gaetano Curreri, Andrea<br />

Callà e Paul Maunick.<br />

Quando avete deciso di muovervi?<br />

[MB] Sono in quarantena con la mia famiglia<br />

da fine febbraio: abbiamo capito<br />

subito la pericolosità del nemico invisibile.<br />

[AM] Ho sentito immediatamente questa<br />

responsabilità. Volevo mettere in<br />

piedi un progetto musicale con una<br />

persona dalla grande anima, che avesse<br />

il mio stesso codice etico e morale. Il<br />

primo nome che mi è venuto in mente è<br />

stato quello di Mario.<br />

Come state vivendo questo momento?<br />

[MB] Da piccolo mi hanno insegnato<br />

che gli impedimenti, in alcune occasioni,<br />

possono essere di giovamento. Facciamo<br />

di necessità virtù e impariamo da<br />

quello che stiamo vivendo.<br />

[AM] Mi fa paura un po’ tutto. In famiglia,<br />

per assurdo, l’isolamento è l’aspetto<br />

che intimorisce meno. Noi dobbiamo<br />

pensare a chi è da solo, agli anziani, ai<br />

disabili. Non posso non preoccuparmi,<br />

poi, del futuro che attende le maestranze<br />

nel nostro ambiente: gli artisti sono i<br />

più privilegiati, ma tutte le persone che<br />

lavorano dietro di noi?<br />

Questo progetto come si evolverà?<br />

[MB] Non amo vendere la pelle dell’orso<br />

prima di averlo catturato. Il nostro<br />

tempo è oggi, per il domani ci terremo<br />

in contatto.<br />

L’obiettivo è aiutare gli anziani, quindi?<br />

[AM] I nonni rappresentano un mondo<br />

che dà senso al tutto e ci completa. Ho<br />

percepito quanto, per loro, l’isolamento<br />

fosse più pericoloso. Il coronavirus<br />

ha colpito le persone più fragili, quelle<br />

nelle case di riposo. Ho pensato che,<br />

in qualche modo, dovessero essere<br />

raggiunte per non farle andare incontro<br />

alla sindrome del disuso, non solo<br />

fisico. L’assistenza domiciliare dà la<br />

possibilità di intervenire, anche se da<br />

lontano, aiutando gli anziani con attività<br />

motoria e cure quotidiane.<br />

<strong>La</strong> più bella sorpresa da parte dei colleghi<br />

che hanno preso parte alla vostra<br />

iniziativa?<br />

[MB] <strong>La</strong> disponibilità ricevuta, al limite<br />

del commovente.<br />

[AM] L’entusiasmo e l’energia con cui<br />

hanno risposto. <strong>La</strong> musica ci ha uniti,<br />

ancora una volta.<br />

G.B.<br />

nemicoinvisibileofficial<br />

Mario Biondi e Annalisa Minetti<br />

© Alessandra Fuccillo<br />

23


110 mila<br />

750 mila<br />

140 milioni € finanziati in 11 anni<br />

4,7 milioni €<br />

3,5 milioni €


WHAT’S UP<br />

E LA VITA BUSSÒ<br />

IL COMPOSITORE, PRODUTTORE E CANTAUTORE MARIO LAVEZZI<br />

FESTEGGIA I 50 ANNI DI CARRIERA CON UN LIBRO<br />

E UN COFANETTO DI SUCCESSI<br />

C’è poco da fare: la storia<br />

della musica italiana<br />

va di pari passo con<br />

la carriera di Mario <strong>La</strong>vezzi, cantautore<br />

prolifico e fortunato.<br />

Tra le sue composizioni ci sono le<br />

hit E la luna bussò e In alto mare<br />

portate alla ribalta dall’ex compagna<br />

Loredana Bertè, È tutto un attimo,<br />

interpretata da Anna Oxa, Vita,<br />

intonata da Lucio Dalla e Gianni<br />

Morandi, Stella gemella di Eros Ramazzotti.<br />

In mezzo secolo le produzioni non<br />

si contano e la sua vita è stata così<br />

piena di avvenimenti e coincidenze<br />

da meritare di essere celebrata con<br />

un libro, E la vita bussò (Morellini<br />

Editore, pp. 136, € 14,90), e un cofa-<br />

netto omonimo (pubblicato da Nar<br />

International e Artist First) che contiene<br />

58 successi scritti, prodotti o<br />

interpretati dall’artista e un brano<br />

inedito, Canti di sirene, firmato con<br />

Franco Califano.<br />

L’esistenza di <strong>La</strong>vezzi è fatta di entusiasmi<br />

e batoste. Gli inizi nella<br />

storica band I Camaleonti per sostituire<br />

Ricky Maiocchi, una gioia svanita<br />

quando è costretto a lasciare<br />

il gruppo per il servizio di leva. Poi<br />

la voglia di fare musica lo spinge a<br />

comporre un brano, Il primo giorno<br />

di primavera, che sarà uno dei più<br />

grandi successi dei Dik Dik e lo farà<br />

diventare tra gli autori e produttori<br />

più celebri del Belpaese.<br />

Che effetti pensa avrà il Covid-19<br />

sulla musica?<br />

Vorrei che la fase successiva al coronavirus<br />

portasse una spinta planetaria<br />

a rompere i legacci col passato.<br />

Come dopo la guerra, quando<br />

l’umanità intera ha sprigionato, in<br />

tutti settori, una creatività inimmaginabile.<br />

Un’esigenza che si espresse<br />

nell’arte figurativa, nella moda,<br />

nel design, nel cinema e nella musica.<br />

È stato come un nuovo Illuminismo.<br />

In che acque naviga il mercato discografico?<br />

<strong>La</strong> tecnologia l’ha devastato: oggi<br />

tutta la musica è negli smartphone<br />

e su Spotify, la scarichiamo. Non ha<br />

quasi più senso fare un album. Quasi<br />

nessuno ascolta un disco per intero<br />

e lo mette nei propri dispositivi. Le<br />

case discografiche non hanno più le<br />

risorse economiche di una volta. Un<br />

tempo i contratti per gli artisti erano<br />

di sette anni o sette album. Se poi<br />

al terzo disco non succedeva nulla,<br />

la major poteva rescindere l’accordo.<br />

<strong>La</strong> musica aveva la possibilità di<br />

durare nel tempo. Oggi passa e va,<br />

è liquida.<br />

C’è un’artista su cui punta da produttore?<br />

Emily Litta, una ragazza italiana<br />

che ha una cultura non indifferente,<br />

perché ha vissuto in Inghilterra e in<br />

Australia. L’ho portata alla Sony, le<br />

hanno proposto di partecipare alle<br />

selezioni di X Factor, ma ha rifiutato<br />

perché ha in mente un modello<br />

britannico e sperava che la casa<br />

discografica fosse interessata al<br />

di là del talent. Invece non è stato<br />

così: questi show contengono i costi<br />

perché la promozione è già pronta.<br />

Fortunatamente, grazie al web e<br />

alle etichette indipendenti, sono<br />

usciti artisti come Calcutta.<br />

Anche lei aiuta i nuovi talenti con il<br />

contest Campusband…<br />

Scegliamo quattro interpreti, altrettanti<br />

cantautori e quattro gruppi.<br />

Diamo loro la possibilità di fare<br />

un video e registrare un inedito. Gli<br />

facciamo mettere un primo mattone<br />

e, devo dire, che sono rimasto<br />

piacevolmente sorpreso: sono tutti<br />

davvero meritevoli.<br />

G.B.<br />

mariolavezzi.com/wordpress<br />

Mario_<strong>La</strong>vezzi<br />

mariolavezzi<br />

Cover del cofanetto E la vita bussò<br />

25


WHAT’S UP<br />

© Sant’Agostino<br />

LA MUSICA CONTINUA<br />

Chigiana International Festival 2019<br />

NICOLA SANI,<br />

DIRETTORE<br />

ARTISTICO<br />

DELL’ACCADEMIA<br />

CHIGIANA, PRESENTA<br />

IL NUOVO CICLO<br />

DI CONCERTI IN<br />

DIRETTA STREAMING<br />

di Sandra Gesualdi<br />

sandragesu sandragesu<br />

«<br />

Chigiana non<br />

abbandona il suo pubblico<br />

L’Accademia<br />

e non smette di fare musica<br />

in questo difficile momento». Parole di<br />

Nicola Sani, compositore e direttore artistico<br />

della storica accademia senese.<br />

Cancellati gli eventi dal vivo, per le inevitabili<br />

misure restrittive, la risposta per<br />

non interrompere la stagione è stata l’iniziativa<br />

Chigiana stops Covid-19. Una serie<br />

di concerti inediti trasmessi in strea-<br />

ming su YouTube, poi lasciati liberamente<br />

disponibili. Tanti gli appuntamenti in<br />

corso, che si protrarranno fino all’inizio<br />

dell’estate.<br />

Così, anche la storica Accademia Chigiana<br />

è in rete.<br />

In questi anni abbiamo investito molto<br />

nel digitale, lavorando per convertire<br />

tutto il nostro archivio. Questo ci ha per-<br />

messo, durante la quarantena, di essere<br />

pronti a rimodulare la nostra programmazione<br />

on demand e di continuare a<br />

essere vivi, attivi e di promuovere il nostro<br />

festival.<br />

<strong>La</strong> musica per tutti, prima di tutto.<br />

Che cosa prevede il programma?<br />

Dodici concerti inediti, che si sono tenuti<br />

negli ultimi tre anni durante il Chigiana<br />

International Festival, la stagione Micat<br />

in Vertice e la rassegna Tradire, trasmessi<br />

per la prima volta live in broadcasting.<br />

Quali gli appuntamenti imperdibili?<br />

Quelli del 7 e 8 maggio con Antonio Meneses,<br />

uno dei più grandi violoncellisti,<br />

in Bach to Brasil, che accosta le Suite del<br />

celebre compositore alle opere di artisti<br />

brasiliani contemporanei. Il 29 maggio<br />

e il 5 giugno, invece, presentiamo i due<br />

giovani finalisti del Premio Chigiana: il<br />

pianista Arseny Tarasevich Nikolaev e<br />

la violoncellista Ella van Poucke. Talenti<br />

destinati ai palchi internazionali.<br />

Che valore ha la cultura in questo momento?<br />

Fondamentale. <strong>La</strong> musica, nello specifico,<br />

racconta il tempo ed è importante<br />

quando ci sembra fermo, sospeso. È una<br />

lingua universale e fa ben comprendere<br />

i problemi di tutti. Questo ha un significato<br />

forte nelle difficoltà.<br />

Quanto è importante lo spettacolo dal<br />

vivo?<br />

L’ascolto live è imprescindibile. Concerto<br />

vuol dire essere una comunità che ode e<br />

suona insieme e vicino. <strong>La</strong> riproduzione<br />

è un binario parallelo, ma mai sostitutivo,<br />

le soluzioni online sono eventi straordinari<br />

di supporto. Claudio Abbado faceva<br />

sempre registrare i suoi concerti come<br />

momenti di qualità.<br />

Cosa lascia il tempo del Covid-19?<br />

Un intervallo e un suono sospeso, quello<br />

del silenzio che avvolge tutto.<br />

chigiana.org<br />

AccademiaChigiana<br />

AccademiaChigiana<br />

chigiana<br />

Nicola Sani<br />

© Imeb Bourges<br />

26


Dal 1963 la vera compagnia di autonoleggio "made in Italy"<br />

con capitale italiano al 100%. Scegli Sicily by Car.<br />

Un’estate italiana<br />

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UN TRENO DI LIBRI<br />

Invito alla lettura di Alberto Brandani<br />

[Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Elba-Brignetti]<br />

Quando Limesso, piccola<br />

città alleata di Troia, viene<br />

distrutta dai greci, Briseide,<br />

figlia di un re, viene catturata<br />

come tutte le altre donne e consegnata<br />

come un trofeo al grande Achille.<br />

A 19 anni diventa schiava, concubina,<br />

infermiera, pronta a soddisfare<br />

ogni desiderio del suo padrone. È lei<br />

il premio di guerra di Achille il Pelide,<br />

proprio colui che ha letteralmente<br />

“macellato” tutta la sua famiglia.<br />

L’epica guerra di Troia è sempre una<br />

magnifica storia da leggere, una storia<br />

che parla di eroi, semidei, sconfitti,<br />

malvagità. E di donne, schiave e<br />

regine. Qui, dove tutto comincia con<br />

una donna e per una donna, le donne<br />

sembrano mute, asservite. «Alle donne<br />

si addice il silenzio», si legge nel<br />

romanzo di Pat Barker, che si è posta<br />

l’obiettivo di raccontarci la guerra di<br />

Troia con gli occhi delle schiave.<br />

L’impianto è teatrale, quasi si colgono<br />

le quinte di scena che di momento in<br />

momento legano la storia. È un manifesto<br />

femminista, crudo e violento,<br />

una perfetta sceneggiatura per un<br />

film di Quentin Tarantino, trucido e<br />

splatter, con ossa, budella e topi morti<br />

a iosa che vanno avanti per pagine e<br />

pagine. Sappiamo bene che le descrizioni<br />

di guerra sono tremende anche<br />

nei grandi classici, ma pure che le frasi<br />

più celebri della letteratura si costruiscono<br />

per sottrazione. «<strong>La</strong> sventurata<br />

In viaggio con il Prof<br />

IL SILENZIO DELLE RAGAZZE<br />

IL MOVIMENTO ME TOO AL TEMPO DELLA GUERRA DI TROIA,<br />

RACCONTATA DALLE SUE SCHIAVE MUTE. CAPACI DI GUARDARE<br />

OGNI COSA CON ALTRI OCCHI E CON ALTRO CUORE<br />

è forse quel che resta dopo che Manzoni<br />

ebbe sottratto pagine e pagine?<br />

Attraverso il racconto disincantato e<br />

verace di Briseide, entriamo nell’accampamento<br />

greco dove si aggirano<br />

Agamennone, Patroclo e Ulisse. I loro<br />

sentimenti, le loro turbe, le passioni. E<br />

ci sembrano meno dèi e più semplicemente<br />

uomini. Pat Barker ha cercato<br />

di dare voce a quei soggetti della<br />

storia che mai ne hanno avuta: le donne<br />

mute della terribile guerra di Troia,<br />

capaci di guardare ogni cosa con altri<br />

occhi e altro cuore.<br />

Eppure, riflettendo attentamente,<br />

cogliamo che con il tempo ogni confine<br />

nell’accampamento acheo è destinato<br />

a sfumarsi, ogni separazione<br />

sembra sfaldarsi fra chi condivide la<br />

stessa condizione umana. <strong>La</strong> posizione<br />

dei guerrieri achei è ben diversa da<br />

quella delle schiave troiane, ma alla<br />

fine il destino di tutti, uomini e donne,<br />

vincitori e sconfitti, è subordinato<br />

alla stessa logica violenta e disperata<br />

della guerra. È in questo contesto che<br />

può nascere e materializzarsi un sentimento<br />

affettuoso verso il proprio rapitore<br />

o un gesto ospitale verso il più<br />

acerrimo nemico. Ed è qui che, al di là<br />

delle intenzioni dell’autrice, svettano<br />

i tre protagonisti di un romanzo che<br />

colpisce al cuore. Di Briseide abbiamo<br />

già detto, ma non possiamo dimenticare<br />

il grande amore che suscita Patroclo<br />

in lei e presso Achille: un bimbo<br />

rispose» di manzoniana memoria non strappato alla sua famiglia per un tra-<br />

Einaudi, pp. 352 € 18,50<br />

gico gioco finito male. E che dire della<br />

splendida malinconia di Achille, abbandonato<br />

a sette anni dalla madre,<br />

che si immerge possente nel mare<br />

nella speranza di carpirne qualche<br />

frase? Nell’animo dei tre protagonisti,<br />

in particolare di Achille e Patroclo,<br />

scende un pianto disperato che viene<br />

recuperato come visione onirica della<br />

vita e balsamo lenitivo delle angosce,<br />

delle paure e malinconie di noi comuni<br />

mortali. Sono pagine e sensazioni<br />

che, per dirla in gergo teatrale, "valgono<br />

il biglietto".<br />

29


UN TRENO DI LIBRI<br />

BRANI TRATTI DA<br />

IL SILENZIO DELLE RAGAZZE<br />

[...]<br />

Lo vidi alzarsi, riempire la sua coppa e porgermene un’altra.<br />

– Lo aspetterai alzato? – chiesi.<br />

– Penso di sì: di solito lo faccio.<br />

Non saprei dirvi perché Patroclo avesse tanta paura delle<br />

notti in cui Achille andava in cerca di sua madre. So soltanto<br />

che era così.<br />

Il fuoco era quasi spento. Patroclo gettò un altro ciocco,<br />

che mandò fumo per qualche istante prima che le fiamme<br />

cominciassero a consumarlo. L’unico rumore a rompere<br />

il silenzio era quello di un cane che si grattava il collo.<br />

Più da lontano, appena percettibile, giungeva il mormorio<br />

dell’acqua. Quella bonaccia innaturale non accennava a<br />

finire, e le onde si allungavano lente sulla battigia. Avvertivo,<br />

oltre le pareti della sala, l’esasperante immensità del<br />

mare e del cielo. Una calda oscurità incombeva su di me,<br />

e pensai quanto sarebbe stato facile spazzare via tutto ciò<br />

che i miei occhi vedevano: un padiglione di legno massiccio,<br />

un uomo e una donna seduti insieme accanto al fuoco.<br />

– Una volta l’ho sentito parlare con lei, – dissi. – Non capivo<br />

niente –. Tacqui, e poiché anche lui taceva aggiunsi: – Ma<br />

gli risponde, qualche volta?<br />

– Oh, sì.<br />

– Sono molto affezionati l’uno all’altra?<br />

– Difficile a dirsi. Lei se n’è andata quando Achille aveva<br />

sette anni –. Un’altra pausa, poi: – A quanto pare, adesso<br />

sembra più giovane del figlio.<br />

– Sarà stato difficile abbandonare un bambino così piccolo,<br />

– azzardai, procedendo a tentoni.<br />

– Non saprei; forse sì. Il fatto è che lei non sopportava quel<br />

matrimonio, non era stata lei a sceglierlo, nessuno aveva<br />

chiesto il suo parere... Probabilmente ne era alquanto<br />

disgustata. E ha condizionato anche... insomma, l’avrai<br />

notato, no? Avrai avvertito in lui una certa... ripugnanza?<br />

Eccome se l’avevo avvertita, ma non osai approfondire il<br />

tema. Temevo che mi facesse troppe confidenze, di cui in<br />

seguito avrebbe potuto pentirsi.<br />

Patroclo mi sorrise. – Tu gliela rammenti, – disse.<br />

– Io gli rammento sua madre?<br />

– Dovresti esserne lusingata. In fin dei conti è una dea.<br />

– Proverò.<br />

Stava ancora sorridendo, e il sorriso metteva in evidenza il<br />

naso fratturato. Chissà se c’era un giorno in cui, guardandosi<br />

allo specchio, non gli veniva in mente il momento più<br />

orribile della sua vita.<br />

© Alex Bailey WARNER BROS/ANSA-CD<br />

Brad Pitt nei panni di Achille nel film Troy<br />

30


Un assaggio di lettura<br />

– Sai che potrei convincerlo a sposarti?<br />

Scossi la testa. – Nessun uomo sposa la propria schiava.<br />

– Invece è già successo.<br />

– Potrebbe sposare la figlia di un re.<br />

– Potrebbe, sì; ma non ne ha bisogno. Sua madre è una<br />

dea, suo padre regna sui mirmidoni. Può fare quel che gli<br />

pare –. Un sospiro trattenuto. – Potremmo tornare a casa<br />

tutti insieme.<br />

Avrei voluto rispondergli: «Tu la mia casa l’hai bruciata».<br />

Quella notte, sdraiata su un pagliericcio accanto a Ifi, ripensai<br />

alle parole di Patroclo. Certo, ci sono uomini che<br />

sposano le proprie schiave, soprattutto in mancanza di<br />

eredi legittimi, se quelle schiave gli hanno appena dato<br />

un figlio: ma quante volte è successo? Suvvia, che pensiero<br />

ridicolo. Ma poi mi venne in mente quel giorno sulla<br />

spiaggia, quando avevo visto Achille appoggiarsi al suo<br />

amico. Patroclo non esagerava: aveva senza dubbio una<br />

grande influenza su di lui.<br />

Davvero avresti sposato l’assassino dei tuoi fratelli?<br />

Tanto per cominciare, non avrei avuto altra scelta. E in<br />

ogni caso, sì, credo che l’avrei fatto. Sì. Ero una schiava,<br />

e qualsiasi schiavo farebbe di tutto, davvero di tutto, per<br />

smettere di essere una cosa e ridiventare una persona.<br />

Non so come avresti potuto.<br />

Certo che non lo sapete. Non siete mai stati schiavi.<br />

[...]<br />

<strong>La</strong> porta del mio sgabuzzino si spalancò. Patroclo entrò e<br />

tentò di cingermi le spalle con un braccio, ma lo respinsi.<br />

– Credi ancora di poterlo convincere a sposarmi? Non<br />

fece in tempo a rispondere, perché Achille chiamò<br />

dall’altra stanza: – Allora? È pronta?<br />

Patroclo mi tese la mano. Io la presi come sapevo di dover<br />

fare, e mi lasciai condurre nella sala. Gli araldi stavano<br />

già indietreggiando. Alzai gli occhi verso Achille e,<br />

con mia grande sorpresa, vidi che aveva le guance rigate<br />

di lacrime. Niente singhiozzi, certo: solo due rivoli<br />

silenziosi che non osava asciugarsi per non ammetterne<br />

l’esistenza.<br />

Dunque Achille piangeva, mentre mi portavano via. Lui<br />

piangeva, non io. Sono passati anni, e ormai non ha più<br />

importanza, ma ne sono ancora orgogliosa.<br />

Quella notte, però, piansi anch’io.<br />

[...]<br />

All’improvviso Aiace balzò in piedi. Immaginai che avesse<br />

riconosciuto qualcuno dentro il padiglione e mi voltai<br />

nella direzione del suo sguardo, ma non c’era nessuno,<br />

e quando riportai gli occhi su di lui lo vidi a terra. Stava<br />

disteso lì, con le ginocchia rimboccate al petto, e frignava<br />

come un neonato. Achille, immobile, aspettò che l’attacco<br />

facesse il suo corso finché, finalmente, Aiace non<br />

riprese il controllo di sé e tornò a sedersi al tavolo. Nessuno<br />

di loro fece commenti: ripresero la partita come se<br />

nulla fosse accaduto. Tutto l’episodio, dall’inizio alla fine,<br />

era durato ben poco.<br />

Anche Tecmessa era stata sul punto di alzarsi in piedi,<br />

ma poi si era riaccomodata sulla sedia e aveva allungato<br />

la mano verso l’ennesima noce al miele.<br />

<strong>La</strong> statua di Patroclo e Menelao, Loggia dei <strong>La</strong>nzi, Firenze<br />

– Dorme poco o niente, – raccontò, – e ha degli incubi<br />

orrendi. L’altra notte ha sognato che un ragno lo mangiava:<br />

si è svegliato urlando, ha detto che sentiva il rumore<br />

delle mandibole e tutto il resto. E se gli chiedo cosa c’è<br />

che non va...<br />

– Non te lo dice?<br />

– Certo che no! Secondo lui dovrei stare zitta e sopportare,<br />

e se provo a parlarne salta su a rimproverarmi che<br />

«alle donne si addice il silenzio».<br />

Non c’era una sola donna di mia conoscenza che non<br />

fosse cresciuta sentendosi ripetere quella frase.<br />

[...]<br />

Tutto il suo amore, tutta la sua tenerezza, vanno al padre.<br />

Achille è, per prima cosa, il figlio di Peleo, ed è così che è<br />

noto all’esercito acheo: Pelide è da sempre il più famoso<br />

dei suoi appellativi. Ma è soltanto la sua identità pubblica.<br />

Quando è solo, specie in quelle mattine solitarie in<br />

riva al mare, sa di essere, inevitabilmente, il figlio di sua<br />

madre. Teti se n’è andata poco prima che lui compisse<br />

sette anni, l’età in cui un bambino lascia le stanze delle<br />

donne ed entra nel mondo degli uomini. Forse è per<br />

questo che sente di non aver mai completato il passaggio,<br />

anche se molti dei guerrieri che hanno combattuto al<br />

suo fianco si stupirebbero alquanto nel sentirglielo dire.<br />

© Gabriele Maltinti/AdobeStock<br />

31


UN TRENO DI LIBRI<br />

Un assaggio di lettura<br />

Ma non lo dice, ovvio. È un difetto, una debolezza, e lui<br />

sa come tenerla ben nascosta al mondo. Solo di notte,<br />

mentre vaga tra il sonno e la veglia, Achille torna a immergersi<br />

nell’oscurità salmastra del ventre di sua madre,<br />

e il lungo errore di quella vita mortale è finalmente cancellato.<br />

[...]<br />

Esce sulla veranda e chiama a gran voce Alcimo, che arriva<br />

di corsa, pallidissimo, temendo di aver fatto qualcosa<br />

di grave, un tragico errore: aver lasciato, per esempio,<br />

un granello di polvere sullo scudo miracoloso. Achille<br />

versa da bere al povero ragazzo, lo fa sedere nel vestibolo<br />

(parlargli davanti a Briseide non sarebbe gentile) e<br />

cerca di spiegarsi. Alcimo è talmente sollevato di non<br />

essere nei guai che fissa il suo comandante con gli occhi<br />

fuori dalle orbite. È chiaro che non ha capito una parola.<br />

– Se dovessi morire... – ripete Achille.<br />

Questa parte del messaggio, almeno, sembra arrivare a<br />

destinazione, anche se lì per lì il ragazzo non dice nulla,<br />

si limita a scacciare le parole con le mani come se non<br />

avesse mai sentito niente di più orribile. «Via, se riesco<br />

Achille e Briseide<br />

Affresco da Pompei, Casa del Poeta tragico, Mann inv. 9105<br />

Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il<br />

Turismo - Museo Archeologico Nazionale di Napoli<br />

© Luigi Spina<br />

ad accettarlo io puoi riuscirci anche tu, no?» pensa Achille,<br />

che comincia a spazientirsi. – Se dovessi morire, – ripete.<br />

Alcimo è sgomento. – Non ho detto che morirò; non<br />

ho nessuna premonizione, niente del genere... – Infatti<br />

non è una premonizione: lo sa con certezza. – Voglio solo<br />

fare qualche progetto sensato per il futuro.<br />

Alcimo lo guarda a bocca aperta.<br />

– Briseide è incinta –. «Ah, questo l’ha capito», pensa<br />

Achille vedendolo cambiare espressione. – Se dovessi<br />

morire, voglio che tu la sposi e... – Solleva una mano. –<br />

Se. Ho detto se. Voglio che tu la accompagni da mio padre.<br />

Il bambino dovrà crescere in casa di mio padre. Hai<br />

capito? – È un onore che non merito, – balbetta mogio<br />

Alcimo.<br />

– Ma farai ciò che ti ho detto?<br />

– Sì.<br />

– Lo giuri?<br />

– Sì, certo, lo giuro –. Poi: – Lei lo sa?<br />

Achille scuote la testa. – No, non c’è bisogno di dirglielo<br />

adesso. È sufficiente che lo sappiamo tu e io.<br />

Augura la buonanotte ad Alcimo e torna nelle sue stanze.<br />

Briseide si è seduta sul letto e lo sta ancora aspettando.<br />

Per un istante è tentato di raggiungerla, ma il suo umore<br />

è cambiato: al calar delle ombre si è fatto piú cupo.<br />

Perciò va a sedersi accanto al fuoco, imbraccia di nuovo<br />

la lira e gli torna in mente la canzone che stava componendo<br />

insieme a Patroclo prima che morisse. Aveva<br />

avuto una parte così importante nelle loro ultime sere<br />

insieme, che ancora adesso non è sicuro di poterla suonare.<br />

In effetti gli bastano le prime note per sciogliersi in<br />

lacrime. Qualche istante dopo, però, ci riprova, e questa<br />

volta arriva alla fine. Solo che la fine non c’è. Ecco, ora<br />

ricorda: era lì il problema, giusto? Non era mai riuscito a<br />

finirla, quella benedetta canzone. E Patroclo non gli era<br />

stato d’aiuto. «Non capisco cos’abbia che non va: a me<br />

sembra perfetta così».<br />

<strong>La</strong> suona un’altra volta, consapevole dello sguardo di<br />

Briseide e anche – innegabilmente, intensamente consapevole<br />

– della presenza di Patroclo, seduto sulla sedia<br />

accanto al fuoco. Perché da qualche giorno, da quando<br />

Achille ha ripreso a suonare la lira, Patroclo si è intenerito<br />

e viene a trovarlo ogni sera. È davvero difficile trattenersi<br />

dal chiedergli se la canzone gli piace, ma del resto lo sa<br />

benissimo.<br />

L’ha sempre saputo. «Per gli dèi dell’Olimpo, non puoi<br />

suonare qualcosa di più allegro? Sembra un lamento funebre!»<br />

Achille sorride al ricordo e la suona daccapo, arriva per<br />

l’ennesima volta alla stessa, penosa sequenza di note. <strong>La</strong><br />

quiete dopo un temporale: gocce di pioggia che stillano<br />

da un ramo sporgente, che cadono (plic-ploc) nel torrente<br />

impetuoso... «Sì, sì, ma dopo?»<br />

E all’improvviso capisce: niente. Dopo non c’è niente,<br />

perché va bene così, la fine è quella. Lo è sempre stata,<br />

solo che lui non era pronto a capirlo. Per esserne sicuro<br />

(gli sembra troppo facile, troppo comodo) ricomincia<br />

dall’inizio, la suona un’altra volta. No, è giusto: la canzone<br />

deve finire così. Guarda Briseide. – Va bene, – le dice,<br />

toccando le corde che ancora vibrano. – È finita.<br />

32


Lo scaffale della <strong>Freccia</strong><br />

LA NUOVA STAGIONE<br />

Silvia Ballestra<br />

Bompiani, pp. 276 € 17<br />

Si narra che la Sibilla, adirata contro<br />

le fate che si attardavano a ballare<br />

il salterello con i pastori, avrebbe<br />

scagliato loro le pietre che divennero<br />

poi il paese di Arquata del Tronto:<br />

pietre destinate a rotolare di nuovo,<br />

drammaticamente, durante il<br />

terremoto. Le sorelle Nadia e Olga si<br />

sentono a casa proprio qui, in questa<br />

terra che si muove, e che scendendo<br />

dai monti Sibillini verso il mare si fa<br />

campagna.<br />

L’UOMO CHE SCRISSE LA BIBBIA<br />

Marco Videtta<br />

Neri Pozza, pp. 240 € 17<br />

<strong>La</strong> storia di William Tyndale il<br />

Traduttore, l’uomo che scrisse<br />

il libro più letto nella storia<br />

dell’Occidente: la Bibbia in<br />

inglese. Una storia popolata<br />

da sicari, vescovi oltranzisti,<br />

avidi mercanti, subdoli traditori,<br />

alchimisti e re, ambientata in<br />

una delle epoche più turbolente,<br />

complesse e avvincenti che<br />

l’Europa abbia conosciuto: la<br />

prima metà del ’500.<br />

LE CREATURE<br />

Massimiliano Virgilio<br />

Rizzoli, pp. 240 € 18<br />

<strong>La</strong> donna si fa chiamare<br />

Leonessa. È lei a mandare avanti<br />

una casa famiglia illegale nella<br />

periferia napoletana, dove vivono<br />

i figli dei clandestini che possono<br />

permetterselo. Sta contando<br />

delle banconote, mentre alle<br />

sue spalle un dobermann ringhia<br />

legato alla catena. Liu deve<br />

lavorare fuori città e non può<br />

tenere suo figlio con sé: paga, lo<br />

lascia e se ne va.<br />

ALTAN (AUTOBIOGRAFIA<br />

NON AUTORIZZATA)<br />

Altan e Roberto Moisio<br />

Skira, pp. 184 € 19,50<br />

Nato a Treviso, in piena Seconda<br />

guerra mondiale, Altan ama disegnare<br />

e raccontare storie illustrate fin da<br />

piccolissimo. In questa conversazione<br />

tira fuori dal cassetto progetti mai<br />

visti e lavori divenuti iconici, offrendo<br />

al lettore il suo modo di vedere il<br />

mondo. Il libro è un’occasione per<br />

scoprire il fumettista, papà della<br />

celebre cagnolina Pimpa, e il suo<br />

percorso di vita. G.B.<br />

UNA LETTERA PER SARA<br />

Maurizio De Giovanni<br />

Rizzoli, pp. 304 € 19<br />

Terzo capitolo della storia che<br />

ha riscritto il noir al femminile.<br />

Al centro della vicenda una<br />

donna misteriosa, “invisibile”, con<br />

un passato nei servizi segreti,<br />

capace di leggere le labbra<br />

e interpretare il linguaggio<br />

del corpo. Questa volta<br />

dovrà affrontare un’indagine<br />

particolarmente pericolosa, che<br />

scivola nella memoria collettiva e<br />

criminale di un intero Paese. G.B.<br />

TUTTI I RACCONTI<br />

Bernard Malamud<br />

Minimum Fax, pp. 1004 € 30<br />

<strong>La</strong> produzione di racconti ha<br />

accompagnato l’intera carriera<br />

di questo autentico faro della<br />

letteratura ebraico-americana.<br />

Nonostante il successo sia<br />

arrivato con romanzi come<br />

L’uomo di Kiev, la critica lo ha<br />

sempre definito un maestro<br />

della narrazione breve. In questo<br />

volume sono raccolti tutti i 55<br />

gioiellini che Malamud ha scritto<br />

tra il 1940 e il 1982. G.B.<br />

33


#IORESTOINITALIA<br />

VOCI D’<br />

Le lunghe settimane della quarantena hanno fermato<br />

il tempo, stravolto abitudini e limitato libertà che prima<br />

apparivano scontate, arrestando processi sociali<br />

ed economici. Le città sono state fortemente colpite. Piazze<br />

deserte, saracinesche abbassate, vie centrali inanimate, fab-<br />

briche chiuse. Mentre la natura si è ripresa pezzi urbani e mari<br />

turistici.<br />

Sindaci e presidenti di Regione si sono trovati in prima linea per<br />

far fronte all’emergenza sanitaria, alle perdite umane e, con il<br />

passar dei giorni, al blocco economico.<br />

34


ITALIA<br />

Da nord a sud, hanno descritto l’estenuante lavoro per gestire<br />

comunità e territori al tempo del coronavirus, illustrando provvedimenti<br />

e impegni per far ripartire il futuro.<br />

Introdotti da Antonio Decaro, alla guida dell’Associazione Nazionale<br />

dei Comuni Italiani e sindaco di Bari, e da Stefano Bonaccini,<br />

a capo della Conferenza delle Regioni e delle Province<br />

autonome e presidente dell’Emilia-Romagna, hanno tutti ribadito<br />

la necessità di una collaborazione tra i vari livelli istituzionali.<br />

Con una certezza condivisa: è necessario ripensare il modello<br />

di società al quale eravamo abituati. E ripartire dall’Italia.<br />

35


#IORESTOINITALIA<br />

STEFANO<br />

BONACCINI<br />

[PRESIDENTE REGIONE<br />

EMILIA-ROMAGNA<br />

E CONFERENZA REGIONI<br />

E PROVINCE AUTONOME]<br />

di Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019<br />

«Saremo in grado di convivere con il virus, come siamo<br />

stati capaci di rispettare le misure attuate in quarantena».<br />

Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della<br />

Conferenza delle Regioni e delle Province autonome,<br />

punta alla concretezza e alla consapevolezza, quali cardini<br />

della ripresa, insieme al rilancio economico e al sostegno<br />

a famiglie e lavoratori. «A questo proposito, abbiamo già<br />

stanziato 350 milioni», precisa.<br />

Presidente, quali iniziative e strategie metterete in campo<br />

per consentire la ripartenza e il ritorno a una vita sociale?<br />

<strong>La</strong> priorità resta la salute dei cittadini. Non possiamo vanificare<br />

i risultati ottenuti grazie soprattutto alle misure<br />

di distanziamento sociale e all’impegno di tutti i cittadini.<br />

L’allerta resta alta ma, nel frattempo, siamo al lavoro per<br />

Stefano Bonaccini<br />

la ripartenza: in attesa di un vaccino o di una cura, saremo<br />

costretti a convivere con il virus, ma lo faremo, ne sono<br />

convinto. Ognuno di noi si è abituato a misure di prevenzione<br />

e igiene che ci aiuteranno anche quando saremo tornati<br />

gradualmente alla nostra quotidianità, che vivremo comunque<br />

in maniera diversa. Più attenta, appunto. Quanto<br />

alla ripartenza economica, il Governo è chiamato a mettere<br />

a punto linee guida nazionali. In Emilia-Romagna abbiamo<br />

già definito insieme a tutte le parti sociali modalità condivise<br />

per riaprire garantendo la sicurezza a lavoratori e lavoratrici<br />

in alcune filiere produttive, soprattutto quelle che<br />

guardano all’export.<br />

Quali passi per sostenere un’economia drammaticamente<br />

piegata dall’emergenza?<br />

Abbiamo già deciso misure per oltre 350 milioni di euro per<br />

il sostegno a famiglie, lavoratori, imprese, studenti e nuovi<br />

36


«Stiamo lavorando a un piano regionale di rilancio che preveda modalità di<br />

riapertura sicure, oltre a misure nazionali come fondi a sostegno del turismo,<br />

accesso al credito, bonus vacanze»<br />

© Branislav Petkovic/AdobeStock<br />

Modena<br />

investimenti. Oltre a prorogare bandi e scadenze e anticipare<br />

tutti i pagamenti possibili e i trasferimenti ai Comuni,<br />

soprattutto per nidi d’infanzia e welfare. In un momento<br />

così difficile, la leva pubblica è cruciale, è lo strumento più<br />

importante per una politica anticiclica che sia davvero efficace.<br />

Per questo stiamo definendo un piano di investimenti<br />

e opere pubbliche da diversi miliardi di euro, già finanziati.<br />

Inoltre, serve un robusto innesto di liquidità per aiutare le<br />

imprese a farsi trovare pronte alla ripresa: a questo scopo<br />

abbiamo stretto accordi con l’Associazione bancaria italiana<br />

e Confidi, il fondo regionale per il credito alle imprese.<br />

Ma è chiaro che, più in generale, serve uno shock economico<br />

al Paese che può venire solo da ingenti risorse nazionali<br />

e, soprattutto, europee, senza condizioni e da restituire a<br />

lunghissima scadenza. Su questo Mario Draghi ha perfettamente<br />

ragione e l’Europa ha forse l’ultima occasione per<br />

dimostrare di esistere, al di là dei vincoli di bilancio.<br />

Il turismo è un cardine del prodotto dell’Emilia-Romagna,<br />

come verrà sostenuto e soprattutto rilanciato?<br />

È un settore strategico, che in cinque anni nella nostra regione<br />

ha visto crescere il proprio Pil dall’8 a oltre il 13% e rischia<br />

di pagare un prezzo molto alto a questa emergenza. Il<br />

confronto con gli operatori è costante, per soluzioni condivise.<br />

Stiamo lavorando a un piano regionale di rilancio che<br />

preveda modalità di riapertura sicure già per la stagione in<br />

arrivo, oltre a misure nazionali decise d’intesa con il Governo,<br />

come fondi a sostegno del comparto, accesso al credito,<br />

bonus vacanze, ovvero un voucher da spendere solo<br />

in Italia. Ci adopereremo perché i turisti scelgano la nostra<br />

terra e le nostre bellezze, grazie a soluzioni innovative.<br />

L’emergenza ha mutato il suo rapporto con i cittadini?<br />

<strong>La</strong> responsabilità è enorme. Come ho già detto, non pos-<br />

37


#IORESTOINITALIA<br />

Stefano Bonaccini visita l'ospedale da campo a Piacenza<br />

siamo nemmeno permetterci di piangere, dovendo gestire<br />

una situazione senza precedenti e, nello stesso tempo,<br />

indicare soluzioni che diano una prospettiva per il dopo,<br />

per il futuro. <strong>La</strong> crisi credo abbia dimostrato quanto sia importante<br />

conoscere a fondo il territorio che si amministra,<br />

per applicare tempestivamente provvedimenti difficili, ma<br />

decisivi per rallentare il contagio. Mi riferisco all’istituzione<br />

della zona rossa a Medicina, nel Bolognese, o alle misure<br />

più restrittive sul distanziamento sociale e le attività economiche,<br />

prese nelle province di Piacenza e Rimini.<br />

Cosa resterà di questa esperienza?<br />

Non è finita, abbiamo ancora tanto lavoro da fare. Sono<br />

però convinto che la nostra vita conoscerà un prima e un<br />

Medicina (BO)<br />

© Giorgio Benvenuti/ANSA<br />

dopo la pandemia. Abbiamo capito l’importanza di un servizio<br />

sanitario pubblico, universalistico, che cura chiunque,<br />

senza chiedere quanti soldi hai in tasca o da dove vieni. Almeno<br />

questo è quanto successo qui, in Emilia-Romagna,<br />

con la prova straordinaria data dalla nostra sanità regionale<br />

e da chi ci lavora. Ricordiamocelo quando sarà finita e dovremo<br />

ripartire da una cosa su tutte: investire nel sistema<br />

sanitario nazionale.<br />

Se dovesse interpretare con un’immagine, o un singolo<br />

momento, quanto accaduto, quale sarebbe?<br />

<strong>La</strong> decisione di chiudere il comune di Medicina è stata fra<br />

le più difficili da quando sono presidente della Regione.<br />

L’abbiamo presa di fronte ai dati medico-scientifici che indicavano<br />

un contagio molto preoccupante, per salvaguardare<br />

l’area metropolitana di Bologna dove abita quasi un<br />

terzo dei cittadini dell’Emilia-Romagna. Abbiamo chiuso i<br />

punti d’accesso la notte, senza alcun preavviso, per evitare<br />

che le persone potessero andarsene. Non avrei mai immaginato<br />

di trovarmi un giorno in questa situazione, ma la storia<br />

credo ci dirà che abbiamo fatto bene. Anche grazie alla<br />

collaborazione commovente dei cittadini di Medicina e del<br />

loro giovane sindaco Matteo Montanari.<br />

Non appena tornerà un po’ di serenità e i suoi impegni lo<br />

consentiranno, dove andrà a farsi una bella passeggiata?<br />

Intanto riabbraccerò i miei genitori senza dover avere timori.<br />

E con la mia famiglia andremo a mangiare una pizza, tutti<br />

insieme. Poi vorrei tornare a vedere il mio adorato volley<br />

dal vivo, al PalaPanini di Modena, a tifare i gialloblù insieme<br />

alle mie figlie.<br />

regione.emilia-romagna.it | stefanobonaccini.it<br />

stebonaccini<br />

sbonaccini<br />

38


#IORESTOINITALIA<br />

ATTILIO<br />

FONTANA<br />

[PRESIDENTE REGIONE<br />

LOMBARDIA]<br />

È oramai sera inoltrata quando raggiungo telefonicamente<br />

Attilio Fontana. Il presidente della Regione Lombardia sta<br />

rientrando nella sua Varese, dopo un’intensa giornata dedicata<br />

all’emergenza che stiamo vivendo e che ha colpito<br />

questa zona in modo tragico.<br />

Presidente, come affronteremo il domani?<br />

<strong>La</strong> ripresa sarà particolarmente complessa, dovremo cambiare<br />

completamente alcune nostre abitudini di vita, almeno<br />

fino a quando non sarà disponibile un vaccino che ci tuteli<br />

dal virus. Dovremo coordinare la sicurezza sanitaria con<br />

la ripresa delle attività. Può sembrare semplice, ma è molto<br />

complesso, ci vorrà tempo e impegno.<br />

Avete ragionato sulle strategie per la ripresa economica?<br />

Stiamo studiando diversi scenari, ascoltando e preparando<br />

proposte, secondo il metodo di questa amministrazione.<br />

Ovvero il confronto con tutte le parti sociali, rappresen-<br />

Attilio Fontana<br />

tanze produttive, associazioni di categoria, sindacati e università<br />

della nostra regione, per trovare risposte condivise.<br />

Vogliamo raccogliere il parere di tutti in merito ai nostri<br />

progetti. Operativamente, convochiamo il tavolo territoriale<br />

per lo sviluppo e i tavoli tematici, che si riuniscono per<br />

consegnare proposte concrete. <strong>La</strong> Lombardia metterà<br />

idee, creatività, capacità di impresa e le condividerà con il<br />

territorio. Anche se rimarrà una proposta, perché le scelte<br />

spettano poi al Governo e a livello regionale possiamo intervenire<br />

solo per stringere tali decisioni.<br />

<strong>La</strong> ripartenza avverrà in maniera omogenea in tutto il Paese?<br />

Ritengo che non si possa fare diversamente per molte ragioni,<br />

non ultima il fatto che esiste una tale interconnessione<br />

fra le attività che una ripartenza disomogenea, a pezzetti,<br />

creerebbe più confusione che benefici.<br />

Il turismo è una voce importante in Lombardia, come lo<br />

sosterrete?<br />

È una voce tanto importante quanto delicata da far ripar-<br />

40


«Resterà molto da ricostruire, ma la forza morale dimostrata in questo<br />

periodo consentirà alla Lombardia di ricominciare a volare»<br />

Una delle cappelle della Via Sacra del Sacro Monte di Varese<br />

tire. Innanzitutto si tratterà di convincere la gente a fare un<br />

viaggio, una vacanza, una visita a una città d’arte, come faceva<br />

prima, anche se con modalità nuove, che dovranno<br />

diventare valori acquisiti per ogni singolo cittadino. Avvieremo<br />

iniziative per la promozione del turismo, per rilanciarlo<br />

insieme al settore dei ristoranti e dei bar, che stanno<br />

soffrendo in maniera drammatica.<br />

Cosa resterà a livello sociale di questa esperienza?<br />

<strong>La</strong> dimostrazione di una grande coesione, della riscoperta<br />

di essere una comunità incredibilmente importante e forte.<br />

Resterà molto da ricostruire, ma la forza morale dimostrata<br />

in questo periodo sarà quella che consentirà alla Lombardia<br />

di ricominciare a volare. <strong>La</strong> capacità di reagire alla<br />

dimensione di ciò che è accaduto è la dimostrazione della<br />

forza che i lombardi generano nei momenti di difficoltà.<br />

Che rapporto ha con i cittadini?<br />

Di condivisione e collaborazione, nonostante qualcuno<br />

cerchi di gettare ombre per incrinare questo buon rapporto.<br />

Dimostreremo la verità affinché chi ha dubbi sul nostro<br />

operato si convinca che sono infondati. Ho apprezzato molto<br />

anche il rispetto, direi rigoroso, verso le regole e le limitazioni<br />

alla libertà, che ha confermato altrettanto rispetto<br />

per le istituzioni e per i valori alla base della società civile.<br />

Quale immagine le resterà a ricordo di tutto questo?<br />

Il pianto di un medico ospedaliero, di grande esperienza,<br />

che temeva di dover giungere a decidere quali pazienti<br />

salvare e a quali rinunciare. Le iniziative poste in essere<br />

ci hanno consentito di non arrivare mai a quel punto. Quel<br />

momento mi ha segnato in maniera molto profonda.<br />

Quando sarà possibile, dove andrà a farsi una bella passeggiata?<br />

Da Campo dei Fiori al Forte di Orino, al Sacro Monte di Varese,<br />

fermandomi in tutte le cappelle. Non so se la completerò<br />

il primo giorno, perché i muscoli sono intorpiditi, ma in<br />

due tappe senz’altro.<br />

A.R.<br />

regione.lombardia.it<br />

fontanaufficiale FontanaPres<br />

41


#IORESTOINITALIA<br />

GIOVANNI<br />

TOTI<br />

[PRESIDENTE REGIONE LIGURIA]<br />

«Con la chiusura totale del Paese abbiamo potuto salvare<br />

molte persone, ora dobbiamo pensare a come ricostruire<br />

la vita al tempo del coronavirus. Tutti ci auguriamo si<br />

scoprano presto vaccino e cure antivirali efficaci capaci di<br />

aiutare i nostri medici e infermieri. Ma, senza dubbio, non<br />

possiamo pensare di salvare la popolazione dalla morte<br />

per virus e condannarla alla morte per fame».<br />

<strong>La</strong> posizione del presidente della Regione Liguria, Giovanni<br />

Toti, è lucida e pragmatica anche se la voce è stanca e<br />

carica di un senso di responsabilità continuamente bersaglio<br />

del dolore. «Il mondo intorno a noi sta mano a mano<br />

riaprendo, con tutte le cautele del caso: Austria, Germania,<br />

Francia, Svizzera, il nord Europa. Non dobbiamo compiere<br />

atti imprudenti, né azioni sconsiderate, bensì guidare il<br />

passaggio verso un’Italia che torna a vivere e convivere con<br />

il virus».<br />

Quali sono i passi da compiere per ricominciare?<br />

In Liguria abbiamo tenuto aperti i grandi cantieri, dal<br />

ponte Morandi alle opere di difesa marittima, applican-<br />

© maudanros/AdobeStock<br />

Giovanni Toti<br />

do protocolli di sicurezza che hanno funzionato, così<br />

come i porti che hanno garantito la rete logistica e, anche<br />

su questo, abbiamo accumulato esperienza. Ora si<br />

tratta di seguire i consigli dei medici e applicarli alla realtà<br />

per tornare gradualmente alla normalità, forse non<br />

quella di prima, ma sicuramente diversa dal lockdown<br />

totale. Molte persone sono affette da patologie per le<br />

quali serve il movimento, penso ai diabetici, ai cardiopatici,<br />

ai bambini affetti da autismo, per i quali uscire di<br />

casa è una terapia.<br />

Quali strategie servono per riavviare il turismo, perno<br />

economico dell’Italia?<br />

Il turismo internazionale ripartirà con più lentezza, dobbiamo<br />

quindi puntare su quello interno che, in diverse<br />

zone del Paese, come in Liguria, è l’ossatura del business.<br />

Si tratterà di adattarsi alle regole, con più spazio,<br />

più tavoli all’aria aperta, senza bloccare le attività. Nel<br />

momento di massima emergenza sono state compiute<br />

42


«Ricordiamoci che dopo la peste nera c’è stato il Rinascimento,<br />

il momento forse più alto della storia dell’uomo»<br />

Porto Venere (SP)<br />

delle ingiustizie: perché consentire la coda all’ingresso<br />

di un supermercato e non di un negozio che vende pizza<br />

al taglio? Esistono mestieri che si svolgono in solitudine<br />

come il falegname, il giardiniere, il florovivaista, il pescatore<br />

o il piccolo imprenditore edile: vanno riavviati.<br />

Come è stato in questo periodo il suo rapporto con i<br />

cittadini?<br />

Di continuo contatto, le persone hanno bisogno di dosi<br />

massicce di informazioni: non bisogna nascondere nulla,<br />

anche quando vi sono incertezze, meglio ammetterle,<br />

come si fa in una buona famiglia. Il tema dell’informazione<br />

e del saper affrontare le difficoltà, condividendo<br />

le scelte sulla base delle informazioni conosciute, è<br />

stato fondamentale.<br />

Cosa resterà di questa esperienza a livello sociale?<br />

Tanto dolore in molte famiglie. Ricordiamoci che l’umanità<br />

ha superato nel 1300 la peste nera e il successivo<br />

periodo ha generato il Rinascimento, il momento forse<br />

più alto della storia dell’uomo dal punto di vista artistico<br />

e scientifico. Mi auguro sapremo farne tesoro, anche se<br />

vedo una certa timidezza della politica, priva del potere<br />

di sintesi che le è proprio. Spero che dal punto di vista<br />

dell’organizzazione sociale, della semplificazione burocratica,<br />

dello sviluppo digitale, tutto questo ci dia una<br />

spinta a fare di più e meglio.<br />

Qual è l’immagine che le resterà vivida in mente?<br />

<strong>La</strong> bardatura di quei medici e infermieri impegnati a<br />

combattere il virus, fatta di mascherine e copri occhi.<br />

Ne abbiamo fatto una campagna, per dire loro grazie.<br />

Superata l’emergenza e ritrovata un poco di serenità,<br />

dove andrà a fare la prima passeggiata?<br />

Sul mare della nostra Liguria, magari a Porto Venere,<br />

una tra le più belle camminate.<br />

A.R.<br />

regione.liguria.it<br />

giovatoti giovatoti GiovanniToti<br />

43


#IORESTOINITALIA<br />

NELLO<br />

MUSUMECI<br />

[PRESIDENTE REGIONE SICILIANA]<br />

di Elisabetta Reale<br />

Nello Musumeci<br />

«Dobbiamo ripartire lentamente, in sicurezza, ma presto».<br />

Guarda al futuro il presidente della Regione Siciliana, Nello<br />

Musumeci, e prova a segnare i primi passi verso una possibile<br />

normalità. Per fare fronte all’emergenza sanitaria da<br />

Covid-19 ha dovuto adottare provvedimenti drastici, ammette,<br />

«seguendo la linea della fermezza e del rigore».<br />

Ma alla fine, aggiunge, «i numeri mi hanno dato ragione.<br />

I siciliani sono un popolo tollerante e aduso al sacrificio».<br />

Di questa esperienza «resta l’insegnamento di organizzare<br />

ogni cosa per essere sempre puntuali e pronti all’evenienza,<br />

anche la meno immaginabile», precisa il governatore.<br />

Qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più impresso<br />

in questo periodo particolare?<br />

Tutto quello che è accaduto in queste settimane è stato<br />

diverso e inedito. In particolare, mi è rimasta nella mente<br />

l’immagine dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva,<br />

durante i miei sopralluoghi in alcuni ospedali dell’Isola,<br />

e la visione triste e malinconica delle città deserte.<br />

Sembrava di essere in un set cinematografico.<br />

Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come<br />

cambierà, magari in meglio, il futuro della Regione?<br />

Palazzo d’Orléans, sede della presidenza della Regione Siciliana, Palermo<br />

44


«Per il <strong>2020</strong> dovremo accontentarci di un turismo autoctono,<br />

con incentivi che puntano a valorizzare anche le località finora<br />

estranee agli itinerari ufficiali»<br />

© giuseppe090/AdobeStock<br />

Teatro Massimo<br />

Nulla sarà più come prima. Questa epidemia, la più insidiosa<br />

e drammatica degli ultimi cento anni, ci ha posto di fronte<br />

alla fragilità della modernità e del progresso e ci ha fatto<br />

capire che non tutto è sempre e comunque dovuto. Spetta<br />

al mio governo, insieme al Governo nazionale, avviare un<br />

Piano di ricostruzione economica e sociale che faccia ripartire<br />

l’Isola e ridoni speranza ai rassegnati.<br />

Com’è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane<br />

Ho dovuto adottare provvedimenti drastici, seguendo la linea<br />

della fermezza e del rigore. <strong>La</strong> gente si è divisa in due<br />

partiti: quello che ha condiviso la mia condotta e quello, assai<br />

minoritario, che la riteneva superflua. Alla fine i numeri<br />

mi hanno dato ragione.<br />

Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e<br />

come governatore?<br />

È stata veramente complessa. Non avevo messo in conto<br />

di dover gestire una fase così drammatica. Resta l’insegnamento<br />

di organizzare ogni cosa per essere sempre pronti e<br />

puntuali all’evenienza, anche la meno immaginabile. Serve<br />

un Piano di previsione e prevenzione capace di neutralizzare<br />

anche quello che solitamente non rientra nei normali<br />

programmi di governo. I sondaggi dicono che la stragrande<br />

maggioranza dei siciliani ha creduto nella nostra azione e<br />

questo mi ripaga di notti insonni e di giornate vissute nella<br />

tensione sotto il peso di una grande responsabilità.<br />

Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />

la ripartenza nei vari settori della Regione?<br />

Abbiamo già varato una Legge di Stabilità emergenziale<br />

che prevede circa un miliardo di euro e stiamo lavorando<br />

a un Piano per la ricostruzione economica e sociale e per<br />

l’efficientamento burocratico, che presenteremo al Parlamento<br />

a metà maggio. Dobbiamo ripartire lentamente, in<br />

sicurezza, ma presto. I siciliani sono un popolo tollerante e<br />

aduso al sacrificio.<br />

Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />

il turismo nei mesi a venire?<br />

Nonostante le previsioni rosee dei primi dell’anno, per il<br />

<strong>2020</strong> dovremo accontentarci di un turismo autoctono, che<br />

può comunque consentire alle imprese di tornare a respirare.<br />

Abbiamo acquistato alcuni pacchetti, che consegneremo<br />

ai tour operator, con incentivi che puntano a valorizzare<br />

anche le località turistiche finora estranee agli itinerari<br />

ufficiali.<br />

Dove vorrebbe andare e cosa non vede l’ora di fare non<br />

appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />

Mi pare giusto riprendere il mio ruolo a Bruxelles, all’interno<br />

del Comitato delle Regioni, e far valere le legittime richieste<br />

delle comunità meridionali. Mi mancano le rare, ma<br />

intense, uscite serali con i miei collaboratori, davanti a una<br />

pizza o a un piatto di pesce. Lo faremo presto, in rigorosa<br />

sicurezza, ovviamente.<br />

regione.sicilia.it | nellomusumeci.it<br />

regionesiciliana Regione_Sicilia<br />

nellomusumeci.page Musumeci_Staff<br />

45


#IORESTOINITALIA<br />

ANTONIO<br />

DECARO<br />

[SINDACO DI BARI<br />

E PRESIDENTE ANCI]<br />

di Alessandra Passeri<br />

Mentre i delfini tornano a guizzare nelle acque del porto<br />

e le vie del centro sono deserte, Antonio Decaro,<br />

sindaco di Bari e presidente dell’Anci - Associazione<br />

Nazionale Comuni Italiani, lancia un augurio dalla sua<br />

città, bella e silenziosa: «Tutti daremo valore al primo<br />

abbraccio che potremo dare o alla stretta di mano che<br />

ci scambieremo. Perché quel giorno arrivi presto, noi<br />

sindaci abbiamo chiesto che le decisioni sulla ripartenza<br />

abbiano una regia nazionale e siano omogenee su<br />

tutto il territorio».<br />

Qual è l’immagine o l’episodio che più le è rimasto impresso<br />

in questo periodo particolare?<br />

Subito dopo il provvedimento del Governo con le disposizioni<br />

per il contenimento del contagio, mi ha sconvolto<br />

attraversare le strade cittadine deserte. Vedere la<br />

città completamente spenta, dopo tutti i sacrifici che<br />

abbiamo fatto per animarla con le attività commerciali,<br />

le attrazioni turistiche, le iniziative, la riqualificazione di<br />

tante aree pubbliche, è stato per me un colpo al cuore.<br />

Antonio Decaro<br />

Ho percepito forte, in quei primi giorni, una sensazione<br />

di impotenza e desolazione che non dimenticherò mai<br />

nella vita. Tutte le persone della mia generazione, nate<br />

dopo le due guerre mondiali, hanno dovuto fare i conti<br />

per la prima volta con una forte limitazione della libertà.<br />

Uno scenario che mi auguro di non vedere più.<br />

Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E<br />

come cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />

Questa situazione ci ha insegnato a dare valore alla nostra<br />

quotidianità, fatta di tante cose, piccole e grandi. Ci<br />

sta facendo misurare il valore di quella libertà che oggi,<br />

di fatto, ci è negata. Così come, spero, ci insegnerà che<br />

nessuno è invincibile, indipendentemente dalla ricchezza,<br />

dalla classe sociale o dal luogo in cui si vive. Credo<br />

profondamente che questa crisi sanitaria mondiale<br />

produrrà un ripensamento collettivo sull’esistenza e la<br />

46


«Credo profondamente che questa crisi sanitaria mondiale<br />

produrrà un ripensamento collettivo sull’esistenza e la<br />

natura dell’individuo»<br />

Il lungomare di Bari<br />

natura dell’individuo. A ognuno di noi è stato chiesto di<br />

essere responsabile della propria salute e di quella degli<br />

altri attraverso un sacrificio personale, a cui la stragrande<br />

maggioranza delle persone non era abituata.<br />

Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste<br />

settimane?<br />

Io con la mia comunità ho sempre cercato di dialogare<br />

in maniera sincera, senza nascondere niente, né la<br />

mia preoccupazione per il pericolo che correvamo né<br />

lo sconforto che ho provato quando mi sono commosso<br />

attraversando via Argiro, nel centro di Bari. E neppure la<br />

leggerezza del tempo libero trascorso a casa o la rabbia<br />

di fronte all’inosservanza delle regole che mette a rischio<br />

la salute di tante persone. I cittadini mi conoscono,<br />

sanno che ho sempre cercato di condividere con loro le<br />

decisioni che riguardano la nostra città.<br />

Cosa le ha insegnato, come uomo e primo cittadino,<br />

l’esperienza che stiamo vivendo?<br />

Io sto imparando le stesse cose di tutti. Credo che daremo<br />

valore al primo abbraccio che potremo dare o alla<br />

stretta di mano che ci scambieremo.<br />

Come presidente dell’Anci, cosa ritiene più urgente<br />

fare e chiedere per tutti i Comuni italiani? Come inciderà<br />

la crisi economica indotta dall’epidemia sui servizi<br />

comunali erogati ai cittadini? E cosa occorrerà fare<br />

per preservarli?<br />

In queste settimane ho spiegato al Governo che i Comuni<br />

funzionano come le aziende e, al pari di queste, oggi<br />

non ricevono entrate perché sono stati sospesi i prelievi<br />

fiscali da cittadini e imprese. Questo, però, significa che<br />

ora non hanno la possibilità di far fronte alle cosiddette<br />

uscite e, quindi, non riescono a erogare servizi come la<br />

47


#IORESTOINITALIA<br />

raccolta dei rifiuti e il trasporto pubblico urbano. Per il<br />

momento abbiamo ricevuto dal Governo i primi tre miliardi<br />

e l’impegno a monitorare lo stato dei bilanci comunali<br />

nei prossimi mesi, per valutare eventuali ulteriori<br />

esigenze.<br />

Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />

la ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />

<strong>La</strong> ripresa deve essere gestita con la stessa attenzione<br />

con cui è stata affrontata l’emergenza sanitaria. Sappiamo<br />

che le pressioni per la riapertura di tanti settori<br />

sono forti, e tutte legittime, ma dobbiamo ricordare<br />

che il virus non scomparirà una volta finita l’emergenza<br />

e quindi, in assenza di un vaccino, la ricaduta è dietro<br />

l’angolo. Noi sindaci abbiamo chiesto, anche per questo,<br />

che tutte le decisioni sulla ripartenza abbiano una regia<br />

nazionale e siano omogenee su tutto il territorio. Non<br />

si tratterà soltanto di decidere cosa riaprire, ma anche<br />

come farlo.<br />

Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />

il turismo nei mesi a venire?<br />

È uno di quei settori su cui la città di Bari, insieme alla<br />

Regione Puglia, ha investito maggiormente negli ultimi<br />

anni. È uno dei comparti strategici per lo sviluppo del<br />

nostro territorio e la posta in ballo è molto alta. Penso<br />

per esempio a tutte le piccole e medie imprese che hanno<br />

investito proprio nel turismo i risparmi di una vita. Anche<br />

su questo fronte attendiamo delle regole condivise<br />

su tutto il territorio nazionale, che disciplinino i comportamenti<br />

individuali e le disposizioni collettive.<br />

Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare<br />

non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />

Mi piacerebbe svegliarmi una mattina e andare a correre<br />

sul lungomare del mio quartiere, fino a raggiungere<br />

l'insenatura di spiaggia tra gli scogli che frequentavo da<br />

bambino. E fare il bagno, senza nemmeno togliere la<br />

maglietta e i pantaloncini.<br />

comune.bari.it<br />

antdecaro antonio_decaro<br />

Via Sparano, centro città<br />

48


#IORESTOINITALIA<br />

CHIARA<br />

APPENDINO<br />

[SINDACA DI TORINO]<br />

di Cecilia Morrico morricocecili MorriCecili<br />

Chiara Appendino<br />

© Aldo Giarelli<br />

«Ho apprezzato ancora di più il valore della comunità.<br />

Di quanto sia fondamentale creare un clima di collaborazione,<br />

di rete, di unità. Perché solo così si superano le<br />

difficoltà e si cresce insieme». Con queste parole Chiara<br />

Appendino riassume ciò che porterà con sé dalla difficile<br />

esperienza che sta vivendo la sua Torino. Sindaca<br />

della città da quattro anni, non dimentica gli episodi più<br />

duri, ma guarda al futuro per ripartire, in sicurezza, con<br />

un piano di promozione che valorizzi il territorio e gli<br />

eventi del capoluogo piemontese.<br />

Qual è l’immagine che le è rimasta più impressa in<br />

questo periodo particolare?<br />

Sicuramente i camion dell’esercito carichi di bare, una<br />

scena che non dimenticherò mai, come milioni di italiani,<br />

perché ha segnato profondamente questa pandemia.<br />

Ma, allo stesso tempo, nella tragedia si sono viste<br />

tantissime azioni di solidarietà. Piccole cose che danno<br />

speranza, come un cestino messo in un condominio<br />

dove lasciare generi alimentari.<br />

Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E<br />

come cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />

Sicuramente abbiamo scoperto nuove abitudini, alcune<br />

Parco del Valentino<br />

© Marco Saracco/AdobeStock<br />

50


«Vorrei tornare a godermi la mia città:<br />

i nostri portici, le nostre piazze, i nostri negozi»<br />

© Diego Cottino/AdobeStock<br />

Piazza Castello<br />

probabilmente ce le porteremo dietro e miglioreranno<br />

le nostre vite. Penso, banalmente, allo smart working.<br />

Una modalità di lavoro che porta a spostarsi meno con<br />

le automobili, a beneficio dell’ambiente. Ma gli esempi<br />

possono essere tanti. E soprattutto abbiamo capito,<br />

ancora una volta, quanto è straordinario e prezioso il<br />

lavoro della nostra Sanità e di tutte le figure che garantiscono<br />

servizi essenziali.<br />

Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste<br />

settimane?<br />

I torinesi sono stati estremamente disciplinati. <strong>La</strong> realtà<br />

è molto lontana da una narrazione che vuole gli italiani<br />

restii alle regole. E per questo devo ringraziarli: il 95%<br />

delle persone controllate durante le ultime settimane<br />

era in regola, un ottimo risultato di cui andare orgogliosi.<br />

Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />

la ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />

Sicuramente sarà necessario prendere ogni provvedimento<br />

per ripartire in sicurezza. Ma anche creare le<br />

condizioni affinché, quando sarà possibile, tutti gli strumenti<br />

siano accordati al meglio per permettere al nostro<br />

territorio di esprimere il suo potenziale.<br />

Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />

il turismo nei mesi a venire?<br />

Un grande piano di promozione. E dovremo valorizzare<br />

il più possibile la straordinaria opportunità delle ATP<br />

Finals, il torneo professionistico di tennis previsto a Torino<br />

nel 2021.<br />

Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di<br />

fare non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />

Vorrei tornare a godermi la mia città, come tutti i cittadini.<br />

I nostri portici, le nostre piazze, i nostri negozi. E poi<br />

non mancherà un pic-nic con la mia famiglia in uno dei<br />

nostri tantissimi parchi.<br />

chiarappendinosindaca<br />

c_appendino<br />

chiara_appendino<br />

51


#IORESTOINITALIA<br />

GIUSEPPE<br />

SALA<br />

[SINDACO DI MILANO]<br />

di Michela Gentili<br />

michelagentili<br />

Giuseppe Sala<br />

© Comune di Milano<br />

<strong>La</strong> città del fare si è fermata. Bloccata in un’istantanea che<br />

l'ha sorpresa nuda. Ma proprio in quell’impotenza, estranea<br />

al suo Dna, ha individuato le cellule da cui generare una<br />

nuova identità.<br />

«Questa esperienza ci sta insegnando a non dare per scontate<br />

tante piccole cose: abbiamo riscoperto il ruolo strategico<br />

della scuola, dei negozi di vicinato, il sostegno della<br />

famiglia e degli amici, la necessità del contatto con la natura»,<br />

spiega Beppe Sala, sindaco della città meneghina.<br />

Che nelle strade senza voce ha faticato a riconoscere il volto<br />

di Milano.<br />

Quale immagine le è rimasta più impressa?<br />

Piazza del Duomo e la Galleria deserte: non siamo proprio<br />

abituati a vederle così, senza gente, senza turisti intenti a<br />

fotografarsi. Milano in questo momento è in stand by, vive<br />

in un’atmosfera sospesa, in attesa di riprendere con operosità<br />

ed entusiasmo gli impegni che normalmente animano<br />

e affollano le sue giornate. Oggi la nostra città si racconta<br />

attraverso le foto di medici, infermieri e operatori in prima<br />

linea nella lotta al Covid-19, attraverso i volti dei volontari<br />

che si sono attivati per consegnare spesa e farmaci ai cittadini<br />

più fragili, attraverso le code composte di persone<br />

Galleria Vittorio Emanuele II<br />

© Blue Planet Studio/AdobeStock<br />

52


© Kavalenkava/AdobeStock<br />

«Milano avrà ricominciato davvero a vivere quando nelle nostre<br />

strade si tornerà a sentir parlare tutte le lingue del mondo»<br />

Il Duomo<br />

con la mascherina che aspettano il proprio turno davanti ai<br />

supermercati. Sono immagini toccanti, perché raccontano<br />

il senso di responsabilità con cui tutti stiamo affrontando<br />

questa situazione di emergenza sanitaria.<br />

Come cambierà il futuro della città?<br />

<strong>La</strong> Milano post pandemia sarà più consapevole, solidale,<br />

attenta all’ambiente. Tuttavia, il lockdown ha portato allo<br />

scoperto anche alcune criticità del sistema sanitario, produttivo,<br />

sociale e tecnologico dell’intero Paese, non solo<br />

del capoluogo lombardo. <strong>La</strong> nostra città dovrà quindi studiare<br />

e attuare politiche di sempre maggiore inclusione,<br />

perché la crisi generata dal coronavirus sta mettendo in<br />

ginocchio tante famiglie. E questo è un problema che va<br />

affrontato subito.<br />

Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?<br />

Dalle istituzioni ci si aspetta di avere chiarezza e risposte,<br />

ma non sempre nell’ultimo periodo è stato così. I milanesi<br />

hanno dimostrato grande senso civico e responsabilità, rispettando<br />

le restrizioni e attenendosi alle norme imposte a<br />

livello nazionale e regionale. Ciò nonostante, per una città<br />

dinamica come la nostra, questo clima di incertezza e sospensione<br />

è una vera frustrazione. Ricevo molti messaggi,<br />

lettere, e-mail dai miei concittadini. C’è chi si lamenta, chi si<br />

sfoga, chi suggerisce soluzioni, chi si mette a disposizione.<br />

Io leggo, ascolto e cerco di rispondere con i fatti, adeguando<br />

i servizi alle nuove necessità, facendo un passo verso le<br />

loro esigenze e portandole all’attenzione dei tavoli deputati<br />

a pianificare la ripartenza.<br />

Cosa crede le resterà di questa difficile esperienza, come<br />

uomo e come primo cittadino?<br />

Da un lato rimarranno ben impressi nella mia mente la serietà<br />

e lo spirito altruistico con cui i milanesi stanno affrontando<br />

l’emergenza, dall’altro la piena consapevolezza che<br />

la collaborazione istituzionale e la capacità di prendere decisioni<br />

sono i fari per un’azione politica diretta e concreta.<br />

Quali iniziative intende attuare per agevolare la ripartenza<br />

nei vari settori?<br />

Sono tante le azioni allo studio. Per esempio, abbiamo riaperto<br />

in sicurezza il cantiere della nuova metropolitana,<br />

la M4, e quando sarà possibile ripartiremo con altri lavori<br />

pubblici. Bisognerà ripensare il trasporto cittadino: al vaglio<br />

della task force di Vittorio Colao c’è anche l’ipotesi che il<br />

Governo finanzi l’acquisto di biciclette elettriche. E poi stiamo<br />

pensando a come attivare una sorta di summer school<br />

per aiutare le famiglie con bambini durante l’estate.<br />

Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />

il turismo nei mesi a venire?<br />

Negli ultimi anni, e soprattutto dopo l’Expo 2015, la nostra<br />

politica nel settore si è concentrata sul fronte internazionale.<br />

Oggi quest'idea va rivista: occorre sviluppare un turismo<br />

di prossimità, sia sul breve sia sul lungo periodo, con<br />

una prima fase che sappia guardare al turismo lombardo e<br />

una seconda che rivolga lo sguardo all’intero Paese. Sono<br />

questi i piani che dobbiamo considerare nell’elaborare un<br />

progetto di ripartenza.<br />

Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare<br />

non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />

Vorrei incontrare gli sguardi, finalmente sereni, dei milanesi,<br />

passeggiando per le vie di una città che si appropria pian<br />

piano di una nuova quotidianità e di una nuova normalità.<br />

E poi vorrei andare a bere un caffè nel mio bar preferito.<br />

Milano avrà ricominciato davvero a vivere quando…<br />

Nelle nostre strade si tornerà a sentir parlare tutte le lingue<br />

del mondo.<br />

comune.milano.it<br />

beppesalasindaco BeppeSala BeppeSala<br />

53


#IORESTOINITALIA<br />

LUIGI<br />

BRUGNARO<br />

[SINDACO DI VENEZIA]<br />

di Luca Mattei - l.mattei@fsitaliane.it<br />

ellemme1<br />

Venezia è una città stremata, colpita prima dall’alluvione<br />

di novembre 2019 e ora da un’epidemia che ha stravolto<br />

tutto. Stremata, come il suo sindaco Luigi Brugnaro, stanco,<br />

senza dubbio, ma sempre in prima linea per affrontare<br />

i problemi. «C’è stato un cambiamento epocale, siamo<br />

passati dalle folle per il Carnevale al vuoto assoluto. Ora<br />

resistiamo, però non so quanto potremo andare avanti così.<br />

<strong>La</strong>nciamo un grido d’aiuto, con grande umiltà, per far fronte<br />

a una mancanza nel bilancio di oltre 110 milioni di euro».<br />

Qual è l’episodio che le è rimasto più impresso di questo<br />

periodo?<br />

Ce ne sono veramente tanti, ma tutti legati dal grande senso<br />

di comunità che si è sviluppato naturalmente tra di noi<br />

quando abbiamo iniziato ad avere notizia di decessi, contagi<br />

e rischi di implosione per la struttura sanitaria. Si è diffusa<br />

la paura nella gente, ma dando notizie positive abbiamo<br />

evitato che si trasformasse in panico.<br />

Com’è cambiato il rapporto con i cittadini?<br />

Luigi Brugnaro<br />

© Renato Greco<br />

Il Comune è diventato ancora di più un riferimento per le<br />

persone, per esprimere sensazioni, angosce, paure. Abbiamo<br />

messo a disposizione un numero unico, già testato<br />

con l’alluvione, e realizzato una Smart Control Room, una<br />

centrale operativa per le attività quotidiane. E, grazie alle<br />

nuove tecnologie, aggiorno la cittadinanza con dirette<br />

ogni pomeriggio. È in questi momenti che si vede una comunità<br />

forte, che sa reagire con compostezza, dignità e rispetto<br />

delle regole. Abbiamo lavorato come una squadra,<br />

con Governo, Regione, sindaci della Città metropolitana,<br />

autorità sanitarie, forze dell’ordine, Protezione civile, commercianti,<br />

associazioni, volontari. Relazioni che si sono<br />

rafforzate, come accadde secoli fa con la peste. I veneziani<br />

costruirono la Basilica della Madonna della Salute<br />

per ringraziarla della salvezza da quella tragedia. Sono<br />

andato anche lì, a chiedere alla Madonna di essere aiutati.<br />

Cosa le resta di quest’esperienza?<br />

<strong>La</strong> necessità di ripartire dai nostri limiti ma anche dall’umiltà,<br />

dal coraggio, dai valori profondi delle persone e, in<br />

particolare, dei giovani. Ho nel cuore un episodio, un gesto<br />

di coraggio simbolico: tramite la mamma, sono stato<br />

contattato da un bambino che voleva darmi i suoi risparmi,<br />

23 euro, per donarli a medici e infermieri. Poiché c’era<br />

il blocco per tutti, ho mandato la Polizia locale a ritirarli a<br />

casa e li ho consegnati al direttore della Asl.<br />

54


«Stiamo immaginando una ripartenza molto local per<br />

riscoprire le tradizioni, con un progetto per le spiagge e l’idea<br />

di una mobilità sostenibile»<br />

Piazza San Marco<br />

Come cambierà il futuro della città?<br />

Stiamo immaginando una ripartenza molto local per riscoprire<br />

le tradizioni, con un progetto per le spiagge e l’idea<br />

di una mobilità sostenibile. Bisogna portare la gente<br />

a vivere di nuovo in centro e a riprendere in mano attività<br />

lavorative legate alla tradizione e all’artigianato. Dovremo<br />

affrontare nodi legislativi nazionali mai risolti prima,<br />

come il finanziamento della Legge Speciale per Venezia<br />

del 1973.<br />

Quali iniziative intende attuare per ripartire nei vari settori<br />

della vita cittadina?<br />

Abbiamo rinviato tutti i pagamenti delle tasse locali per<br />

le aziende. Credo che non sarà sufficiente, ma questo è<br />

ciò che possiamo fare. L’obiettivo è far ripartire le filiere<br />

produttive rimaste ferme, come quella della moda, e sostenere<br />

le altre già attive, come quelle agroalimentari e<br />

sanitarie. Daremo una nuova organizzazione al trasporto,<br />

anche via mare, che non potrà essere al livello di prima:<br />

i servizi pubblici erano sostenuti soprattutto dagli introiti<br />

turistici.<br />

Quali proposte state studiando per favorire il turismo?<br />

I flussi avranno un carattere più nazionale e il Gruppo FS<br />

Italiane saprà darci una mano con i suoi treni. Riapriremo<br />

gradualmente i musei e cercheremo di organizzare<br />

la Biennale del Cinema e dell’Architettura. Gli ingressi<br />

internazionali torneranno, ma gli aerei saranno fermi<br />

per i prossimi mesi. A Venezia il turismo ha un impatto<br />

pesantissimo su tutta la filiera produttiva e questo è un<br />

problema che si protrarrà a lungo. <strong>La</strong>voriamo con un turismo<br />

d’élite internazionale composto da americani, arabi,<br />

russi, persone che acquistano il made in Italy aiutando le<br />

nostre industrie e l’export. Con una pandemia mondiale<br />

è difficile immaginare che ritornino a breve. Spero che il<br />

Governo accolga i provvedimenti che abbiamo chiesto,<br />

specifici per la nostra realtà. Venezia non è una città tra<br />

le tante, è sempre stata un termometro della qualità, del<br />

nostro rapporto con l’industria turistica del mondo. È il<br />

top che serve a far sì che la scelta sia l’Italia e non altre<br />

mete. Se perdi Venezia, perdi un pezzo importante del<br />

sistema Paese.<br />

Cosa non vede l’ora di fare non appena fuori dall’emergenza?<br />

Andrò a ringraziare quella Madonna a cui ho fatto una richiesta<br />

e una promessa. Poi mi prenderò qualche giorno<br />

di riposo con i miei bambini, che ormai vedo pochissimo.<br />

Spero di poter andare in barca con la mia famiglia e fare<br />

un tuffo in mezzo al mare.<br />

comune.venezia.it | brugnarosindaco.it<br />

BrugnaroSindaco LuigiBrugnaro luigibrugnaro<br />

55


#IORESTOINITALIA<br />

MARCO<br />

BUCCI<br />

[SINDACO DI GENOVA]<br />

di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it<br />

Un cielo e un mare limpidi come rare volte accade, la primavera<br />

che trionfa nei giardini e sulle colline, le spiagge e i<br />

vicoli deserti, qualche sdraio sull’uscio di casa. Sarebbe un<br />

paradiso se non fosse che Genova, come l’Italia tutta, mostra<br />

a denti stretti tutta la sua bellezza nelle dure settimane<br />

della battaglia che sta modificando brutalmente le nostre<br />

vite. «Mi manca la colazione con i cittadini, cominciavamo<br />

la giornata in un bar gustando una focaccia e bevendo un<br />

caffè, confrontandoci su problemi, idee e opportunità»,<br />

racconta il sindaco Marco Bucci.<br />

Qual è l’immagine che le è rimasta più impressa in questo<br />

periodo particolare?<br />

Le strade deserte. Un’immagine forte, dura da vivere, ma<br />

che allo stesso tempo ha dimostrato ancora una volta la<br />

tenacia e la forza dei genovesi. Una situazione che nessuno<br />

di noi avrebbe potuto immaginare. <strong>La</strong> nostra è una città che<br />

vive anche di turismo e vede tutti giorni migliaia di persone<br />

godersi il centro storico, le vie dello shopping, i palazzi<br />

storici.<br />

Marco Bucci<br />

Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come<br />

cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />

Spesso parliamo di rivoluzione digitale e oggi abbiamo<br />

capito quanto la nostra tecnologia sia fondamentale. Tutti<br />

abbiamo usato con più frequenza videochiamate, e-mail,<br />

applicazioni di messaggistica, e trasferito il nostro ufficio a<br />

casa. Lo smart working ha dimostrato che possiamo mandare<br />

avanti uffici, aziende e pubblica amministrazione rimanendo<br />

nelle nostre abitazioni. Questo comporta benefici<br />

anche dal punto di vista ambientale, perché diminuiscono<br />

gli spostamenti con mezzi pubblici e privati a beneficio della<br />

qualità dell’aria. E, inoltre, facilita l’assunzione di risorse<br />

lontane dalla sede centrale.<br />

Come si è evoluto il suo rapporto con i cittadini in queste<br />

settimane?<br />

È sempre stato diretto e quotidiano. Prima dell’emergenza<br />

mi piaceva fermarmi a discutere con loro per strada e<br />

a cadenza fissa giravo per la città per la Colazione con il<br />

Sindaco: cominciavamo la giornata in un bar gustando la<br />

nostra focaccia, bevendo un caffè e confrontandoci su problemi,<br />

idee e opportunità. In questo periodo di distanziamento<br />

sociale non è possibile, ma il nostro rapporto si è<br />

spostato dalle vie di Genova alle vie dei social e di tutti i<br />

56


«Rappresento una città che ancora una volta ha<br />

dimostrato di essere forte, tenace, solidale, e di questo<br />

vado davvero molto fiero»<br />

Piazza De Ferrari<br />

mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione. Ogni<br />

giorno, come succedeva anche prima del coronavirus, ricevo<br />

centinaia di e-mail, alle quali rispondo personalmente.<br />

Sono fondamentali per capire le esigenze effettive delle<br />

persone. Ma non vedo l’ora di tornare a confrontarmi con<br />

loro direttamente.<br />

Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e<br />

primo cittadino?<br />

<strong>La</strong> dimostrazione di rappresentare una città che ancora<br />

una volta ha dimostrato di essere forte, tenace, solidale, e<br />

di questo vado davvero molto fiero. Ma certamente resterà,<br />

purtroppo, il gran numero di vittime che il Covid-19 ha fatto<br />

in questi mesi. A loro e a tutte le famiglie va il mio pensiero<br />

ed è anche per loro che dobbiamo lottare per tornare alla<br />

normalità.<br />

Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />

la ripartenza nei vari settori?<br />

Come Comune di Genova ci siamo immediatamente attivati<br />

per aiutare i cittadini sospendendo la Tari fino al 30<br />

settembre e per supportare le attività commerciali bloccando<br />

la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Per le<br />

famiglie sono stati prorogati i termini per i pagamenti delle<br />

mense scolastiche, rimodulando anche la tariffazione del<br />

servizio, commisurandola ai giorni di effettiva apertura.<br />

Ma si dovrà fare ancora di più e il Governo ci dovrà aiutare.<br />

Come Anci abbiamo chiesto cinque miliardi di euro per poter<br />

garantire liquidità ai Comuni e solidità ai bilanci. Per far<br />

ripartire il motore dell’Italia ci vogliono scelte omogenee<br />

per tutte le regioni e le città.<br />

Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />

il turismo nei mesi a venire?<br />

Ci sarà un incremento dell’afflusso interno, avremo molti<br />

meno arrivi dall’estero. Stiamo predisponendo protocolli<br />

che possano garantire la fruibilità delle spiagge e degli<br />

stabilimenti balneari in piena sicurezza. In molti sfrutteranno<br />

la possibilità di fare le vacanze in barca, un mezzo che<br />

garantisce maggiore sicurezza e isolamento. Siamo partiti<br />

con largo anticipo e non ci faremo trovare impreparati.<br />

Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare<br />

non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />

Sono un appassionato di vela e spero di tornare presto a<br />

godere del vento, delle onde e dei panorami che solo Genova<br />

e la Liguria sanno regalare.<br />

smart.comune.genova.it<br />

buccipergenova buccipergenova<br />

57


#IORESTOINITALIA<br />

VIRGINIO<br />

MEROLA<br />

[SINDACO DI BOLOGNA]<br />

di Gaspare Baglio gasparebaglio gasparebaglio<br />

Photo Giorgio Bianchi<br />

«Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli/col<br />

seno sul piano padano ed il culo sui colli». Francesco Guccini<br />

descriveva così il capoluogo emiliano. E la città ha mantenuto<br />

nel tempo quel fascino bohémienne e un po’ retrò. È sempre<br />

stata organizzata, viva, a misura di cittadino e – soprattutto –<br />

simbolo di inclusione e avanguardia.<br />

Lo sa bene il sindaco Virginio Merola che si prepara a ripensarne<br />

ritmi e attività, avendo ancora negli occhi la situazione<br />

difficile delle ultime settimane.<br />

Qual è l’immagine che le è rimasta più impressa in questo periodo<br />

particolare?<br />

Quella che porterò con me risale a fine marzo, in pieno lockdown.<br />

In tutti noi c’era la consapevolezza che i sacrifici e la responsabilità<br />

stavano mettendo in ombra un aspetto doloroso<br />

e allo stesso tempo importantissimo: la possibilità di non riuscire<br />

a piangere, in maniera adeguata, i morti. Così, assieme al<br />

cardinale Matteo Zuppi, al presidente della Comunità islamica<br />

bolognese Yassine <strong>La</strong>fram e al rabbino Alberto Sermoneta,<br />

abbiamo pensato a un momento simbolico: trovarci assieme,<br />

Virginio Merola<br />

a mezzogiorno, in una piazza <strong>Maggio</strong>re vuota, mentre le<br />

campane delle chiese e quella della torre civica risuonavano<br />

nella città. Un gesto di condivisione per il dolore dei tanti<br />

che non hanno potuto celebrare il funerale per i propri cari.<br />

Come cambierà il futuro della città dopo questo periodo?<br />

Mentre rispondo a questa domanda siamo nel pieno del dibattito<br />

sulla cosiddetta fase due. Stretti tra consapevolezza<br />

e timori, abbiamo il dovere di guardare avanti. Le città saranno<br />

profondamente modificate dalla pandemia, dai trasporti<br />

alle scuole, dalla fruizione della cultura al modo di stare assieme.<br />

E poi ci sarà il lavoro: nel nostro Comune oltre duemila<br />

dipendenti, su circa quattromila, hanno potuto svolgerlo a<br />

distanza. Attivare questa possibilità ha richiesto uno sforzo<br />

imponente e non dobbiamo di certo lasciarla andare con la<br />

fine delle restrizioni.<br />

Da questa lezione dobbiamo trarre degli insegnamenti ipotizzando,<br />

per esempio, un’organizzazione del lavoro diversa.<br />

Poi ci sono le politiche della mobilità e lo sviluppo dell’architettura<br />

cittadina: nel nostro piano urbanistico generale abbiamo<br />

previsto che la dimensione di un immobile non possa<br />

essere inferiore a 50 m 2 . Il tema dello spazio di vita è stato<br />

attualissimo nel lockdown.<br />

58


«Dovremo utilizzare creatività e un approccio nuovo<br />

perché il turismo continui a essere un settore trainante»<br />

Piazza <strong>Maggio</strong>re<br />

Come si è evoluto il suo rapporto con i cittadini in queste<br />

settimane?<br />

È stato costante, in particolare attraverso i social. Nei primi<br />

tempi i bolognesi avevano bisogno di ogni tipo di informazione,<br />

soprattutto quando sono iniziate le restrizioni. Alle<br />

prese con una situazione totalmente nuova, cercavano indicazioni<br />

certe. Come Comune abbiamo puntato sull’informazione,<br />

realizzando anche un sito ad hoc che contiene tutte le<br />

notizie sul coronavirus.<br />

Cosa le resterà di questa difficile esperienza, come uomo<br />

e primo cittadino?<br />

Il fatto che la competenza sia, fortunatamente, tornata di<br />

moda anche nel discorso pubblico. Abbiamo reimparato ad<br />

affidarci alla scienza. E si tratta di un’importante occasione,<br />

perché i politici possono dimostrare di fare il bene della comunità.<br />

Ovviamente questo discorso, per un sindaco, è moltiplicato<br />

all’ennesima potenza: siamo e resteremo quelli più<br />

vicini ai cittadini.<br />

Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />

la ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />

Abbiamo lavorato molto sulle aziende, partendo agli inizi di<br />

aprile con un tavolo metropolitano, un’esperienza pilota che<br />

poi anche la Regione ha esteso agli altri territori. <strong>La</strong>voriamo<br />

per filiere, per applicare i contenuti del protocollo raggiunto<br />

tra governo e parti sociali. E consentire una riapertura in sicurezza<br />

delle imprese.<br />

Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />

il turismo nei mesi a venire?<br />

È molto difficile rispondere adesso, ma sappiamo che dovremo<br />

utilizzare creatività e un approccio nuovo perché il<br />

turismo continui a rappresentare un settore trainante. Non<br />

solo per la nostra città, ma per tutta l’area metropolitana. Noi<br />

già ci stavamo orientando per un’offerta che coprisse tutto<br />

il nostro territorio, dall’Appennino alla pianura, privilegiando<br />

una formula slow, molto attenta alle proposte culturali. Credo<br />

sia una strada da intraprendere, adattandoci alle regole<br />

di sicurezza che dovremo seguire.<br />

Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare non<br />

appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />

Lo abbiamo chiesto alle bambine e ai bambini delle scuole<br />

primarie di Bologna, attraverso un concorso creativo di idee<br />

da realizzare con un disegno. Mi ispirerò sicuramente a loro.<br />

virginiomerolasindaco virginiomerola<br />

59


#IORESTOINITALIA<br />

DARIO<br />

NARDELLA<br />

[SINDACO DI FIRENZE]<br />

di Sandra Gesualdi sandragesu sandragesu<br />

Photo Alessandra Cinquemani, Comune Firenze<br />

Piazza Santa Croce deserta sembra grande il doppio. Firenze<br />

in quarantena è vuota, fuggiti i turisti, chiusi B&B, uffici<br />

e negozi, è rimasta sola a crogiolarsi nella sua bellezza.<br />

Le città sono plasmate da chi le abita e vederla inanimata<br />

ha colpito anche il suo sindaco, Dario Nardella, che da<br />

questa brutta esperienza – «ho riscoperto tante cose date<br />

per scontate, quanto siamo fragili» – vuol ripartire incentivando<br />

la vita residenziale e puntando su un turismo più<br />

sostenibile.<br />

Che cosa resterà a tutti noi di questo periodo? E come<br />

cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />

<strong>La</strong> pandemia ci ha costretto a un forzato cambiamento<br />

dei nostri stili di vita, lavoro, cura ed educazione. Siamo di<br />

fronte a una straordinaria, seppur dolorosissima, occasione<br />

per rigenerare il modello di città e di cultura al quale<br />

eravamo abituati. Penso soprattutto all’ambiente e all’urbanistica:<br />

stiamo rimodulando la mobilità per privilegiare<br />

quella dolce della bicicletta e dei monopattini elettrici, da<br />

Dario Nardella<br />

incrementare, ed elaborando la riconversione, nel centro<br />

storico, degli spazi dismessi in aree residenziali, a scapito di<br />

quelle turistico-ricettive, settore fortemente penalizzato da<br />

questa situazione.<br />

Qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più impresso<br />

in questo periodo particolare?<br />

<strong>La</strong> grande richiesta dei buoni spesa, i voucher per comprare<br />

generi alimentari, distribuiti ad aprile. Oltre il 5% dei<br />

fiorentini ne ha beneficiato, non solo chi già gravava in situazione<br />

di bisogno, ma anche tante, nuove persone in<br />

difficoltà per aver perso il lavoro, costrette a scontrarsi con<br />

miseria e vergogna. Mi ha scritto un padre, umiliato nel dover<br />

richiedere questo sussidio per la sua famiglia. Era un<br />

cameriere precario, è stato tra i primi a ritrovarsi a casa per<br />

il Covid-19.<br />

Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?<br />

Ho cercato di stare vicino ai fiorentini, pur nella necessaria<br />

lontananza. Quando possibile, ho accompagnato la Polizia<br />

municipale e la Protezione civile nei loro percorsi di lavoro,<br />

di controllo, di consegna delle mascherine casa per casa,<br />

che ho fortemente voluto gratuite per tutti. Non ho mai interrotto<br />

il filo diretto con loro attraverso i canali social, le<br />

e-mail e le telefonate. Abbiamo realizzato dei sondaggi per<br />

60


«Siamo di fronte a una straordinaria,<br />

seppur dolorosissima, occasione per<br />

rigenerare il modello di città e cultura<br />

al quale eravamo abituati»<br />

Piazza Santa Croce<br />

cogliere l’umore dei fiorentini durante il lockdown, verificarne<br />

la consapevolezza e l’attenzione in merito ai rischi sanitari<br />

e al rispetto delle prescrizioni.<br />

Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e<br />

primo cittadino?<br />

Dolore al primo posto, per le tante, troppo vite perse. Rammarico<br />

per non aver fatto di più, pur conscio di aver compiuto<br />

tutto quanto era in mio potere. Il senso di impotenza di<br />

fronte a chi ha dovuto chiudere la propria attività. Ma anche<br />

tanta forza ricevuta dalle migliaia di volontari che hanno<br />

speso ore e fatica per aiutare gli altri, dimostrando che l'anima<br />

solidale di Firenze non è mai venuta meno. È questa<br />

forza la spinta per ripartire.<br />

Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />

la ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />

Stiamo studiando orari diversificati per uffici, negozi e scuole,<br />

per evitare le ore di punta e il sovraffollamento dei mezzi<br />

pubblici. Ma è necessaria una strategia unitaria che coinvolga<br />

tutti, dalle Regioni allo Stato centrale, senza sovrapposizioni<br />

e con compiti chiari e definiti. Pensiamo al Ponte<br />

di Genova: se il sindaco non avesse ottenuto più poteri davvero<br />

sarebbe stato ricostruito in così poco tempo? Andrebbero<br />

modificate alcune regole del codice degli appalti per<br />

le opere pubbliche rilevanti, con più semplificazione e trasparenza.<br />

E bisognerebbe dare ai sindaci i poteri di un commissario<br />

e la possibilità di firmare protocolli con i prefetti<br />

per garantire controlli antimafia e anticorruzione, anche con<br />

pene più severe per tali reati.<br />

Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />

il turismo nei mesi a venire?<br />

È uno dei comparti più colpiti dalla pandemia, insieme alla<br />

cultura, e dal Governo ci aspettiamo un’iniezione consistente<br />

di liquidità. Ci stiamo già confrontando con gli operatori e<br />

le categorie di settore per creare le condizioni, appena possibile,<br />

utili a rimettere in moto in primis il lavoro. Questo stop<br />

è anche un’occasione per pensare a un nuovo modello di<br />

turismo, più sostenibile e meno “cannibale” per Firenze.<br />

Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare<br />

quando potremo tirare un sospiro di sollievo?<br />

Ci siamo accorti delle piccole cose importanti, per troppo<br />

tempo le abbiamo date per scontate e adesso le agogniamo.<br />

Quando la città sarà ripartita e avremo ritrovato una<br />

nuova serenità, mi piacerebbe ritagliarmi qualche ora per<br />

tornare, da semplice cittadino, nei musei fiorentini. E sogno<br />

una vacanza al mare, con mia moglie e i miei figli.<br />

comune.fi.it<br />

darionardella DarioNardella dario_nardella<br />

61


#IORESTOINITALIA<br />

VIRGINIA<br />

RAGGI<br />

[SINDACA DI ROMA]<br />

Virginia Raggi<br />

Pochi tacchi a rincorrersi per le strade. E tra i sanpietrini di<br />

piazza Navona sono spuntati fili d’erba. <strong>La</strong> quotidianità rarefatta<br />

della Città Eterna ha offerto nelle ultime settimane<br />

cartoline già entrate nella storia. Ma per la sua sindaca, Virginia<br />

Raggi, Roma non vede l’ora di riemergere dal silenzio.<br />

«<strong>La</strong> città è viva, i suoi abitanti non si sono mai persi d’animo<br />

e si sono rimboccati le maniche per aiutare gli altri».<br />

Com’è stato il suo rapporto con i cittadini in questo periodo?<br />

I romani hanno dimostrato un grande senso di responsabilità<br />

nel seguire le regole stabilite per contenere il contagio.<br />

Ho voluto esprimere personalmente la mia vicinanza<br />

a operatori sanitari, agenti e volontari impegnati per dare<br />

assistenza ai più fragili. E ho incontrato i cittadini che hanno<br />

lanciato iniziative solidali sul territorio.<br />

L’episodio che le è rimasto più impresso?<br />

Uno dei momenti più toccanti l’ho vissuto con i volontari<br />

della Protezione Civile di Roma Capitale: li ho accompagnati<br />

mentre consegnavano la spesa a un’anziana signora<br />

che non poteva uscire di casa. Lei ci ha ringraziato a lungo e<br />

ci siamo commossi tutti, operatori compresi. Sono tante le<br />

storie di solidarietà nate durante l’emergenza che ci hanno<br />

fatto riscoprire una comunità unita. Molte le abbiamo rac-<br />

Via dei Fori Imperiali<br />

© Vladimir Mucibabic/Adobestock<br />

62


«Una volta finita l’emergenza, sarà bello<br />

affacciarmi dal balcone del mio ufficio in<br />

Campidoglio e vedere di nuovo Roma<br />

piena di cittadini e turisti»<br />

© zardo/Adobestock<br />

Piazza del Campidoglio<br />

colte sul sito del Comune, nella sezione Le belle abitudini:<br />

se conserveremo questo spirito quando l’emergenza sarà<br />

finita, la città sarà più forte e pronta a ripartire.<br />

Cosa le resterà di questa difficile esperienza, come donna<br />

e come primo cittadino?<br />

Essere la sindaca di Roma in questo momento e avere la<br />

possibilità di lavorare per aiutare i miei concittadini è un privilegio<br />

da onorare con risposte rapide. Penso, per esempio,<br />

ai buoni spesa che stiamo erogando velocemente anche<br />

grazie a un’innovativa applicazione per smartphone.<br />

Quali iniziative pensate di attuare per agevolare la ripartenza<br />

nei vari settori?<br />

Le parole d’ordine sono gradualità e prudenza. <strong>La</strong> fase due<br />

non sarà un immediato ritorno alla normalità. Ma servono<br />

provvedimenti che consentano alle imprese e agli esercizi<br />

commerciali di riaprire senza l’assillo di costi insostenibili.<br />

Intanto, abbiamo sospeso per tutto il <strong>2020</strong> il pagamento<br />

della tassa di occupazione di suolo pubblico: costa al Comune<br />

90 milioni di euro ma è fondamentale per aiutare bar<br />

e ristoranti con spazi e tavolini all’aperto. Tra le varie proposte<br />

sul tavolo c’è anche la creazione di una piattaforma<br />

web per le vendite online dedicata ai piccoli commercianti.<br />

Che strategie state studiando per favorire il turismo nei<br />

mesi a venire?<br />

Per ora abbiamo sospeso la tassa di soggiorno. Anche perché<br />

il comparto alberghiero ha cominciato a subire gravi<br />

colpi già a febbraio, quando il virus non era ancora arrivato<br />

a Roma.<br />

Ma sosteniamo fortemente la richiesta di misure straordinarie<br />

a supporto del turismo. Parlo di detrazioni fiscali,<br />

interventi economici per incentivare la ripresa, la costituzione<br />

di un fondo speciale per i Comuni. Stiamo anche<br />

studiando un piano per la ripartenza del settore in tutto il<br />

Paese, in sinergia con l’Enit, dato che nell’immediato si potrà<br />

operare solo su un turismo di prossimità.<br />

Il primo investimento urgente?<br />

Sulla mobilità sostenibile: metro, bus, tram, mezzi ecologici,<br />

piste ciclabili. Durante questa emergenza abbiamo toccato<br />

con mano quanto una riduzione del traffico – in alcune<br />

zone anche oltre il 90% – abbia effetti benefici sulla qualità<br />

della vita e sull’ambiente.<br />

Che cosa farà non appena potremo considerarci fuori<br />

dall’emergenza?<br />

Ora tutta la mia attenzione è rivolta al presente. Quando<br />

tutto questo finirà, sarà bello affacciarmi dal balcone del<br />

mio ufficio in Campidoglio e guardare di nuovo Roma piena<br />

di cittadini e turisti.<br />

Non vede l’ora che la città torni a vivere?<br />

Roma è viva anche ora. Anche se le vie della città sono<br />

deserte, il cuore dei romani batte forte. Non si sono mai<br />

persi d’animo e si sono rimboccati le maniche per aiutare<br />

gli altri. Penso ai lavoratori che garantiscono i servizi pubblici<br />

essenziali, ai medici, agli infermieri, ai commessi dei<br />

supermercati, alle forze dell’ordine, ai volontari. Una città<br />

dove tutte queste persone si sono prodigate per gli altri è<br />

una città vivissima, che ha un patrimonio su cui costruire<br />

un futuro migliore.<br />

M.G.<br />

comune.roma.it<br />

virginia.raggi.m5sroma<br />

virginiaraggi<br />

virginiaraggim5s<br />

63


#IORESTOINITALIA<br />

LUIGI<br />

DE MAGISTRIS<br />

[SINDACO DI NAPOLI]<br />

Luigi de Magistris<br />

© Gigi Valentino<br />

A Napoli il mare è tornato trasparente e l’aria che si respira dalle<br />

finestre di casa è diversa, pulita, leggera. «Si sente addirittura<br />

un forte odore di gelsomino», racconta Luigi de Magistris, primo<br />

cittadino della città partenopea. Che parla come un fiume<br />

in piena della sua città e non vede l’ora di tornare in mezzo alla<br />

gente perché «quello è il posto dove deve stare un sindaco. Tra<br />

i napoletani che, nell'emergenza coronavirus, hanno dimostrato<br />

grande senso civico».<br />

Sindaco, qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più<br />

impresso in questo periodo particolare?<br />

<strong>La</strong> città deserta, senza rumori, senza persone sul lungomare,<br />

tra i vicoli, per strada. Interi quartieri vuoti, una situazione assolutamente<br />

contro natura per Napoli. I suoi abitanti si sono<br />

comportati molto responsabilmente, hanno seguito i decreti<br />

restrittivi e sono rimasti a casa.<br />

Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come<br />

cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />

Abbiamo imparato che non possiamo più sostenere un modello<br />

di sviluppo basato solo sul consumismo sfrenato, il profitto<br />

di pochi crea diseguaglianza e sfruttamento del territorio. Per<br />

Napoli vorrei un new deal dell’ambiente da mantenere anche<br />

dopo l’emergenza coronavirus. Lo smog in questi giorni è assente,<br />

la città più sostenibile. Alcuni pescatori mi hanno rac-<br />

64


contato che mai come ora il mare è stato blu e pieno di pesci,<br />

l’aria è pulita e si respirano profumi inaspettati, di un tempo<br />

quasi lontano.<br />

Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?<br />

Mi è mancata moltissimo una relazione diretta con loro. Io sono<br />

un sindaco di strada, non c’è quartiere, scuola, via o piazza in<br />

cui non sia andato e dove non mi sia fermato a parlare con le<br />

persone. Ho provato a sopperire con gli strumenti tecnologici,<br />

le e-mail, i social, ma il contatto personale e le strette di mano<br />

sono imprescindibili e insostituibili.<br />

Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e primo<br />

cittadino?<br />

Mi ricorderò il vuoto, l’assenza di abbracci, carezze e fisicità nei<br />

rapporti sociali. Mi è mancata molto l’umanità praticata e concreta.<br />

Come sindaco, ho negli occhi tutte le situazioni difficili<br />

che ho incontrato, la disperazione di chi ha perso il lavoro e si<br />

è ritrovato senza un’attività economica, la crescente disuguaglianza<br />

che questa pandemia ha provocato. Ha aumentato fragilità<br />

e povertà. Poi, senza distinzioni tra sindaco e uomo, mi ha<br />

colpito tutto il dolore di chi ha perso un caro o un conoscente<br />

e di chi si è ammalato, anche se in termini numerici Napoli ha<br />

retto bene il contagio.<br />

Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare la<br />

ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />

Aiuteremo le attività economiche eliminando il pagamento<br />

delle imposte locali per il <strong>2020</strong> con una delibera che abbiamo<br />

voluto chiamare Napoli riparte. Siamo l’unica grande città italiana<br />

che ha adottato una misura simile e ne sono orgoglioso.<br />

Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire il<br />

turismo nei prossimi mesi?<br />

<strong>La</strong> situazione non è facile, il fondo cultura era alimentato dalla<br />

tassa di soggiorno per circa 14 milioni di euro. Ma stiamo lavorando<br />

per l’estate e appena potremo ripartire ci sarà una sorta<br />

di risveglio mediterraneo. I grandi eventi programmati, come il<br />

concerto di Paul McCartney, sono stati rimandati al prossimo<br />

anno e dovremo fare a meno del turismo internazionale. Puntiamo<br />

su quello locale e nazionale, sarà un’estate autoctona.<br />

Eravamo già impegnati a garantire la fruizione dei centri storici<br />

evitando il rischio di gentrificazione e lo spopolamento da parte<br />

dei residenti. <strong>La</strong> direzione è quella, non si torna indietro.<br />

Incentiveremo piccoli e medi eventi sparsi per tutta la città, con<br />

meno persone ma molte più date e appuntamenti. In ogni parco,<br />

piazza, quartiere, chiostro, soprattutto all’aperto, ci saranno<br />

concerti, proiezioni cinematografiche, rappresentazioni teatrali.<br />

Napoli è la città dell’incontro e della socialità: la gente ama stare<br />

fuori, la riempiremo di appuntamenti e cultura. Già questo<br />

mese è confermata la storica manifestazione del <strong>Maggio</strong> dei<br />

Monumenti, quest’anno dedicata a Giordano Bruno, in versione<br />

virtuale e multimediale per rispettare i decreti ministeriali e<br />

garantire la sicurezza di tutti.<br />

Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare non<br />

appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />

Il viaggio è l’aspetto che mi manca maggiormente, anche se da<br />

sindaco mi sposto poco. Appena sarà possibile andrò subito<br />

nei nostri luoghi meravigliosi che, seppur vicini, ora sembrano<br />

lontanissimi, irraggiungibili. Le isole di Procida, Ischia, Capri, la<br />

Costiera tutta. Desidero un tuffo in mare, lo farei anche subito<br />

(ride, ndr).<br />

S.G.<br />

comune.napoli.it<br />

demagistrisluigi demagistris demagistris<br />

Lungomare Caracciolo<br />

«Napoli è la città dell’incontro e della socialità:<br />

appena potremo ripartire ci sarà una sorta di<br />

risveglio mediterraneo»<br />

© Velia Cammarano<br />

65


#IORESTOINITALIA<br />

VINCENZO<br />

NAPOLI<br />

[SINDACO DI SALERNO]<br />

Salerno riparte dopo il coronavirus. Il sindaco Vincenzo Napoli<br />

ricorda i delfini a pochi metri dalla costa, ma anche il<br />

dolore per le piazze e le strade vuote. <strong>La</strong> città punta sull’eredità<br />

della Scuola Medica Salernitana per ricominciare ad<br />

accogliere i visitatori da tutto il mondo.<br />

Qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più impresso<br />

in questo periodo particolare?<br />

Ho vissuto la città deserta e silenziosa, di giorno e di notte,<br />

come mai avrei potuto immaginarla. Una sera durante un<br />

giro di perlustrazione mi sono commosso profondamente<br />

guardando piazza Flavio Gioia, nel centro storico, a quell’ora<br />

abitualmente piena di gente con locali, musica e allegria,<br />

adesso immersa in un silenzio spettrale. Ho pensato alle<br />

attività chiuse, alle persone in casa. È stato davvero duro<br />

scuotersi dalla tristezza. Ci sono state, poi, anche esperienze<br />

straordinarie come l’avvistamento di delfini a pochi metri<br />

dalla costa.<br />

Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come<br />

cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />

Anzitutto il dolore per le vittime e la sofferenza per gli ammalati.<br />

Una ferita che continuerà a sanguinare. Credo che<br />

tutti abbiano rivalutato le proprie priorità personali e sociali<br />

scoprendo valori forse dimenticati nella frenesia della giordi<br />

Peppe Iannicelli<br />

Photo Massimo Pica<br />

peppeiannicelli<br />

Vincenzo Napoli<br />

Solarium Santa Teresa<br />

66


«Vogliamo puntare sulle<br />

eccellenze che hanno fatto<br />

conoscere Salerno in tutto<br />

il mondo. Come la nostra<br />

famosa Scuola Medica i cui<br />

principi costituiscono ancora<br />

una ricetta di lunga vita»<br />

Duomo di Salerno<br />

nata, quando gli impegni finivano per travolgerci. Dal punto<br />

di vista pratico, il telelavoro sperimentato con buoni risultati<br />

potrà ridurre in futuro gli spostamenti urbani, abbassando<br />

i fattori d’inquinamento acustico e ambientale. <strong>La</strong> lunga<br />

quarantena ci farà apprezzare ancora di più cose che davamo<br />

per scontate, come una passeggiata in riva al mare o in<br />

un parco cittadino, un caffè con gli amici, la partecipazione<br />

a uno spettacolo o a un evento.<br />

Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?<br />

È stato sempre molto intenso. Un filo diretto quotidiano<br />

per fornire costantemente informazioni sulle restrizioni e i<br />

comportamenti da tenere, gli aiuti e i sostegni disponibili,<br />

l’andamento della pandemia. Abbiamo cercato di mantenere<br />

sempre vivo il senso comunitario, l’orgoglio dell’appartenenza,<br />

il dovere della responsabilità, per contribuire<br />

tutti e ciascuno a superare questa terribile prova. E abbiamo<br />

avuto straordinarie dimostrazioni di solidarietà.<br />

Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e<br />

primo cittadino?<br />

È una valutazione che potremo fare compiutamente<br />

quando questa terribile emergenza sarà definitivamente<br />

alle nostre spalle. Ci attende una fase difficile dopo quella<br />

del lockdown, in cui dovremo prendere mille decisioni<br />

per garantire la sicurezza e la ripresa economica e sociale.<br />

Sarà durissima e ci vorrà lo stesso spirito che ha animato<br />

la comunità durante la prima fase. Salerno ha dato prova<br />

di disciplina nel rispetto delle restrizioni, di efficienza nella<br />

rete dei servizi d’informazione e aiuto, di eccellenza nelle<br />

attività di cura grazie anche al sostegno del presidente<br />

della Regione Campania Vincenzo De Luca. <strong>La</strong> città e i suoi<br />

abitanti hanno dato una grande prova di maturità civile.<br />

Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />

la ripartenza nei vari settori della vita cittadina? E quali<br />

strategie, idee, proposte state studiando per favorire il<br />

turismo nei mesi a venire?<br />

<strong>La</strong> ripresa sarà lunga, complessa, irta di difficoltà. Ci attendono<br />

mesi di grande lavoro da svolgere sotto stretto controllo<br />

sanitario. Intendiamo puntare sulle eccellenze che<br />

hanno fatto conoscere Salerno in tutto il mondo. Siamo la<br />

città della famosa Scuola Medica i cui principi alimentari,<br />

ecologici e comportamentali costituiscono ancora una ricetta<br />

di lunga vita e saranno molto richiesti dai viaggiatori<br />

post Covid-19.<br />

In una prima fase avremo soprattutto flussi di prossimità,<br />

sperando che con il passare dei mesi si possa ricominciare<br />

– grazie anche alle Frecce – ad accogliere turisti e visitatori<br />

dal resto d’Italia e del mondo. I nostri attrattori principali<br />

saranno sempre l’ambiente, il patrimonio storico e artistico,<br />

l’enogastronomia e l’artigianato, la cultura e gli eventi<br />

come Luci d’Artista. Sfrutteremo ancor di più la nostra centralità<br />

rispetto a Paestum, Pompei, Cilento e Costa d’Amalfi.<br />

Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare<br />

non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />

Vorrei andare con tutti i miei cittadini a Salifornia – così abbiamo<br />

ribattezzato la nostra amata spiaggia di Santa Teresa<br />

– e prendere un aperitivo mentre gustiamo le delizie<br />

locali, ascoltando la musica del nostro Teatro Municipale<br />

Giuseppe Verdi.<br />

comune.salerno.it<br />

vincenzo.napoli.735<br />

67


#IORESTOINITALIA<br />

GIUSEPPE<br />

FALCOMATÀ<br />

[SINDACO DI REGGIO CALABRIA]<br />

di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it<br />

È uno dei più giovani sindaci d’Italia che ha dovuto affrontare<br />

l’emergenza causata dal Covid-19. Giuseppe Falcomatà,<br />

37 anni, sta traendo forza dall’altruismo dei suoi concittadini<br />

con cui vorrebbe condividere presto uno sguardo rivolto<br />

al mare.<br />

Qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più impresso<br />

in questo periodo particolare?<br />

Sicuramente corso Garibaldi deserto. È la via principale<br />

della nostra città, di solito piena di persone che passeggiano<br />

tra le vetrine dei negozi e i bar, è il cuore pulsante delle<br />

attività, un luogo d’incontro e di vita sociale per i reggini.<br />

Nel vederlo senza nessuno, ho sentito fortemente la mancanza<br />

di tutto questo.<br />

Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come<br />

cambierà il futuro della città?<br />

Rimarrà un grande senso di comunità e tanta solidarietà<br />

che i miei concittadini hanno riscoperto in queste settimane.<br />

Abbiamo compreso che i problemi dell’uno sono quelli<br />

Giuseppe Falcomatà<br />

dell’altro. Questo è l’ingrediente principale per affrontare la<br />

fase due.<br />

Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?<br />

L’abbiamo vista andare per la città e con forza invitare<br />

qualcuno a “passare pa casa”…<br />

Il mio è stato un rapporto diretto, quotidiano, giornaliero, ora<br />

per ora e minuto per minuto. È fondamentale che le informazioni<br />

vengano dalle istituzioni e che i cittadini si rivolgano<br />

a queste. Sono stato presente anche attraverso pochissimi<br />

rimbrotti verso chi non rispettava le regole. Ma soprattutto<br />

ho comunicato attraverso i social, oltre che con la presenza<br />

lungo le strade e nei quartieri. Sono emerse tante storie poco<br />

conosciute dentro le quali si annida una sofferenza personale<br />

e sociale. Però, la città ha reagito con molti gesti concreti,<br />

pronta a dare una mano a chi non ce la faceva. Ci siamo confermati<br />

un popolo solidale e accogliente.<br />

Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e<br />

come primo cittadino?<br />

Un grande senso di vuoto. Abbiamo anche imparato che non<br />

bisogna considerare banale nulla, perché le cose che davamo<br />

per scontate non sono certezze assolute. Siamo fragili e<br />

deboli. Il mio è un invito a godere del quotidiano, quello che<br />

più ci è mancato.<br />

68


«Abbiamo compreso che i problemi dell’uno<br />

sono quelli dell’altro. Questo è l’ingrediente<br />

principale per affrontare la fase due»<br />

© Aliaksandr/AdobeStock<br />

Lungomare Falcomatà<br />

Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />

la ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />

Devono essere misure complementari a quelle indicate dal<br />

Governo, perché nessuno si salva da solo. Una città metropolitana<br />

non può pensare alla fase due senza il sostegno<br />

centrale. Abbiamo già istituito un fondo di mutuo soccorso<br />

sul quale riceviamo donazioni di privati che stanno consentendo<br />

l’acquisto di mascherine, gel disinfettante e tute. Su<br />

questo fondo convergeranno le rimodulazioni dei fondi del<br />

Pon Metro e di altri finanziamenti, come fondi europei o governativi,<br />

che vogliamo utilizzare per il rilancio, destinando<br />

le risorse al sociale, al mondo del lavoro e al sostegno per<br />

le imprese. Con l’approvazione del bilancio è stata istituita la<br />

Fondazione di comunità, una sorta di ente no profit per gestire<br />

la fase due in maniera condivisa con operatori economici e<br />

associazioni di categoria, consentendo concretamente a un<br />

commerciante di rialzare una saracinesca o a un giovane di<br />

trovare lavoro o realizzare un’idea.<br />

Quali strategie e proposte state studiando per favorire il turismo<br />

nei prossimi mesi?<br />

Molto dipenderà dal distanziamento sociale. Per esempio,<br />

negli stabilimenti balneari il numero di ombrelloni sarà ridotto.<br />

Il nostro teatro da mille posti potrà accogliere meno<br />

persone. Saranno meno o assenti le manifestazioni all’aperto<br />

che, grazie al clima straordinario dalla primavera a tutto l’autunno,<br />

hanno sempre comportato entrate notevoli anche per<br />

le strutture ricettive. Bisognerà ripensare a ogni attività turistica<br />

e culturale in modo diverso. E trovare i modi per compensare<br />

eventuali perdite.<br />

Dove vorrebbe andare o che cosa non vede l’ora di fare non<br />

appena usciti dall’emergenza?<br />

<strong>La</strong> prima cosa sarà una passeggiata sul lungomare Falcomatà<br />

ad abbracciare, baciare e stringere tutte le persone che<br />

incontrerò. Noi reggini siamo molto fisici nelle manifestazioni<br />

d’affetto, anche per strada.<br />

Questo lungomare è intitolato a suo padre Italo, che è stato<br />

sindaco dal 1993 al 2001. Pensa mai a un consiglio che le<br />

avrebbe dato?<br />

Tutti i giorni lui è un punto di riferimento. Il suo esempio è praticare<br />

la politica con la P maiuscola, quella attenta ai bisogni<br />

dei cittadini, a risolvere i problemi e a programmare le giuste<br />

condizioni per lo sviluppo economico e sociale della città.<br />

comune.reggio-calabria.it<br />

gfalcomataufficiale g_falcomata<br />

g_falcomata_sindaco<br />

69


PHOTO<br />

L’ANIMA DELL’ITALIA<br />

<strong>La</strong> luce solare colpisce una pianta sotto una finestra aperta, Todi, Umbria (2012)<br />

70


UN TRIBUTO AL NOSTRO PAESE CHE IL FAMOSO FOTOGRAFO<br />

AMERICANO HA VOLUTO CONDIVIDERE CON LA FRECCIA<br />

Testo e foto di Steve McCurry<br />

Per gentile concessione di stevemccurry.com e sudest57.com<br />

71


PHOTO<br />

Ragazzo e ragazza durante le celebrazioni pasquali, Sicilia (2011)<br />

«<strong>La</strong> parte migliore dell’Italia è la gente.<br />

Non c'è posto più amichevole sul pianeta»<br />

[Steve McCurry]<br />

mi ha richiamato a sé più volte di quante<br />

ne potrei contare. Vivere bene e pienamente:<br />

L’Italia<br />

questa è la filosofia di vita degli italiani, e la<br />

gioia di vivere non li ha abbandonati neppure in questo<br />

periodo.<br />

Negli ultimi due mesi, l’animo degli italiani ha catturato<br />

la nostra attenzione e suscitato il nostro rispetto. Durante<br />

la sfida mondiale al Covid-19, gli italiani hanno<br />

mostrato altruismo e coraggio nell’affrontare una tragedia<br />

inimmaginabile, e nessuno dubita che riusciranno<br />

a trionfare su questa avversità.<br />

In questo momento sono vicino a tutto il popolo italiano.<br />

Siete nel mio cuore.<br />

72


Due donne cuciono fuori, Umbria (2012)<br />

73


PHOTO<br />

Un uomo legge su una panchina, Ragusa, Sicilia (2017)<br />

Coppia al crepuscolo, Sicilia (2017)<br />

74


#MYPOSTCARDFROMITALY<br />

Testo di Giovanni Gastel e challenge fotografica di FeelRouge Worldwide Shows<br />

<strong>La</strong> finestra è di per sé un’inquadratura del reale che<br />

è di fronte a noi. Ma molto spesso dimentichiamo<br />

di guardare al di là dei vetri, per abitudine o distrazione.<br />

Ora, legati a casa dal virus, è tempo di riscoprire<br />

ciò che si vede dalle nostre abitazioni. È l'idea dell'agenzia<br />

FeelRouge Worldwide Shows, subito sposata da me e<br />

dall’Associazione fotografi professionisti (Afip International)<br />

che ho l'onore di presiedere, per lanciare sui social la competizione<br />

#mypostcardfromitaly #feelrougews.<br />

<strong>La</strong> bellezza e la normalità sfilano davanti alle nostre case<br />

ed ecco quindi la gioia di documentarle dai balconi e dalle<br />

finestre senza contraddire l’ordine sacrosanto di restare a<br />

casa.<br />

Migliaia di fotografie già arrivate testimoniano un Paese<br />

che, in questa sospensione temporale e assenza di persone,<br />

è sempre più metafisico. Se, come speriamo, mai più si<br />

verificheranno condizioni simili, resterà questa vastissima<br />

ricerca a raccontare una situazione drammatica e, insieme,<br />

di stupefacente teatralità.<br />

Per partecipare a quella che diventerà, un giorno, una<br />

grande mostra collettiva è sufficiente pubblicare online, su<br />

Facebook, Twitter o Instagram, le foto scattate da casa con<br />

l’hashtag #mypostcardfromitaly.<br />

Immagini che stringono in un grande abbraccio l’Italia tutta.<br />

giovannigastel.it | feelrougews.com<br />

Giovanni Gastel Fotografo<br />

giovanni_gastel<br />

giovanni_gastel<br />

San Simpliciano<br />

© Giovanni Gastel<br />

75


PHOTO<br />

Blu<br />

© Consuelo Canducci<br />

Napoli<br />

© Enrico Procentese enryhills<br />

76


© ciarazola<br />

© Alessandro Le Petit<br />

© willy<br />

Torino<br />

© Paolo Virdis<br />

A rainy day<br />

© Vera Rossi<br />

Courtesy Galleria Antonia Jannone<br />

77


PHOTO<br />

Milano<br />

© Iciar Alzola<br />

Friday night<br />

© Simona Lomolino<br />

© Pierluigi Signor<br />

78


Roma<br />

© Francesca Romana Semerano<br />

Adjustments<br />

© Matteo Rastelli © Alessandro Gaja<br />

79


TRAVEL<br />

LA MEMORIA<br />

DELLA BELLEZZA<br />

80


BORGHI INCANTATI, PAESI ISOLATI, EREMI<br />

SEGRETI. LA RICCHEZZA NASCOSTA<br />

DELL’ITALIA È VIVA NEI RICORDI DI TUTTI.<br />

E RIVEDERLA, DOPO L’ISOLAMENTO FORZATO,<br />

SARÀ COME REALIZZARE UN SOGNO<br />

di Osvaldo Bevilacqua<br />

© Paolo Giovanni/AdobeStock<br />

Craveggia (VB)<br />

81


TRAVEL<br />

Èun momento inverosimile<br />

per tutti questo, specialmente<br />

per chi, come me, è<br />

abituato a viaggiare, a visitare borghi,<br />

città, parchi, isole. Una dimensione irreale<br />

e inimmaginabile. <strong>La</strong> “clausura”,<br />

purtroppo necessaria, in cui siamo da<br />

settimane mi fa sentire sempre di più<br />

la mancanza del contatto con la mia<br />

gente, la stretta di mano, l’abbraccio,<br />

la carezza a un bambino o a un centenario<br />

incontrato in un borgo sperduto<br />

della Sardegna e ben venga,<br />

speriamo non sia ancora lontana, la<br />

mega festa dell’abbraccio. Mi manca,<br />

insomma, la nostra Italia!<br />

Un Paese che, lo sappiamo, è un tesoro<br />

inesauribile. Io ne so qualcosa. Da<br />

40 anni e più lo attraverso in lungo e<br />

in largo e ogni volta ci trovo qualcosa<br />

di nuovo, qualcosa che ancora non<br />

avevo visto. D’altronde, l’Italia non è<br />

soltanto quella delle nostre splendide<br />

città, di Firenze, Roma, Venezia, Palermo,<br />

Napoli, Milano. Non è solo quella<br />

dei tantissimi beni patrimonio Unesco<br />

(materiali e immateriali): da Castel del<br />

Monte (BT) ad Assisi (PG), da Piazza<br />

Armerina (EN) alla Costiera amalfitana<br />

(SA).<br />

L’inestimabile ricchezza dell’Italia si<br />

trova nei mille borghi incantati, nei paesi<br />

nascosti, negli eremi isolati e, forse<br />

soprattutto, in quello sterminato patrimonio<br />

di collezioni, musei, esposizioni<br />

sparso per la Penisola.<br />

Un esempio, in Piemonte, è Craveggia,<br />

con il tesoro custodito nella parrocchia<br />

del delizioso borgo della Val Vigezzo,<br />

in provincia di Verbano-Cusio-Ossola.<br />

Una cittadina di 750 abitanti in uno dei<br />

tanti bacini che compongono la Val<br />

d’Ossola, o da essa si diramano, parte<br />

delle comunità limitrofe del Parco<br />

Naturale della Val Grande. Cosa ci potrebbe<br />

essere più lontano dall’eleganza<br />

di Parigi, dal lusso di Versailles? Eppure,<br />

chiedete a qualcuno del paese<br />

della settecentesca parrocchia dedicata<br />

ai santi Giacomo e Cristoforo. Da<br />

fuori sembra una normale chiesa valligiana<br />

ma, una volta entrati, un soffitto<br />

decorato in oro zecchino ci introduce<br />

degnamente a un tesoro inaspettato.<br />

Per vie diverse e per vari secoli si sono<br />

conservati qui oggetti rari e magnifici<br />

provenienti dall’aristocrazia di Francia.<br />

Un ostensorio in oro, brillanti e ametiste<br />

fabbricato a Parigi, e libri antichi,<br />

arredi e paramenti tutti di fattura transalpina.<br />

A una parete, un ciclo di dipinti<br />

su tavole di rame viene direttamente<br />

dalla Cappella Reale di Versailles. In<br />

una teca c’è il drappo mortuario di Luigi<br />

XIV, il famoso Re Sole, ricamato in<br />

oro e argento di Gobelin. Un piviale da<br />

parroco di campagna, in una sorta di<br />

strano e incredibile contrappasso, è ricavato<br />

con parti dell’abito da sposa di<br />

Maria Antonietta, la sfortunata regina<br />

dei francesi. Tutto frutto del lavoro e<br />

della tradizione secolare di abili artigiani<br />

locali chiamati alla Corte di Francia<br />

per la loro bravura e competenza.<br />

Dove lo trovate un posto così se non<br />

in Italia?<br />

A Tuscania (VT), una delle più belle<br />

città del <strong>La</strong>zio, c’è un piccolo Museo<br />

archeologico, poco conosciuto: un<br />

lungo percorso fatto di ceramiche<br />

etrusche, sculture romane, mosaici.<br />

Qui si trovano le tombe della famiglia<br />

Curunas, splendidi sarcofaghi con coperchi<br />

dalle realistiche fattezze del<br />

defunto. Il museo ha la sua sede nel<br />

convento francescano della chiesa di<br />

Santa Maria del Riposo ed è dotato anche<br />

di un fantasma etrusco che nella<br />

notte si palesa fra le sale. Così, almeno,<br />

sostiene qualcuno.<br />

Uno scorcio dell’isola di <strong>La</strong>mpedusa<br />

© Giacomo/AdobeStock<br />

«È un’Italia da sogno quella che immaginiamo ogni giorno e che ci aiuta a tirare avanti.<br />

Ripartiremo presto per raggiungere la meta che più ci affascina»<br />

82


Rai Libri, pp. 256 € 18<br />

A Foligno (PG), c’è il Museo della Stampa<br />

con la prima edizione della Divina<br />

Commedia a caratteri mobili.<br />

A Pietrarsa, a una ventina di minuti di<br />

treno dalla Stazione di Napoli Centrale,<br />

c’è il Museo Nazionale Ferroviario per<br />

chi vuole fare un tuffo nella memoria<br />

fra treni e vagoni noti e meno noti.<br />

Un’isola sognata da tutti, <strong>La</strong>mpedusa<br />

(AG), con il suo mare incontaminato, le<br />

spiagge ancora selvagge considerate<br />

dai giornali americani tra le più affascinanti<br />

al mondo. Un vero paradiso<br />

made in Italy. Insomma, un patrimonio<br />

artistico e naturale inestimabile che ho<br />

provato a descrivere, solo in piccola<br />

parte, nel mio ultimo libro Il Paese dei<br />

mille paesi.<br />

Oggi, senza chiudere gli occhi, mi vengono<br />

in mente persone, vie, palazzi,<br />

chiese. Anche se bloccati nelle nostre<br />

case, i ricordi, i libri, le foto ci aiutano<br />

a rivedere la nostra Italia. E insieme a<br />

questi, le tante iniziative che nelle ultime<br />

settimane stanno provando a farci<br />

sentire vicini i luoghi più lontani. Penso<br />

ai musei virtuali italiani che oggi ci<br />

permettono di passeggiare nelle sale<br />

momentaneamente chiuse. I Musei<br />

Vaticani, la Pinacoteca di Brera sono<br />

ora a portata di click e le Scuderie del<br />

Quirinale hanno addirittura deciso di<br />

regalarci qualche capolavoro della<br />

mostra di Raffaello purtroppo momentaneamente<br />

sospesa.<br />

Serve tenere viva la memoria del nostro<br />

patrimonio, ed è bello potersi<br />

godere l’Italia a casa propria. Aiuta a<br />

superare i momenti difficili. Io la chiamerei<br />

un’Italia da sogno. Quella che<br />

immaginiamo ogni giorno, che ci aiuta<br />

a tirare avanti. <strong>La</strong> memoria che teniamo<br />

viva è già il futuro: una meravigliosa<br />

speranza per il tempo che verrà. Perché<br />

quando finalmente potremo tornare<br />

a muoverci, tutto questo tempo<br />

non sarà stato inutile. Ci riverseremo,<br />

con ancora più entusiasmo, nelle nostre<br />

città d’arte dopo averle desiderate<br />

per così tanto tempo. Goethe, nel suo<br />

celebre Viaggio in Italia, raccontando<br />

della sua visita a Roma, ricordava di<br />

aver passato tutta la vita a guardare<br />

le immagini delle bellezze del Paese,<br />

nei dipinti della casa paterna, nei libri<br />

universitari, nelle copie studiate, desiderando<br />

ardentemente una sola cosa:<br />

vederle dal vivo. Per noi, per la prima<br />

volta sarà così. Abbiamo dato un po’<br />

per scontate le meraviglie di casa nostra<br />

perché le sentivamo a portata di<br />

mano. Dopo il forzato allontanamento,<br />

vedere un paese, un borgo, una piazza<br />

sarà davvero come realizzare un sogno.<br />

Ripartiremo su un treno per raggiungere<br />

la meta che più ci affascina. Da<br />

sempre, da quando l’Italia è diventata<br />

una nazione, sono i treni che ci hanno<br />

accompagnato in ogni angolo del Paese,<br />

facendoci godere, in tutta comodità,<br />

la bellezza del viaggio. È questo<br />

il futuro che immagino, un futuro che<br />

fortunatamente appare sempre più vicino<br />

e sempre più a portata di mano.<br />

Perché l’Italia non può vivere senza il<br />

suo turismo, che non è solo il rito della<br />

Tuscania (VT)<br />

CASA OSVALDO<br />

<strong>La</strong> pagina Facebook di Osvaldo<br />

Bevilacqua ospita i video di Casa<br />

Osvaldo, realizzati per portare un<br />

po’ di serenità nelle case degli<br />

italiani durante l'isolamento causato<br />

dal coronavirus, che hanno subito<br />

incontrato grande favore fra il<br />

pubblico del web. Tra consigli,<br />

interviste, immagini, anche un<br />

pezzo televisivo sullo splendido<br />

borgo di Altamura. <strong>La</strong> bianca<br />

cattedrale romanico-pugliese,<br />

la rievocazione medievale e,<br />

soprattutto, le entusiasmanti scoperte<br />

paleontologiche e preistoriche (la<br />

strabiliante <strong>La</strong>guna dei dinosauri e<br />

l’enigmatico uomo di Altamura) hanno<br />

fatto la gioia di oltre 100mila visitatori.<br />

Un modo per scoprire anche sul web<br />

le meraviglie del nostro Paese.<br />

osvaldobevilacquaofficial<br />

vacanza, delle spiagge affollate, delle<br />

file ai musei. Turismo non è solo un<br />

settore economico di svariati miliardi<br />

di euro, ma una parte essenziale della<br />

vita del Paese, fatta di scambi, contatti,<br />

conoscenze, amicizie. Turismo<br />

è viaggiare e viaggiare è essenziale a<br />

vivere. Così il futuro lo immagino su un<br />

<strong>Freccia</strong>rossa, comodamente seduto, in<br />

attesa di raggiungere la destinazione<br />

che ho tanto desiderato in queste settimane.<br />

Con in testa e nel cuore l’orgoglio<br />

per la prova che questo Paese ha<br />

saputo superare, rispettando le regole<br />

e stringendosi intorno al personale<br />

medico e infermieristico che ci ha permesso<br />

di poter ancora sognare l’Italia<br />

del futuro.<br />

© Ragemax/AdobeStock<br />

83


TRAVEL<br />

IN CAMMINO<br />

PER LA RIPRESA<br />

IL FUTURO DEL TURISMO È NEL MOVIMENTO SLOW, A CONTATTO<br />

CON LA NATURA E LONTANO DAGLI ASSEMBRAMENTI<br />

di Valentina Lo Surdo<br />

valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha<br />

ilmondodiabha.it<br />

non è ferma, anche<br />

se stiamo a casa. Perché<br />

L’Italia<br />

il mondo dei cammini,<br />

proprio in queste settimane di quarantena,<br />

vive un periodo di prezioso<br />

fermento. L’invito a camminare, a immergersi<br />

nell’esperienza di una vacanza<br />

al ritmo dei propri passi, sembra<br />

la risposta ideale per il rilancio delle<br />

attività turistiche. Dopo il fermo a casa,<br />

infatti, il desiderio di movimento all’aria<br />

aperta è tra le attività in assoluto<br />

più desiderate dai cittadini e il turismo<br />

di prossimità si candida a scelta<br />

privilegiata per una ripresa graduale,<br />

a contatto con la natura e lontano<br />

dagli assembramenti del turismo di<br />

massa. Un’opportunità perfettamente<br />

in linea con l’attenzione che da anni il<br />

ministro Dario Franceschini dedica ai<br />

cammini italiani, che offrono un tipo di<br />

turismo accessibile a tutte le fasce di<br />

popolazione, sfruttando antiche vie di<br />

pellegrinaggio e una vastissima rete<br />

sentieristica che unisce ogni angolo<br />

del Paese.<br />

Di tutto questo ci offre testimonianza<br />

Paolo Piacentini, fondatore e presidente<br />

nazionale di FederTrek, e referente<br />

per i cammini presso il ministero<br />

per i Beni e le Attività culturali e per il<br />

Turismo. «Il ritorno di Franceschini alla<br />

guida del MiBACT, nel settembre 2019,<br />

84


© Alberto Conte ItinerAria<br />

Lungo il Cammino di Oropa, tra le colline del Piemonte<br />

ha portato a una rinnovata attenzione<br />

nei confronti del viaggio lento e degli<br />

itinerari a piedi nel nostro Paese. Già<br />

nel suo precedente mandato, dal 2014<br />

al 2018, aveva lavorato per conferire un<br />

ruolo centrale alle attività slow, al punto<br />

che il piano strategico del turismo<br />

ancora in vigore sposa in pieno il tema<br />

della sostenibilità sociale, economica<br />

e ambientale, dell’accessibilità e<br />

dell’inclusione utilizzando il viatico dei<br />

cammini e abbracciando anche il tema<br />

delle ciclovie e dei treni storici».<br />

E a proposito di binari, Piacentini ricorda<br />

che il ministro ha deliberato di dedicare<br />

il <strong>2020</strong> proprio alla promozione<br />

dei treni turistici, coinvolgendo la Fondazione<br />

FS Italiane. «Il rilancio dei treni<br />

storici rappresenta un tema di grande<br />

fascino e l’intesa tra Franceschini e il<br />

direttore generale della Fondazione<br />

FS, Luigi Francesco Cantamessa, lascia<br />

intravedere scenari entusiasmanti»,<br />

afferma.<br />

Un’altra new entry estremamente<br />

promettente è Lorenza Bonaccorsi in<br />

qualità di sottosegretario con delega<br />

al Turismo: «Una figura di grande impulso,<br />

appassionata di cammini, estremamente<br />

dedita e competente», sottolinea<br />

il presidente di FederTrek.<br />

<strong>La</strong> concretezza con cui il MiBACT lavora<br />

su questo fronte è subito chiarita<br />

85


TRAVEL<br />

dal volume dei numeri coinvolti. «Un<br />

aspetto fondamentale è rappresentato<br />

dal recupero dei finanziamenti che<br />

erano stati inclusi nella delibera Cipe<br />

di quattro anni fa: 60 milioni di euro a<br />

sostegno di un’importante parte dei<br />

cammini italiani. Era il 2016, nominato<br />

Anno nazionale dei cammini, che<br />

vide la nascita dell’Atlante digitale dei<br />

cammini, un ingente progetto di censimento<br />

nazionale che sarà concluso<br />

nei prossimi mesi».<br />

E così, paradossalmente, proprio ora<br />

che il Paese è fermo, il turismo lento<br />

vive l’opportunità di recitare un ruolo<br />

da protagonista per la ripartenza.<br />

«Sarà una delle fonti di ripresa più<br />

coerenti con il bisogno fisiologico di<br />

ricominciare con un passo diverso. Il<br />

turismo rappresenta il 13% del Pil ed<br />

è il momento di ripensarlo a misura<br />

dello shock economico che stiamo<br />

vivendo. L’occasione per insistere sul<br />

concetto di sostenibilità diffusa sul<br />

territorio, portando visibilità anche<br />

all’Italia minore. Cammini, dunque, ma<br />

anche puro escursionismo e cicloturismo,<br />

ultimamente in forte crescita»,<br />

prosegue Piacentini.<br />

E mentre il Governo lavora per la ripresa<br />

di attività turistiche a misura<br />

d’uomo, il movimento dei cammini in<br />

Italia si sta sviluppando in modo esponenziale.<br />

È di queste ultime settimane<br />

la creazione della campagna #iocamminoinitalia,<br />

un’iniziativa partita dal<br />

basso che vede protagonisti tutti gli<br />

operatori dei più importanti itinerari<br />

italiani. «Il ministero è a conoscenza<br />

di questa iniziativa, perfettamente coerente<br />

con la scelta di Franceschini e<br />

del nuovo direttore generale del Turismo<br />

al MiBACT, Flaminia Santarelli,<br />

di puntare sul turismo di prossimità e<br />

delle aree interne».<br />

Piacentini sta curando anche questa<br />

fase di convergenza tra gli esperti<br />

del viaggio a piedi e gli scenari offerti<br />

dal MiBACT. «È una fase di ascolto e<br />

monitoraggio su entrambi i fronti, una<br />

delicata operazione di raccordo che<br />

coinvolge realtà imprescindibili come<br />

il Cai - Club alpino italiano, artefice<br />

dell’immenso progetto Sentiero Italia,<br />

6.880 km sull’intera Penisola, che sta<br />

lavorando all’elaborazione del catasto<br />

di tutta la rete escursionistica. L’obiettivo<br />

è mappare entro il 2021 circa<br />

100mila km di sentieristica: un presidio<br />

nazionale d’eccellenza, che distribuisce<br />

un indotto rilevante offrendo<br />

spazio, per esempio, anche al sistema<br />

d’accoglienza dei rifugi».<br />

Italia Coast to Coast, Cannara, Umbria<br />

«L’Italia che cammina in Italia sarà una delle fonti di ripresa più coerenti<br />

con il bisogno fisiologico di ricominciare con un passo diverso»<br />

© Simone Frignani<br />

86


© Alberto Conte/ItinerAria<br />

Via Francigena nella zona di Montalcino, Toscana<br />

Così l’Italia riparte al ritmo lento dei<br />

propri passi: dai cammini storici come<br />

la Via Francigena, per la quale è in<br />

corso la procedura per il riconoscimento<br />

Unesco, ai percorsi di prossima<br />

apertura, come quelli previsti<br />

nel 2021 ispirati a Dante Alighieri per<br />

celebrare i 700 anni dalla sua morte,<br />

comprendendo nel mezzo le dozzine<br />

di itinerari che legano tutte le regioni<br />

italiane e hanno superato la valutazione<br />

degli 11 criteri messi a punto dalla<br />

Direzione generale del Turismo, per<br />

essere inclusi nell’Atlante digitale. E,<br />

in attesa di rimetterci in marcia, sono<br />

tantissime le iniziative che popolano<br />

il web: dalle dirette quotidiane diffuse<br />

dal gruppo Facebook Io cammino in<br />

Italia alle trasmissioni di Radio Francigena,<br />

la voce ufficiale dei cammini,<br />

dal contest fotografico della Compagnia<br />

dei cammini agli incontri di Smart<br />

walking della Rete nazionale donne in<br />

cammino.<br />

«Puntiamo dunque sul turismo domestico,<br />

sull’Italia che va in Italia, nel<br />

pieno rispetto delle norme di distanziamento<br />

e sanificazione. Criteri che<br />

sono facilitati proprio nella dimensione<br />

escursionistica a contatto con la<br />

natura». È ottimista Piacentini: «Abbiamo<br />

la consapevolezza che tutto<br />

sarà diverso. Ma ne faremo l’occasione<br />

per puntare sul turismo di qualità».<br />

federtrek.org | beniculturali.it<br />

Trekking alle Cinque Terre, Liguria<br />

© Alberto Conte/ItinerAria<br />

87


TRAVEL<br />

ALTO ADIGE<br />

IL GUSTO È GIOVANE<br />

DALLA COLTIVAZIONE DEI FUNGHI FINO AI RISTORANTI STELLATI,<br />

NELLA REGIONE AUMENTANO LE IMPRESE DI UNDER 35 CHE<br />

PUNTANO A RIVALUTARE LE SPECIALITÀ LOCALI<br />

di Alessandra Iannello - a cura di VdGmagazine.it<br />

Il vero tesoro di un Paese sono i<br />

giovani. Come la linfa nuova è<br />

vitale per il corretto sviluppo di<br />

un albero, così le nuove generazioni<br />

sono fondamentali affinché l’economia<br />

di un territorio prosperi. Lo sanno<br />

bene in Alto Adige, dove sono state<br />

messe in campo politiche mirate a<br />

far tornare chi aveva lasciato la regione<br />

per studiare o cercare fortuna<br />

altrove. Incentivo che ha portato a un<br />

aumento significativo delle imprese<br />

giovanili (+3,8%), tanto che ad oggi su<br />

59.339 aziende circa 4.550 appartengono<br />

o sono dirette da under 35. Più<br />

Stefan Senfter e il suo Waldruhe<br />

© Harald Wisthale<br />

88


© Andreas Kalser<br />

Andreas Kalser e Josef Obkircher del Kirnig Bio Edelpilze<br />

della metà fanno parte del settore<br />

agroalimentare e della ristorazione,<br />

prevalentemente impegnate nella riscoperta<br />

e nel rilancio dei prodotti del<br />

territorio.<br />

Nell’antico maso “im Thal” di Aldino<br />

(BZ), i produttori Andreas Kalser e Josef<br />

Obkircher hanno recuperato un<br />

vecchio fienile ricreando le condizioni<br />

ideali per la coltivazione biologica di<br />

funghi nobili altoatesini con il progetto<br />

Kirnig. Una sfida, iniziata nel 2017,<br />

che valorizza il passato guardando al<br />

futuro e a uno dei mercati principali<br />

del territorio, l’enogastronomia. Contro<br />

ogni previsione, i due giovani hanno<br />

lavorato duramente e oggi, oltre ai<br />

tipici cardoncelli, producono anche i<br />

cino-giapponesi Shiitake.<br />

Si deve a Oskar Messner, un giovane allevatore-cuoco<br />

del ristorante Pitzock<br />

di Funes, il salvataggio della Villnösser<br />

Brillenschaf, la pecora con gli occhiali.<br />

Riconosciuta dall’Ue come razza ovina<br />

in via d’estinzione, è fra le più antiche<br />

d’Europa. Si hanno sue notizie già<br />

nel ‘700, quando i contadini allevavano<br />

il cosiddetto Pötscher, una pecora<br />

nota per il particolare disegno attorno<br />

agli occhi e sulle orecchie. Fino a dieci<br />

anni fa in tutta la Val di Funes, zona<br />

di origine della Villnösser Brillenschaf,<br />

resistevano soltanto 150 esemplari<br />

che oggi, grazie a Furchetta,<br />

un’associazione di tutela che raggruppa<br />

più di 50 contadini-allevatori,<br />

sono oltre 700. Oskar ha ripreso ricette<br />

antiche per la trasformazione<br />

della carne d’agnello e ha iniziato a<br />

produrre insaccati e specialità culinarie,<br />

mentre i tagli freschi vengono<br />

commercializzati in tutto l’Alto Adige<br />

e smistati verso i ristoranti più raffinati<br />

del territorio. Inoltre, la lana della<br />

Villnösser Brillenschaf viene lavorata<br />

dalle donne della Val di Funes, specializzate<br />

nella produzione di pantofole<br />

e berretti attraverso tradizionali<br />

tecniche di lavorazione dell’uncinetto<br />

e di infeltrimento della lana cardata.<br />

Oskar Messner e la pecora con gli occhiali<br />

89


TRAVEL<br />

Alexander Höller / Gli asparagi di Terlano a marchio Margarete<br />

A Terlano, invece, è la produzione di<br />

asparagi bianchi a mantenere in vita<br />

una tradizione nata oltre un secolo<br />

fa, grazie al lavoro di contadini locali.<br />

Per salvaguardare questo ortaggio,<br />

Cantina Terlano ha implementato il<br />

marchio Margarete con un progetto<br />

europeo guidato dal trentenne<br />

Alexander Höller. Appongono il marchio<br />

ai loro asparagi 15 produttori,<br />

anche membri della Cantina, che seguono<br />

le tecniche di coltivazione e<br />

consumo a chilometro zero. Entro due<br />

ore dalla raccolta, infatti, gli asparagi<br />

vengono inviati con l’automezzo Margarete<br />

Spargel a Cantina Terlano che,<br />

dopo il lavaggio e il raffreddamento,<br />

provvede alla consegna. Inoltre, tramite<br />

il sistema digitale Margarete, viene<br />

garantita la tracciabilità dell’intera<br />

filiera di ogni singolo asparago.<br />

Per le loro birre Jan Piazza, Carmelo<br />

Li Pomi, Tobia Moroder e Diego Perathone<br />

non solo hanno scelto un nome<br />

ladino, la lingua parlata nel Südtirol,<br />

ma hanno rafforzato l’appartenenza<br />

al territorio abbinando a ognuna delle<br />

otto tipologie un numero che corrisponde<br />

all’altezza delle cime delle<br />

Dolomiti Gardenesi intorno a Ortisei,<br />

dove ha sede la loro Mönpiër de Gherdëina.<br />

Qui sono prodotti ogni anno<br />

circa 70mila litri di birra impiegando<br />

solo l’acqua pura della fonte Cunfin, ai<br />

piedi del Sassolungo, rilanciando una<br />

tradizione birraia che in queste zone è<br />

nata intorno all’anno Mille.<br />

Poi c’è Thomas Ortler, che è stato<br />

commis de cuisine a Berlino nella celebre<br />

pasticceria Cinco by Paco Perez,<br />

poi chef nel ristorante due stelle Michelin<br />

Konstantin Filippou a Vienna e<br />

due anni fa è tornato nella sua Glorenza<br />

per realizzare il sogno più grande:<br />

raccontare se stesso e l’amore per il<br />

territorio attraverso i suoi piatti. Così è<br />

nato il Flurin, di cui è chef patron. Le<br />

sue proposte culinarie sono un ritorno<br />

alle origini, quando niente andava<br />

buttato e anche gli scarti venivano riproposti<br />

in piatti che esprimevano l’inventiva<br />

di chi era in cucina. Nel menù<br />

del ristorante spiccano ingredienti locali<br />

e stagionali come il pollo di Cengles<br />

(frazione del comune di <strong>La</strong>sa, in<br />

Val Venosta), il graukäse, formaggio<br />

Jan Piazza e le birre Mönpiër de Gherdëina<br />

© Martin Corradini<br />

grigio della Valle Aurina, e il gambero<br />

di torrente.<br />

Anche Stefan Senfter ha girato il mondo,<br />

scivolando con il suo snowboard<br />

sulle nevi delle località più cool. Oggi,<br />

invece, si destreggia nella cucina<br />

del Waldruhe, uno dei pochissimi ristoranti<br />

altoatesini che vanta il sigillo<br />

Slow Food. Situato a Sesto, in un<br />

maso costruito più di 500 anni fa, propone<br />

tra le specialità canederli, ravioli<br />

Schlutzkrapfen, filetto di cervo e trota.<br />

Ricette che Stefan cucina reinterpretando<br />

in chiave moderna gli insegnamenti<br />

di sua nonna.<br />

90


Il ristorante Flurin / Thomas Ortler<br />

© Hotel Elephant Bressanone<br />

© Hotel Elephant Bressanone<br />

© Hannes Niederkofler<br />

Mathias Bachmann / Proposte del ristorante Apostelstube<br />

Ha solo 33 anni Mathias Bachmann<br />

e vanta già una stella Michelin con il<br />

suo Apostelstube dell’Hotel Elephant<br />

di Bressanone. Figlio d’arte – suo<br />

papà Helmut è uno dei cuochi più famosi<br />

d’Italia e autore di libri di cucina<br />

di successo – Mathias ha lavorato al<br />

Tantris di Monaco con Hans Haas e<br />

alla Torre del Saracino di Vico Equense<br />

con Gennaro Esposito. All’Apostelstube,<br />

quattro tavoli per un massimo<br />

di 20 posti, sperimenta per pochissimi<br />

avventori ricette realizzate con ingredienti<br />

locali come il maialino da latte<br />

su crema di birra scura, il fegato grasso<br />

con grano saraceno o i fagottini di<br />

oca su crema di nocciole e salsa di<br />

tartufo.<br />

Anche Stefano Cavada, food blogger<br />

da decine di migliaia di follower, dopo<br />

aver trascorso alcuni anni a Londra e<br />

a Parigi, è rientrato in Alto Adige per<br />

raccontare e condividere, in particolare<br />

su Instagram, piatti e tradizioni<br />

del territorio. Ha iniziato con le video<br />

ricette su YouTube e nel 2018 è sbarcato<br />

in televisione con la prima edizione<br />

del programma SelfieFood su <strong>La</strong>7d,<br />

mentre lo scorso anno ha pubblicato<br />

il suo primo libro, <strong>La</strong> mia cucina altoatesina<br />

- 45 ricette per ogni occasione<br />

(Athesia, pp. 143 € 19,90). Una guida<br />

per riconoscere i prodotti di qualità<br />

e tradurre al meglio l’Alto Adige nel<br />

piatto.<br />

kirning.com | pitzock.com<br />

cantina-terlano.com<br />

monpier-gherdeina.it | flurin.it<br />

sexten.it | hotelelephant.com<br />

stefanocavada.it<br />

Stefano Cavada<br />

© Maria Martus Photography<br />

91


TRAVEL<br />

MADE IN ITALY<br />

A DOMICILIO<br />

© Yaruniv-Studio/AdobeStock<br />

92


DALLA LOMBARDIA ALLA CAMPANIA, LE RESTRIZIONI DOVUTE ALLA<br />

PANDEMIA HANNO ACCELERATO LO SVILUPPO DELL’E-COMMERCE<br />

PER I PICCOLI PRODUTTORI AGRICOLI<br />

di Andrea Guolo<br />

A<br />

Roma c’è il Pacco salva<br />

dispensa del contadino,<br />

consegnato direttamente a<br />

casa attraverso la piattaforma online<br />

di Coldiretti. In Lombardia, la regione<br />

più colpita dal coronavirus, oltre 250<br />

imprese di Confagricoltura portano a<br />

domicilio la spesa attraverso l’iniziativa<br />

Negozi in casa tua. In provincia di<br />

Bari, dal portale I prodotti dal campo<br />

alla tavola di Cia - Confederazione italiana<br />

agricoltori, è possibile ordinare<br />

le uova della società Avicola Debernardis,<br />

l’olio de L’Auricarro o i formaggi,<br />

sottoli e taralli della Masseria Chinunno.<br />

Questi sono solo tre esempi<br />

di un movimento economico in piena<br />

attività: quello dei piccoli produttori<br />

che si mettono in rete, con il sostegno<br />

delle associazioni agricole, per portare<br />

al cliente finale alimenti tipici del<br />

territorio, superando gli ostacoli e le<br />

limitazioni del lockdown. Una soluzione<br />

nata dall’emergenza ma destinata<br />

a continuare quando lentamente si<br />

tornerà alla normalità, perché anche<br />

nel mondo agricolo nulla sarà più<br />

come prima. <strong>La</strong> pandemia, in questo<br />

caso, ha fatto da acceleratore, stimolando<br />

aziende potenzialmente restie<br />

al commercio elettronico a superare<br />

l’ostacolo, aggiungendo il canale<br />

online alla vendita diretta attraverso<br />

spacci aziendali e mercati. Un vantaggio<br />

per il consumatore, che acquista<br />

la sua spesa da produttori identificabili<br />

e direttamente responsabili della<br />

loro qualità, ma anche per l’azienda<br />

agricola, in termini economici e di visibilità.<br />

«<strong>La</strong>voreremo sempre più su sistemi<br />

di vendita online e consegna a domicilio,<br />

conservando la filosofia del<br />

chilometro zero e stimolando il consumo<br />

delle tipicità italiane», afferma<br />

Carmelo Troccoli, direttore di Campagna<br />

Amica. I prodotti più richiesti,<br />

secondo l’osservatorio di Coldiretti,<br />

sono frutta e verdura di stagione, che<br />

precedono farine, latte e altri ingredienti<br />

essenziali. <strong>La</strong> vera rivelazione è<br />

stata quella del Pacco salva dispensa,<br />

© Coldiretti<br />

confezionato in quattro formati: da 30<br />

e 50 euro, bio e veg. «Inizialmente a<br />

Roma, dove abbiamo un potenziale<br />

massimo di 450 consegne al giorno,<br />

abbiamo raggiunto il sold out in soli<br />

sette minuti dall’inserimento nel sito.<br />

Ora consegniamo tremila pacchi alla<br />

settimana nella Capitale e duemila a<br />

Milano, oltre non possiamo andare».<br />

In più, tramite il sito e l’app Campagna<br />

amica, si possono raggiungere circa<br />

quattromila aziende in tutta Italia e<br />

Coldiretti sta implementando il sistema<br />

per arrivare, entro maggio, alla gestione<br />

in automatico degli ordini. Confagricoltura<br />

intanto si sta muovendo<br />

sul territorio per supportare le iniziative<br />

delle singole imprese. A Torino<br />

è nata la campagna Arrivano i nostri,<br />

in Toscana è stata ideata Maremma a<br />

domicilio, con il 10% degli incassi devoluti<br />

alla Croce Rossa, e a Salerno va<br />

per la maggiore <strong>La</strong> spesa a casa tua,<br />

con ortaggi di stagione, mozzarella di<br />

bufala, formaggi di pecora e capra,<br />

miele, limoni e marmellate. Mentre<br />

la proposta di Cia, attraverso il nuovo<br />

portale, non si limita ai prodotti tipici<br />

ma arriva a comprendere i piatti preparati<br />

dagli agrichef: «Così rafforziamo<br />

un legame importante tra i produttori<br />

agricoli e le famiglie italiane»,<br />

sottolinea il presidente nazionale Dino<br />

Scanavino.<br />

I contadini possono contare anche<br />

sulle app messe a punto per la spesa<br />

a domicilio, in crescita esponenziale<br />

soprattutto nelle grandi città, per far<br />

arrivare ortofrutta, carni, latticini e altri<br />

beni di prima necessità. È il caso di<br />

Cortilia, attiva in Lombardia, Piemonte<br />

ed Emilia-Romagna, che grazie a 200<br />

produttori selezionati ha raddoppiato<br />

gli ordini senza peraltro riuscire a<br />

soddisfare tutte le richieste. Un’altra<br />

piattaforma dedicata al cibo fresco e<br />

tipico è L’Alveare che dice Sì, nata a<br />

Torino e composta da gruppi di acquisto<br />

(gli alveari, appunto) che interagiscono<br />

con produttori iscritti al sito. C’è<br />

poi Smart Food, che opera a Milano<br />

e dintorni ed è specializzata in prodotti<br />

biologici freschi e confezionati.<br />

A Roma, infine, è arrivata Ortelia, con<br />

un’offerta di prodotti nazionali ma con<br />

un occhio specifico sull’agricoltura laziale.<br />

campagnamica.it<br />

confagricoltura.it<br />

cia.it<br />

93


WOMEN<br />

Immagine ufficiale dell’appello Se non ora quando - Libere<br />

EUROPA<br />

IL FUTURO<br />

È DONNA<br />

SI PUÒ RIPARTIRE SOLO<br />

METTENDO AL CENTRO<br />

IL TALENTO FEMMINILE.<br />

HA RACCOLTO 16MILA FIRME<br />

L’APPELLO RIVOLTO ALL’UE<br />

DA VOLTI NOTI COME CRISTINA<br />

COMENCINI E JO SQUILLO<br />

di Cecilia Sabelli [Movimento Se non ora quando - Libere]<br />

Se anche ci avessero avvisato, mai avremmo creduto,<br />

fino a prima dello scoppio della pandemia,<br />

che un giorno in tutto il mondo ci si sarebbe fermati<br />

e che qualcuno ci avrebbe detto: tornate nelle vostre<br />

case e restateci fino a data da destinarsi. Trasferite lì i vostri<br />

uffici, da lì curate i vostri malati e istruite i vostri bambini. Da<br />

lì, preoccupatevi solo dei beni e dei bisogni primari, perché<br />

è in gioco la salute e la sopravvivenza di tutti: ciò che<br />

è superfluo non conta più. Invece, è successo davvero. Ed<br />

è successo anche altro: in questo improvviso vuoto abbiamo<br />

ritrovato il contenuto. Cioè, la soluzione per salvarci non<br />

solo dalla vita di adesso ma anche da quella che conducevamo<br />

prima. Tutti, ascoltando i tragici bollettini della Protezione<br />

civile, ci siamo sentiti vulnerabili; ci siamo preoccupati<br />

di come accudire, materialmente ed emotivamente, i<br />

nostri cari o le persone sole e a rischio che conoscevamo;<br />

ci siamo sentiti sconvolti dalla riorganizzazione dell’attività<br />

lavorativa o scolastica. Tutti abbiamo provato gratitudine e<br />

ammirazione per chi, pur di prestare servizio alla comunità,<br />

metteva in pericolo se stesso e la propria famiglia; tutti<br />

abbiamo accennato un sorriso alla notizia di una nuova nascita<br />

e abbiamo rinunciato a qualcosa, qualcosa di grande,<br />

a volte, come essere presenti dinanzi alla sofferenza o alla<br />

morte di chi amiamo.<br />

È così che i valori, comunemente definiti privati e storicamente<br />

terreno dell’esperienza femminile, cioè quelli della<br />

cura dei corpi e delle vite, anche quelle più fragili, le relazioni,<br />

la scuola, il lavoro, la famiglia, l’economia, si sono<br />

riscoperti valori di un’intera comunità. Ciò su cui sono fondate<br />

e reggono, non soltanto nei momenti di crisi, le nostre<br />

società. Non è dunque un caso che, in una scena pubblica<br />

dominata da figure maschili poco predisposte a trovare<br />

accordi comuni, quando si è iniziato a parlare di intervento<br />

dell’Europa le donne per prime abbiano alzato la voce.<br />

94


Scienziate, scrittrici tra cui Elena Ferrante e Annie Ernaux,<br />

registe come Margarethe von Trotta, l’8 aprile hanno firmato<br />

l’appello di Se non ora quando – Libere, per dire «basta<br />

agli egoismi nazionali» e affermare che «è giunto il momento<br />

di ricostruire i nostri Paesi con un grande progetto<br />

comune che metta al centro gli esseri umani» e che faccia<br />

sempre più assegnamento sui talenti, l’intelligenza e il cuore<br />

delle donne.<br />

L’appello, firmato da oltre 16mila persone, è stato recapitato<br />

lo scorso 23 aprile ai governanti europei, insieme a un<br />

video in cui abbiamo raccolto le richieste di donne e uomini<br />

per chiedere iniziative forti su Europa, donne e ambiente.<br />

Tra loro anche le seimila Sardine, movimento nato come<br />

noi nelle piazze e voce importante della società civile.<br />

«Il Consiglio europeo è stato un successo, i governanti hanno<br />

deciso di muoversi insieme con un progetto di ricostruzione<br />

finanziato in comune», spiega la regista e scrittrice<br />

Cristina Comencini, volto dell’iniziativa. «Si apre ora lo scenario<br />

Italia: chi e come verranno gestiti i fondi? <strong>La</strong> preoccupazione<br />

c’è, visto che nella task force le donne sono poche<br />

e tra gli esperti sono praticamente assenti. Vogliamo che<br />

ora lo Stato italiano impieghi gli aiuti per le infrastrutture<br />

connesse alla scuola e alla salute; per affrontare il dramma<br />

della crisi demografica, problema europeo ma che nel nostro<br />

Paese è di entità spaventosa. Vogliamo si investa sullo<br />

stato sociale delle donne, per permettere una scelta libera<br />

della maternità, per favorire la condivisone con gli uomini e<br />

la possibilità per le donne di avere contemporaneamente<br />

dei figli e una carriera». E conclude con spirito combattivo:<br />

«Dovranno esserci anche le donne a decidere su questo,<br />

non lo chiediamo ma lo esigiamo».<br />

Quanto questa epidemia abbia visto loro protagoniste è<br />

sotto gli occhi di tutti. Alle casse, in corsia, nelle farmacie,<br />

nei laboratori, nei luoghi indispensabili alla sopravvivenza<br />

nei giorni di quarantena: erano quelle presenti in maggioranza.<br />

Lontane da casa, come il The New Yorker le ha<br />

rappresentate in una delle più belle copertine di sempre,<br />

«le donne erano a lavorare, in rapporto quotidiano con le<br />

Cristina Comencini, volto dell'iniziativa<br />

difficoltà di tutti noi sconvolti dalla pandemia e gli uomini<br />

invece tutti scienziati ed esperti, tutti in televisione o nei<br />

comitati a prendere le decisioni», fa notare la cantante<br />

Jo Squillo, tra le primissime firmatarie dell’appello. «Sulle<br />

donne più di tutte ha pesato questa emergenza e su di loro<br />

peserà la crisi che ci aspetta se non approfittiamo di questa<br />

occasione per riscrivere le regole di una vita più umana»,<br />

prosegue. E se non sarà l’Europa a investire sulla cura delle<br />

persone e del pianeta, chi altri del panorama internazionale<br />

potrà farlo? Il nostro gruppo, che altre volte nella storia del<br />

nostro Paese ha saputo individuare il momento giusto per<br />

agire, non ha dubbi: serve un salto di civiltà, è il momento<br />

che la cultura delle donne diventi la cultura di tutti. Per noi,<br />

per le generazioni a venire e per chi non c’è più.<br />

cheliberta.it<br />

senonoraquandofanpage<br />

© Douglas Kirkland<br />

Se non ora quando (2011)<br />

«Serve un salto di civiltà, è il momento che la cultura delle donne diventi la<br />

cultura di tutti. Per noi, per le generazioni a venire e per chi non c’è più»<br />

© Mirko Isaia<br />

95


WOMEN<br />

MOM’S LIFE<br />

NEL MESE DELLA LORO FESTA, SEI MAMME SPECIALI RACCONTANO<br />

LA LORO GIORNATA AI TEMPI DEL COVID-19<br />

ELENA<br />

SOFIA<br />

RICCI<br />

[ATTRICE]<br />

di Gaspare Baglio<br />

gasparebaglio<br />

Anche se la nostra chiacchierata è telefonica, esce ugualmente<br />

tutta la simpatia di Elena Sofia Ricci, definita da<br />

molti la regina della fiction, visto il successo di produzioni<br />

come Che Dio ci aiuti su Rai1. Un’attrice di classe e dal talento indiscutibile<br />

anche sul grande schermo. Non a caso, lo scorso anno ha<br />

ricevuto il suo terzo David di Donatello per l’interpretazione di Veronica<br />

<strong>La</strong>rio nel film Loro, di Paolo Sorrentino.<br />

Dal cinema è tornata in tv con la serie Vivi e lascia vivere, sempre sulla<br />

rete ammiraglia della tv pubblica, diretta da Pappi Corsicato. «Un<br />

regista unico. Ci siamo molto divertiti, è stato un po’ come essere a<br />

<strong>La</strong> Cage aux Folles», racconta l’attrice che sul set interpreta <strong>La</strong>ura,<br />

«una donna ruvida, pragmatica, una mamma che non ha tempo per<br />

smancerie. Ama i suoi figli in modo pratico, compiendo azioni apparentemente<br />

scorrette ma necessarie. Dopo aver perso il lavoro,<br />

mette in piedi un’attività di street food vendendo il sartù, piatto tipico<br />

napoletano».<br />

In futuro, ci tiene ad aggiungere, spera di vedere molti food truck<br />

con cibi tradizionali in giro per l’Italia: «Vorrà dire che saremo usciti<br />

da questo momento difficile. Parlo soprattutto per il mio settore, che<br />

sarà l’ultimo a rialzarsi vista l’impossibilità per ora di lavorare rispettando<br />

il distanziamento sociale».<br />

Un argomento, questo, che la tocca fino alla commozione: «Lo<br />

show business non è composto solo dalle persone sotto i riflettori.<br />

C’è gente che lavora dietro di noi, macchinisti, elettricisti, truccatori,<br />

sceneggiatori, sarti, registi. L’occupazione per loro è un bene di prima<br />

necessità, un mondo che il pubblico non si immagina neppure.<br />

Per questo ci stiamo mobilitando, nel nostro Paese alla cultura è<br />

destinato meno dell’1% delle risorse».<br />

<strong>La</strong> reclusione forzata l’attrice l’ha passata a occuparsi della casa.<br />

«Fin dal primo mese la tata è andata in quarantena, e a risentirne<br />

di più è stata la mia schiena: sia io che mio marito siamo maniaci di<br />

ordine e pulizia». Questo periodo le ha permesso anche di trascorrere<br />

più tempo con le figlie: «Emma, la più grande, vive questo momento<br />

con la frustrazione di chi si sente le ali tarpate: si è laureata<br />

a luglio, doveva spiccare il volo. Maria, la più piccola, veniva da un<br />

mese di punizione, ne aveva combinata una un po’ grossa e poteva<br />

uscire solamente per andare a scuola. Il castigo è finito proprio a<br />

pochi giorni dall’inizio dell’isolamento. <strong>La</strong> magra consolazione è che<br />

esistono i social e non si sente sola».<br />

Per la Festa della mamma Elena Sofia Ricci è indecisa: «Bisognerebbe<br />

chiedere alle mie figlie cos’hanno in mente di fare. Ma temo<br />

non si ricorderanno». Una risata e il pensiero va subito a un desiderio<br />

da condividere con le persone care. «Ne avevo tanti, di sogni. Oggi<br />

mi accontenterei di andare nel nostro piccolo paradiso al Circeo, a<br />

Punta Rossa. Lì ci sono i nostri amici e già sarebbe un grande dono».<br />

elenasofiaricci.com<br />

ElenaSofiaRicciOfficialPage<br />

elenasofiaof<br />

96


LODOVICA<br />

COMELLO<br />

[CONDUTTRICE<br />

TELEVISIVA E RADIOFONICA]<br />

di Cecilia Morrico morricocecili MorriCecili<br />

© Ufficio Stampa TV8<br />

Lodovica Comello ha preso non troppo<br />

seriamente il ruolo di mamma. <strong>La</strong> giovanissima<br />

conduttrice tv e radio ha da poco<br />

lanciato L’Asciugona, progetto podcast distribuito<br />

ogni mercoledì sui principali canali digitali<br />

(Spotify, Apple Podcast, Google Podcast) e, nella<br />

versione video, sui suoi profili social. Un racconto<br />

ironico e a tratti dissacrante sulla gravidanza e la<br />

maternità. «Ho vissuto con filosofia il lockdown.<br />

Tanto in ogni caso, con l’arrivo di un figlio, una<br />

sorta di quarantena l’avrei dovuta fare. Quindi approfitto<br />

della reclusione per dedicarmi a Teo con<br />

calma, 24 ore su 24, per conoscerci e imparare<br />

a fare la mamma fra poppate, colichette, cambi<br />

pannolini e notti quasi insonni», spiega.<br />

«Una cosa che ci fa sorridere è che siamo chiusi<br />

in casa ma, allo stesso tempo, non ci sentiamo<br />

troppo tagliati fuori dalla società. Non ci stiamo<br />

perdendo nulla: è come se fossimo rimasti tutti<br />

congelati nel tempo. Quando ci scongeleranno<br />

ripartiremo da dove eravamo rimasti, solo che noi<br />

avremo un fagottino in più».<br />

Eppure partorire il 16 marzo, nel pieno delle ristrettezze<br />

da Covid-19, non dev’essere stato facile.<br />

«È stato molto strano, più che altro. Spesso mi<br />

sono detta: “Non può essere, siamo su Scherzi a<br />

parte". Chi potrebbe mai immaginare di portare a<br />

termine una gravidanza nel bel mezzo di una pandemia<br />

globale, dove anche un controllo in ospedale<br />

può diventare una fonte di ansia interminabile?<br />

O che nessun membro della tua famiglia né di<br />

quella di tuo marito possa venire ad abbracciarti e<br />

a conoscere il tuo bimbo? Senza contare i consultori<br />

e i professionisti che normalmente ti accompagnano,<br />

in questo periodo chiusi o irreperibili».<br />

Uno scenario non semplice, insomma. «Ma per<br />

fortuna ce la stiamo cavando bene: le videochiamate<br />

con ostetriche e consulenti all’allattamento<br />

ci aiutano quotidianamente a far fronte ai piccoli<br />

intoppi che si presentano dopo il parto. Viva la<br />

tecnologia».<br />

Ma, intanto, qual è il primo desiderio da realizzare<br />

una volta finite le restrizioni? «Obiettivo numero<br />

uno: fargli capire che sulla Terra non ci siamo solo<br />

noi tre. Presentargli finalmente i nonni, gli zii e i<br />

cuginetti. Portarlo fuori casa, al parco, per fargli<br />

assaporare un po’ di venticello sul viso e sentire<br />

le risate dei bimbi che giocano. Ripartirei così,<br />

dalle piccole cose. Per il resto c’è tempo». Il 10<br />

maggio Lodovica festeggia anche la sua prima<br />

Festa della mamma. «<strong>La</strong> passerò con mio marito<br />

e Teo. Sicuramente brinderemo con un po’ di latte<br />

e alle 22 rotoleremo a letto per qualche coccola.<br />

Una festa più speciale di così!».<br />

lodovicacomello<br />

lodocomello<br />

lodocomello<br />

97


WOMEN<br />

TANIA<br />

CAGNOTTO<br />

[TUFFATRICE]<br />

Tania Cagnotto per Adidas<br />

di Marta Bartolozzi<br />

marbart76<br />

Era tutto pronto, o quasi, per Tokyo<br />

<strong>2020</strong>. Tania Cagnotto, tuffatrice<br />

europea con il maggior numero di<br />

podi in carriera, unica italiana ad aver vinto<br />

una medaglia d’oro mondiale nella sua specialità,<br />

si stava allenando in modo serrato.<br />

E, all’obiettivo Olimpiadi, ci sarebbe arrivata<br />

con la grinta di una grande atleta (oltre che<br />

di una mamma). Poi è arrivata l’emergenza<br />

sanitaria.<br />

«Il periodo che stiamo vivendo ha cambiato<br />

la mia routine di sportiva. Il posticipo delle<br />

Olimpiadi è stata una scelta giusta che però<br />

mi ha lasciata un po’ inerme. Rimettersi in<br />

gioco, ricominciare gli allenamenti, è stata<br />

dura».<br />

Ma anche in questa situazione ci sono<br />

aspetti positivi: «Come mamma, mi godo<br />

un periodo senza stress né orari e vivo mia<br />

figlia 24 ore al giorno. Dentro casa cerco di<br />

coinvolgerla un po’ in tutto: pulizie, cucina,<br />

ginnastica. A lei diverte fare quello che<br />

faccio io». Le giornate scorrono, seppure in<br />

isolamento, e stiamo per arrivare all’appuntamento<br />

con la Festa della mamma, una ricorrenza<br />

che quest’anno cade il 10 maggio.<br />

Di nuovo, non si scoraggia: «Mi piacerebbe<br />

poter festeggiare insieme ai nonni. Vediamo<br />

come sarà questa fase due».<br />

Quando potremo tornare ad abbracciarci,<br />

qual è la prima cosa che vorrebbe fare? A<br />

rispondere a questa domanda non è l’atleta<br />

dalle performance eccellenti, ma una donna<br />

che mette gli affetti al primo posto, senza<br />

dimenticare la passione per i viaggi: «Rivedere<br />

la famiglia, gli amici e poter attraversare<br />

di nuovo il nostro meraviglioso Paese».<br />

Venti medaglie d’oro agli Europei, una ai<br />

Mondiali, un argento e un bronzo alle Olimpiadi,<br />

tanti altri successi alle spalle: risultati<br />

raggiunti grazie alla passione per questo<br />

sport, ma anche alla capacità di sacrificarsi.<br />

Gli allenamenti quotidiani le hanno insegnato<br />

qualcosa che va oltre la competizione,<br />

valori appresi nel corso della carriera<br />

che spera di trasmettere a sua figlia. «<strong>La</strong> lealtà,<br />

la perseveranza, il non arrendersi alle<br />

prime difficoltà. Poi la pazienza e l’importanza<br />

di avere alle spalle qualcosa di solido».<br />

E se questa sarà una delle sfide personali<br />

più importanti per Tania, ci auguriamo di<br />

rivederla presto gareggiare nelle competizioni<br />

internazionali e magari, perché no, alle<br />

prossime Olimpiadi.<br />

taniacagnottoweb.net<br />

TaniaCagnottoOfficial<br />

cagnottotania<br />

98


BENEDETTA<br />

Mi potresti richiamare fra cinque minuti?<br />

Sto sfornando una torta». Chi,<br />

se non Benedetta Parodi, avrebbe<br />

PARODI «<br />

potuto esordire così per la nostra intervista? Allo<br />

scoccare del quinto minuto un sms mi informa<br />

che è prontissima. <strong>La</strong> conduttrice tv, volto di<br />

punta del talent culinario Bake Off Italia su Real<br />

[GIORNALISTA E CONDUTTRICE TV]<br />

© Loris T. Zambelli<br />

Time, sta passando un periodo di isolamento<br />

molto intenso: «In casa siamo in otto, abbiamo<br />

accolto un amico 18enne di mia figlia Matilde,<br />

in difficoltà perché i suoi genitori sono a New<br />

York. Poi abbiamo una ragazza alla pari e la tata<br />

Natasha – menomale che c’è! – che sta con noi<br />

da 15 anni. Una reclusione molto movimentata,<br />

quindi, ma almeno ci divertiamo: si fanno giochi<br />

da tavola, si chiacchiera, si prendono aperitivi.<br />

<strong>La</strong> mattina è dedicata agli impegni scolastici<br />

dei ragazzi, il pomeriggio cucino sia per i social<br />

sia per la famiglia. È come essere in pensione».<br />

Per la Festa della mamma, Benedetta ha due<br />

opzioni: «Se potrò uscire fuori regione vorrei<br />

tanto andare a trovare mia madre, che vive ad<br />

Alessandria. È una donna tostissima, trascorre<br />

la quarantena in solitudine con energia e senso<br />

di responsabilità. Ma mi manca e mi spiace<br />

saperla senza compagnia: le porterei una<br />

vagonata di roba da mangiare per pranzare<br />

insieme», racconta. «Se invece, come credo,<br />

saremo ancora reclusi, sarà un’ulteriore scusa<br />

per festeggiare e tirare fuori la voglia di divertirsi.<br />

Tra l’altro, ho preso un piccolo barbecue<br />

che potrei mettere sul balconcino per cuocere<br />

quattro salsicce. Ma non so se basterebbero<br />

per tutti».<br />

Un sorriso e si passa al sogno post emergenza,<br />

sul quale la Bene (così la chiamano gli amici)<br />

non ha dubbi: «Vorrei andare nella nostra casa<br />

di campagna, in Piemonte. E fare una rimpatriata<br />

con i miei fratelli, Cristina e Roberto, e i loro<br />

figli. Una bella grigliata suonando la chitarra. Mi<br />

piacerebbe tanto, poi, rivedere la Sardegna, il<br />

mio luogo del cuore e il più amato anche dai<br />

miei figli. Andare al mare è stata una delle risposte<br />

più gettonate anche sui social, quando<br />

ho domandato, a chi mi segue, cosa vorrebbero<br />

fare una volta finito l’isolamento». Spiaggia<br />

a parte, la super Parodi ha in ballo una novità<br />

lavorativa importante: sarà al timone della versione<br />

tricolore di Chef in your ear su <strong>La</strong>7, prima<br />

di tornare sotto il tendone di Bake Off Italia. «I<br />

format risentiranno di queste restrizioni obbligatorie.<br />

Bisognerà mantenere naturalezza, divertimento<br />

e gioia, con tutti gli accorgimenti del<br />

caso».<br />

G.B.<br />

benedettaparodiofficial<br />

benedettaparodi<br />

ziabene<br />

99


WOMEN<br />

ALICE<br />

MANGIONE<br />

THE POZZOLIS FAMILY<br />

[ATTRICE E WEB CREATOR]<br />

© Dario Altamura<br />

Unica nella sua simpatia, la Pozzolis family<br />

regala sempre risate e riflessioni<br />

sulle gioie domestiche. Alice, attrice e<br />

web creator, e Gianmarco, volto di Zelig e di fiction<br />

come Un passo dal cielo, con i figli Giosuè e Olivia<br />

Tosca, sono un quartetto irresistibile che condivide<br />

da anni la propria vita sul web. In questo periodo in<br />

casa sfidano educatrici e pedagogisti scegliendo di<br />

non disciplinarsi in una routine. «Ogni giorno è una<br />

sorpresa. Può succedere di tutto», racconta Alice,<br />

«a volte ci svegliamo alle sei di mattina e iniziamo<br />

la giornata per poi riaddormentarci alle due e alzarci<br />

alle 18 del pomeriggio. L’unica regola è che alle 21:30<br />

spegniamo le luci e come dei cocoriti mandiamo a<br />

letto i bambini, con storie della buonanotte noiosissime<br />

per farli addormentare».<br />

Solo dopo, lei e Gianmarco riescono a vedere un film<br />

o a lavorare, approfittando del fatto di essere finalmente<br />

soli. «A tal proposito, alcune sere fa, siamo<br />

anche riusciti a organizzare un appuntamento romantico<br />

tête-à-tête: erano le due di notte e siamo<br />

andati sul balcone, per birra e chiacchiere da adulti.<br />

Prima del lockdown ci concedevamo un’uscita a settimana<br />

lasciando i piccoli con la babysitter, ora dobbiamo<br />

reinventarci per avere intimità».<br />

In quattro le giornate sono comunque piuttosto lunghe.<br />

«Tentiamo di impegnarci in cose che abbiano<br />

senso, ma a turno perdiamo interesse. Il più entusiasta<br />

è Gianmarco, ma l’attenzione poi cala. I nostri figli<br />

sono nella fascia sotto i sei anni, quella che più di<br />

tutti ha risentito del periodo perché poco considerata<br />

nei provvedimenti, anche scolastici. Facciamo<br />

molti giochi fisici e nessun lavoretto, anche perché<br />

io sono negata. Mentre sono circondata da amiche e<br />

colleghe capaci di fare castelli con la pasta di pane o<br />

cupcake alla Ernst Knam, mentre a me riescono solo<br />

i brutti ma buoni».<br />

Si cerca sempre di essere positivi, «anche perché<br />

esistono situazioni davvero difficili, di persone che<br />

abitano in sei in un bilocale. Alla fine i nostri figli stanno<br />

bene, con i genitori a casa per loro è domenica da<br />

due mesi e noi non facciamo che viziarli con cioccolatini<br />

e caramelle. Appena si potrà uscire, abbiamo<br />

promesso che andremo di nuovo tutti insieme in bici.<br />

Noi che pedaliamo, loro sui seggiolini e uno zainetto<br />

con i panini per andare più lontano possibile dalla<br />

città. Prima delle restrizioni, nei weekend andavamo<br />

sulla ciclabile tra Milano e Pavia. E per l’estate<br />

stavamo pensando alla Riviera romagnola, da raggiungere<br />

in treno perché viaggiamo mal volentieri in<br />

macchina». Per la Festa della mamma, domenica 10<br />

maggio, ha le idee chiare: «Tre ore di spa nel bagno<br />

di casa. Voglio chiudermi lì da sola, con la musica in<br />

sottofondo, per maschere e manicure». C.M.<br />

thepozzolisfamily<br />

thepozzolisfamily<br />

The Pozzolis Family<br />

100


CATERINA<br />

BALIVO<br />

[CONDUTTRICE TELEVISIVA]<br />

© Cosimo Buccolieri<br />

Volto del pomeriggio Rai1, una delle digital<br />

influencer più quotate sui social network,<br />

e mamma di Guido Alberto e Cora. In due<br />

parole, Caterina Balivo. Generalmente è lei a condurre<br />

interviste, oggi invece ci racconta come sta<br />

passando le giornate tra le mura domestiche. «Per<br />

noi adulti non è facile, figuriamoci per i bambini.<br />

Non sono una mamma apprensiva, ma penso che<br />

non vada sottovalutato l’impatto che questo periodo<br />

ha sui più piccoli. Hanno due certezze, i genitori<br />

e la scuola, e senza quest’ultima sono stati privati<br />

di amici, insegnanti, attività e socialità importanti.<br />

Senza contare che vedersi attraverso un computer<br />

non è sempre facile. Mio figlio Guido Alberto,<br />

che ha sette anni, prima del lockdown non aveva<br />

mai utilizzato tablet o giochi tecnologici e gestire<br />

le lezioni online all’inizio è stato snervante», spiega<br />

la conduttrice.<br />

Con Cora, due anni e mezzo, i primi giorni sono stati<br />

pesanti: «Era abituata a uscire sempre subito dopo<br />

la colazione e mi chiedeva perché ora non potevamo<br />

più farlo. Le abbiamo detto la verità, che c’era<br />

un virus cattivo capace di farle venire la febbre altissima.<br />

Mentre Guido Alberto, che è più grande, ha<br />

sentito i nostri discorsi e i telegiornali e ha giustamente<br />

manifestato un po’ di preoccupazione per i<br />

nonni».<br />

<strong>La</strong> routine quotidiana è piuttosto altalenante: «<strong>La</strong><br />

mattina Guido Alberto ha le lezioni scolastiche e<br />

confesso che ho scoperto di non avere molta pazienza<br />

nel seguirlo con i compiti. E poi la gestione<br />

di due bambini con età diverse non è facile. Ho provato<br />

a far fare loro delle cose insieme, ma a parte la<br />

pittura altro non si riesce».<br />

In tutto questo, ha comunque avuto il tempo per<br />

realizzare su Instagram il progetto My Next Book.<br />

«È nato da un’idea avuta con mio marito (lo scrittore<br />

Guido Maria Brera, ndr). Durante il lockdown<br />

molte promozioni di libri sono state bloccate. Così<br />

ho cominciato a intervistare uno scrittore al giorno<br />

chiedendogli di raccontare in diretta su Instagram<br />

il suo romanzo in uscita. Un’esperienza nuova ma di<br />

successo. Molti mi hanno richiamata dicendo che<br />

le vendite erano aumentate dopo il nostro incontro».<br />

Ma, tornando alla vita in famiglia, come pensa<br />

di passare la Festa della mamma? «Ho chiesto a<br />

mio figlio una letterina, senza scuola non credo ci<br />

saranno lavoretti ad hoc. E poi sicuramente faremo<br />

una videochiamata con mia mamma, che è ad<br />

Aversa, e le mie sorelle. Mi mancano tantissimo.<br />

Appena l’emergenza sarà rientrata andremo a trovarle<br />

e mangeremo con tutta la famiglia sul lungomare<br />

di Napoli. Lo desidero davvero tanto». C.M.<br />

caterinabalivoofficial<br />

caterinabalivo<br />

caterinabalivo<br />

101


WOMEN<br />

IMPERFETTE<br />

E FELICI<br />

COME EVITARE IL SOVRACCARICO DI ATTIVITÀ<br />

SFATANDO IL MITO DEL MULTITASKING<br />

di Chiara Cecutti chiaracecutti.com<br />

chiaracecutticoachcounsellor<br />

Avere la capacità di fare<br />

molte cose in contemporanea<br />

è considerata una<br />

virtù tutta femminile che raggiunge<br />

livelli di giocoleria ed equilibrismo<br />

straordinari quando la vita della<br />

donna comprende, oltre a una casa<br />

e un lavoro da gestire, anche dei figli<br />

da crescere. E di questa abilità<br />

andiamo fiere e orgogliose senza<br />

però renderci conto – forse perché<br />

non ne siamo a conoscenza (o semplicemente<br />

perché poter vantare<br />

un primato così eclatante sull’uomo<br />

è davvero troppo attraente) – delle<br />

conseguenze negative che questo<br />

nostro agire produce nel medio e<br />

soprattutto nel lungo periodo.<br />

Hoepli, pp. 170 € 16,90<br />

Naturalmente l’entità che determina<br />

il sovraccarico da attività è<br />

soggettiva, ci sono persone con<br />

una soglia molto più elevata di altre<br />

nel reggere lo stress. Qualsiasi<br />

essa sia, però, è bene identificare la<br />

propria e correre ai ripari, a maggior<br />

ragione nel momento che stiamo<br />

vivendo, in cui ci è stato imposto di<br />

restare in casa o uscire molto poco,<br />

senza la possibilità di recuperare<br />

e bilanciare le energie psichiche<br />

cambiando aria, se non aprendo le<br />

finestre, cosa che non varia comunque<br />

lo scenario attorno a noi.<br />

Quali sono, allora, i segreti per ridurre<br />

il rischio di stress da multitasking?<br />

In buona parte sono gli<br />

stessi, per una situazione ordinaria<br />

o straordinaria come quella attuale.<br />

Lo step fondamentale è aumentare<br />

la propria consapevolezza rispetto<br />

alle reali motivazioni che ci portano<br />

a fare così tante cose, invece di<br />

delegare qualche incombenza ai<br />

nostri compagni, responsabilizzare<br />

i nostri figli a partire dal loro quarto<br />

o quinto compleanno, dedicarci<br />

alle nostre priorità anziché a tutto lo<br />

scibile umano, prenderci un po’ di<br />

tempo per noi stesse, preparando<br />

una semplice omelette anziché alzarci<br />

all’alba per cuocere le lasagne<br />

o accettando il fatto che le presine<br />

della cucina possono anche non essere<br />

stirate.<br />

Solo comprendendo perché ci sovraccarichiamo<br />

così tanto potremo<br />

© Elena Triolo<br />

scegliere di cambiare i nostri comportamenti,<br />

se non altro in nome<br />

della salute e del buonumore che<br />

tanto aiuta il benessere generale e<br />

anche la vita di coppia.<br />

Come venirne a capo? Mettendosi<br />

a tavolino con tutta la famiglia per<br />

concordare una suddivisione dei<br />

compiti quotidiani, a partire dalle<br />

cose che a ognuno piace di più – o<br />

pesa di meno – fare, negoziandole<br />

o sorteggiandole affinché diventino<br />

un gioco. Infine, organizzare tempi e<br />

luoghi che prevedano la possibilità<br />

di ritagliarsi momenti e aree per sé,<br />

soprattutto nel caso di spazi contenuti,<br />

e alternare la gestione dei figli<br />

con il proprio partner.<br />

102


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />

BUON VIAGGIO…<br />

A NANTES!<br />

NANTES, PLAYGROUND © F. TOMPS / LVAN<br />

NANTES,LES MACHINES DE L’ÎLE © FRANCK TOMPS<br />

VIVACE, CREATIVA,<br />

DINAMICA, CULTURALE,<br />

TURISTICA, NANTES<br />

È UNA CITTÀ SPECIALE,<br />

autentica e insieme visionaria (non<br />

a caso qui è nato Jules Verne!).<br />

Dichiarata nel 2013 capitale verde<br />

d’Europa, con i suoi paesaggi così<br />

diversi, un patrimonio ricco ed<br />

eclettico, una gran varietà di<br />

proposte culturali, la porta della<br />

Bretagna è regolarmente in testa<br />

alla lista delle città francesi dove<br />

si vive meglio.<br />

dispositivo culturale, la Città è ancora<br />

più scombussolata del solito. Da<br />

vedere: delle installazioni effimere<br />

o permanenti, delle opere d’arte,<br />

delle mostre. Da vivere: dei luoghi<br />

conviviali, degli incontri inattesi.<br />

Da assaporare: dei prodotti locali<br />

coltivati negli orti del centro città.<br />

— COME ARRIVARE<br />

Voli diretti dall’Italia dalle principali<br />

città: Milano, Roma, Venezia, Pisa,<br />

Napoli ma anche Bari, Olbia, Cagliari,<br />

Palermo.<br />

fortezza. Essa costudisce dal<br />

2007 il museo storico di Nantes.<br />

Il Musée d’arts di Nantes (ex Musée<br />

des Beaux-Arts) e le sue 900 opere<br />

della mostra permanente che si<br />

estendono dall’arte antica a quella<br />

contemporanea, dalla pittura al video.<br />

L’esigenza artistica dell’edificio<br />

lo posiziona come il più grande<br />

museo nell’Ovest della Francia.<br />

104<br />

Una città dove capita di incontrare<br />

il Grande Elefante delle Machines<br />

de l’île alto 12 metri che passeggia<br />

lungo la Loira, salire su una fantastica<br />

giostra alta 25 metri ma anche<br />

la famosa Galerie des Machines<br />

che inscena diversi macchinari.<br />

Ogni estate Il Voyage à Nantes,<br />

l’evento, sublima un percorso urbano<br />

sensibile e poetico lungo una<br />

linea verde di 15 km tracciata per<br />

terra. Artisti e creatori, giardinasti<br />

e cuochi, DJ e architetti… sono invitati<br />

a esprimersi nello spazio pubblico.<br />

Con 50 tappe sorprendenti,<br />

che raggruppano l’insieme del<br />

— DA FARE<br />

Seguite il soleggiato percorso verde<br />

durante l’evento «Il viaggio a Nantes»,<br />

dal 5 luglio al 30 agosto <strong>2020</strong>,<br />

e lasciatevi trasportare da questa via<br />

costellata da una 50 di tappe nel<br />

cuore di Nantes. <strong>La</strong> capitale storica<br />

dei duchi di Bretagna propone installazioni<br />

di grandi artisti internazionali<br />

all’interno di spazi pubblici; esposizioni<br />

nei diversi siti del patrimonio<br />

artistico, nuovi luoghi di convivialità<br />

e angoli insoliti.<br />

— DA NON PERDERE<br />

A due passi dalla cattedrale e dal<br />

quartiere medievale, le Château des<br />

ducs de Bretagne dissimula un elegante<br />

palazzo dietro una robusta<br />

CHÂTEAU DES DUCS DE BRETAGNE © P. PIRON / LVAN<br />

PER PREPARARE IL VOSTRO<br />

VIAGGIO A NANTES, VISITATE<br />

WWW.NANTES-TOURISME.COM<br />

E WWW.VOYAGE-EN-BRETAGNE.COM<br />

— — — — — — — — — — — — — — — — — — — — —<br />

L’accesso a tutti i mezzi pubblici è gratuito per<br />

i possessori del PASS NANTES (durata di 1, 2<br />

o 3 giorni), che permette anche l’ingresso senza<br />

ulteriori costi ai principali musei cittadini e ad<br />

alcune attrazioni dei dintorni nonché escursioni<br />

gratuite sui mezzi turistici (trenino e bus).


105


PROMOZIONI<br />

BASE<br />

LIBERTÀ DI VIAGGIO<br />

E CAMBI ILLIMITATI<br />

Biglietto acquistabile fino alla<br />

partenza del treno. Entro tale limite<br />

sono ammessi il rimborso e<br />

il cambio del biglietto e il cambio<br />

della prenotazione, gratuitamente,<br />

un numero illimitato di volte.<br />

Dopo la partenza, il cambio della<br />

prenotazione e del biglietto sono<br />

consentiti una sola volta fino a<br />

un’ora successiva.<br />

A/R IN GIORNATA<br />

Promozione per chi parte e torna<br />

nello stesso giorno con le Frecce<br />

a prezzi fissi, differenziati in base<br />

alle relazioni e alla classe o al livello<br />

di servizio. Un modo comodo e<br />

conveniente per gli spostamenti di<br />

lavoro 1 .<br />

A/R WEEKEND<br />

Promozione per chi parte il sabato<br />

e torna la domenica con le Frecce a<br />

prezzi fissi, differenziati in base alle relazioni<br />

e alla classe o al livello di servizio.<br />

<strong>La</strong> giusta soluzione per visitare<br />

le città d’arte nel fine settimana senza<br />

stress e lasciando l’auto a casa 1 .<br />

ECONOMY<br />

CONVENIENZA E FLESSIBILITÀ<br />

Offerta a posti limitati e soggetta<br />

a restrizioni. Il biglietto può essere<br />

acquistato entro la mezzanotte<br />

del secondo giorno precedente<br />

il viaggio. L’accesso ad altro treno<br />

rispetto a quello prenotato e<br />

il rimborso non sono consentiti.<br />

È possibile, fino alla partenza del<br />

treno, esclusivamente il cambio<br />

della data e dell’ora per lo stesso<br />

tipo di treno, livello o classe, effettuando<br />

il cambio rispetto al corrispondente<br />

biglietto Base intero e<br />

pagando la relativa differenza di<br />

prezzo. Il nuovo ticket segue le regole<br />

del biglietto Base.<br />

SPECIALE 2X1<br />

Offerta dedicata a chi prende il treno<br />

di sabato. Si viaggia in due pagando<br />

un solo biglietto al prezzo Base nei livelli<br />

Business, Premium e Standard e in<br />

1^ e 2^ classe. Ideale per raggiungere,<br />

in coppia, i luoghi dove si tengono<br />

concerti, partite, mostre e altri eventi 2 .<br />

SUPER<br />

ECONOMY<br />

MASSIMO RISPARMIO<br />

Offerta a posti limitati e soggetta<br />

a restrizioni. Il biglietto può essere<br />

acquistato entro la mezzanotte<br />

del secondo giorno precedente il<br />

viaggio. Il cambio prenotazione,<br />

l’accesso ad altro treno e il rimborso<br />

non sono consentiti.<br />

BIMBI GRATIS<br />

Con Trenitalia i bambini viaggiano<br />

gratis in <strong>Freccia</strong>rossa, <strong>Freccia</strong>rgento,<br />

<strong>Freccia</strong>bianca e Intercity nei livelli Business,<br />

Premium e Standard e in 1^ e 2^<br />

classe. Gratuità prevista per i minori di<br />

15 anni accompagnati da almeno un<br />

maggiorenne, in gruppi composti da<br />

2 a 5 persone 3 .<br />

NOTE<br />

LEGALI<br />

1. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno e della classe/livello di servizio. Acquistabile entro le ore 24<br />

del terzo giorno precedente la partenza del treno. Il cambio prenotazione/biglietto è soggetto a restrizioni. Il rimborso non è<br />

consentito. Offerta non cumulabile con altre riduzioni, compresa quella prevista a favore dei ragazzi.<br />

2. L’offerta è valida tutti i sabati ed è acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza. Posti limitati e<br />

variabili in base al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso non consentiti. Offerta non<br />

cumulabile con altre riduzioni.<br />

3. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno, della classe/livello di servizio e del numero dei componenti<br />

del gruppo. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. Cambio prenotazione/biglietto e<br />

rimborso non consentiti. Offerta non cumulabile con altre riduzioni a eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi.<br />

107


CARTAFRECCIA<br />

SOCI CARTAFRECCIA<br />

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E, dando il consenso al trattamento dei dati personali, riceverai speciali promozioni su misura per te.<br />

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CARTONI E PROGRAMMI PER I PICCOLI VIAGGIATORI<br />

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GIOCHI<br />

Azione, sport,<br />

logica e tanto altro<br />

a disposizione di<br />

grandi e piccoli<br />

viaggiatori<br />

NEWS<br />

Notizie Ansa<br />

sui principali<br />

fatti quotidiani<br />

aggiornate ogni ora<br />

SERIE E<br />

PROGRAMMI TV<br />

Una selezione di<br />

serie e programmi<br />

tv nazionali e<br />

internazionali<br />

CINEMA<br />

Una selezione<br />

di film italiani<br />

AUDIOLIBRI<br />

Audiolibri di<br />

vario genere<br />

anche per<br />

bambini<br />

INFO DI VIAGGIO<br />

Informazioni in<br />

tempo reale su<br />

puntualità, fermate,<br />

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INTERNET WIFI<br />

Connessione a<br />

Internet tramite<br />

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109


FLOTTA<br />

FRECCIAROSSA<br />

FRECCIAROSSA ETR 500<br />

Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze | 4 livelli di servizio Executive, Business,<br />

Premium, Standard | Posti 574 | WiFi | FRECCIAROSSA<br />

Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

FRECCIARGENTO ETR 700<br />

Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze | 3 livelli di Servizio Business, Premium,<br />

Standard | Posti 500 | WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

FRECCIARGENTO ETR 600<br />

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 432 | WiFi<br />

Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

FRECCIAROSSA ETR 1000<br />

Velocità max 400 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 8 carrozze<br />

110


FRECCIARGENTO ETR 485<br />

Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 489 | WiFi<br />

Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

FRECCIABIANCA<br />

Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 603<br />

Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

FRECCIABIANCA ETR 460<br />

Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 479<br />

Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 457 | WiFi Fast | Presa elettrica al posto<br />

Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />

111


PRIMA DI SCENDERE<br />

FOTO DEL MESE<br />

A cura di Gaspare Baglio<br />

gasparebaglio<br />

È bastato il gruppo Facebook Mujeres nel cinema per mettere in piedi Tutte a casa -<br />

Donne, lavoro, relazioni ai tempi del Covid-19, il progetto di documentario partecipato<br />

ideato da un gruppo di professioniste dello spettacolo. L’idea è raccontare il rapporto<br />

tra donne e lavoro ai tempi del Coronavirus. Le autrici hanno lanciato la call, invitando a<br />

partecipare alla cronaca comune attraverso la realizzazione di brevi video.<br />

Il risultato è il personalissimo diario emotivo di chi è costretta a lavorare fuori casa,<br />

di chi opera in smart working e di chi, invece, non può fare né l’una né l’altra cosa.<br />

Una narrazione collettiva che, una volta terminata e resa disponibile sui social, farà<br />

riflettere sul particolare momento storico che stiamo vivendo, costruendo un archivio di<br />

testimonianze e un ritratto corale al femminile.<br />

112


PRIMA DI SCENDERE<br />

FONDAZIONE FS<br />

STORIA DI UN<br />

MIRACOLO<br />

UN VIAGGIO NEL TEMPO PER RIVIVERE<br />

IL BOOM ITALIANO DEGLI ANNI ‘60 A BORDO TRENO<br />

© Archivio Fondazione FS Italiane<br />

Una sfilata di moda sull’automotrice ALn 773<br />

Il concetto di rinascita non è nuovo per il popolo italiano.<br />

Basti ricordare gli anni a cavallo tra il 1950 e il<br />

1960, quando la ricostruzione post bellica lascia il<br />

passo a un periodo caratterizzato da una forte crescita e<br />

un notevole sviluppo tecnologico: il miracolo economico<br />

italiano.<br />

I cittadini sono rinfrancati dall’incremento dell’occupazione<br />

e dei consumi, in un clima di discreto ottimismo. Gli italiani<br />

introducono nella propria quotidianità il concetto di<br />

movimento: abbandonano le campagne e i piccoli centri<br />

per migliorare la propria condizione economica, mescolando<br />

così tradizioni e culture un tempo distanti. È l’Italia<br />

che cresce e si arricchisce, in un processo che accomuna<br />

le realtà contadine con i grandi poli industriali.<br />

Progressiva è la diminuzione delle locomotive a vapore<br />

in favore della trazione elettrica e Diesel, anche per uniformarsi<br />

alle altre reti ferroviarie europee: un processo<br />

che porta all’abolizione della terza classe, alla nascita dei<br />

Trans Europ Express (TEE) e alla continua evoluzione degli<br />

elettrotreni. In questi anni le competenze ingegneristiche<br />

e ferroviarie di FS sviluppano l’ETR 220: la Sezione autonoma<br />

Documentazione FS mostra il famoso mezzo già modificato<br />

con l’aggiunta di una quarta vettura per raggiungere<br />

i 150 posti a sedere e dotare il convoglio di un bar.<br />

Nel traffico locale vengono utilizzate sempre più frequentemente<br />

le automotrici che, grazie alla notevole potenza<br />

unita a un peso limitato, garantiscono un viaggio confortevole<br />

e veloce nella maggior parte dei percorsi.<br />

L’aspetto esteriore compatto e gli interni essenziali ma<br />

comodi hanno lasciato un ricordo indelebile nella memoria<br />

degli italiani. L’automotrice ALn 773 si può vedere in<br />

un cinegiornale dell’estate 1960, pubblicato sulla pagina<br />

Facebook di Fondazione Fs Italiane: un reportage girato<br />

nel breve viaggio di un gruppo di indossatrici e indossatori<br />

tra Roma e Frascati. <strong>La</strong> stazione ferroviaria della cittadina<br />

laziale diventa un set improvvisato per una vera e propria<br />

sfilata di moda. Due minuti di filmato, raccontato anche in<br />

un articolo di Voci della rotaia, riescono a riassumere l’essenza<br />

dei primi anni ’60: l’ottimismo, la voglia di mondanità<br />

e la comodità nei trasporti.<br />

fondazionefs.it<br />

FondazioneFsItaliane FondazioneFsItaliane<br />

113


GIOCHI, FUMETTI E CURIOSITÀ PER PICCOLI VIAGGIATORI<br />

SUPPLEMENTO DE LA FRECCIA | MAGGIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />

115<br />

OGNI VIAGGIO È UN’AVVENTURA MERAVIGLIOSA!


LA FRECCIA Junior<br />

SOMMARIO<br />

Pagina 1<br />

LEGGI: IL TRENO<br />

DEI BAMBINI<br />

Pagina 2<br />

INFO: MILLE<br />

PASSIONI<br />

Pagina 3-11<br />

FUMETTO: BABY DOC<br />

COME TI SCONFIGGO IL VIRUS!<br />

Pagina 12<br />

GIOCA: TRIS<br />

PERSONALIZZATO<br />

NOVITÀ:<br />

“In treno con Gianni Rodari”<br />

Einaudi Ragazzi, pp.160, ¤ 15,90<br />

Il treno dei<br />

bambini<br />

C’è un paese dove i bambini<br />

hanno per loro tanti trenini,<br />

ma treni veri, che questa stanza<br />

per farli andare non è abbastanza,<br />

treni lunghi da qui fin là,<br />

che attraversano la città.<br />

Il capostazione è un ragazzetto<br />

appena più grande del fischietto,<br />

il capotreno è una bambina<br />

allegra come la sua trombettina;<br />

sono i bambini il controllore,<br />

il macchinista, il frenatore.<br />

Tutti i posti sui vagoncini<br />

sono vicini ai finestrini.<br />

E il bigliettario sul suo sportello<br />

ha attaccato questo cartello:<br />

“I signori<br />

genitori<br />

se hanno voglia di viaggiare<br />

debbono farsi accompagnare”.<br />

Gianni Rodari<br />

da “Filastrocche in cielo e in terra”<br />

Einaudi Ragazzi, pp.160, ¤ 12<br />

SUPPLEMENTO DE LA FRECCIA | MAGGIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />

è un progetto a cura di<br />

PANINI MAGAZINES – Direttore Mercato Italia: Alex Bertani • Publishing manager: Sara Mattioli • Coordinamento editoriale: Stefania Simonini • Progetto grafico: Alessandro Gucciardo<br />

Illustrazione di copertina e impaginazione: Luca Bertelè<br />

Per la storia a fumetti: Baby Doc © <strong>2020</strong> Testi: Andrea Voglino • Disegni: Luca Bertelè • Colori: Manuela Nerolini<br />

EDIZIONI LA FRECCIA – Direttore Responsabile: Marco Mancini • Responsabile Editoria: Davide Falcetelli • Coordinamento editoriale: Sandra Gesualdi<br />

TRENITALIA – Sviluppo Commerciale – Divisione Passeggeri Long Haul: Fabrizio Ruggiero, Antonella Graziano<br />

116<br />

1<br />

Junior


Mille passioni<br />

LIBRI<br />

SEGUITE LE MAGICHE STORIE DI SEI<br />

AMICHE NELLA SERIE LA BANDA DELLE<br />

RAGAZZINE EDITA DA GIUNTI JUNIOR.<br />

PER CHI AMA L’AVVENTURA, INVECE, GLI<br />

EROI DEI FUMETTI DEI PAPÀ; ZAGOR,<br />

MARTIN MYSTÈRE E NATHAN NEVER,<br />

DIVENTANO LIBRI ILLUSTRATI PER I PIÙ<br />

PICCOLI NELLA SERIE BONELLI KIDS<br />

PUBBLICATA DALLA SERGIO BONELLI.<br />

AMICIZIA TRA DIVERSI E AMORE PER<br />

LA NATURA NEL LIBRO STORIA DI UNA<br />

GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE<br />

INSEGNÒ A VOLARE SCRITTO DA<br />

LUIS SEPÚLVEDA E PUBBLICATO<br />

DA SALANI EDITORE.<br />

VIDEOGAMES<br />

CONTINUA CON LA STAGIONE<br />

2 - CAPITOLO 2 IL SUCCESSO<br />

INCONTRASTATO DI FORTNITE.<br />

NELL’ULTIMO PASS BATTAGLIA L’OSPITE<br />

D’ONORE È NIENTE MENO CHE...<br />

DEADPOOL! E SE VOLETE PROVARE IL<br />

BRIVIDO DI VOLARE CON L’ARMATURA DI<br />

TONY STARK, MARVEL’S IRON MAN VR<br />

È IL GIOCO CHE STAVATE ASPETTANDO!<br />

ATTESO INVECE PER SETTEMBRE IL<br />

NUOVO GIOCO DEDICATO AI PIÙ POTENTI<br />

EROI DELLA TERRA. FORMATE LA VOSTRA<br />

SQUADRA E AFFRONTATE OGNI MINACCIA<br />

IN... MARVEL’S AVENGERS!<br />

ORLANDO CURIOSO E IL MONTE SBUFFONE<br />

È IL PRIMO TITOLO DEDICATO A QUESTO<br />

SIMPATICO PERSONAGGIO PUBBLICATO<br />

DALLA BAO PUBLISHING NELLA COLLANA<br />

BABAO DEDICATA AI PIÙ GIOVANI.<br />

UN FANTASTICO VOLUME EDITO<br />

DA PANINI KIDS RACCOGLIE 6<br />

APPASSIONANTI STORIE A FUMETTI<br />

DEI NUOVISSIMI GORMITI.<br />

PROSEGUONO LE AVVENTURE DI ZICK<br />

ED ELENA PATATA NEI VOLUMI INEDITI<br />

DI MONSTER ALLERGY PUBBLICATI DA<br />

TUNUÉ. L’ULTIMO È SCRITTO DA LICIA<br />

TROISI, AMATA SCRITTRICE DELLA SAGA<br />

FANTASY DEL MONDO EMERSO.<br />

FUMETTI<br />

LO SAPEVI CHE…?<br />

SI È DA POCO CONCLUSA CON<br />

SUCCESSO LA CAMPAGNA<br />

KICKSTARTER DEL NUOVO TITOLO<br />

PRODOTTO DA CMON, MARVEL<br />

UNITED. CORREDATO DA SPLENDIDE<br />

MINIATURE, IL GIOCO VI PERMETTERÀ<br />

DI RICREARE LE PIÙ GRANDI<br />

BATTAGLIE DEGLI AVENGERS.<br />

SE INVECE SIETE APPASSIONATI DI<br />

MITOLOGIA E VOLETE INDOSSARE<br />

I PANNI DI EROI E DIVINITÀ GRECHE,<br />

MYTHOMAKYA, PRODOTTO DA<br />

PENDRAGON GAME STUDIO, CON<br />

I DISEGNI DI MIRKA ANDOLFO, È<br />

PROPRIO IL TITOLO CHE FA PER VOI!<br />

GIOCHI DA TAVOLO<br />

IL FILM MARY POPPINS, TRATTO DA UNA SERIE DI ROMANZI<br />

SCRITTI DA PAMELA LYNDON TRAVERS, FU FORTEMENTE VOLUTO<br />

DA WALT DISNEY, IN QUANTO LE SUE FIGLIE ERANO GRANDI FAN<br />

DEI LIBRI. LA PELLICOLA DEL 1964, DEDICATA ALLA SUPER TATA<br />

CHE CON UN PO’ DI MAGIA RISOLVE OGNI PROBLEMA, FU UN VERO<br />

SUCCESSO PER LA DISNEY CHE CON I GUADAGNI INIZIÒ A COSTRUIRE<br />

WALT DISNEY WORLD IN FLORIDA. ANCORA ADESSO È UNO DEI<br />

CLASSICI DISNEY PIÙ AMATI E NEL 2018 È STATO REALIZZATO<br />

UN SEQUEL DAL TITOLO IL RITORNO DI MARY POPPINS.<br />

2<br />

117<br />

Junior


LA FRECCIA Junior<br />

COME TI<br />

baby doc in<br />

TiNY TOWN, la città<br />

dei bambini. Sembra<br />

una giornata come<br />

tante, e iNVECE...<br />

SCONFIGGO<br />

IL VIRUS!<br />

Gambe<br />

in spalla,<br />

ragazzi!<br />

Scappiamo!<br />

Calma,<br />

gente... che<br />

succede<br />

qui?<br />

Via,<br />

presto!<br />

Sta<br />

arrivando...<br />

...È LUi...<br />

<strong>La</strong> minaccia<br />

di cui TUTTi<br />

parlano...<br />

118<br />

3<br />

Junior


...MOCCiKUS,<br />

il terribile ViRUS<br />

MOCCiCOSO!<br />

AH!<br />

AH! AH!<br />

TiNY TOWN,<br />

PRESSSTO<br />

SSSARAi<br />

MiA!<br />

Aiuto...<br />

POLiZiA!<br />

...MOCCiKUS, iL<br />

SUPERViRUS, vuole<br />

conquistare<br />

TiNY TOWN.<br />

Ma... non<br />

sei TU la<br />

polizia?<br />

4<br />

119<br />

Junior


LA FRECCIA Junior<br />

NON È<br />

VERO! io<br />

SO come<br />

fare!<br />

...E NESSUNO<br />

sa come<br />

fermarlo!<br />

TU sei un<br />

SUPERMEDiCO,<br />

BABY DOC... Ma<br />

MOCCiKUS sembra<br />

imbattibile!<br />

...E<br />

ovviamente,<br />

GiOCO Di<br />

SQUADRA!<br />

No, non<br />

lo è! Per<br />

affrontarlo<br />

bastano iMPE-<br />

GNO, BUONA<br />

VOLONTÀ...<br />

120<br />

5<br />

Junior


Bisogna agire<br />

TUTTi iNSiEME...<br />

Muoviamoci!<br />

Sto<br />

decollando!<br />

Prepara i KiT<br />

ANTiViRUS e diffondi<br />

il mio messaggio<br />

su TUTTE LE<br />

RETi!<br />

MOCCiKUS!<br />

Un CUGiNO<br />

cattivissimo del<br />

RAFFREDDORE che<br />

si nasconde<br />

OVUNQUE!<br />

A tutti<br />

i BAMBiNi<br />

in ascolto! <strong>La</strong><br />

nostra comunità è<br />

sotto l’attacco<br />

di un ViRUS...<br />

6<br />

121<br />

Junior


LA FRECCIA Junior<br />

Accipicchia!<br />

E adesso?<br />

E adesso...<br />

facciamo tutti<br />

come dice BABY<br />

DOC!<br />

MOCCiKUS<br />

potrebbe essere<br />

dappertutto... ai<br />

GiARDiNETTi... Sulle<br />

MANiGLiE DELLE<br />

PORTE o sui GiOCHi<br />

ALL’APERTO!<br />

Evitiamo di<br />

toccarci NASO e<br />

BOCCA senza PRiMA<br />

lavarci le mani...<br />

cerchiamo di<br />

non USCiRE.<br />

122<br />

7<br />

Junior


E se<br />

proprio<br />

dobbiamo...<br />

indossiamo<br />

sempre GUANTi e<br />

MASCHERiNA,<br />

così!<br />

Tutti a<br />

casa! AH!<br />

AH! AH!<br />

Guardatemi...<br />

sembro un<br />

SUPER-EROE<br />

anch’io!<br />

Videogames,<br />

libri e fumetti,<br />

arriviamo!<br />

TEMPO<br />

DOPO...<br />

Perfetto!<br />

Se lo affrontiamo<br />

TUTTi iNSiEME, MOCCiKUS<br />

ha i giorni<br />

contati...<br />

Grazie<br />

agli sforzi di tutti,<br />

il contagio si sta<br />

fermando! MOCCiKUS iL<br />

SUPERViRUS non trova<br />

più nessuno da<br />

infettare...<br />

8<br />

123<br />

Junior


LA FRECCIA Junior<br />

EHi... ma<br />

dove sssiete,<br />

tutti? Uscite a<br />

giocare, dai...<br />

SNiF!<br />

AH! AH! AH!<br />

Marameo!<br />

AH!<br />

AH! AH!<br />

Presto<br />

TiNY TOWN sarà<br />

in salvo. Ma<br />

la mia missione<br />

non è ANCORA<br />

finita...<br />

Bisogna<br />

impedire<br />

che MOCCiKUS<br />

si sposti<br />

altrove!<br />

124<br />

9<br />

Junior


OH! BABY<br />

DOC! Grazie...<br />

ma noi di TRENiTALiA<br />

abbiamo già i nostri<br />

kit di guanti e<br />

mascherine!<br />

Signora<br />

capotreno!<br />

SiGNORA<br />

CAPOTRENO! Ho<br />

un regalo<br />

per lei!<br />

GULP!<br />

E non finisce<br />

qui... come vedi i nostri<br />

treni sono perfettamente<br />

disinfettati, sanificati e in<br />

perfetta efficienza e sempre<br />

pronti a viaggiare per<br />

l’italia in tutta<br />

sicurezza!<br />

ORA sì che mi<br />

sento tranquillo...<br />

a quanto pare la mia<br />

missione è davvero<br />

compiuta!<br />

UAU!<br />

<strong>La</strong> nostra<br />

invece RiPRENDE<br />

POCO A POCO<br />

E iN SiCUREZZA...<br />

ci vediamo sul<br />

FRECCiAROSSA!<br />

Ciao!<br />

10<br />

125<br />

Junior


LA FRECCIA Junior<br />

E visto che ogni<br />

storia che si rispetti<br />

merita un lieto fine...<br />

yEhhH!<br />

Andare al<br />

parco a giocare<br />

è un po’ come<br />

andare a una FESTA<br />

in MASCHERA!<br />

Maestra, di<br />

che cosa parla<br />

la lezione di<br />

oggi?<br />

Dei mille<br />

e uno modi<br />

per sconfiggere<br />

Moccikus, che<br />

altro?<br />

e mentre<br />

voi vi divertite,<br />

io perfeziono il mio<br />

VACCiNO... presto quel<br />

gran dispettoso di<br />

MOCCiKUS sarà solo<br />

un ricordo!<br />

FINE<br />

126<br />

11<br />

Junior


Tris personalizzato<br />

ECCO UN’IDEA SEMPLICE E VELOCE PER REALIZZARE UN GIOCO<br />

DIVERTENTE DA PORTARE SEMPRE CON TE: AL PARCO, IN SPIAGGIA,<br />

MA ANCHE IN CASA, PER PASSARE UN PO’ DI TEMPO CON GLI AMICI.<br />

OGNI OCCASIONE È BUONA PER UNA FANTASTICA SFIDA A TRIS.<br />

COSA TI SERVE:<br />

• 12 pietre piatte e rotonde<br />

• Un sacchetto di stoffa<br />

• Pennarelli indelebili di<br />

vari colori<br />

SCEGLI CON CURA 12 PIETRE PIATTE E<br />

ROTONDE. È IMPORTANTE CHE SIANO<br />

TUTTE PIÙ O MENO DELLA STESSA<br />

DIMENSIONE. CON I PENNARELLI COLORATI<br />

DISEGNA SU 6 SASSI UNA “X” E SUGLI<br />

ALTRI 6 UNA “O”. SE PREFERISCI PUOI<br />

USARE L’INIZIALE DEL TUO NOME E QUELLA<br />

DEL TUO AMICO PER PERSONALIZZARLI<br />

DI PIÙ, CAMBIARE COLORE O USARE<br />

UN SIMBOLO CHE TI PIACE. INSOMMA,<br />

SBIZZARRISCITI COME VUOI.<br />

1<br />

2<br />

AIUTANDOTI CON UN<br />

RIGHELLO DISEGNA<br />

LO SCHEMA PER IL<br />

TRIS SU UN LATO<br />

DEL SACCHETTO.<br />

IN QUESTO MODO<br />

POTRAI CONSERVARE<br />

I SASSI E AVERE LA<br />

BASE PER GIOCARE<br />

IN QUALSIASI<br />

MOMENTO E IN<br />

QUALSIASI POSTO.<br />

CONSIGLIO:<br />

PER REALIZZARE<br />

IL TUO TRIS PUOI<br />

USARE ANCHE I<br />

TAPPI DI BOTTIGLIA<br />

DEL LATTE<br />

(CHE SONO PIÙ<br />

GRANDI). DI COLORI<br />

DIVERSI, PER<br />

DIFFERENZIARLI,<br />

O SEMPRE<br />

DISEGNANDO SOPRA<br />

LA TUA INIZIALE<br />

O IL SIMBOLO CHE<br />

PREFERISCI!<br />

12<br />

127<br />

Junior


PRIMA DI SCENDERE<br />

FUORI LUOGO<br />

di Mario Tozzi mariotozziofficial mariotozziofficial OfficialTozzi<br />

[Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]<br />

(RI)SCOPRIRE LO STIVALE<br />

Anoi piace orgogliosamente pensare che l’Italia<br />

sia il Paese più bello del mondo, ma francesi<br />

e cinesi la penseranno allo stesso modo per<br />

i propri territori. Del resto, sono molte le nazioni a rivendicare<br />

paesaggi unici e magnifiche opere artistiche,<br />

oltre a una storia antica e importante. Ciascuno ha le<br />

proprie ragioni, ma c’è qualcosa di davvero particolare<br />

nella nostra Penisola, qualcosa che altrove è più difficile<br />

da riscontrare: il valore del contesto. In Italia quello<br />

che conta è il tessuto connettivo fatto di natura ancora<br />

intatta, paesaggi straordinari e luminosa storia millenaria.<br />

Un tessuto che tiene insieme lo Stivale, che lo ren-<br />

de immediatamente riconoscibile e travalica le singole<br />

città d’arte.<br />

Una ricchezza di contesto fortunatamente impossibile<br />

da globalizzare, grazie alla sua straordinaria varietà:<br />

chi potrebbe immaginare che si tratti dello stesso Paese,<br />

da Bolzano a Palermo, da Lecce a Torino? «In Italia<br />

ogni dieci leghe cambia tutto», scriveva già Stendhal,<br />

che lo aveva capito prima di tanti di noi. Oggi abbiamo<br />

l’occasione per recuperare il tempo perduto e ripartire<br />

dall’Italia, visitandola. Consapevoli che una vita intera<br />

non basterebbe, ma che per il resto del mondo ci sarà<br />

tempo più in là.<br />

© anton-balazh/Adobestock<br />

128


CON NOI I BIMBI<br />

VIAGGIANO GRATIS<br />

Bimbi Gratis<br />

per gruppi da 2 a 5 persone<br />

L’offerta è a posti limitati, consente ai minori di 15 anni di viaggiare gratuitamente, mentre gli altri componenti del gruppo viaggiano al prezzo Base. Bimbi Gratis<br />

è disponibile per viaggi sui treni <strong>Freccia</strong>rossa, <strong>Freccia</strong>rgento, <strong>Freccia</strong>bianca e Intercity, in 1° e 2° classe e nei livelli di servizio Business, Premium e Standard (sono<br />

esclusi i treni IC Notte, regionali, il livello di servizio Executive e Salottino). Le operazioni di cambio biglietto/prenotazione e rimborso sono soggette a restrizioni.<br />

L’offerta è acquistabile fino alle ore 24 di due giorni prima della partenza del treno scelto. Condizioni valide al 18/02/<strong>2020</strong>. <strong>Maggio</strong>ri in formazioni su trenitalia.com


la solidarieta<br />

si propaga<br />

#liberalaricerca<br />

Sostienici!<br />

Fondazione Epilessia LICE Onlus<br />

IBAN: IT 87 E 03359 01600<br />

DONA il<br />

5x1000<br />

C.F. 97609380585<br />

Informati su:<br />

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