Genitori rivista Dicembre 2020
In questo numero parliamo di questo straordinario 2020: Come rinascere a un nuovo Natale? Come farlo vivere al meglio a noi e ai nostri bambini? Ne parliamo con Paolo Crepet, Maria Rita Parsi e Alberto Pellai
In questo numero parliamo di questo straordinario 2020:
Come rinascere a un nuovo Natale?
Come farlo vivere al meglio a noi e ai nostri bambini?
Ne parliamo con Paolo Crepet, Maria Rita Parsi e Alberto Pellai
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i Tempo lettura < 3 min.
di Benedetta Benini
esperta di processi di apprendimento,
psicomotricista funzionale® e insegnante
Cambiamo prospettiva: alleniamo la nostra
grande “resilienza”
Quarantena.
Isolamento. Lockdown.
Parole che sono entrate
prepotentemente nelle
chat di noi genitori e nelle
chiacchiere dei nostri
Queste parole
imperversano sui Social, in televisione
e nei canali d’informazione in un
rincorrersi di notizie, supposizioni e
pareri di “esperti” che contribuiscono a
formare una nebbia di sconforto e senso
di fatalità che può diventare difficile da
dissipare.
Affrontare la realtà
diventa ancora più complicato quando
queste da parole si trasformano
in quotidianità, e da un momento
all’altro ci si ritrova catapultati in un
limbo domestico fatto di immobilità,
frustrazione e, talvolta, anche angoscia
e preoccupazione.
Se tutto questo è complesso per un
adulto, immaginiamoci per i nostri
bambini.
bambini…
Pur partendo dal presupposto che
ogni situazione è a sé, credo che sia
importante sottolineare come, in
assenza di malessere, l’emozione più
frustrante da gestire per il bambino
può essere proprio la noia.
Come sempre,
sarebbe bene evitare gli estremismi,
pressando i nostri figli con suggerimenti
su cosa fare e cosa non fare per
riempire la loro giornata, così come
lasciarli soli tutto il giorno davanti al
televisore o allo smartphone.
Annoiarsi un po’ non è, di per sé, un
fenomeno negativo. Può permettere
infatti di apprezzare di più, o comunque
di vedere sotto un altro punto di vista,
ciò che tutti i giorni diamo per scontato:
l’allegria dei compagni di scuola, la
didattica in presenza, i tragitti per
recarsi a scuola, persino le interminabili
visite al supermercato o le lezioni di
inglese, musica, sport e chi più ne ha
più ne metta.
La chiave,
in questi casi, è non lasciare soli i
bambini a gestire queste emozioni.
Anche solo un semplice “hai visto? Oggi
sei riuscito a bere il tuo latte senza
scottarti” a colazione può contribuire
a far prendere una piega positiva a una
giornata che si preannunciava grigia e
solitaria.
Didattica a distanza
e smartworking non giocano a favore
di queste dinamiche? Riappropriamoci
delle ore serali, delle pause dal lavoro,
magari coinvolgendo nostro figlio nella
preparazione del pasto, realizzando
insieme un lavoretto, un origami o
perché no, delle decorazioni natalizie,
visto che non manca molto.
Leggiamo un libro.
Focalizziamoci su quello che questo
tempo ci sta permettendo di fare,
anziché su quello che non possiamo
fare. Combattiamo la negatività
imparando e arricchendoci.