Jolly Roger Magazine_IV_01_gennaio 2021
Rivista online pubblicata da Edizioni Jolly Roger. Novità editoriali, interviste e notizie dal mondo di letteratura ed editoria. Download e consultazione gratuiti.
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avrebbero rischiato di travolgerci<br />
se non avessimo unito le<br />
nostre forze e se non ci fosse<br />
stata quell’unità di intenti che<br />
in passato, in alcuni momenti,<br />
era mancata.<br />
Insomma lui parlava, esprimeva<br />
concetti, richiamava l’attenzione<br />
sui bisogni della collettività<br />
ma io non riuscivo a capire<br />
dove volesse arrivare.<br />
Nel frattempo il resto della famiglia<br />
mi aveva raggiunta in<br />
cucina e in silenzio, con gli occhi<br />
puntati sul piccolo schermo<br />
appeso alla parete, si era seduta<br />
a tavola.<br />
Pietro, mio marito, aveva già<br />
indossato camicia e cravatta<br />
sopra a dei vecchi pantaloni<br />
della tuta: in mattinata avrebbe<br />
dovuto presentare il progetto<br />
sul quale lavorava da mesi.<br />
Alice era ancora in pigiama, la<br />
scuola stamani sarebbe iniziata<br />
più tardi per un’assemblea delle<br />
insegnanti e Leo, il piccolo<br />
di casa, aveva gli occhi abbottonati<br />
e nessuna intenzione di<br />
prepararsi per il nido.<br />
Il Primo Ministro, dopo una<br />
lunga introduzione, finalmente<br />
arrivò al dunque. Ricordo a<br />
memoria le esatte parole, che<br />
hanno riecheggiato alla radio e<br />
in TV per settimane:<br />
“...è per questo motivo che, a<br />
partire da domani, 10 aprile,<br />
tutta la popolazione dovrà ogni<br />
giorno uscire dalle proprie case<br />
dalle ore 8 del mattino fino alle<br />
ore 18 del pomeriggio. Verranno<br />
riaperte scuole, uffici, negozi<br />
e tutti i luoghi di aggregazione<br />
come palestre, cinema e teatri.<br />
Già da questa notte le forze di<br />
polizia e i nostri militari sono<br />
all’opera in tutto il paese per<br />
ripristinare gli edifici. Riceverete<br />
personali comunicazioni<br />
sui luoghi nei quali dovrete recarvi...”<br />
Incrociai lo sguardo smarrito di<br />
mio marito ma, prima di riuscire<br />
a dire qualsiasi cosa, il pianto<br />
disperato di mia figlia ruppe<br />
il silenzio e tra le lacrime sentii<br />
la sua voce chiedere:<br />
«Mamma cosa vuol dire uscire?»<br />
Non sapevo cosa risponderle,<br />
per fortuna Pietro ritrovò la parola:<br />
«Alice, finisci la colazione che<br />
io e mamma dobbiamo parlare<br />
un attimo» e così dicendo mi<br />
trascinò in salotto.<br />
Ricordo che non riuscivamo a<br />
formulare frasi coerenti, eravamo<br />
entrambi terrorizzati e non<br />
sapevamo cosa fare. I nostri<br />
cellulari iniziarono a squillare e<br />
corremmo a rispondere sperando<br />
che qualcuno ci aiutasse.<br />
Nel giro di poche ore ricevemmo<br />
tutte le istruzioni necessarie<br />
per iniziare questa nuova vita:<br />
io e Pietro ci saremmo dovuti<br />
recare in due edifici a nord della<br />
città dove avremmo svolto il<br />
nostro lavoro. I bambini sarebbero<br />
andati a scuola “in presenza”,<br />
come lo definì la preside<br />
dell’istituto comprensivo che<br />
frequentavano on line, avrebbero<br />
incontrato fisicamente i loro<br />
compagni e avrebbero con loro<br />
condiviso lo spazio all’interno<br />
di stanze chiamate aule.<br />
La notte nessuno di noi riuscì<br />
a dormire e ci ritrovammo tutti<br />
nel lettone in cerca di coraggio.<br />
Noi adulti eravamo più spaventati<br />
dei piccoli e non riuscivamo<br />
a trovare parole di conforto.<br />
L’alba ci trovò tutti svegli.<br />
RACCONTAMI UNA STORIA<br />
Iniziammo a prepararci e subito<br />
dopo colazione sentimmo<br />
suonare il campanello di casa.<br />
Al citofono una voce ci disse di<br />
portare i bambini giù al portone.<br />
Non fu facile far salire in ascensore<br />
Alice e Leo, non lo avevano<br />
mai preso. Pietro lo aveva<br />
usato un paio di mesi prima per<br />
ritirare un pacco che il corriere,<br />
in ritardo con altre consegne,<br />
non ci aveva portato su, mentre<br />
io non ricordavo più da quanto<br />
tempo non avevo varcato la soglia<br />
di casa.<br />
Ci accolse una signora<br />
dall’aspetto mite e gentile, ma<br />
che con fermezza prese per<br />
mano i miei figli spaventati e<br />
piangenti e li accompagnò su<br />
uno strano mezzo di trasporto<br />
giallo, con una grande scritta<br />
sulla fiancata: SCUOLABUS.<br />
Pietro e io eravamo spaventati,<br />
io temevo di non rivederli mai<br />
più e mentre si allontanavano le<br />
lacrime iniziarono a bagnarmi<br />
il volto.<br />
Accanto a noi altri genitori che<br />
evidentemente abitavano nel<br />
nostro palazzo, con la stessa<br />
angoscia negli occhi, ma anche<br />
con la stessa diffidenza che ci<br />
impediva di scambiare qualche<br />
parola.<br />
Nel volgere di pochi minuti arrivarono<br />
altri due mezzi di trasporto<br />
simili al primo e anche<br />
io e Pietro ci separammo.<br />
Arrivai in questo strano posto<br />
pieno di stanze dove c’erano<br />
scrivanie, computer, monitor e<br />
telefoni ovunque. Sulle pareti<br />
la vernice era ancora fresca e<br />
nell’aria c’era uno strano odore<br />
di disinfettanti. Mi fu assegnata<br />
un posto vicino alla finestra.<br />
DEntro alla mafia cinese<br />
dentro al sistema<br />
un'indagine scomoda per il commissario siciliano<br />
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28 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 1 • GENNAIO <strong>2021</strong>