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DM Magazine Ottobre 2020

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SUCCESSI<br />

Pepco sbarca<br />

in Italia con<br />

due store<br />

OTTOBRE <strong>2020</strong><br />

INTERVISTA<br />

L’Italia vince<br />

nel mondo<br />

di Alibaba<br />

CANTIERE<br />

APERTO PER LAVORI


dejavu.it<br />

Cosa significa,<br />

per te, il marchio<br />

Spiga Barrata?<br />

Sicurezza.<br />

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con celiachia.<br />

Il 78% dei consumatori celiaci* si fida<br />

del marchio Spiga Barrata. I consumatori celiaci<br />

e le loro famiglie percepiscono il Marchio come<br />

un sinonimo di garanzia e sicurezza a cui affidarsi<br />

e acquistano con maggiore fiducia i prodotti<br />

che espongono la Spiga Barrata. Per ottenere<br />

la concessione d’uso, occorre rispettare criteri<br />

fondamentali riguardanti: selezione e qualifica<br />

dei fornitori, controllo e stoccaggio delle materie<br />

prime, controllo del processo produttivo, formazione<br />

del personale, ecc. Dopo le verifiche previste<br />

e ottenuta la concessione, i prodotti della tua Azienda<br />

avranno un grande valore aggiunto rispetto a quelli<br />

dei tuoi diretti concorrenti.<br />

È un’attività dell’Associazione Italiana<br />

Celiachia. AIC è un’associazione senza scopo<br />

di lucro che, con le sue 21 Sezioni Regionali, rappresenta<br />

oltre 200.000 diagnosticati. Promuove, da quarant’anni,<br />

l’assistenza ai celiaci, realizza attività per diffondere<br />

la dieta senza glutine, informa la classe medica, stimola<br />

la ricerca scientifica, sensibilizza le strutture politiche,<br />

amministrative e sanitarie. Perché, AIC, ha maturato<br />

negli anni un elevato know-how in tema di gestione<br />

e controllo della produzione senza glutine, attraverso<br />

anni di esperienza di verifiche tecniche.<br />

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del Marchio. Chiama lo 010.4550.685, collegati<br />

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Metti al centro la sicurezza.<br />

*Sondaggio 2018 realizzato dalla Federazione Europea<br />

delle Associazioni Celiachia (aoecs.org) su un campione<br />

di 8.960 celiaci in 16 Paesi europei<br />

Spiga Barrata Service<br />

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SOMMARIO <strong>DM</strong>M<br />

3 Editoriale<br />

Toglieteci tutto, ma non il buon cibo<br />

4 Cover<br />

Cantiere Coop, aperto per lavori<br />

16 Intervista<br />

Unicoop Tirreno verso il pareggio<br />

di bilancio<br />

L’Italia vince nel mondo di Alibaba<br />

21 Successi<br />

Pepco sbarca in Italia con due store<br />

22 Mercati<br />

Frutta secca, un business<br />

dinamico e salutare<br />

39 L’opinione<br />

Oltre l’assortimento, l’offerta<br />

40 Soluzioni in vetrina<br />

#Zerovaste ed Economia Circolare<br />

42 Mercati<br />

I derivati del pomodoro puntano<br />

sulla filiera 100% italiana<br />

60 Retail innovations<br />

63 Digital Club/Retail<br />

66 Customer<br />

68 Mercati<br />

Olio e aceto, il mercato accelera<br />

su tracciabilità e qualità<br />

83 Aperture<br />

Nasce Aicube 4.0, centrale<br />

d’acquisto promossa da<br />

Gruppo VéGé e Carrefour<br />

85 Imprese<br />

Caffè Borbone prosegue la sua<br />

crescita nel mercato italiano<br />

86 Focus<br />

Di qualità, innovative e naturali,<br />

le caramelle che piacciono<br />

di più<br />

97 Real estate<br />

100 Tecnologistica<br />

Altavia lancia la nuova<br />

tecnologia Proflyer<br />

103 Video<br />

105 News<br />

107 Prossimamente<br />

Continua a tutto campo il rilancio delle sette grandi cooperative. E le più problematiche iniziano a vedere la<br />

luce in fondo al tunnel.<br />

<strong>DM</strong> <strong>Magazine</strong><br />

Supplemento mensile di Distribuzione Moderna<br />

Testata giornalistica registrata presso<br />

il Tribunale di Milano<br />

Registrazione n° 52 del 30/1/2007<br />

Direttore responsabile<br />

Armando Brescia<br />

Responsabile editoriale<br />

Stefania Lorusso<br />

Responsabile di redazione<br />

Maria Teresa Manuelli<br />

Redattori<br />

Federica Bartoli, Alberto Deiana,<br />

Fabio Massi, Paolo Pelloni, Luca Salomone,<br />

Emanuele Scarci, Claudia Scorza,<br />

Fabrizio Valente, Marco Zanardi<br />

Progetto grafico<br />

Silvia Ballarin<br />

Editore<br />

Edizioni <strong>DM</strong> Srl - Via A. Costa 2<br />

20131 Milano<br />

P. Iva 08954140961<br />

Contatti<br />

Tel. 02/20480344<br />

redazionedm@edizionidm.it<br />

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Ufficio commerciale:<br />

commerciale@edizionidm.it<br />

Tel: 02/20480344<br />

L’invio di materiale (testi, articoli, notizie, immagini, dati, grafiche, ricerche ecc.) da parte di autori esterni alla Redazione non garantisce che esso venga pubblicato, né in parte, né<br />

nella sua forma originale. Lo stesso, peraltro, potrebbe essere pubblicato in forma rimaneggiata per necessità di carattere editoriale. Si precisa altresì che l’invio del suddetto materiale<br />

costituisce automatica autorizzazione da parte di Edizioni <strong>DM</strong> Srl alla pubblicazione a titolo gratuito su tutte le proprie testate.<br />

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ITALIA


EDITORIALE <strong>DM</strong>M<br />

Toglieteci tutto<br />

ma non il buon cibo.<br />

Il Covid-19 ha cambiato il nostro mondo e, visto il protrarsi della<br />

situazione di emergenza, continuerà a farlo. Il lockdown a livello<br />

internazionale e l’effettiva sospensione dell’attività civica e commerciale<br />

in interi Paesi, hanno fatto da specchio sul funzionamento<br />

dei nostri sistemi economici, sociali e politici, forzando l’inizio<br />

di un discorso globale su come questi dovrebbero modificarsi. Il<br />

virus ha rivelato le traballanti fondamenta su cui è costruita gran<br />

parte di ciò che diamo per scontato nel mondo sviluppato, dalla<br />

complessa natura delle catene e delle infrastrutture produttive<br />

globalizzate alle consegne just-in-time dei supermercati, così<br />

come i forti contrasti tra i sistemi sanitari nazionalizzati e quelli<br />

finanziati dalle assicurazioni private. La fotografia scattata dal<br />

Rapporto Coop <strong>2020</strong> ci racconta, da una parte, di un’Italia ferita<br />

e molto preoccupata, dall’altra del desiderio di cogliere l’occasione<br />

per una nuova ripartenza. Pessimismo e resilienza. Senso<br />

d’insicurezza e ricerca di stabilità. Spending review e coscienza<br />

ambientale. In questa atmosfera di incertezza e cambiamento c’è,<br />

però, una costante che a quanto pare ci distingue sempre dai cugini<br />

europei: il cibo. Alla spesa alimentare, pur nell’emergenza e<br />

in una evidente contrazione generalizzata degli acquisti, gli italiani<br />

non rinunciano e solo il 31% ha dichiarato di voler acquistare<br />

prodotti di largo consumo confezionato più economici, a fronte<br />

di un 37% della media oltralpe; un dato decisamente inferiore al<br />

50% registrato lo scorso anno e al 57% del 2013 (quando eravamo<br />

in piena crisi economica con un Pil a -1,8%). E anche a lockdown<br />

terminato, solo il 18% ha dichiarato di voler acquistare prodotti<br />

meno cari. Complice la relegazione domestica forzata, oggi abbiamo<br />

rimesso “le mani in pasta” e il cook@home è diventato una<br />

costante che spiega la forte crescita nelle vendite degli ingredienti<br />

base, a fronte della contrazione dei piatti pronti. Abbiamo riscoperto<br />

il piacere di cucinare anche per noi stessi, evitando cene<br />

take away di ritorno dall’ufficio, scegliendo con cura una ricetta,<br />

tritando e mescolando gli ingredienti, macinando le spezie: godendoci,<br />

insomma, il processo di preparazione di un pasto. Per la<br />

serie: toglieteci tutto, ma al buon cibo – noi italiani – non sappiamo<br />

rinunciare.<br />

Stefania Lorusso,<br />

Responsabile Editoriale <strong>DM</strong><br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 3


di Emanuele Scarci<br />

CANTIERE COOP<br />

aperto per lavori<br />

Continua a tutto campo il rilancio delle sette grandi cooperative.<br />

E le più problematiche iniziano a vedere la luce in fondo al tunnel.<br />

Nel 2019 i ricavi aggregati delle sette grandi Coop dovrebbero aggirarsi<br />

intorno ai 10,6 miliardi con un calo stimabile vicino all’1% e una perdita<br />

netta di circa 100 milioni: meglio dell’esercizio precedente che<br />

segnava un rosso vicino ai 250 milioni. Da attribuire in prevalenza al<br />

gigante Coop Alleanza 3.0 e in misura molto minore a Unicoop Tirreno. I lavori<br />

in corso riguardano tutte le cooperative: i ricavi sono spesso in flessione o, nella<br />

4 <strong>DM</strong> MAGAZINE


COVER <strong>DM</strong>M<br />

migliore delle ipotesi,<br />

stagnanti. Per giustificarli<br />

non bastano la crisi<br />

conclamata del format<br />

ipermercato e il calo dei<br />

consumi. Tra i Big 7 solo<br />

due - Alleanza e Unicoop<br />

Tirreno - hanno un<br />

risultato netto negativo;<br />

per le altre è sempre<br />

positivo, ma due aziende<br />

hanno un risultato caratteristico<br />

(che attiene alla<br />

sola gestione industriale<br />

del retailing) in rosso.<br />

Sono Coop Lombardia<br />

e Coop Liguria. L’utile<br />

operativo è invece positivo per Unicoop<br />

Firenze, Nova Coop e Coop Centro<br />

Italia: riescono cioè a produrre un utile<br />

prima dei proventi da partecipazione<br />

e di quelli derivanti dalla gestione del<br />

prestito sociale (peculiare delle Coop).<br />

Questi proventi sono fondamentali nella<br />

gestione economico-finanziaria delle<br />

imprese cooperative.<br />

Tant’è che, nella sua severa analisi, il<br />

rapporto Mediobanca scrive che “nel<br />

periodo 2014-2018 la gestione industriale<br />

delle Coop ha prodotto margini<br />

cumulati negativi per 690 milioni e risultati<br />

positivi dalla gestione finanziaria<br />

per 1.388 milioni. Il portafoglio di titoli<br />

e partecipazioni ha comportato nello<br />

stesso periodo svalutazioni per 978<br />

milioni. Le poste straordinarie hanno<br />

generato introiti per 370 milioni. Tenuto<br />

conto delle imposte per 232 milioni, si<br />

ottiene una perdita netta cumulata di<br />

142 milioni”. L’ufficio studi della banca<br />

d’affari stima, inoltre, che la consistenza<br />

del prestito sociale del Gruppo Coop<br />

sia passata da 9,1 a 8,4 miliardi, -6,9%<br />

rispetto al 2017. Esso fronteggia un<br />

portafoglio finanziario pari a 10,4 miliardi,<br />

composto da 6,5 miliardi di titoli<br />

e 2,5 miliardi di partecipazioni, di cui 2<br />

miliardi direttamente in Unipol Gruppo.<br />

Il problema più grande per i risparmiatori<br />

rimane il tasso zero. «Negli ultimi<br />

anni il prestito sociale si è eroso – osserva<br />

Albino Russo, direttore generale<br />

di Ancc-Coop – anche se nel 2019 alcune<br />

cooperative hanno registrato un’inversione<br />

di tendenza. Sono state aiutate<br />

dalla performance positiva dei rendimenti,<br />

dopo l’annus horribilis 2018 che<br />

ha imposto la svalutazione del portafoglio<br />

titoli». Quest’anno non ci sarà questa<br />

opportunità e in più alle cooperative<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 5


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COVER <strong>DM</strong>M<br />

mancherà la pioggia di dividendi garantiti<br />

da Unipol e Igd, la compagnia immobiliare<br />

retail. Causa covid, l’autorità<br />

di vigilanza europea sulle assicurazioni<br />

ha stoppato l’erogazione dei dividendi<br />

mentre Igd li ha dimezzati. Un problema<br />

in più per le Coop che dovranno far<br />

quadrare i bilanci.<br />

Sotto l’aspetto industriale, il trend<br />

generale della galassia Coop è confermato<br />

dal presidente di Coop Italia<br />

Marco Pedroni: «Per Coop il <strong>2020</strong> si<br />

chiuderà con ricavi in crescita tra l’1 e<br />

l’1,5% e dunque con un valore superiore<br />

a 13 miliardi della sola parte retail. E le<br />

cooperative, sia quelle più performanti<br />

che quelle più lente, andranno tutte<br />

un po’ meglio». «A causa del lockdown<br />

non ci siamo certo arricchiti - aggiunge<br />

Pedroni -. I dati delle vendite di marzo<br />

(con picchi anche del +20%) si sono successivamente<br />

ridimensionati. A giugno<br />

e luglio poi gli andamenti della grande<br />

distribuzione sono stati negativi, mentre<br />

ad agosto si è registrato una tenuta. Per<br />

la sicurezza e per il sostegno alle famiglie<br />

abbiamo fatto investimenti aggiuntivi<br />

di oltre 100 milioni in questi mesi».<br />

Cantiere Alleanza 3.0<br />

Il mosaico dipinto dalle grandi cooperative<br />

non può che partire dal gigante<br />

Alleanza 3.0. La più grande per ricavi,<br />

ma anche per estensione territoriale:<br />

dal Friuli si allunga sulla dorsale adriatica<br />

fino alla Puglia e poi si espande fino<br />

a Calabria e Sicilia.<br />

L’ultima notizia è che da metà<br />

ottobre i negozi friulani a<br />

insegna Coop di Monfalcone,<br />

Aviano, Montereale Valcellina,<br />

Palmanova sud e Tarcento<br />

non saranno più gestiti da Alleanza<br />

3.0. Si ricorrerà al<br />

franchising e i dipendenti potranno<br />

scegliere di spostarsi<br />

in altri punti vendita o lavorare<br />

per il nuovo gestore.<br />

Il Friuli rientra nell’ambito<br />

del piano generale di dismissione<br />

di 27 negozi nel Centro-<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 7


Nord (ceduti o chiusi) e di tutta la rete siciliana (con<br />

un accordo di franchising) che comprende 12<br />

negozi, in prevalenza ipermercati con circa 1.000<br />

addetti. Il negoziato con i sindacati è in corso, ma<br />

in agenda c’è anche la ristrutturazione della rete di<br />

Puglia e Basilicata che comprende un supermercato<br />

a Bari e 11 ipercoop, di cui 3 nel capoluogo e altri<br />

a Molfetta, Brindisi, Andria, Barletta, Foggia, Taranto,<br />

Lecce e Matera. Un processo di razionalizzazione<br />

in continuità rispetto a quello condotto in Campania<br />

e Calabria. Il cambio del vertice con le dimissioni<br />

del direttore generale Paolo Alemagna e la rinuncia,<br />

per motivi di salute, del presidente Adriano<br />

Turrini (sostituiti, rispettivamente, da Piermario<br />

Mocchi e Mario Cifiello) non sembra aver, almeno<br />

per ora, cambiato la strategia industriale.<br />

Compresa la volontà di non “lasciare nessuno a<br />

casa” di Alleanza 3.0. «Questa è la nostra peculiarità<br />

- commenta Russo -. Le cooperative attuano i<br />

piani di ristrutturazione, ma non fanno macelleria<br />

sociale. Una differenza sostanziale rispetto a Conad,<br />

costituita da cooperative di imprenditori che, legittimamente,<br />

aspirano al profitto d’impresa. Noi invece<br />

siamo cooperative di consumatori che non possono<br />

Mario Cifiello, Presidente di Alleanza 3.0<br />

8 <strong>DM</strong> MAGAZINE


COVER <strong>DM</strong>M<br />

Piermario Mocchi,<br />

Direttore Generale di Alleanza 3.0<br />

distribuire utili, al massimo li accantoniamo».<br />

Di fatto, dopo una resistenza iniziale, il<br />

vertice di Alleanza 3.0 si è convinta che<br />

il ricorso al franchising dei punti vendita<br />

più problematici fosse la strada migliore<br />

in alcuni territori del Mezzogiorno: con<br />

l’affiliazione si perde il controllo del punto<br />

vendita ma permette di alleggerire<br />

pesanti costi di gestione e, nel contempo,<br />

di non mollare la presa dei prodotti<br />

a marchio Coop.<br />

«L’ipermercato per 20 anni è stato nella<br />

parte di mercato che cresceva di più<br />

– osserva Russo – ed è stato un grande<br />

business. Poi è arrivata l’inversione<br />

di tendenza. Per qualche anno alcune<br />

cooperative e, in particolare, Alleanza<br />

3.0 hanno continuato a puntare sugli<br />

ipermercati, rifiutandosi di cederli o<br />

chiuderli. Fino a quando il peso non è<br />

diventato insostenibile. Ora bisogna gestire<br />

la riconversione, specie nei territori<br />

in difficoltà economica, puntando anche<br />

su un modello di crescita indiretta, come<br />

il franchising».<br />

Dal profondo rosso al rosso<br />

Nel 2019 il tandem Turrini-Alemagna ha<br />

spinto la cooperativa sulla via del risanamento<br />

gestionale. Turrini è stato il presidente<br />

dell’unificazione della più grande<br />

cooperativa di consumatori con la fusione<br />

di Coop Adriatica, Coop Consumatori<br />

Nordest e Coop Estense. Con Alemagna<br />

hanno varato un piano di ristrutturazione<br />

partendo da un bilancio 2017 chiuso<br />

con una perdita operativa di 142 milioni<br />

(nonostante un provento straordinario<br />

immobiliare di 90 milioni), mentre l’esercizio<br />

precedente aveva accusato una per-<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 9


COVER <strong>DM</strong>M<br />

dita operativa di altri 94 milioni. Non si<br />

riusciva più a far quadrare i conti nemmeno<br />

con la “bacchetta magica” della<br />

gestione finanziaria. Il nuovo piano industriale<br />

comporta maggiore efficienza<br />

e semplificazione organizzativa di sedi<br />

e reti, organici più leggeri con esodi<br />

incentivati e trasferimenti (ma senza<br />

licenziamenti), cessioni di punti vendita<br />

in perdita, ricorso al franchising e vendita<br />

di asset non core per fare cassa. La<br />

pulizia di bilancio del 2018 ha segnato<br />

una perdita monstre di 289 milioni. Nel<br />

2019 i miglioramenti sono evidenti, ma<br />

l’esercizio chiude con una perdita di 138<br />

milioni. In due anni sono 427 milioni.<br />

La cooperativa sottolinea che il piano<br />

industriale è in anticipo. L’esercizio<br />

2019 si è chiuso con un sostanziale<br />

dimezzamento delle perdite, “il ritorno<br />

a un Ebitda adjusted (la generazione di<br />

cassa prima delle operazioni straordinarie<br />

ndr) in positivo e una chiara inversione<br />

dell’andamento della gestione<br />

caratteristica” scrive la società.<br />

A pieni voti<br />

Dalla peggiore alla migliore della classe:<br />

Unicoop Firenze. La corazzata delle<br />

cooperative (104 negozi) ha chiuso il<br />

2019 con ricavi lordi per 2,36 miliardi,<br />

una spanna sopra i 2,32 miliardi dell’anno<br />

precedente. L’utile netto si è attestato<br />

a 52 milioni, in crescita rispetto ai 18<br />

milioni del 2018, ma in linea con i 48<br />

milioni del 2017. Unicoop Firenze nel<br />

2019 ha investito oltre 32 milioni (più di<br />

200 milioni nell’ultimo quinquennio) per<br />

l’ammodernamento della rete di vendita.<br />

Il patrimonio netto è di 1,675 miliardi (oltre<br />

a immobili per 1,5 miliardi) e il prestito<br />

sociale è intorno a 1,5 miliardi.<br />

Giulio Bani, consigliere delegato di Unicoop<br />

Firenze, sottolinea che al «positivo<br />

bilancio d’esercizio 2019 hanno contribuito<br />

sia la gestione dell’attività caratteristica<br />

della cooperativa che quella<br />

immobiliare e finanziaria. La cooperativa<br />

da tempo sta adottando un’attenta<br />

politica di contenimento dei costi che<br />

consente di raggiungere risultati positi-<br />

10 <strong>DM</strong> MAGAZINE


vi». Tra i primi della classe anche Nova<br />

Coop che ha chiuso il 2019 con vendite<br />

e utile in crescita. Il bilancio civilistico<br />

ha segnato un fatturato di 1,06 miliardi<br />

(986 milioni nel precedente esercizio)<br />

e un utile netto di oltre 13,6 milioni (9,2<br />

milioni). L‘Ebitda supera 56 milioni e la<br />

gestione caratteristica chiude con circa<br />

3 milioni.<br />

L’anno scorso la Nova Coop<br />

ha realizzato un saldo positivo<br />

dei soci prestatori con<br />

859 nuove aperture.<br />

La gestione<br />

finanziaria<br />

contribuisce<br />

con<br />

un saldo<br />

positivo di<br />

18 milioni.<br />

Nova Coop conta su una rete di 46<br />

super e 16 ipermercati (tra Piemonte e<br />

Lombardia) e ha realizzato vendite per<br />

989,5 milioni, +0,3%. Di queste 616,3<br />

milioni nel canale iper (-3,6%) e 373,1<br />

nel canale super (+7,4%).<br />

La zavorra arriva dall’area del non<br />

food, in particolare tessile, casa, stagionale<br />

e multimediale. Bene invece i<br />

prodotti alimentari freschi e freschissimi.<br />

Secondo Nova Coop il risultato è<br />

da ritenersi positivo in particolare se<br />

confrontato al sistema Coop nazionale<br />

(9 grandi cooperative) che registra una<br />

perdita di fatturato del -0,95% sul 2018.<br />

Il prodotto a marchio Coop incide sul<br />

fatturato dei prodotti<br />

confezionati per il 24%.<br />

A livello nazionale il<br />

marchio Coop vale 3<br />

miliardi. L’anno scorso<br />

la cooperativa ha realizzato<br />

un saldo positivo<br />

dei soci prestatori<br />

con 859 nuove aperture. Cerved Rating<br />

Agency ha assegnato a Nova Coop il<br />

rating “A2.2” che valuta Nova Coop<br />

come “società cooperativa caratterizzata<br />

da fondamentali molto solidi e da<br />

un rischio di credito basso”. La valutazione<br />

corrisponde al “livello A” di S&P.<br />

Nella “classe dei meritevoli” rientra<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 11


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COVER <strong>DM</strong>M<br />

anche Coop Centro Italia che nel 2019<br />

ha subito un calo delle vendite del 7% a<br />

649 milioni ma con un Mol positivo, 15,1<br />

milioni, e un utile operativo di 2 milioni.<br />

L’utile netto è stato di 6,1 milioni, grazie<br />

anche a un provento straordinario di 4<br />

milioni. Il prestito sociale si è eroso dei<br />

circa 18 milioni a 360 milioni.<br />

In equilibrio precario<br />

Nella classe delle cooperative “equilibriste”<br />

rientra Coop Lombardia: nel<br />

2019 Il fatturato si è attestato a 857<br />

milioni, al netto della rete carburanti.<br />

In calo di 30 milioni alla voce ricavi e<br />

prestazioni. L’utile caratteristico segna<br />

-20 milioni ma 28 milioni di proventi<br />

finanziari consentono di colorare di nero<br />

l’ultima riga del bilancio. Alla fine sono<br />

6,6 milioni di utile netto. Rimane preoccupante<br />

il trend delle vendite: -3,9% a<br />

857 milioni, al netto della rete carburanti.<br />

Contro il -2,2% del 2018.<br />

Spacchettando le vendite emerge che<br />

la flessione non risparmia nemmeno il<br />

vicinato, ma la più marcata è per la rete<br />

degli ipermercati -4,6%, poi i supermercati<br />

-3,2% e un po’ meglio i superstore:<br />

-2,4% ma nel 2018 questo canale<br />

aveva guadagnato il 4%. Alla fine i ricavi<br />

calano di 34 milioni contro i 20 dell’esercizio<br />

precedente. In giugno Coop<br />

Lombardia ha aperto un superstore a<br />

Busto Garolfo e un altro, a settembre, a<br />

Monza, inoltre da novembre potrà contare<br />

(grazie a una fusione) su 33 negozi<br />

di vicinato a insegna “InCoop”.<br />

Tra le cooperative “equilibriste” si difende<br />

meglio Coop Liguria. Il risultato<br />

dell’esercizio 2019 di Coop Liguria è<br />

stato di 16 milioni di euro. Le vendite al<br />

dettaglio dei supermercati e degli ipermercati<br />

hanno prodotto ricavi per 755<br />

milioni (-0,90% rispetto al 2018) e gli<br />

scontrini emessi sono stati 27,1 milioni<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 13


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COVER <strong>DM</strong>M<br />

(+0,33%). Nel complesso il canale super<br />

(con 2 punti vendita in più) ha guadagnato<br />

vendite per 2,5 milioni ma l’iper ha perso<br />

circa 10 milioni. Alla fine il risultato operativo<br />

è negativo per 9,2 milioni, ma 31 milioni<br />

di proventi finanziari e da partecipazione<br />

hanno riportato in nero l’ultima riga<br />

di bilancio. Per il <strong>2020</strong> Coop Liguria stima<br />

un risultato economico più rotondo: 27,2<br />

milioni di utile netto.<br />

Turnaround in vista<br />

Un discorso a parte merita Unicoop Tirreno,<br />

reduce da una crisi profonda e dalla<br />

terapia da cavallo somministrata dal tandem<br />

Marco Lami-Piero Canova, rispettivamente<br />

presidente e ceo. Dopo 13 anni di<br />

profondo rosso la cooperativa di Piombino<br />

è a un passo dall’equilibrio economico.<br />

Il bilancio consuntivo 2019 segna un risultato<br />

ordinario (cioè prima delle poste<br />

straordinarie) positivo per +3,8 milioni. Il<br />

risultato finale rimane ancora in rosso per<br />

4,8 milioni (-15,8 nel 2018), penalizzato<br />

dalle componenti straordinarie di reddito<br />

per 11,5 milioni. Di cui circa 5,7 milioni<br />

legato all’esodo incentivato dopo la<br />

chiusura dei punti vendita del basso<br />

Lazio. «Puntiamo decisamente<br />

sul negozio di vicinato – dichiara il<br />

ceo Piero Canova, regista del turnaround<br />

– con un’enfasi su fresco,<br />

freschissimo e ortofrutta». L’anno<br />

scorso Unicoop Tirreno ha investito<br />

circa 13 milioni in ristrutturazioni<br />

di negozi. Per Lami «l’obiettivo<br />

è quello di arrivare a una gestione<br />

caratteristica strutturalmente positiva.<br />

I proventi finanziari non devono<br />

generare l’utile di bilancio. Certo, se poi<br />

arrivano è ancora meglio». Comunque<br />

nel 2019 i proventi finanziari hanno<br />

aiutato Unicoop Tirreno a restituire 35<br />

milioni di prestiti (ma ce ne sono ancora<br />

135) alle altre cooperative che, nel<br />

2016, la soccorsero. Nella semestrale<br />

<strong>2020</strong> Unicoop Tirreno, nonostante i<br />

mancati dividendi di Unipol e il dimezzamento<br />

di quelli di Igd, ha chiuso con<br />

un risultato operativo sostanzialmente<br />

in equilibrio.n<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 15


INTERVISTA <strong>DM</strong>M<br />

di Emanuele Scarci<br />

Unicoop Tirreno<br />

verso il pareggio di bilancio<br />

La semestrale della cooperativa guidata dal CEO Piero Canova dovrebbe anche<br />

chiudere l’esercizio <strong>2020</strong> con un piccolo utile nonostante i mancati dividendi<br />

di Unipol, congelati dalle autorità europee per il COVID, e quelli ridotti<br />

dell’immobiliare Igd.<br />

Unicoop Tirreno proiettata verso il<br />

pareggio di bilancio dopo 13 anni<br />

di profondo rosso. Inoltre entro la<br />

fine dell’anno potrebbe, con l’assenso<br />

della Consob, collocare delle obbligazioni<br />

e restituire un altro pezzo di debito<br />

alle Coop consorelle. La semestrale<br />

della cooperativa guidata dal ceo Piero<br />

Canova ha raggiunto il pareggio della<br />

gestione operativa e dovrebbe chiudere<br />

l’esercizio <strong>2020</strong> «con un piccolo utile –<br />

sottolinea il top manager – nonostante<br />

i mancati dividendi di Unipol, congelati<br />

dalle autorità europee per il covid, e<br />

quelli ridotti dell’immobiliare Igd».<br />

In dettaglio, nel semestre la cooperativa<br />

piombinese ha realizzato ricavi<br />

per 407,6 milioni, in calo di 9 milioni,<br />

un Mol di 11,4 milioni (2,5<br />

milioni nell’analogo periodo<br />

del 2019), una perdita operativa<br />

di 303 mila euro (-9,9<br />

milioni) e una perdita netta<br />

di 3,3 milioni (-6,5 milioni).<br />

I proventi finanziari sono<br />

stati “solo” 2,9 milioni<br />

contro i 12,9 dell’anno<br />

scorso. Unicoop Tirreno arriva<br />

da una drastica cura dimagrante:<br />

sono stati dismessi<br />

4 iper e ridimensionato un altro.<br />

Oggi la rete conta su 94 negozi, di cui<br />

sono 2 superstore a Roma. Gli addetti<br />

sono 3.800 e i soci più di 600 mila. Nel<br />

2019 il fatturato è stato di 889 milioni.<br />

«Se avessimo incassato il dividendo di<br />

Unipol avremmo chiuso il primo semestre<br />

<strong>2020</strong> con un utile largamente positivo.<br />

Un problema il congelamento dei<br />

dividendi che dovrebbe essere sollevato<br />

a livello nazionale – suggerisce Canova<br />

– anche se, alla fine, è stato congelato e<br />

non è escluso che venga erogato l’anno<br />

prossimo».<br />

Il lockdown ha spinto la Gdo. Unicoop<br />

Tirreno invece ha perso 9 milioni<br />

di fatturato nel semestre:<br />

a causa della cessione dei<br />

negozi?<br />

Solo una parte. L’altra<br />

parte è legata al fatto<br />

che dopo il balzo iniziale<br />

delle vendite, in giugno<br />

sono rallentate per le<br />

scorte da smaltire. E<br />

poi in luglio e agosto<br />

sono calate ancora per<br />

la mancanza di turismo:<br />

abbiamo perso una mon-<br />

16 <strong>DM</strong> MAGAZINE


INTERVISTA <strong>DM</strong>M<br />

Con la semestrale siete arrivati all’equilibrio<br />

della gestione caratteristica.<br />

Un risultato che non hanno tutte le<br />

Coop.<br />

Certo, ci teniamo moltissimo a questo<br />

risultato. Del resto la gestione finanziaria<br />

è molto cambiata: non ci sono più i<br />

rendimenti del passato e ci sono troppe<br />

variabili non controllabili. La chiave del<br />

successo sta nel margine industriale che<br />

realizziamo.<br />

tagna di vendite. In settembre invece è<br />

tornata la crescita.<br />

Nella semestrale si nota il balzo del<br />

Margine operativo lordo.<br />

Ciò significa che i costi li controllo, la<br />

domanda no. Comunque il balzo si spiega<br />

con una maggiore efficienza della gestione<br />

e un miglior mix delle vendite: meno<br />

prodotti non food che hanno margini<br />

trascurabili. E soprattutto forte miglioramento<br />

della marca del distributore. Tanto<br />

che l’incidenza del 37% medio della Mdd<br />

ci pone in linea con Unicoop Firenze.<br />

Come performa la campagna “Convenienza<br />

forza 10”: 10 prodotti Coop<br />

a 10 euro?<br />

Molto bene. Le condizioni di acquisto<br />

dei principali prodotti di base sono molto<br />

vantaggiose.<br />

Com’è riuscito a tagliare 4 milioni<br />

di costi del personale?<br />

Abbiamo gestito meglio le risorse umane.<br />

Solo in sede nei primi 8 mesi dell’anno<br />

abbiamo risparmiato 1 milione.<br />

Il margine industriale però potrebbe<br />

subire un’erosione dal rinnovo del contratto<br />

integrativo aziendale: avete dato<br />

disdetta ma non riuscite a convincere i<br />

sindacati.<br />

Intanto siamo seduti al tavolo e abbiamo<br />

prorogato la vigenza di un mese, al 31<br />

ottobre. Lo abbiamo fatto perché finora<br />

c’è stato un clima costruttivo e collaborativo,<br />

ma, se non venisse raggiunto un<br />

accordo, a partire dal 1° novembre la<br />

cooperativa applicherà ai dipendenti la<br />

normativa di legge e la contrattazione<br />

nazionale, fatta salva l’eventuale emanazione<br />

di un regolamento aziendale.<br />

Per concludere, nel 2019 Unicoop Tirreno<br />

ha restituito 35 milioni di prestiti<br />

alle cooperative che, nel 2016, la soccorsero.<br />

Ci sono ancora 135 milioni da<br />

restituire e si potrebbe ricorrere all’emissione<br />

di strumenti finanziari partecipativi,<br />

in una parola delle obbligazioni.<br />

Quando, all’inizio del 2021?<br />

No, credo prima. Con Consob è aperto<br />

un dialogo fitto: ci danno consigli e<br />

ci chiedono variazioni e miglioramenti.<br />

Sono confidente che presto si arrivi a<br />

una soluzione.n<br />

Leggi anche “Everli e Unicoop<br />

Tirreno: attivato un servizio<br />

per spesa a domicilio”<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 17


INTERVISTA <strong>DM</strong>M<br />

di Luca Salomone<br />

L’Italia vince nel mondo di<br />

Alibaba<br />

Per delineare i confini delle opportunità offerte dalla piattaforma b2b leader nel mondo<br />

abbiamo incontrato Luca Curtarelli, Head of business development.<br />

Fondata in Cina nel 1999 da Jack Ma e<br />

da un gruppo di collaboratori, Alibaba<br />

è tra le principali compagnie tecnologiche<br />

planetarie, con un giro d’affari pari<br />

a 1 trilione di dollari registrato nell’anno<br />

fiscale <strong>2020</strong>. La multinazionale asiatica<br />

mette a disposizione l’infrastruttura tecnologica<br />

su cui basa un ecosistema di marketplace<br />

digitali che consente, a piccole e<br />

medie imprese, ma anche a brand notori, di<br />

offrire prodotti e servizi a un bacino, in Cina<br />

e ovunque, di oltre 900 milioni di consumatori<br />

attivi. La missione ultima di Alibaba, in<br />

un’ottica di globalizzazione, è di consentire<br />

a tutti di fare business in modo semplice,<br />

ovunque.<br />

Quanto è importante l’Italia nella ‘geografia’<br />

di Alibaba?<br />

Fondamentale e ovviamente,<br />

anche in Italia, il gruppo ha l’obiettivo,<br />

originario, di connettere<br />

aziende e marchi con le opportunità<br />

derivanti dall’espansione del<br />

mercato, cinese, asiatico e, soprattutto,<br />

mondiale. La nostra<br />

Penisola è stata però la prima<br />

nazione dell’Europa continentale<br />

in cui Alibaba ha aperto una<br />

controllata, Alibaba Italia, appunto,<br />

operativa dal 25 ottobre 2015.<br />

La scelta risiede nel fatto che qui<br />

si trovano prodotti riconosciuti tra i<br />

migliori al mondo. E infatti, fra le categorie<br />

a più alta crescita, troviamo<br />

tutte le nostre eccellenze:<br />

l’agroalimentare, insieme ad abbigliamento,<br />

arredamento, cosmesi e macchinari.<br />

È attualissimo l’accordo con Cia.<br />

Parliamone…<br />

In effetti è quasi la notizia del giorno, risalendo<br />

al 15 settembre. L’intesa tra Alibaba.com e<br />

Cia-Agricoltori Italiani ha lo scopo di promuovere<br />

l’export del made in Italy agroalimentare,<br />

aprendo alle aziende nuovi canali commerciali<br />

online e favorendo incontri sul web con<br />

i buyer di tutto il mondo. E con Cia, con i suoi<br />

45 anni di esperienza, oltre 2.500 collaboratori<br />

e 23 sedi nella Penisola, siamo convinti che<br />

Alibaba.com possa sviluppare ottime sinergie,<br />

con il fine ultimo di sostenere la digitalizzazione<br />

e aiutare le aziende associate a Cia stessa<br />

a beneficiare al meglio delle opportunità<br />

offerte dal più grande marketplace B2B<br />

online al mondo, con più di 20 milioni<br />

di buyer.<br />

Quali sono i termini dell’intesa?<br />

L’accordo avrà la durata di un<br />

anno e con esso Cia e Alibaba.<br />

com si impegnano a collaborare<br />

- anche attraverso Adiacent,<br />

global service partner certificato<br />

da Alibaba.com per l’erogazione<br />

di servizi a valore aggiunto<br />

nella Comunità Europea – al fine di<br />

sostenere, promuovere e valorizzare<br />

aziende locali e prodotti agroalimentari<br />

di qualità tramite il<br />

portale web internazionale,<br />

collegando acquirenti e<br />

18 <strong>DM</strong> MAGAZINE


INTERVISTA <strong>DM</strong>M<br />

fornitori, produttori e grossisti, per condurre<br />

affari in modalità virtuale. Alibaba.com è la<br />

più grande fiera online planetaria e abbiamo<br />

unito le forze con Cia, primaria realtà dell’agroalimentare,<br />

per permettere al meglio delle<br />

produzioni locali di essere apprezzate in tutto<br />

il mondo. Anche perché, tra i punti chiave di<br />

questo patto, ci sono tanti servizi a supporto<br />

delle aziende sul marketplace: creazione di<br />

materiale pubblicitario e informativo, commercializzazione<br />

di prodotti e fornitori sulla<br />

vetrina ‘Padiglione Italia’ del portale, partecipazione<br />

a eventi e attività come roadshow,<br />

convegni, promozioni online tramite canali<br />

social o media, consulenza di marketing e<br />

comunicazione.<br />

Il lockdown ha inciso sull’attività<br />

del vostro gruppo?<br />

Nei mesi del lockdown e del post lockdown<br />

il numero di adesioni di Pmi italiane sulla<br />

piattaforma è cresciuto di oltre il 400 per<br />

cento. In sostanza, tantissime imprese<br />

hanno davvero scoperto la digitalizzazione.<br />

La nostra Penisola si è confermata dunque,<br />

come detto, una nazione chiave, in<br />

quanto i buyer di tutto il mondo, soprattutto<br />

americani ed europei, cercano, sempre<br />

più spesso, il made in Italy e i prodotti<br />

di alta qualità.<br />

Altri fatti recenti?<br />

Il 23 giugno di quest’anno si è svolto,<br />

in Italia, il nostro primo ‘Go Export’<br />

Summit online. Le Pmi hanno potuto<br />

scoprire un partner con una serie<br />

particolarmente variegata di soluzioni<br />

chiare, flessibili, capaci di assicurare<br />

un ingresso ‘morbido’ anche a chi fa<br />

le prime prove nell’universo virtuale.<br />

Il pricing, molto ragionevole, abbatte<br />

le barriere all’ingresso e consente alle<br />

Pmi di non doversi caricare di un investimento<br />

significativo avendo, in cambio,<br />

accesso a una comunità amplissima.<br />

Il summit è stato anche l’occasione<br />

per presentare i molti accordi con<br />

partner certificati e attivi sul territorio,<br />

partner che vanno dai grandi istituti<br />

finanziari, come Unicredit, fino a realtà<br />

che prendono in carico la digitalizzazione,<br />

come Italiaonline, per non parlare<br />

di associazioni e consorzi per l’export,<br />

che possono agganciarsi al Padiglione<br />

Italia, continuamente aggiornato e<br />

migliorato.n<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 19


Il buongiorno<br />

si vede dal sorriso.<br />

A volte basta un sorriso per cambiare la giornata. Noi lo sappiamo bene ed<br />

è per questo che, da quasi cinquant’anni, offriamo il nostro a chi ha deciso di<br />

sceglierci. E quando lo vediamo ritornare felice e soddisfatto, sappiamo che<br />

abbiamo fatto la cosa giusta. Sentirsi accolti mentre si fa la spesa è una cosa<br />

impagabile. Se anche voi volete sentirvi così, adesso sapete dove andare.


SUCCESSI <strong>DM</strong>M<br />

Pepco sbarca in Italia con due store<br />

Il marchio è stato lanciato nel 2004 in Polonia e da allora ha riscosso un enorme successo<br />

da parte della clientela, ampliando così la propria espansione in Europa centrale e orientale.<br />

Pepco, la catena no food più<br />

grande e in più rapida crescita<br />

d’Europa ha ufficialmente<br />

aperto le porte dei propri<br />

negozi in Italia, nelle provincie<br />

di Pordenone e Treviso. Il marchio<br />

è stato lanciato nel 2004 in<br />

Polonia e da allora ha riscosso<br />

un enorme successo da parte<br />

della clientela, ampliando così<br />

la propria espansione in Europa<br />

centrale e orientale. Ogni<br />

mese, oltre 19 milioni di persone<br />

visitano i negozi Pepco nei<br />

mercati in cui sono presenti.<br />

La catena distributiva ha<br />

all’attivo oltre 2000 negozi<br />

in Europa e offre ai propri<br />

clienti un’ampia gamma di<br />

prodotti selezionati, tra cui abbigliamento<br />

per uomo, donna<br />

e bambino, biancheria intima,<br />

accessori, giocattoli, decorazioni,<br />

prodotti tessili e articoli per<br />

la casa a basso costo. L’abbigliamento<br />

(comprese scarpe e<br />

biancheria intima) costituisce<br />

circa il 60% dell’offerta della<br />

catena, mentre gli articoli per<br />

la casa rappresentano il restante<br />

40%.<br />

primi Pepco store in Italia<br />

I sono stati inaugurati qualche<br />

giorno fa in due famose<br />

shopping location del Nord-<br />

Est: il primo negozio si trova<br />

nel centro commerciale Gran<br />

Shopping Granfiume a Fiume<br />

Veneto in provincia di Pordenone,<br />

mentre il secondo è<br />

stato aperto nel centro commerciale<br />

Emisfero Sileamare<br />

a Silea, in provincia di Treviso.<br />

«Siamo molto felici che l’Italia<br />

sia entrata a far parte della<br />

lista di Paesi in cui opera<br />

Pepco. I clienti italiani avranno<br />

ora la possibilità di visitare<br />

i nostri punti vendita e approfittare<br />

della vasta gamma di<br />

prodotti offerti dalla catena<br />

a prezzi molto convenienti.<br />

Sono convinto che gli articoli<br />

proposti saranno in grado<br />

di soddisfare pienamente i<br />

gusti degli italiani», afferma<br />

Marcin Stańko, operation<br />

director per Pepco.<br />

L<br />

’Italia è il dodicesimo<br />

Paese in cui è possibile<br />

acquistare i prodotti Pepco: i<br />

negozi della catena sono già<br />

operativi in Repubblica Ceca,<br />

Croazia, Estonia, Lettonia,<br />

Lituania, Ungheria, Polonia,<br />

Slovacchia, Slovenia, Romania<br />

e Bulgaria. Oltre alle<br />

aperture italiane, è prevista<br />

l’inaugurazione di nuovi punti<br />

vendita in Serbia a ottobre.<br />

Nei mesi successivi ci saranno<br />

ulteriori aperture in<br />

altre località italiane, tra cui<br />

Mantova, Bologna, Udine e<br />

Venezia. La catena prevede,<br />

infatti, di aprire altri 7 negozi<br />

e creare più di 100 posti di<br />

lavoro, sia part time sia full<br />

time, entro la fine del <strong>2020</strong>.n<br />

Leggi anche “Prima della prima: parla<br />

il Direttore operativo di Pepco, Marcin Stańko”<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 21


22 <strong>DM</strong> MAGAZINE<br />

Frutta secca,<br />

un business dinamico e salutare


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

Il mercato nell’anno terminante ad agosto <strong>2020</strong> registra una crescita<br />

del +5,1% a volume e del +4,8% a valore rispetto all’anno<br />

precedente con un giro d’affari superiore ai 724 milioni di euro.<br />

Lo scaffale, sempre più dinamico e ricco di proposte, vede semi<br />

tostati e frutta secca senza guscio in cima alle preferenze degli<br />

italiani. Bene anche la frutta secca a guscio che, da tempo in sofferenza,<br />

torna a crescere nei primi mesi dell’anno.<br />

Vendite positive per la<br />

frutta secca che, nell’anno<br />

terminante ad agosto<br />

<strong>2020</strong>, registra una crescita<br />

del +5,1% a volume e del<br />

+4,8% a valore rispetto all’anno<br />

precedente, con un giro d’affari<br />

superiore ai 724 milioni di<br />

euro (fonte: IRI, Totale Italia,<br />

Iper+Super+LSP, a.t. agosto<br />

<strong>2020</strong>). A trainare il comparto<br />

sono i semi tostati, che mettono<br />

a segno un incremento pari<br />

a +8,9% a volume e a +9,6% a<br />

valore, e la frutta secca senza<br />

guscio che registra +8,4% a<br />

volume e +6,8% a valore. Bene<br />

anche datteri e fichi (+4,9 a vol.<br />

e +7% a val.), frutta secca con<br />

guscio (+3,3% a vol. e +4% a val.)<br />

e prugne (+3,4 a vol. e +3,3% a<br />

val.), mentre si evidenzia una<br />

contrazione per le barrette<br />

(-1,7% a vol. e -11% a val.) e<br />

per il segmento frutta essiccata/esotica/altri<br />

(-3% a<br />

vol. e -8,1% a val.). I<br />

primi tre marchi<br />

(Noberasco,<br />

Madi Ventura<br />

ed Euro<br />

Company)<br />

coprono a valore<br />

il 26,5% del<br />

mercato, mentre<br />

la private label<br />

raggiunge quota<br />

37,3%. La vivacità che sta<br />

caratterizzando il settore<br />

è dimostrata anche<br />

dai numeri positivi<br />

dell’import-export:<br />

«Nel 2019 le esportazioni<br />

hanno raggiunto le<br />

76.474 tonnellate, secondo<br />

i dati Istat elaborati da<br />

Fruitimprese, rispetto alle<br />

74.924 tonnellate del 2018,<br />

con un aumento del 2,1%<br />

in termini quantitativi e del<br />

1,2% a livello di fatturato,<br />

passato da 494.405 a 500.213<br />

milioni di euro», afferma Vittoria<br />

Calcagni, responsabile relazioni<br />

esterne di Besana, il maggior<br />

produttore italiano che da<br />

solo copre quasi 1/3 dell’export.<br />

Anche le importazioni hanno registrato<br />

una netta crescita, essendo<br />

passate dalle 246.958 tonnellate<br />

del 2018 alle 280.314 tonnellate<br />

del 2019 (+13,5%).<br />

Canali e aree geografiche<br />

A livello di aree geografiche,<br />

il Nord<br />

Ovest registra<br />

la migliore<br />

performance<br />

(+35,9<br />

a vol. e<br />

+35,4% a<br />

val.), seguito<br />

dal Nord


aciati dalla natura<br />

Noi di Fattoria dei Sapori raccogliamo dalla tradizione i frutti di una natura nuova,<br />

più verde, più sana, più buona. Un brand italiano che punta all'innovazione di un<br />

comparto fortemente tradizionale, con elevati standard qualitativi nella selezione<br />

della miglior frutta conservata e frutta secca. Prodotti di alta gamma, racchiusi in<br />

un packaging distintivo ed elegante, facilmente riconoscibile a scaffale.<br />

visita il sito e<br />

scopri i prodotti<br />

biologici<br />

SAMA S.P.A.<br />

Via Vittorio, 88 | Ponso (PD) | T 0429.656170 | www.fattoriadeisapori.it |


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

Est (+26,1% a vol.<br />

e +26,5 a val.), dal<br />

Centro+Sardegna<br />

(+24,8 a vol. e +25,7<br />

a val.) e dal Sud<br />

(+13,1% a vol. e<br />

+12,4% a val.). Per<br />

quanto riguarda i<br />

canali, il super è<br />

in testa agli altri<br />

mettendo a segno<br />

una crescita significativa<br />

pari a +74% a volume<br />

e +74,4 a valore. L’iper registra<br />

+15,1% a volume e +13,6% a valore,<br />

mentre LSP segna +10,9%<br />

a volume e +12% a valore. La<br />

crisi sanitaria che ha interessato<br />

il Paese negli ultimi mesi ha<br />

ridefinito non solo le abitudini<br />

di consumo ma anche la scelta<br />

dei canali di acquisto, portando<br />

anche a incrementi significativi<br />

delle vendite online, come confermato<br />

da Mario Zani, direttore<br />

generale di Euro Company:<br />

«il canale e-commerce ha<br />

subito un’impennata eclatante,<br />

che ha cambiato molto gli<br />

scenari di mercato e che andrà<br />

senz’altro tenuto in considerazione<br />

per le strategie future».<br />

Il lockdown riporta verso<br />

prodotti più tradizionali<br />

Se il 2019 ha visto crescere<br />

maggiormente il consumo<br />

di prodotti ad alto contenuto<br />

di servizio e ideali per un<br />

consumo “on the go”, come<br />

barrette e misti di frutta secca<br />

sgusciati già porzionati, «il<br />

periodo di lockdown ha riportato<br />

i consumi “alle origini”<br />

– dichiara Mattia Noberasco,<br />

amministratore delegato di<br />

Noberasco – privilegiando gli<br />

ingredienti di base e i formati<br />

scorta, in modo trasversale<br />

alle diverse categorie; nella<br />

Nucis Italia: frutta secca è benessere<br />

L’obiettivo di Nucis Italia, realtà che associa le principali aziende italiane che producono<br />

e commercializzano frutta secca ed essiccata, è quello di sensibilizzare il consumatore sui<br />

benefici nutrizionali e salutistici legati al consumo quotidiano di frutta secca e disidratata.<br />

Proprio per questo porta avanti, da diversi anni, la campagna “frutta secca è benessere”,<br />

che coinvolge medici nutrizionisti, specialisti in Scienza dell’Alimentazione e medici di base.<br />

I progetti di comunicazione per l’anno <strong>2020</strong>-2021, prevedono l’attivazione di un’iniziativa<br />

di in-store communication all’interno di oltre 1.250 punti vendita<br />

delle maggiori catene distributive a livello nazionale. In<br />

alcuni negozi selezionati saranno organizzate delle giornate<br />

di consulenza nutrizionale durante le quali il nutrizionista<br />

coinvolgerà la clientela e, grazie a un questionario ad hoc,<br />

riuscirà a fornire consigli circa il consumo quotidiano di frutta<br />

secca o disidratata in base ai risultati ottenuti.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 25


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

,<br />

Novità tropicali<br />

per Noberasco<br />

Quest’estate Noberasco ha lanciato la<br />

gamma i Tropicali - CoccoBello, Viva il<br />

Mix Tropicale, Bio Mango, Bio Ananas e<br />

la versione Bio Mix Tropicale - proposta in<br />

confezioni doy richiudibili. Il packaging risponde<br />

alla grande attenzione del brand nei<br />

confronti della tutela dell’ambiente: quattro<br />

delle cinque confezioni, infatti, sono<br />

smaltibili nel circuito della carta previa separazione<br />

dello zipper, mentre CoccoBello<br />

è smaltibile nel circuito della plastica. Le<br />

novità tropicali, inoltre, sono al centro di<br />

un importante progetto di sviluppo della<br />

nazione d’origine di tutte le materie prime:<br />

lo Sri Lanka. Nella piccola nazione<br />

asiatica, infatti, Noberasco è impegnata a<br />

supportare la locale realtà cooperativa che<br />

si dedica al conferimento e fornitura della<br />

frutta al fine di migliorare il processo complessivo<br />

di gestione del prodotto. L’iniziativa<br />

sposa a pieno i pilastri valoriali dell’azienda,<br />

che insieme danno vita al “Metodo<br />

Noberasco”: attenzione alle condizioni di<br />

lavoro in essere presso i propri partner fornitori;<br />

rispetto e sostenibilità ambientale;<br />

correttezza delle procedure gestionali dei<br />

fornitori; coinvolgimento e sviluppo delle<br />

comunità, in particolare, nelle aree in via<br />

di sviluppo.<br />

frutta secca, per esempio, si<br />

è registrato un rinnovato interesse<br />

per la frutta in guscio, da<br />

tempo in sofferenza rispetto<br />

alle referenze già sgusciate».<br />

Dal mese di aprile in poi, infatti,<br />

la categoria ha evidenziato una<br />

crescita dei consumi di prodotti<br />

più tradizionali, nei formati<br />

grandi e convenienza, adatti<br />

per un consumo domestico<br />

e alla preparazione di ricette<br />

casalinghe.<br />

Il consumatore cerca prodotti<br />

salutari e naturali<br />

La sempre maggiore attenzione<br />

degli italiani nei confronti<br />

della qualità degli ingredienti<br />

e dell’apporto che essi forniscono<br />

in termini salutistici, ha<br />

sicuramente contribuito alla<br />

crescita costante del comparto.<br />

«La tendenza generale – spiega<br />

Federica Fiore, marketing<br />

manager di Sama – è quella<br />

di ricercare prodotti naturali e<br />

salutari, con proprietà nutritive<br />

benefiche per l’organismo.<br />

Noci, mandorle e pistacchi<br />

sono fonte di proteine, ma<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 27


FRUTTA SECCA DAL 1921<br />

From field to fork<br />

Dal 1921 leader internazionale nella trasformazione di frutta secca, il Gruppo Besana<br />

è fornitore di Private Label delle principali catene di distribuzione in Europa e nel<br />

mondo. La divisione Industria fornisce semilavorati alle principali aziende alimentari<br />

internazionali e al canale HoReCa.<br />

Besana dispone di un modello di business integrato con una rete mondiale di produttori.<br />

Questa filiera virtuosa e sostenibile, dall’agricoltore al consumatore, permette un<br />

approvvigionamento di materie prime di alta qualità, con tracciabilità completa.<br />

Il Gruppo Besana è un’azienda familiare cresciuta grazie all’impegno e alla dedizione<br />

di 4 generazioni della famiglia Calcagni. Fonda la leadership internazionale su capisaldi<br />

quali innovazione, qualità e sostenibilità.<br />

www.besanaworld.com


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

anche di vitamine e<br />

minerali essenziali,<br />

per questo si adattano<br />

perfettamente ai<br />

trend salutistici odierni.<br />

La referenza di frutta<br />

secca più distribuita<br />

da Sama è la noce, in<br />

particolare la varietà<br />

Lara. Per il brand Fattoria<br />

dei Sapori è stato<br />

selezionato un calibro<br />

di pregio con diametro<br />

38+ che, poco presente<br />

a scaffale, rappresenta<br />

un prodotto differente e<br />

visivamente d’impatto».<br />

Anche New Factor punta<br />

sulle noci con Mister<br />

Nut un Mondo di Noci,<br />

una linea di noci estere,<br />

di cui, grazie alla<br />

ricerca e alla tecnologia<br />

italiana, l’azienda è in<br />

grado di garantire alta<br />

qualità e freschezza.<br />

«Si tratta di un nuovo<br />

progetto – afferma<br />

Jasmina Annibali, responsabile<br />

comunicazione<br />

e marketing New<br />

Factor – per valorizzare<br />

il consumo di noci di<br />

qualità. L’obiettivo è di<br />

assicurare una continuità<br />

di freschezza del<br />

prodotto, acquistando<br />

la materia prima, in<br />

base al periodo di produzione,<br />

dai migliori<br />

produttori del mondo<br />

e di darne un ulteriore<br />

valore aggiunto grazie<br />

alla nostra esperienza<br />

maturata negli anni».<br />

Nuovi gusti<br />

per le barrette<br />

La frutta secca in barrette<br />

è molto apprezzata<br />

dai consumatori<br />

perché rappresenta uno<br />

spuntino sano, nutriente<br />

e pratico da consumare<br />

in ogni momento<br />

della giornata. Tra le<br />

proposte più gradite ci<br />

sono le morbide barrette<br />

biologiche BBMIX<br />

e BBExtra di Madi Ventura,<br />

con frutta secca<br />

ed essiccata e nessun<br />

altro ingrediente<br />

aggiunto che, grazie<br />

all’innovativo processo<br />

di lavorazione a freddo,<br />

mantengono inalterate<br />

tutte le proprietà nutrizionali<br />

dei frutti. Anche<br />

New Factor è presente<br />

in questo segmento<br />

con la linea Mister Nut<br />

Wellness, che si è recentemente<br />

arricchita<br />

con nuove referenze:<br />

Arachidi-Ananas, Mandorle-Datteri,<br />

Nocciola-<br />

Caffè, Pistacchi-Zenzero,<br />

Mandorle-Albicocca,<br />

Nocciole-Fave di Cacao.<br />

«A queste – sottolinea<br />

Jasmina Annibali – si<br />

aggiungono le barrette<br />

100% italiane realizzate<br />

Nasce la filiera dell’arachide 100% italiana<br />

Al via il primo raccolto dell’arachide 100% italiana, progetto nato da una collaborazione di<br />

successo tra SIS (Gruppo BF Spa), Noberasco e Coldiretti. La domanda di arachidi sul mercato<br />

nazionale è oggi quasi interamente coperta da prodotto straniero, importato generalmente da<br />

Israele, Egitto e Stati Uniti d’America. La rinascita della filiera dell’arachide nostrana presenta<br />

quindi un enorme potenziale di sviluppo e vedrà, nei prossimi anni, tutto il comparto impegnato a<br />

riattivare gli aspetti agricoli e industriali necessari a rispondere a una richiesta<br />

che si preannuncia di grande valore e che potrebbe portare alla coltivazione<br />

di più di 30.000 ettari sul territorio. Più piccola, più scura e con gusto<br />

particolare rispetto alle tipologie convenzionali, l’arachide italiana viene<br />

depositata in campo nel mese di aprile e raccolta verso la metà/<br />

fine di settembre; necessita di terreni torbosi, di temperature elevate e<br />

di molte ore di luce. Proprio per queste caratteristiche la regione che<br />

ha visto maggiormente svilupparsi questa coltivazione è stata l’Emilia-<br />

Romagna e in particolar modo la zona del ferrarese.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 29


Non smetteremo mai<br />

di metterci il cuore.<br />

Ogni giorno 3.500 negozi delle nostre 27 insegne si adoperano per garantirvi<br />

prodotti di alta qualità a prezzi sempre più bassi.<br />

Da sempre noi di Gruppo VéGé operiamo con passione per rispondere alle esigenze di tutti.<br />

Ecco perché, in questo difficile periodo, i negozi, supermercati e ipermercati del nostro Gruppo<br />

hanno stabilito di bloccare i prezzi sui prodotti delle loro marche e, contemporaneamente,<br />

di continuare ad aumentare il numero di promozioni e offerte. Una scelta concreta con<br />

cui desideriamo dimostrarvi, ancora una volta, vicinanza, attenzione, cura.


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

con le Noci di Romagna,<br />

con solo due ingredienti<br />

di provenienza nazionale,<br />

proposte in tre<br />

varianti: Noci di Romagna<br />

e fichi, Noci di<br />

Romagna e Mela, Noci<br />

di Romagna e Pera». Le<br />

Barrette Proteiche Plus,<br />

invece, sono l’ultima<br />

novità in casa Noberasco,<br />

disponibili in tre varianti<br />

di gusto: datteri,<br />

caffè e mirtilli. Le referenze,<br />

prive di lattosio,<br />

zuccheri, sciroppi e olio<br />

di palma, sono ideali<br />

per chi pratica sport<br />

sia a livello amatoriale<br />

che pre agonistico, ma<br />

anche per chi è attento<br />

al proprio benessere<br />

che passa da una sana<br />

alimentazione.<br />

L’ITALIANITÀ AL CENTRO<br />

DELL’OFFERTA<br />

Nel corso dell’anno Euro Company ha proseguito<br />

il percorso legato al concetto di “Qualità Etica”<br />

con i propri fornitori stipulando, tra le altre cose,<br />

un accordo di almeno 3 anni, creando relazioni dirette<br />

per eludere la logica del prezzo basso a ogni costo e<br />

concordando un prezzo minimo garantito. Tale percorso<br />

ha permesso il lancio di alcuni prodotti 100% nazionali:<br />

eccellenze italiane – tra cui Etrusca, la nocciola della Tuscia,<br />

e Caruso, la noce di Sorrento – provenienti da filiere<br />

tracciabili e trasparenti, destinate altrimenti a restare<br />

marginali e a scomparire. Garantire prodotti italiani<br />

coltivati con amore e rispetto è infatti la strada che<br />

l’azienda sta percorrendo offrendo materie prime<br />

di qualità come la mandorla Dolcina, la noce in<br />

guscio Biancanoce e i bicchieri 100% Frutta<br />

Italiana.<br />

Uno scaffale sempre<br />

più ricco<br />

Besana innova lo scaffale<br />

con la crema spalmabile<br />

100% frutta<br />

secca, disponibile in<br />

quattro varianti di gusto.<br />

«Il nut butter – spiega<br />

Vittoria Calcagni – è una<br />

vera “spremuta” ottenuta<br />

solo dalla frutta<br />

secca: sana e genuina,<br />

ad alto tenore proteico,<br />

è naturalmente ricca di<br />

preziosi elementi nutritivi<br />

e totalmente priva<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 31


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

Besana entra nel Gruppo Importaco<br />

per rafforzare la leadership europea<br />

Besana ha recentemente comunicato il suo ingresso in Importaco, gruppo<br />

spagnolo specializzato nel settore della frutta secca e delle bevande<br />

naturali. L’intesa tra le due aziende è volta al potenziamento a livello internazionale<br />

e intende rafforzare il vantaggio competitivo nel settore dei<br />

prodotti naturali, come nocciole, anacardi, mandorle, arachidi e semi. Tale<br />

obiettivo è sostenuto da una visione aziendale condivisa tra i due partner<br />

e corroborata da una lunga tradizione di attività ispirate a valori che fanno<br />

la differenza: sicurezza alimentare, qualità, innovazione, sostenibilità,<br />

competenza. Riccardo Calcagni, AD di Besana, ha commentato: «La globalizzazione<br />

dei nuovi mercati e lo sviluppo di sinergie per migliorare le economie di scala sono<br />

fattori determinanti nello scenario attuale. Il Gruppo Importaco è il partner strategico ideale per il<br />

raggiungimento di questi obiettivi e la creazione di valore attraverso la catena di fornitura».<br />

di conservanti, coloranti<br />

e aromi artificiali». L’azienda<br />

ha introdotto<br />

anche una linea di lusso,<br />

realizzata solo con ingredienti<br />

premium: una<br />

mandorla tostata spolverizzata<br />

di tartufo estivo<br />

Urbani, ricco in proteine<br />

e fibre. Per una pausa<br />

sfiziosa, invece, Besana<br />

propone le nocciole<br />

ricoperte di cioccolato<br />

fondente con estratto di<br />

caffè monorigine brasiliano<br />

e le mandorle<br />

ricoperte di cioccolato e<br />

spolverate di cacao con<br />

vaniglia del Madagascar.<br />

Tra le novità pronte per<br />

l’autunno troviamo gli<br />

Snack Revolution di Euro<br />

Company: Crazy Cocco,<br />

chips di cocco tostate<br />

e leggermente salate,<br />

Robusto caffeina croccante,<br />

a base di ananas<br />

essiccato, noci pecan e<br />

chicchi tostati di caffè<br />

peruviano, e Chocorilla,<br />

snack composto da<br />

anacardi con un pizzico<br />

di sale, noci pecan caramellate<br />

al miele e pepite<br />

di cioccolato. In rampa<br />

di lancio poi Antica Torrefazione<br />

Italiana, brand<br />

che recupera un antico<br />

ingrediente dal sapore<br />

speciale: il tempo. «È<br />

infatti grazie all’abilità<br />

dei nostri mastri tostatori<br />

– dichiara Mario Zani<br />

– che abbiamo dato vita a<br />

una linea di frutta secca<br />

dall’aroma e dalla croccantezza<br />

straordinaria,<br />

attraverso una modalità di<br />

cottura lenta e uniforme,<br />

realizzata su forno a teglia».<br />

Una comunicazione<br />

trasparente<br />

Le aziende del comparto<br />

scelgono di parlare ai<br />

consumatori in diversi<br />

modi e utilizzando differenti<br />

media. La strategia<br />

comunicativa di Sama si<br />

basa sia su media tradizionali<br />

che su strumenti<br />

digital, anche se la comu-<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 33


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

nicazione inizia prima<br />

di tutto dallo scaffale:<br />

la visibilità del packaging<br />

e la trasparenza<br />

che mostra la qualità<br />

del prodotto è il primo<br />

messaggio di Fattoria<br />

dei Sapori per il consumatore,<br />

cercando<br />

sempre di instaurare<br />

un dialogo diretto attraverso<br />

informazioni<br />

utili su prodotto, filiera<br />

ed eventuali impieghi in<br />

cucina. Media mix anche<br />

per Ventura che da<br />

diversi anni ha impostato<br />

un piano di<br />

comunicazione<br />

integrata,<br />

includendo tv,<br />

radio, campagne<br />

web,<br />

social e attività<br />

di field<br />

marketing.<br />

Durante il<br />

lockdown, a<br />

ridosso della<br />

Pasqua, l’azienda ha<br />

deciso di realizzare uno<br />

spin off della campagna<br />

già esistente per<br />

ribadire l’importanza<br />

di “restare a casa”, o<br />

meglio, di “resistere a<br />

casa”. «La campagna –<br />

spiegano Matteo Giorgi,<br />

digital marketing<br />

manager e Angelica<br />

Addeo –, trasmessa in<br />

tv e declinata su Facebook<br />

e Instagram, è uno<br />

straordinario esempio<br />

di come Ventura creda<br />

nell’utilizzo coordinato<br />

dei canali media<br />

al fine di promuovere<br />

una<br />

brand identity<br />

forte e coerente».<br />

La comunicazione<br />

di Noberasco,<br />

invece, si<br />

concentra principalmente<br />

sul<br />

mondo digitale,<br />

soprattutto sui<br />

social, con un approccio<br />

prodotto-centrico e un<br />

tone of voice articolato<br />

a seconda della piattaforma<br />

su cui è veicolato<br />

il contenuto per trasmettere<br />

valori veritieri<br />

in modo trasparente e<br />

mirato.<br />

Più attenzione<br />

per l’ambiente<br />

Il rispetto per l’ambiente<br />

e per le risorse<br />

collettive guida l’operato<br />

di molti player del<br />

mercato, che cercano<br />

di tradurre il proprio<br />

impegno in azioni concrete<br />

spaziando dalla<br />

riduzione delle emissioni<br />

di CO2 al risparmio<br />

idrico, dall’installazione<br />

di pannelli fotovoltaici<br />

negli stabilimenti fino<br />

ad arrivare alla scelta<br />

di packaging riciclabili.<br />

In particolare, l’assunzione<br />

di una precisa<br />

responsabilità in fatto<br />

di sostenibilità da parte<br />

di Euro Company è<br />

testimoniata dal suo<br />

essere Società benefit<br />

dal 2018 e parte del<br />

movimento B Corp dal<br />

2019. Nel <strong>2020</strong> l’azienda<br />

ha avviato uno studio di<br />

Life Cycle Assessment<br />

(LCA), ossia uno studio<br />

comparativo dell’impatto<br />

ambientale che<br />

hanno i packaging dei<br />

prodotti in tutte le fasi<br />

del loro ciclo di vita.<br />

34 <strong>DM</strong> MAGAZINE


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

L’esito di questa analisi permette<br />

di sviluppare uno studio successivo<br />

di ecodesign delle confezioni,<br />

al fine di rendere ancora maggiori<br />

gli impatti positivi provocati dalle<br />

scelte aziendali sull’ambiente.<br />

Besana si è dotata di una propria<br />

sustainability chart per la riduzione<br />

di CO2, lavorando su importanti<br />

investimenti strutturali come l’installazione<br />

di un trigeneratore di<br />

ultima generazione. Investe inoltre<br />

sul packaging, favorendo l’utilizzo<br />

di plastiche monomateriale (per<br />

una piena riciclabilità) e il recupero<br />

di cartoni e glassine di scarto. «Già<br />

entro quest’anno – sottolinea Vittoria<br />

Calcagni – un quarto dei nostri<br />

imballaggi saranno riciclabili, il<br />

100% entro il 2025. Un’ulteriore<br />

tappa di questo percorso “green”<br />

è prevista nel 2035, quando tutte<br />

le soluzioni di imballaggio saranno<br />

compostabili e biodegradabili, prodotte<br />

totalmente da fonti rinnovabili<br />

e riciclate, per un reale impatto<br />

zero sull’ambiente».n<br />

Arriva Scorta Verde, la linea<br />

“green” di Ventura<br />

Guardando agli sviluppi Ventura sul<br />

mercato, l’azienda punterà sempre di<br />

più su progetti e prodotti caratterizzati<br />

da un elevato apporto valoriale sia<br />

in termini nutrizionali e salutistici, sia<br />

in termini di sicurezza alimentare e<br />

di sostenibilità ambientale. «A breve<br />

– dichiara Angelica Addeo, brand<br />

manager Ventura – lanceremo una<br />

nuova linea monofrutto, che comprende<br />

pistacchi tostati, noci sgusciate<br />

e mandorle sgusciate, e mix, ovvero<br />

uvetta, mandorle pelate, nocciole e<br />

noci sgusciate, nei formati “scorta”<br />

da 350 g e 500 g, accuratamente selezionati<br />

tra i migliori raccolti per ciascuna<br />

materia prima». La linea Scorta<br />

Verde è confezionata in packaging<br />

100% biodegradabile e compostabile,<br />

amico dell’ambiente perché nato dalla<br />

bioplastica vegetale per essere raccolto<br />

nell’umido di casa e differenziato<br />

nell’organico. La scelta della busta<br />

a cuscino, inoltre, ha lo scopo di massimizzare<br />

l’efficienza logistica e ottimizzare<br />

le pallettizzazioni per ridurre<br />

al minimo l’impatto ambientale.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 35


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />

La linea COLOMBA PLATINO<br />

si amplia con il NERO D’AVOLA<br />

Nato nel 1959, Colomba Platino Insolia<br />

è un vino da sempre protagonista<br />

dell’enologia siciliana e della ristorazione,<br />

creato da Topazia Alliata, ultima discendente<br />

della famiglia a gestire la casa vinicola<br />

Duca di Salaparuta: si tratta di un’Insolia in<br />

purezza, prodotta con uve provenienti dalla<br />

Sicilia occidentale, dove il clima caldo-arido e<br />

la forte escursione termica permettono la perfetta<br />

maturazione delle uve a bacca bianca. Il<br />

<strong>2020</strong> è stato un anno di grandi novità per la<br />

linea Colomba Platino, interessata dall’ingresso<br />

in Grande Distribuzione e dall’ampliamento<br />

della gamma, arricchita da un nuovo Nero<br />

d’Avola: in seguito ad approfondite ricerche<br />

di mercato, infatti, l’azienda ha individuato il<br />

target di riferimento privilegiato per la linea<br />

Colomba Platino, ossia la fascia di consumatori,<br />

definita “premium seeker”, che cerca rassicurazioni<br />

sul prezzo e sulla notorietà del<br />

brand. Realizzato con le uve provenienti dal<br />

profondo sud della Sicilia, dove sole e vento<br />

contribuiscono alla produzione di frutti sani e<br />

di grande struttura, il Nero d’Avola è un vino


ampio e vellutato al palato, contraddistinto<br />

da note speziate che rispecchiano al meglio<br />

tutte le caratteristiche più autentiche<br />

del Terroir. La gamma si distingue anche<br />

per il packaging originale e riconoscibile,<br />

caratterizzato dalla bottiglia renana, solitamente<br />

impiegata per i vini del Nord Italia e<br />

inusuale tra gli scaffali della Grande Distribuzione:<br />

con la nuova etichetta avvolgente,<br />

irregolare e ondulata (bianca per l’Insolia e<br />

nera per il Nero d’Avola), la linea Colomba<br />

Platino comunica il carattere aristocratico<br />

di questi vini, catturando l’attenzione<br />

dei consumatori più attenti all’estetica e al<br />

design. Entrambe le referenze, presenti in<br />

Gdo dall’inizio del <strong>2020</strong>, hanno registrato<br />

buone performance se pur incontrando lievi<br />

difficoltà di inserimento iniziali, dovute<br />

all’emergenza sanitaria che ha interessato il<br />

Paese e i primi riscontri registrati da parte<br />

dei consumatori e dei buyer della Grande<br />

Distribuzione sono molto positivi.


La nostra tutela<br />

è la vostra sicurezza.


OPINIONE <strong>DM</strong>M<br />

Oltre l’assortimento,<br />

l’OFFERTA<br />

C’è un nuovo category management “olistico” all’orizzonte<br />

che considera tutti gli elementi dell’offerta: perché<br />

è indubbio che le scelte assortimentali influiscano sul<br />

posizionamento dell’insegna.<br />

Tra le chiavi di successo di<br />

alcune insegne c’è senz’altro<br />

la distintività del proprio<br />

assortimento, sia in chiave di<br />

completezza, che di originalità,<br />

che di attinenza al territorio:<br />

comunque di non omologazione.<br />

E a ben guardare ciò che<br />

risulta vincente è la coerenza<br />

dell’assortimento all’interno del<br />

contesto più ampio di un’offerta<br />

distintiva.<br />

Assortimento e Offerta ,<br />

nel linguaggio operativo<br />

della GDO spesso sono utilizzati<br />

come sinonimi, ma non<br />

lo sono: il principale requisito<br />

dell’assortimento è di essere<br />

perfettamente sovrapposto alla<br />

lista della spesa dei clienti, al<br />

loro tempo disponibile, al loro<br />

desiderio di scelta (che non è<br />

l’imbarazzo della scelta !), e di<br />

gratificazione; meglio se poi an-<br />

ticipa un loro bisogno latente.<br />

Se l’assortimento non soddisfa<br />

queste caratteristiche, l’offerta<br />

rischia di essere decodificata<br />

dal cliente soprattutto attraverso<br />

prezzo e promozioni:<br />

la marginalità si abbatte, la<br />

fedeltà è messa tutti i giorni a<br />

rischio.<br />

C<br />

’è un nuovo category management<br />

“olistico” all’orizzonte<br />

che considera tutti<br />

gli elementi dell’offerta: perché<br />

è indubbio che le scelte<br />

assortimentali influiscano sul<br />

posizionamento dell’insegna<br />

anche per aspetti non legati<br />

alla scelta, ma alla costruzione<br />

stessa dell’offerta, come ad<br />

esempio la percezione di convenienza<br />

(struttura dei terzili,<br />

prezzo medio, ecc.); per non<br />

parlare degli aspetti relazionali<br />

e di appartenenza che ruotano<br />

attorno a certe scelte assortimentali:<br />

perché l’assortimento<br />

rivela il progetto commerciale<br />

di un’insegna.<br />

invece assistiamo ancora<br />

all’appiattimento degli E<br />

assortimenti, spesso legato<br />

all’allineamento su valori medi<br />

rilevati sul mercato, mentre<br />

quasi mai la migliore risposta<br />

ai bisogni dei propri clienti si<br />

ottiene “facendo la media”.<br />

Serve un approccio e delle<br />

soluzioni che restituiscano<br />

personalità all’offerta,<br />

analizzando in profondità<br />

il comportamento dei clienti,<br />

identificando le chiavi d’ingresso<br />

per categoria e unità di<br />

bisogno, simulando l’impatto<br />

delle scelte in tempo reale.<br />

Il livello di complessità aumenta,<br />

servono apertura e strumenti<br />

adeguati.n<br />

Marco Filipponi<br />

TradeLab Senior Consultant<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 39


SOLUZIONI IN VETRINA <strong>DM</strong>M<br />

#Zerowaste<br />

ed Economia Circolare<br />

L’impatto della<br />

refrigerazione nella<br />

conservazione del<br />

cibo e la capacità<br />

di riciclo globale<br />

Il 29 settembre si è tenuta la Giornata Internazionale<br />

della Consapevolezza sugli<br />

Sprechi e le Perdite Alimentari: un’occasione<br />

per riflettere su alcuni fattori che stanno<br />

diventando di assoluta importanza nel mondo<br />

dell’industria alimentare, distribuzione<br />

organizzata compresa. L’applicazione della<br />

legge Gadda (legge n.166/16), attualmente<br />

la migliore in Europa, stimola tutti gli attori<br />

della filiera a essere partecipi e attivi nella<br />

riduzione dello scarto alimentare. A partire<br />

dall’ambiente domestico siamo tutti coinvolti<br />

a fare nostre queste nuove abitudini. Nessuno<br />

è esente, e la consapevolezza di essere chiamati<br />

a portare risultati ci rende responsabili<br />

delle nostre azioni.<br />

L<br />

’atto del riciclo dello scarto, o per lo meno<br />

di quello che una volta consideravamo<br />

scarto, col passare del tempo ha creato un<br />

automatismo che, sotto gli occhi di tutti, sta<br />

producendo risultati incredibili. Il coinvolgimento<br />

della società civile e dell’associazionismo<br />

a livello nazionale e internazionale<br />

(Banco Alimentare, Feba, FBAO) permette di<br />

riutilizzare il cibo in scadenza nel migliore dei<br />

modi.<br />

In queste nuove dinamiche entra il comparto<br />

industriale, che con i settori dedicati alla<br />

produzione del cibo e alla produzione dei macchinari<br />

per la loro conservazione riesce a dare<br />

un contributo importante, a volte straordinario.<br />

L’industria conserviera, grazie a una produzione<br />

consapevole e un controllo della filiera alimentare<br />

senza punti deboli, è riuscita a ridurre<br />

lo spreco di alimenti sfruttando al massimo le<br />

capacità intrinseche del proprio settore. Allo<br />

stesso tempo, il comparto del freddo ha fatto<br />

la sua parte proponendo macchinari che garantiscono<br />

una shelf-life e una conservazione<br />

adeguata delle referenze, mantenendo intatte<br />

le caratteristiche organolettiche e proteiche<br />

del cibo. È possibile però andare anche oltre:<br />

il passo successivo alla più tradizionale attenzione<br />

per la conservazione dei cibi è l’adesione<br />

di tutti i prodotti, inclusi i packaging, al ciclo<br />

dell’economia circolare. Secondo la definizione<br />

40 <strong>DM</strong> MAGAZINE


SOLUZIONI IN VETRINA <strong>DM</strong>M<br />

della Ellen MacArthur Foundation, nell’economia<br />

circolare i flussi di materiali sono di due tipi:<br />

quelli biologici, che possono essere reintegrati<br />

nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere<br />

rivalorizzati senza entrare nella biosfera. Epta,<br />

Gruppo multinazionale specializzato nella refrigerazione<br />

commerciale, nella sua globalità è già<br />

pienamente coinvolta nell’adozione delle pratiche<br />

di economia circolare: ne è testimonianza<br />

la profonda collaborazione con l’Università delle<br />

Scienze Gastronomiche di Pollenzo e il concept<br />

Circular Bar & Grocerant presentato all’ultima<br />

edizione EuroShop, che si è tenuta a Düsseldorf<br />

nel febbraio di quest’anno.<br />

Il concept illustra come realizzare un bar o il<br />

servizio di ristorazione Grocerant in<br />

un punto vendita (Grocery + Restaurant),<br />

adottando soluzioni che minimizzino<br />

l’impatto ambientale e che siano<br />

portatrici di innovazione sociale. Sviluppato<br />

dall’Università di Scienze Gastronomiche<br />

(prof. Franco Fassio con il team<br />

Relazioni Esterne Unisg Gabriele Cena,<br />

Matteo Doveri, Daniele Ceratto, Roberta<br />

Rainero e la collaborazione di Alberto<br />

Montobbio, studente Unisg del corso di<br />

Laurea Magistrale in Food Innovation &<br />

Management) insieme al Gruppo Epta e<br />

il suo team specializzato EptaConcept<br />

(coordinato da Giorgio De Ponti, Product<br />

Strategy Manager Epta) ha riunito anche<br />

ben 16 stakeholders, alcuni dei quali d’importanza<br />

mondiale: Lavazza, Wega, Novamont, Lucart,<br />

BWT, Andriani, Colussi Group, Keo Project, Oleificio<br />

Zucchi, Fungo Box, Molecola, Kulmbacher, Il Frutto<br />

Permesso, Coop Tesori Bio.<br />

Si è scelto di operare nei settori Bar e Grocerant<br />

perché ritenuti più promettenti e<br />

cross-contaminanti con la grande distribuzione<br />

organizzata. Il Grocerant è e sarà il settore emergente<br />

e più profittevole nella Gdo, mentre il Bar<br />

è da sempre elemento di trade-union tra il cibo, le<br />

bevande e la popolazione di qualsiasi estrazione<br />

sociale. Il Circular Bar & Grocerant rappresenta<br />

l’elemento predominante di questa evoluzione,<br />

diventando un hub di incontro e di scambio di idee,<br />

un luogo di promozione di un’economia rigenerativa<br />

e resiliente, che si realizza all’interno di uno dei<br />

luoghi più frequentati dai clienti europei.<br />

Giorgio De Ponti<br />

Product Strategy Manager Epta<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 41


I derivati del pomodoro<br />

puntano sulla filiera<br />

100% italiana


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

Il comparto, nell’anno<br />

terminante ad agosto<br />

<strong>2020</strong>, cresce sia a volume<br />

(+6,6%) che a valore<br />

(+12,3%) rispetto all’anno<br />

precedente con un<br />

giro d’affari che supera<br />

i 541 milioni di euro.<br />

L’incremento positivo<br />

interessa tutti i segmenti<br />

con polpe, passate e<br />

pomodorini che segnano<br />

le migliori performance.<br />

Provenienza 100% italiana<br />

della materia prima,<br />

segmentazione regionale,<br />

qualità certificata<br />

e tracciabilità sono gli<br />

elementi chiave su cui le<br />

aziende del settore investono<br />

per valorizzare e<br />

innovare l’offerta.<br />

Il mercato dei derivati<br />

del pomodoro<br />

nell’anno terminante<br />

ad agosto<br />

<strong>2020</strong> (fonte: IRI Totale<br />

Italia Iper+Super+Lsp)<br />

ha registrato una crescita<br />

sia a volume che<br />

a valore, pari rispettivamente<br />

a +6,6%<br />

e a +12,3%, rispetto<br />

all’anno precedente,<br />

mettendo a segno<br />

vendite per oltre 541<br />

milioni di euro. Un<br />

incremento positivo<br />

che interessa tutti i<br />

segmenti, con polpe<br />

(+8,8% a vol. e +13,5%<br />

a val.), passate (+6,4<br />

a vol. e +13,4% a val.)<br />

e pomodorini (+6,1%<br />

a vol. e +10,2% a val.)<br />

che registrano il trend<br />

migliore. Chiudono i<br />

concentrati con +4,7%<br />

a vol. e +6% a val. e i<br />

pelati con +4,1% a vol.<br />

e +8,3% a val. Le vendite<br />

nella Gdo rimangono<br />

nelle mani di tre<br />

grandi player – Mutti,<br />

Conserve Italia e Petti<br />

– che coprono da soli<br />

a valore il 50,4% del<br />

mercato, mentre la<br />

private label si attesta<br />

a quota 20,3%. La<br />

forte crescita dei volumi<br />

del mercato dei<br />

derivati del pomodoro<br />

è indotta anche dall’emergenza<br />

sanitaria<br />

che ha interessato il<br />

paese nel <strong>2020</strong>: «il<br />

Covid-19 – spiega<br />

Chiara Spagna, marketing<br />

manager food<br />

Conserve Italia – ha<br />

avuto un impatto significativo<br />

sugli stili di<br />

vita e sulle abitudini<br />

alimentari degli italiani<br />

che, nei soli mesi di<br />

marzo e aprile, hanno<br />

acquistato conserve di<br />

pomodoro a un ritmo<br />

del +50% e +30% a<br />

valore e del +40% e<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 43


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

Valfrutta lancia la linea<br />

Pomodoro al Vapore<br />

L’innovazione di Conserve Italia coinvolge tutta<br />

la filiera, dalla coltivazione in campo delle<br />

materie prime fino al packaging e alla qualità<br />

del prodotto finale, cercando di valorizzare la<br />

qualità e proponendo sempre nuovi concetti di<br />

prodotto. Da qui nasce l’innovativa linea Pomodoro<br />

al Vapore Valfrutta: quattro referenze<br />

- Passata Vellutata, Polpa Gran Cubetti, Pelati,<br />

Polpa Fine - di alta qualità, uniche sul mercato,<br />

in cui il sapore naturale e genuino dei<br />

migliori pomodori è mantenuto intatto dalla<br />

delicata lavorazione a vapore. «Grazie alla<br />

tecnologia al vapore – spiega Chiara Spagna<br />

– i pomodori sono lavorati con maggiore delicatezza,<br />

per preservare al meglio le caratteristiche<br />

organolettiche della materia prima,<br />

tutta rigorosamente italiana. Si tratta di un<br />

progetto unico e distintivo, nato per portare<br />

innovazione nello<br />

scaffale delle conserve<br />

rosse e conquistare<br />

un consumatore<br />

sempre<br />

in cerca di prodotti<br />

con alte caratteristiche<br />

qualitative».<br />

+20% a volume rispetto<br />

agli stessi mesi del<br />

2019».<br />

Il super stacca gli altri<br />

canali<br />

Con il canale food service<br />

che ha subito uno<br />

stop importante in seguito<br />

alla pandemia, è<br />

il supermercato a dominare<br />

la scena rappresentando<br />

la fetta di<br />

mercato più considerevole<br />

con quota +71,2%<br />

sia a volume che a<br />

valore. Lsp, con +17,3%<br />

a volume e 17,1% a valore,<br />

e Iper, con 11,5%<br />

a volume e 11,7% a<br />

valore, registrano performance<br />

decisamente<br />

inferiori discostandosi<br />

non di molto tra loro.<br />

L’andamento per aree<br />

geografiche vede il Sud<br />

in testa con una crescita<br />

delle vendite pari<br />

a +36,2% a volume e a<br />

+29,2% a valore, seguito<br />

dal Centro+Sardegna<br />

con +27,2% vol. e<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 45


Dal campo<br />

alla bottiglia.<br />

Il segreto<br />

di tanta bontà<br />

è accorciare<br />

le distanze.<br />

RACCOLTA A<br />

DISTANZA MEDIA<br />

DI CIRCA 50 KM<br />

DALLO STABILIMENTO<br />

PROCESSO DI<br />

LAVORAZIONE<br />

CONTROLLATO E<br />

CERTIFICATO<br />

SOSTENIBILITÀ<br />

DEI PROCESSI<br />

PRODUTTIVI E DI<br />

TRASFORMAZIONE<br />

STRUMENTI<br />

DI TRACCIABILITÀ<br />

EVOLUTA<br />

50 km è la distanza media che separa il terreno di<br />

coltivazione dei nostri pomodori dagli stabilimenti dove<br />

vengono confezionati. L’innovazione al servizio della massima<br />

naturalità, una filiera corta che allunga il sapore per offrire<br />

ogni giorno un prodotto fresco, genuino e certificato.<br />

wwwpomionlineit


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

Mutti innova<br />

lo scaffale con la Polpa<br />

di Datterini<br />

Mutti amplia l’offerta del segmento polpe con la Polpa<br />

Datterini, la cui peculiarità è quella di essere realizzata<br />

con pomodoro datterino 100% italiano, una varietà dal<br />

gusto naturalmente dolce, che conferisce al prodotto<br />

un sapore delicato, morbido e avvolgente. Tagliata in<br />

polposi pezzetti e particolarmente succosa, è ideale<br />

nelle cotture brevi e perfetta per condire la pasta secca, da<br />

quelle di semola a quelle integrali e a base di legumi, e per<br />

ricette con pesce e molluschi. La referenza va ad ampliare<br />

la gamma di Polpa Mutti, affiancandosi alla Polpa di<br />

pomodoro in finissimi pezzi, caratterizzata invece<br />

da un gusto fresco, perfetta in abbinamento a<br />

pasta fresca, carne, verdure e pizza.<br />

27,6%, val. e dal Nord<br />

Ovest con +23% vol. e<br />

+26,8% val. Fanalino di<br />

coda il Nord Est, che<br />

registra +13,6% a vol. e<br />

+16,3% a val.<br />

Cresce la voglia di<br />

biologico e naturale<br />

Negli ultimi mesi prosegue<br />

la crescita del biologico,<br />

sul quale Petti ha<br />

puntato per primo e sin<br />

dal lancio nello scaffale<br />

dei rossi. «In linea con<br />

queste tendenze – afferma<br />

Pasquale Petti,<br />

direttore generale Petti<br />

– abbiamo unito nei<br />

nostri prodotti di punta<br />

della linea Bio anche la<br />

specialità della materia<br />

prima oltre a quella<br />

regionale, raggiungendo<br />

ottimi risultati con la<br />

passata e la polpa fine di<br />

pomodori datterini biologici<br />

toscani da 350 g, che<br />

rimangono un unicum<br />

sul mercato e che restano<br />

in linea anche con la<br />

crescente richiesta dei<br />

formati ad alto servizio».<br />

La grande attenzione<br />

da parte<br />

del consumatore<br />

verso referenze<br />

sane e naturali<br />

ha portato Consorzio<br />

Casalasco<br />

del Pomodoro<br />

a sviluppare<br />

prodotti a base<br />

di pomodoro a<br />

“Residuo Zero”,<br />

punto di transito<br />

per un’ulteriore<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 47


Inox Design - Milano<br />

MODENA<br />

Si sa, gli italiani di passate di<br />

pomodoro se ne intendono.<br />

È per questo che del nostro<br />

“Lampomodoro” apprezzano<br />

la genuinità, la straordinaria<br />

corposità e la naturale<br />

dolcezza. Lo sappiamo perché<br />

grazie al loro giudizio<br />

abbiamo vinto il “Quality<br />

Award”, un importante riconoscimento<br />

che ci gratifica<br />

e onora. Perché per noi il<br />

gradimento degli italiani è<br />

molto importante. E per voi?<br />

Buoni si nasce.<br />

Per la nostra passata usiamo<br />

solo pomodori cresciuti in<br />

Emilia Romagna, una terra<br />

generosa e particolarmente<br />

fertile che grazie alle ottime<br />

caratteristiche pedoclimatiche<br />

conferisce al pomodoro<br />

il tipico sapore dolce e la<br />

particolare compattezza della<br />

polpa.<br />

Piace<br />

anche all’ambiente.<br />

L’utilizzo di coltivazioni a basso<br />

impatto ambientale ha permesso<br />

ai nostri pomodori di<br />

essere certificati dal marchio<br />

“Qualità Controllata”. Una<br />

garanzia in più per l’ambiente<br />

e per la salute.<br />

La qualità premia.<br />

Il “Quality Award” è il risultato<br />

di una valutazione espressa<br />

direttamente dai consumatori<br />

chiamati a giudicare nel corso<br />

di rigorosi blind test le caratteristiche<br />

del prodotto nel suo<br />

complesso: aspetto, profumo,<br />

sapore, consistenza, ecc.<br />

Ecco come crescono<br />

i nostri pomodori.<br />

Crescita in rotazioni +48,6%<br />

(vs mkt +33.5%)<br />

Crescita vendite a volume +52.6%<br />

(vs mkt +10.6%)<br />

dati IRI I+S+LSP YTD Agosto <strong>2020</strong>


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

Qualità certificata per<br />

Le Conserve della Nonna<br />

Le Conserve della Nonna, fra le<br />

prime aziende in Italia a realizzare<br />

conserve di pomodoro in vaso di vetro<br />

trasparente, a garanzia di una<br />

bontà che prima si vede e poi si assaggia,<br />

utilizza per i propri prodotti<br />

solo varietà di pomodoro dal sapore<br />

particolarmente dolce, raccolti<br />

esclusivamente in Emilia-Romagna,<br />

coltivati con metodologie a basso<br />

impatto ambientale, che le hanno<br />

garantito anche il marchio “Qualità<br />

Controllata” della regione. «Il simbolo<br />

QC – sottolinea Lorenza Baretti,<br />

responsabile marketing<br />

prodotto comparto conservati Le<br />

Conserve della Nonna – garantisce<br />

una produzione integrata, rafforzata<br />

anche dal fatto che la maggior<br />

parte del nostro pomodoro proviene<br />

da campi situati a pochi km<br />

dal nostro stabilimento, quindi una<br />

produzione altamente sostenibile a<br />

tutela della salute del consumatore<br />

e dell’ambiente. Il particolare processo<br />

produttivo inoltre ci consente<br />

di ottenere passate particolarmente<br />

dense e corpose con<br />

un basso coefficiente<br />

Bostwich, altamente<br />

performanti in cucina.<br />

Qualità riconosciuta<br />

che ci ha permesso<br />

di vincere il Quality<br />

Award <strong>2020</strong>, un premio<br />

attribuito direttamente<br />

dai consumatori<br />

a seguito dell’assaggio<br />

del prodotto».<br />

diminuzione dell’impatto sull’ambiente<br />

e l’offerta di un prodotto<br />

eccellente: un pomodoro fresco e<br />

maturo pronto alla lavorazione senza<br />

alcun residuo di agrofarmaci. Il<br />

residuo zero rappresenta quindi<br />

un’evoluzione del prodotto<br />

convenzionale per ottenere<br />

referenze più sicure, salubri e<br />

sostenibili.<br />

Il valore aggiunto della<br />

segmentazione regionale<br />

Il mercato ha cercato di<br />

rinnovarsi e di innalzare il<br />

valore dei prodotti a scaffale<br />

puntando sulla segmentazione<br />

regionale. È quello che<br />

ha fatto Mutti con le Passate<br />

Regionali, tre diversi prodotti il<br />

cui carattere rispecchia a pieno<br />

quello del territorio in cui il pomodoro<br />

nasce: la Passata Siciliana al<br />

palato briosa e vivace, perché fatta<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 49


Le Selezioni<br />

L , eccellenze del territorio Italiano.<br />

datterino Sicilia<br />

di<br />

Cirio seleziona le migliori varietà di pomodoro, scegliendo i territori d'origine d'eccellenza.<br />

Come i Datterini di Sicilia, coltivati solo nelle zone più vocate, su terre antiche, dove il sole e il terreno<br />

li rendono straordinariamente dolci, e subito lavorati con le più moderne tecniche.<br />

Così nascono Le Vellutate di Datterino di Sicilia Cirio: prodotti eccezionali caratterizzati da una estrema<br />

dolcezza naturale, grazie alla provenienza territoriale e da una polposità e cremosità uniche:<br />

100% Sole di Sicilia, 100% Gusto e Natura.<br />

Maturati al<br />

sole di Sicilia<br />

Estrema dolcezza<br />

naturale<br />

Raccolti<br />

a mano<br />

Qualità<br />

certificata<br />

100% Pomodoro<br />

Siciliano


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

solo con pomodoro<br />

ciliegino 100% siciliano,<br />

coltivato nel territorio<br />

della Piana di<br />

Catania, nella Sicilia<br />

Sud-Orientale, ai piedi<br />

dell’Etna; la Passata<br />

Pugliese, dal carattere<br />

rustico e vigoroso<br />

perché realizzata solo<br />

con pomodoro lungo<br />

100% pugliese, coltivato<br />

nel territorio<br />

della Capitanata, nella<br />

Puglia settentrionale;<br />

la Passata Emiliana,<br />

morbida e armoniosa<br />

come il pomodoro<br />

datterino 100% emiliano<br />

da cui nasce, che<br />

proviene dal territorio<br />

delle campagne<br />

Parmensi, nel cuore<br />

dell’Emilia.<br />

Ad arricchire l’offerta<br />

troviamo anche la<br />

nuova linea Le Selezioni<br />

Cirio, un’esclusiva<br />

gamma dedicata<br />

a valorizzare l’eccellenza<br />

del territorio<br />

italiano, la qualità e<br />

l’origine della materia<br />

prima per le produzioni<br />

regionali di Puglia e<br />

Sicilia. In particolare,<br />

la novità Datterini di<br />

Sicilia Cirio, realizzata<br />

con datterini<br />

rossi e gialli,<br />

presenta una<br />

grande dolcezza<br />

naturale<br />

grazie alla<br />

provenienza<br />

territoriale,<br />

alla polposità<br />

e cremosità<br />

che la terra e<br />

il sole di Sicilia<br />

riescono a<br />

garantire.<br />

Agromonte,<br />

invece, colora lo scaffale<br />

di giallo con “I<br />

Gialli di Agromonte”,<br />

gamma che comprende<br />

anche una passata<br />

a base di pomodorini<br />

ciliegino gialli, 100%<br />

Made in Italy e 100%<br />

siciliani, coltivati in<br />

serra con metodi<br />

naturali, raccolti manualmente<br />

e lavorati<br />

entro 24 ore con procedimenti<br />

tradizionali<br />

per mantenere inalterati<br />

il sapore e le proprietà<br />

nutrizionali.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 51


Pomodoro pugliese<br />

anche per Rosso Gargano,<br />

il cui prodotto<br />

di punta è il pelato di<br />

Puglia, caratterizzato<br />

da una forma più<br />

allungata rispetto ai<br />

pelati tradizionali,<br />

tratto distintivo e tipico<br />

delle coltivazioni della<br />

provincia di Foggia.<br />

La comunicazione<br />

è sempre più digital<br />

Le numerose attività di<br />

comunicazione e marketing<br />

messe a punto<br />

dai player del comparto<br />

per sostenere i<br />

propri brand e prodotti<br />

si concentrano prevalentemente<br />

sul web, in<br />

particolare sull’utilizzo<br />

dei social network.<br />

Facebook, Instagram,<br />

Twitter,<br />

Pinterest<br />

e YouTube<br />

sono i canali<br />

scelti<br />

da Cirio per<br />

creare una<br />

forte community<br />

con<br />

la quale<br />

interagire<br />

quotidianamente,<br />

a cui si<br />

aggiunge<br />

un’intensa<br />

collaborazione<br />

con foodblogger<br />

e portali di cucina.<br />

Per quanto riguarda<br />

Mutti, l’azienda comunica<br />

su diversi media<br />

online con un tone of<br />

voice più istituzionale<br />

sui canali Linkedin<br />

e Twitter e con una<br />

comunicazione maggiormente<br />

rivolta al<br />

consumatore su Instagram<br />

e Facebook,<br />

dove il prodotto la fa<br />

da padrone. L’ultima<br />

novità, a tal proposito,<br />

è il format “Voci di<br />

Impegno” ideato per<br />

raccontare il premio<br />

dedicato a valorizzare<br />

l’eccellenza degli<br />

agricoltori conferitori<br />

di Mutti, il Pomodorino<br />

D’Oro. Per la sua<br />

21esima edizione, è<br />

stato creato un vero e<br />

proprio viaggio attraverso<br />

l’attenzione al<br />

territorio, la valorizzazione<br />

della filiera del<br />

pomodoro e il rispetto<br />

per le persone, raccontato<br />

dalla conduttrice<br />

di Radio Deejay<br />

La Pina e dal cantautore<br />

Elianto. Anche<br />

Consorzio Casalasco<br />

MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 53


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />

Per l’autunno<br />

MOLINO ROSSETTO<br />

punta sulle farine di mais<br />

In linea con i propri progetti per il <strong>2020</strong>, con l’arrivo della stagione autunnale,<br />

Molino Rossetto investe sulla propria linea di farine di mais, con un progetto<br />

di valorizzazione del packaging e della presenza sul punto vendita. L’azienda<br />

veneta guarda infatti oltre al mondo polenta, alla quale tali referenze sono inevitabilmente<br />

e quasi esclusivamente collegate, individuando nuovi e interessanti<br />

momenti e occasioni di consumo. Le Farine di Mais sono altamente versatili<br />

e possono tradursi non solo in questo piatto simbolo della stagione invernale,<br />

ma anche in una serie di interessanti ricette facili, veloci e creative, in grado di<br />

attrarre anche i consumatori più giovani e meno tradizionalisti. Un messaggio<br />

nuovo che merita di essere veicolato in modo altrettanto nuovo. Ecco perché<br />

Molino Rossetto ha scelto di vestire i due prodotti di punta della linea, ovvero<br />

la Farina di mais per Polenta Bramata e la Farina di Mais per Polenta Istantanea,<br />

entrambe frutto di una filiera 100% italiana, con l’innovativo contenitore<br />

“Vpack”, la rivoluzionaria confezione moderna e sostenibile ideata dall’azienda<br />

in collaborazione con Italpack. Realizzato in carta FSC®, con tappo apri-chiudi<br />

in plastica bio-based, è resistente, facile da stivare, completamente riciclabile,<br />

ma soprattutto richiudibile, consentendo di conservare il prodotto in modo pratico,<br />

senza effettuare travasi in appositi contenitori. Inoltre, la finestra laterale<br />

mostra a colpo d’occhio e senza ausilio di bilance il quantitativo rimanente suddiviso<br />

per porzioni, facilitando così il dosaggio. Grazie alla presa sicura dovuta<br />

alla caratteristica forma “a V” della confezione e al tappo dosatore, poi, può<br />

essere versata facilmente nell’acqua di cottura mentre si mescola con la frusta,<br />

con un alto livello di servizio per il consumatore. A queste si affiancano altre<br />

referenze, che consentono di allestire uno scaffale davvero completo in grado<br />

di rispondere alle diverse esigenze dei consumatori. Si va infatti dalle classiche<br />

Farina di Mais per Polenta Bramata Gialla e Farina di Mais per Polenta Bianca,<br />

alle “speciali”. Tra queste, Farina di mais per Polenta Integrale senza glutine<br />

Bio e Farina di Mais per Polenta Fioretto, Farina di Mais per Polenta Istantanea<br />

Gialla, Farina di Mais per Polenta Istantanea Bianca, la speciale Farina di Mais<br />

e Grano Saraceno per Polenta Taragna Istantanea oltre ai Preparati per Polenta<br />

ai Formaggi e per Polenta ai Funghi Porcini.<br />

Tutte referenze interessate da un restyling in linea con le scelte estetiche adottate<br />

per i “Vpack” – trama grafica che rimanda al filato grezzo della juta e oblò<br />

che mostra il contenuto - con l’intento di creare una comunicazione di linea<br />

coerente e una macchia a scaffale altamente riconoscibile per i consumatori. A<br />

disposizione delle insegne, inoltre, anche un espositore dedicato da 45 pezzi.


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

del Pomodoro punta<br />

fortemente sulla<br />

comunicazione digital:<br />

«Il web – afferma<br />

Fabrizio Fichera, direttore<br />

marketing di<br />

Consorzio Casalasco<br />

del Pomodoro – assorbe<br />

l’80% dei nostri<br />

investimenti, sia in<br />

Italia sia nel mondo,<br />

da oltre due anni.<br />

La creazione di una<br />

piattaforma digitale<br />

multi-paese, con 13<br />

siti dedicati ai mercati<br />

strategici e più importanti<br />

per il marchio<br />

Pomì ne è una tangibile<br />

testimonianza.<br />

Sul portale sono disponibili<br />

contenuti in<br />

8 lingue diverse, ricchi<br />

di informazioni su prodotti,<br />

azienda e filiera,<br />

con ricette originali,<br />

notizie e curiosità».<br />

Maggiori risorse in<br />

ambito digital anche per<br />

Petti, a partire proprio<br />

dai social network. Dal<br />

prossimo autunno l’azienda<br />

conta di lanciare<br />

nuove campagne di collaborazione<br />

con blogger<br />

e influencer del settore<br />

sfruttando al massimo<br />

le potenzialità dei mezzi<br />

online per consolidare<br />

ulteriormente il dialogo<br />

diretto e il rapporto di<br />

fiducia instaurati con i<br />

consumatori.<br />

Anicav valorizza la filiera del pomodoro da industria<br />

L’Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali<br />

in questi anni sta lavorando intensamente per un recupero reputazionale<br />

del settore e a tal fine ha commissionato nel 2019 a Reputation<br />

Institute - società leader mondiale specializzata in corporate<br />

reputation - uno studio che ha analizzato il legame emotivo degli italiani nei confronti delle conserve<br />

di pomodoro e delle aziende, identificando i driver reputazionali per consolidare il posizionamento<br />

e l’immagine del comparto. «È fondamentale – dichiara Giovanni De Angelis, direttore generale<br />

Anicav – riuscire a comunicare al consumatore gli “aspetti positivi” della filiera: tracciabilità,<br />

eticità, sostenibilità ambientale, qualità e salubrità. L’obiettivo dovrà essere quello di allontanare il<br />

pomodoro dal concetto di commodity a basso costo, puntando sulla formazione di un consumatore<br />

consapevole, disposto a pagare un premium price nel quale sia compreso il benessere sociale e in<br />

grado di riconoscere gli sforzi della filiera in tema di sostenibilità». Inoltre, Anicav ed EZ Lab, pmi innovativa<br />

specializzata in soluzioni digitali avanzate per il settore smart agri-food, hanno dato il via al<br />

progetto sperimentale “Tomato Blockchain” che, grazie all’impiego della tecnologia blockchain, punta<br />

a valorizzare la produzione del pomodoro di qualità, garantendone l’origine, la sicurezza e i valori<br />

sociali da trasferire al consumatore finale, certificando tutti i passaggi del processo di produzione e<br />

trasformazione.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 55


Quando tutti dicono tondo<br />

e tu dici quadrato<br />

Scopri di più su mortadellabologna.com<br />

Perché sai quello che vuoi.<br />

Mortadella Bologna è fatta in Italia da sole aziende italiane<br />

nel rispetto del Disciplinare di produzione ed è garantita e protetta dal Consorzio di Tutela.<br />

Il marchio IGP attesta la sua qualità e il forte legame con il territorio di produzione.<br />

Per questo piace proprio a tutti.<br />

Buona per ogni momento.<br />

Finalmente<br />

Ad ottobre con Mortadella Bologna IGP vinci un premio ogni giorno! *<br />

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MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

Princes in prima linea per garantire un futuro<br />

sostenibile alla filiera<br />

La sostenibilità guida l’operato di Princes Industrie Alimentari,<br />

società che gestisce a Foggia il più grande stabilimento in Europa<br />

per la trasformazione del pomodoro e parte di Princes,<br />

primario gruppo internazionale del food&beverage del Regno<br />

Unito. Nel febbraio 2019, l’azienda ha infatti siglato con Coldiretti<br />

uno storico accordo nazionale di filiera per la sostenibilità<br />

e l’etica della filiera “Pomodoro 100% Italiano”, con l’obiettivo<br />

di dare nuova competitività a un comparto strategico per l’agricoltura<br />

italiana e garantire un futuro sostenibile e duraturo<br />

a tutta la filiera, dal punto di vista economico, ambientale e<br />

sociale. «Il nostro è un impegno concreto e a 360°: abbiamo<br />

sempre lavorato e investito – spiega<br />

l’AD di Princes, Gianmarco<br />

Laviola – per garantire il rispetto<br />

dei diritti umani dei lavoratori in<br />

tutta la filiera, anche al di fuori dei<br />

nostri cancelli. Nell’ambito di questo<br />

focus sulla sostenibilità etica<br />

abbiamo lanciato dal 2018 il programma<br />

“Lavoro senza frontiere”,<br />

in collaborazione con la Caritas di<br />

Foggia, che prevede l’assunzione in<br />

azienda di migranti per dare loro<br />

non solo un’opportunità di lavoro<br />

ma anche di integrazione nella società<br />

in cui viviamo».<br />

fidelizzati secondo modalità<br />

certificate. Mutti<br />

è stata la prima realtà<br />

a certificare i suoi<br />

prodotti con il marchio<br />

“Produzione Integrata<br />

Certificata” e, a partire<br />

dal 2001, ha ottenuto<br />

la dichiarazione “non<br />

ogm”. Inoltre, dal 2016<br />

ha raggiunto la completa<br />

certificazione di<br />

tracciabilità di filiera,<br />

secondo la norma internazionale<br />

Iso 22005<br />

a garanzia della provenienza<br />

del pomodoro.<br />

Trasparenza e<br />

attenzione all’impatto<br />

ambientale anche per<br />

Consorzio Casalasco<br />

e le aziende agricole<br />

socie: alcuni mesi<br />

fa è stato pubblicato<br />

il nuovo Bilancio di<br />

Sostenibilità 2019, un<br />

documento particolarmente<br />

dettagliato col<br />

quale la cooperativa si<br />

impegna a condividere<br />

pubblicamente aspetti<br />

etici, ambientali e di<br />

gestione operativa per<br />

trasferire i valori coi<br />

quali opera da anni.<br />

Cresce l’attenzione<br />

verso tracciabilità e<br />

impatto ambientale<br />

La crescente sensibilità<br />

nei confronti della<br />

sostenibilità orienta<br />

le scelte delle aziende<br />

che operano nel comparto.<br />

Per Mutti sostenibilità<br />

significa anche<br />

qualità dei prodotti e<br />

dei processi produttivi:<br />

l’azienda utilizza esclusivamente<br />

pomodoro di<br />

origine 100% italiana,<br />

coltivato da agricoltori<br />

La sostenibilità passa<br />

anche dal packaging<br />

Attenzione verso l’ambiente<br />

e innovazione<br />

sembrano andare di<br />

pari passo quando si<br />

parla di packaging.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 57


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

Sono molte, infatti, le<br />

aziende che lavorano<br />

da anni sulla realizzazione<br />

di imballi poco<br />

impattanti e sempre<br />

più green. «La sostenibilità<br />

– afferma<br />

Giuseppe Tammaro,<br />

direttore commerciale<br />

Italia La Doria – è un<br />

tema centrale per la<br />

nostra cultura organizzativa<br />

che guida tutti<br />

i processi aziendali,<br />

dalla selezione della<br />

materia prima fino al<br />

prodotto finito. Siamo<br />

rivolti sempre più alla<br />

realizzazione di prodotti<br />

bio, derivanti da<br />

agricoltura sostenibile<br />

e rispettosa del pianeta.<br />

Inoltre, produciamo<br />

internamente scatole<br />

e coperchi in banda<br />

stagnata, un materiale<br />

totalmente riciclabile e<br />

all’infinito che ci consente<br />

di confezionare i<br />

nostri prodotti riducendo<br />

le emissioni di CO₂<br />

relative al trasporto dei<br />

materiali provenienti<br />

da fornitori esterni».<br />

Le etichette dell’azienda<br />

sono inoltre stampate<br />

con vernice ad<br />

acqua, per ridurre al<br />

minimo gli impatti ambientali<br />

di ogni singolo<br />

pezzo realizzato negli<br />

stabilimenti. Investimenti<br />

in questo senso<br />

anche per Conserve<br />

Italia che sta lanciando<br />

in questi mesi prodotti<br />

con packaging più<br />

sostenibili che comprendono<br />

bottiglie con<br />

50% di plastica riciclata<br />

e confezioni in Tetra<br />

Crystal che riducono<br />

del 13% le emissioni di<br />

CO₂ rispetto a quelle<br />

standard. Particolare<br />

attenzione alle confezioni<br />

per Petti, che per<br />

la campagna da pomodoro<br />

fresco <strong>2020</strong> ha<br />

scelto nuove etichette<br />

in carta patinata con<br />

fibre riciclate al 30% e<br />

di provenienza garantita<br />

FSC per il restante<br />

CONSERVE RISPOLI SCEGLIE<br />

LE CONFEZIONI IN TETRA RECART<br />

Rispoli Luigi & C., azienda familiare<br />

fondata nel 1969 e specializzata<br />

nella lavorazione di pomodoro<br />

100% italiano, un paio di anni fa<br />

ha intrapreso una nuova sfida: produrre<br />

pomodori pelati e pomodorini<br />

biologici confezionati in Tetra<br />

Recart, un packaging in grado di<br />

garantire massimo rispetto per la naturalità<br />

dei pomodori per offrire al<br />

consumatore un prodotto salutare,<br />

gustoso e a basso impatto ambientale.<br />

Le nuove confezioni Tetra Pak di<br />

Valle del Cilento, disponibili in Gdo<br />

nei formati da 390 g e 500 g, sono<br />

composte prevalentemente da carta<br />

garantita FSC, una risorsa naturale<br />

e rinnovabile. Questo tipo di packaging<br />

consente di limitare le emissioni<br />

di CO 2 nell’ambiente: confezionare<br />

1Kg di polpa in Tetra<br />

Recart impatta,<br />

in termini di emissioni<br />

di CO 2 , circa<br />

cinque volte meno<br />

rispetto a confezioni<br />

in vetro o lattina<br />

di acciaio.<br />

70%, nel rispetto di una corretta<br />

gestione delle risorse<br />

forestali, realizzata in modo<br />

completamente sostenibile.<br />

Questa caratteristica distintiva<br />

sarà riconoscibile sui prodotti<br />

grazie a un logo dedicato che<br />

riporta l’indicazione internazionale<br />

“Manufactured from<br />

recycled paper”.n<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 59


RETAIL INNOVATIONS <strong>DM</strong>M<br />

Caso in anteprima dalla ricerca internazionale ‘Retail Innovations 15’<br />

Area chiave: Omni experience<br />

Tendenze complementari:<br />

Rational experience; Grammable<br />

KaveHome.com<br />

Spagna<br />

Il primo DNVB (Digital Native Vertical Brand)<br />

ad applicare le logiche del fast-fashion<br />

al settore dell’arredo-design, con uno stile<br />

e un posizionamento in grado di attrarre<br />

Millennial e amanti del buon gusto.<br />

Info chiave<br />

2013: lancio ecommerce<br />

48 ore massimo per le consegne<br />

2019: vendite in 6 Paesi EU<br />

40 nuovi prodotti inseriti ogni settimana<br />

2019: primo negozio Barcellona<br />

1.000 mq<br />

2 piani<br />

3 negozi in Spagna<br />

€ 15 mln 2018 (+ 80%)<br />

Julià Grup<br />

1982: inizio attività<br />

65 Paesi<br />

35 mln €: fatturato 2018<br />

60 <strong>DM</strong> MAGAZINE


RETAIL INNOVATIONS <strong>DM</strong>M<br />

Kave Home Italia<br />

2017: lancio ecommerce<br />

2019: 5 shop in shop<br />

Kave Home nasce dall’idea di un’azienda<br />

catalana di mobili con 37 anni di attività,<br />

Julià Grup: vendere online prodotti di design<br />

a un prezzo ragionevole e con un costante<br />

aggiornamento del catalogo.<br />

Rational experience<br />

Il sito ecommerce ha tutte le funzionalità<br />

che ci si aspetta da un retailer nativo digitale:<br />

facilità di navigazione, adeguata presenza<br />

di filtri, chat per assistenza live, recensioni<br />

dei clienti, informazioni e immagini<br />

complete sui prodotti, dettagli chiari sulla<br />

consegna e sulla politica di reso, attenzione<br />

per lo storytelling , contenuti editoriali e<br />

molto altro ancora. Le consegne sono rapide<br />

rispetto agli standard del settore, entro<br />

le 48 ore.<br />

Omni-experience<br />

Come tutti i principali etailer anche Kava<br />

Home ha deciso col tempo di aprire negozi<br />

fisici: il primo a Barcellona nel 2019. Rivolto<br />

soprattutto ai Millennial, ne intercetta il<br />

desiderio di sensorialità nei confronti dei<br />

prodotti di arredo che sono esposti in 14<br />

ambienti dislocati su due piani e integrati<br />

con un ‘online bar’ per accedere al catalogo<br />

digitale con l’intero assortimento.<br />

Ai clienti in negozio viene chiesto di fornire<br />

la propria email per effettuare gli acquisti,<br />

proprio come avviene online, per tenere<br />

traccia delle abitudini di acquisto e impostare<br />

relazioni personalizzate.<br />

Grammable<br />

L’ambiente curato in ogni dettaglio, la costante<br />

attenzione per i design trend che si<br />

riflette nelle nuove linee proposte con 40<br />

nuovi prodotti ogni settimana e nel visual<br />

merchandising delle ambientazioni rendono<br />

il negozio particolarmente instagrammabile.<br />

Kave ha anche impostato un programma<br />

di affiliazione per Instagrammer e blogger<br />

digitali che possono diventare ambasciatori<br />

del brand.<br />

Commento finale Kiki Lab<br />

Kave è un’interessante<br />

esempio di DNVB (Digital<br />

Native Vertical Brand) che<br />

per la prima volta applica<br />

nel settore dell’arredodesign<br />

le logiche del fastfashion.<br />

Dopo quello di<br />

Barcellona ha già aperto<br />

altri due negozi a Madrid e<br />

a Vigo e prevede di aprirne<br />

altri 20 nei prossimi due<br />

anni. Sfida: integrare in<br />

modo fluido le esperienze<br />

on e off dei clienti.n<br />

Autore: Fabrizio Valente,<br />

founder e amministratore<br />

di Kiki Lab – Ebeltoft Italy<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 61


DIGITAL CLUB/RETAIL <strong>DM</strong>M<br />

Lo SMARTPHONE<br />

entra in negozio<br />

(parte 8a)<br />

Le modificate abitudini dei consumatori a seguito del COVID potrebbero influenzare gli andamenti dei<br />

prossimi mesi. Una maggior predisposizione all’uso dei propri dispositivi, più tempo speso on-line invece<br />

che all’interno dei negozi, che impatto avranno?<br />

Dopo una pausa di tre mesi<br />

per parlare della pandemia,<br />

in attesa dei suoi sviluppi<br />

autunnali che ci auguriamo<br />

non nefasti, proviamo a riprendere<br />

il filo su smartphone<br />

e negozi. Negli articoli precedenti<br />

qui su <strong>DM</strong> <strong>Magazine</strong><br />

abbiamo visto diversi aspetti.<br />

Partendo dal quesito fondamentale:<br />

quanto è disruptive<br />

lo smartphone per il negozio?<br />

Che speriamo sia archiviato<br />

come storico, poiché il punto<br />

non è se e come vivere la<br />

sfida, quanto saperne cogliere<br />

le opportunità al meglio.<br />

Per molti la reazione è stata<br />

pensare o realizzare una propria<br />

app come le difficoltà<br />

che abbiamo analizzato, la<br />

principale il basso tasso di<br />

adozione da parte dei clienti<br />

senza un chiaro beneficio di<br />

ritorno. Integrare il pagamento<br />

una strada possibile,<br />

ma non sufficiente da sé,<br />

con qualche eccezione positiva,<br />

più però nella ristorazione<br />

che nel retail.<br />

Un altro filone da seguire<br />

per far conoscere la<br />

propria app e incentivarne<br />

l’uso è legarla ai programmi<br />

di loyalty, dove però bisogna<br />

saper andare oltre la pura<br />

dematerializzazione della<br />

tessera, e integrare le possibilità<br />

in più che il digitale<br />

consente. Abbiamo poi visto<br />

alcuni dati sull’uso della app<br />

per sostituire il volantino cartaceo<br />

e come anche qui sia<br />

necessario fornire un valore<br />

aggiunto consistente per non<br />

soccombere nel confronto dei<br />

siti (e delle app) degli aggregatori<br />

di promozioni.<br />

Analizzando i dati di alcune<br />

ricerche di mercato abbiamo<br />

visto cosa si aspettano i<br />

clienti: controllare la disponibilità<br />

di un prodotto prima<br />

di recarsi nel punto vendita,<br />

poter acquistare anche via e-<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 63


DIGITAL CLUB/RETAIL <strong>DM</strong>M<br />

commerce un prodotto visto<br />

e/o provato in negozio e ricevere<br />

ulteriori informazioni<br />

sul prodotto stesso (incluse<br />

altre versioni, taglie o colori<br />

nel caso dell’abbigliamento).<br />

Ciò ci ha portato a ragionare<br />

su tecnologie come il proximity<br />

marketing o l’Rfid andando<br />

a vedere casi concreti<br />

d’uso e di successo. Casi che<br />

sono per fortuna anche in<br />

Italia, e non solo oltreoceano<br />

come spesso avviene.<br />

Menzione a parte merita il<br />

tradizionale SMS che è stato<br />

rinverdito con molto successo<br />

da alcuni retailer per<br />

semplificare l’interazione<br />

con i propri clienti.<br />

Tornando invece alle app,<br />

ma anche qui ci sono casi<br />

con SMS o Whatsapp, altre<br />

funzioni integrabili riguardano<br />

il self-checkout o la realtà<br />

aumentata per arricchire<br />

l’etichetta di un prodotto. A<br />

queste aggiungo la mia idea<br />

sull’uso dello smartphone<br />

per aiutare il cliente a localizzare<br />

un prodotto all’interno<br />

del punto vendita, in<br />

particolare nel settore della<br />

grande distribuzione organizzata.<br />

Una funzione che<br />

potrebbe aiutare le insegne<br />

ad allargare il numero di<br />

referenze, per far fronte alla<br />

concorrenza specializzata<br />

on-line, senza complicare<br />

troppo le disposizioni a<br />

scaffale.<br />

Sempre per la gdo abbiamo<br />

visto alcuni casi<br />

in cui l’app può integrare dei<br />

servizi al banco o, tornando<br />

per un attimo alla pandemia,<br />

la gestione delle code. E proprio<br />

le modificate abitudini dei<br />

consumatori a seguito del covid<br />

potrebbero influenzare gli<br />

andamenti dei prossimi mesi.<br />

Una maggior predisposizione<br />

all’uso dei propri dispositivi,<br />

più tempo speso on-line invece<br />

che all’interno dei negozi,<br />

che impatto avranno? Chi sarà<br />

più veloce non solo ad adeguare<br />

la propria offerta digitale,<br />

ma soprattutto ad allineare<br />

i propri processi con essa?<br />

Nei prossimi appuntamenti<br />

torneremo a parlarne,<br />

emergenza sanitaria permettendo.<br />

Torneremo anche a<br />

guardare i casi internazionali<br />

più significativi, da Sears a<br />

Net-A-Porter, da Starbucks<br />

a Nike. Sono settori merceologici<br />

anche molto diversi fra<br />

di loro, possiamo però estrapolare<br />

la logica di servizio,<br />

il beneficio per il cliente per<br />

trovare nuove idee per altre<br />

applicazioni sia in contesti<br />

simili che in altre tipologie di<br />

commercio.n<br />

Paolo Pelloni<br />

Digital Club/Retail<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 65


CUSTOMER <strong>DM</strong>M<br />

La comunicazione<br />

nella CX<br />

La Customer Experience<br />

è fattore critico di successo<br />

per i Brand.<br />

Le marche devono attivarsi<br />

decisamente per<br />

ascoltare e capire come i<br />

propri clienti percepiscono<br />

e entrano in contatto<br />

con i valori del Brand,<br />

che devono poi ritrovarsi<br />

in tutto l’ecosistema di<br />

comunicazione.<br />

Sembra strano, ma ancora<br />

oggi i Brand pensano<br />

troppo spesso in ottica<br />

“marca-centrica”, riducendo<br />

al minimo l’attenzione<br />

al cliente finale.<br />

Oggi invece, e su questo<br />

dobbiamo riflettere,<br />

si è ribaltata la piramide<br />

dell’influenza (fonte: Edelman<br />

2016). Siamo passati<br />

da una posizione in cui chi<br />

aveva potere e chi influenzava<br />

era al vertice della<br />

piramide “insieme”, oggi le<br />

due anime si sono “sdoppiate”<br />

e sequanzializzate.<br />

Chi influenza ha un volume<br />

rilevante (85% della popolazione)<br />

con un Trust Index<br />

di 48% (mass population)<br />

versus Authoriy che rappresenta<br />

il 15% della popolazione<br />

(Informed public)<br />

con il 60% di Trust Index.<br />

La Customer Experience è<br />

quindi fattore critico di successo<br />

per i Brand.<br />

Le marche devono attivarsi<br />

decisamente per<br />

ascoltare e capire come i<br />

propri clienti percepiscono<br />

e entrano in contatto con i<br />

valori del brand, che devono<br />

poi ritrovarsi in tutto l’ecosistema<br />

di comunicazione e<br />

ancora di più in tutti i touch<br />

point fisici e digitali. Il cliente<br />

finale “vive” i valori in due<br />

dimensioni (psicologica e<br />

fisica/esperienziale) e quindi<br />

quanto espresso nella brand<br />

equity non può mancare nei<br />

punti vendita di qualsiasi<br />

categoria merceologica.<br />

66 <strong>DM</strong> MAGAZINE


CUSTOMER <strong>DM</strong>M<br />

I valori di marca si devono<br />

inserire in una strategia<br />

di Customer Experience<br />

chiara e ben definita e che,<br />

a differenza delle attività<br />

marketing fino a oggi utilizzate<br />

(in logica outbound)<br />

deve essere più customer<br />

centrica, conversazionale<br />

(Inbound). La Customer<br />

Experience parte infatti dal<br />

cliente, dai suoi bisogni evidenti<br />

e latenti, e la marca<br />

deve “sintonizzarsi” con<br />

queste esigenze.<br />

Il Customer Experience<br />

Management è il processo<br />

per gestire strategicamente<br />

tutte le esperienze<br />

dei clienti con la Marca e<br />

i loro punti in comune. Il<br />

C.E.M. è quindi un concetto<br />

fortemente orientato al<br />

cliente, al cui centro sta<br />

il cliente stesso, l’analisi<br />

dell’esperienza del cliente<br />

e i punti di contatto tra<br />

questo e la marca; questo<br />

permette di sviluppare una<br />

strategia per il customer<br />

e un’implementazione<br />

nel rapporto con la marca<br />

all’altezza delle richieste.<br />

(Bernd Schmitt, 2009). Il<br />

segreto per una Customer<br />

Experience Strategy<br />

è quella di comprendere a<br />

fondo come interagiscono<br />

i clienti con la marca, con i<br />

valori della marca e come<br />

riuscire a veicolare nel<br />

migliore dei modi il brand<br />

value all’interno dei canali<br />

di comunicazione di cui si<br />

dispone. Oltre ad analisi<br />

qualitative, esperienziali,<br />

etnografiche, l’ingresso<br />

sulla scena dei big data ci<br />

rende più facile comprendere<br />

come progettare e<br />

veicolare il messaggio nei<br />

diversi punti di contatto;<br />

questo consente<br />

di passare i giusti<br />

valori ai giusti clienti,<br />

di creare loyalty, di<br />

restituire una conoscenza<br />

e consapevolezza<br />

distintiva del<br />

brand.<br />

Lo scopo della Customer<br />

Experience<br />

è quella di essere<br />

positiva per l’utente,<br />

di lasciare sempre<br />

una esperienza gratificante,<br />

unica, affinché la relazione<br />

sia vantaggiosa; cosi<br />

facendo è molto più probabile<br />

che il cliente diventi leale<br />

e faccia più acquisti. Da<br />

uno studio di Oracle risulta<br />

che il 74% dei manager che<br />

si occupano di marketing<br />

in azienda, pensano che la<br />

Customer Experience sia<br />

impattante sulla volontà di<br />

un consumatore di essere<br />

leale a un brand. E anche<br />

le statistiche riguardanti i<br />

consumatori spingono verso<br />

questa interpretazione.<br />

I social sono i più grandi<br />

inglobatori di informazioni<br />

e di conversazioni: il mondo<br />

digitale per sua natura<br />

riduce il time to market e<br />

di conseguenza deve essere<br />

ridotto anche il tempo di<br />

risposta.<br />

Coltivare queste relazioni<br />

vuol dire anche<br />

portare il cliente ad essere<br />

esso stesso un brand ambassador,<br />

capace di divulgare<br />

i valori e la filosofia<br />

del brand tra i propri contatti.<br />

Risposte immediate,<br />

quindi, e una customer<br />

care pensata e studiata<br />

nei dettagli, permette ai<br />

brand di creare un nuovo tipo<br />

di Customer Experience, che<br />

faccia sentire il cliente ascoltato,<br />

sono forse oggi il veicolo<br />

migliore per interagire con il<br />

proprio cliente, un touch point<br />

fondamentale per far sentire<br />

la presenza del brand con<br />

tutti i suoi valori.<br />

Creare una connessione<br />

emotiva con il proprio<br />

consumatore, dopo aver<br />

compreso esattamente chi<br />

è e cosa cerca, analizzare i<br />

dati e riuscire ad arrivare e a<br />

rendere felice il cliente è sicuramente<br />

fondamentale per<br />

la creazione di una Customer<br />

Experience Strategy vincente.<br />

culturali non saranno modesti,<br />

multidimensionali, globalizzati,<br />

cross generazionali (7 generazioni<br />

al momento nel pianeta),<br />

avviluppati, incrociati, intersecati,<br />

mescolati con tanto altro<br />

crea una ambiente complesso.<br />

I clienti finali saranno diversi<br />

da come ce li aspettiamo e<br />

dovremo predisporre soluzioni<br />

alternative se desideriamo<br />

competere e avere continuità<br />

(e ribadiamo, solo nell’ambito<br />

consumer).n<br />

Marco Zanardi<br />

Presidente Retail Institute<br />

e Partner Beready<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 67


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

OLIO E ACETO:<br />

il mercato accelera su tracciabilità e qualità<br />

Andamento positivo per il comparto nell’anno terminante<br />

ad agosto <strong>2020</strong>: l’olio mostra un incremento delle vendite<br />

del +9,8% a volume e del +5,3% a valore sull’anno precedente,<br />

con olio extravergine di oliva e olio di semi che trainano<br />

le vendite. Sorride anche il mercato dell’aceto con<br />

una crescita sia a volume (+8,7%) che a valore (+2,7%).<br />

Prodotti biologici, alta qualità della materia prima 100%<br />

italiana, tracciabilità certificata e novità che strizzano l’occhio<br />

ai trend salutistici vivacizzano il mercato.<br />

Dopo alcuni anni<br />

di difficoltà, il<br />

mercato olio e<br />

aceto ha mostrato<br />

importanti segni<br />

di ripresa nel 2019 per<br />

poi registrare nel <strong>2020</strong><br />

performance nel complesso<br />

positive. In particolare,<br />

l’olio mostra un<br />

incremento delle vendite<br />

del +9,8% a volume e del<br />

+5,3% a valore sull’anno<br />

precedente (fonte: IRI Totale<br />

Italia Iper+Super+LSP<br />

AT agosto <strong>2020</strong>). Al suo<br />

interno, l’olio extravergine<br />

di oliva registra il trend<br />

di crescita maggiore con<br />

+10% a volume e +4,4 a<br />

valore, seguito dall’olio di<br />

semi che segna un incremento<br />

pari a +9,9% a<br />

volume e +10,4% a valore.<br />

L’olio di oliva, invece,<br />

registra +7,4% a volume<br />

e -1,6% a valore, mentre<br />

quello di sansa segna<br />

68 <strong>DM</strong> MAGAZINE


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

+2,1% a volume e -12,9% a<br />

valore. Il comparto, inoltre,<br />

si caratterizza per l’importante<br />

peso della private<br />

label, che detiene infatti<br />

la quota di mercato maggiore.<br />

«Se analizziamo il<br />

primo semestre del <strong>2020</strong><br />

– dichiara Manuel Sirgiovanni,<br />

direttore divisione<br />

consumer Oleificio Zucchi<br />

–, per quanto riguarda la<br />

categoria oliva, vediamo<br />

che il biologico continua<br />

la sua crescita, anche se<br />

in leggero rallentamento<br />

rispetto al passato. Dal<br />

punto di vista della provenienza,<br />

il segmento<br />

maggiormente in crescita<br />

è il 100% italiano, che<br />

registra un aumento di più<br />

del 40%, favorito anche da<br />

un posizionamento prezzo<br />

più competitivo rispetto<br />

agli anni scorsi. Sempre in<br />

termini di posizionamento<br />

prezzo, notiamo che il<br />

mercato nei primi sei mesi<br />

dell’anno si è polarizzato<br />

sugli estremi dell’offerta,<br />

favorendo la crescita dei<br />

segmenti premium e superpremium<br />

da una parte<br />

e low price dall’altra, a<br />

scapito della fascia mainstream».<br />

Bene anche gli<br />

oli di semi, che in questa<br />

fase di crescita generale,<br />

mostrano performance<br />

particolarmente brillanti<br />

nel segmento arachide<br />

e girasole, con il trend<br />

positivo del girasole altoleico.<br />

Aree geografiche e canali<br />

distributivi<br />

Per quanto riguarda<br />

l’andamento per aree<br />

geografiche, il Nord-ovest<br />

risulta in crescita del<br />

+26,3% a volume e del<br />

+30% a valore, mentre il<br />

Nord-est segna +19,4 a<br />

volume e +22,2% a valore.<br />

L’area Centro+Sardegna<br />

segna +26,7% a vol. e<br />

+26,8% a val. e il Sud registra<br />

+27,7 a vol. e +21%<br />

a val. Il canale Supermercato<br />

presidia la fetta di<br />

mercato più considerevole<br />

(+72,5% a volume e<br />

+72,4% a valore), staccando<br />

di molto Lsp (+16,1%<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 69


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

a volume<br />

e +15,3%<br />

a valore) e<br />

Iper (+11,4%<br />

a volume<br />

e +12,3% a<br />

valore). Oltre<br />

al discount,<br />

che continua il suo percorso<br />

di espansione, anche<br />

le vendite online diventano<br />

sempre più rilevanti,<br />

come conferma Stefano<br />

Checcarelli, brand manager<br />

di Costa d’Oro: «l’ecommerce<br />

è stato l’altro<br />

grande canale che ha visto<br />

crescere in modo netto<br />

la sua importanza a causa<br />

della limitazione degli<br />

spostamenti, ma in questo<br />

caso l’aspettativa è di una<br />

crescita solida, simile a<br />

quella che le vendite digitali<br />

hanno avuto nelle altre<br />

categorie del non-food».<br />

Italianità e tracciabilità,<br />

driver d’acquisto<br />

Garanzia d’origine della<br />

materia prima e tracciabilità<br />

sono due aspetti<br />

molto importanti nella fase<br />

di acquisto. Proprio per<br />

questo i principali player<br />

del comparto propongono<br />

prodotti di cui è possibile<br />

conoscere la provenienza<br />

in modo chiaro e<br />

trasparente, soprattutto<br />

per quanto riguarda<br />

il segmento dell’olio<br />

extravergine di oliva.<br />

All’inizio del <strong>2020</strong> Costa<br />

d’Oro ha lanciato i nuovi<br />

extra vergine 100% Italiani<br />

- Il Grezzo, Il Grezzo<br />

Bio e L’Italiano - con<br />

un sistema di tracciabilità<br />

certificata dell’origine<br />

del prodotto. «Costa<br />

d’Oro – afferma Stefano<br />

Checcarelli – ha sviluppato<br />

un sistema unico<br />

per il dettaglio delle<br />

informazioni che il consumatore<br />

è in grado di<br />

ottenere autonomamente.<br />

Questi oli extravergine<br />

sono prodotti secondo lo<br />

standard di tracciabilità<br />

di prodotto ISO 22005,<br />

con qualità garantita<br />

dalla Specifica Tecnica di<br />

Prodotto 8 Rev.7 di DNV,<br />

dove troviamo parametri<br />

più restrittivi rispetto<br />

a quelli di legge». Nel<br />

secondo semestre <strong>2020</strong><br />

è stata lanciata la Selezione<br />

Italiana Monini,<br />

una prestigiosa selezione<br />

di oli extravergine di<br />

qualità, ottenuti da olive<br />

acquistate e frante esclu-<br />

Farchioni valorizza le Dop italiane<br />

La storica azienda umbra ha confermato anche nel 2019<br />

la posizione di testa nella grande distribuzione italiana<br />

già raggiunta nel 2017 e mantenuta nel 2018, registrando<br />

numeri da record per il numero di bottiglie vendute:<br />

30milioni in tutto, pari all’11% del volume totale delle<br />

vendite di olio evo in Italia nel segmento distribuzione<br />

moderna. Oltre ai risultati positivi dell’olio Farchioni<br />

Classico e de Il Casolare, numeri soddisfacenti arrivano<br />

anche dalla linea delle Dop Italiane. «La<br />

superficie degli oliveti aziendali di proprietà<br />

– dichiara Giampaolo Farchioni, manager<br />

dell’omonima azienda – conta<br />

attualmente 450 ettari ripartiti tra Umbria,<br />

Lazio, Puglia e Toscana. Questi territori<br />

donano olio di grande carattere che offriamo<br />

ai nostri clienti anche come Dop locale,<br />

nel rispetto delle caratteristiche aromatiche<br />

e sensoriali delle cultivar autoctone». La<br />

gamma si compone di: Dop Umbria Colli<br />

Martani, fruttato medio; Dop Terra di Bari<br />

Castel del Monte, fruttato intenso; Dop Riviera<br />

Ligure, delicato e dolce; Dop Chianti<br />

classico, equilibrato e armonico.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 71


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

sivamente in Italia. «La<br />

gamma – afferma Andrea<br />

Marchelli, direttore marketing<br />

Monini – è sottoposta<br />

a tracciabilità per<br />

consentire al consumatore<br />

di conoscere il luogo di<br />

provenienza del prodotto<br />

acquistato attraverso un<br />

QR code posto in etichetta.<br />

In questo modo è possibile<br />

offrire referenze di qualità<br />

eccellente, controllate e<br />

garantite dal Consorzio<br />

Extravergine di Qualità<br />

(CEQ), un organismo<br />

che definisce le regole e<br />

le procedure per un olio<br />

extravergine sempre perfetto<br />

per proprietà nutrizionali,<br />

gusto e sapore».<br />

La gamma si compone<br />

degli extravergini<br />

GranFruttato dal<br />

gusto deciso, Amabile<br />

dal gusto morbido<br />

e Bios, il Biologico<br />

pluripremiato. Coricelli,<br />

inoltre, ha<br />

lanciato Casa Coricelli,<br />

la nuova linea<br />

di prodotti certificati<br />

che racconta il viaggio<br />

dell’olio dal campo in<br />

cui vengono raccolte le<br />

olive fino allo scaffale grazie<br />

al QR Code posto sulle<br />

etichette delle bottiglie.<br />

La gamma comprende<br />

tre oli extravergine: 100%<br />

italiano, biologico e fruttato.<br />

Con il suo marchio<br />

Terre Nostre, Montalbano<br />

Agricola continua<br />

ad investire nel progetto<br />

integrato di filiera per<br />

offrire al consumatore<br />

oli extra vergine di oliva<br />

100% italiani con caratteristiche<br />

uniche e garanzie<br />

di origine e tracciabilità:<br />

attraverso il lotto di produzione<br />

sul retro dell’etichetta<br />

si può conoscere<br />

chi ha coltivato le olive, il<br />

frantoio che le ha lavorate<br />

e chi ha confezionato<br />

l’olio. «L’obiettivo – spiega<br />

Viviana Benvenuti, communication<br />

e marketing<br />

manager di Montalbano<br />

Agricola – è valorizzare<br />

PANTALEO PUNTA<br />

SULLA TERRITORIALITÀ<br />

e salvaguardare l’olivicoltura<br />

nazionale, penalizzata<br />

in questi anni dal clima e<br />

dalle politiche commerciali,<br />

preservando la sua biodiversità<br />

unica al mondo».<br />

Oli di semi sempre<br />

più salubri<br />

Il segmento degli oli di<br />

semi è sempre più interessato<br />

da un rinnovo in chiave<br />

salutistica e sostenibile<br />

Con la nuova campagna olearia 2019/20 Pantaleo<br />

ha lanciato l’olio extravergine di oliva Igp Olio di<br />

Puglia. «L’approvazione del disciplinare è avvenuta il 23<br />

dicembre 2019 – spiega Nicola Pantaleo, amministratore<br />

delegato della Nicola Pantaleo – e siamo stati fra i primi ad<br />

adeguare la produzione e a lanciare il prodotto sul mercato.<br />

La Puglia, producendo circa il 60% dell’olio della nostra<br />

nazione, non poteva non avere un Igp, potendo contare su<br />

un’enorme eterogeneità di cultivar e quindi di caratteristiche<br />

organolettiche, che consentono di ottenere oli equilibrati e di<br />

altissima qualità. Il nostro Igp è prodotto interamente nella<br />

nostra azienda agricola Pantaleo Agricoltura, dove sono a<br />

dimora 15 diverse cultivar e dove possiamo cadenzare e<br />

controllare tutte le fasi, dalla raccolta alla molitura fino<br />

alla conservazione e quindi al confezionamento, anche<br />

grazie a un QR-code apposto sull’etichetta del prodotto».<br />

Per il <strong>2020</strong> l’azienda ha in programma un<br />

olio extravergine biologico e il Rusticano<br />

100% italiano, un extravergine italiano<br />

non filtrato.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 73


FRESCO E FRAGRANTE<br />

O DENSO E PERSISTENTE?<br />

Ogni piatto ha il suo Aceto Balsamico<br />

di Modena I.G.P. Ponti preferito.<br />

Per sceglierlo, c’è il nuovo sistema<br />

di classificazione Ponti con i suoi tre parametri,<br />

da oggi su ogni etichetta.<br />

MATURAZIONE<br />

In botti di legno pregiato,<br />

conferisce aromi<br />

e struttura<br />

MOSTO<br />

Ingrediente fondamentale,<br />

caratterizza con profumi<br />

e sapore unici<br />

DENSITÀ<br />

Caratteristica essenziale<br />

della qualità, dona<br />

armonia e persistenza<br />

Con l’esperienza di chi fa aceto<br />

da nove generazioni,<br />

Ponti offre uno strumento<br />

chiaro e trasparente garantito da SGS,<br />

leader mondiale delle certificazioni.<br />

Per orientare l’acquisto e arricchire l’offerta.<br />

Scopri di più su ponti.com


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

Gruppo Salov presenta il brand premium Filippo Berio<br />

Filippo Berio, brand del Gruppo Salov lanciato in Italia a fine<br />

2019 e già conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, propone<br />

quattro oli extravergine di oliva prodotti secondo il Metodo Berio,<br />

il percorso di qualità e sicurezza tracciato lungo tutta la filiera che<br />

da ora si fregia anche della certificazione di Sgs. Tale metodo<br />

utilizza l’applicazione di tecniche di coltivazione e produzione<br />

integrata, nel pieno rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema e di<br />

scrupolosi controlli durante tutte le fasi del processo produttivo e di<br />

selezione, trasporto in frantoio e molitura delle olive. La spremitura<br />

si avvale soltanto delle olive migliori e avviene rigorosamente a freddo e nel minor tempo possibile.<br />

La gamma comprende: il Classico, la referenza più versatile ed equilibrata della linea; il Bassa Acidità,<br />

rotondo e armonico con un’acidità massima naturale di 0,3%; il 100% Italiano, fruttato e vivace,<br />

prodotto unicamente con olive di origine italiana; il Biologico, realizzato con sole olive da agricoltura<br />

biologica controllando ogni passaggio della produzione secondo la regolamentazione europea dedicata<br />

al biologico (codice IT BIO 006).<br />

con l’aggiunta<br />

a scaffale di<br />

referenze con<br />

caratteristiche<br />

particolarmente<br />

apprezzate<br />

da chi è attento<br />

ad uno stile<br />

di vita sano e<br />

alle tematiche<br />

riguardanti<br />

l’impatto ambientale.<br />

Tra<br />

le novità spicca l’olio di<br />

semi di girasole altoleico<br />

100% Italiano Zucchi,<br />

che va a completare la<br />

gamma degli oli di semi<br />

100% italiani da filiera<br />

tracciata e certificata,<br />

lanciata nel 2014. Questo<br />

prodotto, grazie alla<br />

sua composizione di<br />

acidi grassi insaturi e al<br />

suo punto di fumo elevato,<br />

sta conquistando i<br />

consumatori per le fritture<br />

e le cotture ad alta<br />

temperatura. Attenzione<br />

all’ambiente, invece,<br />

per Friol che rinnova<br />

il proprio packaging in<br />

chiave green. «Friol,<br />

brand leader nel segmento<br />

degli oli per<br />

frittura con il 24% di<br />

quota, – afferma Roberto<br />

Sassoni, direttore<br />

generale business unit<br />

Italia Carapelli Firenze<br />

– è stato protagonista di<br />

un importante rilancio<br />

all’insegna dell’ecosostenibilità.<br />

Abbiamo<br />

infatti introdotto una<br />

nuova bottiglia ottenuta<br />

con il 14% di<br />

plastica in meno, che<br />

presto sarà estesa<br />

anche al resto della<br />

gamma dei semi».<br />

L’importanza della<br />

comunicazione<br />

Oltre a comunicare<br />

con il consumatore<br />

finale attraverso i prodotti<br />

stessi, le aziende<br />

del comparto adottano<br />

una strategia di comunicazione<br />

che fa un uso<br />

bilanciato dei media<br />

tradizionali e dei canali<br />

digital. Il <strong>2020</strong> vede<br />

il ritorno di Carapelli<br />

in comunicazione televisiva,<br />

con una ricca<br />

pianificazione su tutte le<br />

principali reti nazionali<br />

e sui canali satellitari,<br />

oltre a una importante<br />

presenza su piattafor-<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 75


PURA PASSIONE PER IL GUSTO<br />

Monorigine Perù<br />

Nei lontani territori del Perù amazzonico nasce un eccezionale cacao,<br />

unico e incontaminato, perfetto per elaborare ricette dalle ineguagliabili note aromatiche<br />

e per abbinamenti ricercati.<br />

Le Tavolette Biologiche<br />

Le 6 nuove tavolette Biologiche firmate Vanini stupiscono per la loro golosità,<br />

nata dall’incontro fra note dolci e sfumature salate, fra un cioccolato amabile e rotondo<br />

ed inclusioni croccanti dal gusto deciso.


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

me digitali e<br />

canali social.<br />

Il nuovo spot<br />

celebra la<br />

capacità di<br />

un grande<br />

olio di ispirare<br />

ogni<br />

preparazione<br />

culinaria,<br />

alla stregua<br />

di una creazione artistica<br />

e racconta una storia<br />

di italianità e qualità<br />

centenaria, di cui Carapelli<br />

è protagonista.<br />

Oleificio Zucchi, che<br />

quest’anno festeggia i<br />

suoi 210 anni, in marzo<br />

ha lanciato una nuova<br />

campagna pubblicitaria,<br />

dedicata a raccontare il<br />

nuovo posizionamento<br />

di marca, i valori e la<br />

storia dell’azienda, il<br />

tutto sintetizzato nel<br />

payoff “<br />

La nostra idea di olio”.<br />

Partita a inizio anno con<br />

il primo spot tv su tutte<br />

le principali reti e piattaforme<br />

nazionali, con<br />

questo progetto l’azienda<br />

valorizza l’approccio<br />

a 360° al mondo dell’olio<br />

puntando su sostenibilità,<br />

tracciabilità e<br />

arte del blending. Il sito<br />

e le pagine Facebook<br />

e Instagram restano,<br />

invece, gli strumenti<br />

più immediati e di forte<br />

impatto per far conoscere<br />

i propri prodotti ai<br />

consumatori. Monini ad<br />

aprile ha invece lanciato<br />

una campagna di comunicazione<br />

integrata<br />

articolata su mezzi offline<br />

e online, con spot<br />

di diversi formati per<br />

raccontare la nuova storia<br />

Monini, volta a valorizzare<br />

l’immagine della<br />

marca e la sua posizione<br />

nel mercato italiano<br />

e internazionale. Una<br />

storia fatta di tradizione,<br />

qualità, ma soprattutto<br />

di piacere, nonché di<br />

condivisione di un valore<br />

che Monini fa proprio<br />

e di cui si fa portatore:<br />

l’italianità.<br />

SPAZIO AGLI OLI BIOLOGICI FUNZIONALI<br />

Nel segmento biologico trovano spazio anche referenze con funzioni benefiche per la salute. Gli Oli<br />

della linea Biologica Benvolio 1938 nascono proprio dalla prerogativa di trarre il meglio dalla natura,<br />

offrendo un prodotto naturale da agricoltura biologica certificata e garantita. «Tutti i nostri prodotti<br />

– spiega Martina Manna, global sales marketing manager di Benvolio – fanno parte della grande<br />

famiglia degli Oli del Benessere e oltre a possedere caratteristiche organolettiche uniche, nascono<br />

come alimenti funzionali al servizio della salute, in grado di aiutare le persone a stare bene partendo<br />

dalla tavola e dal mangiare sano. Ognuno è il frutto di una filiera biologica certificata e senza Ogm<br />

ed è naturalmente ricco di sostanze preziose per l’organismo. Olio di avocado e olio di zucca sono gli<br />

ultimi lanci di completamento per la linea». Tra la fine del 2019 e l’inizio del <strong>2020</strong>, l’azienda ha anche<br />

investito sulla sostenibilità aumentando la tracciabilità dei prodotti e utilizzando per gli oli materiali<br />

riciclati e ‘leggeri’. Gli oli della linea Benvolio bio vengono raccontati nel viaggio dal campo allo<br />

scaffale in un’ottica di trasparenza verso il consumatore grazie alla presenza di un QR Code e a dati<br />

memorizzati in una blockchain.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 77


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

L’aceto gode<br />

di buona salute<br />

Sorride anche il mercato dell’aceto<br />

con una crescita sia a<br />

volume, pari a +8,7%, che a<br />

valore, pari a +2,7% (fonte: IRI<br />

Totale Italia Iper+Super+LSP<br />

AT agosto <strong>2020</strong>). Nello specifico,<br />

l’aceto classico cresce del<br />

+6,9% a volume e del +3,3% a<br />

valore, mentre l’aceto di mele<br />

registra un incremento pari al<br />

+6,4% a volume e al +6% a<br />

valore. La crescita più vivace è<br />

però registrata dai segmenti altri<br />

aceti (+47,8% a vol. e +45,2% a<br />

val.) e aceto di alcool (+31,5% a<br />

vol. e +30,5% a val.). Andamento<br />

un po’ meno brillante per l’aceto<br />

balsamico, che segna +0,3% a<br />

volume e -0,8% a valore. In calo,<br />

il segmento aceto speciale, che<br />

registra -2% sia a volume che<br />

a valore, e la glassa di aceto<br />

balsamico con una flessione pari<br />

a -4,2% a volume e -5% a valore.<br />

I primi tre produttori coprono a<br />

valore il 50,9% del mercato (Ponti,<br />

Acetificio De Nigris e Monari<br />

Federzoni), con la private label<br />

che pesa il 29,8%.<br />

Andamento per aree<br />

geografiche e canali<br />

Il Nord Ovest si dimostra<br />

l’area più performante,<br />

con una crescita<br />

del +29,9% a volume<br />

e del +30,2% a valore,<br />

seguito dal Nord Est<br />

con +24,6% a volume<br />

e 28,1% a valore, dal<br />

Sud con +25% a volume<br />

e +20,8% a valore e<br />

dal Centro+Sardegna<br />

con +20,5% a volume<br />

e +20,9% a valore. A<br />

livello di canali, il Super<br />

stacca tutti mettendo a<br />

segno +71,4% a volume<br />

e +71,5% a valore, mentre<br />

Lsp segna +17%<br />

a volume e +15,7% a<br />

valore e Iper registra<br />

+11,6% a volume e<br />

+12,8% a valore.<br />

Monari Federzoni amplia<br />

la gamma Gli Artigianali<br />

La storica azienda modenese, produttrice<br />

di Aceto Balsamico di Modena<br />

Igp, condimenti e bevande, co-leader<br />

di mercato in Italia, continua ad arricchire<br />

la propria gamma di prodotti<br />

con due nuove referenze di alta qualità<br />

che entrano a far parte della linea Gli<br />

Artigianali. La prima novità è “Forte”,<br />

il primo aceto di vino 8° di acidità, la<br />

più alta gradazione di aceto di vino<br />

attualmente presente sul mercato, nelle<br />

varianti Bianco e Rosso. Uve 100%<br />

nazionali, un processo produttivo realizzato<br />

interamente nella storica sede<br />

modenese di Monari Federzoni e affinamento<br />

in botti di legno pregiato danno<br />

vita a due prodotti che si distinguono<br />

per proprietà e caratteristiche organolettiche<br />

uniche, gusto deciso e profumi<br />

intensi. Sono indicati come condimenti<br />

per insalate, per la marinatura di pesce<br />

e carni e particolarmente adatti per la<br />

realizzazione di salse. La linea Gli Artigianali<br />

si amplia anche grazie all’Aceto<br />

di Vino Bianco Biologico: una referenza<br />

ottenuta da uve 100% italiane certificate<br />

biologiche. Senza solfiti, pesticidi,<br />

allergeni, coloranti e conservanti,<br />

questa proposta, fresca e profumata, è<br />

caratterizzata da 6° di acidità risultando<br />

ideale per la preparazione di insalate<br />

di verdure crude o cotte.<br />

78 <strong>DM</strong> MAGAZINE


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

I consumatori apprezzano le<br />

proposte healthy<br />

Ricerca, sperimentazione e<br />

analisi dei trend di consumo<br />

hanno dato vita a nuove<br />

referenze che soddisfano<br />

pienamente le esigenze di<br />

chi ama seguire uno stile di<br />

vita orientato al benessere.<br />

È il caso di Bongiorno Vinegardrink<br />

di Monari Federzoni,<br />

innovativa gamma di<br />

healthy drink bio con Aceto<br />

Balsamico di Modena Igp<br />

e Aceto di Mele proposta<br />

in cinque varianti: arancia,<br />

frutti rossi & melograno,<br />

limone & zenzero, mela &<br />

cannella e miele. I drink<br />

Bongiorno - disponibili<br />

in bottiglia di vetro 100%<br />

riciclabile - hanno un basso<br />

contenuto calorico, sono<br />

non gassati, non filtrati<br />

e con ‘madre’: sostanza<br />

naturale ricca di fibre.<br />

Le referenze sono inoltre<br />

gluten e OGM free, con solo<br />

zuccheri della frutta per<br />

un prodotto 100% made<br />

in Italy. Inoltre, le bevande<br />

Bongiorno sono ideali<br />

gustate subito prima della<br />

colazione e, se assunte<br />

ogni mattina, contribuiscono<br />

alla regolare funzione<br />

digestiva. Nella stessa direzione<br />

va anche De Nigris<br />

con gli Aceti del Benessere:<br />

tre referenze – MelaMadre,<br />

Aceto di Melograno e Aceto<br />

di Cocco – fortemente innovative<br />

che uniscono le virtù<br />

dell’aceto con le proprietà<br />

benefiche di mela, melograno<br />

e cocco. Tutti e tre<br />

non filtrati, non pastorizzati<br />

e biologici, i prodotti sono<br />

ricavati da aceto madre e<br />

sono naturalmente senza<br />

glutine. Le referenze<br />

sono inoltre molto versatili<br />

poiché sono aceti da bere,<br />

condimenti e ingredienti<br />

preziosi per creare cocktail<br />

e bevande. «Il riscontro<br />

che hanno ottenuto i nostri<br />

Aceti del Benessere – dichiara<br />

Armando De Nigris,<br />

presidente del Gruppo<br />

de Nigris – è stato fin da<br />

subito positivo: questi aceti<br />

si sono posti sul mercato<br />

nazionale creando un segmento<br />

fino ad allora inesistente.<br />

Allo stesso tempo<br />

sui mercati internazionali si<br />

presentano come prodotti<br />

assolutamente in linea con<br />

i nuovi trend salutistici».<br />

Attenzione alla salute anche<br />

per Acetum con il suo<br />

aceto di mele Melinda Bio<br />

non filtrato. La referenza<br />

contiene tutte le proprietà<br />

benefiche della madre<br />

dell’aceto ed è pienamente<br />

in linea con le nuove abitudini<br />

di consumo che vanno<br />

sempre più nella direzione<br />

di prodotti non solo buoni<br />

ma anche alleati del benessere.<br />

La sostenibilità al<br />

primo posto<br />

Per De Nigris la sostenibilità<br />

passa attraverso un<br />

progetto etico, trasparente<br />

e sostenibile intrapreso con<br />

Aceto dal Campo, un aceto<br />

di vino di Filiera controllata<br />

e certificata, nato in<br />

seno a Coldiretti. Grazie a<br />

questo percorso l’azienda<br />

ha cercato di accorciare<br />

in maniera importante la<br />

filiera ottenendo un prodotto<br />

plastic free e 100% Made<br />

In Italy, riducendo anche le<br />

emissioni di CO2 bypassando<br />

circa quattro passaggi<br />

della filiera produttiva. Per<br />

Monari Federzoni l’attenzione<br />

all’ambiente, invece,<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 79


Liberi di scegliere<br />

di mangiare sano<br />

Felicia. L’Avena che diventa Pasta.<br />

Fonte di fibre, biologica, vegan e naturalmente gluten free, la Pasta con<br />

Avena Felicia dal gusto unico e delicato consente molteplici abbinamenti<br />

in cucina, dal dolce al salato; è buona anche fredda e adatta a chi desidera<br />

gustare un piatto di pasta fuori dai pasti. Scopri tutte le altre referenze.


MERCATI <strong>DM</strong>M<br />

si traduce in un sistema<br />

articolato e integrato<br />

di azioni e misure. Sul<br />

fronte del risparmio di<br />

risorse energetiche e<br />

naturali, l’azienda ha<br />

realizzato qualche anno<br />

fa un impianto di cogenerazione<br />

a oli vegetali<br />

che produce 3,2 milioni<br />

di KWh di energia da fonti<br />

rinnovabili, ha ridotto<br />

del 60% il consumo di<br />

energia per l’illuminazione<br />

grazie all’installazione<br />

di lampade a<br />

LED e del 36% i consumi<br />

d’acqua rispetto al 2018.<br />

«Per quanto riguarda il<br />

packaging – sottolinea<br />

Matteo Candotto, direttore<br />

commerciale Monari<br />

Federzoni – entro il<br />

<strong>2020</strong> l’81% di imballi in<br />

cartone sarà realizzato<br />

in materiale riciclato e<br />

certificato FSC, crescerà<br />

la quota di bottiglie in<br />

vetro riciclato utilizzate,<br />

oggi pari al 66%, e saranno<br />

eliminati i tappi in pvc per<br />

i prodotti bio. Non manca<br />

poi l’attenzione alla gestione<br />

dei rifiuti, che nel<br />

<strong>2020</strong> saranno differenziati<br />

all’80%». Acetum considera<br />

la sostenibilità una delle<br />

proprie mission, perché<br />

parte integrante della<br />

cultura aziendale. «L’Aceto<br />

Balsamico – afferma Cesare<br />

Mazzetti, presidente di<br />

Acetum – non esisterebbe<br />

senza il suo territorio, per<br />

questo Acetum è in prima<br />

linea nella riduzione dei<br />

consumi, nella produzione<br />

di energia pulita, nella depurazione<br />

delle acque reflue,<br />

nella sostenibilità<br />

dei processi produttivi e<br />

di confezionamento. Da<br />

tempo abbiamo iniziato la<br />

strategia di riduzione dei<br />

materiali plastici, come<br />

l’adozione di inchiostri non<br />

tossici per etichette e cartoni.<br />

Promuoviamo inoltre il<br />

recupero e la raccolta differenziata<br />

di tutti i nostri scarti<br />

di produzione, produciamo<br />

energia elettrica pulita dal<br />

nostro impianto fotovoltaico<br />

che soddisfa oltre il 40%<br />

dell’intero fabbisogno aziendale<br />

e abbiamo installato<br />

un depuratore a fanghi attivi<br />

biologico per la gestione dei<br />

reflui industriali».n<br />

Arriva l’Aceto Balsamico di Modena Igp Biologico - Quattro Foglie<br />

Acetum, storica azienda italiana specializzata nella produzione di aceto e,<br />

in particolare, nel segmento dell’aceto balsamico di Modena e derivati, ha<br />

recentemente lanciato l’Aceto Balsamico di Modena Igp Biologico - Quattro<br />

Foglie, ottenuto dalle migliori materie prime biologiche e perfezionato<br />

in botte fino a raggiungere una consistenza complessa e fruttata. Per le<br />

sue caratteristiche specifiche è un condimento perfetto per le insalate di<br />

stagione, le verdure alla griglia e le vinaigrette. Il sistema “foglie” di AIB<br />

(Assaggiatori Italiani Balsamico), creato vent’anni fa e a oggi utilizzato da<br />

un numero crescente di aziende e su uno stimato di mezzo miliardo di bottiglie in tutto il mondo, è<br />

importante per comunicare le differenze qualitative tra le referenze. Si tratta, infatti, dell’unico sistema<br />

indipendente di classificazione delle qualità di Aceto Balsamico di Modena: un metodo oggettivo di<br />

valutazione che identifica quattro semplici categorie qualitative costruite su parametri chimico-fisici e<br />

sensoriali, rappresentate da un numero di foglie crescente, da uno a quattro, che permettono di riconoscere<br />

a prima vista il prodotto più adatto ad ogni esigenza.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 81


INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />

14esima convention Consorzio Coralis:<br />

la TRASFORMAZIONE NECESSARIA<br />

La convention si è svolta in<br />

una duplice forma: live per<br />

gli ospiti che sono potuti intervenire<br />

fisicamente e in remoto<br />

per dare la possibilità<br />

di partecipare ai soci che non<br />

erano presenti.<br />

Eleonora Graffione, presidente<br />

del Consorzio, ha aperto<br />

i lavori: “E’ stato un periodo<br />

difficile ma insieme ce l’abbiamo<br />

fatta! In questi mesi il<br />

lavoro della centrale non si è<br />

fermato”, ci siamo rafforzati<br />

migliorando la tecnologia per<br />

garantire tutti i servizi e abbiamo<br />

valutato nuovi progetti<br />

da mettere a disposizione<br />

dei soci. Abbiamo migliorato<br />

il Servizio Immagino di GS1<br />

e a novembre ci sarà l’evoluzione<br />

verso la piattaforma Allineo<br />

di GS1 per completare<br />

le informazioni di prodotto<br />

messe a disposizione dai fornitori,<br />

mentre per l’e-commerce<br />

abbiamo siglato un<br />

accordo con RESTORE per un<br />

set di servizi completi con un<br />

accesso dedicato ad ogni insegna.<br />

E poi continuità dei tavoli<br />

commerciali per migliorare la<br />

conoscenza dei prodotti e le<br />

condizioni contrattuali, e migliori<br />

procedure supportate<br />

da nuove tecnologie, per la<br />

sicurezza ed adattabilità di lavoro<br />

dei nostri collaboratori.<br />

“Ci siamo sostenuti e abbiamo<br />

saputo leggere le reciproche<br />

necessità e provvedervi”.<br />

Un’apertura che ha parlato di<br />

progetti futuri ma che aveva<br />

anche il buon sapore di un ringraziamento<br />

collettivo.<br />

Ospiti della convention, Cristina<br />

Lazzati, direttore di prestigiose<br />

testate di settore e<br />

Giorgio di Tullio, Identity Innovation<br />

Design. Due interventi<br />

densi di spunti che, pur<br />

partendo la prima da una premessa<br />

concreta e tangibile la<br />

seconda filosofica e visionaria,<br />

sono convertiti su alcune<br />

parole chiave per il futuro<br />

della GDO: etica, omnicanalità,<br />

sostenibilità, prossimità,<br />

sicurezza, trasformazione. “Le<br />

differenze raccordano” ha dichiarato<br />

Giorgio Di Tullio valorizzando<br />

in questo modo il<br />

dna di Coralis e spingendo i<br />

soci ad una sempre maggiore<br />

sinergia.<br />

Cristina Lazzati ha invece regalato<br />

alla platea un’attenta analisi<br />

del panorama della GDO<br />

domestica e internazionale.


Nasce Aicube 4.0,<br />

supercentrale d’acquisto promossa<br />

da Gruppo VéGé e Carrefour<br />

Andrà a rappresentare, in fase di negoziazione,<br />

circa 5.256 punti vendita sull’intero territorio nazionale,<br />

per un fatturato complessivo al consumo superiore a 15,7<br />

miliardi di euro.<br />

ruppo VéGé e Carrefour Italia hanno annunciato<br />

lo scorso settembre la sigla del nuovo patto<br />

G<br />

che sancisce il varo di Aicube 4.0, supercentrale<br />

d’acquisto nello scenario della Grande Distribuzione<br />

Organizzata italiana, con una progettualità e una<br />

rotta ben definite. Aicube 4.0, acronimo di Associazione<br />

Imprese Internazionali Indipendenti 4.0, che<br />

avrà a brevissimo una sede propria pienamente<br />

operativa, nasce con una market share del 12,7%<br />

[fonte: elaborazione Aicube4.0 su dati Nielsen,<br />

GNLC ed. Febbraio <strong>2020</strong>].<br />

La nuova supercentrale andrà a rappresentare,<br />

in fase di negoziazione, circa 5.256 punti vendita<br />

sull’intero territorio nazionale, per un fatturato<br />

complessivo al consumo - inclusi gruppi mandanti<br />

– superiore a 15,7 miliardi di euro. «Aicube<br />

4.0 nasce dalla comune volontà di proseguire una<br />

collaborazione che si è dimostrata solida e<br />

proficua mettendo a frutto il meglio<br />

delle esperienze acquisite in questi<br />

anni - ha dichiarato Nicola<br />

Mastromartino -. Ci sono poi<br />

istanze che una realtà come<br />

Aicube 4.0 è senz’altro in<br />

grado di rappresentare con<br />

maggior forza. Mi riferisco<br />

non solo alla capacità di dispiegare<br />

un’offerta sempre<br />

più articolata di prodotti di<br />

qualità a prezzi convenienti,<br />

ma anche a un’interlocuzione<br />

sempre più costruttiva ed<br />

equilibrata nelle relazioni commerciali<br />

con le grandi imprese<br />

industriali di marca».<br />

Il patto sottoscritto da Gruppo<br />

VéGé e Carrefour Italia impegna<br />

le due realtà di primissimo piano<br />

APERTURE <strong>DM</strong>M<br />

della Gdo italiana per il prossimo triennio,<br />

senza facoltà di recesso anticipato.<br />

L<br />

’architettura della nuova centrale d’acquisto,<br />

tuttavia, rende possibile da subito<br />

l’ingresso di ulteriori soci che vogliano condividere<br />

la mission del progetto. «L’alleanza<br />

con Gruppo VéGé, con cui collaboriamo da 2<br />

anni, mostra come organizzazioni con matrici<br />

differenti possano convergere dando vita a una<br />

struttura snella, efficiente e reciprocamente<br />

vantaggiosa, ma soprattutto capace di sviluppare<br />

sinergie e progetti ambiziosi a beneficio<br />

dei consumatori, andando oltre la somma<br />

delle quote di mercato da spendere in sede di<br />

contrattazione - commenta Christophe Rabatel<br />

per Carrefour Italia -. Aicube 4.0 prende in<br />

carico il potenziale dell’aggregazione precedente,<br />

in particolare il focus sulla convenienza<br />

e la valorizzazione delle filiere». n<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 83


Piatti monouso<br />

in alluminio:la rivoluzione<br />

sostenibile<br />

del food delivery<br />

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA<br />

Innovazione dei prodotti, soddisfazione dei clienti e rispetto dell’ambiente: sono questi gli asset fondamentali<br />

sui quali si fonda Contital, azienda che da più di 25 anni si occupa della produzione e della distribuzione di imballaggi<br />

in alluminio e non solo. In virtù di questi concetti chiave e del particolare periodo storico che stiamo<br />

vivendo, l’azienda ha deciso di lanciare sul mercato una nuova linea di piatti monouso in alluminio per la grande<br />

distribuzione e per il mondo Ho.Re.Ca. La gamma di prodotti, caratterizzata da un design innovativo e funzionale,<br />

è interamente realizzata con il 100% di materiale riciclato. A conferma ulteriore della vocazione ambientale<br />

dell’azienda, Contital ha anche deciso di avvalersi della metodologia LCA (Life Cycle Assessment) per valutare in<br />

maniera scientifica e trasparente i potenziali impatti ambientali della nuova linea di piatti monouso in alluminio<br />

nudo e laccato. Lo Studio LCA, verificato con Critical Review dall’ente accreditato SGS, evidenzia come il ciclo<br />

integrato di Contital permetta ai piatti di ottenere valori LCA molto competitivi. Per soddisfare le esigenze del<br />

mercato del food delivery e del takeway, i piatti hanno pareti rigide e un bordo liscio che può essere sigillato<br />

con film salvaliquidi - tradizionale e bio – o chiuso con coperchi preformati in materiale riciclabile, per garantire<br />

sicurezza e igiene. Hanno un costo competitivo, se paragonati ai prodotti simili realizzati con polpa di cellulosa<br />

o bio-plastica e sono adatti all’uso in forni tradizionali e a microonde, per congelamento e surgelazione. Questa<br />

nuova gamma di prodotti, che ha vinto già nei primi<br />

mesi del <strong>2020</strong> ben tre premi internazionali, è disponibile<br />

in varie tipologie (multiuso, superfondo, fondo, piano e<br />

dessert) e forme (quadrata, rotonda e altre in realizzazione).<br />

I piatti monouso in alluminio sono stati pensati per<br />

offrire un’alternativa pratica, esteticamente accattivante<br />

e soprattutto sostenibile, a un pubblico che sempre più<br />

cerca un prodotto di qualità e rispettoso dell’ambiente da<br />

poter utilizzare comodamente a casa propria.


IMPRESE <strong>DM</strong>M<br />

Caffè Borbone<br />

prosegue la sua<br />

crescita nel<br />

mercato italiano<br />

I prodotti del brand sono interessati<br />

da altissime rotazioni,<br />

in continuità oltre che in promozioni,<br />

e l’azienda sta lavorando<br />

costantemente su tutte<br />

quelle che sono le leve del<br />

marketing mix.<br />

Caffè Borbone, tra i principali<br />

torrefattori specializzati<br />

nella produzione di caffè in<br />

grani, cialde e capsule, stima<br />

di chiudere il <strong>2020</strong> a circa 215<br />

milioni di fatturato, tra canale<br />

moderno e professional. «Un<br />

risultato davvero soddisfacente<br />

– dichiara Francesco Garufi, direttore<br />

commerciale retail – se<br />

si considera che l’anno scorso<br />

abbiamo chiuso a 170 milioni di<br />

euro e due anni fa a 135 milioni».<br />

Caffè Borbone è una realtà<br />

italiana in continua espansione,<br />

che punta ad ampliare il proprio<br />

giro d’affari ulteriormente<br />

nei prossimi anni, con sviluppi<br />

e potenzialità di incremento<br />

anche nel mercato estero a cui<br />

sta dedicando già dei progetti<br />

sempre più strutturati.<br />

L<br />

’azienda registra una crescita<br />

importante anche<br />

nell’ambito della grande distribuzione,<br />

sia a livello di pondera-<br />

ta sia a livello di performance di<br />

fatturati. «Siamo leader in Area<br />

4 nel mondo del monoporzionato<br />

– prosegue Garufi – e stiamo<br />

aumentando la nostra penetrazione<br />

nelle aree 3, 2 e 1 Nielsen.<br />

A settembre abbiamo raggiunto<br />

la quota ponderata di 58 punti e<br />

l’obiettivo, ambizioso ma assolutamente<br />

raggiungibile, è di<br />

arrivare entro il prossimo anno<br />

a 85 punti di ponderata a livello<br />

Italia».<br />

prodotti del brand sono interessati<br />

da altissime rotazioni, I<br />

in continuità oltre che in promozioni,<br />

e l’azienda sta lavorando<br />

costantemente su tutte quelle<br />

che sono le leve del marketing<br />

mix che consentono di poter far<br />

crescere le quote e allargare<br />

gli assortimenti. Oltre ad incrementare<br />

la distribuzione, infatti,<br />

Caffè Borbone mira ad accrescere<br />

la presenza dei prodotti<br />

sugli scaffali aumentando le<br />

referenze nelle strutture che già<br />

distribuiscono il brand napoletano.<br />

Il marchio si distingue anche<br />

per la sua anima green ed è<br />

consapevole dell’importanza<br />

di avere un approccio integrato<br />

quando si parla di sostenibilità.<br />

In particolare, le certificazioni<br />

acquisite negli anni, riconosciute<br />

a livello internazionale, come<br />

la certificazione Compostabilità<br />

CIC per la cialda compostabile.<br />

Inoltre, l’azienda possiede le<br />

certificazioni BRC Food e la IFS<br />

Food e le certificazioni ISO 9001<br />

del 2015. Vengono eseguite periodicamente<br />

analisi materiali e<br />

verifiche di fattibilità in relazione<br />

alla compostabilità e tracciabilità<br />

dei prodotti in tutte le fasi di<br />

produzione, trasformazione e<br />

distribuzione, e analisi del prodotto<br />

finale per verificare la presenza<br />

di metalli, contaminanti e<br />

ogni agente indesiderato.n<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 85


86 <strong>DM</strong> MAGAZINE<br />

Di qualità, innovative<br />

e naturali, le caramelle<br />

che piacciono di più


FOCUS<br />

Le vendite di caramelle<br />

nell’anno terminante a<br />

gennaio <strong>2020</strong> nei supermercati<br />

e negli ipermercati<br />

del nostro Paese hanno<br />

abbondantemente superato<br />

i 350 milioni di euro,<br />

facendo registrare una variazione<br />

di +1,1% rispetto<br />

ai dodici mesi precedenti.<br />

Dure, ripiene, morbide, colate, gelatine, gommose,<br />

alla fragola, al limone, all’arancia, alla<br />

liquirizia, alla menta, al cioccolato o al mix di<br />

sapori. Ce n’è davvero per tutti i gusti quando<br />

si tratta di scegliere quale caramella mangiare. Il mercato<br />

di queste piccole dolcezze, sempre molto apprezzate dai<br />

consumatori italiani, è ricchissimo di varietà<br />

di prodotti così come di brand, alcuni<br />

dei quali con le loro specialità hanno<br />

fatto la storia di questo settore. Secondo i<br />

dati elaborati da Iri, le vendite di caramelle<br />

nell’anno terminante a gennaio <strong>2020</strong><br />

nei supermercati e negli ipermercati del<br />

nostro Paese hanno abbondantemente<br />

superato i 350 milioni di euro, facendo<br />

registrare una variazione di +1,1% rispetto<br />

ai dodici mesi precedenti. In termini di<br />

volumi, invece, sono state vendute circa<br />

32.000 tonnellate di prodotti, un quantitativo<br />

sostanzialmente in linea con quello<br />

del 2018 (-0,3%).<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 87


FOCUS<br />

Sono molte le novità che le aziende<br />

del comparto lanciano ogni<br />

anno sul mercato cercando di<br />

soddisfare le preferenze dei consumatori<br />

con gusti originali e con<br />

accostamenti particolari di due o<br />

più ingredienti. Una spinta innovativa<br />

che riguarda anche i formati<br />

e il packaging con confezioni in<br />

grado di incontrare sempre di più<br />

le nuove esigenze dello shopper.<br />

La caramella è sicuramente un<br />

prodotto che porta con sé un elevato<br />

valore di autogratificazione<br />

e di puro piacere, ma negli ultimi<br />

anni è cresciuta molto anche la<br />

componente salutistica. Con un<br />

consumatore sempre più esigente<br />

e attento al proprio benessere<br />

fisico, infatti, i player del mercato<br />

continuano a proporre tante referenze<br />

senza zucchero, con soli<br />

ingredienti naturali o con vitamine,<br />

destinate anche a un pubblico<br />

vegano o con particolari necessità<br />

alimentari come le intolleranze al<br />

glutine o al lattosio. L’emergenza<br />

sanitaria causata dalla pandemia<br />

del Covid-19, poi, ha accentuato<br />

questa tendenza ed è in aumento<br />

la domanda di caramelle con<br />

produzione “made in Italy”, con<br />

filiera corta e con materie prime<br />

da agricoltura biologica.<br />

CRESCONO LE CARAMELLE<br />

MORBIDE<br />

Il canale moderno nel 2019 ha registrato<br />

una lieve crescita a valore, trainata<br />

dalle caramelle morbide. «Con<br />

i due nostri marchi principali, Werther’s<br />

Original, le storiche caramelle<br />

Alla conquista della Penisola<br />

Storck lancia ogni<br />

anno nuovi prodotti<br />

a livello internazionale,<br />

con<br />

un tasso molto<br />

alto di innovazione<br />

su caramelle e altre referenze,<br />

soprattutto a base cioccolato. «In<br />

Italia, anche nel 2021 lavoreremo<br />

per continuare a offrire novità nella<br />

regione in cui siamo più “maturi”<br />

e dove buyer e consumatori ci<br />

conoscono da molti anni – spiega<br />

Michele Tentindo – nel frattempo,<br />

proseguiremo ad allargare la<br />

distribuzione nel resto del Paese<br />

con i prodotti più storici e consolidati,<br />

seguendo i casi di successo<br />

già registrati in molti altri mercati<br />

europei e non solo».<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 89


Da sempre Fida seleziona materie prime di alta qualità per le<br />

sue caramelle creando prodotti unici ed infinitamente golosi<br />

come Rossana e Bonelle. Scopri di più su www.fidacandies.it


FOCUS<br />

alla panna, e Nimm2 Smilegummi,<br />

ovvero le gommose alla frutta con<br />

vitamine – afferma Michele Tentindo,<br />

Business Unit Director di<br />

Storck –, siamo cresciuti in Trentino-Alto<br />

Adige, nel quale da sempre<br />

abbiamo una quota molto elevata,<br />

ma i volumi sono in aumento anche<br />

nel resto del Paese, dove stiamo<br />

allargando la distribuzione in Gdo».<br />

GRANDE ATTENZIONE<br />

ALLA FILIERA CORTA E AGLI<br />

INGREDIENTI NATURALI<br />

Il 2019 ha visto consumi stabili e<br />

spostamenti interessanti delle aziende<br />

verso l’area di prodotto più qualificato.<br />

Poi la tempesta del Covid.<br />

«Lo scorso anno – afferma Luigi<br />

Serra, AD di Serra Industria Dolciaria<br />

– la nostra strategia è stata<br />

quella di presidiare un settore “premium”<br />

di caramelle come le territoriali<br />

di qualità, con le nostre “Le<br />

Specialità Italiane”, o il biologico,<br />

con le nostre “Le Specialità BIO”.<br />

Oggi, invece, la filiera corta,<br />

la produzione nazionale e la specialità<br />

territoriale sono argomentazioni<br />

vincenti, così come la “clean label”,<br />

cioè l’ingredientistica essenziale, corta<br />

e il più possibile naturale».<br />

Gustose novità senza<br />

zucchero<br />

L’azienda produce<br />

anche barrette di<br />

frutta, naturali e<br />

bio, ma lo storico<br />

core business rimane<br />

quello delle<br />

caramelle. «Siamo soddisfatti di<br />

aver proposto nel <strong>2020</strong> una linea di<br />

caramelle senza zucchero decisamente<br />

innovative – continua Luigi<br />

Serra – sia in termini di accostamenti<br />

di gusti, come per esempio<br />

la nota speziata<br />

dello zenzero in<br />

sottofondo, sia soprattutto<br />

per il ricco<br />

sapore fruttato,<br />

privo di retrogusti<br />

“chimici”».<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 91


FOCUS<br />

Nuova combinazione<br />

armoniosa<br />

SODDISFARE IL CONSUMATORE<br />

ATTENTO AL BENESSERE<br />

Il <strong>2020</strong> ha messo ancora più in luce<br />

l’attenzione del consumatore per il<br />

proprio benessere. «Il mercato delle<br />

caramelle ha inevitabilmente risentito<br />

della situazione che<br />

purtroppo ci siamo ritrovati<br />

a vivere in questi<br />

mesi – afferma Emanuela<br />

Busi, Marketing<br />

Manager di Divita<br />

– ma Ricola, proprio<br />

Con l’arrivo dell’autunno<br />

l’azienda ha<br />

lanciato una nuova referenza<br />

della linea “Ricola<br />

Azione Glaciale”.<br />

«Dopo l’introduzione<br />

sul mercato, esattamente un anno fa,<br />

del gusto Menta Forte – spiega Emanuela<br />

Busi – proponiamo una nuova<br />

variante: Limone e Mentolo, una<br />

combinazione davvero armoniosa. I<br />

due prodotti, disponibili nel formato<br />

tascabile in astuccio da 50 g e in busta<br />

da 70 g, hanno in comune un gusto<br />

forte per una caramella funzionale,<br />

ma nello stesso tempo gradevole e freschissima».<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 93


FOCUS<br />

Nuova morbidezza<br />

da gustare<br />

Lo scorso maggio<br />

Fida ha lanciato sul<br />

mercato una gustosa<br />

novità. «Le nuove<br />

Bonelle Toffee<br />

uniscono tutta la<br />

qualità e la bontà di Bonelle – spiega<br />

Pierluigi Gravina – per regalare<br />

al consumatore una caramella ricca<br />

di gusto e piacevole da masticare.<br />

È disponibile in tre golose varianti:<br />

al Latte, la più classica tra le<br />

toffee, Liquirizia, per regalare momenti<br />

di puro piacere, e Mentaliquirizia,<br />

un delizioso mix per un<br />

sapore autentico da gustare dall’inizio<br />

alla fine. Le nuove Bonelle<br />

Toffee, inoltre, sono senza glutine,<br />

100% vegetariane<br />

e certificate Halal».<br />

grazie al posizionamento di<br />

marca che la contraddistingue e<br />

all’offerta di prodotti benefici e<br />

naturali a base di erbe officinali,<br />

è riuscita a guadagnare quote<br />

di mercato, mostrando come i<br />

valori che la caratterizzano dalla<br />

sua nascita, 90 anni fa, siano<br />

più che mai attuali».<br />

I PLUS DEL BRAND SONO<br />

ANCORA DECISIVI<br />

Oggi il consumatore è sempre<br />

più attento all’etichetta del prodotto<br />

e ai plus qualitativi che la<br />

marca è in grado di veicolare. «Il<br />

brand Rossana ha confermato<br />

anche nel 2019 un importante<br />

trend di crescita a doppia cifra<br />

già mostrato negli anni precedenti<br />

– afferma Pierluigi Gravina,<br />

Direttore Commerciale di<br />

Fida – grazie anche al supporto<br />

della referenza Rossana Cioccolato<br />

175 g, mentre Rossana<br />

l’originale ancora una volta è<br />

prima nelle vendite a valore nella<br />

distribuzione moderna».n<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 95


L’ORGOGLIO,<br />

SENZA PREGIUDIZIO


REAL ESTATE <strong>DM</strong>M<br />

Il futuro<br />

del retail<br />

non è il retail<br />

La maturità dei centri commerciali non è solo un fatto quantitativo come emerge nel<br />

report quanto piuttosto un fatto qualitativo. Per superare questo problema la sfida è<br />

di abbinare nuove funzioni a quella propria del commercio.<br />

Diverse parti indicano<br />

come consolidata una<br />

tendenza alla saturazione<br />

degli spazi commerciali,<br />

ancor più vero se riferito<br />

ai centri commerciali. Una<br />

maturità che vede sempre<br />

più vicina la domanda di spazi<br />

rispetto all’offerta. Questo<br />

avvicinamento è stato certamente<br />

favorito dalla sempre<br />

maggiore importanza del<br />

commercio elettronico e di<br />

tutte le forme di commercio<br />

“non fisico”, tendenza<br />

ben lungi dall’aver espresso<br />

tutto il potenziale. Secondo<br />

un report realizzato a livello<br />

europeo da Cushman &<br />

Wakefield, questa maturità<br />

porta a concentrare l’attenzione<br />

degli sviluppatori verso<br />

azioni di riqualificazione e di<br />

ristrutturazione volte a creare<br />

spazi per lo shopping e il<br />

tempo libero più moderni e<br />

accoglienti.<br />

Ciò porterebbe a un ulteriore<br />

polarizzazione e<br />

distanza fra prime location in<br />

crescita e posizioni secondarie<br />

in difficoltà. La soluzione<br />

proposta nel citato report<br />

sarebbe quella di focalizzare<br />

l’attenzione degli sviluppatori<br />

verso la riconversione delle<br />

posizioni secondarie a funzioni<br />

quali uffici, abitazioni o<br />

altre tipologie non commerciali.<br />

Questa visione, eccessivamente<br />

semplicistica, è stata<br />

ulteriormente indebolita<br />

dalla crisi “covid-19” che ha<br />

turbato le logiche di mercato.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 97


La verità è che la “stanchezza”<br />

del consumatore<br />

verso le strutture dei centri<br />

commerciali è stata solo<br />

stimolata dai fattori<br />

richiamati, ma era<br />

già in atto da diverso<br />

tempo e, fin che è<br />

stato possibile, si è<br />

cercato di contrastarla<br />

con l’attività<br />

di leasing o di<br />

maquillage sugli<br />

edifici. La maturità<br />

dei centri commerciali,<br />

pertanto, non è<br />

solo un fatto quantitativo<br />

come emerge nel<br />

report quanto piuttosto<br />

un fatto qualitativo. Per<br />

superare questo problema<br />

la sfida è di abbinare nuove<br />

funzioni a quella propria del<br />

commercio (acquisto di beni)<br />

in misura sapiente e sempre<br />

più strutturata oltreché<br />

adattata ai luoghi e ai bacini<br />

demografici.<br />

In quest’ottica, le funzioni<br />

aggiuntive – se ben equilibrate,<br />

nel medio periodo<br />

possono assumere una<br />

duplice valenza rispetto<br />

al retail che sempre di più<br />

da loro dipende; non solo<br />

quella di sostenerlo e rafforzarlo<br />

bensì integrarlo, dando<br />

luogo così a nuovi schemi<br />

frequentati anche per aspetti<br />

relazionali, di intrattenimento,<br />

di benessere, di<br />

svago, abitativi ecc…<br />

La sfida è avvincente proprio<br />

perché ora il successo passa<br />

anche per la giusta calibratura<br />

del mix di funzioni. Un<br />

interessante esempio, in<br />

corso di realizzazione con<br />

apertura prevista 2022, è<br />

offerto da “Milanord2” un<br />

complesso che, partendo<br />

da solide dotazioni infrastrutturali<br />

e da una rilevante<br />

e agiata catchment area,<br />

propone una combinazione di<br />

commercio (centro commerciale,<br />

super & fresh market),<br />

intrattenimento e tempo<br />

libero (sky plaza e cinema),<br />

ristorazione (food court), innovazione<br />

(area eventi digitali)<br />

proporzionata in modo non<br />

scontato.<br />

La tendenza è che questi<br />

oggetti edilizi si vanno<br />

aprendo sempre più verso<br />

l’esterno, sono resi più<br />

accoglienti e non solo esteticamente<br />

più attraenti.<br />

Luoghi in cui si sta bene e<br />

si trova o si può fare (quasi)<br />

tutto quello di cui si necessità:<br />

non solo beni ma anche<br />

servizi alla persona, cultura,<br />

cibo, lavoro, benessere ecc…<br />

Luoghi integrati e a ciò favoriti<br />

dalla gestione estesa a tutto il<br />

complesso, che al contempo<br />

garantisce novità per i fruitori<br />

e una costante vitalità.<br />

REAL ESTATE <strong>DM</strong>M<br />

Si amplia la categoria di<br />

servizi offerti, per aumentare<br />

la platea dei frequentatori.<br />

Superare la<br />

logica esclusiva del<br />

canone di affitto che<br />

accentua troppo la<br />

valutazione nel breve<br />

periodo, quanto<br />

piuttosto abbracciare<br />

una logica di<br />

valore biunivoca<br />

poiché nel mediolungo<br />

risiede,<br />

nell’esperienza di<br />

chi scrive, uno dei<br />

fattori di garanzia di<br />

ritorno dell’investimento<br />

– e quindi di durata<br />

– per ciascun soggetto che<br />

nel tempo si succede nella<br />

proprietà dell’asset. Questa<br />

prospettiva è soltanto apparentemente<br />

sbilanciata<br />

verso criteri sociologici ed<br />

estetici a discapito degli<br />

aspetti economici. In realtà,<br />

rimodellare il real estate<br />

verso soluzioni mixed-use è<br />

una strategia che, come la<br />

diversificazione di qualsiasi<br />

portafoglio finanziario, offre<br />

maggiore protezione dai rischi<br />

insiti nelle varie fasi del<br />

ciclo economico. Certo, diversificare,<br />

tramite l’acquisizione<br />

di diverse asset class,<br />

ma anche tramite un approccio<br />

“uso misto” nell’ambito<br />

di un singolo progetto e ciò<br />

per dare al bene immobiliare<br />

una maggiore resilienza<br />

durante i cicli del mercato<br />

e meglio reagire alla evoluzione<br />

degli scenari politici,<br />

demografici ed economici.n<br />

Alberto Deiana<br />

Project Management and<br />

Real Estate Executive, Mi.NoTer.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 99


TECNOLOGISTICA <strong>DM</strong>M<br />

ALTAVIA,<br />

lancia la nuova tecnologia Proflyer<br />

Una piattaforma digitale integrabile nell’app del retailer che permette di ampliare<br />

in maniera esponenziale le potenzialità del principale investimento in comunicazione<br />

delle insegne: il volantino cartaceo.<br />

L’azienda, specializzata<br />

nella comunicazione<br />

commerciale del settore<br />

retail, ha presentato un<br />

innovativo sistema tecnologico<br />

che rivoluziona<br />

il volantino tradizionale,<br />

trasformandolo in un<br />

media digitale. Ne abbiamo<br />

parlato con Paolo<br />

Mamo, Presidente e<br />

Amministratore Delegato<br />

di Altavia.<br />

Cosa è la tecnologia<br />

Proflyer?<br />

Proflyer è una piattaforma<br />

digitale integrabile nell’app<br />

del retailer che permette di<br />

ampliare in maniera esponenziale<br />

le potenzialità del<br />

principale investimento in<br />

comunicazione delle insegne:<br />

il volantino cartaceo. Con Proflyer,<br />

infatti, esso si evolve in<br />

un nuovo spazio multimediale<br />

omnicanale, uno strumento<br />

di comunicazione dinamico,<br />

orientato all’aumento del<br />

traffico in-store e alla fidelizzazione,<br />

con un’importante<br />

focalizzazione sulla<br />

profilazione, l’engagement<br />

e l’interazione con i clienti.<br />

Grazie all’interazione e<br />

all’integrazione con il CRM<br />

del retailer, Proflyer mostrerà<br />

a chi lo utilizza, quelle<br />

offerte e quelle promozioni<br />

che sono coerenti con chi<br />

lo sta utilizzando. Se lei è<br />

vegetariana, vedrà evidenziate<br />

per lei solo offerte<br />

e contenuti (ricette, concorsi,<br />

game) coerenti con<br />

la sua profilazione. Inoltre<br />

le informazioni di<br />

navigazione tramite<br />

la tecnologia Proflyer<br />

arricchiranno<br />

il CRM dell’insegna.<br />

Un flusso costante<br />

di informazione<br />

che consente una<br />

targettizzazione<br />

scientifica. E poi la<br />

semplicità e velocità<br />

di passare dalla<br />

scelta a volantino<br />

all’acquisto in-store<br />

per redimere promozioni e<br />

vantaggi. Grazie a un codice<br />

datamatrix univoco stampato<br />

su ogni volantino e al<br />

login effettuato dai clienti<br />

per accedere alla tecnologia<br />

Proflyer, inoltre, l’insegna<br />

potrà conoscere esattamente<br />

quanti volantini sono stati<br />

consegnati e dove.<br />

In cosa si differenzia da un<br />

normale volantino?<br />

Il volantino che incorpora la<br />

tecnologia Proflyer ha l’aspetto<br />

di quello tradizionale,<br />

100 <strong>DM</strong> MAGAZINE


TECNOLOGISTICA <strong>DM</strong>M<br />

tutt’ora considerato<br />

lo<br />

strumento<br />

principe della<br />

comunicazione<br />

commerciale<br />

(il 69% dei<br />

consumatori,<br />

infatti, vi<br />

trova prodotti e offerte<br />

interessanti, mentre l’87%<br />

dei clienti decide quali<br />

referenze acquistare sulla<br />

base delle offerte disponibili,<br />

messe a confronto<br />

con le diverse insegne).<br />

Il valore aggiunto consiste<br />

nella possibilità d’interagire<br />

con chi lo consulta e<br />

di offrire contenuti diversi<br />

a seconda di chi li utilizza,<br />

ma anche di garantire la<br />

possibilità di fare comunicazione<br />

a più livelli arricchendo<br />

contemporaneamente<br />

il CRM dell’insegna.<br />

Quali sono i vantaggi per<br />

un distributore?<br />

E per i consumatori?<br />

Retailer, brand e consumatori<br />

traggono evidenti<br />

vantaggi dalla tecnologia<br />

Proflyer: i primi, infatti, vedono<br />

aumentare il traffico<br />

in-store, la<br />

fidelizzazione e<br />

la profilazione<br />

dei clienti. La<br />

distribuzione<br />

certificata con<br />

il codice datamatrix,<br />

inoltre,<br />

consente l’ottimizzazione<br />

degli<br />

investimenti.<br />

I brand, invece,<br />

acquisiscono un<br />

nuovo canale per<br />

offrire promozioni<br />

personalizzate,<br />

ma anche l’opportunità di<br />

fare cross-selling, nonché<br />

la possibilità di raccogliere<br />

e utilizzare dati profilati ad<br />

alto valore aggiunto. Per<br />

quanto concerne i consumatori,<br />

infine, il vantaggio<br />

sta nel disporre di uno<br />

strumento interattivo, in<br />

grado di fornire informazioni<br />

dettagliate sui prodotti e<br />

contenuti innovativi.<br />

Con quali sistemi può<br />

interagire Proflyer?<br />

Proflyer è concepito per<br />

interfacciarsi con ogni sistema<br />

utilizzato dai retailer, dal<br />

CRM, alle casse: esso, infatti,<br />

gestisce tutti i flussi di comunicazione<br />

dei dati, da e verso<br />

i sistemi dei clienti, attraverso<br />

l’impiego di tecnologie<br />

standard e “leggere”.<br />

Può fare un esempio di<br />

case history di successo,<br />

se già disponibile?<br />

Proflyer è sul mercato solo<br />

da qualche settimana, quindi<br />

è presto per una case history.<br />

Tuttavia, abbiamo già riscontrato<br />

grande interesse<br />

da parte di vari interlocutori.<br />

Posso anticipare, però, che<br />

entro la fine del <strong>2020</strong> Proflyer<br />

sarà integrato nel sistema<br />

di acquisto e promozione<br />

di un big player del retail<br />

alimentare italiano.n<br />

Paolo Mamo,<br />

Presidente e Amministratore<br />

delegato di Altavia<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 101


NEWS <strong>DM</strong>M<br />

Riso Gallo alla conquista<br />

dei mercati esteri<br />

Sace e Banco BPM hanno finalizzato un’operazione di<br />

finanziamento da 3 milioni di euro a supporto del piano<br />

di crescita sui mercati esteri di Riso Gallo, azienda<br />

leader nella produzione di riso e risotti. L’operazione è<br />

stata perfezionata in piena emergenza Covid-19 e<br />

grazie al finanziamento erogato da Banco BPM, tramite<br />

la propria struttura Mercato Corporate Milano Lodi,<br />

e garantito da Sace, il noto brand investirà in attività di<br />

marketing, ricerca e sviluppo, nella registrazione di<br />

marchi e brevetti e nel rinnovo e riqualificazione di<br />

impianti e macchinari, oltre che nella partecipazione a<br />

fiere internazionali e nel capitale circolante. “In un<br />

anno complesso come questo - spiega Carlo Preve,<br />

amministratore di Riso Gallo, siamo orgogliosi di dare<br />

un segnale positivo e di concretizzare il nostro impegno<br />

come azienda simbolo del Made in Italy all’estero.”<br />

Famila mette a segno una crescita<br />

del +9,3% a parità di rete<br />

Famila, l’insegna nazionale di Selex Gruppo Commerciale,<br />

entra nell’autunno di un anno impegnativo con il<br />

miglior risultato dell’ultimo decennio: +9,3% a parità di<br />

rete. Un dato ancor più positivo se confrontato con il<br />

mercato (Iper+Super) che ai primi di settembre era al<br />

+1,2%. La previsione di un andamento positivo per<br />

l’ultimo trimestre dovrebbe portare a un +12,8% di fatturato<br />

a fine anno, circa 2.200 milioni (1.950 milioni nel<br />

2019). Sono quattro le declinazioni dei 235 punti vendita:<br />

Famila, Superstore, Iper e Market; quest’ultima, nata<br />

nell’estate 2019 dalla<br />

volontà di intercettare<br />

una fascia di consumatori<br />

attenti alla<br />

“prossimità” ma al tempo<br />

stesso esigenti in<br />

termini di completezza<br />

della spesa e con assortimenti<br />

adattati a<br />

differenti esigenze.<br />

H&M chiuderà 250 negozi nel 2021<br />

Il Covid-19 lascia segni pesanti su H&M: il<br />

colosso svedese, con oltre 5.000 punti vendita<br />

nel mondo, ha infatti in programma di<br />

chiudere, entro il 2021, qualcosa come 250<br />

negozi, pari al 5% del proprio network. Il dato<br />

è la somma algebrica di un piano di 100<br />

opening, contro 350 dismissioni. Nel periodo<br />

da gennaio a fine agosto il colosso del pronto<br />

moda ha chiuso 118 negozi e ne ha aperti<br />

85, con un saldo negativo di 33. A motivare<br />

il taglio della rete fisica, ma anche a fungere<br />

da camera di compensazione è infatti,<br />

come per altri retailer, soprattuto lo sviluppo<br />

del canale online, attivo, per il marchio portabandiera,<br />

H&M, in 51 nazioni. La sua incidenza<br />

ha raggiunto il 26% dei ricavi totali, e<br />

una variazione positiva, nei 9 mesi, del 36<br />

per cento.<br />

Sofidel: nuovo impianto negli Stati Uniti<br />

È pienamente operativo a Inola, in Oklahoma, il nuovo<br />

stabilimento di Sofidel, fra i leader a livello mondiale<br />

nella produzione di carta per uso igienico e domestico.<br />

Con sede a Porcari (Lucca), di proprietà delle famiglie<br />

Stefani e Lazzareschi, il Gruppo è noto in Italia e in Europa<br />

in particolare per il marchio Regina. Un impianto<br />

integrato – comprendente cioè sia la fase di cartiera,<br />

sia quella di trasformazione – la cui realizzazione ha<br />

comportato un investimento complessivo di circa 360<br />

milioni di dollari. Nell’impianto sono impiegate oltre 300<br />

persone. Il sito produttivo di Inola è il secondo – dopo<br />

quello di Circleville, in Ohio, inaugurato nel 2018 – realizzato<br />

ex novo da Sofidel negli Stati Uniti, e va ad aggiungersi<br />

ai siti Sofidel già attivi in altri stati del paese<br />

nordamericano.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 103


CONFINDUSTRIA<br />

ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA<br />

PERIODICA SPECIALIZZATA


VIDEO <strong>DM</strong>M<br />

ERBERT INAUGURA A MILANO<br />

È sbarcato a Milano Erbert, il nuovo concept store ecosostenibile,<br />

inaugurato lo scorso giugno e situato in via<br />

Moscati 11. Il format innovativo, ideato da Enrico Capoferri<br />

fondatore e Ceo della startup EatRight, basa la propria<br />

filosofia sul rispetto ambientale e sul mangiare sano:<br />

i prodotti, infatti, provengono tutti da filiera controllata,<br />

frutta e verdura derivano da produzioni biologiche, mentre<br />

il packaging dell’intero assortimento è realizzato con<br />

materiali compostabili. Maggiori dettagli sono forniti ai<br />

mostri microfoni da Enrico Capoferro.<br />

TRENTINGRANA RINNOVA IL PACKAGING<br />

Trentingrana CONCAST, il Consorzio della Provincia<br />

Autonoma di Trento, ha presentato due importanti<br />

novità nel corso dell’evento intitolato “Rinascimento<br />

Trentingrana”. Lo Stagionato 30 mesi un<br />

prodotto di nicchia, è realizzato con latte ricavato<br />

da bovine allevate sul territorio, la cui alimentazione<br />

controllata è costituita da fieno, foraggi e mangimi<br />

rigorosamente No Ogm, senza l’impiego di insilati.<br />

Per il <strong>2020</strong>, è prevista la realizzazione di circa 2500<br />

forme, che il Consorzio si propone di aumentare a<br />

5 mila nei prossimi 5 anni. Cambia la veste grafica<br />

dell’intera Gamma di formaggi del Trentino, rielaborata<br />

in collaborazione con Neurexplore, società<br />

trentina specializzata in neuromarketing.<br />

SPAZIO LENOVO INAUGURA A MILANO<br />

Sbarca in Italia Spazio Lenovo, il primo store europeo<br />

della multinazionale tecnologica di Pechino,<br />

situata ai numero 8/10 di Corso Matteotti, su mille<br />

metri quadrati di superficie commerciale, articolati<br />

su tre livelli. Si tratta di un concept altamente<br />

innovativo, che si propone come luogo in cui i<br />

consumatori possono sperimentare i vantaggi che<br />

la tecnologia è in grado di offrire per andare incontro<br />

alle esigenze quotidiane, nonché alle nuove<br />

necessità lavorative e di comunicazione. All’interno<br />

dello store, alcune aree stanno dedicate all’incontro<br />

e all’apprendimento. Ce ne parla nel dettaglio<br />

Natasha Perfetti, Country Marketing Manager<br />

di Lenovo Italia.<br />

DHL SUPPLY CHAIN APRE LE PORTE DELLO STABILIMENTO DI CORTEOLONA (PV)<br />

DHL Supply Chain ha aperto le porte dello stabilimento<br />

di Corteolona, in provincia di Pavia, un campus tecnologico<br />

vasto oltre 80 mila metri quadrati, 10 mila dei<br />

quali sono adibiti all’attività di co-paking. L’offerta di<br />

servizi a valore aggiunto è fornita sia alle aziende di<br />

stoccaggio nel magazzino di Corteolona, sia a clienti<br />

esterni, che si avvalgono della sola attività di co-packing<br />

attraverso l’impiego di un sistema di navettaggio che<br />

consente lo spostamento delle merci nei vari depositi.<br />

Ce ne parla nel dettaglio Fabrizio Mascherpa, co-packing<br />

Manager di DHL Supply Chain.<br />

<strong>DM</strong> MAGAZINE 105


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