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PER CHI AMA VIAGGIARE<br />
ANNO XII | NUMERO 5 | MAGGIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />
#RiparTiAmoItalia<br />
LA PAROLA A SINDACI E GOVERNATORI<br />
IL PAESE DALLA FINESTRA<br />
GLI SCATTI DI MCCURRY E GASTEL
EDITORIALE<br />
Photo © FS Italiane<br />
In questa pagina e nella successiva, la campagna di FS Italiane #RiparTIAMOItalia<br />
Chiudiamo <strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> di maggio, che leggerete<br />
per il secondo mese consecutivo in formato digitale,<br />
alla vigilia della cosiddetta fase due, con il<br />
DPCM del 26 aprile appena pubblicato e uno scenario futuro<br />
ancora in progress. Ma noi abbiamo voluto comunque<br />
guardare avanti e interpellare tanti sindaci e governatori<br />
per delineare con loro uno scenario possibile, e raccogliere<br />
idee, progetti, iniziative e auspici per l’Italia dei mesi a venire.<br />
Che si prospettano complicati e ancora pieni di insidie,<br />
ma anche di qualche opportunità.<br />
Noi, come FS Italiane, abbiamo da tempo delineato alcuni<br />
precisi obiettivi, ci siamo assunti degli impegni e condiviso<br />
messaggi che richiamano tutti alla solidarietà e all’unità<br />
d’intenti, con l’obiettivo #RiparTIAMOItalia, perché il Paese<br />
possa farlo con slancio e fiducia. E affinché ciò accada ne<br />
sarà fondamentale presupposto una mobilità efficiente,<br />
efficace, sicura e sostenibile di persone e cose. Trenitalia,<br />
Busitalia, il Polo Mercitalia, insieme alle altre società del<br />
Gruppo, sono in grado di assolvere a questo compito. Tutto<br />
questo sottende, oggi più che mai, infrastrutture moderne,<br />
monitorate con sistemi digitali, oggetto di una costante<br />
manutenzione che ne garantisca la resilienza nel tempo,<br />
anche a fronte dei sempre più frequenti eventi atmosferici<br />
estremi indotti dai cambiamenti climatici. Completare le<br />
infrastrutture ferroviarie e stradali in corso di realizzazione,<br />
aprire nuovi cantieri, anche per la manutenzione ordinaria e<br />
straordinaria, e accelerare le procedure di gara in fieri significa<br />
creare posti di lavoro diretto e indotto, con la possibilità<br />
di sbloccare entro l’anno fino a 20 miliardi di investimenti.<br />
Non servono parole per capire quanto sia importante.<br />
Resta poi essenziale approntare un’offerta di servizi adeguata<br />
ai tempi che viviamo, il che significa dare assoluta<br />
preminenza alla safety personale con accorgimenti igienico-sanitari<br />
e iniziative ad hoc, peraltro già avviate fin dall’inizio<br />
della pandemia, sempre più affinate nel corso delle<br />
settimane e ben definite nei provvedimenti governativi. Mi<br />
riferisco agli interventi di sanificazione e igienizzazione di<br />
tutti gli ambienti, alla fornitura e all’uso di dispositivi di profilassi<br />
individuali e collettivi (mascherine, guanti, dispenser<br />
di gel disinfettante), ai filtri in stazione con il monitoraggio<br />
degli eventuali stati febbrili dei viaggiatori, alle misure di<br />
distanziamento sociale anche a bordo dei convogli, fino<br />
all’utilizzo di app e sistemi di controllo e prenotazione digitali.<br />
2
Non c’è niente di semplice e di scontato in quello che ci apprestiamo<br />
ad affrontare. Perché ogni singola iniziativa abbia<br />
successo è necessario si inquadri in un contesto omogeneo,<br />
che implica una regia unitaria e sia sorretta dall’impegno<br />
individuale a rispettare norme comportamentali ormai<br />
ben note. <strong>La</strong> diluizione degli orari di inizio e chiusura delle<br />
attività amministrative, produttive, sociali, commerciali e,<br />
quando sarà, scolastiche servirà per prevenire assembramenti<br />
nei locali e sui mezzi di trasporto pubblici.<br />
<strong>La</strong> primavera ormai nel suo pieno vigore ci spronerà a vivere<br />
il tempo libero fuori casa quanto più en-plein-air. Ma<br />
verranno i giorni, e auspichiamo non troppo lontani, nei<br />
quali potremo tornare, senza troppe limitazioni, a percorrere<br />
le sale dei nostri musei, riunirci per ascoltare un concerto,<br />
lasciarci trasportare dalla magia di una pièce teatrale,<br />
staccare il biglietto di un cinema, e viaggiare liberi<br />
e spensierati su treni e pullman. Verranno. Per ora serve<br />
senso di responsabilità, che presuppone il massimo rispetto<br />
delle misure di prevenzione, unito a coraggio, fiducia e<br />
ottimismo. Quello che vorremmo tanto riuscire a suscitarvi,<br />
mentre ci leggete e seguite sui nostri canali digitali. Buon<br />
viaggio, sempre e comunque.<br />
3
MEDIALOGANDO<br />
INDIPENDENZA COME<br />
GARANZIA DI AFFIDABILITÀ<br />
© vectorfusionart/AdobeStock<br />
L’INFORMAZIONE<br />
ONLINE SECONDO<br />
FRANCO LOCATELLI,<br />
DIRETTORE<br />
DEL GIORNALE<br />
DI ECONOMIA<br />
E FINANZA<br />
FIRSTONLINE<br />
di Marco Mancini<br />
marmanug<br />
<strong>La</strong> lunga quarantena ha impresso<br />
un’accelerazione ai<br />
sovvertimenti gerarchici che<br />
vive da tempo la costellazione dei<br />
media, provocando «un grande boom<br />
dell’informazione online». Muove da<br />
qui il nostro dialogo con Franco Locatelli,<br />
socio fondatore, amministratore<br />
e direttore responsabile di<br />
FIRSTonline.<br />
Professionista di grande esperienza, ha<br />
vissuto già altre rivoluzioni nel mondo<br />
giornalistico. A quella digitale ha creduto<br />
con tanta convinzione che, come<br />
racconta egli stesso sulla testata, ha<br />
cominciato a progettare un giornale<br />
online di informazione economica e<br />
finanziaria il giorno dopo la sua uscita,<br />
nella primavera del 2010, dal Sole 24<br />
Ore, dove ha trascorso più di 25 anni,<br />
molti dei quali da capo della redazione<br />
Finanza e Mercati.<br />
Ai tempi del coronavirus il web stravince<br />
sui media tradizionali?<br />
Direi di sì. Noi di FIRSTonline ne siamo<br />
una testimonianza. Ad aprile abbiamo<br />
stabilito il record di visite dirette al sito,<br />
oltre 207mila in un solo giorno. Il trend<br />
ascensionale era già iniziato l’autunno<br />
scorso ma è stato molto sospinto dall’emergenza<br />
coronavirus. Tant’è vero che<br />
a marzo abbiamo registrato il record<br />
mensile che, in termini aggregati, ossia<br />
sommando alle visite dirette quelle alla<br />
nostra pagina Facebook e ai nostri contenuti<br />
veicolati dal portale di Microsoft<br />
Italia, vale quattro milioni e 700mila visite,<br />
in ulteriore crescita ad aprile.<br />
Quali le ragioni?<br />
In queste settimane sono cambiate le<br />
abitudini e gli stili di vita. C’è una grande<br />
fame di notizie e di conoscenza perché<br />
la gente ha paura, sia del coronavirus<br />
sia della profonda recessione che ci<br />
aspetta. Insomma si legge di più, ma<br />
non i giornali di carta, che in questo<br />
periodo si comprano sempre meno,<br />
quanto le testate online che sono in<br />
gran parte ancora gratis. E c’è più tempo,<br />
restando a casa, per approfondire,<br />
soffermarsi sui servizi giornalistici e valutarne<br />
la qualità.<br />
Che mi sembra un tema fondamentale.<br />
Il web finora è stato ed è terreno<br />
fertile anche per fake news, post-verità,<br />
battaglie discutibili come quelle<br />
dei no vax…<br />
In una nostra recente intervista, la<br />
professoressa Maria Carla Re, a capo<br />
dei virologi del Policlinico Sant’Orsola<br />
di Bologna, ha detto che l’unica cosa<br />
positiva di questa tragedia è proprio<br />
la sparizione dei no vax, che non hanno<br />
più il coraggio di presentarsi dopo<br />
le sciocchezze seminate in questi anni<br />
anche sui social.<br />
<strong>La</strong> verità è che le loro battaglie, come<br />
tante bufale costruite ad arte sul web,<br />
scaldano gli animi e fanno presa.<br />
Però con la situazione che stiamo vivendo<br />
la gente ha bisogno e cerca<br />
informazione di qualità. Può anche<br />
cadere nelle bufale una, due, tre volte<br />
ma alla fine impara a distinguere tra le<br />
testate affidabili, credibili e quelle che<br />
non lo sono, e premia le più serie.<br />
Cercandole però in una realtà dove<br />
si trova tutto gratis, o quasi, come hai<br />
appena detto, mentre la qualità ha un<br />
costo e dovrebbe avere un prezzo.<br />
Ma non è stata ancora trovata una formula<br />
vincente in assoluto per farsela<br />
4
pagare. Salvo pochi casi di successo<br />
nel mondo anglosassone, come alcune<br />
testate per lo più americane che sono<br />
riuscite ad affermare questo principio. In<br />
Italia siamo in una fase analoga a quella<br />
conosciuta all’inizio dalle pay-tv, frenate<br />
dal fatto che il pubblico, abituato ad<br />
avere a disposizione tanti canali gratis,<br />
non ne percepiva quei vantaggi che poi<br />
ha piano piano imparato ad apprezzare.<br />
Credo che accadrà così anche nell’informazione<br />
online, si arriverà a capire<br />
che se paghi puoi avere più qualità e un<br />
prodotto ancora più raffinato.<br />
Nel frattempo come se ne esce? Voi,<br />
soprattutto, quale soluzione avete trovato?<br />
Noi, con First, abbiamo costruito un<br />
modello di business che si basa su due<br />
leve, quella pubblicitaria e quella degli<br />
abbonamenti, ma non individuali. <strong>La</strong><br />
pubblicità online sta crescendo perché<br />
le aziende capiscono che costa meno,<br />
dura di più e arriva in tutto il mondo,<br />
mentre il giornale arriva solo dove lo<br />
vendi. Gli abbonamenti sono corporate<br />
e li sottoscrivono circa 40 grandi aziende.<br />
Questo ci evita di essere colonizzati,<br />
ci garantisce le basi per un’informazione<br />
pluralistica insieme alle risorse per<br />
rendere sostenibile il nostro modello<br />
industriale che ruota su una redazione<br />
snella, con sette giornalisti e due tecnici<br />
(una segretaria e un webmaster),<br />
ai quali si aggiungono molti autorevoli<br />
collaboratori a titolo volontario. Un<br />
ruolo speciale svolge poi il nostro<br />
presidente, Ernesto Auci, ex direttore<br />
del Sole 24 Ore, a cui è delegata la<br />
gestione manageriale della società ma<br />
che, essendo anche un grande giornalista,<br />
scrive spesso commenti e analisi<br />
sull'attualità economica e politica.<br />
E chi è l’editore?<br />
Gli editori siamo noi, una società composta<br />
da cinque azionisti, quelli di<br />
controllo siamo io e il presidente Auci.<br />
Siamo tra i pochi siti d’informazione<br />
che non hanno un grande Gruppo alle<br />
spalle. E così non ci sono condizionamenti<br />
esterni, né timori reverenziali per<br />
chicchessia. <strong>La</strong> gente percepisce il valore<br />
di questa indipendenza. In più, da<br />
nove anni chiudiamo il nostro bilancio<br />
in pareggio o in attivo. Credo che questo<br />
dica tutto sulla qualità sia del nostro<br />
modello di business sia dell’informazione<br />
che offriamo.<br />
Che è prevalentemente economico-finanziaria.<br />
Di fatto siete quel che si dice<br />
un “verticale”. E allora come spieghi il<br />
successo di queste settimane?<br />
È vero, non era scontato che l’emergenza<br />
coronavirus potesse avere questi<br />
effetti su di noi, è più un tema da<br />
sito generalista, però noi lo abbiamo<br />
affrontato con un’informazione selettiva,<br />
semplice, chiara, ma soprattutto<br />
valorizzando gli aspetti più strettamente<br />
economici, finanziari, industriali e sociali,<br />
e questo probabilmente è piaciuto<br />
al pubblico.<br />
Insomma, l’economia e la finanza evidentemente<br />
appassionano. Ma ci sarà<br />
anche altro all’origine di questo successo…<br />
È che noi siamo solo impropriamente<br />
un sito d’informazione, in realtà siamo<br />
un web journal, che non si limita a dare<br />
notizie in tempo reale ma offre un’informazione<br />
di servizio, la spiegazione<br />
delle notizie con l’indicazione delle<br />
chiavi interpretative e di lettura dei fatti,<br />
soprattutto quelli che più interessano<br />
larghi strati di lettori e cittadini. E poi<br />
approfondimenti, commenti, analisi,<br />
interviste in esclusiva. Caso rarissimo,<br />
perché gli altri siti in genere importano<br />
le interviste dai giornali di carta, noi<br />
invece le realizziamo ad hoc. Ecco, la<br />
miscela che ho descritto rappresenta<br />
il format di successo che ci ha portato<br />
ai risultati di questi giorni e a essere il<br />
quinto sito nazionale di economia e finanza,<br />
dietro a due colossi editoriali<br />
con decine e decine di giornalisti e due<br />
siti di trading online.<br />
Facciamo una riflessione più generale:<br />
economico o politico, sportivo o di<br />
cronaca, il buon giornalismo ha le sue<br />
regole. Valgono anche nell’epoca attuale?<br />
Sì, senz’altro, ma un dato certo è che<br />
la rivoluzione digitale sta spiazzando<br />
il giornalismo cartaceo, a meno che,<br />
come è successo negli Stati Uniti,<br />
quest’ultimo non si ripensi valorizzando<br />
la qualità e accettando il concetto<br />
“online first”, perché altrimenti il giornale<br />
continuerà a uscire inevitabilmente<br />
vecchio.<br />
Valorizzare la qualità. È un obiettivo<br />
tanto scontato quanto vago. Come lo<br />
declina FIRSTonline?<br />
In primo luogo con l’indipendenza di<br />
giudizio, e il nostro assetto azionario ce<br />
lo permette. Poi lavorando su due fattori<br />
che hanno costituito le chiavi della<br />
nostra ascesa: da un lato il format che<br />
ho descritto prima, costituito da una sapiente<br />
unione di informazione in tempo<br />
reale, di servizio e di approfondimento,<br />
dall’altro una forte identità basata<br />
sull’affidabilità. Chi ci legge non deve<br />
smarrirsi e perdere tempo per capire<br />
se le notizie che diamo sono vere o no.<br />
Franco Locatelli, direttore di FIRSTonline<br />
5
MEDIALOGANDO<br />
Sono vere! Certo, essendo in real time<br />
possono evolversi, e noi le aggiorniamo.<br />
Quindi c’è l’affidabilità delle notizie,<br />
la qualità, la competenza, la fantasia,<br />
perché i titoli, come i servizi, devono essere<br />
creativi, devono intrigare il lettore,<br />
attirarlo, incuriosirlo. Ma fondamentale,<br />
direi il pilastro di un’informazione affidabile,<br />
è l’indipendenza.<br />
Torniamo alle specificità dell’informazione<br />
digitale. Oltre alla velocità<br />
e all’aggiornamento continuo ci sono<br />
altri plus, come la multimedialità.<br />
Che può essere declinata in molti modi:<br />
il primo è la facilità di instaurare rapporti<br />
diretti con il lettore. Riceviamo<br />
molti interventi, opinioni, commenti<br />
che pubblichiamo e ai quali qualche<br />
volta rispondiamo, soprattutto quando<br />
ci chiedono informazioni. Poi abbiamo<br />
un nostro canale YouTube per i video<br />
e stiamo facendo esperimenti per uno<br />
sviluppo sempre maggiore del podcast,<br />
per consentire l’ascolto dei nostri<br />
principali servizi. Quella dell’audio-lettura<br />
è una modalità di fruizione non ancora<br />
molto diffusa, ma con un trend in<br />
crescita e tutte le principali testate hanno<br />
cominciato a muoversi in tal senso.<br />
Questo mese FIRSTonline compie<br />
nove anni. Come si è evoluta?<br />
Resta l’ammiraglia del nostro Gruppo,<br />
però nel tempo abbiamo creato altri<br />
tre siti verticali specialistici: uno è First<br />
Arte, dedicato principalmente al mercato<br />
dell’arte; un altro, First&Food, parla<br />
di enogastronomia e made in Italy in<br />
campo agroalimentare; il terzo è First<br />
Tutorial, che si propone di aiutare e assistere<br />
il lettore e il cittadino di fronte<br />
ai problemi con il fisco, la burocrazia,<br />
le bollette, o anche a piccoli problemi<br />
quotidiani. Che so, ti cade un telefonino<br />
nell’acqua: lo butti o lo puoi recuperare?<br />
E noi spieghiamo come lo si può<br />
recuperare.<br />
Una domanda al giornalista economico-finanziario<br />
di lunga e comprovata<br />
esperienza. Come lo vedi il futuro del<br />
Paese dopo lo tsunami Covid-19?<br />
Purtroppo vedo buio, intanto perché<br />
c’è grande incertezza sulla possibilità<br />
di domare il coronavirus. Gli scienziati<br />
ci dicono che dovremo conviverci per<br />
mesi e potremo vincerlo solamente<br />
quando sarà trovato un vaccino, se va<br />
bene nel 2021. Questa incertezza si riflette<br />
non solo nella vita di tutti noi ma<br />
anche nell’economia e nella finanza.<br />
Non sapendo qual è il futuro prossimo,<br />
la gente tende a non consumare<br />
e le imprese a non investire. Il combinato<br />
disposto di questi due elementi<br />
fa sì che le previsioni sull’andamento<br />
delle economie mondiali, e di quella<br />
italiana in particolare, siano molto pesanti.<br />
C’è la possibilità che alla fine del<br />
primo semestre <strong>2020</strong> il Pil italiano abbia<br />
un calo del 15% o anche maggiore.<br />
<strong>La</strong> recessione, se va bene, si attesterà<br />
a livello annuo a -6%, ma può arrivare<br />
a -9%. Significa non solo che i redditi si<br />
ridurranno ma che molte aziende non<br />
riapriranno e molti posti di lavoro spariranno.<br />
Poi bisognerà capire come sarà<br />
la ripresa, la speranza di tutti è che la<br />
curva sia a V, che a una caduta rapida<br />
segua una risalita rapida, però ci sono<br />
molti elementi che inducono a pensare<br />
che non sarà così, almeno per un Paese<br />
zavorrato dal debito pubblico come<br />
l’Italia. <strong>La</strong> ripresa ci sarà ma non sarà<br />
immediata, sarà molto lenta, quindi si<br />
aspettano tempi difficili.<br />
Desolante. Vorrei provare a chiudere<br />
l’intervista con qualche nota positiva.<br />
C’è la pur remota possibilità di dire che<br />
non tutto il male vien per nuocere?<br />
Ad aprile abbiamo pubblicato un<br />
articolo di Giorgio Brunetti, professore<br />
emerito della Bocconi, che indicava<br />
come non tutte le attività perdano<br />
durante il coronavirus, ci sono<br />
filiere in grande crescita, come quella<br />
dell’e-commerce, dei gestori delle<br />
piattaforme tecnologiche, del digitale.<br />
Poi in queste settimane, con lo smart<br />
working, abbiamo fatto un esperimento<br />
di massa, e molti hanno capito<br />
che da remoto si può lavorare meglio.<br />
Certo, non è applicabile a tutti i settori.<br />
Però, me lo confermava un economista<br />
del lavoro, non solo metterà radici,<br />
ma migliorerà la produttività, porterà a<br />
decisioni più rapide, renderà le riunioni<br />
molto sobrie e veloci, aiuterà a migliorare<br />
l’organizzazione complessiva del<br />
lavoro. E poi c’è una speranza.<br />
Quale?<br />
Franco Amatori, docente alla Bocconi,<br />
tra i più celebri storici dell’economia, in<br />
un articolo che ha scritto per noi, ragionava<br />
sulle possibili condizioni per un<br />
terzo miracolo economico che, dopo<br />
quelli del primo ’900 e del secondo dopoguerra,<br />
permetta all’Italia di riemergere<br />
e affermarsi.<br />
Allora, più che sperare, lavoriamo perché<br />
così sia. Secondo Amatori occorre<br />
evitare «una chiusura dell’Italia su<br />
stessa» facendo emergere «le forze<br />
profonde […] le energie e le competenze<br />
imprenditoriali capaci di aprire<br />
il Paese alle dinamiche dell’economia<br />
globale […] valorizzare l’integrazione<br />
europea […] non aver paura dell’inevitabile<br />
integrazione mondiale».<br />
firstonline.info<br />
FIRSTonlineSocial<br />
FIRSTonlineTwit<br />
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6
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Per maggiori informazioni circa funzionalità e utilizzo consultare il sito trenitalia.com
SOMMARIO<br />
MAGGIO <strong>2020</strong><br />
IN COPERTINA<br />
L’ITALIA DI MCCURRY<br />
78<br />
99<br />
pag. 70<br />
12<br />
RAILWAY HEART<br />
17<br />
L’ITALIA CHE FA IMPRESA<br />
53<br />
20<br />
GOURMET<br />
21<br />
GUSTA & DEGUSTA<br />
22<br />
WHAT’S UP<br />
29<br />
UN TRENO DI LIBRI<br />
Invito alla lettura di Alberto Brandani,<br />
che questo mese propone ai lettori della<br />
<strong>Freccia</strong> il nuovo romanzo di Pat Barker,<br />
Il silenzio delle ragazze<br />
34<br />
#IORESTOINITALIA<br />
Sindaci e presidenti di Regione, in<br />
prima linea di fronte all’emergenza<br />
sanitaria, descrivono il loro impegno<br />
nel gestire comunità e territori e i<br />
progetti per ricostruire il futuro<br />
96<br />
MOM’S LIFE<br />
Nel mese della loro Festa, sei mamme<br />
speciali raccontano la loro giornata in casa<br />
86<br />
ai tempi del Covid-19<br />
128<br />
70<br />
PHOTO<br />
80<br />
IL PAESE DEI MILLE PAESI<br />
84<br />
IN CAMMINO PER LA RIPRESA<br />
88<br />
L’ALTO ADIGE È GIOVANE<br />
92<br />
MADE IN ITALY A DOMICILIO<br />
94<br />
IL FUTURO È DONNA<br />
102<br />
IMPERFETTE E FELICI<br />
112<br />
PRIMA DI SCENDERE<br />
115<br />
LA FRECCIA JUNIOR<br />
128<br />
FUORI LUOGO<br />
LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO<br />
107<br />
SCOPRI TRA LE PAGINE I PREZZI E LE PROMOZIONI TRENITALIA,<br />
i vantaggi del programma CartaFRECCIA e le novità del Portale FRECCE<br />
8
Tra le firme del mese<br />
OSVALDO BEVILACQUA<br />
Giornalista professionista, da oltre 40 anni è<br />
autore e conduttore del programma televisivo<br />
Sereno variabile, detentore di cinque Guinness<br />
mondiali come Travel show di più lunga durata<br />
e di numerosi premi. Autore e conduttore<br />
di servizi sulla ricerca scientifica per il Tg1<br />
Economia, ha pubblicato anche diversi libri, tra<br />
cui Il Paese dei mille paesi per Rai Libri<br />
ALESSANDRA IANNELLO<br />
Giornalista e influencer di enogastroturismo,<br />
redattrice per VdGmagazine, collabora con diversi<br />
periodici e quotidiani nazionali. <strong>La</strong>vora anche in<br />
radio e televisione, trattando temi legati ai viaggi e<br />
al patrimonio enogastronomico italiano<br />
VALENTINA LO SURDO<br />
Conduttrice radiotelevisiva Rai, pianista classica<br />
con anima rock, presentatrice, speaker, attrice.<br />
Trainer di comunicazione, da 20 anni è reporter di<br />
viaggi all’ascolto del mondo. Le sue destinazioni<br />
preferite? Ovunque ci sia da mettersi in cammino<br />
I numeri<br />
di questo numero<br />
11<br />
i musei veneziani<br />
della Fondazione Muve<br />
visitabili online<br />
[pag. 11]<br />
60<br />
i milioni di euro a sostegno<br />
dei cammini italiani<br />
[pag. 86]<br />
4.450<br />
le aziende del settore<br />
agroalimentare e della<br />
ristorazione dirette da under 35<br />
in Alto Adige<br />
[pag. 88]<br />
16mila<br />
le firme raccolte nell’appello<br />
all’Europa del movimento<br />
Se non ora quando - Libere<br />
[pag. 94]<br />
Read also<br />
È nato il profilo Telegram di FSNews,<br />
la testata giornalistica digitale di<br />
Ferrovie dello Stato che, dopo il<br />
radicale restyling, si è arricchita di<br />
una linea editoriale sempre più al<br />
passo con l’attualità. Il canale social<br />
offre news in primo piano, interviste<br />
e sondaggi, per avvicinare sempre di<br />
più il pubblico al mondo del trasporto<br />
e del viaggio<br />
MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI<br />
DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE<br />
ANNO XII - NUMERO 5 - MAGGIO <strong>2020</strong><br />
REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA<br />
N° 284/97 DEL 16/5/1997<br />
CHIUSO IN REDAZIONE IL 30/04/<strong>2020</strong><br />
Foto e illustrazioni<br />
Archivio Fotografico FS Italiane<br />
FS Italiane | PHOTO<br />
AdobeStock<br />
Copertina © Steve McCurry<br />
Tutti i diritti riservati<br />
Se non diversamente indicato, nessuna parte della<br />
rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa<br />
senza il consenso espresso dell’editore<br />
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Coordinamento Editoriale<br />
Caposervizio<br />
In redazione<br />
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a questo numero<br />
PER CHI AMA VIAGGIARE<br />
ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA<br />
SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE<br />
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BY-NC-ND 3.0 IT<br />
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Contatti di redazione<br />
Tel. 06 44105298 | lafreccia@fsitaliane.it<br />
Marco Mancini<br />
Davide Falcetelli<br />
Michela Gentili<br />
Sandra Gesualdi, Cecilia Morrico,<br />
Francesca Ventre<br />
Silvia Del Vecchio<br />
Gaspare Baglio<br />
Francesca Ventre<br />
Giovanna Di Napoli, Michele Pittalis,<br />
Claudio Romussi<br />
Serena Berardi, Marta Bartolozzi, Osvaldo<br />
Bevilacqua, Alberto Brandani, Chiara Cecutti,<br />
Viola Chandra, Fondazione FS Italiane, Giovanni<br />
Gastel, Andrea Guolo, Alessandra Iannello,<br />
Peppe Iannicelli, Valentina Lo Surdo, Luca Mattei,<br />
Steve McCurry, Cristiana Meo Bizzari,<br />
Alessandra Passeri, Enrico Procentese,<br />
Andrea Radic, Elisabetta Reale, Gabriele Romani,<br />
Filippo Teramo, Cecilia Sabelli, Mario Tozzi<br />
REALIZZAZIONE E STAMPA<br />
Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE)<br />
Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com<br />
Coordinamento Tecnico Antonio Nappa<br />
PROGETTO CREATIVO<br />
Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello,<br />
Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli<br />
PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA<br />
advertisinglafreccia@fsitaliane.it | 06 4410 4428<br />
STEVE MCCURRY<br />
È una delle figure più rappresentative della fotografia<br />
contemporanea. Nato a Filadelfia nel 1950,<br />
è stato premiato con alcuni dei riconoscimenti più<br />
prestigiosi, tra cui la Robert Capa Gold Medal, il<br />
National Press Photographers Award e il World<br />
Press Photo. Ha pubblicato 19 libri e le sue opere<br />
sono esposte nei principali musei del mondo<br />
<strong>La</strong> carta di questa rivista proviene<br />
da foreste ben gestite certificate FSC ® ️<br />
e da materiali riciclati<br />
On Web<br />
<strong>La</strong> <strong>Freccia</strong> si può<br />
sfogliare su ISSUU<br />
e su fsnews.it<br />
9
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A300306 e <strong>Maggio</strong>re PDN U044200 e presentando, al momento del ritiro dell’auto, il codice PNR del biglietto ferroviario oppure il numero della<br />
Carta Fedeltà. Per informazioni e prenotazioni: www.abg-noleggiofacile.it · Call Center riservato ai clienti Trenitalia 800.867.196
FRECCIA COVER<br />
di Cecilia Morrico morricocecili MorriCecili<br />
Fondazione Muve<br />
Partner Trenitalia<br />
© Fondazione Musei Civici Veneziani<br />
Porta della Carta<br />
Venezia, Palazzo Ducale<br />
VENEZIA VIRTUAL TOUR<br />
Io resto a casa, ma posso viaggiare online. Per questo la<br />
maggior parte dei poli museali in Italia e all’estero hanno<br />
deciso di non privare il mondo delle loro bellezze,<br />
nonostante le restrizioni dovute al Covid-19. Tra le mete<br />
turistiche simbolo del Belpaese spicca Venezia con gli<br />
11 musei della Fondazione Muve, che ha scelto di portare<br />
il suo patrimonio nelle case di chiunque voglia godere di<br />
questi tesori.<br />
Migliaia di dipinti, disegni, sculture, fotografie, cimeli, oltre<br />
agli stessi palazzi, vere e proprie opere architettoniche di<br />
pregio. A disposizione tour virtuali ma anche approfondimenti<br />
curati da esperti, come quello sulla Porta della Carta<br />
a Palazzo Ducale, in piazza San Marco. Alle estremità<br />
dell’ingresso, nelle nicchie dei pilastri, sono collocate le<br />
personificazioni delle quattro virtù cardinali, oggi più attuali<br />
che mai: la Prudenza, la Fortezza, la Temperanza e la<br />
Carità. Per riflettere ed emozionarsi tra i canali o davanti al<br />
Ponte dei Sospiri, anche se a distanza.<br />
visitmuve.it<br />
visitmuve visitmuve_it<br />
11
RAILWAY heART<br />
PHOTOSTORIES<br />
PEOPLE<br />
Stazione Bologna AV<br />
Benedetta Rosini<br />
bene883<br />
Attese<br />
© Alfredo Falcone<br />
alfredo_falcone<br />
12
LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE<br />
DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN<br />
CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME<br />
A cura di Enrico Procentese<br />
enryhills<br />
Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it.<br />
L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie<br />
rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà<br />
del mittente, priva di watermark, non superiore ai 15Mb. Le foto più emozionanti<br />
tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri<br />
della rubrica. Railway heArt un progetto di Digital Communication, Direzione<br />
Centrale Comunicazione Esterna, FS Italiane.<br />
LUOGHI<br />
In questa pagina, la<br />
stazione di Roma Termini<br />
© Alfredo Falcone<br />
alfredo_falcone<br />
13
RAILWAY heART<br />
IN VIAGGIO<br />
In treno verso Firenze<br />
© Giulia Morigoni<br />
colorinsoffitta<br />
Destinazione Salerno<br />
© Angela Chierchia<br />
angechi17<br />
14
AT WORK<br />
Francesca, capotreno<br />
<strong>Freccia</strong>rossa<br />
© Alfredo Falcone<br />
alfredo_falcone<br />
Giulio, capotreno<br />
regionale<br />
© Alfredo Falcone<br />
alfredo_falcone<br />
PHOTOSTORIES<br />
15
16<br />
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
L’ITALIA che fa IMPRESA<br />
LA RICERCA<br />
CHE PROTEGGE<br />
VISIERE PER MEDICI E INFERMIERI STAMPATE IN 3D.<br />
LORENZO GUASTI, INGEGNERE DELL’INDIRE,<br />
RACCONTA IL PROGETTO DI UN GRUPPO DI MAKER FIORENTINI<br />
di Sandra Gesualdi sandragesu sandragesu<br />
Lorenzo Guasti, ricercatore Indire<br />
In 15 giorni, durante l’isolamento<br />
in casa, hanno ideato, disegnato<br />
e assemblato un prototipo<br />
di dispositivo protettivo sanitario<br />
a supporto di medici e ospedali<br />
della Toscana. Lorenzo Guasti, Luca<br />
Bassani, Alessandro Ferrini, Loren-<br />
zo Calistri, Gianmarco Bei e Gabriele<br />
Pieraccini sono un gruppo di<br />
ricercatori fiorentini dell’Istituto Nazionale<br />
di Documentazione, Innovazione<br />
e Ricerca Educativa (Indire), e<br />
hanno deciso di dare un contributo,<br />
in termini di conoscenza, durante<br />
l’epidemia da Covid-19. Con quello<br />
che sanno fare: analizzare, studiare<br />
e offrire una soluzione a problemi<br />
reali, stampando, in 3D, una nuova<br />
visiera protettiva.<br />
Lorenzo, come nasce questa vostra<br />
iniziativa?<br />
Tutto è partito su Facebook dal<br />
gruppo 3D Print Covid-19, che mette<br />
in rete i maker di tutta Italia. <strong>La</strong><br />
richiesta di queste attrezzature, da<br />
parte di medici e infermieri, stava<br />
crescendo e molti di loro non riuscivano<br />
a reperirle facilmente perché,<br />
soprattutto nella prima fase<br />
dell’emergenza, scarseggiavano. Ci<br />
siamo inseriti in un movimento nazionale<br />
che in questa difficile situazione<br />
ha voluto dare una mano.<br />
Come si è sviluppato il progetto?<br />
Inizialmente abbiamo studiato qualche<br />
campione già presente sul web,<br />
ma non è risultato soddisfacente,<br />
poi grazie all’Indire siamo entrati in<br />
contatto con alcuni medici anestesisti<br />
dell’Azienda sanitaria dell’area<br />
Toscana centro. Ci hanno fornito indicazioni<br />
essenziali e precise grazie<br />
alle quali abbiamo creato un nuovo<br />
modello di visiera.<br />
Con quali caratteristiche?<br />
Questo dispositivo doveva soddisfare<br />
le esigenze di chi, in prima linea,<br />
avrebbe dovuto indossarlo anche<br />
dieci ore al giorno. Fino a oggi<br />
nessuno si era posto il problema di<br />
un utilizzo così prolungato e conti-<br />
© elenabsl/AdobeStock<br />
17
L’ITALIA che fa IMPRESA<br />
nuo, perché le visiere venivano usate<br />
solo per il tempo di un intervento<br />
o di uno screening. Ora invece gli<br />
operatori sanitari le tengono tutto<br />
il giorno. Così, ci siamo concentrati<br />
sulle caratteristiche ergonomiche,<br />
per renderle comode, leggere e disinfettabili,<br />
oltre che sicure naturalmente.<br />
Non è un prodotto a livello<br />
industriale di cui si può certificare<br />
l’uniformità dei pezzi, ma il risultato<br />
è un prototipo di qualità, testato sia<br />
nei materiali che nella funzionalità.<br />
Perché vi siete impegnati su questo<br />
tipo di protezione?<br />
Ancora nessuno ci aveva provato.<br />
È piuttosto semplice da realizzare,<br />
non c’è bisogno di materiale specifico<br />
come il tessuto filtrante delle<br />
mascherine, ma ha un’efficacia<br />
molto alta. Offre una difesa meccanica<br />
contro i droplet.<br />
Cosa occorre per realizzarla?<br />
<strong>La</strong> visiera è composta da tre pezzi<br />
che vanno assemblati. Prima abbiamo<br />
valutato il materiale trasparente<br />
che scherma il viso, una plastica<br />
leggera come quella delle bottiglie<br />
tagliata con il laser da una piccola<br />
ditta. Gli altri componenti sono in<br />
Pla (acido polilattico, ndr), un filamento<br />
plastico, e li creiamo con le<br />
stampanti 3D.<br />
E poi chi la produce?<br />
Noi ricercatori. Abbiamo messo su<br />
una sorta di catena di montaggio e<br />
ci siamo divisi i compiti. C’è chi ha<br />
disegnato in digitale e chi fa il cor-<br />
Le visiere realizzate dai maker di Indire<br />
riere per raccogliere tutti i pezzi<br />
necessari. Poi io, dopo cena, monto<br />
le visiere, elastico compreso, e<br />
i medici vengono a prendersele a<br />
casa. Siamo stati autorizzati dalla<br />
Protezione civile per i viaggi e manteniamo<br />
il distanziamento sociale<br />
durante le consegne. Le stampanti<br />
3D sono accese giorno e notte: riusciamo<br />
a realizzare una decina di<br />
visiere al giorno.<br />
Tutto gratuitamente?<br />
Certo, e con il progetto disponibile<br />
online. Fino a oggi (24 aprile, ndr) il<br />
prototipo sul sito dell’Indire è stato<br />
scaricato da centinaia di ricercatori<br />
che lo stanno studiando, provando<br />
e realizzando. Un brevetto open, insomma,<br />
perché quella dei maker è<br />
una comunità basata sulla condivisione<br />
del sapere.<br />
A chi avete distribuito le visiere?<br />
Su base regionale agli ospedali e ai<br />
medici di base, che sono i più sforniti<br />
e i più a rischio, a qualche Rsa e<br />
cooperativa sociale e alla Protezione<br />
civile.<br />
Riscontri dai medici che le hanno<br />
usate?<br />
Equivalenti, come protezione, a<br />
quelle certificate. In un momento di<br />
emergenza in cui c’era difficoltà a<br />
reperire il materiale ufficiale, il nostro<br />
prodotto artigianale ha un po'<br />
sopperito al problema. È stato un<br />
contributo basato sulle nostre competenze<br />
di sperimentatori e ricercatori.<br />
Non siamo certo in concorrenza<br />
per produrle, non è il nostro<br />
lavoro. Ma siamo di supporto.<br />
Cosa resterà di questa esperienza<br />
al tempo del coronavirus?<br />
Vorremmo che avesse una ricaduta<br />
pedagogica, perché il nostro non è<br />
stato altro che “un compito di realtà”.<br />
Quando torneremo nelle scuole<br />
con le quali collaboriamo, useremo<br />
la visiera come esempio di problem<br />
solving per far capire ai ragazzi che<br />
a un problema c’è sempre una soluzione.<br />
Previo studio e analisi, il cosiddetto<br />
imparare lavorando. Non<br />
abbiamo fatto nulla di speciale, se<br />
non aver intercettato un’urgenza e<br />
offerto una risposta concreta.<br />
tecnologia.indire.it<br />
IndireSocial<br />
IndireSocial<br />
18
Vola per un long weekend nel<br />
paradiso di Capo Verde con i<br />
voli di Cabo Verde Airlines!
GOURMET<br />
LO CHEF DELLA NATURA<br />
di Alessandra Iannello - a cura di VdGmagazine<br />
© Nico Balzani<br />
Chef Paolo Griffa<br />
<strong>La</strong> natura è il più grande mercato a disposizione di<br />
tutti. Fin dalla notte dei tempi, la capacità di riconoscere<br />
ciò che di commestibile offriva la terra e<br />
trasformarlo in cibo gustoso è stata celebrata al pari di<br />
un’arte sacra. In anni più recenti, poi, ha preso piede l’esotico<br />
e l’introvabile. Ma oggi non mancano giovani chef impegnati<br />
a riscoprire le potenzialità dell’ecosistema locale.<br />
Tra questi Paolo Griffa, che ha guadagnato una stella<br />
Michelin con il suo ristorante Petit Royal del Grand Hotel<br />
Royal e Golf di Courmayeur. <strong>La</strong> giornata di Paolo è<br />
scandita dai ritmi dettati dalla natura. L’alba lo sorprende<br />
spesso per foreste e prati, chino a terra assieme alla sua<br />
brigata, nell’infaticabile ricerca di radici e odori freschi.<br />
Il pomeriggio, quando il sole è alto e la luce cruda rivela<br />
ogni dettaglio del terreno, è il momento del foraging<br />
estremo. Consapevole di avere a portata di mano grandi<br />
eccellenze e mosso dal desiderio di interagire il più possibile<br />
con il territorio, Griffa ha avviato una partnership<br />
con l’Institut Agricole Régional di Aosta e la Fondazione<br />
Sistema Ollignan Onlus. Durante i mesi estivi la squadra<br />
del Petit Royal e gli studenti di questi due enti lavorano<br />
insieme un giorno a settimana per la raccolta e la cura di<br />
erbe, frutta e ortaggi, e per la ricerca del latte e del burro<br />
di alpeggio migliori. Tornati in cucina poi, i prodotti vengono<br />
lavorati: alcuni appena sbollentati o lasciati crudi<br />
per esaltarne i sapori, altri conservati attraverso essiccamento,<br />
fermentazioni o distillati. Così nella stagione invernale<br />
burri, salse e oli essenziali, valorizzati da tecniche<br />
di estrazione, pressature e marinature, portano in tavola<br />
l’estate di montagna.<br />
paologriffa.com<br />
GIRELLA DI BARBABIETOLE<br />
Ingredienti (per 6 persone)<br />
2 barbabietole multicolor, insalata mista, formaggio fresco alle erbe, formaggio<br />
fresco con pasta di olive nere, mandorle tostate, cracker, olio extravergine<br />
di oliva, sale q.b.<br />
Preparazione<br />
<strong>La</strong>vare bene le barbabietole, avvolgerle nella stagnola condendole con un<br />
filo d’olio extravergine e un pizzico di sale. Cuocere in forno a 180°C per un’ora<br />
circa. <strong>La</strong>sciare raffreddare, poi pelare e tagliare sottilmente. Per un risultato<br />
uniforme utilizzare un piccolo coppapasta formando dei bottoni. Condirli con<br />
un filo d’olio a crudo e, con l’aiuto di un anello, impiattare creando un cerchio<br />
con i bottoni di barbabietola disposti in verticale. Condire il formaggio fresco<br />
con erbe aromatiche tritate e usarlo per farcire l’interno delle barbabietole.<br />
Condire l’insalata unendovi le mandorle tostate tritate e metterla all’interno<br />
del cilindro. Sformare delicatamente le barbabietole che contengono l’insalata,<br />
adagiandovi sopra il cracker con delle barbabietole piegate a cono e<br />
uno spuntone di formaggio fresco condito con pasta di olive nere.<br />
© Paolo Picciotto<br />
20
GUSTA & DEGUSTA<br />
rubrica avrei voluto suggerire un’esperienza<br />
gastronomica, ma potrò<br />
ricominciare a farlo solo alla riapertura.<br />
Nel frattempo cuochi e ristoratori<br />
hanno deciso di rimanere vivi con il<br />
delivery: piatti e interi menù gourmet<br />
a domicilio. Ecco qualche consiglio<br />
per degustare a casa una cena di livello.<br />
Con Massimiliano Sabinot del<br />
Vitello d’Oro a Udine, Moreno Cedroni<br />
e il suo Aniko a Senigallia (AN)<br />
e Luca Gambaretto del Ristorante<br />
Maffei a Verona. A Bergamo il ristorante<br />
Al Carroponte di Oscar Mazzoleni<br />
consente di scegliere anche dalla<br />
cantina, premiata da Le Guide de<br />
L’Espresso 2019. Nel milanese ecco<br />
Carlo Andrea Pantaleo del Milano37,<br />
a Gorgonzola, e in centro città Eugenio<br />
Boer con il suo Bu:r, mentre a Bologna<br />
è Francesco Carboni di Acqua<br />
Pazza a consegnare a casa una grana<br />
cura di Andrea Radic<br />
Andrea_Radic<br />
MENÙ DELUXE A DOMICILIO<br />
DA MILANO A LECCE, I RISTORATORI CHE RIPARTONO CON IL DELIVERY<br />
Senza dubbio uno dei settori<br />
più colpiti dallo stato<br />
di emergenza che stiamo<br />
vivendo è quello della ristorazione:<br />
fermo, inattivo. Io stesso in questa<br />
de cena di pesce. A Torino sono ottimi<br />
i piatti di Stefano Sforza, chef del<br />
ristorante Opera - Ingegno e Creatività.<br />
A Ventimiglia (IM) spicca Diego Pani<br />
del Marco Polo, mentre a Genova<br />
c’è il ghiotto delivery del ristorante<br />
20 Tre di Barbara Palazzo. Sul <strong>La</strong>go<br />
di Garda invece, a Salò (BS), Alberto<br />
Bertani di QB Due Punto Zero è una<br />
certezza. Da Telese Terme (BN), invece,<br />
consegne in tutta Italia dal menù<br />
del Krèsios di Giuseppe Iannotti. A<br />
Roma si può ricevere a casa il meglio<br />
della lievitazione grazie alle specialità<br />
di Gabriele Bonci, un vero artista<br />
della pizza. A Lecce, infine, a deliziarvi<br />
è il delivery di Alex Ristorante di<br />
Alessandra Civilla.<br />
Cuochi e ristoratori, gente che resiste,<br />
nonostante tutto, e merita profondo<br />
rispetto.<br />
CÀ MAIOL<br />
RAFFINATO LUGANA<br />
Il <strong>La</strong>go di Garda è da sempre territorio<br />
vinicolo, ma lo sforzo per<br />
raggiungere il livello di qualità<br />
di oggi è abbastanza recente. Una<br />
cantina che ha saputo portare questo<br />
percorso di finezza ed eleganza a un<br />
felice traguardo è Cà Maiol, con i suoi<br />
vini espressione di due zone importanti,<br />
Lugana e Valtènesi.<br />
Un’area molto particolare quella dei<br />
cinque comuni che costituiscono il<br />
Lugana, tra le sponde del lago e le<br />
colline moreniche, dove gli enologi<br />
di Cà Maiol hanno saputo sviluppare<br />
il potenziale dei vitigni autoctoni e dei<br />
terreni calcarei e argillosi. Uve che respirano<br />
le brezze del Garda e i profumi<br />
delle colline, come nel Lugana Molin<br />
Dop, Trebbiano di Lugana in purezza.<br />
Il nome è quello del vigneto, con viti<br />
molto vecchie e terreno dallo spiccato<br />
carattere argilloso, ricco di sali<br />
minerali.<br />
Vendemmia manuale, spremitura soffice,<br />
vinificazione in acciaio e una piccola<br />
parte che fermenta in legno. Insomma,<br />
tutte le cure del caso per un<br />
vino che esprime pienezza di aromi,<br />
spiccata freschezza e un palato elegante<br />
e rotondo con un finale sapido<br />
e persistente.<br />
Dal medesimo vitigno viene prodotta<br />
anche una notevole bollicina: Lugana<br />
Brut metodo classico, da uve selezionate,<br />
raccolte anticipatamente e millesimate<br />
nelle annate migliori. Trentasei<br />
mesi di permanenza sui lieviti per<br />
un perlage finissimo, pulito in bocca<br />
con apprezzabili note balsamiche.<br />
Cà Maiol S.r.l. Società Agricola<br />
Desenzano del Garda (BS)<br />
ordini@camaiol.it<br />
camaiol.it<br />
21
RITORNO AL<br />
WHAT’S UP<br />
A SPASSO NEL TEMPO, TRA IRONIA E SENTIMENTO.<br />
IL COMICO MAURIZIO BATTISTA RACCONTA LO SHOW POCO<br />
DI TANTO, DAL 14 MAGGIO SU RAI2<br />
di Gaspare Baglio<br />
PASSATO<br />
gasparebaglio<br />
Stare al telefono con Maurizio Battista è divertimento<br />
allo stato puro. Un modo di ridere casareccio,<br />
autentico, come lui, che non fa il personaggio ma<br />
è una persona. E questa cosa, a lungo andare, paga. Ecco<br />
allora che il comico approda nella prima serata di Rai2, dal<br />
14 maggio, con il nuovo show Poco di tanto. È l’unica nuova<br />
produzione della tv pubblica ai tempi del coronavirus, ma<br />
anche un programma che regala una visione inedita di Battista,<br />
dopo i recenti successi di Battistology su Comedy Central<br />
e <strong>La</strong> sai l’ultima?-Digital Edition su Canale 5.<br />
Come nasce Poco di tanto?<br />
Da un’equazione. Nel senso che noi abbiamo il poco, ma di<br />
tantissimo. A differenza di mio nonno che aveva il poco, ma<br />
di niente. C’è qualcuno che si lamenta, certo, ma quello che<br />
possediamo è comunque molto. Soprattutto in questo periodo<br />
storico.<br />
Che tipo di programma è?<br />
Per prima cosa mi preme sottolineare lo sforzo enorme da<br />
parte di tutti: dalla società di produzione Ballandi Multimedia<br />
alla Rai, fino agli autori e i tecnici. Tutto è più difficile, in<br />
questo momento, siamo blindati. Ad ogni modo, lo show si<br />
snoda su tre prime serate durante le quali mi muovo in una<br />
casa di 200 m 2 , costruita ad hoc, che cambia in ogni puntata:<br />
nella prima sono in un appartamento degli anni ’60, nella<br />
seconda l’ambientazione è dei ’70 e, infine, nella terza, spazio<br />
agli ’80.<br />
Il tuo ruolo?<br />
Sono come Alberto Angela, un divulgatore. Lui racconta da<br />
Pompei, io vado a spasso nel tempo. In ogni camera descrivo<br />
proprio quel periodo con due ospiti a puntata, rvm, filmati<br />
d’epoca, gag e qualche riferimento all’attualità. Il tutto messo<br />
in piedi con ironia, nostalgia, cuore, sentimento e musica. È un<br />
ricordo, ma di classe: qualcosa che non ha fatto mai nessuno.<br />
Qualche anticipazione?<br />
Il programma inizia sempre con una macchina dell’epoca. Faremo<br />
parallelismi con ironia come, per esempio, tra l’indimenticabile<br />
Carosello e tutte le pubblicità di oggi coi testimonial<br />
belloni, tipo quelle dei profumi.<br />
E gli ospiti?<br />
Faccio qualche nome: Orietta Berti, Don Backy, Michele Zarrillo<br />
e Gazebo.<br />
Strutturalmente cosa avete dovuto cambiare a causa del<br />
Covid-19?<br />
Tutto. <strong>La</strong> casa è così grande perché hanno dovuto passarci<br />
dentro i macchinisti, i carrelli, le camere. L’idea iniziale era di<br />
realizzare uno sceneggiato che avesse come protagonista<br />
una famiglia. Dopo il coronavirus abbiamo dovuto modificare<br />
il format, anche perché l’investimento era già stato fatto. Così<br />
ci siamo inventati questa formula light.<br />
Qual è il tuo obiettivo con questo show?<br />
Far capire che ne abbiamo passate tante e anche se questo<br />
virus non ci voleva lo stiamo superando. Conoscendo quegli<br />
anni, avendo vissuto quei momenti, vorrei far sentire quel sapore.<br />
Riporto in modo fedele quello che ho vissuto. Ci si commuove,<br />
si riflette e, ovviamente, si ride.<br />
mauriziobattista.com<br />
MaurizioBattistaOfficial Battista_M maurizio_battista<br />
22
UNITI CONTRO IL NEMICO<br />
PARTE CON IL SINGOLO IL NOSTRO TEMPO IL PROGETTO<br />
DI ANNALISA MINETTI E MARIO BIONDI PER AIUTARE GLI ANZIANI<br />
In tempi di coronavirus, si moltiplicano<br />
le iniziative di solidarietà.<br />
E i protagonisti dello spettacolo<br />
sono sempre in prima linea. I big della<br />
musica Annalisa Minetti e Mario Biondi,<br />
insieme con il bassista Marcello Sutera,<br />
hanno messo in piedi il progetto<br />
Nemico invisibile. Un’idea che esisterà<br />
finché ci sarà l’emergenza, con l’obiettivo<br />
di aiutare l’Auser, l’Associazione<br />
per l’invecchiamento attivo che offre<br />
sostegno agli anziani (per donazioni<br />
Iban IT67X0311103253 000000010815),<br />
grazie alle somme raccolte attraverso<br />
canzoni messe a disposizione sulle<br />
piattaforme digitali.<br />
L’iniziativa è partita con il brano Il nostro<br />
tempo che, oltre a Minetti e Biondi, ha<br />
visto la partecipazione di Dodi Battaglia,<br />
Petra Magoni, Gaetano Curreri, Andrea<br />
Callà e Paul Maunick.<br />
Quando avete deciso di muovervi?<br />
[MB] Sono in quarantena con la mia famiglia<br />
da fine febbraio: abbiamo capito<br />
subito la pericolosità del nemico invisibile.<br />
[AM] Ho sentito immediatamente questa<br />
responsabilità. Volevo mettere in<br />
piedi un progetto musicale con una<br />
persona dalla grande anima, che avesse<br />
il mio stesso codice etico e morale. Il<br />
primo nome che mi è venuto in mente è<br />
stato quello di Mario.<br />
Come state vivendo questo momento?<br />
[MB] Da piccolo mi hanno insegnato<br />
che gli impedimenti, in alcune occasioni,<br />
possono essere di giovamento. Facciamo<br />
di necessità virtù e impariamo da<br />
quello che stiamo vivendo.<br />
[AM] Mi fa paura un po’ tutto. In famiglia,<br />
per assurdo, l’isolamento è l’aspetto<br />
che intimorisce meno. Noi dobbiamo<br />
pensare a chi è da solo, agli anziani, ai<br />
disabili. Non posso non preoccuparmi,<br />
poi, del futuro che attende le maestranze<br />
nel nostro ambiente: gli artisti sono i<br />
più privilegiati, ma tutte le persone che<br />
lavorano dietro di noi?<br />
Questo progetto come si evolverà?<br />
[MB] Non amo vendere la pelle dell’orso<br />
prima di averlo catturato. Il nostro<br />
tempo è oggi, per il domani ci terremo<br />
in contatto.<br />
L’obiettivo è aiutare gli anziani, quindi?<br />
[AM] I nonni rappresentano un mondo<br />
che dà senso al tutto e ci completa. Ho<br />
percepito quanto, per loro, l’isolamento<br />
fosse più pericoloso. Il coronavirus<br />
ha colpito le persone più fragili, quelle<br />
nelle case di riposo. Ho pensato che,<br />
in qualche modo, dovessero essere<br />
raggiunte per non farle andare incontro<br />
alla sindrome del disuso, non solo<br />
fisico. L’assistenza domiciliare dà la<br />
possibilità di intervenire, anche se da<br />
lontano, aiutando gli anziani con attività<br />
motoria e cure quotidiane.<br />
<strong>La</strong> più bella sorpresa da parte dei colleghi<br />
che hanno preso parte alla vostra<br />
iniziativa?<br />
[MB] <strong>La</strong> disponibilità ricevuta, al limite<br />
del commovente.<br />
[AM] L’entusiasmo e l’energia con cui<br />
hanno risposto. <strong>La</strong> musica ci ha uniti,<br />
ancora una volta.<br />
G.B.<br />
nemicoinvisibileofficial<br />
Mario Biondi e Annalisa Minetti<br />
© Alessandra Fuccillo<br />
23
110 mila<br />
750 mila<br />
140 milioni € finanziati in 11 anni<br />
4,7 milioni €<br />
3,5 milioni €
WHAT’S UP<br />
E LA VITA BUSSÒ<br />
IL COMPOSITORE, PRODUTTORE E CANTAUTORE MARIO LAVEZZI<br />
FESTEGGIA I 50 ANNI DI CARRIERA CON UN LIBRO<br />
E UN COFANETTO DI SUCCESSI<br />
C’è poco da fare: la storia<br />
della musica italiana<br />
va di pari passo con<br />
la carriera di Mario <strong>La</strong>vezzi, cantautore<br />
prolifico e fortunato.<br />
Tra le sue composizioni ci sono le<br />
hit E la luna bussò e In alto mare<br />
portate alla ribalta dall’ex compagna<br />
Loredana Bertè, È tutto un attimo,<br />
interpretata da Anna Oxa, Vita,<br />
intonata da Lucio Dalla e Gianni<br />
Morandi, Stella gemella di Eros Ramazzotti.<br />
In mezzo secolo le produzioni non<br />
si contano e la sua vita è stata così<br />
piena di avvenimenti e coincidenze<br />
da meritare di essere celebrata con<br />
un libro, E la vita bussò (Morellini<br />
Editore, pp. 136, € 14,90), e un cofa-<br />
netto omonimo (pubblicato da Nar<br />
International e Artist First) che contiene<br />
58 successi scritti, prodotti o<br />
interpretati dall’artista e un brano<br />
inedito, Canti di sirene, firmato con<br />
Franco Califano.<br />
L’esistenza di <strong>La</strong>vezzi è fatta di entusiasmi<br />
e batoste. Gli inizi nella<br />
storica band I Camaleonti per sostituire<br />
Ricky Maiocchi, una gioia svanita<br />
quando è costretto a lasciare<br />
il gruppo per il servizio di leva. Poi<br />
la voglia di fare musica lo spinge a<br />
comporre un brano, Il primo giorno<br />
di primavera, che sarà uno dei più<br />
grandi successi dei Dik Dik e lo farà<br />
diventare tra gli autori e produttori<br />
più celebri del Belpaese.<br />
Che effetti pensa avrà il Covid-19<br />
sulla musica?<br />
Vorrei che la fase successiva al coronavirus<br />
portasse una spinta planetaria<br />
a rompere i legacci col passato.<br />
Come dopo la guerra, quando<br />
l’umanità intera ha sprigionato, in<br />
tutti settori, una creatività inimmaginabile.<br />
Un’esigenza che si espresse<br />
nell’arte figurativa, nella moda,<br />
nel design, nel cinema e nella musica.<br />
È stato come un nuovo Illuminismo.<br />
In che acque naviga il mercato discografico?<br />
<strong>La</strong> tecnologia l’ha devastato: oggi<br />
tutta la musica è negli smartphone<br />
e su Spotify, la scarichiamo. Non ha<br />
quasi più senso fare un album. Quasi<br />
nessuno ascolta un disco per intero<br />
e lo mette nei propri dispositivi. Le<br />
case discografiche non hanno più le<br />
risorse economiche di una volta. Un<br />
tempo i contratti per gli artisti erano<br />
di sette anni o sette album. Se poi<br />
al terzo disco non succedeva nulla,<br />
la major poteva rescindere l’accordo.<br />
<strong>La</strong> musica aveva la possibilità di<br />
durare nel tempo. Oggi passa e va,<br />
è liquida.<br />
C’è un’artista su cui punta da produttore?<br />
Emily Litta, una ragazza italiana<br />
che ha una cultura non indifferente,<br />
perché ha vissuto in Inghilterra e in<br />
Australia. L’ho portata alla Sony, le<br />
hanno proposto di partecipare alle<br />
selezioni di X Factor, ma ha rifiutato<br />
perché ha in mente un modello<br />
britannico e sperava che la casa<br />
discografica fosse interessata al<br />
di là del talent. Invece non è stato<br />
così: questi show contengono i costi<br />
perché la promozione è già pronta.<br />
Fortunatamente, grazie al web e<br />
alle etichette indipendenti, sono<br />
usciti artisti come Calcutta.<br />
Anche lei aiuta i nuovi talenti con il<br />
contest Campusband…<br />
Scegliamo quattro interpreti, altrettanti<br />
cantautori e quattro gruppi.<br />
Diamo loro la possibilità di fare<br />
un video e registrare un inedito. Gli<br />
facciamo mettere un primo mattone<br />
e, devo dire, che sono rimasto<br />
piacevolmente sorpreso: sono tutti<br />
davvero meritevoli.<br />
G.B.<br />
mariolavezzi.com/wordpress<br />
Mario_<strong>La</strong>vezzi<br />
mariolavezzi<br />
Cover del cofanetto E la vita bussò<br />
25
WHAT’S UP<br />
© Sant’Agostino<br />
LA MUSICA CONTINUA<br />
Chigiana International Festival 2019<br />
NICOLA SANI,<br />
DIRETTORE<br />
ARTISTICO<br />
DELL’ACCADEMIA<br />
CHIGIANA, PRESENTA<br />
IL NUOVO CICLO<br />
DI CONCERTI IN<br />
DIRETTA STREAMING<br />
di Sandra Gesualdi<br />
sandragesu sandragesu<br />
«<br />
Chigiana non<br />
abbandona il suo pubblico<br />
L’Accademia<br />
e non smette di fare musica<br />
in questo difficile momento». Parole di<br />
Nicola Sani, compositore e direttore artistico<br />
della storica accademia senese.<br />
Cancellati gli eventi dal vivo, per le inevitabili<br />
misure restrittive, la risposta per<br />
non interrompere la stagione è stata l’iniziativa<br />
Chigiana stops Covid-19. Una serie<br />
di concerti inediti trasmessi in strea-<br />
ming su YouTube, poi lasciati liberamente<br />
disponibili. Tanti gli appuntamenti in<br />
corso, che si protrarranno fino all’inizio<br />
dell’estate.<br />
Così, anche la storica Accademia Chigiana<br />
è in rete.<br />
In questi anni abbiamo investito molto<br />
nel digitale, lavorando per convertire<br />
tutto il nostro archivio. Questo ci ha per-<br />
messo, durante la quarantena, di essere<br />
pronti a rimodulare la nostra programmazione<br />
on demand e di continuare a<br />
essere vivi, attivi e di promuovere il nostro<br />
festival.<br />
<strong>La</strong> musica per tutti, prima di tutto.<br />
Che cosa prevede il programma?<br />
Dodici concerti inediti, che si sono tenuti<br />
negli ultimi tre anni durante il Chigiana<br />
International Festival, la stagione Micat<br />
in Vertice e la rassegna Tradire, trasmessi<br />
per la prima volta live in broadcasting.<br />
Quali gli appuntamenti imperdibili?<br />
Quelli del 7 e 8 maggio con Antonio Meneses,<br />
uno dei più grandi violoncellisti,<br />
in Bach to Brasil, che accosta le Suite del<br />
celebre compositore alle opere di artisti<br />
brasiliani contemporanei. Il 29 maggio<br />
e il 5 giugno, invece, presentiamo i due<br />
giovani finalisti del Premio Chigiana: il<br />
pianista Arseny Tarasevich Nikolaev e<br />
la violoncellista Ella van Poucke. Talenti<br />
destinati ai palchi internazionali.<br />
Che valore ha la cultura in questo momento?<br />
Fondamentale. <strong>La</strong> musica, nello specifico,<br />
racconta il tempo ed è importante<br />
quando ci sembra fermo, sospeso. È una<br />
lingua universale e fa ben comprendere<br />
i problemi di tutti. Questo ha un significato<br />
forte nelle difficoltà.<br />
Quanto è importante lo spettacolo dal<br />
vivo?<br />
L’ascolto live è imprescindibile. Concerto<br />
vuol dire essere una comunità che ode e<br />
suona insieme e vicino. <strong>La</strong> riproduzione<br />
è un binario parallelo, ma mai sostitutivo,<br />
le soluzioni online sono eventi straordinari<br />
di supporto. Claudio Abbado faceva<br />
sempre registrare i suoi concerti come<br />
momenti di qualità.<br />
Cosa lascia il tempo del Covid-19?<br />
Un intervallo e un suono sospeso, quello<br />
del silenzio che avvolge tutto.<br />
chigiana.org<br />
AccademiaChigiana<br />
AccademiaChigiana<br />
chigiana<br />
Nicola Sani<br />
© Imeb Bourges<br />
26
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con capitale italiano al 100%. Scegli Sicily by Car.<br />
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UN TRENO DI LIBRI<br />
Invito alla lettura di Alberto Brandani<br />
[Presidente giuria letteraria Premio Internazionale Elba-Brignetti]<br />
Quando Limesso, piccola<br />
città alleata di Troia, viene<br />
distrutta dai greci, Briseide,<br />
figlia di un re, viene catturata<br />
come tutte le altre donne e consegnata<br />
come un trofeo al grande Achille.<br />
A 19 anni diventa schiava, concubina,<br />
infermiera, pronta a soddisfare<br />
ogni desiderio del suo padrone. È lei<br />
il premio di guerra di Achille il Pelide,<br />
proprio colui che ha letteralmente<br />
“macellato” tutta la sua famiglia.<br />
L’epica guerra di Troia è sempre una<br />
magnifica storia da leggere, una storia<br />
che parla di eroi, semidei, sconfitti,<br />
malvagità. E di donne, schiave e<br />
regine. Qui, dove tutto comincia con<br />
una donna e per una donna, le donne<br />
sembrano mute, asservite. «Alle donne<br />
si addice il silenzio», si legge nel<br />
romanzo di Pat Barker, che si è posta<br />
l’obiettivo di raccontarci la guerra di<br />
Troia con gli occhi delle schiave.<br />
L’impianto è teatrale, quasi si colgono<br />
le quinte di scena che di momento in<br />
momento legano la storia. È un manifesto<br />
femminista, crudo e violento,<br />
una perfetta sceneggiatura per un<br />
film di Quentin Tarantino, trucido e<br />
splatter, con ossa, budella e topi morti<br />
a iosa che vanno avanti per pagine e<br />
pagine. Sappiamo bene che le descrizioni<br />
di guerra sono tremende anche<br />
nei grandi classici, ma pure che le frasi<br />
più celebri della letteratura si costruiscono<br />
per sottrazione. «<strong>La</strong> sventurata<br />
In viaggio con il Prof<br />
IL SILENZIO DELLE RAGAZZE<br />
IL MOVIMENTO ME TOO AL TEMPO DELLA GUERRA DI TROIA,<br />
RACCONTATA DALLE SUE SCHIAVE MUTE. CAPACI DI GUARDARE<br />
OGNI COSA CON ALTRI OCCHI E CON ALTRO CUORE<br />
è forse quel che resta dopo che Manzoni<br />
ebbe sottratto pagine e pagine?<br />
Attraverso il racconto disincantato e<br />
verace di Briseide, entriamo nell’accampamento<br />
greco dove si aggirano<br />
Agamennone, Patroclo e Ulisse. I loro<br />
sentimenti, le loro turbe, le passioni. E<br />
ci sembrano meno dèi e più semplicemente<br />
uomini. Pat Barker ha cercato<br />
di dare voce a quei soggetti della<br />
storia che mai ne hanno avuta: le donne<br />
mute della terribile guerra di Troia,<br />
capaci di guardare ogni cosa con altri<br />
occhi e altro cuore.<br />
Eppure, riflettendo attentamente,<br />
cogliamo che con il tempo ogni confine<br />
nell’accampamento acheo è destinato<br />
a sfumarsi, ogni separazione<br />
sembra sfaldarsi fra chi condivide la<br />
stessa condizione umana. <strong>La</strong> posizione<br />
dei guerrieri achei è ben diversa da<br />
quella delle schiave troiane, ma alla<br />
fine il destino di tutti, uomini e donne,<br />
vincitori e sconfitti, è subordinato<br />
alla stessa logica violenta e disperata<br />
della guerra. È in questo contesto che<br />
può nascere e materializzarsi un sentimento<br />
affettuoso verso il proprio rapitore<br />
o un gesto ospitale verso il più<br />
acerrimo nemico. Ed è qui che, al di là<br />
delle intenzioni dell’autrice, svettano<br />
i tre protagonisti di un romanzo che<br />
colpisce al cuore. Di Briseide abbiamo<br />
già detto, ma non possiamo dimenticare<br />
il grande amore che suscita Patroclo<br />
in lei e presso Achille: un bimbo<br />
rispose» di manzoniana memoria non strappato alla sua famiglia per un tra-<br />
Einaudi, pp. 352 € 18,50<br />
gico gioco finito male. E che dire della<br />
splendida malinconia di Achille, abbandonato<br />
a sette anni dalla madre,<br />
che si immerge possente nel mare<br />
nella speranza di carpirne qualche<br />
frase? Nell’animo dei tre protagonisti,<br />
in particolare di Achille e Patroclo,<br />
scende un pianto disperato che viene<br />
recuperato come visione onirica della<br />
vita e balsamo lenitivo delle angosce,<br />
delle paure e malinconie di noi comuni<br />
mortali. Sono pagine e sensazioni<br />
che, per dirla in gergo teatrale, "valgono<br />
il biglietto".<br />
29
UN TRENO DI LIBRI<br />
BRANI TRATTI DA<br />
IL SILENZIO DELLE RAGAZZE<br />
[...]<br />
Lo vidi alzarsi, riempire la sua coppa e porgermene un’altra.<br />
– Lo aspetterai alzato? – chiesi.<br />
– Penso di sì: di solito lo faccio.<br />
Non saprei dirvi perché Patroclo avesse tanta paura delle<br />
notti in cui Achille andava in cerca di sua madre. So soltanto<br />
che era così.<br />
Il fuoco era quasi spento. Patroclo gettò un altro ciocco,<br />
che mandò fumo per qualche istante prima che le fiamme<br />
cominciassero a consumarlo. L’unico rumore a rompere<br />
il silenzio era quello di un cane che si grattava il collo.<br />
Più da lontano, appena percettibile, giungeva il mormorio<br />
dell’acqua. Quella bonaccia innaturale non accennava a<br />
finire, e le onde si allungavano lente sulla battigia. Avvertivo,<br />
oltre le pareti della sala, l’esasperante immensità del<br />
mare e del cielo. Una calda oscurità incombeva su di me,<br />
e pensai quanto sarebbe stato facile spazzare via tutto ciò<br />
che i miei occhi vedevano: un padiglione di legno massiccio,<br />
un uomo e una donna seduti insieme accanto al fuoco.<br />
– Una volta l’ho sentito parlare con lei, – dissi. – Non capivo<br />
niente –. Tacqui, e poiché anche lui taceva aggiunsi: – Ma<br />
gli risponde, qualche volta?<br />
– Oh, sì.<br />
– Sono molto affezionati l’uno all’altra?<br />
– Difficile a dirsi. Lei se n’è andata quando Achille aveva<br />
sette anni –. Un’altra pausa, poi: – A quanto pare, adesso<br />
sembra più giovane del figlio.<br />
– Sarà stato difficile abbandonare un bambino così piccolo,<br />
– azzardai, procedendo a tentoni.<br />
– Non saprei; forse sì. Il fatto è che lei non sopportava quel<br />
matrimonio, non era stata lei a sceglierlo, nessuno aveva<br />
chiesto il suo parere... Probabilmente ne era alquanto<br />
disgustata. E ha condizionato anche... insomma, l’avrai<br />
notato, no? Avrai avvertito in lui una certa... ripugnanza?<br />
Eccome se l’avevo avvertita, ma non osai approfondire il<br />
tema. Temevo che mi facesse troppe confidenze, di cui in<br />
seguito avrebbe potuto pentirsi.<br />
Patroclo mi sorrise. – Tu gliela rammenti, – disse.<br />
– Io gli rammento sua madre?<br />
– Dovresti esserne lusingata. In fin dei conti è una dea.<br />
– Proverò.<br />
Stava ancora sorridendo, e il sorriso metteva in evidenza il<br />
naso fratturato. Chissà se c’era un giorno in cui, guardandosi<br />
allo specchio, non gli veniva in mente il momento più<br />
orribile della sua vita.<br />
© Alex Bailey WARNER BROS/ANSA-CD<br />
Brad Pitt nei panni di Achille nel film Troy<br />
30
Un assaggio di lettura<br />
– Sai che potrei convincerlo a sposarti?<br />
Scossi la testa. – Nessun uomo sposa la propria schiava.<br />
– Invece è già successo.<br />
– Potrebbe sposare la figlia di un re.<br />
– Potrebbe, sì; ma non ne ha bisogno. Sua madre è una<br />
dea, suo padre regna sui mirmidoni. Può fare quel che gli<br />
pare –. Un sospiro trattenuto. – Potremmo tornare a casa<br />
tutti insieme.<br />
Avrei voluto rispondergli: «Tu la mia casa l’hai bruciata».<br />
Quella notte, sdraiata su un pagliericcio accanto a Ifi, ripensai<br />
alle parole di Patroclo. Certo, ci sono uomini che<br />
sposano le proprie schiave, soprattutto in mancanza di<br />
eredi legittimi, se quelle schiave gli hanno appena dato<br />
un figlio: ma quante volte è successo? Suvvia, che pensiero<br />
ridicolo. Ma poi mi venne in mente quel giorno sulla<br />
spiaggia, quando avevo visto Achille appoggiarsi al suo<br />
amico. Patroclo non esagerava: aveva senza dubbio una<br />
grande influenza su di lui.<br />
Davvero avresti sposato l’assassino dei tuoi fratelli?<br />
Tanto per cominciare, non avrei avuto altra scelta. E in<br />
ogni caso, sì, credo che l’avrei fatto. Sì. Ero una schiava,<br />
e qualsiasi schiavo farebbe di tutto, davvero di tutto, per<br />
smettere di essere una cosa e ridiventare una persona.<br />
Non so come avresti potuto.<br />
Certo che non lo sapete. Non siete mai stati schiavi.<br />
[...]<br />
<strong>La</strong> porta del mio sgabuzzino si spalancò. Patroclo entrò e<br />
tentò di cingermi le spalle con un braccio, ma lo respinsi.<br />
– Credi ancora di poterlo convincere a sposarmi? Non<br />
fece in tempo a rispondere, perché Achille chiamò<br />
dall’altra stanza: – Allora? È pronta?<br />
Patroclo mi tese la mano. Io la presi come sapevo di dover<br />
fare, e mi lasciai condurre nella sala. Gli araldi stavano<br />
già indietreggiando. Alzai gli occhi verso Achille e,<br />
con mia grande sorpresa, vidi che aveva le guance rigate<br />
di lacrime. Niente singhiozzi, certo: solo due rivoli<br />
silenziosi che non osava asciugarsi per non ammetterne<br />
l’esistenza.<br />
Dunque Achille piangeva, mentre mi portavano via. Lui<br />
piangeva, non io. Sono passati anni, e ormai non ha più<br />
importanza, ma ne sono ancora orgogliosa.<br />
Quella notte, però, piansi anch’io.<br />
[...]<br />
All’improvviso Aiace balzò in piedi. Immaginai che avesse<br />
riconosciuto qualcuno dentro il padiglione e mi voltai<br />
nella direzione del suo sguardo, ma non c’era nessuno,<br />
e quando riportai gli occhi su di lui lo vidi a terra. Stava<br />
disteso lì, con le ginocchia rimboccate al petto, e frignava<br />
come un neonato. Achille, immobile, aspettò che l’attacco<br />
facesse il suo corso finché, finalmente, Aiace non<br />
riprese il controllo di sé e tornò a sedersi al tavolo. Nessuno<br />
di loro fece commenti: ripresero la partita come se<br />
nulla fosse accaduto. Tutto l’episodio, dall’inizio alla fine,<br />
era durato ben poco.<br />
Anche Tecmessa era stata sul punto di alzarsi in piedi,<br />
ma poi si era riaccomodata sulla sedia e aveva allungato<br />
la mano verso l’ennesima noce al miele.<br />
<strong>La</strong> statua di Patroclo e Menelao, Loggia dei <strong>La</strong>nzi, Firenze<br />
– Dorme poco o niente, – raccontò, – e ha degli incubi<br />
orrendi. L’altra notte ha sognato che un ragno lo mangiava:<br />
si è svegliato urlando, ha detto che sentiva il rumore<br />
delle mandibole e tutto il resto. E se gli chiedo cosa c’è<br />
che non va...<br />
– Non te lo dice?<br />
– Certo che no! Secondo lui dovrei stare zitta e sopportare,<br />
e se provo a parlarne salta su a rimproverarmi che<br />
«alle donne si addice il silenzio».<br />
Non c’era una sola donna di mia conoscenza che non<br />
fosse cresciuta sentendosi ripetere quella frase.<br />
[...]<br />
Tutto il suo amore, tutta la sua tenerezza, vanno al padre.<br />
Achille è, per prima cosa, il figlio di Peleo, ed è così che è<br />
noto all’esercito acheo: Pelide è da sempre il più famoso<br />
dei suoi appellativi. Ma è soltanto la sua identità pubblica.<br />
Quando è solo, specie in quelle mattine solitarie in<br />
riva al mare, sa di essere, inevitabilmente, il figlio di sua<br />
madre. Teti se n’è andata poco prima che lui compisse<br />
sette anni, l’età in cui un bambino lascia le stanze delle<br />
donne ed entra nel mondo degli uomini. Forse è per<br />
questo che sente di non aver mai completato il passaggio,<br />
anche se molti dei guerrieri che hanno combattuto al<br />
suo fianco si stupirebbero alquanto nel sentirglielo dire.<br />
© Gabriele Maltinti/AdobeStock<br />
31
UN TRENO DI LIBRI<br />
Un assaggio di lettura<br />
Ma non lo dice, ovvio. È un difetto, una debolezza, e lui<br />
sa come tenerla ben nascosta al mondo. Solo di notte,<br />
mentre vaga tra il sonno e la veglia, Achille torna a immergersi<br />
nell’oscurità salmastra del ventre di sua madre,<br />
e il lungo errore di quella vita mortale è finalmente cancellato.<br />
[...]<br />
Esce sulla veranda e chiama a gran voce Alcimo, che arriva<br />
di corsa, pallidissimo, temendo di aver fatto qualcosa<br />
di grave, un tragico errore: aver lasciato, per esempio,<br />
un granello di polvere sullo scudo miracoloso. Achille<br />
versa da bere al povero ragazzo, lo fa sedere nel vestibolo<br />
(parlargli davanti a Briseide non sarebbe gentile) e<br />
cerca di spiegarsi. Alcimo è talmente sollevato di non<br />
essere nei guai che fissa il suo comandante con gli occhi<br />
fuori dalle orbite. È chiaro che non ha capito una parola.<br />
– Se dovessi morire... – ripete Achille.<br />
Questa parte del messaggio, almeno, sembra arrivare a<br />
destinazione, anche se lì per lì il ragazzo non dice nulla,<br />
si limita a scacciare le parole con le mani come se non<br />
avesse mai sentito niente di più orribile. «Via, se riesco<br />
Achille e Briseide<br />
Affresco da Pompei, Casa del Poeta tragico, Mann inv. 9105<br />
Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il<br />
Turismo - Museo Archeologico Nazionale di Napoli<br />
© Luigi Spina<br />
ad accettarlo io puoi riuscirci anche tu, no?» pensa Achille,<br />
che comincia a spazientirsi. – Se dovessi morire, – ripete.<br />
Alcimo è sgomento. – Non ho detto che morirò; non<br />
ho nessuna premonizione, niente del genere... – Infatti<br />
non è una premonizione: lo sa con certezza. – Voglio solo<br />
fare qualche progetto sensato per il futuro.<br />
Alcimo lo guarda a bocca aperta.<br />
– Briseide è incinta –. «Ah, questo l’ha capito», pensa<br />
Achille vedendolo cambiare espressione. – Se dovessi<br />
morire, voglio che tu la sposi e... – Solleva una mano. –<br />
Se. Ho detto se. Voglio che tu la accompagni da mio padre.<br />
Il bambino dovrà crescere in casa di mio padre. Hai<br />
capito? – È un onore che non merito, – balbetta mogio<br />
Alcimo.<br />
– Ma farai ciò che ti ho detto?<br />
– Sì.<br />
– Lo giuri?<br />
– Sì, certo, lo giuro –. Poi: – Lei lo sa?<br />
Achille scuote la testa. – No, non c’è bisogno di dirglielo<br />
adesso. È sufficiente che lo sappiamo tu e io.<br />
Augura la buonanotte ad Alcimo e torna nelle sue stanze.<br />
Briseide si è seduta sul letto e lo sta ancora aspettando.<br />
Per un istante è tentato di raggiungerla, ma il suo umore<br />
è cambiato: al calar delle ombre si è fatto piú cupo.<br />
Perciò va a sedersi accanto al fuoco, imbraccia di nuovo<br />
la lira e gli torna in mente la canzone che stava componendo<br />
insieme a Patroclo prima che morisse. Aveva<br />
avuto una parte così importante nelle loro ultime sere<br />
insieme, che ancora adesso non è sicuro di poterla suonare.<br />
In effetti gli bastano le prime note per sciogliersi in<br />
lacrime. Qualche istante dopo, però, ci riprova, e questa<br />
volta arriva alla fine. Solo che la fine non c’è. Ecco, ora<br />
ricorda: era lì il problema, giusto? Non era mai riuscito a<br />
finirla, quella benedetta canzone. E Patroclo non gli era<br />
stato d’aiuto. «Non capisco cos’abbia che non va: a me<br />
sembra perfetta così».<br />
<strong>La</strong> suona un’altra volta, consapevole dello sguardo di<br />
Briseide e anche – innegabilmente, intensamente consapevole<br />
– della presenza di Patroclo, seduto sulla sedia<br />
accanto al fuoco. Perché da qualche giorno, da quando<br />
Achille ha ripreso a suonare la lira, Patroclo si è intenerito<br />
e viene a trovarlo ogni sera. È davvero difficile trattenersi<br />
dal chiedergli se la canzone gli piace, ma del resto lo sa<br />
benissimo.<br />
L’ha sempre saputo. «Per gli dèi dell’Olimpo, non puoi<br />
suonare qualcosa di più allegro? Sembra un lamento funebre!»<br />
Achille sorride al ricordo e la suona daccapo, arriva per<br />
l’ennesima volta alla stessa, penosa sequenza di note. <strong>La</strong><br />
quiete dopo un temporale: gocce di pioggia che stillano<br />
da un ramo sporgente, che cadono (plic-ploc) nel torrente<br />
impetuoso... «Sì, sì, ma dopo?»<br />
E all’improvviso capisce: niente. Dopo non c’è niente,<br />
perché va bene così, la fine è quella. Lo è sempre stata,<br />
solo che lui non era pronto a capirlo. Per esserne sicuro<br />
(gli sembra troppo facile, troppo comodo) ricomincia<br />
dall’inizio, la suona un’altra volta. No, è giusto: la canzone<br />
deve finire così. Guarda Briseide. – Va bene, – le dice,<br />
toccando le corde che ancora vibrano. – È finita.<br />
32
Lo scaffale della <strong>Freccia</strong><br />
LA NUOVA STAGIONE<br />
Silvia Ballestra<br />
Bompiani, pp. 276 € 17<br />
Si narra che la Sibilla, adirata contro<br />
le fate che si attardavano a ballare<br />
il salterello con i pastori, avrebbe<br />
scagliato loro le pietre che divennero<br />
poi il paese di Arquata del Tronto:<br />
pietre destinate a rotolare di nuovo,<br />
drammaticamente, durante il<br />
terremoto. Le sorelle Nadia e Olga si<br />
sentono a casa proprio qui, in questa<br />
terra che si muove, e che scendendo<br />
dai monti Sibillini verso il mare si fa<br />
campagna.<br />
L’UOMO CHE SCRISSE LA BIBBIA<br />
Marco Videtta<br />
Neri Pozza, pp. 240 € 17<br />
<strong>La</strong> storia di William Tyndale il<br />
Traduttore, l’uomo che scrisse<br />
il libro più letto nella storia<br />
dell’Occidente: la Bibbia in<br />
inglese. Una storia popolata<br />
da sicari, vescovi oltranzisti,<br />
avidi mercanti, subdoli traditori,<br />
alchimisti e re, ambientata in<br />
una delle epoche più turbolente,<br />
complesse e avvincenti che<br />
l’Europa abbia conosciuto: la<br />
prima metà del ’500.<br />
LE CREATURE<br />
Massimiliano Virgilio<br />
Rizzoli, pp. 240 € 18<br />
<strong>La</strong> donna si fa chiamare<br />
Leonessa. È lei a mandare avanti<br />
una casa famiglia illegale nella<br />
periferia napoletana, dove vivono<br />
i figli dei clandestini che possono<br />
permetterselo. Sta contando<br />
delle banconote, mentre alle<br />
sue spalle un dobermann ringhia<br />
legato alla catena. Liu deve<br />
lavorare fuori città e non può<br />
tenere suo figlio con sé: paga, lo<br />
lascia e se ne va.<br />
ALTAN (AUTOBIOGRAFIA<br />
NON AUTORIZZATA)<br />
Altan e Roberto Moisio<br />
Skira, pp. 184 € 19,50<br />
Nato a Treviso, in piena Seconda<br />
guerra mondiale, Altan ama disegnare<br />
e raccontare storie illustrate fin da<br />
piccolissimo. In questa conversazione<br />
tira fuori dal cassetto progetti mai<br />
visti e lavori divenuti iconici, offrendo<br />
al lettore il suo modo di vedere il<br />
mondo. Il libro è un’occasione per<br />
scoprire il fumettista, papà della<br />
celebre cagnolina Pimpa, e il suo<br />
percorso di vita. G.B.<br />
UNA LETTERA PER SARA<br />
Maurizio De Giovanni<br />
Rizzoli, pp. 304 € 19<br />
Terzo capitolo della storia che<br />
ha riscritto il noir al femminile.<br />
Al centro della vicenda una<br />
donna misteriosa, “invisibile”, con<br />
un passato nei servizi segreti,<br />
capace di leggere le labbra<br />
e interpretare il linguaggio<br />
del corpo. Questa volta<br />
dovrà affrontare un’indagine<br />
particolarmente pericolosa, che<br />
scivola nella memoria collettiva e<br />
criminale di un intero Paese. G.B.<br />
TUTTI I RACCONTI<br />
Bernard Malamud<br />
Minimum Fax, pp. 1004 € 30<br />
<strong>La</strong> produzione di racconti ha<br />
accompagnato l’intera carriera<br />
di questo autentico faro della<br />
letteratura ebraico-americana.<br />
Nonostante il successo sia<br />
arrivato con romanzi come<br />
L’uomo di Kiev, la critica lo ha<br />
sempre definito un maestro<br />
della narrazione breve. In questo<br />
volume sono raccolti tutti i 55<br />
gioiellini che Malamud ha scritto<br />
tra il 1940 e il 1982. G.B.<br />
33
#IORESTOINITALIA<br />
VOCI D’<br />
Le lunghe settimane della quarantena hanno fermato<br />
il tempo, stravolto abitudini e limitato libertà che prima<br />
apparivano scontate, arrestando processi sociali<br />
ed economici. Le città sono state fortemente colpite. Piazze<br />
deserte, saracinesche abbassate, vie centrali inanimate, fab-<br />
briche chiuse. Mentre la natura si è ripresa pezzi urbani e mari<br />
turistici.<br />
Sindaci e presidenti di Regione si sono trovati in prima linea per<br />
far fronte all’emergenza sanitaria, alle perdite umane e, con il<br />
passar dei giorni, al blocco economico.<br />
34
ITALIA<br />
Da nord a sud, hanno descritto l’estenuante lavoro per gestire<br />
comunità e territori al tempo del coronavirus, illustrando provvedimenti<br />
e impegni per far ripartire il futuro.<br />
Introdotti da Antonio Decaro, alla guida dell’Associazione Nazionale<br />
dei Comuni Italiani e sindaco di Bari, e da Stefano Bonaccini,<br />
a capo della Conferenza delle Regioni e delle Province<br />
autonome e presidente dell’Emilia-Romagna, hanno tutti ribadito<br />
la necessità di una collaborazione tra i vari livelli istituzionali.<br />
Con una certezza condivisa: è necessario ripensare il modello<br />
di società al quale eravamo abituati. E ripartire dall’Italia.<br />
35
#IORESTOINITALIA<br />
STEFANO<br />
BONACCINI<br />
[PRESIDENTE REGIONE<br />
EMILIA-ROMAGNA<br />
E CONFERENZA REGIONI<br />
E PROVINCE AUTONOME]<br />
di Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019<br />
«Saremo in grado di convivere con il virus, come siamo<br />
stati capaci di rispettare le misure attuate in quarantena».<br />
Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della<br />
Conferenza delle Regioni e delle Province autonome,<br />
punta alla concretezza e alla consapevolezza, quali cardini<br />
della ripresa, insieme al rilancio economico e al sostegno<br />
a famiglie e lavoratori. «A questo proposito, abbiamo già<br />
stanziato 350 milioni», precisa.<br />
Presidente, quali iniziative e strategie metterete in campo<br />
per consentire la ripartenza e il ritorno a una vita sociale?<br />
<strong>La</strong> priorità resta la salute dei cittadini. Non possiamo vanificare<br />
i risultati ottenuti grazie soprattutto alle misure<br />
di distanziamento sociale e all’impegno di tutti i cittadini.<br />
L’allerta resta alta ma, nel frattempo, siamo al lavoro per<br />
Stefano Bonaccini<br />
la ripartenza: in attesa di un vaccino o di una cura, saremo<br />
costretti a convivere con il virus, ma lo faremo, ne sono<br />
convinto. Ognuno di noi si è abituato a misure di prevenzione<br />
e igiene che ci aiuteranno anche quando saremo tornati<br />
gradualmente alla nostra quotidianità, che vivremo comunque<br />
in maniera diversa. Più attenta, appunto. Quanto<br />
alla ripartenza economica, il Governo è chiamato a mettere<br />
a punto linee guida nazionali. In Emilia-Romagna abbiamo<br />
già definito insieme a tutte le parti sociali modalità condivise<br />
per riaprire garantendo la sicurezza a lavoratori e lavoratrici<br />
in alcune filiere produttive, soprattutto quelle che<br />
guardano all’export.<br />
Quali passi per sostenere un’economia drammaticamente<br />
piegata dall’emergenza?<br />
Abbiamo già deciso misure per oltre 350 milioni di euro per<br />
il sostegno a famiglie, lavoratori, imprese, studenti e nuovi<br />
36
«Stiamo lavorando a un piano regionale di rilancio che preveda modalità di<br />
riapertura sicure, oltre a misure nazionali come fondi a sostegno del turismo,<br />
accesso al credito, bonus vacanze»<br />
© Branislav Petkovic/AdobeStock<br />
Modena<br />
investimenti. Oltre a prorogare bandi e scadenze e anticipare<br />
tutti i pagamenti possibili e i trasferimenti ai Comuni,<br />
soprattutto per nidi d’infanzia e welfare. In un momento<br />
così difficile, la leva pubblica è cruciale, è lo strumento più<br />
importante per una politica anticiclica che sia davvero efficace.<br />
Per questo stiamo definendo un piano di investimenti<br />
e opere pubbliche da diversi miliardi di euro, già finanziati.<br />
Inoltre, serve un robusto innesto di liquidità per aiutare le<br />
imprese a farsi trovare pronte alla ripresa: a questo scopo<br />
abbiamo stretto accordi con l’Associazione bancaria italiana<br />
e Confidi, il fondo regionale per il credito alle imprese.<br />
Ma è chiaro che, più in generale, serve uno shock economico<br />
al Paese che può venire solo da ingenti risorse nazionali<br />
e, soprattutto, europee, senza condizioni e da restituire a<br />
lunghissima scadenza. Su questo Mario Draghi ha perfettamente<br />
ragione e l’Europa ha forse l’ultima occasione per<br />
dimostrare di esistere, al di là dei vincoli di bilancio.<br />
Il turismo è un cardine del prodotto dell’Emilia-Romagna,<br />
come verrà sostenuto e soprattutto rilanciato?<br />
È un settore strategico, che in cinque anni nella nostra regione<br />
ha visto crescere il proprio Pil dall’8 a oltre il 13% e rischia<br />
di pagare un prezzo molto alto a questa emergenza. Il<br />
confronto con gli operatori è costante, per soluzioni condivise.<br />
Stiamo lavorando a un piano regionale di rilancio che<br />
preveda modalità di riapertura sicure già per la stagione in<br />
arrivo, oltre a misure nazionali decise d’intesa con il Governo,<br />
come fondi a sostegno del comparto, accesso al credito,<br />
bonus vacanze, ovvero un voucher da spendere solo<br />
in Italia. Ci adopereremo perché i turisti scelgano la nostra<br />
terra e le nostre bellezze, grazie a soluzioni innovative.<br />
L’emergenza ha mutato il suo rapporto con i cittadini?<br />
<strong>La</strong> responsabilità è enorme. Come ho già detto, non pos-<br />
37
#IORESTOINITALIA<br />
Stefano Bonaccini visita l'ospedale da campo a Piacenza<br />
siamo nemmeno permetterci di piangere, dovendo gestire<br />
una situazione senza precedenti e, nello stesso tempo,<br />
indicare soluzioni che diano una prospettiva per il dopo,<br />
per il futuro. <strong>La</strong> crisi credo abbia dimostrato quanto sia importante<br />
conoscere a fondo il territorio che si amministra,<br />
per applicare tempestivamente provvedimenti difficili, ma<br />
decisivi per rallentare il contagio. Mi riferisco all’istituzione<br />
della zona rossa a Medicina, nel Bolognese, o alle misure<br />
più restrittive sul distanziamento sociale e le attività economiche,<br />
prese nelle province di Piacenza e Rimini.<br />
Cosa resterà di questa esperienza?<br />
Non è finita, abbiamo ancora tanto lavoro da fare. Sono<br />
però convinto che la nostra vita conoscerà un prima e un<br />
Medicina (BO)<br />
© Giorgio Benvenuti/ANSA<br />
dopo la pandemia. Abbiamo capito l’importanza di un servizio<br />
sanitario pubblico, universalistico, che cura chiunque,<br />
senza chiedere quanti soldi hai in tasca o da dove vieni. Almeno<br />
questo è quanto successo qui, in Emilia-Romagna,<br />
con la prova straordinaria data dalla nostra sanità regionale<br />
e da chi ci lavora. Ricordiamocelo quando sarà finita e dovremo<br />
ripartire da una cosa su tutte: investire nel sistema<br />
sanitario nazionale.<br />
Se dovesse interpretare con un’immagine, o un singolo<br />
momento, quanto accaduto, quale sarebbe?<br />
<strong>La</strong> decisione di chiudere il comune di Medicina è stata fra<br />
le più difficili da quando sono presidente della Regione.<br />
L’abbiamo presa di fronte ai dati medico-scientifici che indicavano<br />
un contagio molto preoccupante, per salvaguardare<br />
l’area metropolitana di Bologna dove abita quasi un<br />
terzo dei cittadini dell’Emilia-Romagna. Abbiamo chiuso i<br />
punti d’accesso la notte, senza alcun preavviso, per evitare<br />
che le persone potessero andarsene. Non avrei mai immaginato<br />
di trovarmi un giorno in questa situazione, ma la storia<br />
credo ci dirà che abbiamo fatto bene. Anche grazie alla<br />
collaborazione commovente dei cittadini di Medicina e del<br />
loro giovane sindaco Matteo Montanari.<br />
Non appena tornerà un po’ di serenità e i suoi impegni lo<br />
consentiranno, dove andrà a farsi una bella passeggiata?<br />
Intanto riabbraccerò i miei genitori senza dover avere timori.<br />
E con la mia famiglia andremo a mangiare una pizza, tutti<br />
insieme. Poi vorrei tornare a vedere il mio adorato volley<br />
dal vivo, al PalaPanini di Modena, a tifare i gialloblù insieme<br />
alle mie figlie.<br />
regione.emilia-romagna.it | stefanobonaccini.it<br />
stebonaccini<br />
sbonaccini<br />
38
#IORESTOINITALIA<br />
ATTILIO<br />
FONTANA<br />
[PRESIDENTE REGIONE<br />
LOMBARDIA]<br />
È oramai sera inoltrata quando raggiungo telefonicamente<br />
Attilio Fontana. Il presidente della Regione Lombardia sta<br />
rientrando nella sua Varese, dopo un’intensa giornata dedicata<br />
all’emergenza che stiamo vivendo e che ha colpito<br />
questa zona in modo tragico.<br />
Presidente, come affronteremo il domani?<br />
<strong>La</strong> ripresa sarà particolarmente complessa, dovremo cambiare<br />
completamente alcune nostre abitudini di vita, almeno<br />
fino a quando non sarà disponibile un vaccino che ci tuteli<br />
dal virus. Dovremo coordinare la sicurezza sanitaria con<br />
la ripresa delle attività. Può sembrare semplice, ma è molto<br />
complesso, ci vorrà tempo e impegno.<br />
Avete ragionato sulle strategie per la ripresa economica?<br />
Stiamo studiando diversi scenari, ascoltando e preparando<br />
proposte, secondo il metodo di questa amministrazione.<br />
Ovvero il confronto con tutte le parti sociali, rappresen-<br />
Attilio Fontana<br />
tanze produttive, associazioni di categoria, sindacati e università<br />
della nostra regione, per trovare risposte condivise.<br />
Vogliamo raccogliere il parere di tutti in merito ai nostri<br />
progetti. Operativamente, convochiamo il tavolo territoriale<br />
per lo sviluppo e i tavoli tematici, che si riuniscono per<br />
consegnare proposte concrete. <strong>La</strong> Lombardia metterà<br />
idee, creatività, capacità di impresa e le condividerà con il<br />
territorio. Anche se rimarrà una proposta, perché le scelte<br />
spettano poi al Governo e a livello regionale possiamo intervenire<br />
solo per stringere tali decisioni.<br />
<strong>La</strong> ripartenza avverrà in maniera omogenea in tutto il Paese?<br />
Ritengo che non si possa fare diversamente per molte ragioni,<br />
non ultima il fatto che esiste una tale interconnessione<br />
fra le attività che una ripartenza disomogenea, a pezzetti,<br />
creerebbe più confusione che benefici.<br />
Il turismo è una voce importante in Lombardia, come lo<br />
sosterrete?<br />
È una voce tanto importante quanto delicata da far ripar-<br />
40
«Resterà molto da ricostruire, ma la forza morale dimostrata in questo<br />
periodo consentirà alla Lombardia di ricominciare a volare»<br />
Una delle cappelle della Via Sacra del Sacro Monte di Varese<br />
tire. Innanzitutto si tratterà di convincere la gente a fare un<br />
viaggio, una vacanza, una visita a una città d’arte, come faceva<br />
prima, anche se con modalità nuove, che dovranno<br />
diventare valori acquisiti per ogni singolo cittadino. Avvieremo<br />
iniziative per la promozione del turismo, per rilanciarlo<br />
insieme al settore dei ristoranti e dei bar, che stanno<br />
soffrendo in maniera drammatica.<br />
Cosa resterà a livello sociale di questa esperienza?<br />
<strong>La</strong> dimostrazione di una grande coesione, della riscoperta<br />
di essere una comunità incredibilmente importante e forte.<br />
Resterà molto da ricostruire, ma la forza morale dimostrata<br />
in questo periodo sarà quella che consentirà alla Lombardia<br />
di ricominciare a volare. <strong>La</strong> capacità di reagire alla<br />
dimensione di ciò che è accaduto è la dimostrazione della<br />
forza che i lombardi generano nei momenti di difficoltà.<br />
Che rapporto ha con i cittadini?<br />
Di condivisione e collaborazione, nonostante qualcuno<br />
cerchi di gettare ombre per incrinare questo buon rapporto.<br />
Dimostreremo la verità affinché chi ha dubbi sul nostro<br />
operato si convinca che sono infondati. Ho apprezzato molto<br />
anche il rispetto, direi rigoroso, verso le regole e le limitazioni<br />
alla libertà, che ha confermato altrettanto rispetto<br />
per le istituzioni e per i valori alla base della società civile.<br />
Quale immagine le resterà a ricordo di tutto questo?<br />
Il pianto di un medico ospedaliero, di grande esperienza,<br />
che temeva di dover giungere a decidere quali pazienti<br />
salvare e a quali rinunciare. Le iniziative poste in essere<br />
ci hanno consentito di non arrivare mai a quel punto. Quel<br />
momento mi ha segnato in maniera molto profonda.<br />
Quando sarà possibile, dove andrà a farsi una bella passeggiata?<br />
Da Campo dei Fiori al Forte di Orino, al Sacro Monte di Varese,<br />
fermandomi in tutte le cappelle. Non so se la completerò<br />
il primo giorno, perché i muscoli sono intorpiditi, ma in<br />
due tappe senz’altro.<br />
A.R.<br />
regione.lombardia.it<br />
fontanaufficiale FontanaPres<br />
41
#IORESTOINITALIA<br />
GIOVANNI<br />
TOTI<br />
[PRESIDENTE REGIONE LIGURIA]<br />
«Con la chiusura totale del Paese abbiamo potuto salvare<br />
molte persone, ora dobbiamo pensare a come ricostruire<br />
la vita al tempo del coronavirus. Tutti ci auguriamo si<br />
scoprano presto vaccino e cure antivirali efficaci capaci di<br />
aiutare i nostri medici e infermieri. Ma, senza dubbio, non<br />
possiamo pensare di salvare la popolazione dalla morte<br />
per virus e condannarla alla morte per fame».<br />
<strong>La</strong> posizione del presidente della Regione Liguria, Giovanni<br />
Toti, è lucida e pragmatica anche se la voce è stanca e<br />
carica di un senso di responsabilità continuamente bersaglio<br />
del dolore. «Il mondo intorno a noi sta mano a mano<br />
riaprendo, con tutte le cautele del caso: Austria, Germania,<br />
Francia, Svizzera, il nord Europa. Non dobbiamo compiere<br />
atti imprudenti, né azioni sconsiderate, bensì guidare il<br />
passaggio verso un’Italia che torna a vivere e convivere con<br />
il virus».<br />
Quali sono i passi da compiere per ricominciare?<br />
In Liguria abbiamo tenuto aperti i grandi cantieri, dal<br />
ponte Morandi alle opere di difesa marittima, applican-<br />
© maudanros/AdobeStock<br />
Giovanni Toti<br />
do protocolli di sicurezza che hanno funzionato, così<br />
come i porti che hanno garantito la rete logistica e, anche<br />
su questo, abbiamo accumulato esperienza. Ora si<br />
tratta di seguire i consigli dei medici e applicarli alla realtà<br />
per tornare gradualmente alla normalità, forse non<br />
quella di prima, ma sicuramente diversa dal lockdown<br />
totale. Molte persone sono affette da patologie per le<br />
quali serve il movimento, penso ai diabetici, ai cardiopatici,<br />
ai bambini affetti da autismo, per i quali uscire di<br />
casa è una terapia.<br />
Quali strategie servono per riavviare il turismo, perno<br />
economico dell’Italia?<br />
Il turismo internazionale ripartirà con più lentezza, dobbiamo<br />
quindi puntare su quello interno che, in diverse<br />
zone del Paese, come in Liguria, è l’ossatura del business.<br />
Si tratterà di adattarsi alle regole, con più spazio,<br />
più tavoli all’aria aperta, senza bloccare le attività. Nel<br />
momento di massima emergenza sono state compiute<br />
42
«Ricordiamoci che dopo la peste nera c’è stato il Rinascimento,<br />
il momento forse più alto della storia dell’uomo»<br />
Porto Venere (SP)<br />
delle ingiustizie: perché consentire la coda all’ingresso<br />
di un supermercato e non di un negozio che vende pizza<br />
al taglio? Esistono mestieri che si svolgono in solitudine<br />
come il falegname, il giardiniere, il florovivaista, il pescatore<br />
o il piccolo imprenditore edile: vanno riavviati.<br />
Come è stato in questo periodo il suo rapporto con i<br />
cittadini?<br />
Di continuo contatto, le persone hanno bisogno di dosi<br />
massicce di informazioni: non bisogna nascondere nulla,<br />
anche quando vi sono incertezze, meglio ammetterle,<br />
come si fa in una buona famiglia. Il tema dell’informazione<br />
e del saper affrontare le difficoltà, condividendo<br />
le scelte sulla base delle informazioni conosciute, è<br />
stato fondamentale.<br />
Cosa resterà di questa esperienza a livello sociale?<br />
Tanto dolore in molte famiglie. Ricordiamoci che l’umanità<br />
ha superato nel 1300 la peste nera e il successivo<br />
periodo ha generato il Rinascimento, il momento forse<br />
più alto della storia dell’uomo dal punto di vista artistico<br />
e scientifico. Mi auguro sapremo farne tesoro, anche se<br />
vedo una certa timidezza della politica, priva del potere<br />
di sintesi che le è proprio. Spero che dal punto di vista<br />
dell’organizzazione sociale, della semplificazione burocratica,<br />
dello sviluppo digitale, tutto questo ci dia una<br />
spinta a fare di più e meglio.<br />
Qual è l’immagine che le resterà vivida in mente?<br />
<strong>La</strong> bardatura di quei medici e infermieri impegnati a<br />
combattere il virus, fatta di mascherine e copri occhi.<br />
Ne abbiamo fatto una campagna, per dire loro grazie.<br />
Superata l’emergenza e ritrovata un poco di serenità,<br />
dove andrà a fare la prima passeggiata?<br />
Sul mare della nostra Liguria, magari a Porto Venere,<br />
una tra le più belle camminate.<br />
A.R.<br />
regione.liguria.it<br />
giovatoti giovatoti GiovanniToti<br />
43
#IORESTOINITALIA<br />
NELLO<br />
MUSUMECI<br />
[PRESIDENTE REGIONE SICILIANA]<br />
di Elisabetta Reale<br />
Nello Musumeci<br />
«Dobbiamo ripartire lentamente, in sicurezza, ma presto».<br />
Guarda al futuro il presidente della Regione Siciliana, Nello<br />
Musumeci, e prova a segnare i primi passi verso una possibile<br />
normalità. Per fare fronte all’emergenza sanitaria da<br />
Covid-19 ha dovuto adottare provvedimenti drastici, ammette,<br />
«seguendo la linea della fermezza e del rigore».<br />
Ma alla fine, aggiunge, «i numeri mi hanno dato ragione.<br />
I siciliani sono un popolo tollerante e aduso al sacrificio».<br />
Di questa esperienza «resta l’insegnamento di organizzare<br />
ogni cosa per essere sempre puntuali e pronti all’evenienza,<br />
anche la meno immaginabile», precisa il governatore.<br />
Qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più impresso<br />
in questo periodo particolare?<br />
Tutto quello che è accaduto in queste settimane è stato<br />
diverso e inedito. In particolare, mi è rimasta nella mente<br />
l’immagine dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva,<br />
durante i miei sopralluoghi in alcuni ospedali dell’Isola,<br />
e la visione triste e malinconica delle città deserte.<br />
Sembrava di essere in un set cinematografico.<br />
Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come<br />
cambierà, magari in meglio, il futuro della Regione?<br />
Palazzo d’Orléans, sede della presidenza della Regione Siciliana, Palermo<br />
44
«Per il <strong>2020</strong> dovremo accontentarci di un turismo autoctono,<br />
con incentivi che puntano a valorizzare anche le località finora<br />
estranee agli itinerari ufficiali»<br />
© giuseppe090/AdobeStock<br />
Teatro Massimo<br />
Nulla sarà più come prima. Questa epidemia, la più insidiosa<br />
e drammatica degli ultimi cento anni, ci ha posto di fronte<br />
alla fragilità della modernità e del progresso e ci ha fatto<br />
capire che non tutto è sempre e comunque dovuto. Spetta<br />
al mio governo, insieme al Governo nazionale, avviare un<br />
Piano di ricostruzione economica e sociale che faccia ripartire<br />
l’Isola e ridoni speranza ai rassegnati.<br />
Com’è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane<br />
Ho dovuto adottare provvedimenti drastici, seguendo la linea<br />
della fermezza e del rigore. <strong>La</strong> gente si è divisa in due<br />
partiti: quello che ha condiviso la mia condotta e quello, assai<br />
minoritario, che la riteneva superflua. Alla fine i numeri<br />
mi hanno dato ragione.<br />
Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e<br />
come governatore?<br />
È stata veramente complessa. Non avevo messo in conto<br />
di dover gestire una fase così drammatica. Resta l’insegnamento<br />
di organizzare ogni cosa per essere sempre pronti e<br />
puntuali all’evenienza, anche la meno immaginabile. Serve<br />
un Piano di previsione e prevenzione capace di neutralizzare<br />
anche quello che solitamente non rientra nei normali<br />
programmi di governo. I sondaggi dicono che la stragrande<br />
maggioranza dei siciliani ha creduto nella nostra azione e<br />
questo mi ripaga di notti insonni e di giornate vissute nella<br />
tensione sotto il peso di una grande responsabilità.<br />
Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />
la ripartenza nei vari settori della Regione?<br />
Abbiamo già varato una Legge di Stabilità emergenziale<br />
che prevede circa un miliardo di euro e stiamo lavorando<br />
a un Piano per la ricostruzione economica e sociale e per<br />
l’efficientamento burocratico, che presenteremo al Parlamento<br />
a metà maggio. Dobbiamo ripartire lentamente, in<br />
sicurezza, ma presto. I siciliani sono un popolo tollerante e<br />
aduso al sacrificio.<br />
Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />
il turismo nei mesi a venire?<br />
Nonostante le previsioni rosee dei primi dell’anno, per il<br />
<strong>2020</strong> dovremo accontentarci di un turismo autoctono, che<br />
può comunque consentire alle imprese di tornare a respirare.<br />
Abbiamo acquistato alcuni pacchetti, che consegneremo<br />
ai tour operator, con incentivi che puntano a valorizzare<br />
anche le località turistiche finora estranee agli itinerari<br />
ufficiali.<br />
Dove vorrebbe andare e cosa non vede l’ora di fare non<br />
appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />
Mi pare giusto riprendere il mio ruolo a Bruxelles, all’interno<br />
del Comitato delle Regioni, e far valere le legittime richieste<br />
delle comunità meridionali. Mi mancano le rare, ma<br />
intense, uscite serali con i miei collaboratori, davanti a una<br />
pizza o a un piatto di pesce. Lo faremo presto, in rigorosa<br />
sicurezza, ovviamente.<br />
regione.sicilia.it | nellomusumeci.it<br />
regionesiciliana Regione_Sicilia<br />
nellomusumeci.page Musumeci_Staff<br />
45
#IORESTOINITALIA<br />
ANTONIO<br />
DECARO<br />
[SINDACO DI BARI<br />
E PRESIDENTE ANCI]<br />
di Alessandra Passeri<br />
Mentre i delfini tornano a guizzare nelle acque del porto<br />
e le vie del centro sono deserte, Antonio Decaro,<br />
sindaco di Bari e presidente dell’Anci - Associazione<br />
Nazionale Comuni Italiani, lancia un augurio dalla sua<br />
città, bella e silenziosa: «Tutti daremo valore al primo<br />
abbraccio che potremo dare o alla stretta di mano che<br />
ci scambieremo. Perché quel giorno arrivi presto, noi<br />
sindaci abbiamo chiesto che le decisioni sulla ripartenza<br />
abbiano una regia nazionale e siano omogenee su<br />
tutto il territorio».<br />
Qual è l’immagine o l’episodio che più le è rimasto impresso<br />
in questo periodo particolare?<br />
Subito dopo il provvedimento del Governo con le disposizioni<br />
per il contenimento del contagio, mi ha sconvolto<br />
attraversare le strade cittadine deserte. Vedere la<br />
città completamente spenta, dopo tutti i sacrifici che<br />
abbiamo fatto per animarla con le attività commerciali,<br />
le attrazioni turistiche, le iniziative, la riqualificazione di<br />
tante aree pubbliche, è stato per me un colpo al cuore.<br />
Antonio Decaro<br />
Ho percepito forte, in quei primi giorni, una sensazione<br />
di impotenza e desolazione che non dimenticherò mai<br />
nella vita. Tutte le persone della mia generazione, nate<br />
dopo le due guerre mondiali, hanno dovuto fare i conti<br />
per la prima volta con una forte limitazione della libertà.<br />
Uno scenario che mi auguro di non vedere più.<br />
Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E<br />
come cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />
Questa situazione ci ha insegnato a dare valore alla nostra<br />
quotidianità, fatta di tante cose, piccole e grandi. Ci<br />
sta facendo misurare il valore di quella libertà che oggi,<br />
di fatto, ci è negata. Così come, spero, ci insegnerà che<br />
nessuno è invincibile, indipendentemente dalla ricchezza,<br />
dalla classe sociale o dal luogo in cui si vive. Credo<br />
profondamente che questa crisi sanitaria mondiale<br />
produrrà un ripensamento collettivo sull’esistenza e la<br />
46
«Credo profondamente che questa crisi sanitaria mondiale<br />
produrrà un ripensamento collettivo sull’esistenza e la<br />
natura dell’individuo»<br />
Il lungomare di Bari<br />
natura dell’individuo. A ognuno di noi è stato chiesto di<br />
essere responsabile della propria salute e di quella degli<br />
altri attraverso un sacrificio personale, a cui la stragrande<br />
maggioranza delle persone non era abituata.<br />
Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste<br />
settimane?<br />
Io con la mia comunità ho sempre cercato di dialogare<br />
in maniera sincera, senza nascondere niente, né la<br />
mia preoccupazione per il pericolo che correvamo né<br />
lo sconforto che ho provato quando mi sono commosso<br />
attraversando via Argiro, nel centro di Bari. E neppure la<br />
leggerezza del tempo libero trascorso a casa o la rabbia<br />
di fronte all’inosservanza delle regole che mette a rischio<br />
la salute di tante persone. I cittadini mi conoscono,<br />
sanno che ho sempre cercato di condividere con loro le<br />
decisioni che riguardano la nostra città.<br />
Cosa le ha insegnato, come uomo e primo cittadino,<br />
l’esperienza che stiamo vivendo?<br />
Io sto imparando le stesse cose di tutti. Credo che daremo<br />
valore al primo abbraccio che potremo dare o alla<br />
stretta di mano che ci scambieremo.<br />
Come presidente dell’Anci, cosa ritiene più urgente<br />
fare e chiedere per tutti i Comuni italiani? Come inciderà<br />
la crisi economica indotta dall’epidemia sui servizi<br />
comunali erogati ai cittadini? E cosa occorrerà fare<br />
per preservarli?<br />
In queste settimane ho spiegato al Governo che i Comuni<br />
funzionano come le aziende e, al pari di queste, oggi<br />
non ricevono entrate perché sono stati sospesi i prelievi<br />
fiscali da cittadini e imprese. Questo, però, significa che<br />
ora non hanno la possibilità di far fronte alle cosiddette<br />
uscite e, quindi, non riescono a erogare servizi come la<br />
47
#IORESTOINITALIA<br />
raccolta dei rifiuti e il trasporto pubblico urbano. Per il<br />
momento abbiamo ricevuto dal Governo i primi tre miliardi<br />
e l’impegno a monitorare lo stato dei bilanci comunali<br />
nei prossimi mesi, per valutare eventuali ulteriori<br />
esigenze.<br />
Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />
la ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />
<strong>La</strong> ripresa deve essere gestita con la stessa attenzione<br />
con cui è stata affrontata l’emergenza sanitaria. Sappiamo<br />
che le pressioni per la riapertura di tanti settori<br />
sono forti, e tutte legittime, ma dobbiamo ricordare<br />
che il virus non scomparirà una volta finita l’emergenza<br />
e quindi, in assenza di un vaccino, la ricaduta è dietro<br />
l’angolo. Noi sindaci abbiamo chiesto, anche per questo,<br />
che tutte le decisioni sulla ripartenza abbiano una regia<br />
nazionale e siano omogenee su tutto il territorio. Non<br />
si tratterà soltanto di decidere cosa riaprire, ma anche<br />
come farlo.<br />
Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />
il turismo nei mesi a venire?<br />
È uno di quei settori su cui la città di Bari, insieme alla<br />
Regione Puglia, ha investito maggiormente negli ultimi<br />
anni. È uno dei comparti strategici per lo sviluppo del<br />
nostro territorio e la posta in ballo è molto alta. Penso<br />
per esempio a tutte le piccole e medie imprese che hanno<br />
investito proprio nel turismo i risparmi di una vita. Anche<br />
su questo fronte attendiamo delle regole condivise<br />
su tutto il territorio nazionale, che disciplinino i comportamenti<br />
individuali e le disposizioni collettive.<br />
Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare<br />
non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />
Mi piacerebbe svegliarmi una mattina e andare a correre<br />
sul lungomare del mio quartiere, fino a raggiungere<br />
l'insenatura di spiaggia tra gli scogli che frequentavo da<br />
bambino. E fare il bagno, senza nemmeno togliere la<br />
maglietta e i pantaloncini.<br />
comune.bari.it<br />
antdecaro antonio_decaro<br />
Via Sparano, centro città<br />
48
#IORESTOINITALIA<br />
CHIARA<br />
APPENDINO<br />
[SINDACA DI TORINO]<br />
di Cecilia Morrico morricocecili MorriCecili<br />
Chiara Appendino<br />
© Aldo Giarelli<br />
«Ho apprezzato ancora di più il valore della comunità.<br />
Di quanto sia fondamentale creare un clima di collaborazione,<br />
di rete, di unità. Perché solo così si superano le<br />
difficoltà e si cresce insieme». Con queste parole Chiara<br />
Appendino riassume ciò che porterà con sé dalla difficile<br />
esperienza che sta vivendo la sua Torino. Sindaca<br />
della città da quattro anni, non dimentica gli episodi più<br />
duri, ma guarda al futuro per ripartire, in sicurezza, con<br />
un piano di promozione che valorizzi il territorio e gli<br />
eventi del capoluogo piemontese.<br />
Qual è l’immagine che le è rimasta più impressa in<br />
questo periodo particolare?<br />
Sicuramente i camion dell’esercito carichi di bare, una<br />
scena che non dimenticherò mai, come milioni di italiani,<br />
perché ha segnato profondamente questa pandemia.<br />
Ma, allo stesso tempo, nella tragedia si sono viste<br />
tantissime azioni di solidarietà. Piccole cose che danno<br />
speranza, come un cestino messo in un condominio<br />
dove lasciare generi alimentari.<br />
Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E<br />
come cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />
Sicuramente abbiamo scoperto nuove abitudini, alcune<br />
Parco del Valentino<br />
© Marco Saracco/AdobeStock<br />
50
«Vorrei tornare a godermi la mia città:<br />
i nostri portici, le nostre piazze, i nostri negozi»<br />
© Diego Cottino/AdobeStock<br />
Piazza Castello<br />
probabilmente ce le porteremo dietro e miglioreranno<br />
le nostre vite. Penso, banalmente, allo smart working.<br />
Una modalità di lavoro che porta a spostarsi meno con<br />
le automobili, a beneficio dell’ambiente. Ma gli esempi<br />
possono essere tanti. E soprattutto abbiamo capito,<br />
ancora una volta, quanto è straordinario e prezioso il<br />
lavoro della nostra Sanità e di tutte le figure che garantiscono<br />
servizi essenziali.<br />
Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste<br />
settimane?<br />
I torinesi sono stati estremamente disciplinati. <strong>La</strong> realtà<br />
è molto lontana da una narrazione che vuole gli italiani<br />
restii alle regole. E per questo devo ringraziarli: il 95%<br />
delle persone controllate durante le ultime settimane<br />
era in regola, un ottimo risultato di cui andare orgogliosi.<br />
Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />
la ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />
Sicuramente sarà necessario prendere ogni provvedimento<br />
per ripartire in sicurezza. Ma anche creare le<br />
condizioni affinché, quando sarà possibile, tutti gli strumenti<br />
siano accordati al meglio per permettere al nostro<br />
territorio di esprimere il suo potenziale.<br />
Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />
il turismo nei mesi a venire?<br />
Un grande piano di promozione. E dovremo valorizzare<br />
il più possibile la straordinaria opportunità delle ATP<br />
Finals, il torneo professionistico di tennis previsto a Torino<br />
nel 2021.<br />
Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di<br />
fare non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />
Vorrei tornare a godermi la mia città, come tutti i cittadini.<br />
I nostri portici, le nostre piazze, i nostri negozi. E poi<br />
non mancherà un pic-nic con la mia famiglia in uno dei<br />
nostri tantissimi parchi.<br />
chiarappendinosindaca<br />
c_appendino<br />
chiara_appendino<br />
51
#IORESTOINITALIA<br />
GIUSEPPE<br />
SALA<br />
[SINDACO DI MILANO]<br />
di Michela Gentili<br />
michelagentili<br />
Giuseppe Sala<br />
© Comune di Milano<br />
<strong>La</strong> città del fare si è fermata. Bloccata in un’istantanea che<br />
l'ha sorpresa nuda. Ma proprio in quell’impotenza, estranea<br />
al suo Dna, ha individuato le cellule da cui generare una<br />
nuova identità.<br />
«Questa esperienza ci sta insegnando a non dare per scontate<br />
tante piccole cose: abbiamo riscoperto il ruolo strategico<br />
della scuola, dei negozi di vicinato, il sostegno della<br />
famiglia e degli amici, la necessità del contatto con la natura»,<br />
spiega Beppe Sala, sindaco della città meneghina.<br />
Che nelle strade senza voce ha faticato a riconoscere il volto<br />
di Milano.<br />
Quale immagine le è rimasta più impressa?<br />
Piazza del Duomo e la Galleria deserte: non siamo proprio<br />
abituati a vederle così, senza gente, senza turisti intenti a<br />
fotografarsi. Milano in questo momento è in stand by, vive<br />
in un’atmosfera sospesa, in attesa di riprendere con operosità<br />
ed entusiasmo gli impegni che normalmente animano<br />
e affollano le sue giornate. Oggi la nostra città si racconta<br />
attraverso le foto di medici, infermieri e operatori in prima<br />
linea nella lotta al Covid-19, attraverso i volti dei volontari<br />
che si sono attivati per consegnare spesa e farmaci ai cittadini<br />
più fragili, attraverso le code composte di persone<br />
Galleria Vittorio Emanuele II<br />
© Blue Planet Studio/AdobeStock<br />
52
© Kavalenkava/AdobeStock<br />
«Milano avrà ricominciato davvero a vivere quando nelle nostre<br />
strade si tornerà a sentir parlare tutte le lingue del mondo»<br />
Il Duomo<br />
con la mascherina che aspettano il proprio turno davanti ai<br />
supermercati. Sono immagini toccanti, perché raccontano<br />
il senso di responsabilità con cui tutti stiamo affrontando<br />
questa situazione di emergenza sanitaria.<br />
Come cambierà il futuro della città?<br />
<strong>La</strong> Milano post pandemia sarà più consapevole, solidale,<br />
attenta all’ambiente. Tuttavia, il lockdown ha portato allo<br />
scoperto anche alcune criticità del sistema sanitario, produttivo,<br />
sociale e tecnologico dell’intero Paese, non solo<br />
del capoluogo lombardo. <strong>La</strong> nostra città dovrà quindi studiare<br />
e attuare politiche di sempre maggiore inclusione,<br />
perché la crisi generata dal coronavirus sta mettendo in<br />
ginocchio tante famiglie. E questo è un problema che va<br />
affrontato subito.<br />
Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?<br />
Dalle istituzioni ci si aspetta di avere chiarezza e risposte,<br />
ma non sempre nell’ultimo periodo è stato così. I milanesi<br />
hanno dimostrato grande senso civico e responsabilità, rispettando<br />
le restrizioni e attenendosi alle norme imposte a<br />
livello nazionale e regionale. Ciò nonostante, per una città<br />
dinamica come la nostra, questo clima di incertezza e sospensione<br />
è una vera frustrazione. Ricevo molti messaggi,<br />
lettere, e-mail dai miei concittadini. C’è chi si lamenta, chi si<br />
sfoga, chi suggerisce soluzioni, chi si mette a disposizione.<br />
Io leggo, ascolto e cerco di rispondere con i fatti, adeguando<br />
i servizi alle nuove necessità, facendo un passo verso le<br />
loro esigenze e portandole all’attenzione dei tavoli deputati<br />
a pianificare la ripartenza.<br />
Cosa crede le resterà di questa difficile esperienza, come<br />
uomo e come primo cittadino?<br />
Da un lato rimarranno ben impressi nella mia mente la serietà<br />
e lo spirito altruistico con cui i milanesi stanno affrontando<br />
l’emergenza, dall’altro la piena consapevolezza che<br />
la collaborazione istituzionale e la capacità di prendere decisioni<br />
sono i fari per un’azione politica diretta e concreta.<br />
Quali iniziative intende attuare per agevolare la ripartenza<br />
nei vari settori?<br />
Sono tante le azioni allo studio. Per esempio, abbiamo riaperto<br />
in sicurezza il cantiere della nuova metropolitana,<br />
la M4, e quando sarà possibile ripartiremo con altri lavori<br />
pubblici. Bisognerà ripensare il trasporto cittadino: al vaglio<br />
della task force di Vittorio Colao c’è anche l’ipotesi che il<br />
Governo finanzi l’acquisto di biciclette elettriche. E poi stiamo<br />
pensando a come attivare una sorta di summer school<br />
per aiutare le famiglie con bambini durante l’estate.<br />
Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />
il turismo nei mesi a venire?<br />
Negli ultimi anni, e soprattutto dopo l’Expo 2015, la nostra<br />
politica nel settore si è concentrata sul fronte internazionale.<br />
Oggi quest'idea va rivista: occorre sviluppare un turismo<br />
di prossimità, sia sul breve sia sul lungo periodo, con<br />
una prima fase che sappia guardare al turismo lombardo e<br />
una seconda che rivolga lo sguardo all’intero Paese. Sono<br />
questi i piani che dobbiamo considerare nell’elaborare un<br />
progetto di ripartenza.<br />
Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare<br />
non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />
Vorrei incontrare gli sguardi, finalmente sereni, dei milanesi,<br />
passeggiando per le vie di una città che si appropria pian<br />
piano di una nuova quotidianità e di una nuova normalità.<br />
E poi vorrei andare a bere un caffè nel mio bar preferito.<br />
Milano avrà ricominciato davvero a vivere quando…<br />
Nelle nostre strade si tornerà a sentir parlare tutte le lingue<br />
del mondo.<br />
comune.milano.it<br />
beppesalasindaco BeppeSala BeppeSala<br />
53
#IORESTOINITALIA<br />
LUIGI<br />
BRUGNARO<br />
[SINDACO DI VENEZIA]<br />
di Luca Mattei - l.mattei@fsitaliane.it<br />
ellemme1<br />
Venezia è una città stremata, colpita prima dall’alluvione<br />
di novembre 2019 e ora da un’epidemia che ha stravolto<br />
tutto. Stremata, come il suo sindaco Luigi Brugnaro, stanco,<br />
senza dubbio, ma sempre in prima linea per affrontare<br />
i problemi. «C’è stato un cambiamento epocale, siamo<br />
passati dalle folle per il Carnevale al vuoto assoluto. Ora<br />
resistiamo, però non so quanto potremo andare avanti così.<br />
<strong>La</strong>nciamo un grido d’aiuto, con grande umiltà, per far fronte<br />
a una mancanza nel bilancio di oltre 110 milioni di euro».<br />
Qual è l’episodio che le è rimasto più impresso di questo<br />
periodo?<br />
Ce ne sono veramente tanti, ma tutti legati dal grande senso<br />
di comunità che si è sviluppato naturalmente tra di noi<br />
quando abbiamo iniziato ad avere notizia di decessi, contagi<br />
e rischi di implosione per la struttura sanitaria. Si è diffusa<br />
la paura nella gente, ma dando notizie positive abbiamo<br />
evitato che si trasformasse in panico.<br />
Com’è cambiato il rapporto con i cittadini?<br />
Luigi Brugnaro<br />
© Renato Greco<br />
Il Comune è diventato ancora di più un riferimento per le<br />
persone, per esprimere sensazioni, angosce, paure. Abbiamo<br />
messo a disposizione un numero unico, già testato<br />
con l’alluvione, e realizzato una Smart Control Room, una<br />
centrale operativa per le attività quotidiane. E, grazie alle<br />
nuove tecnologie, aggiorno la cittadinanza con dirette<br />
ogni pomeriggio. È in questi momenti che si vede una comunità<br />
forte, che sa reagire con compostezza, dignità e rispetto<br />
delle regole. Abbiamo lavorato come una squadra,<br />
con Governo, Regione, sindaci della Città metropolitana,<br />
autorità sanitarie, forze dell’ordine, Protezione civile, commercianti,<br />
associazioni, volontari. Relazioni che si sono<br />
rafforzate, come accadde secoli fa con la peste. I veneziani<br />
costruirono la Basilica della Madonna della Salute<br />
per ringraziarla della salvezza da quella tragedia. Sono<br />
andato anche lì, a chiedere alla Madonna di essere aiutati.<br />
Cosa le resta di quest’esperienza?<br />
<strong>La</strong> necessità di ripartire dai nostri limiti ma anche dall’umiltà,<br />
dal coraggio, dai valori profondi delle persone e, in<br />
particolare, dei giovani. Ho nel cuore un episodio, un gesto<br />
di coraggio simbolico: tramite la mamma, sono stato<br />
contattato da un bambino che voleva darmi i suoi risparmi,<br />
23 euro, per donarli a medici e infermieri. Poiché c’era<br />
il blocco per tutti, ho mandato la Polizia locale a ritirarli a<br />
casa e li ho consegnati al direttore della Asl.<br />
54
«Stiamo immaginando una ripartenza molto local per<br />
riscoprire le tradizioni, con un progetto per le spiagge e l’idea<br />
di una mobilità sostenibile»<br />
Piazza San Marco<br />
Come cambierà il futuro della città?<br />
Stiamo immaginando una ripartenza molto local per riscoprire<br />
le tradizioni, con un progetto per le spiagge e l’idea<br />
di una mobilità sostenibile. Bisogna portare la gente<br />
a vivere di nuovo in centro e a riprendere in mano attività<br />
lavorative legate alla tradizione e all’artigianato. Dovremo<br />
affrontare nodi legislativi nazionali mai risolti prima,<br />
come il finanziamento della Legge Speciale per Venezia<br />
del 1973.<br />
Quali iniziative intende attuare per ripartire nei vari settori<br />
della vita cittadina?<br />
Abbiamo rinviato tutti i pagamenti delle tasse locali per<br />
le aziende. Credo che non sarà sufficiente, ma questo è<br />
ciò che possiamo fare. L’obiettivo è far ripartire le filiere<br />
produttive rimaste ferme, come quella della moda, e sostenere<br />
le altre già attive, come quelle agroalimentari e<br />
sanitarie. Daremo una nuova organizzazione al trasporto,<br />
anche via mare, che non potrà essere al livello di prima:<br />
i servizi pubblici erano sostenuti soprattutto dagli introiti<br />
turistici.<br />
Quali proposte state studiando per favorire il turismo?<br />
I flussi avranno un carattere più nazionale e il Gruppo FS<br />
Italiane saprà darci una mano con i suoi treni. Riapriremo<br />
gradualmente i musei e cercheremo di organizzare<br />
la Biennale del Cinema e dell’Architettura. Gli ingressi<br />
internazionali torneranno, ma gli aerei saranno fermi<br />
per i prossimi mesi. A Venezia il turismo ha un impatto<br />
pesantissimo su tutta la filiera produttiva e questo è un<br />
problema che si protrarrà a lungo. <strong>La</strong>voriamo con un turismo<br />
d’élite internazionale composto da americani, arabi,<br />
russi, persone che acquistano il made in Italy aiutando le<br />
nostre industrie e l’export. Con una pandemia mondiale<br />
è difficile immaginare che ritornino a breve. Spero che il<br />
Governo accolga i provvedimenti che abbiamo chiesto,<br />
specifici per la nostra realtà. Venezia non è una città tra<br />
le tante, è sempre stata un termometro della qualità, del<br />
nostro rapporto con l’industria turistica del mondo. È il<br />
top che serve a far sì che la scelta sia l’Italia e non altre<br />
mete. Se perdi Venezia, perdi un pezzo importante del<br />
sistema Paese.<br />
Cosa non vede l’ora di fare non appena fuori dall’emergenza?<br />
Andrò a ringraziare quella Madonna a cui ho fatto una richiesta<br />
e una promessa. Poi mi prenderò qualche giorno<br />
di riposo con i miei bambini, che ormai vedo pochissimo.<br />
Spero di poter andare in barca con la mia famiglia e fare<br />
un tuffo in mezzo al mare.<br />
comune.venezia.it | brugnarosindaco.it<br />
BrugnaroSindaco LuigiBrugnaro luigibrugnaro<br />
55
#IORESTOINITALIA<br />
MARCO<br />
BUCCI<br />
[SINDACO DI GENOVA]<br />
di Silvia Del Vecchio - s.delvecchio@fsitaliane.it<br />
Un cielo e un mare limpidi come rare volte accade, la primavera<br />
che trionfa nei giardini e sulle colline, le spiagge e i<br />
vicoli deserti, qualche sdraio sull’uscio di casa. Sarebbe un<br />
paradiso se non fosse che Genova, come l’Italia tutta, mostra<br />
a denti stretti tutta la sua bellezza nelle dure settimane<br />
della battaglia che sta modificando brutalmente le nostre<br />
vite. «Mi manca la colazione con i cittadini, cominciavamo<br />
la giornata in un bar gustando una focaccia e bevendo un<br />
caffè, confrontandoci su problemi, idee e opportunità»,<br />
racconta il sindaco Marco Bucci.<br />
Qual è l’immagine che le è rimasta più impressa in questo<br />
periodo particolare?<br />
Le strade deserte. Un’immagine forte, dura da vivere, ma<br />
che allo stesso tempo ha dimostrato ancora una volta la<br />
tenacia e la forza dei genovesi. Una situazione che nessuno<br />
di noi avrebbe potuto immaginare. <strong>La</strong> nostra è una città che<br />
vive anche di turismo e vede tutti giorni migliaia di persone<br />
godersi il centro storico, le vie dello shopping, i palazzi<br />
storici.<br />
Marco Bucci<br />
Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come<br />
cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />
Spesso parliamo di rivoluzione digitale e oggi abbiamo<br />
capito quanto la nostra tecnologia sia fondamentale. Tutti<br />
abbiamo usato con più frequenza videochiamate, e-mail,<br />
applicazioni di messaggistica, e trasferito il nostro ufficio a<br />
casa. Lo smart working ha dimostrato che possiamo mandare<br />
avanti uffici, aziende e pubblica amministrazione rimanendo<br />
nelle nostre abitazioni. Questo comporta benefici<br />
anche dal punto di vista ambientale, perché diminuiscono<br />
gli spostamenti con mezzi pubblici e privati a beneficio della<br />
qualità dell’aria. E, inoltre, facilita l’assunzione di risorse<br />
lontane dalla sede centrale.<br />
Come si è evoluto il suo rapporto con i cittadini in queste<br />
settimane?<br />
È sempre stato diretto e quotidiano. Prima dell’emergenza<br />
mi piaceva fermarmi a discutere con loro per strada e<br />
a cadenza fissa giravo per la città per la Colazione con il<br />
Sindaco: cominciavamo la giornata in un bar gustando la<br />
nostra focaccia, bevendo un caffè e confrontandoci su problemi,<br />
idee e opportunità. In questo periodo di distanziamento<br />
sociale non è possibile, ma il nostro rapporto si è<br />
spostato dalle vie di Genova alle vie dei social e di tutti i<br />
56
«Rappresento una città che ancora una volta ha<br />
dimostrato di essere forte, tenace, solidale, e di questo<br />
vado davvero molto fiero»<br />
Piazza De Ferrari<br />
mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione. Ogni<br />
giorno, come succedeva anche prima del coronavirus, ricevo<br />
centinaia di e-mail, alle quali rispondo personalmente.<br />
Sono fondamentali per capire le esigenze effettive delle<br />
persone. Ma non vedo l’ora di tornare a confrontarmi con<br />
loro direttamente.<br />
Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e<br />
primo cittadino?<br />
<strong>La</strong> dimostrazione di rappresentare una città che ancora<br />
una volta ha dimostrato di essere forte, tenace, solidale, e<br />
di questo vado davvero molto fiero. Ma certamente resterà,<br />
purtroppo, il gran numero di vittime che il Covid-19 ha fatto<br />
in questi mesi. A loro e a tutte le famiglie va il mio pensiero<br />
ed è anche per loro che dobbiamo lottare per tornare alla<br />
normalità.<br />
Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />
la ripartenza nei vari settori?<br />
Come Comune di Genova ci siamo immediatamente attivati<br />
per aiutare i cittadini sospendendo la Tari fino al 30<br />
settembre e per supportare le attività commerciali bloccando<br />
la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Per le<br />
famiglie sono stati prorogati i termini per i pagamenti delle<br />
mense scolastiche, rimodulando anche la tariffazione del<br />
servizio, commisurandola ai giorni di effettiva apertura.<br />
Ma si dovrà fare ancora di più e il Governo ci dovrà aiutare.<br />
Come Anci abbiamo chiesto cinque miliardi di euro per poter<br />
garantire liquidità ai Comuni e solidità ai bilanci. Per far<br />
ripartire il motore dell’Italia ci vogliono scelte omogenee<br />
per tutte le regioni e le città.<br />
Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />
il turismo nei mesi a venire?<br />
Ci sarà un incremento dell’afflusso interno, avremo molti<br />
meno arrivi dall’estero. Stiamo predisponendo protocolli<br />
che possano garantire la fruibilità delle spiagge e degli<br />
stabilimenti balneari in piena sicurezza. In molti sfrutteranno<br />
la possibilità di fare le vacanze in barca, un mezzo che<br />
garantisce maggiore sicurezza e isolamento. Siamo partiti<br />
con largo anticipo e non ci faremo trovare impreparati.<br />
Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare<br />
non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />
Sono un appassionato di vela e spero di tornare presto a<br />
godere del vento, delle onde e dei panorami che solo Genova<br />
e la Liguria sanno regalare.<br />
smart.comune.genova.it<br />
buccipergenova buccipergenova<br />
57
#IORESTOINITALIA<br />
VIRGINIO<br />
MEROLA<br />
[SINDACO DI BOLOGNA]<br />
di Gaspare Baglio gasparebaglio gasparebaglio<br />
Photo Giorgio Bianchi<br />
«Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli/col<br />
seno sul piano padano ed il culo sui colli». Francesco Guccini<br />
descriveva così il capoluogo emiliano. E la città ha mantenuto<br />
nel tempo quel fascino bohémienne e un po’ retrò. È sempre<br />
stata organizzata, viva, a misura di cittadino e – soprattutto –<br />
simbolo di inclusione e avanguardia.<br />
Lo sa bene il sindaco Virginio Merola che si prepara a ripensarne<br />
ritmi e attività, avendo ancora negli occhi la situazione<br />
difficile delle ultime settimane.<br />
Qual è l’immagine che le è rimasta più impressa in questo periodo<br />
particolare?<br />
Quella che porterò con me risale a fine marzo, in pieno lockdown.<br />
In tutti noi c’era la consapevolezza che i sacrifici e la responsabilità<br />
stavano mettendo in ombra un aspetto doloroso<br />
e allo stesso tempo importantissimo: la possibilità di non riuscire<br />
a piangere, in maniera adeguata, i morti. Così, assieme al<br />
cardinale Matteo Zuppi, al presidente della Comunità islamica<br />
bolognese Yassine <strong>La</strong>fram e al rabbino Alberto Sermoneta,<br />
abbiamo pensato a un momento simbolico: trovarci assieme,<br />
Virginio Merola<br />
a mezzogiorno, in una piazza <strong>Maggio</strong>re vuota, mentre le<br />
campane delle chiese e quella della torre civica risuonavano<br />
nella città. Un gesto di condivisione per il dolore dei tanti<br />
che non hanno potuto celebrare il funerale per i propri cari.<br />
Come cambierà il futuro della città dopo questo periodo?<br />
Mentre rispondo a questa domanda siamo nel pieno del dibattito<br />
sulla cosiddetta fase due. Stretti tra consapevolezza<br />
e timori, abbiamo il dovere di guardare avanti. Le città saranno<br />
profondamente modificate dalla pandemia, dai trasporti<br />
alle scuole, dalla fruizione della cultura al modo di stare assieme.<br />
E poi ci sarà il lavoro: nel nostro Comune oltre duemila<br />
dipendenti, su circa quattromila, hanno potuto svolgerlo a<br />
distanza. Attivare questa possibilità ha richiesto uno sforzo<br />
imponente e non dobbiamo di certo lasciarla andare con la<br />
fine delle restrizioni.<br />
Da questa lezione dobbiamo trarre degli insegnamenti ipotizzando,<br />
per esempio, un’organizzazione del lavoro diversa.<br />
Poi ci sono le politiche della mobilità e lo sviluppo dell’architettura<br />
cittadina: nel nostro piano urbanistico generale abbiamo<br />
previsto che la dimensione di un immobile non possa<br />
essere inferiore a 50 m 2 . Il tema dello spazio di vita è stato<br />
attualissimo nel lockdown.<br />
58
«Dovremo utilizzare creatività e un approccio nuovo<br />
perché il turismo continui a essere un settore trainante»<br />
Piazza <strong>Maggio</strong>re<br />
Come si è evoluto il suo rapporto con i cittadini in queste<br />
settimane?<br />
È stato costante, in particolare attraverso i social. Nei primi<br />
tempi i bolognesi avevano bisogno di ogni tipo di informazione,<br />
soprattutto quando sono iniziate le restrizioni. Alle<br />
prese con una situazione totalmente nuova, cercavano indicazioni<br />
certe. Come Comune abbiamo puntato sull’informazione,<br />
realizzando anche un sito ad hoc che contiene tutte le<br />
notizie sul coronavirus.<br />
Cosa le resterà di questa difficile esperienza, come uomo<br />
e primo cittadino?<br />
Il fatto che la competenza sia, fortunatamente, tornata di<br />
moda anche nel discorso pubblico. Abbiamo reimparato ad<br />
affidarci alla scienza. E si tratta di un’importante occasione,<br />
perché i politici possono dimostrare di fare il bene della comunità.<br />
Ovviamente questo discorso, per un sindaco, è moltiplicato<br />
all’ennesima potenza: siamo e resteremo quelli più<br />
vicini ai cittadini.<br />
Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />
la ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />
Abbiamo lavorato molto sulle aziende, partendo agli inizi di<br />
aprile con un tavolo metropolitano, un’esperienza pilota che<br />
poi anche la Regione ha esteso agli altri territori. <strong>La</strong>voriamo<br />
per filiere, per applicare i contenuti del protocollo raggiunto<br />
tra governo e parti sociali. E consentire una riapertura in sicurezza<br />
delle imprese.<br />
Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />
il turismo nei mesi a venire?<br />
È molto difficile rispondere adesso, ma sappiamo che dovremo<br />
utilizzare creatività e un approccio nuovo perché il<br />
turismo continui a rappresentare un settore trainante. Non<br />
solo per la nostra città, ma per tutta l’area metropolitana. Noi<br />
già ci stavamo orientando per un’offerta che coprisse tutto<br />
il nostro territorio, dall’Appennino alla pianura, privilegiando<br />
una formula slow, molto attenta alle proposte culturali. Credo<br />
sia una strada da intraprendere, adattandoci alle regole<br />
di sicurezza che dovremo seguire.<br />
Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare non<br />
appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />
Lo abbiamo chiesto alle bambine e ai bambini delle scuole<br />
primarie di Bologna, attraverso un concorso creativo di idee<br />
da realizzare con un disegno. Mi ispirerò sicuramente a loro.<br />
virginiomerolasindaco virginiomerola<br />
59
#IORESTOINITALIA<br />
DARIO<br />
NARDELLA<br />
[SINDACO DI FIRENZE]<br />
di Sandra Gesualdi sandragesu sandragesu<br />
Photo Alessandra Cinquemani, Comune Firenze<br />
Piazza Santa Croce deserta sembra grande il doppio. Firenze<br />
in quarantena è vuota, fuggiti i turisti, chiusi B&B, uffici<br />
e negozi, è rimasta sola a crogiolarsi nella sua bellezza.<br />
Le città sono plasmate da chi le abita e vederla inanimata<br />
ha colpito anche il suo sindaco, Dario Nardella, che da<br />
questa brutta esperienza – «ho riscoperto tante cose date<br />
per scontate, quanto siamo fragili» – vuol ripartire incentivando<br />
la vita residenziale e puntando su un turismo più<br />
sostenibile.<br />
Che cosa resterà a tutti noi di questo periodo? E come<br />
cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />
<strong>La</strong> pandemia ci ha costretto a un forzato cambiamento<br />
dei nostri stili di vita, lavoro, cura ed educazione. Siamo di<br />
fronte a una straordinaria, seppur dolorosissima, occasione<br />
per rigenerare il modello di città e di cultura al quale<br />
eravamo abituati. Penso soprattutto all’ambiente e all’urbanistica:<br />
stiamo rimodulando la mobilità per privilegiare<br />
quella dolce della bicicletta e dei monopattini elettrici, da<br />
Dario Nardella<br />
incrementare, ed elaborando la riconversione, nel centro<br />
storico, degli spazi dismessi in aree residenziali, a scapito di<br />
quelle turistico-ricettive, settore fortemente penalizzato da<br />
questa situazione.<br />
Qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più impresso<br />
in questo periodo particolare?<br />
<strong>La</strong> grande richiesta dei buoni spesa, i voucher per comprare<br />
generi alimentari, distribuiti ad aprile. Oltre il 5% dei<br />
fiorentini ne ha beneficiato, non solo chi già gravava in situazione<br />
di bisogno, ma anche tante, nuove persone in<br />
difficoltà per aver perso il lavoro, costrette a scontrarsi con<br />
miseria e vergogna. Mi ha scritto un padre, umiliato nel dover<br />
richiedere questo sussidio per la sua famiglia. Era un<br />
cameriere precario, è stato tra i primi a ritrovarsi a casa per<br />
il Covid-19.<br />
Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?<br />
Ho cercato di stare vicino ai fiorentini, pur nella necessaria<br />
lontananza. Quando possibile, ho accompagnato la Polizia<br />
municipale e la Protezione civile nei loro percorsi di lavoro,<br />
di controllo, di consegna delle mascherine casa per casa,<br />
che ho fortemente voluto gratuite per tutti. Non ho mai interrotto<br />
il filo diretto con loro attraverso i canali social, le<br />
e-mail e le telefonate. Abbiamo realizzato dei sondaggi per<br />
60
«Siamo di fronte a una straordinaria,<br />
seppur dolorosissima, occasione per<br />
rigenerare il modello di città e cultura<br />
al quale eravamo abituati»<br />
Piazza Santa Croce<br />
cogliere l’umore dei fiorentini durante il lockdown, verificarne<br />
la consapevolezza e l’attenzione in merito ai rischi sanitari<br />
e al rispetto delle prescrizioni.<br />
Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e<br />
primo cittadino?<br />
Dolore al primo posto, per le tante, troppo vite perse. Rammarico<br />
per non aver fatto di più, pur conscio di aver compiuto<br />
tutto quanto era in mio potere. Il senso di impotenza di<br />
fronte a chi ha dovuto chiudere la propria attività. Ma anche<br />
tanta forza ricevuta dalle migliaia di volontari che hanno<br />
speso ore e fatica per aiutare gli altri, dimostrando che l'anima<br />
solidale di Firenze non è mai venuta meno. È questa<br />
forza la spinta per ripartire.<br />
Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />
la ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />
Stiamo studiando orari diversificati per uffici, negozi e scuole,<br />
per evitare le ore di punta e il sovraffollamento dei mezzi<br />
pubblici. Ma è necessaria una strategia unitaria che coinvolga<br />
tutti, dalle Regioni allo Stato centrale, senza sovrapposizioni<br />
e con compiti chiari e definiti. Pensiamo al Ponte<br />
di Genova: se il sindaco non avesse ottenuto più poteri davvero<br />
sarebbe stato ricostruito in così poco tempo? Andrebbero<br />
modificate alcune regole del codice degli appalti per<br />
le opere pubbliche rilevanti, con più semplificazione e trasparenza.<br />
E bisognerebbe dare ai sindaci i poteri di un commissario<br />
e la possibilità di firmare protocolli con i prefetti<br />
per garantire controlli antimafia e anticorruzione, anche con<br />
pene più severe per tali reati.<br />
Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire<br />
il turismo nei mesi a venire?<br />
È uno dei comparti più colpiti dalla pandemia, insieme alla<br />
cultura, e dal Governo ci aspettiamo un’iniezione consistente<br />
di liquidità. Ci stiamo già confrontando con gli operatori e<br />
le categorie di settore per creare le condizioni, appena possibile,<br />
utili a rimettere in moto in primis il lavoro. Questo stop<br />
è anche un’occasione per pensare a un nuovo modello di<br />
turismo, più sostenibile e meno “cannibale” per Firenze.<br />
Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare<br />
quando potremo tirare un sospiro di sollievo?<br />
Ci siamo accorti delle piccole cose importanti, per troppo<br />
tempo le abbiamo date per scontate e adesso le agogniamo.<br />
Quando la città sarà ripartita e avremo ritrovato una<br />
nuova serenità, mi piacerebbe ritagliarmi qualche ora per<br />
tornare, da semplice cittadino, nei musei fiorentini. E sogno<br />
una vacanza al mare, con mia moglie e i miei figli.<br />
comune.fi.it<br />
darionardella DarioNardella dario_nardella<br />
61
#IORESTOINITALIA<br />
VIRGINIA<br />
RAGGI<br />
[SINDACA DI ROMA]<br />
Virginia Raggi<br />
Pochi tacchi a rincorrersi per le strade. E tra i sanpietrini di<br />
piazza Navona sono spuntati fili d’erba. <strong>La</strong> quotidianità rarefatta<br />
della Città Eterna ha offerto nelle ultime settimane<br />
cartoline già entrate nella storia. Ma per la sua sindaca, Virginia<br />
Raggi, Roma non vede l’ora di riemergere dal silenzio.<br />
«<strong>La</strong> città è viva, i suoi abitanti non si sono mai persi d’animo<br />
e si sono rimboccati le maniche per aiutare gli altri».<br />
Com’è stato il suo rapporto con i cittadini in questo periodo?<br />
I romani hanno dimostrato un grande senso di responsabilità<br />
nel seguire le regole stabilite per contenere il contagio.<br />
Ho voluto esprimere personalmente la mia vicinanza<br />
a operatori sanitari, agenti e volontari impegnati per dare<br />
assistenza ai più fragili. E ho incontrato i cittadini che hanno<br />
lanciato iniziative solidali sul territorio.<br />
L’episodio che le è rimasto più impresso?<br />
Uno dei momenti più toccanti l’ho vissuto con i volontari<br />
della Protezione Civile di Roma Capitale: li ho accompagnati<br />
mentre consegnavano la spesa a un’anziana signora<br />
che non poteva uscire di casa. Lei ci ha ringraziato a lungo e<br />
ci siamo commossi tutti, operatori compresi. Sono tante le<br />
storie di solidarietà nate durante l’emergenza che ci hanno<br />
fatto riscoprire una comunità unita. Molte le abbiamo rac-<br />
Via dei Fori Imperiali<br />
© Vladimir Mucibabic/Adobestock<br />
62
«Una volta finita l’emergenza, sarà bello<br />
affacciarmi dal balcone del mio ufficio in<br />
Campidoglio e vedere di nuovo Roma<br />
piena di cittadini e turisti»<br />
© zardo/Adobestock<br />
Piazza del Campidoglio<br />
colte sul sito del Comune, nella sezione Le belle abitudini:<br />
se conserveremo questo spirito quando l’emergenza sarà<br />
finita, la città sarà più forte e pronta a ripartire.<br />
Cosa le resterà di questa difficile esperienza, come donna<br />
e come primo cittadino?<br />
Essere la sindaca di Roma in questo momento e avere la<br />
possibilità di lavorare per aiutare i miei concittadini è un privilegio<br />
da onorare con risposte rapide. Penso, per esempio,<br />
ai buoni spesa che stiamo erogando velocemente anche<br />
grazie a un’innovativa applicazione per smartphone.<br />
Quali iniziative pensate di attuare per agevolare la ripartenza<br />
nei vari settori?<br />
Le parole d’ordine sono gradualità e prudenza. <strong>La</strong> fase due<br />
non sarà un immediato ritorno alla normalità. Ma servono<br />
provvedimenti che consentano alle imprese e agli esercizi<br />
commerciali di riaprire senza l’assillo di costi insostenibili.<br />
Intanto, abbiamo sospeso per tutto il <strong>2020</strong> il pagamento<br />
della tassa di occupazione di suolo pubblico: costa al Comune<br />
90 milioni di euro ma è fondamentale per aiutare bar<br />
e ristoranti con spazi e tavolini all’aperto. Tra le varie proposte<br />
sul tavolo c’è anche la creazione di una piattaforma<br />
web per le vendite online dedicata ai piccoli commercianti.<br />
Che strategie state studiando per favorire il turismo nei<br />
mesi a venire?<br />
Per ora abbiamo sospeso la tassa di soggiorno. Anche perché<br />
il comparto alberghiero ha cominciato a subire gravi<br />
colpi già a febbraio, quando il virus non era ancora arrivato<br />
a Roma.<br />
Ma sosteniamo fortemente la richiesta di misure straordinarie<br />
a supporto del turismo. Parlo di detrazioni fiscali,<br />
interventi economici per incentivare la ripresa, la costituzione<br />
di un fondo speciale per i Comuni. Stiamo anche<br />
studiando un piano per la ripartenza del settore in tutto il<br />
Paese, in sinergia con l’Enit, dato che nell’immediato si potrà<br />
operare solo su un turismo di prossimità.<br />
Il primo investimento urgente?<br />
Sulla mobilità sostenibile: metro, bus, tram, mezzi ecologici,<br />
piste ciclabili. Durante questa emergenza abbiamo toccato<br />
con mano quanto una riduzione del traffico – in alcune<br />
zone anche oltre il 90% – abbia effetti benefici sulla qualità<br />
della vita e sull’ambiente.<br />
Che cosa farà non appena potremo considerarci fuori<br />
dall’emergenza?<br />
Ora tutta la mia attenzione è rivolta al presente. Quando<br />
tutto questo finirà, sarà bello affacciarmi dal balcone del<br />
mio ufficio in Campidoglio e guardare di nuovo Roma piena<br />
di cittadini e turisti.<br />
Non vede l’ora che la città torni a vivere?<br />
Roma è viva anche ora. Anche se le vie della città sono<br />
deserte, il cuore dei romani batte forte. Non si sono mai<br />
persi d’animo e si sono rimboccati le maniche per aiutare<br />
gli altri. Penso ai lavoratori che garantiscono i servizi pubblici<br />
essenziali, ai medici, agli infermieri, ai commessi dei<br />
supermercati, alle forze dell’ordine, ai volontari. Una città<br />
dove tutte queste persone si sono prodigate per gli altri è<br />
una città vivissima, che ha un patrimonio su cui costruire<br />
un futuro migliore.<br />
M.G.<br />
comune.roma.it<br />
virginia.raggi.m5sroma<br />
virginiaraggi<br />
virginiaraggim5s<br />
63
#IORESTOINITALIA<br />
LUIGI<br />
DE MAGISTRIS<br />
[SINDACO DI NAPOLI]<br />
Luigi de Magistris<br />
© Gigi Valentino<br />
A Napoli il mare è tornato trasparente e l’aria che si respira dalle<br />
finestre di casa è diversa, pulita, leggera. «Si sente addirittura<br />
un forte odore di gelsomino», racconta Luigi de Magistris, primo<br />
cittadino della città partenopea. Che parla come un fiume<br />
in piena della sua città e non vede l’ora di tornare in mezzo alla<br />
gente perché «quello è il posto dove deve stare un sindaco. Tra<br />
i napoletani che, nell'emergenza coronavirus, hanno dimostrato<br />
grande senso civico».<br />
Sindaco, qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più<br />
impresso in questo periodo particolare?<br />
<strong>La</strong> città deserta, senza rumori, senza persone sul lungomare,<br />
tra i vicoli, per strada. Interi quartieri vuoti, una situazione assolutamente<br />
contro natura per Napoli. I suoi abitanti si sono<br />
comportati molto responsabilmente, hanno seguito i decreti<br />
restrittivi e sono rimasti a casa.<br />
Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come<br />
cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />
Abbiamo imparato che non possiamo più sostenere un modello<br />
di sviluppo basato solo sul consumismo sfrenato, il profitto<br />
di pochi crea diseguaglianza e sfruttamento del territorio. Per<br />
Napoli vorrei un new deal dell’ambiente da mantenere anche<br />
dopo l’emergenza coronavirus. Lo smog in questi giorni è assente,<br />
la città più sostenibile. Alcuni pescatori mi hanno rac-<br />
64
contato che mai come ora il mare è stato blu e pieno di pesci,<br />
l’aria è pulita e si respirano profumi inaspettati, di un tempo<br />
quasi lontano.<br />
Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?<br />
Mi è mancata moltissimo una relazione diretta con loro. Io sono<br />
un sindaco di strada, non c’è quartiere, scuola, via o piazza in<br />
cui non sia andato e dove non mi sia fermato a parlare con le<br />
persone. Ho provato a sopperire con gli strumenti tecnologici,<br />
le e-mail, i social, ma il contatto personale e le strette di mano<br />
sono imprescindibili e insostituibili.<br />
Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e primo<br />
cittadino?<br />
Mi ricorderò il vuoto, l’assenza di abbracci, carezze e fisicità nei<br />
rapporti sociali. Mi è mancata molto l’umanità praticata e concreta.<br />
Come sindaco, ho negli occhi tutte le situazioni difficili<br />
che ho incontrato, la disperazione di chi ha perso il lavoro e si<br />
è ritrovato senza un’attività economica, la crescente disuguaglianza<br />
che questa pandemia ha provocato. Ha aumentato fragilità<br />
e povertà. Poi, senza distinzioni tra sindaco e uomo, mi ha<br />
colpito tutto il dolore di chi ha perso un caro o un conoscente<br />
e di chi si è ammalato, anche se in termini numerici Napoli ha<br />
retto bene il contagio.<br />
Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare la<br />
ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />
Aiuteremo le attività economiche eliminando il pagamento<br />
delle imposte locali per il <strong>2020</strong> con una delibera che abbiamo<br />
voluto chiamare Napoli riparte. Siamo l’unica grande città italiana<br />
che ha adottato una misura simile e ne sono orgoglioso.<br />
Quali strategie, idee, proposte state studiando per favorire il<br />
turismo nei prossimi mesi?<br />
<strong>La</strong> situazione non è facile, il fondo cultura era alimentato dalla<br />
tassa di soggiorno per circa 14 milioni di euro. Ma stiamo lavorando<br />
per l’estate e appena potremo ripartire ci sarà una sorta<br />
di risveglio mediterraneo. I grandi eventi programmati, come il<br />
concerto di Paul McCartney, sono stati rimandati al prossimo<br />
anno e dovremo fare a meno del turismo internazionale. Puntiamo<br />
su quello locale e nazionale, sarà un’estate autoctona.<br />
Eravamo già impegnati a garantire la fruizione dei centri storici<br />
evitando il rischio di gentrificazione e lo spopolamento da parte<br />
dei residenti. <strong>La</strong> direzione è quella, non si torna indietro.<br />
Incentiveremo piccoli e medi eventi sparsi per tutta la città, con<br />
meno persone ma molte più date e appuntamenti. In ogni parco,<br />
piazza, quartiere, chiostro, soprattutto all’aperto, ci saranno<br />
concerti, proiezioni cinematografiche, rappresentazioni teatrali.<br />
Napoli è la città dell’incontro e della socialità: la gente ama stare<br />
fuori, la riempiremo di appuntamenti e cultura. Già questo<br />
mese è confermata la storica manifestazione del <strong>Maggio</strong> dei<br />
Monumenti, quest’anno dedicata a Giordano Bruno, in versione<br />
virtuale e multimediale per rispettare i decreti ministeriali e<br />
garantire la sicurezza di tutti.<br />
Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare non<br />
appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />
Il viaggio è l’aspetto che mi manca maggiormente, anche se da<br />
sindaco mi sposto poco. Appena sarà possibile andrò subito<br />
nei nostri luoghi meravigliosi che, seppur vicini, ora sembrano<br />
lontanissimi, irraggiungibili. Le isole di Procida, Ischia, Capri, la<br />
Costiera tutta. Desidero un tuffo in mare, lo farei anche subito<br />
(ride, ndr).<br />
S.G.<br />
comune.napoli.it<br />
demagistrisluigi demagistris demagistris<br />
Lungomare Caracciolo<br />
«Napoli è la città dell’incontro e della socialità:<br />
appena potremo ripartire ci sarà una sorta di<br />
risveglio mediterraneo»<br />
© Velia Cammarano<br />
65
#IORESTOINITALIA<br />
VINCENZO<br />
NAPOLI<br />
[SINDACO DI SALERNO]<br />
Salerno riparte dopo il coronavirus. Il sindaco Vincenzo Napoli<br />
ricorda i delfini a pochi metri dalla costa, ma anche il<br />
dolore per le piazze e le strade vuote. <strong>La</strong> città punta sull’eredità<br />
della Scuola Medica Salernitana per ricominciare ad<br />
accogliere i visitatori da tutto il mondo.<br />
Qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più impresso<br />
in questo periodo particolare?<br />
Ho vissuto la città deserta e silenziosa, di giorno e di notte,<br />
come mai avrei potuto immaginarla. Una sera durante un<br />
giro di perlustrazione mi sono commosso profondamente<br />
guardando piazza Flavio Gioia, nel centro storico, a quell’ora<br />
abitualmente piena di gente con locali, musica e allegria,<br />
adesso immersa in un silenzio spettrale. Ho pensato alle<br />
attività chiuse, alle persone in casa. È stato davvero duro<br />
scuotersi dalla tristezza. Ci sono state, poi, anche esperienze<br />
straordinarie come l’avvistamento di delfini a pochi metri<br />
dalla costa.<br />
Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come<br />
cambierà, magari in meglio, il futuro della città?<br />
Anzitutto il dolore per le vittime e la sofferenza per gli ammalati.<br />
Una ferita che continuerà a sanguinare. Credo che<br />
tutti abbiano rivalutato le proprie priorità personali e sociali<br />
scoprendo valori forse dimenticati nella frenesia della giordi<br />
Peppe Iannicelli<br />
Photo Massimo Pica<br />
peppeiannicelli<br />
Vincenzo Napoli<br />
Solarium Santa Teresa<br />
66
«Vogliamo puntare sulle<br />
eccellenze che hanno fatto<br />
conoscere Salerno in tutto<br />
il mondo. Come la nostra<br />
famosa Scuola Medica i cui<br />
principi costituiscono ancora<br />
una ricetta di lunga vita»<br />
Duomo di Salerno<br />
nata, quando gli impegni finivano per travolgerci. Dal punto<br />
di vista pratico, il telelavoro sperimentato con buoni risultati<br />
potrà ridurre in futuro gli spostamenti urbani, abbassando<br />
i fattori d’inquinamento acustico e ambientale. <strong>La</strong> lunga<br />
quarantena ci farà apprezzare ancora di più cose che davamo<br />
per scontate, come una passeggiata in riva al mare o in<br />
un parco cittadino, un caffè con gli amici, la partecipazione<br />
a uno spettacolo o a un evento.<br />
Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?<br />
È stato sempre molto intenso. Un filo diretto quotidiano<br />
per fornire costantemente informazioni sulle restrizioni e i<br />
comportamenti da tenere, gli aiuti e i sostegni disponibili,<br />
l’andamento della pandemia. Abbiamo cercato di mantenere<br />
sempre vivo il senso comunitario, l’orgoglio dell’appartenenza,<br />
il dovere della responsabilità, per contribuire<br />
tutti e ciascuno a superare questa terribile prova. E abbiamo<br />
avuto straordinarie dimostrazioni di solidarietà.<br />
Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e<br />
primo cittadino?<br />
È una valutazione che potremo fare compiutamente<br />
quando questa terribile emergenza sarà definitivamente<br />
alle nostre spalle. Ci attende una fase difficile dopo quella<br />
del lockdown, in cui dovremo prendere mille decisioni<br />
per garantire la sicurezza e la ripresa economica e sociale.<br />
Sarà durissima e ci vorrà lo stesso spirito che ha animato<br />
la comunità durante la prima fase. Salerno ha dato prova<br />
di disciplina nel rispetto delle restrizioni, di efficienza nella<br />
rete dei servizi d’informazione e aiuto, di eccellenza nelle<br />
attività di cura grazie anche al sostegno del presidente<br />
della Regione Campania Vincenzo De Luca. <strong>La</strong> città e i suoi<br />
abitanti hanno dato una grande prova di maturità civile.<br />
Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />
la ripartenza nei vari settori della vita cittadina? E quali<br />
strategie, idee, proposte state studiando per favorire il<br />
turismo nei mesi a venire?<br />
<strong>La</strong> ripresa sarà lunga, complessa, irta di difficoltà. Ci attendono<br />
mesi di grande lavoro da svolgere sotto stretto controllo<br />
sanitario. Intendiamo puntare sulle eccellenze che<br />
hanno fatto conoscere Salerno in tutto il mondo. Siamo la<br />
città della famosa Scuola Medica i cui principi alimentari,<br />
ecologici e comportamentali costituiscono ancora una ricetta<br />
di lunga vita e saranno molto richiesti dai viaggiatori<br />
post Covid-19.<br />
In una prima fase avremo soprattutto flussi di prossimità,<br />
sperando che con il passare dei mesi si possa ricominciare<br />
– grazie anche alle Frecce – ad accogliere turisti e visitatori<br />
dal resto d’Italia e del mondo. I nostri attrattori principali<br />
saranno sempre l’ambiente, il patrimonio storico e artistico,<br />
l’enogastronomia e l’artigianato, la cultura e gli eventi<br />
come Luci d’Artista. Sfrutteremo ancor di più la nostra centralità<br />
rispetto a Paestum, Pompei, Cilento e Costa d’Amalfi.<br />
Dove vorrebbe andare e che cosa non vede l’ora di fare<br />
non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza?<br />
Vorrei andare con tutti i miei cittadini a Salifornia – così abbiamo<br />
ribattezzato la nostra amata spiaggia di Santa Teresa<br />
– e prendere un aperitivo mentre gustiamo le delizie<br />
locali, ascoltando la musica del nostro Teatro Municipale<br />
Giuseppe Verdi.<br />
comune.salerno.it<br />
vincenzo.napoli.735<br />
67
#IORESTOINITALIA<br />
GIUSEPPE<br />
FALCOMATÀ<br />
[SINDACO DI REGGIO CALABRIA]<br />
di Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it<br />
È uno dei più giovani sindaci d’Italia che ha dovuto affrontare<br />
l’emergenza causata dal Covid-19. Giuseppe Falcomatà,<br />
37 anni, sta traendo forza dall’altruismo dei suoi concittadini<br />
con cui vorrebbe condividere presto uno sguardo rivolto<br />
al mare.<br />
Qual è l’immagine o l’episodio che le è rimasto più impresso<br />
in questo periodo particolare?<br />
Sicuramente corso Garibaldi deserto. È la via principale<br />
della nostra città, di solito piena di persone che passeggiano<br />
tra le vetrine dei negozi e i bar, è il cuore pulsante delle<br />
attività, un luogo d’incontro e di vita sociale per i reggini.<br />
Nel vederlo senza nessuno, ho sentito fortemente la mancanza<br />
di tutto questo.<br />
Che cosa resterà a tutti noi di questa esperienza? E come<br />
cambierà il futuro della città?<br />
Rimarrà un grande senso di comunità e tanta solidarietà<br />
che i miei concittadini hanno riscoperto in queste settimane.<br />
Abbiamo compreso che i problemi dell’uno sono quelli<br />
Giuseppe Falcomatà<br />
dell’altro. Questo è l’ingrediente principale per affrontare la<br />
fase due.<br />
Come è stato il suo rapporto con i cittadini in queste settimane?<br />
L’abbiamo vista andare per la città e con forza invitare<br />
qualcuno a “passare pa casa”…<br />
Il mio è stato un rapporto diretto, quotidiano, giornaliero, ora<br />
per ora e minuto per minuto. È fondamentale che le informazioni<br />
vengano dalle istituzioni e che i cittadini si rivolgano<br />
a queste. Sono stato presente anche attraverso pochissimi<br />
rimbrotti verso chi non rispettava le regole. Ma soprattutto<br />
ho comunicato attraverso i social, oltre che con la presenza<br />
lungo le strade e nei quartieri. Sono emerse tante storie poco<br />
conosciute dentro le quali si annida una sofferenza personale<br />
e sociale. Però, la città ha reagito con molti gesti concreti,<br />
pronta a dare una mano a chi non ce la faceva. Ci siamo confermati<br />
un popolo solidale e accogliente.<br />
Cosa le resta di questa difficile esperienza, come uomo e<br />
come primo cittadino?<br />
Un grande senso di vuoto. Abbiamo anche imparato che non<br />
bisogna considerare banale nulla, perché le cose che davamo<br />
per scontate non sono certezze assolute. Siamo fragili e<br />
deboli. Il mio è un invito a godere del quotidiano, quello che<br />
più ci è mancato.<br />
68
«Abbiamo compreso che i problemi dell’uno<br />
sono quelli dell’altro. Questo è l’ingrediente<br />
principale per affrontare la fase due»<br />
© Aliaksandr/AdobeStock<br />
Lungomare Falcomatà<br />
Quali iniziative in suo potere intende attuare per agevolare<br />
la ripartenza nei vari settori della vita cittadina?<br />
Devono essere misure complementari a quelle indicate dal<br />
Governo, perché nessuno si salva da solo. Una città metropolitana<br />
non può pensare alla fase due senza il sostegno<br />
centrale. Abbiamo già istituito un fondo di mutuo soccorso<br />
sul quale riceviamo donazioni di privati che stanno consentendo<br />
l’acquisto di mascherine, gel disinfettante e tute. Su<br />
questo fondo convergeranno le rimodulazioni dei fondi del<br />
Pon Metro e di altri finanziamenti, come fondi europei o governativi,<br />
che vogliamo utilizzare per il rilancio, destinando<br />
le risorse al sociale, al mondo del lavoro e al sostegno per<br />
le imprese. Con l’approvazione del bilancio è stata istituita la<br />
Fondazione di comunità, una sorta di ente no profit per gestire<br />
la fase due in maniera condivisa con operatori economici e<br />
associazioni di categoria, consentendo concretamente a un<br />
commerciante di rialzare una saracinesca o a un giovane di<br />
trovare lavoro o realizzare un’idea.<br />
Quali strategie e proposte state studiando per favorire il turismo<br />
nei prossimi mesi?<br />
Molto dipenderà dal distanziamento sociale. Per esempio,<br />
negli stabilimenti balneari il numero di ombrelloni sarà ridotto.<br />
Il nostro teatro da mille posti potrà accogliere meno<br />
persone. Saranno meno o assenti le manifestazioni all’aperto<br />
che, grazie al clima straordinario dalla primavera a tutto l’autunno,<br />
hanno sempre comportato entrate notevoli anche per<br />
le strutture ricettive. Bisognerà ripensare a ogni attività turistica<br />
e culturale in modo diverso. E trovare i modi per compensare<br />
eventuali perdite.<br />
Dove vorrebbe andare o che cosa non vede l’ora di fare non<br />
appena usciti dall’emergenza?<br />
<strong>La</strong> prima cosa sarà una passeggiata sul lungomare Falcomatà<br />
ad abbracciare, baciare e stringere tutte le persone che<br />
incontrerò. Noi reggini siamo molto fisici nelle manifestazioni<br />
d’affetto, anche per strada.<br />
Questo lungomare è intitolato a suo padre Italo, che è stato<br />
sindaco dal 1993 al 2001. Pensa mai a un consiglio che le<br />
avrebbe dato?<br />
Tutti i giorni lui è un punto di riferimento. Il suo esempio è praticare<br />
la politica con la P maiuscola, quella attenta ai bisogni<br />
dei cittadini, a risolvere i problemi e a programmare le giuste<br />
condizioni per lo sviluppo economico e sociale della città.<br />
comune.reggio-calabria.it<br />
gfalcomataufficiale g_falcomata<br />
g_falcomata_sindaco<br />
69
PHOTO<br />
L’ANIMA DELL’ITALIA<br />
<strong>La</strong> luce solare colpisce una pianta sotto una finestra aperta, Todi, Umbria (2012)<br />
70
UN TRIBUTO AL NOSTRO PAESE CHE IL FAMOSO FOTOGRAFO<br />
AMERICANO HA VOLUTO CONDIVIDERE CON LA FRECCIA<br />
Testo e foto di Steve McCurry<br />
Per gentile concessione di stevemccurry.com e sudest57.com<br />
71
PHOTO<br />
Ragazzo e ragazza durante le celebrazioni pasquali, Sicilia (2011)<br />
«<strong>La</strong> parte migliore dell’Italia è la gente.<br />
Non c'è posto più amichevole sul pianeta»<br />
[Steve McCurry]<br />
mi ha richiamato a sé più volte di quante<br />
ne potrei contare. Vivere bene e pienamente:<br />
L’Italia<br />
questa è la filosofia di vita degli italiani, e la<br />
gioia di vivere non li ha abbandonati neppure in questo<br />
periodo.<br />
Negli ultimi due mesi, l’animo degli italiani ha catturato<br />
la nostra attenzione e suscitato il nostro rispetto. Durante<br />
la sfida mondiale al Covid-19, gli italiani hanno<br />
mostrato altruismo e coraggio nell’affrontare una tragedia<br />
inimmaginabile, e nessuno dubita che riusciranno<br />
a trionfare su questa avversità.<br />
In questo momento sono vicino a tutto il popolo italiano.<br />
Siete nel mio cuore.<br />
72
Due donne cuciono fuori, Umbria (2012)<br />
73
PHOTO<br />
Un uomo legge su una panchina, Ragusa, Sicilia (2017)<br />
Coppia al crepuscolo, Sicilia (2017)<br />
74
#MYPOSTCARDFROMITALY<br />
Testo di Giovanni Gastel e challenge fotografica di FeelRouge Worldwide Shows<br />
<strong>La</strong> finestra è di per sé un’inquadratura del reale che<br />
è di fronte a noi. Ma molto spesso dimentichiamo<br />
di guardare al di là dei vetri, per abitudine o distrazione.<br />
Ora, legati a casa dal virus, è tempo di riscoprire<br />
ciò che si vede dalle nostre abitazioni. È l'idea dell'agenzia<br />
FeelRouge Worldwide Shows, subito sposata da me e<br />
dall’Associazione fotografi professionisti (Afip International)<br />
che ho l'onore di presiedere, per lanciare sui social la competizione<br />
#mypostcardfromitaly #feelrougews.<br />
<strong>La</strong> bellezza e la normalità sfilano davanti alle nostre case<br />
ed ecco quindi la gioia di documentarle dai balconi e dalle<br />
finestre senza contraddire l’ordine sacrosanto di restare a<br />
casa.<br />
Migliaia di fotografie già arrivate testimoniano un Paese<br />
che, in questa sospensione temporale e assenza di persone,<br />
è sempre più metafisico. Se, come speriamo, mai più si<br />
verificheranno condizioni simili, resterà questa vastissima<br />
ricerca a raccontare una situazione drammatica e, insieme,<br />
di stupefacente teatralità.<br />
Per partecipare a quella che diventerà, un giorno, una<br />
grande mostra collettiva è sufficiente pubblicare online, su<br />
Facebook, Twitter o Instagram, le foto scattate da casa con<br />
l’hashtag #mypostcardfromitaly.<br />
Immagini che stringono in un grande abbraccio l’Italia tutta.<br />
giovannigastel.it | feelrougews.com<br />
Giovanni Gastel Fotografo<br />
giovanni_gastel<br />
giovanni_gastel<br />
San Simpliciano<br />
© Giovanni Gastel<br />
75
PHOTO<br />
Blu<br />
© Consuelo Canducci<br />
Napoli<br />
© Enrico Procentese enryhills<br />
76
© ciarazola<br />
© Alessandro Le Petit<br />
© willy<br />
Torino<br />
© Paolo Virdis<br />
A rainy day<br />
© Vera Rossi<br />
Courtesy Galleria Antonia Jannone<br />
77
PHOTO<br />
Milano<br />
© Iciar Alzola<br />
Friday night<br />
© Simona Lomolino<br />
© Pierluigi Signor<br />
78
Roma<br />
© Francesca Romana Semerano<br />
Adjustments<br />
© Matteo Rastelli © Alessandro Gaja<br />
79
TRAVEL<br />
LA MEMORIA<br />
DELLA BELLEZZA<br />
80
BORGHI INCANTATI, PAESI ISOLATI, EREMI<br />
SEGRETI. LA RICCHEZZA NASCOSTA<br />
DELL’ITALIA È VIVA NEI RICORDI DI TUTTI.<br />
E RIVEDERLA, DOPO L’ISOLAMENTO FORZATO,<br />
SARÀ COME REALIZZARE UN SOGNO<br />
di Osvaldo Bevilacqua<br />
© Paolo Giovanni/AdobeStock<br />
Craveggia (VB)<br />
81
TRAVEL<br />
Èun momento inverosimile<br />
per tutti questo, specialmente<br />
per chi, come me, è<br />
abituato a viaggiare, a visitare borghi,<br />
città, parchi, isole. Una dimensione irreale<br />
e inimmaginabile. <strong>La</strong> “clausura”,<br />
purtroppo necessaria, in cui siamo da<br />
settimane mi fa sentire sempre di più<br />
la mancanza del contatto con la mia<br />
gente, la stretta di mano, l’abbraccio,<br />
la carezza a un bambino o a un centenario<br />
incontrato in un borgo sperduto<br />
della Sardegna e ben venga,<br />
speriamo non sia ancora lontana, la<br />
mega festa dell’abbraccio. Mi manca,<br />
insomma, la nostra Italia!<br />
Un Paese che, lo sappiamo, è un tesoro<br />
inesauribile. Io ne so qualcosa. Da<br />
40 anni e più lo attraverso in lungo e<br />
in largo e ogni volta ci trovo qualcosa<br />
di nuovo, qualcosa che ancora non<br />
avevo visto. D’altronde, l’Italia non è<br />
soltanto quella delle nostre splendide<br />
città, di Firenze, Roma, Venezia, Palermo,<br />
Napoli, Milano. Non è solo quella<br />
dei tantissimi beni patrimonio Unesco<br />
(materiali e immateriali): da Castel del<br />
Monte (BT) ad Assisi (PG), da Piazza<br />
Armerina (EN) alla Costiera amalfitana<br />
(SA).<br />
L’inestimabile ricchezza dell’Italia si<br />
trova nei mille borghi incantati, nei paesi<br />
nascosti, negli eremi isolati e, forse<br />
soprattutto, in quello sterminato patrimonio<br />
di collezioni, musei, esposizioni<br />
sparso per la Penisola.<br />
Un esempio, in Piemonte, è Craveggia,<br />
con il tesoro custodito nella parrocchia<br />
del delizioso borgo della Val Vigezzo,<br />
in provincia di Verbano-Cusio-Ossola.<br />
Una cittadina di 750 abitanti in uno dei<br />
tanti bacini che compongono la Val<br />
d’Ossola, o da essa si diramano, parte<br />
delle comunità limitrofe del Parco<br />
Naturale della Val Grande. Cosa ci potrebbe<br />
essere più lontano dall’eleganza<br />
di Parigi, dal lusso di Versailles? Eppure,<br />
chiedete a qualcuno del paese<br />
della settecentesca parrocchia dedicata<br />
ai santi Giacomo e Cristoforo. Da<br />
fuori sembra una normale chiesa valligiana<br />
ma, una volta entrati, un soffitto<br />
decorato in oro zecchino ci introduce<br />
degnamente a un tesoro inaspettato.<br />
Per vie diverse e per vari secoli si sono<br />
conservati qui oggetti rari e magnifici<br />
provenienti dall’aristocrazia di Francia.<br />
Un ostensorio in oro, brillanti e ametiste<br />
fabbricato a Parigi, e libri antichi,<br />
arredi e paramenti tutti di fattura transalpina.<br />
A una parete, un ciclo di dipinti<br />
su tavole di rame viene direttamente<br />
dalla Cappella Reale di Versailles. In<br />
una teca c’è il drappo mortuario di Luigi<br />
XIV, il famoso Re Sole, ricamato in<br />
oro e argento di Gobelin. Un piviale da<br />
parroco di campagna, in una sorta di<br />
strano e incredibile contrappasso, è ricavato<br />
con parti dell’abito da sposa di<br />
Maria Antonietta, la sfortunata regina<br />
dei francesi. Tutto frutto del lavoro e<br />
della tradizione secolare di abili artigiani<br />
locali chiamati alla Corte di Francia<br />
per la loro bravura e competenza.<br />
Dove lo trovate un posto così se non<br />
in Italia?<br />
A Tuscania (VT), una delle più belle<br />
città del <strong>La</strong>zio, c’è un piccolo Museo<br />
archeologico, poco conosciuto: un<br />
lungo percorso fatto di ceramiche<br />
etrusche, sculture romane, mosaici.<br />
Qui si trovano le tombe della famiglia<br />
Curunas, splendidi sarcofaghi con coperchi<br />
dalle realistiche fattezze del<br />
defunto. Il museo ha la sua sede nel<br />
convento francescano della chiesa di<br />
Santa Maria del Riposo ed è dotato anche<br />
di un fantasma etrusco che nella<br />
notte si palesa fra le sale. Così, almeno,<br />
sostiene qualcuno.<br />
Uno scorcio dell’isola di <strong>La</strong>mpedusa<br />
© Giacomo/AdobeStock<br />
«È un’Italia da sogno quella che immaginiamo ogni giorno e che ci aiuta a tirare avanti.<br />
Ripartiremo presto per raggiungere la meta che più ci affascina»<br />
82
Rai Libri, pp. 256 € 18<br />
A Foligno (PG), c’è il Museo della Stampa<br />
con la prima edizione della Divina<br />
Commedia a caratteri mobili.<br />
A Pietrarsa, a una ventina di minuti di<br />
treno dalla Stazione di Napoli Centrale,<br />
c’è il Museo Nazionale Ferroviario per<br />
chi vuole fare un tuffo nella memoria<br />
fra treni e vagoni noti e meno noti.<br />
Un’isola sognata da tutti, <strong>La</strong>mpedusa<br />
(AG), con il suo mare incontaminato, le<br />
spiagge ancora selvagge considerate<br />
dai giornali americani tra le più affascinanti<br />
al mondo. Un vero paradiso<br />
made in Italy. Insomma, un patrimonio<br />
artistico e naturale inestimabile che ho<br />
provato a descrivere, solo in piccola<br />
parte, nel mio ultimo libro Il Paese dei<br />
mille paesi.<br />
Oggi, senza chiudere gli occhi, mi vengono<br />
in mente persone, vie, palazzi,<br />
chiese. Anche se bloccati nelle nostre<br />
case, i ricordi, i libri, le foto ci aiutano<br />
a rivedere la nostra Italia. E insieme a<br />
questi, le tante iniziative che nelle ultime<br />
settimane stanno provando a farci<br />
sentire vicini i luoghi più lontani. Penso<br />
ai musei virtuali italiani che oggi ci<br />
permettono di passeggiare nelle sale<br />
momentaneamente chiuse. I Musei<br />
Vaticani, la Pinacoteca di Brera sono<br />
ora a portata di click e le Scuderie del<br />
Quirinale hanno addirittura deciso di<br />
regalarci qualche capolavoro della<br />
mostra di Raffaello purtroppo momentaneamente<br />
sospesa.<br />
Serve tenere viva la memoria del nostro<br />
patrimonio, ed è bello potersi<br />
godere l’Italia a casa propria. Aiuta a<br />
superare i momenti difficili. Io la chiamerei<br />
un’Italia da sogno. Quella che<br />
immaginiamo ogni giorno, che ci aiuta<br />
a tirare avanti. <strong>La</strong> memoria che teniamo<br />
viva è già il futuro: una meravigliosa<br />
speranza per il tempo che verrà. Perché<br />
quando finalmente potremo tornare<br />
a muoverci, tutto questo tempo<br />
non sarà stato inutile. Ci riverseremo,<br />
con ancora più entusiasmo, nelle nostre<br />
città d’arte dopo averle desiderate<br />
per così tanto tempo. Goethe, nel suo<br />
celebre Viaggio in Italia, raccontando<br />
della sua visita a Roma, ricordava di<br />
aver passato tutta la vita a guardare<br />
le immagini delle bellezze del Paese,<br />
nei dipinti della casa paterna, nei libri<br />
universitari, nelle copie studiate, desiderando<br />
ardentemente una sola cosa:<br />
vederle dal vivo. Per noi, per la prima<br />
volta sarà così. Abbiamo dato un po’<br />
per scontate le meraviglie di casa nostra<br />
perché le sentivamo a portata di<br />
mano. Dopo il forzato allontanamento,<br />
vedere un paese, un borgo, una piazza<br />
sarà davvero come realizzare un sogno.<br />
Ripartiremo su un treno per raggiungere<br />
la meta che più ci affascina. Da<br />
sempre, da quando l’Italia è diventata<br />
una nazione, sono i treni che ci hanno<br />
accompagnato in ogni angolo del Paese,<br />
facendoci godere, in tutta comodità,<br />
la bellezza del viaggio. È questo<br />
il futuro che immagino, un futuro che<br />
fortunatamente appare sempre più vicino<br />
e sempre più a portata di mano.<br />
Perché l’Italia non può vivere senza il<br />
suo turismo, che non è solo il rito della<br />
Tuscania (VT)<br />
CASA OSVALDO<br />
<strong>La</strong> pagina Facebook di Osvaldo<br />
Bevilacqua ospita i video di Casa<br />
Osvaldo, realizzati per portare un<br />
po’ di serenità nelle case degli<br />
italiani durante l'isolamento causato<br />
dal coronavirus, che hanno subito<br />
incontrato grande favore fra il<br />
pubblico del web. Tra consigli,<br />
interviste, immagini, anche un<br />
pezzo televisivo sullo splendido<br />
borgo di Altamura. <strong>La</strong> bianca<br />
cattedrale romanico-pugliese,<br />
la rievocazione medievale e,<br />
soprattutto, le entusiasmanti scoperte<br />
paleontologiche e preistoriche (la<br />
strabiliante <strong>La</strong>guna dei dinosauri e<br />
l’enigmatico uomo di Altamura) hanno<br />
fatto la gioia di oltre 100mila visitatori.<br />
Un modo per scoprire anche sul web<br />
le meraviglie del nostro Paese.<br />
osvaldobevilacquaofficial<br />
vacanza, delle spiagge affollate, delle<br />
file ai musei. Turismo non è solo un<br />
settore economico di svariati miliardi<br />
di euro, ma una parte essenziale della<br />
vita del Paese, fatta di scambi, contatti,<br />
conoscenze, amicizie. Turismo<br />
è viaggiare e viaggiare è essenziale a<br />
vivere. Così il futuro lo immagino su un<br />
<strong>Freccia</strong>rossa, comodamente seduto, in<br />
attesa di raggiungere la destinazione<br />
che ho tanto desiderato in queste settimane.<br />
Con in testa e nel cuore l’orgoglio<br />
per la prova che questo Paese ha<br />
saputo superare, rispettando le regole<br />
e stringendosi intorno al personale<br />
medico e infermieristico che ci ha permesso<br />
di poter ancora sognare l’Italia<br />
del futuro.<br />
© Ragemax/AdobeStock<br />
83
TRAVEL<br />
IN CAMMINO<br />
PER LA RIPRESA<br />
IL FUTURO DEL TURISMO È NEL MOVIMENTO SLOW, A CONTATTO<br />
CON LA NATURA E LONTANO DAGLI ASSEMBRAMENTI<br />
di Valentina Lo Surdo<br />
valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha<br />
ilmondodiabha.it<br />
non è ferma, anche<br />
se stiamo a casa. Perché<br />
L’Italia<br />
il mondo dei cammini,<br />
proprio in queste settimane di quarantena,<br />
vive un periodo di prezioso<br />
fermento. L’invito a camminare, a immergersi<br />
nell’esperienza di una vacanza<br />
al ritmo dei propri passi, sembra<br />
la risposta ideale per il rilancio delle<br />
attività turistiche. Dopo il fermo a casa,<br />
infatti, il desiderio di movimento all’aria<br />
aperta è tra le attività in assoluto<br />
più desiderate dai cittadini e il turismo<br />
di prossimità si candida a scelta<br />
privilegiata per una ripresa graduale,<br />
a contatto con la natura e lontano<br />
dagli assembramenti del turismo di<br />
massa. Un’opportunità perfettamente<br />
in linea con l’attenzione che da anni il<br />
ministro Dario Franceschini dedica ai<br />
cammini italiani, che offrono un tipo di<br />
turismo accessibile a tutte le fasce di<br />
popolazione, sfruttando antiche vie di<br />
pellegrinaggio e una vastissima rete<br />
sentieristica che unisce ogni angolo<br />
del Paese.<br />
Di tutto questo ci offre testimonianza<br />
Paolo Piacentini, fondatore e presidente<br />
nazionale di FederTrek, e referente<br />
per i cammini presso il ministero<br />
per i Beni e le Attività culturali e per il<br />
Turismo. «Il ritorno di Franceschini alla<br />
guida del MiBACT, nel settembre 2019,<br />
84
© Alberto Conte ItinerAria<br />
Lungo il Cammino di Oropa, tra le colline del Piemonte<br />
ha portato a una rinnovata attenzione<br />
nei confronti del viaggio lento e degli<br />
itinerari a piedi nel nostro Paese. Già<br />
nel suo precedente mandato, dal 2014<br />
al 2018, aveva lavorato per conferire un<br />
ruolo centrale alle attività slow, al punto<br />
che il piano strategico del turismo<br />
ancora in vigore sposa in pieno il tema<br />
della sostenibilità sociale, economica<br />
e ambientale, dell’accessibilità e<br />
dell’inclusione utilizzando il viatico dei<br />
cammini e abbracciando anche il tema<br />
delle ciclovie e dei treni storici».<br />
E a proposito di binari, Piacentini ricorda<br />
che il ministro ha deliberato di dedicare<br />
il <strong>2020</strong> proprio alla promozione<br />
dei treni turistici, coinvolgendo la Fondazione<br />
FS Italiane. «Il rilancio dei treni<br />
storici rappresenta un tema di grande<br />
fascino e l’intesa tra Franceschini e il<br />
direttore generale della Fondazione<br />
FS, Luigi Francesco Cantamessa, lascia<br />
intravedere scenari entusiasmanti»,<br />
afferma.<br />
Un’altra new entry estremamente<br />
promettente è Lorenza Bonaccorsi in<br />
qualità di sottosegretario con delega<br />
al Turismo: «Una figura di grande impulso,<br />
appassionata di cammini, estremamente<br />
dedita e competente», sottolinea<br />
il presidente di FederTrek.<br />
<strong>La</strong> concretezza con cui il MiBACT lavora<br />
su questo fronte è subito chiarita<br />
85
TRAVEL<br />
dal volume dei numeri coinvolti. «Un<br />
aspetto fondamentale è rappresentato<br />
dal recupero dei finanziamenti che<br />
erano stati inclusi nella delibera Cipe<br />
di quattro anni fa: 60 milioni di euro a<br />
sostegno di un’importante parte dei<br />
cammini italiani. Era il 2016, nominato<br />
Anno nazionale dei cammini, che<br />
vide la nascita dell’Atlante digitale dei<br />
cammini, un ingente progetto di censimento<br />
nazionale che sarà concluso<br />
nei prossimi mesi».<br />
E così, paradossalmente, proprio ora<br />
che il Paese è fermo, il turismo lento<br />
vive l’opportunità di recitare un ruolo<br />
da protagonista per la ripartenza.<br />
«Sarà una delle fonti di ripresa più<br />
coerenti con il bisogno fisiologico di<br />
ricominciare con un passo diverso. Il<br />
turismo rappresenta il 13% del Pil ed<br />
è il momento di ripensarlo a misura<br />
dello shock economico che stiamo<br />
vivendo. L’occasione per insistere sul<br />
concetto di sostenibilità diffusa sul<br />
territorio, portando visibilità anche<br />
all’Italia minore. Cammini, dunque, ma<br />
anche puro escursionismo e cicloturismo,<br />
ultimamente in forte crescita»,<br />
prosegue Piacentini.<br />
E mentre il Governo lavora per la ripresa<br />
di attività turistiche a misura<br />
d’uomo, il movimento dei cammini in<br />
Italia si sta sviluppando in modo esponenziale.<br />
È di queste ultime settimane<br />
la creazione della campagna #iocamminoinitalia,<br />
un’iniziativa partita dal<br />
basso che vede protagonisti tutti gli<br />
operatori dei più importanti itinerari<br />
italiani. «Il ministero è a conoscenza<br />
di questa iniziativa, perfettamente coerente<br />
con la scelta di Franceschini e<br />
del nuovo direttore generale del Turismo<br />
al MiBACT, Flaminia Santarelli,<br />
di puntare sul turismo di prossimità e<br />
delle aree interne».<br />
Piacentini sta curando anche questa<br />
fase di convergenza tra gli esperti<br />
del viaggio a piedi e gli scenari offerti<br />
dal MiBACT. «È una fase di ascolto e<br />
monitoraggio su entrambi i fronti, una<br />
delicata operazione di raccordo che<br />
coinvolge realtà imprescindibili come<br />
il Cai - Club alpino italiano, artefice<br />
dell’immenso progetto Sentiero Italia,<br />
6.880 km sull’intera Penisola, che sta<br />
lavorando all’elaborazione del catasto<br />
di tutta la rete escursionistica. L’obiettivo<br />
è mappare entro il 2021 circa<br />
100mila km di sentieristica: un presidio<br />
nazionale d’eccellenza, che distribuisce<br />
un indotto rilevante offrendo<br />
spazio, per esempio, anche al sistema<br />
d’accoglienza dei rifugi».<br />
Italia Coast to Coast, Cannara, Umbria<br />
«L’Italia che cammina in Italia sarà una delle fonti di ripresa più coerenti<br />
con il bisogno fisiologico di ricominciare con un passo diverso»<br />
© Simone Frignani<br />
86
© Alberto Conte/ItinerAria<br />
Via Francigena nella zona di Montalcino, Toscana<br />
Così l’Italia riparte al ritmo lento dei<br />
propri passi: dai cammini storici come<br />
la Via Francigena, per la quale è in<br />
corso la procedura per il riconoscimento<br />
Unesco, ai percorsi di prossima<br />
apertura, come quelli previsti<br />
nel 2021 ispirati a Dante Alighieri per<br />
celebrare i 700 anni dalla sua morte,<br />
comprendendo nel mezzo le dozzine<br />
di itinerari che legano tutte le regioni<br />
italiane e hanno superato la valutazione<br />
degli 11 criteri messi a punto dalla<br />
Direzione generale del Turismo, per<br />
essere inclusi nell’Atlante digitale. E,<br />
in attesa di rimetterci in marcia, sono<br />
tantissime le iniziative che popolano<br />
il web: dalle dirette quotidiane diffuse<br />
dal gruppo Facebook Io cammino in<br />
Italia alle trasmissioni di Radio Francigena,<br />
la voce ufficiale dei cammini,<br />
dal contest fotografico della Compagnia<br />
dei cammini agli incontri di Smart<br />
walking della Rete nazionale donne in<br />
cammino.<br />
«Puntiamo dunque sul turismo domestico,<br />
sull’Italia che va in Italia, nel<br />
pieno rispetto delle norme di distanziamento<br />
e sanificazione. Criteri che<br />
sono facilitati proprio nella dimensione<br />
escursionistica a contatto con la<br />
natura». È ottimista Piacentini: «Abbiamo<br />
la consapevolezza che tutto<br />
sarà diverso. Ma ne faremo l’occasione<br />
per puntare sul turismo di qualità».<br />
federtrek.org | beniculturali.it<br />
Trekking alle Cinque Terre, Liguria<br />
© Alberto Conte/ItinerAria<br />
87
TRAVEL<br />
ALTO ADIGE<br />
IL GUSTO È GIOVANE<br />
DALLA COLTIVAZIONE DEI FUNGHI FINO AI RISTORANTI STELLATI,<br />
NELLA REGIONE AUMENTANO LE IMPRESE DI UNDER 35 CHE<br />
PUNTANO A RIVALUTARE LE SPECIALITÀ LOCALI<br />
di Alessandra Iannello - a cura di VdGmagazine.it<br />
Il vero tesoro di un Paese sono i<br />
giovani. Come la linfa nuova è<br />
vitale per il corretto sviluppo di<br />
un albero, così le nuove generazioni<br />
sono fondamentali affinché l’economia<br />
di un territorio prosperi. Lo sanno<br />
bene in Alto Adige, dove sono state<br />
messe in campo politiche mirate a<br />
far tornare chi aveva lasciato la regione<br />
per studiare o cercare fortuna<br />
altrove. Incentivo che ha portato a un<br />
aumento significativo delle imprese<br />
giovanili (+3,8%), tanto che ad oggi su<br />
59.339 aziende circa 4.550 appartengono<br />
o sono dirette da under 35. Più<br />
Stefan Senfter e il suo Waldruhe<br />
© Harald Wisthale<br />
88
© Andreas Kalser<br />
Andreas Kalser e Josef Obkircher del Kirnig Bio Edelpilze<br />
della metà fanno parte del settore<br />
agroalimentare e della ristorazione,<br />
prevalentemente impegnate nella riscoperta<br />
e nel rilancio dei prodotti del<br />
territorio.<br />
Nell’antico maso “im Thal” di Aldino<br />
(BZ), i produttori Andreas Kalser e Josef<br />
Obkircher hanno recuperato un<br />
vecchio fienile ricreando le condizioni<br />
ideali per la coltivazione biologica di<br />
funghi nobili altoatesini con il progetto<br />
Kirnig. Una sfida, iniziata nel 2017,<br />
che valorizza il passato guardando al<br />
futuro e a uno dei mercati principali<br />
del territorio, l’enogastronomia. Contro<br />
ogni previsione, i due giovani hanno<br />
lavorato duramente e oggi, oltre ai<br />
tipici cardoncelli, producono anche i<br />
cino-giapponesi Shiitake.<br />
Si deve a Oskar Messner, un giovane allevatore-cuoco<br />
del ristorante Pitzock<br />
di Funes, il salvataggio della Villnösser<br />
Brillenschaf, la pecora con gli occhiali.<br />
Riconosciuta dall’Ue come razza ovina<br />
in via d’estinzione, è fra le più antiche<br />
d’Europa. Si hanno sue notizie già<br />
nel ‘700, quando i contadini allevavano<br />
il cosiddetto Pötscher, una pecora<br />
nota per il particolare disegno attorno<br />
agli occhi e sulle orecchie. Fino a dieci<br />
anni fa in tutta la Val di Funes, zona<br />
di origine della Villnösser Brillenschaf,<br />
resistevano soltanto 150 esemplari<br />
che oggi, grazie a Furchetta,<br />
un’associazione di tutela che raggruppa<br />
più di 50 contadini-allevatori,<br />
sono oltre 700. Oskar ha ripreso ricette<br />
antiche per la trasformazione<br />
della carne d’agnello e ha iniziato a<br />
produrre insaccati e specialità culinarie,<br />
mentre i tagli freschi vengono<br />
commercializzati in tutto l’Alto Adige<br />
e smistati verso i ristoranti più raffinati<br />
del territorio. Inoltre, la lana della<br />
Villnösser Brillenschaf viene lavorata<br />
dalle donne della Val di Funes, specializzate<br />
nella produzione di pantofole<br />
e berretti attraverso tradizionali<br />
tecniche di lavorazione dell’uncinetto<br />
e di infeltrimento della lana cardata.<br />
Oskar Messner e la pecora con gli occhiali<br />
89
TRAVEL<br />
Alexander Höller / Gli asparagi di Terlano a marchio Margarete<br />
A Terlano, invece, è la produzione di<br />
asparagi bianchi a mantenere in vita<br />
una tradizione nata oltre un secolo<br />
fa, grazie al lavoro di contadini locali.<br />
Per salvaguardare questo ortaggio,<br />
Cantina Terlano ha implementato il<br />
marchio Margarete con un progetto<br />
europeo guidato dal trentenne<br />
Alexander Höller. Appongono il marchio<br />
ai loro asparagi 15 produttori,<br />
anche membri della Cantina, che seguono<br />
le tecniche di coltivazione e<br />
consumo a chilometro zero. Entro due<br />
ore dalla raccolta, infatti, gli asparagi<br />
vengono inviati con l’automezzo Margarete<br />
Spargel a Cantina Terlano che,<br />
dopo il lavaggio e il raffreddamento,<br />
provvede alla consegna. Inoltre, tramite<br />
il sistema digitale Margarete, viene<br />
garantita la tracciabilità dell’intera<br />
filiera di ogni singolo asparago.<br />
Per le loro birre Jan Piazza, Carmelo<br />
Li Pomi, Tobia Moroder e Diego Perathone<br />
non solo hanno scelto un nome<br />
ladino, la lingua parlata nel Südtirol,<br />
ma hanno rafforzato l’appartenenza<br />
al territorio abbinando a ognuna delle<br />
otto tipologie un numero che corrisponde<br />
all’altezza delle cime delle<br />
Dolomiti Gardenesi intorno a Ortisei,<br />
dove ha sede la loro Mönpiër de Gherdëina.<br />
Qui sono prodotti ogni anno<br />
circa 70mila litri di birra impiegando<br />
solo l’acqua pura della fonte Cunfin, ai<br />
piedi del Sassolungo, rilanciando una<br />
tradizione birraia che in queste zone è<br />
nata intorno all’anno Mille.<br />
Poi c’è Thomas Ortler, che è stato<br />
commis de cuisine a Berlino nella celebre<br />
pasticceria Cinco by Paco Perez,<br />
poi chef nel ristorante due stelle Michelin<br />
Konstantin Filippou a Vienna e<br />
due anni fa è tornato nella sua Glorenza<br />
per realizzare il sogno più grande:<br />
raccontare se stesso e l’amore per il<br />
territorio attraverso i suoi piatti. Così è<br />
nato il Flurin, di cui è chef patron. Le<br />
sue proposte culinarie sono un ritorno<br />
alle origini, quando niente andava<br />
buttato e anche gli scarti venivano riproposti<br />
in piatti che esprimevano l’inventiva<br />
di chi era in cucina. Nel menù<br />
del ristorante spiccano ingredienti locali<br />
e stagionali come il pollo di Cengles<br />
(frazione del comune di <strong>La</strong>sa, in<br />
Val Venosta), il graukäse, formaggio<br />
Jan Piazza e le birre Mönpiër de Gherdëina<br />
© Martin Corradini<br />
grigio della Valle Aurina, e il gambero<br />
di torrente.<br />
Anche Stefan Senfter ha girato il mondo,<br />
scivolando con il suo snowboard<br />
sulle nevi delle località più cool. Oggi,<br />
invece, si destreggia nella cucina<br />
del Waldruhe, uno dei pochissimi ristoranti<br />
altoatesini che vanta il sigillo<br />
Slow Food. Situato a Sesto, in un<br />
maso costruito più di 500 anni fa, propone<br />
tra le specialità canederli, ravioli<br />
Schlutzkrapfen, filetto di cervo e trota.<br />
Ricette che Stefan cucina reinterpretando<br />
in chiave moderna gli insegnamenti<br />
di sua nonna.<br />
90
Il ristorante Flurin / Thomas Ortler<br />
© Hotel Elephant Bressanone<br />
© Hotel Elephant Bressanone<br />
© Hannes Niederkofler<br />
Mathias Bachmann / Proposte del ristorante Apostelstube<br />
Ha solo 33 anni Mathias Bachmann<br />
e vanta già una stella Michelin con il<br />
suo Apostelstube dell’Hotel Elephant<br />
di Bressanone. Figlio d’arte – suo<br />
papà Helmut è uno dei cuochi più famosi<br />
d’Italia e autore di libri di cucina<br />
di successo – Mathias ha lavorato al<br />
Tantris di Monaco con Hans Haas e<br />
alla Torre del Saracino di Vico Equense<br />
con Gennaro Esposito. All’Apostelstube,<br />
quattro tavoli per un massimo<br />
di 20 posti, sperimenta per pochissimi<br />
avventori ricette realizzate con ingredienti<br />
locali come il maialino da latte<br />
su crema di birra scura, il fegato grasso<br />
con grano saraceno o i fagottini di<br />
oca su crema di nocciole e salsa di<br />
tartufo.<br />
Anche Stefano Cavada, food blogger<br />
da decine di migliaia di follower, dopo<br />
aver trascorso alcuni anni a Londra e<br />
a Parigi, è rientrato in Alto Adige per<br />
raccontare e condividere, in particolare<br />
su Instagram, piatti e tradizioni<br />
del territorio. Ha iniziato con le video<br />
ricette su YouTube e nel 2018 è sbarcato<br />
in televisione con la prima edizione<br />
del programma SelfieFood su <strong>La</strong>7d,<br />
mentre lo scorso anno ha pubblicato<br />
il suo primo libro, <strong>La</strong> mia cucina altoatesina<br />
- 45 ricette per ogni occasione<br />
(Athesia, pp. 143 € 19,90). Una guida<br />
per riconoscere i prodotti di qualità<br />
e tradurre al meglio l’Alto Adige nel<br />
piatto.<br />
kirning.com | pitzock.com<br />
cantina-terlano.com<br />
monpier-gherdeina.it | flurin.it<br />
sexten.it | hotelelephant.com<br />
stefanocavada.it<br />
Stefano Cavada<br />
© Maria Martus Photography<br />
91
TRAVEL<br />
MADE IN ITALY<br />
A DOMICILIO<br />
© Yaruniv-Studio/AdobeStock<br />
92
DALLA LOMBARDIA ALLA CAMPANIA, LE RESTRIZIONI DOVUTE ALLA<br />
PANDEMIA HANNO ACCELERATO LO SVILUPPO DELL’E-COMMERCE<br />
PER I PICCOLI PRODUTTORI AGRICOLI<br />
di Andrea Guolo<br />
A<br />
Roma c’è il Pacco salva<br />
dispensa del contadino,<br />
consegnato direttamente a<br />
casa attraverso la piattaforma online<br />
di Coldiretti. In Lombardia, la regione<br />
più colpita dal coronavirus, oltre 250<br />
imprese di Confagricoltura portano a<br />
domicilio la spesa attraverso l’iniziativa<br />
Negozi in casa tua. In provincia di<br />
Bari, dal portale I prodotti dal campo<br />
alla tavola di Cia - Confederazione italiana<br />
agricoltori, è possibile ordinare<br />
le uova della società Avicola Debernardis,<br />
l’olio de L’Auricarro o i formaggi,<br />
sottoli e taralli della Masseria Chinunno.<br />
Questi sono solo tre esempi<br />
di un movimento economico in piena<br />
attività: quello dei piccoli produttori<br />
che si mettono in rete, con il sostegno<br />
delle associazioni agricole, per portare<br />
al cliente finale alimenti tipici del<br />
territorio, superando gli ostacoli e le<br />
limitazioni del lockdown. Una soluzione<br />
nata dall’emergenza ma destinata<br />
a continuare quando lentamente si<br />
tornerà alla normalità, perché anche<br />
nel mondo agricolo nulla sarà più<br />
come prima. <strong>La</strong> pandemia, in questo<br />
caso, ha fatto da acceleratore, stimolando<br />
aziende potenzialmente restie<br />
al commercio elettronico a superare<br />
l’ostacolo, aggiungendo il canale<br />
online alla vendita diretta attraverso<br />
spacci aziendali e mercati. Un vantaggio<br />
per il consumatore, che acquista<br />
la sua spesa da produttori identificabili<br />
e direttamente responsabili della<br />
loro qualità, ma anche per l’azienda<br />
agricola, in termini economici e di visibilità.<br />
«<strong>La</strong>voreremo sempre più su sistemi<br />
di vendita online e consegna a domicilio,<br />
conservando la filosofia del<br />
chilometro zero e stimolando il consumo<br />
delle tipicità italiane», afferma<br />
Carmelo Troccoli, direttore di Campagna<br />
Amica. I prodotti più richiesti,<br />
secondo l’osservatorio di Coldiretti,<br />
sono frutta e verdura di stagione, che<br />
precedono farine, latte e altri ingredienti<br />
essenziali. <strong>La</strong> vera rivelazione è<br />
stata quella del Pacco salva dispensa,<br />
© Coldiretti<br />
confezionato in quattro formati: da 30<br />
e 50 euro, bio e veg. «Inizialmente a<br />
Roma, dove abbiamo un potenziale<br />
massimo di 450 consegne al giorno,<br />
abbiamo raggiunto il sold out in soli<br />
sette minuti dall’inserimento nel sito.<br />
Ora consegniamo tremila pacchi alla<br />
settimana nella Capitale e duemila a<br />
Milano, oltre non possiamo andare».<br />
In più, tramite il sito e l’app Campagna<br />
amica, si possono raggiungere circa<br />
quattromila aziende in tutta Italia e<br />
Coldiretti sta implementando il sistema<br />
per arrivare, entro maggio, alla gestione<br />
in automatico degli ordini. Confagricoltura<br />
intanto si sta muovendo<br />
sul territorio per supportare le iniziative<br />
delle singole imprese. A Torino<br />
è nata la campagna Arrivano i nostri,<br />
in Toscana è stata ideata Maremma a<br />
domicilio, con il 10% degli incassi devoluti<br />
alla Croce Rossa, e a Salerno va<br />
per la maggiore <strong>La</strong> spesa a casa tua,<br />
con ortaggi di stagione, mozzarella di<br />
bufala, formaggi di pecora e capra,<br />
miele, limoni e marmellate. Mentre<br />
la proposta di Cia, attraverso il nuovo<br />
portale, non si limita ai prodotti tipici<br />
ma arriva a comprendere i piatti preparati<br />
dagli agrichef: «Così rafforziamo<br />
un legame importante tra i produttori<br />
agricoli e le famiglie italiane»,<br />
sottolinea il presidente nazionale Dino<br />
Scanavino.<br />
I contadini possono contare anche<br />
sulle app messe a punto per la spesa<br />
a domicilio, in crescita esponenziale<br />
soprattutto nelle grandi città, per far<br />
arrivare ortofrutta, carni, latticini e altri<br />
beni di prima necessità. È il caso di<br />
Cortilia, attiva in Lombardia, Piemonte<br />
ed Emilia-Romagna, che grazie a 200<br />
produttori selezionati ha raddoppiato<br />
gli ordini senza peraltro riuscire a<br />
soddisfare tutte le richieste. Un’altra<br />
piattaforma dedicata al cibo fresco e<br />
tipico è L’Alveare che dice Sì, nata a<br />
Torino e composta da gruppi di acquisto<br />
(gli alveari, appunto) che interagiscono<br />
con produttori iscritti al sito. C’è<br />
poi Smart Food, che opera a Milano<br />
e dintorni ed è specializzata in prodotti<br />
biologici freschi e confezionati.<br />
A Roma, infine, è arrivata Ortelia, con<br />
un’offerta di prodotti nazionali ma con<br />
un occhio specifico sull’agricoltura laziale.<br />
campagnamica.it<br />
confagricoltura.it<br />
cia.it<br />
93
WOMEN<br />
Immagine ufficiale dell’appello Se non ora quando - Libere<br />
EUROPA<br />
IL FUTURO<br />
È DONNA<br />
SI PUÒ RIPARTIRE SOLO<br />
METTENDO AL CENTRO<br />
IL TALENTO FEMMINILE.<br />
HA RACCOLTO 16MILA FIRME<br />
L’APPELLO RIVOLTO ALL’UE<br />
DA VOLTI NOTI COME CRISTINA<br />
COMENCINI E JO SQUILLO<br />
di Cecilia Sabelli [Movimento Se non ora quando - Libere]<br />
Se anche ci avessero avvisato, mai avremmo creduto,<br />
fino a prima dello scoppio della pandemia,<br />
che un giorno in tutto il mondo ci si sarebbe fermati<br />
e che qualcuno ci avrebbe detto: tornate nelle vostre<br />
case e restateci fino a data da destinarsi. Trasferite lì i vostri<br />
uffici, da lì curate i vostri malati e istruite i vostri bambini. Da<br />
lì, preoccupatevi solo dei beni e dei bisogni primari, perché<br />
è in gioco la salute e la sopravvivenza di tutti: ciò che<br />
è superfluo non conta più. Invece, è successo davvero. Ed<br />
è successo anche altro: in questo improvviso vuoto abbiamo<br />
ritrovato il contenuto. Cioè, la soluzione per salvarci non<br />
solo dalla vita di adesso ma anche da quella che conducevamo<br />
prima. Tutti, ascoltando i tragici bollettini della Protezione<br />
civile, ci siamo sentiti vulnerabili; ci siamo preoccupati<br />
di come accudire, materialmente ed emotivamente, i<br />
nostri cari o le persone sole e a rischio che conoscevamo;<br />
ci siamo sentiti sconvolti dalla riorganizzazione dell’attività<br />
lavorativa o scolastica. Tutti abbiamo provato gratitudine e<br />
ammirazione per chi, pur di prestare servizio alla comunità,<br />
metteva in pericolo se stesso e la propria famiglia; tutti<br />
abbiamo accennato un sorriso alla notizia di una nuova nascita<br />
e abbiamo rinunciato a qualcosa, qualcosa di grande,<br />
a volte, come essere presenti dinanzi alla sofferenza o alla<br />
morte di chi amiamo.<br />
È così che i valori, comunemente definiti privati e storicamente<br />
terreno dell’esperienza femminile, cioè quelli della<br />
cura dei corpi e delle vite, anche quelle più fragili, le relazioni,<br />
la scuola, il lavoro, la famiglia, l’economia, si sono<br />
riscoperti valori di un’intera comunità. Ciò su cui sono fondate<br />
e reggono, non soltanto nei momenti di crisi, le nostre<br />
società. Non è dunque un caso che, in una scena pubblica<br />
dominata da figure maschili poco predisposte a trovare<br />
accordi comuni, quando si è iniziato a parlare di intervento<br />
dell’Europa le donne per prime abbiano alzato la voce.<br />
94
Scienziate, scrittrici tra cui Elena Ferrante e Annie Ernaux,<br />
registe come Margarethe von Trotta, l’8 aprile hanno firmato<br />
l’appello di Se non ora quando – Libere, per dire «basta<br />
agli egoismi nazionali» e affermare che «è giunto il momento<br />
di ricostruire i nostri Paesi con un grande progetto<br />
comune che metta al centro gli esseri umani» e che faccia<br />
sempre più assegnamento sui talenti, l’intelligenza e il cuore<br />
delle donne.<br />
L’appello, firmato da oltre 16mila persone, è stato recapitato<br />
lo scorso 23 aprile ai governanti europei, insieme a un<br />
video in cui abbiamo raccolto le richieste di donne e uomini<br />
per chiedere iniziative forti su Europa, donne e ambiente.<br />
Tra loro anche le seimila Sardine, movimento nato come<br />
noi nelle piazze e voce importante della società civile.<br />
«Il Consiglio europeo è stato un successo, i governanti hanno<br />
deciso di muoversi insieme con un progetto di ricostruzione<br />
finanziato in comune», spiega la regista e scrittrice<br />
Cristina Comencini, volto dell’iniziativa. «Si apre ora lo scenario<br />
Italia: chi e come verranno gestiti i fondi? <strong>La</strong> preoccupazione<br />
c’è, visto che nella task force le donne sono poche<br />
e tra gli esperti sono praticamente assenti. Vogliamo che<br />
ora lo Stato italiano impieghi gli aiuti per le infrastrutture<br />
connesse alla scuola e alla salute; per affrontare il dramma<br />
della crisi demografica, problema europeo ma che nel nostro<br />
Paese è di entità spaventosa. Vogliamo si investa sullo<br />
stato sociale delle donne, per permettere una scelta libera<br />
della maternità, per favorire la condivisone con gli uomini e<br />
la possibilità per le donne di avere contemporaneamente<br />
dei figli e una carriera». E conclude con spirito combattivo:<br />
«Dovranno esserci anche le donne a decidere su questo,<br />
non lo chiediamo ma lo esigiamo».<br />
Quanto questa epidemia abbia visto loro protagoniste è<br />
sotto gli occhi di tutti. Alle casse, in corsia, nelle farmacie,<br />
nei laboratori, nei luoghi indispensabili alla sopravvivenza<br />
nei giorni di quarantena: erano quelle presenti in maggioranza.<br />
Lontane da casa, come il The New Yorker le ha<br />
rappresentate in una delle più belle copertine di sempre,<br />
«le donne erano a lavorare, in rapporto quotidiano con le<br />
Cristina Comencini, volto dell'iniziativa<br />
difficoltà di tutti noi sconvolti dalla pandemia e gli uomini<br />
invece tutti scienziati ed esperti, tutti in televisione o nei<br />
comitati a prendere le decisioni», fa notare la cantante<br />
Jo Squillo, tra le primissime firmatarie dell’appello. «Sulle<br />
donne più di tutte ha pesato questa emergenza e su di loro<br />
peserà la crisi che ci aspetta se non approfittiamo di questa<br />
occasione per riscrivere le regole di una vita più umana»,<br />
prosegue. E se non sarà l’Europa a investire sulla cura delle<br />
persone e del pianeta, chi altri del panorama internazionale<br />
potrà farlo? Il nostro gruppo, che altre volte nella storia del<br />
nostro Paese ha saputo individuare il momento giusto per<br />
agire, non ha dubbi: serve un salto di civiltà, è il momento<br />
che la cultura delle donne diventi la cultura di tutti. Per noi,<br />
per le generazioni a venire e per chi non c’è più.<br />
cheliberta.it<br />
senonoraquandofanpage<br />
© Douglas Kirkland<br />
Se non ora quando (2011)<br />
«Serve un salto di civiltà, è il momento che la cultura delle donne diventi la<br />
cultura di tutti. Per noi, per le generazioni a venire e per chi non c’è più»<br />
© Mirko Isaia<br />
95
WOMEN<br />
MOM’S LIFE<br />
NEL MESE DELLA LORO FESTA, SEI MAMME SPECIALI RACCONTANO<br />
LA LORO GIORNATA AI TEMPI DEL COVID-19<br />
ELENA<br />
SOFIA<br />
RICCI<br />
[ATTRICE]<br />
di Gaspare Baglio<br />
gasparebaglio<br />
Anche se la nostra chiacchierata è telefonica, esce ugualmente<br />
tutta la simpatia di Elena Sofia Ricci, definita da<br />
molti la regina della fiction, visto il successo di produzioni<br />
come Che Dio ci aiuti su Rai1. Un’attrice di classe e dal talento indiscutibile<br />
anche sul grande schermo. Non a caso, lo scorso anno ha<br />
ricevuto il suo terzo David di Donatello per l’interpretazione di Veronica<br />
<strong>La</strong>rio nel film Loro, di Paolo Sorrentino.<br />
Dal cinema è tornata in tv con la serie Vivi e lascia vivere, sempre sulla<br />
rete ammiraglia della tv pubblica, diretta da Pappi Corsicato. «Un<br />
regista unico. Ci siamo molto divertiti, è stato un po’ come essere a<br />
<strong>La</strong> Cage aux Folles», racconta l’attrice che sul set interpreta <strong>La</strong>ura,<br />
«una donna ruvida, pragmatica, una mamma che non ha tempo per<br />
smancerie. Ama i suoi figli in modo pratico, compiendo azioni apparentemente<br />
scorrette ma necessarie. Dopo aver perso il lavoro,<br />
mette in piedi un’attività di street food vendendo il sartù, piatto tipico<br />
napoletano».<br />
In futuro, ci tiene ad aggiungere, spera di vedere molti food truck<br />
con cibi tradizionali in giro per l’Italia: «Vorrà dire che saremo usciti<br />
da questo momento difficile. Parlo soprattutto per il mio settore, che<br />
sarà l’ultimo a rialzarsi vista l’impossibilità per ora di lavorare rispettando<br />
il distanziamento sociale».<br />
Un argomento, questo, che la tocca fino alla commozione: «Lo<br />
show business non è composto solo dalle persone sotto i riflettori.<br />
C’è gente che lavora dietro di noi, macchinisti, elettricisti, truccatori,<br />
sceneggiatori, sarti, registi. L’occupazione per loro è un bene di prima<br />
necessità, un mondo che il pubblico non si immagina neppure.<br />
Per questo ci stiamo mobilitando, nel nostro Paese alla cultura è<br />
destinato meno dell’1% delle risorse».<br />
<strong>La</strong> reclusione forzata l’attrice l’ha passata a occuparsi della casa.<br />
«Fin dal primo mese la tata è andata in quarantena, e a risentirne<br />
di più è stata la mia schiena: sia io che mio marito siamo maniaci di<br />
ordine e pulizia». Questo periodo le ha permesso anche di trascorrere<br />
più tempo con le figlie: «Emma, la più grande, vive questo momento<br />
con la frustrazione di chi si sente le ali tarpate: si è laureata<br />
a luglio, doveva spiccare il volo. Maria, la più piccola, veniva da un<br />
mese di punizione, ne aveva combinata una un po’ grossa e poteva<br />
uscire solamente per andare a scuola. Il castigo è finito proprio a<br />
pochi giorni dall’inizio dell’isolamento. <strong>La</strong> magra consolazione è che<br />
esistono i social e non si sente sola».<br />
Per la Festa della mamma Elena Sofia Ricci è indecisa: «Bisognerebbe<br />
chiedere alle mie figlie cos’hanno in mente di fare. Ma temo<br />
non si ricorderanno». Una risata e il pensiero va subito a un desiderio<br />
da condividere con le persone care. «Ne avevo tanti, di sogni. Oggi<br />
mi accontenterei di andare nel nostro piccolo paradiso al Circeo, a<br />
Punta Rossa. Lì ci sono i nostri amici e già sarebbe un grande dono».<br />
elenasofiaricci.com<br />
ElenaSofiaRicciOfficialPage<br />
elenasofiaof<br />
96
LODOVICA<br />
COMELLO<br />
[CONDUTTRICE<br />
TELEVISIVA E RADIOFONICA]<br />
di Cecilia Morrico morricocecili MorriCecili<br />
© Ufficio Stampa TV8<br />
Lodovica Comello ha preso non troppo<br />
seriamente il ruolo di mamma. <strong>La</strong> giovanissima<br />
conduttrice tv e radio ha da poco<br />
lanciato L’Asciugona, progetto podcast distribuito<br />
ogni mercoledì sui principali canali digitali<br />
(Spotify, Apple Podcast, Google Podcast) e, nella<br />
versione video, sui suoi profili social. Un racconto<br />
ironico e a tratti dissacrante sulla gravidanza e la<br />
maternità. «Ho vissuto con filosofia il lockdown.<br />
Tanto in ogni caso, con l’arrivo di un figlio, una<br />
sorta di quarantena l’avrei dovuta fare. Quindi approfitto<br />
della reclusione per dedicarmi a Teo con<br />
calma, 24 ore su 24, per conoscerci e imparare<br />
a fare la mamma fra poppate, colichette, cambi<br />
pannolini e notti quasi insonni», spiega.<br />
«Una cosa che ci fa sorridere è che siamo chiusi<br />
in casa ma, allo stesso tempo, non ci sentiamo<br />
troppo tagliati fuori dalla società. Non ci stiamo<br />
perdendo nulla: è come se fossimo rimasti tutti<br />
congelati nel tempo. Quando ci scongeleranno<br />
ripartiremo da dove eravamo rimasti, solo che noi<br />
avremo un fagottino in più».<br />
Eppure partorire il 16 marzo, nel pieno delle ristrettezze<br />
da Covid-19, non dev’essere stato facile.<br />
«È stato molto strano, più che altro. Spesso mi<br />
sono detta: “Non può essere, siamo su Scherzi a<br />
parte". Chi potrebbe mai immaginare di portare a<br />
termine una gravidanza nel bel mezzo di una pandemia<br />
globale, dove anche un controllo in ospedale<br />
può diventare una fonte di ansia interminabile?<br />
O che nessun membro della tua famiglia né di<br />
quella di tuo marito possa venire ad abbracciarti e<br />
a conoscere il tuo bimbo? Senza contare i consultori<br />
e i professionisti che normalmente ti accompagnano,<br />
in questo periodo chiusi o irreperibili».<br />
Uno scenario non semplice, insomma. «Ma per<br />
fortuna ce la stiamo cavando bene: le videochiamate<br />
con ostetriche e consulenti all’allattamento<br />
ci aiutano quotidianamente a far fronte ai piccoli<br />
intoppi che si presentano dopo il parto. Viva la<br />
tecnologia».<br />
Ma, intanto, qual è il primo desiderio da realizzare<br />
una volta finite le restrizioni? «Obiettivo numero<br />
uno: fargli capire che sulla Terra non ci siamo solo<br />
noi tre. Presentargli finalmente i nonni, gli zii e i<br />
cuginetti. Portarlo fuori casa, al parco, per fargli<br />
assaporare un po’ di venticello sul viso e sentire<br />
le risate dei bimbi che giocano. Ripartirei così,<br />
dalle piccole cose. Per il resto c’è tempo». Il 10<br />
maggio Lodovica festeggia anche la sua prima<br />
Festa della mamma. «<strong>La</strong> passerò con mio marito<br />
e Teo. Sicuramente brinderemo con un po’ di latte<br />
e alle 22 rotoleremo a letto per qualche coccola.<br />
Una festa più speciale di così!».<br />
lodovicacomello<br />
lodocomello<br />
lodocomello<br />
97
WOMEN<br />
TANIA<br />
CAGNOTTO<br />
[TUFFATRICE]<br />
Tania Cagnotto per Adidas<br />
di Marta Bartolozzi<br />
marbart76<br />
Era tutto pronto, o quasi, per Tokyo<br />
<strong>2020</strong>. Tania Cagnotto, tuffatrice<br />
europea con il maggior numero di<br />
podi in carriera, unica italiana ad aver vinto<br />
una medaglia d’oro mondiale nella sua specialità,<br />
si stava allenando in modo serrato.<br />
E, all’obiettivo Olimpiadi, ci sarebbe arrivata<br />
con la grinta di una grande atleta (oltre che<br />
di una mamma). Poi è arrivata l’emergenza<br />
sanitaria.<br />
«Il periodo che stiamo vivendo ha cambiato<br />
la mia routine di sportiva. Il posticipo delle<br />
Olimpiadi è stata una scelta giusta che però<br />
mi ha lasciata un po’ inerme. Rimettersi in<br />
gioco, ricominciare gli allenamenti, è stata<br />
dura».<br />
Ma anche in questa situazione ci sono<br />
aspetti positivi: «Come mamma, mi godo<br />
un periodo senza stress né orari e vivo mia<br />
figlia 24 ore al giorno. Dentro casa cerco di<br />
coinvolgerla un po’ in tutto: pulizie, cucina,<br />
ginnastica. A lei diverte fare quello che<br />
faccio io». Le giornate scorrono, seppure in<br />
isolamento, e stiamo per arrivare all’appuntamento<br />
con la Festa della mamma, una ricorrenza<br />
che quest’anno cade il 10 maggio.<br />
Di nuovo, non si scoraggia: «Mi piacerebbe<br />
poter festeggiare insieme ai nonni. Vediamo<br />
come sarà questa fase due».<br />
Quando potremo tornare ad abbracciarci,<br />
qual è la prima cosa che vorrebbe fare? A<br />
rispondere a questa domanda non è l’atleta<br />
dalle performance eccellenti, ma una donna<br />
che mette gli affetti al primo posto, senza<br />
dimenticare la passione per i viaggi: «Rivedere<br />
la famiglia, gli amici e poter attraversare<br />
di nuovo il nostro meraviglioso Paese».<br />
Venti medaglie d’oro agli Europei, una ai<br />
Mondiali, un argento e un bronzo alle Olimpiadi,<br />
tanti altri successi alle spalle: risultati<br />
raggiunti grazie alla passione per questo<br />
sport, ma anche alla capacità di sacrificarsi.<br />
Gli allenamenti quotidiani le hanno insegnato<br />
qualcosa che va oltre la competizione,<br />
valori appresi nel corso della carriera<br />
che spera di trasmettere a sua figlia. «<strong>La</strong> lealtà,<br />
la perseveranza, il non arrendersi alle<br />
prime difficoltà. Poi la pazienza e l’importanza<br />
di avere alle spalle qualcosa di solido».<br />
E se questa sarà una delle sfide personali<br />
più importanti per Tania, ci auguriamo di<br />
rivederla presto gareggiare nelle competizioni<br />
internazionali e magari, perché no, alle<br />
prossime Olimpiadi.<br />
taniacagnottoweb.net<br />
TaniaCagnottoOfficial<br />
cagnottotania<br />
98
BENEDETTA<br />
Mi potresti richiamare fra cinque minuti?<br />
Sto sfornando una torta». Chi,<br />
se non Benedetta Parodi, avrebbe<br />
PARODI «<br />
potuto esordire così per la nostra intervista? Allo<br />
scoccare del quinto minuto un sms mi informa<br />
che è prontissima. <strong>La</strong> conduttrice tv, volto di<br />
punta del talent culinario Bake Off Italia su Real<br />
[GIORNALISTA E CONDUTTRICE TV]<br />
© Loris T. Zambelli<br />
Time, sta passando un periodo di isolamento<br />
molto intenso: «In casa siamo in otto, abbiamo<br />
accolto un amico 18enne di mia figlia Matilde,<br />
in difficoltà perché i suoi genitori sono a New<br />
York. Poi abbiamo una ragazza alla pari e la tata<br />
Natasha – menomale che c’è! – che sta con noi<br />
da 15 anni. Una reclusione molto movimentata,<br />
quindi, ma almeno ci divertiamo: si fanno giochi<br />
da tavola, si chiacchiera, si prendono aperitivi.<br />
<strong>La</strong> mattina è dedicata agli impegni scolastici<br />
dei ragazzi, il pomeriggio cucino sia per i social<br />
sia per la famiglia. È come essere in pensione».<br />
Per la Festa della mamma, Benedetta ha due<br />
opzioni: «Se potrò uscire fuori regione vorrei<br />
tanto andare a trovare mia madre, che vive ad<br />
Alessandria. È una donna tostissima, trascorre<br />
la quarantena in solitudine con energia e senso<br />
di responsabilità. Ma mi manca e mi spiace<br />
saperla senza compagnia: le porterei una<br />
vagonata di roba da mangiare per pranzare<br />
insieme», racconta. «Se invece, come credo,<br />
saremo ancora reclusi, sarà un’ulteriore scusa<br />
per festeggiare e tirare fuori la voglia di divertirsi.<br />
Tra l’altro, ho preso un piccolo barbecue<br />
che potrei mettere sul balconcino per cuocere<br />
quattro salsicce. Ma non so se basterebbero<br />
per tutti».<br />
Un sorriso e si passa al sogno post emergenza,<br />
sul quale la Bene (così la chiamano gli amici)<br />
non ha dubbi: «Vorrei andare nella nostra casa<br />
di campagna, in Piemonte. E fare una rimpatriata<br />
con i miei fratelli, Cristina e Roberto, e i loro<br />
figli. Una bella grigliata suonando la chitarra. Mi<br />
piacerebbe tanto, poi, rivedere la Sardegna, il<br />
mio luogo del cuore e il più amato anche dai<br />
miei figli. Andare al mare è stata una delle risposte<br />
più gettonate anche sui social, quando<br />
ho domandato, a chi mi segue, cosa vorrebbero<br />
fare una volta finito l’isolamento». Spiaggia<br />
a parte, la super Parodi ha in ballo una novità<br />
lavorativa importante: sarà al timone della versione<br />
tricolore di Chef in your ear su <strong>La</strong>7, prima<br />
di tornare sotto il tendone di Bake Off Italia. «I<br />
format risentiranno di queste restrizioni obbligatorie.<br />
Bisognerà mantenere naturalezza, divertimento<br />
e gioia, con tutti gli accorgimenti del<br />
caso».<br />
G.B.<br />
benedettaparodiofficial<br />
benedettaparodi<br />
ziabene<br />
99
WOMEN<br />
ALICE<br />
MANGIONE<br />
THE POZZOLIS FAMILY<br />
[ATTRICE E WEB CREATOR]<br />
© Dario Altamura<br />
Unica nella sua simpatia, la Pozzolis family<br />
regala sempre risate e riflessioni<br />
sulle gioie domestiche. Alice, attrice e<br />
web creator, e Gianmarco, volto di Zelig e di fiction<br />
come Un passo dal cielo, con i figli Giosuè e Olivia<br />
Tosca, sono un quartetto irresistibile che condivide<br />
da anni la propria vita sul web. In questo periodo in<br />
casa sfidano educatrici e pedagogisti scegliendo di<br />
non disciplinarsi in una routine. «Ogni giorno è una<br />
sorpresa. Può succedere di tutto», racconta Alice,<br />
«a volte ci svegliamo alle sei di mattina e iniziamo<br />
la giornata per poi riaddormentarci alle due e alzarci<br />
alle 18 del pomeriggio. L’unica regola è che alle 21:30<br />
spegniamo le luci e come dei cocoriti mandiamo a<br />
letto i bambini, con storie della buonanotte noiosissime<br />
per farli addormentare».<br />
Solo dopo, lei e Gianmarco riescono a vedere un film<br />
o a lavorare, approfittando del fatto di essere finalmente<br />
soli. «A tal proposito, alcune sere fa, siamo<br />
anche riusciti a organizzare un appuntamento romantico<br />
tête-à-tête: erano le due di notte e siamo<br />
andati sul balcone, per birra e chiacchiere da adulti.<br />
Prima del lockdown ci concedevamo un’uscita a settimana<br />
lasciando i piccoli con la babysitter, ora dobbiamo<br />
reinventarci per avere intimità».<br />
In quattro le giornate sono comunque piuttosto lunghe.<br />
«Tentiamo di impegnarci in cose che abbiano<br />
senso, ma a turno perdiamo interesse. Il più entusiasta<br />
è Gianmarco, ma l’attenzione poi cala. I nostri figli<br />
sono nella fascia sotto i sei anni, quella che più di<br />
tutti ha risentito del periodo perché poco considerata<br />
nei provvedimenti, anche scolastici. Facciamo<br />
molti giochi fisici e nessun lavoretto, anche perché<br />
io sono negata. Mentre sono circondata da amiche e<br />
colleghe capaci di fare castelli con la pasta di pane o<br />
cupcake alla Ernst Knam, mentre a me riescono solo<br />
i brutti ma buoni».<br />
Si cerca sempre di essere positivi, «anche perché<br />
esistono situazioni davvero difficili, di persone che<br />
abitano in sei in un bilocale. Alla fine i nostri figli stanno<br />
bene, con i genitori a casa per loro è domenica da<br />
due mesi e noi non facciamo che viziarli con cioccolatini<br />
e caramelle. Appena si potrà uscire, abbiamo<br />
promesso che andremo di nuovo tutti insieme in bici.<br />
Noi che pedaliamo, loro sui seggiolini e uno zainetto<br />
con i panini per andare più lontano possibile dalla<br />
città. Prima delle restrizioni, nei weekend andavamo<br />
sulla ciclabile tra Milano e Pavia. E per l’estate<br />
stavamo pensando alla Riviera romagnola, da raggiungere<br />
in treno perché viaggiamo mal volentieri in<br />
macchina». Per la Festa della mamma, domenica 10<br />
maggio, ha le idee chiare: «Tre ore di spa nel bagno<br />
di casa. Voglio chiudermi lì da sola, con la musica in<br />
sottofondo, per maschere e manicure». C.M.<br />
thepozzolisfamily<br />
thepozzolisfamily<br />
The Pozzolis Family<br />
100
CATERINA<br />
BALIVO<br />
[CONDUTTRICE TELEVISIVA]<br />
© Cosimo Buccolieri<br />
Volto del pomeriggio Rai1, una delle digital<br />
influencer più quotate sui social network,<br />
e mamma di Guido Alberto e Cora. In due<br />
parole, Caterina Balivo. Generalmente è lei a condurre<br />
interviste, oggi invece ci racconta come sta<br />
passando le giornate tra le mura domestiche. «Per<br />
noi adulti non è facile, figuriamoci per i bambini.<br />
Non sono una mamma apprensiva, ma penso che<br />
non vada sottovalutato l’impatto che questo periodo<br />
ha sui più piccoli. Hanno due certezze, i genitori<br />
e la scuola, e senza quest’ultima sono stati privati<br />
di amici, insegnanti, attività e socialità importanti.<br />
Senza contare che vedersi attraverso un computer<br />
non è sempre facile. Mio figlio Guido Alberto,<br />
che ha sette anni, prima del lockdown non aveva<br />
mai utilizzato tablet o giochi tecnologici e gestire<br />
le lezioni online all’inizio è stato snervante», spiega<br />
la conduttrice.<br />
Con Cora, due anni e mezzo, i primi giorni sono stati<br />
pesanti: «Era abituata a uscire sempre subito dopo<br />
la colazione e mi chiedeva perché ora non potevamo<br />
più farlo. Le abbiamo detto la verità, che c’era<br />
un virus cattivo capace di farle venire la febbre altissima.<br />
Mentre Guido Alberto, che è più grande, ha<br />
sentito i nostri discorsi e i telegiornali e ha giustamente<br />
manifestato un po’ di preoccupazione per i<br />
nonni».<br />
<strong>La</strong> routine quotidiana è piuttosto altalenante: «<strong>La</strong><br />
mattina Guido Alberto ha le lezioni scolastiche e<br />
confesso che ho scoperto di non avere molta pazienza<br />
nel seguirlo con i compiti. E poi la gestione<br />
di due bambini con età diverse non è facile. Ho provato<br />
a far fare loro delle cose insieme, ma a parte la<br />
pittura altro non si riesce».<br />
In tutto questo, ha comunque avuto il tempo per<br />
realizzare su Instagram il progetto My Next Book.<br />
«È nato da un’idea avuta con mio marito (lo scrittore<br />
Guido Maria Brera, ndr). Durante il lockdown<br />
molte promozioni di libri sono state bloccate. Così<br />
ho cominciato a intervistare uno scrittore al giorno<br />
chiedendogli di raccontare in diretta su Instagram<br />
il suo romanzo in uscita. Un’esperienza nuova ma di<br />
successo. Molti mi hanno richiamata dicendo che<br />
le vendite erano aumentate dopo il nostro incontro».<br />
Ma, tornando alla vita in famiglia, come pensa<br />
di passare la Festa della mamma? «Ho chiesto a<br />
mio figlio una letterina, senza scuola non credo ci<br />
saranno lavoretti ad hoc. E poi sicuramente faremo<br />
una videochiamata con mia mamma, che è ad<br />
Aversa, e le mie sorelle. Mi mancano tantissimo.<br />
Appena l’emergenza sarà rientrata andremo a trovarle<br />
e mangeremo con tutta la famiglia sul lungomare<br />
di Napoli. Lo desidero davvero tanto». C.M.<br />
caterinabalivoofficial<br />
caterinabalivo<br />
caterinabalivo<br />
101
WOMEN<br />
IMPERFETTE<br />
E FELICI<br />
COME EVITARE IL SOVRACCARICO DI ATTIVITÀ<br />
SFATANDO IL MITO DEL MULTITASKING<br />
di Chiara Cecutti chiaracecutti.com<br />
chiaracecutticoachcounsellor<br />
Avere la capacità di fare<br />
molte cose in contemporanea<br />
è considerata una<br />
virtù tutta femminile che raggiunge<br />
livelli di giocoleria ed equilibrismo<br />
straordinari quando la vita della<br />
donna comprende, oltre a una casa<br />
e un lavoro da gestire, anche dei figli<br />
da crescere. E di questa abilità<br />
andiamo fiere e orgogliose senza<br />
però renderci conto – forse perché<br />
non ne siamo a conoscenza (o semplicemente<br />
perché poter vantare<br />
un primato così eclatante sull’uomo<br />
è davvero troppo attraente) – delle<br />
conseguenze negative che questo<br />
nostro agire produce nel medio e<br />
soprattutto nel lungo periodo.<br />
Hoepli, pp. 170 € 16,90<br />
Naturalmente l’entità che determina<br />
il sovraccarico da attività è<br />
soggettiva, ci sono persone con<br />
una soglia molto più elevata di altre<br />
nel reggere lo stress. Qualsiasi<br />
essa sia, però, è bene identificare la<br />
propria e correre ai ripari, a maggior<br />
ragione nel momento che stiamo<br />
vivendo, in cui ci è stato imposto di<br />
restare in casa o uscire molto poco,<br />
senza la possibilità di recuperare<br />
e bilanciare le energie psichiche<br />
cambiando aria, se non aprendo le<br />
finestre, cosa che non varia comunque<br />
lo scenario attorno a noi.<br />
Quali sono, allora, i segreti per ridurre<br />
il rischio di stress da multitasking?<br />
In buona parte sono gli<br />
stessi, per una situazione ordinaria<br />
o straordinaria come quella attuale.<br />
Lo step fondamentale è aumentare<br />
la propria consapevolezza rispetto<br />
alle reali motivazioni che ci portano<br />
a fare così tante cose, invece di<br />
delegare qualche incombenza ai<br />
nostri compagni, responsabilizzare<br />
i nostri figli a partire dal loro quarto<br />
o quinto compleanno, dedicarci<br />
alle nostre priorità anziché a tutto lo<br />
scibile umano, prenderci un po’ di<br />
tempo per noi stesse, preparando<br />
una semplice omelette anziché alzarci<br />
all’alba per cuocere le lasagne<br />
o accettando il fatto che le presine<br />
della cucina possono anche non essere<br />
stirate.<br />
Solo comprendendo perché ci sovraccarichiamo<br />
così tanto potremo<br />
© Elena Triolo<br />
scegliere di cambiare i nostri comportamenti,<br />
se non altro in nome<br />
della salute e del buonumore che<br />
tanto aiuta il benessere generale e<br />
anche la vita di coppia.<br />
Come venirne a capo? Mettendosi<br />
a tavolino con tutta la famiglia per<br />
concordare una suddivisione dei<br />
compiti quotidiani, a partire dalle<br />
cose che a ognuno piace di più – o<br />
pesa di meno – fare, negoziandole<br />
o sorteggiandole affinché diventino<br />
un gioco. Infine, organizzare tempi e<br />
luoghi che prevedano la possibilità<br />
di ritagliarsi momenti e aree per sé,<br />
soprattutto nel caso di spazi contenuti,<br />
e alternare la gestione dei figli<br />
con il proprio partner.<br />
102
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />
BUON VIAGGIO…<br />
A NANTES!<br />
NANTES, PLAYGROUND © F. TOMPS / LVAN<br />
NANTES,LES MACHINES DE L’ÎLE © FRANCK TOMPS<br />
VIVACE, CREATIVA,<br />
DINAMICA, CULTURALE,<br />
TURISTICA, NANTES<br />
È UNA CITTÀ SPECIALE,<br />
autentica e insieme visionaria (non<br />
a caso qui è nato Jules Verne!).<br />
Dichiarata nel 2013 capitale verde<br />
d’Europa, con i suoi paesaggi così<br />
diversi, un patrimonio ricco ed<br />
eclettico, una gran varietà di<br />
proposte culturali, la porta della<br />
Bretagna è regolarmente in testa<br />
alla lista delle città francesi dove<br />
si vive meglio.<br />
dispositivo culturale, la Città è ancora<br />
più scombussolata del solito. Da<br />
vedere: delle installazioni effimere<br />
o permanenti, delle opere d’arte,<br />
delle mostre. Da vivere: dei luoghi<br />
conviviali, degli incontri inattesi.<br />
Da assaporare: dei prodotti locali<br />
coltivati negli orti del centro città.<br />
— COME ARRIVARE<br />
Voli diretti dall’Italia dalle principali<br />
città: Milano, Roma, Venezia, Pisa,<br />
Napoli ma anche Bari, Olbia, Cagliari,<br />
Palermo.<br />
fortezza. Essa costudisce dal<br />
2007 il museo storico di Nantes.<br />
Il Musée d’arts di Nantes (ex Musée<br />
des Beaux-Arts) e le sue 900 opere<br />
della mostra permanente che si<br />
estendono dall’arte antica a quella<br />
contemporanea, dalla pittura al video.<br />
L’esigenza artistica dell’edificio<br />
lo posiziona come il più grande<br />
museo nell’Ovest della Francia.<br />
104<br />
Una città dove capita di incontrare<br />
il Grande Elefante delle Machines<br />
de l’île alto 12 metri che passeggia<br />
lungo la Loira, salire su una fantastica<br />
giostra alta 25 metri ma anche<br />
la famosa Galerie des Machines<br />
che inscena diversi macchinari.<br />
Ogni estate Il Voyage à Nantes,<br />
l’evento, sublima un percorso urbano<br />
sensibile e poetico lungo una<br />
linea verde di 15 km tracciata per<br />
terra. Artisti e creatori, giardinasti<br />
e cuochi, DJ e architetti… sono invitati<br />
a esprimersi nello spazio pubblico.<br />
Con 50 tappe sorprendenti,<br />
che raggruppano l’insieme del<br />
— DA FARE<br />
Seguite il soleggiato percorso verde<br />
durante l’evento «Il viaggio a Nantes»,<br />
dal 5 luglio al 30 agosto <strong>2020</strong>,<br />
e lasciatevi trasportare da questa via<br />
costellata da una 50 di tappe nel<br />
cuore di Nantes. <strong>La</strong> capitale storica<br />
dei duchi di Bretagna propone installazioni<br />
di grandi artisti internazionali<br />
all’interno di spazi pubblici; esposizioni<br />
nei diversi siti del patrimonio<br />
artistico, nuovi luoghi di convivialità<br />
e angoli insoliti.<br />
— DA NON PERDERE<br />
A due passi dalla cattedrale e dal<br />
quartiere medievale, le Château des<br />
ducs de Bretagne dissimula un elegante<br />
palazzo dietro una robusta<br />
CHÂTEAU DES DUCS DE BRETAGNE © P. PIRON / LVAN<br />
PER PREPARARE IL VOSTRO<br />
VIAGGIO A NANTES, VISITATE<br />
WWW.NANTES-TOURISME.COM<br />
E WWW.VOYAGE-EN-BRETAGNE.COM<br />
— — — — — — — — — — — — — — — — — — — — —<br />
L’accesso a tutti i mezzi pubblici è gratuito per<br />
i possessori del PASS NANTES (durata di 1, 2<br />
o 3 giorni), che permette anche l’ingresso senza<br />
ulteriori costi ai principali musei cittadini e ad<br />
alcune attrazioni dei dintorni nonché escursioni<br />
gratuite sui mezzi turistici (trenino e bus).
105
PROMOZIONI<br />
BASE<br />
LIBERTÀ DI VIAGGIO<br />
E CAMBI ILLIMITATI<br />
Biglietto acquistabile fino alla<br />
partenza del treno. Entro tale limite<br />
sono ammessi il rimborso e<br />
il cambio del biglietto e il cambio<br />
della prenotazione, gratuitamente,<br />
un numero illimitato di volte.<br />
Dopo la partenza, il cambio della<br />
prenotazione e del biglietto sono<br />
consentiti una sola volta fino a<br />
un’ora successiva.<br />
A/R IN GIORNATA<br />
Promozione per chi parte e torna<br />
nello stesso giorno con le Frecce<br />
a prezzi fissi, differenziati in base<br />
alle relazioni e alla classe o al livello<br />
di servizio. Un modo comodo e<br />
conveniente per gli spostamenti di<br />
lavoro 1 .<br />
A/R WEEKEND<br />
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le città d’arte nel fine settimana senza<br />
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Offerta a posti limitati e soggetta<br />
a restrizioni. Il biglietto può essere<br />
acquistato entro la mezzanotte<br />
del secondo giorno precedente<br />
il viaggio. L’accesso ad altro treno<br />
rispetto a quello prenotato e<br />
il rimborso non sono consentiti.<br />
È possibile, fino alla partenza del<br />
treno, esclusivamente il cambio<br />
della data e dell’ora per lo stesso<br />
tipo di treno, livello o classe, effettuando<br />
il cambio rispetto al corrispondente<br />
biglietto Base intero e<br />
pagando la relativa differenza di<br />
prezzo. Il nuovo ticket segue le regole<br />
del biglietto Base.<br />
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Business, Premium e Standard e in<br />
1^ e 2^ classe. Ideale per raggiungere,<br />
in coppia, i luoghi dove si tengono<br />
concerti, partite, mostre e altri eventi 2 .<br />
SUPER<br />
ECONOMY<br />
MASSIMO RISPARMIO<br />
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a restrizioni. Il biglietto può essere<br />
acquistato entro la mezzanotte<br />
del secondo giorno precedente il<br />
viaggio. Il cambio prenotazione,<br />
l’accesso ad altro treno e il rimborso<br />
non sono consentiti.<br />
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classe. Gratuità prevista per i minori di<br />
15 anni accompagnati da almeno un<br />
maggiorenne, in gruppi composti da<br />
2 a 5 persone 3 .<br />
NOTE<br />
LEGALI<br />
1. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno e della classe/livello di servizio. Acquistabile entro le ore 24<br />
del terzo giorno precedente la partenza del treno. Il cambio prenotazione/biglietto è soggetto a restrizioni. Il rimborso non è<br />
consentito. Offerta non cumulabile con altre riduzioni, compresa quella prevista a favore dei ragazzi.<br />
2. L’offerta è valida tutti i sabati ed è acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza. Posti limitati e<br />
variabili in base al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso non consentiti. Offerta non<br />
cumulabile con altre riduzioni.<br />
3. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno, della classe/livello di servizio e del numero dei componenti<br />
del gruppo. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno. Cambio prenotazione/biglietto e<br />
rimborso non consentiti. Offerta non cumulabile con altre riduzioni a eccezione di quella prevista a favore dei ragazzi.<br />
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NEWS<br />
Notizie Ansa<br />
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PROGRAMMI TV<br />
Una selezione di<br />
serie e programmi<br />
tv nazionali e<br />
internazionali<br />
CINEMA<br />
Una selezione<br />
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AUDIOLIBRI<br />
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FLOTTA<br />
FRECCIAROSSA<br />
FRECCIAROSSA ETR 500<br />
Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze | 4 livelli di servizio Executive, Business,<br />
Premium, Standard | Posti 574 | WiFi | FRECCIAROSSA<br />
Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIARGENTO ETR 700<br />
Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze | 3 livelli di Servizio Business, Premium,<br />
Standard | Posti 500 | WiFi Fast | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIARGENTO ETR 600<br />
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 432 | WiFi<br />
Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIAROSSA ETR 1000<br />
Velocità max 400 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 8 carrozze<br />
110
FRECCIARGENTO ETR 485<br />
Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 489 | WiFi<br />
Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIABIANCA<br />
Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 603<br />
Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
FRECCIABIANCA ETR 460<br />
Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze | Classi 1^ e 2^ | Posti 479<br />
Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 457 | WiFi Fast | Presa elettrica al posto<br />
Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio<br />
111
PRIMA DI SCENDERE<br />
FOTO DEL MESE<br />
A cura di Gaspare Baglio<br />
gasparebaglio<br />
È bastato il gruppo Facebook Mujeres nel cinema per mettere in piedi Tutte a casa -<br />
Donne, lavoro, relazioni ai tempi del Covid-19, il progetto di documentario partecipato<br />
ideato da un gruppo di professioniste dello spettacolo. L’idea è raccontare il rapporto<br />
tra donne e lavoro ai tempi del Coronavirus. Le autrici hanno lanciato la call, invitando a<br />
partecipare alla cronaca comune attraverso la realizzazione di brevi video.<br />
Il risultato è il personalissimo diario emotivo di chi è costretta a lavorare fuori casa,<br />
di chi opera in smart working e di chi, invece, non può fare né l’una né l’altra cosa.<br />
Una narrazione collettiva che, una volta terminata e resa disponibile sui social, farà<br />
riflettere sul particolare momento storico che stiamo vivendo, costruendo un archivio di<br />
testimonianze e un ritratto corale al femminile.<br />
112
PRIMA DI SCENDERE<br />
FONDAZIONE FS<br />
STORIA DI UN<br />
MIRACOLO<br />
UN VIAGGIO NEL TEMPO PER RIVIVERE<br />
IL BOOM ITALIANO DEGLI ANNI ‘60 A BORDO TRENO<br />
© Archivio Fondazione FS Italiane<br />
Una sfilata di moda sull’automotrice ALn 773<br />
Il concetto di rinascita non è nuovo per il popolo italiano.<br />
Basti ricordare gli anni a cavallo tra il 1950 e il<br />
1960, quando la ricostruzione post bellica lascia il<br />
passo a un periodo caratterizzato da una forte crescita e<br />
un notevole sviluppo tecnologico: il miracolo economico<br />
italiano.<br />
I cittadini sono rinfrancati dall’incremento dell’occupazione<br />
e dei consumi, in un clima di discreto ottimismo. Gli italiani<br />
introducono nella propria quotidianità il concetto di<br />
movimento: abbandonano le campagne e i piccoli centri<br />
per migliorare la propria condizione economica, mescolando<br />
così tradizioni e culture un tempo distanti. È l’Italia<br />
che cresce e si arricchisce, in un processo che accomuna<br />
le realtà contadine con i grandi poli industriali.<br />
Progressiva è la diminuzione delle locomotive a vapore<br />
in favore della trazione elettrica e Diesel, anche per uniformarsi<br />
alle altre reti ferroviarie europee: un processo<br />
che porta all’abolizione della terza classe, alla nascita dei<br />
Trans Europ Express (TEE) e alla continua evoluzione degli<br />
elettrotreni. In questi anni le competenze ingegneristiche<br />
e ferroviarie di FS sviluppano l’ETR 220: la Sezione autonoma<br />
Documentazione FS mostra il famoso mezzo già modificato<br />
con l’aggiunta di una quarta vettura per raggiungere<br />
i 150 posti a sedere e dotare il convoglio di un bar.<br />
Nel traffico locale vengono utilizzate sempre più frequentemente<br />
le automotrici che, grazie alla notevole potenza<br />
unita a un peso limitato, garantiscono un viaggio confortevole<br />
e veloce nella maggior parte dei percorsi.<br />
L’aspetto esteriore compatto e gli interni essenziali ma<br />
comodi hanno lasciato un ricordo indelebile nella memoria<br />
degli italiani. L’automotrice ALn 773 si può vedere in<br />
un cinegiornale dell’estate 1960, pubblicato sulla pagina<br />
Facebook di Fondazione Fs Italiane: un reportage girato<br />
nel breve viaggio di un gruppo di indossatrici e indossatori<br />
tra Roma e Frascati. <strong>La</strong> stazione ferroviaria della cittadina<br />
laziale diventa un set improvvisato per una vera e propria<br />
sfilata di moda. Due minuti di filmato, raccontato anche in<br />
un articolo di Voci della rotaia, riescono a riassumere l’essenza<br />
dei primi anni ’60: l’ottimismo, la voglia di mondanità<br />
e la comodità nei trasporti.<br />
fondazionefs.it<br />
FondazioneFsItaliane FondazioneFsItaliane<br />
113
GIOCHI, FUMETTI E CURIOSITÀ PER PICCOLI VIAGGIATORI<br />
SUPPLEMENTO DE LA FRECCIA | MAGGIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />
115<br />
OGNI VIAGGIO È UN’AVVENTURA MERAVIGLIOSA!
LA FRECCIA Junior<br />
SOMMARIO<br />
Pagina 1<br />
LEGGI: IL TRENO<br />
DEI BAMBINI<br />
Pagina 2<br />
INFO: MILLE<br />
PASSIONI<br />
Pagina 3-11<br />
FUMETTO: BABY DOC<br />
COME TI SCONFIGGO IL VIRUS!<br />
Pagina 12<br />
GIOCA: TRIS<br />
PERSONALIZZATO<br />
NOVITÀ:<br />
“In treno con Gianni Rodari”<br />
Einaudi Ragazzi, pp.160, ¤ 15,90<br />
Il treno dei<br />
bambini<br />
C’è un paese dove i bambini<br />
hanno per loro tanti trenini,<br />
ma treni veri, che questa stanza<br />
per farli andare non è abbastanza,<br />
treni lunghi da qui fin là,<br />
che attraversano la città.<br />
Il capostazione è un ragazzetto<br />
appena più grande del fischietto,<br />
il capotreno è una bambina<br />
allegra come la sua trombettina;<br />
sono i bambini il controllore,<br />
il macchinista, il frenatore.<br />
Tutti i posti sui vagoncini<br />
sono vicini ai finestrini.<br />
E il bigliettario sul suo sportello<br />
ha attaccato questo cartello:<br />
“I signori<br />
genitori<br />
se hanno voglia di viaggiare<br />
debbono farsi accompagnare”.<br />
Gianni Rodari<br />
da “Filastrocche in cielo e in terra”<br />
Einaudi Ragazzi, pp.160, ¤ 12<br />
SUPPLEMENTO DE LA FRECCIA | MAGGIO <strong>2020</strong> | www.fsitaliane.it<br />
è un progetto a cura di<br />
PANINI MAGAZINES – Direttore Mercato Italia: Alex Bertani • Publishing manager: Sara Mattioli • Coordinamento editoriale: Stefania Simonini • Progetto grafico: Alessandro Gucciardo<br />
Illustrazione di copertina e impaginazione: Luca Bertelè<br />
Per la storia a fumetti: Baby Doc © <strong>2020</strong> Testi: Andrea Voglino • Disegni: Luca Bertelè • Colori: Manuela Nerolini<br />
EDIZIONI LA FRECCIA – Direttore Responsabile: Marco Mancini • Responsabile Editoria: Davide Falcetelli • Coordinamento editoriale: Sandra Gesualdi<br />
TRENITALIA – Sviluppo Commerciale – Divisione Passeggeri Long Haul: Fabrizio Ruggiero, Antonella Graziano<br />
116<br />
1<br />
Junior
Mille passioni<br />
LIBRI<br />
SEGUITE LE MAGICHE STORIE DI SEI<br />
AMICHE NELLA SERIE LA BANDA DELLE<br />
RAGAZZINE EDITA DA GIUNTI JUNIOR.<br />
PER CHI AMA L’AVVENTURA, INVECE, GLI<br />
EROI DEI FUMETTI DEI PAPÀ; ZAGOR,<br />
MARTIN MYSTÈRE E NATHAN NEVER,<br />
DIVENTANO LIBRI ILLUSTRATI PER I PIÙ<br />
PICCOLI NELLA SERIE BONELLI KIDS<br />
PUBBLICATA DALLA SERGIO BONELLI.<br />
AMICIZIA TRA DIVERSI E AMORE PER<br />
LA NATURA NEL LIBRO STORIA DI UNA<br />
GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE<br />
INSEGNÒ A VOLARE SCRITTO DA<br />
LUIS SEPÚLVEDA E PUBBLICATO<br />
DA SALANI EDITORE.<br />
VIDEOGAMES<br />
CONTINUA CON LA STAGIONE<br />
2 - CAPITOLO 2 IL SUCCESSO<br />
INCONTRASTATO DI FORTNITE.<br />
NELL’ULTIMO PASS BATTAGLIA L’OSPITE<br />
D’ONORE È NIENTE MENO CHE...<br />
DEADPOOL! E SE VOLETE PROVARE IL<br />
BRIVIDO DI VOLARE CON L’ARMATURA DI<br />
TONY STARK, MARVEL’S IRON MAN VR<br />
È IL GIOCO CHE STAVATE ASPETTANDO!<br />
ATTESO INVECE PER SETTEMBRE IL<br />
NUOVO GIOCO DEDICATO AI PIÙ POTENTI<br />
EROI DELLA TERRA. FORMATE LA VOSTRA<br />
SQUADRA E AFFRONTATE OGNI MINACCIA<br />
IN... MARVEL’S AVENGERS!<br />
ORLANDO CURIOSO E IL MONTE SBUFFONE<br />
È IL PRIMO TITOLO DEDICATO A QUESTO<br />
SIMPATICO PERSONAGGIO PUBBLICATO<br />
DALLA BAO PUBLISHING NELLA COLLANA<br />
BABAO DEDICATA AI PIÙ GIOVANI.<br />
UN FANTASTICO VOLUME EDITO<br />
DA PANINI KIDS RACCOGLIE 6<br />
APPASSIONANTI STORIE A FUMETTI<br />
DEI NUOVISSIMI GORMITI.<br />
PROSEGUONO LE AVVENTURE DI ZICK<br />
ED ELENA PATATA NEI VOLUMI INEDITI<br />
DI MONSTER ALLERGY PUBBLICATI DA<br />
TUNUÉ. L’ULTIMO È SCRITTO DA LICIA<br />
TROISI, AMATA SCRITTRICE DELLA SAGA<br />
FANTASY DEL MONDO EMERSO.<br />
FUMETTI<br />
LO SAPEVI CHE…?<br />
SI È DA POCO CONCLUSA CON<br />
SUCCESSO LA CAMPAGNA<br />
KICKSTARTER DEL NUOVO TITOLO<br />
PRODOTTO DA CMON, MARVEL<br />
UNITED. CORREDATO DA SPLENDIDE<br />
MINIATURE, IL GIOCO VI PERMETTERÀ<br />
DI RICREARE LE PIÙ GRANDI<br />
BATTAGLIE DEGLI AVENGERS.<br />
SE INVECE SIETE APPASSIONATI DI<br />
MITOLOGIA E VOLETE INDOSSARE<br />
I PANNI DI EROI E DIVINITÀ GRECHE,<br />
MYTHOMAKYA, PRODOTTO DA<br />
PENDRAGON GAME STUDIO, CON<br />
I DISEGNI DI MIRKA ANDOLFO, È<br />
PROPRIO IL TITOLO CHE FA PER VOI!<br />
GIOCHI DA TAVOLO<br />
IL FILM MARY POPPINS, TRATTO DA UNA SERIE DI ROMANZI<br />
SCRITTI DA PAMELA LYNDON TRAVERS, FU FORTEMENTE VOLUTO<br />
DA WALT DISNEY, IN QUANTO LE SUE FIGLIE ERANO GRANDI FAN<br />
DEI LIBRI. LA PELLICOLA DEL 1964, DEDICATA ALLA SUPER TATA<br />
CHE CON UN PO’ DI MAGIA RISOLVE OGNI PROBLEMA, FU UN VERO<br />
SUCCESSO PER LA DISNEY CHE CON I GUADAGNI INIZIÒ A COSTRUIRE<br />
WALT DISNEY WORLD IN FLORIDA. ANCORA ADESSO È UNO DEI<br />
CLASSICI DISNEY PIÙ AMATI E NEL 2018 È STATO REALIZZATO<br />
UN SEQUEL DAL TITOLO IL RITORNO DI MARY POPPINS.<br />
2<br />
117<br />
Junior
LA FRECCIA Junior<br />
COME TI<br />
baby doc in<br />
TiNY TOWN, la città<br />
dei bambini. Sembra<br />
una giornata come<br />
tante, e iNVECE...<br />
SCONFIGGO<br />
IL VIRUS!<br />
Gambe<br />
in spalla,<br />
ragazzi!<br />
Scappiamo!<br />
Calma,<br />
gente... che<br />
succede<br />
qui?<br />
Via,<br />
presto!<br />
Sta<br />
arrivando...<br />
...È LUi...<br />
<strong>La</strong> minaccia<br />
di cui TUTTi<br />
parlano...<br />
118<br />
3<br />
Junior
...MOCCiKUS,<br />
il terribile ViRUS<br />
MOCCiCOSO!<br />
AH!<br />
AH! AH!<br />
TiNY TOWN,<br />
PRESSSTO<br />
SSSARAi<br />
MiA!<br />
Aiuto...<br />
POLiZiA!<br />
...MOCCiKUS, iL<br />
SUPERViRUS, vuole<br />
conquistare<br />
TiNY TOWN.<br />
Ma... non<br />
sei TU la<br />
polizia?<br />
4<br />
119<br />
Junior
LA FRECCIA Junior<br />
NON È<br />
VERO! io<br />
SO come<br />
fare!<br />
...E NESSUNO<br />
sa come<br />
fermarlo!<br />
TU sei un<br />
SUPERMEDiCO,<br />
BABY DOC... Ma<br />
MOCCiKUS sembra<br />
imbattibile!<br />
...E<br />
ovviamente,<br />
GiOCO Di<br />
SQUADRA!<br />
No, non<br />
lo è! Per<br />
affrontarlo<br />
bastano iMPE-<br />
GNO, BUONA<br />
VOLONTÀ...<br />
120<br />
5<br />
Junior
Bisogna agire<br />
TUTTi iNSiEME...<br />
Muoviamoci!<br />
Sto<br />
decollando!<br />
Prepara i KiT<br />
ANTiViRUS e diffondi<br />
il mio messaggio<br />
su TUTTE LE<br />
RETi!<br />
MOCCiKUS!<br />
Un CUGiNO<br />
cattivissimo del<br />
RAFFREDDORE che<br />
si nasconde<br />
OVUNQUE!<br />
A tutti<br />
i BAMBiNi<br />
in ascolto! <strong>La</strong><br />
nostra comunità è<br />
sotto l’attacco<br />
di un ViRUS...<br />
6<br />
121<br />
Junior
LA FRECCIA Junior<br />
Accipicchia!<br />
E adesso?<br />
E adesso...<br />
facciamo tutti<br />
come dice BABY<br />
DOC!<br />
MOCCiKUS<br />
potrebbe essere<br />
dappertutto... ai<br />
GiARDiNETTi... Sulle<br />
MANiGLiE DELLE<br />
PORTE o sui GiOCHi<br />
ALL’APERTO!<br />
Evitiamo di<br />
toccarci NASO e<br />
BOCCA senza PRiMA<br />
lavarci le mani...<br />
cerchiamo di<br />
non USCiRE.<br />
122<br />
7<br />
Junior
E se<br />
proprio<br />
dobbiamo...<br />
indossiamo<br />
sempre GUANTi e<br />
MASCHERiNA,<br />
così!<br />
Tutti a<br />
casa! AH!<br />
AH! AH!<br />
Guardatemi...<br />
sembro un<br />
SUPER-EROE<br />
anch’io!<br />
Videogames,<br />
libri e fumetti,<br />
arriviamo!<br />
TEMPO<br />
DOPO...<br />
Perfetto!<br />
Se lo affrontiamo<br />
TUTTi iNSiEME, MOCCiKUS<br />
ha i giorni<br />
contati...<br />
Grazie<br />
agli sforzi di tutti,<br />
il contagio si sta<br />
fermando! MOCCiKUS iL<br />
SUPERViRUS non trova<br />
più nessuno da<br />
infettare...<br />
8<br />
123<br />
Junior
LA FRECCIA Junior<br />
EHi... ma<br />
dove sssiete,<br />
tutti? Uscite a<br />
giocare, dai...<br />
SNiF!<br />
AH! AH! AH!<br />
Marameo!<br />
AH!<br />
AH! AH!<br />
Presto<br />
TiNY TOWN sarà<br />
in salvo. Ma<br />
la mia missione<br />
non è ANCORA<br />
finita...<br />
Bisogna<br />
impedire<br />
che MOCCiKUS<br />
si sposti<br />
altrove!<br />
124<br />
9<br />
Junior
OH! BABY<br />
DOC! Grazie...<br />
ma noi di TRENiTALiA<br />
abbiamo già i nostri<br />
kit di guanti e<br />
mascherine!<br />
Signora<br />
capotreno!<br />
SiGNORA<br />
CAPOTRENO! Ho<br />
un regalo<br />
per lei!<br />
GULP!<br />
E non finisce<br />
qui... come vedi i nostri<br />
treni sono perfettamente<br />
disinfettati, sanificati e in<br />
perfetta efficienza e sempre<br />
pronti a viaggiare per<br />
l’italia in tutta<br />
sicurezza!<br />
ORA sì che mi<br />
sento tranquillo...<br />
a quanto pare la mia<br />
missione è davvero<br />
compiuta!<br />
UAU!<br />
<strong>La</strong> nostra<br />
invece RiPRENDE<br />
POCO A POCO<br />
E iN SiCUREZZA...<br />
ci vediamo sul<br />
FRECCiAROSSA!<br />
Ciao!<br />
10<br />
125<br />
Junior
LA FRECCIA Junior<br />
E visto che ogni<br />
storia che si rispetti<br />
merita un lieto fine...<br />
yEhhH!<br />
Andare al<br />
parco a giocare<br />
è un po’ come<br />
andare a una FESTA<br />
in MASCHERA!<br />
Maestra, di<br />
che cosa parla<br />
la lezione di<br />
oggi?<br />
Dei mille<br />
e uno modi<br />
per sconfiggere<br />
Moccikus, che<br />
altro?<br />
e mentre<br />
voi vi divertite,<br />
io perfeziono il mio<br />
VACCiNO... presto quel<br />
gran dispettoso di<br />
MOCCiKUS sarà solo<br />
un ricordo!<br />
FINE<br />
126<br />
11<br />
Junior
Tris personalizzato<br />
ECCO UN’IDEA SEMPLICE E VELOCE PER REALIZZARE UN GIOCO<br />
DIVERTENTE DA PORTARE SEMPRE CON TE: AL PARCO, IN SPIAGGIA,<br />
MA ANCHE IN CASA, PER PASSARE UN PO’ DI TEMPO CON GLI AMICI.<br />
OGNI OCCASIONE È BUONA PER UNA FANTASTICA SFIDA A TRIS.<br />
COSA TI SERVE:<br />
• 12 pietre piatte e rotonde<br />
• Un sacchetto di stoffa<br />
• Pennarelli indelebili di<br />
vari colori<br />
SCEGLI CON CURA 12 PIETRE PIATTE E<br />
ROTONDE. È IMPORTANTE CHE SIANO<br />
TUTTE PIÙ O MENO DELLA STESSA<br />
DIMENSIONE. CON I PENNARELLI COLORATI<br />
DISEGNA SU 6 SASSI UNA “X” E SUGLI<br />
ALTRI 6 UNA “O”. SE PREFERISCI PUOI<br />
USARE L’INIZIALE DEL TUO NOME E QUELLA<br />
DEL TUO AMICO PER PERSONALIZZARLI<br />
DI PIÙ, CAMBIARE COLORE O USARE<br />
UN SIMBOLO CHE TI PIACE. INSOMMA,<br />
SBIZZARRISCITI COME VUOI.<br />
1<br />
2<br />
AIUTANDOTI CON UN<br />
RIGHELLO DISEGNA<br />
LO SCHEMA PER IL<br />
TRIS SU UN LATO<br />
DEL SACCHETTO.<br />
IN QUESTO MODO<br />
POTRAI CONSERVARE<br />
I SASSI E AVERE LA<br />
BASE PER GIOCARE<br />
IN QUALSIASI<br />
MOMENTO E IN<br />
QUALSIASI POSTO.<br />
CONSIGLIO:<br />
PER REALIZZARE<br />
IL TUO TRIS PUOI<br />
USARE ANCHE I<br />
TAPPI DI BOTTIGLIA<br />
DEL LATTE<br />
(CHE SONO PIÙ<br />
GRANDI). DI COLORI<br />
DIVERSI, PER<br />
DIFFERENZIARLI,<br />
O SEMPRE<br />
DISEGNANDO SOPRA<br />
LA TUA INIZIALE<br />
O IL SIMBOLO CHE<br />
PREFERISCI!<br />
12<br />
127<br />
Junior
PRIMA DI SCENDERE<br />
FUORI LUOGO<br />
di Mario Tozzi mariotozziofficial mariotozziofficial OfficialTozzi<br />
[Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]<br />
(RI)SCOPRIRE LO STIVALE<br />
Anoi piace orgogliosamente pensare che l’Italia<br />
sia il Paese più bello del mondo, ma francesi<br />
e cinesi la penseranno allo stesso modo per<br />
i propri territori. Del resto, sono molte le nazioni a rivendicare<br />
paesaggi unici e magnifiche opere artistiche,<br />
oltre a una storia antica e importante. Ciascuno ha le<br />
proprie ragioni, ma c’è qualcosa di davvero particolare<br />
nella nostra Penisola, qualcosa che altrove è più difficile<br />
da riscontrare: il valore del contesto. In Italia quello<br />
che conta è il tessuto connettivo fatto di natura ancora<br />
intatta, paesaggi straordinari e luminosa storia millenaria.<br />
Un tessuto che tiene insieme lo Stivale, che lo ren-<br />
de immediatamente riconoscibile e travalica le singole<br />
città d’arte.<br />
Una ricchezza di contesto fortunatamente impossibile<br />
da globalizzare, grazie alla sua straordinaria varietà:<br />
chi potrebbe immaginare che si tratti dello stesso Paese,<br />
da Bolzano a Palermo, da Lecce a Torino? «In Italia<br />
ogni dieci leghe cambia tutto», scriveva già Stendhal,<br />
che lo aveva capito prima di tanti di noi. Oggi abbiamo<br />
l’occasione per recuperare il tempo perduto e ripartire<br />
dall’Italia, visitandola. Consapevoli che una vita intera<br />
non basterebbe, ma che per il resto del mondo ci sarà<br />
tempo più in là.<br />
© anton-balazh/Adobestock<br />
128
CON NOI I BIMBI<br />
VIAGGIANO GRATIS<br />
Bimbi Gratis<br />
per gruppi da 2 a 5 persone<br />
L’offerta è a posti limitati, consente ai minori di 15 anni di viaggiare gratuitamente, mentre gli altri componenti del gruppo viaggiano al prezzo Base. Bimbi Gratis<br />
è disponibile per viaggi sui treni <strong>Freccia</strong>rossa, <strong>Freccia</strong>rgento, <strong>Freccia</strong>bianca e Intercity, in 1° e 2° classe e nei livelli di servizio Business, Premium e Standard (sono<br />
esclusi i treni IC Notte, regionali, il livello di servizio Executive e Salottino). Le operazioni di cambio biglietto/prenotazione e rimborso sono soggette a restrizioni.<br />
L’offerta è acquistabile fino alle ore 24 di due giorni prima della partenza del treno scelto. Condizioni valide al 18/02/<strong>2020</strong>. <strong>Maggio</strong>ri in formazioni su trenitalia.com
la solidarieta<br />
si propaga<br />
#liberalaricerca<br />
Sostienici!<br />
Fondazione Epilessia LICE Onlus<br />
IBAN: IT 87 E 03359 01600<br />
DONA il<br />
5x1000<br />
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