07.04.2021 Views

Pasta & Pasta

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

L’INFORMAZIONE PROFESSIONALE<br />

PER LA PASTA FRESCA E SECCA<br />

Edizioni Avenue media ®<br />

Colophon<br />

Sommario<br />

<strong>Pasta</strong>&<strong>Pasta</strong>i n. 178<br />

ANNO XXVI - MARZO 2021<br />

178<br />

ANNO XXVI<br />

MARZO 2021<br />

Tariffe R.O.C. Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n° 46) Art. 1 comma 1 DCB Bologna<br />

ISSN 1824-9523<br />

Brexit e prodotti alimentari:<br />

le nuove normative<br />

Le performance dei distretti<br />

agroalimentari italiani<br />

Conservazione, stoccaggio,<br />

pulizia dei cereali:<br />

problematiche e soluzioni<br />

Direttore responsabile<br />

Claudio Vercellone<br />

Comitato tecnico e scientifico<br />

Alfio Amato<br />

Alimentazione e salute<br />

Maurizio Monti<br />

Tecnico farine a grano tenero<br />

Miller’s Mastery<br />

Roberto Tuberosa<br />

Genetica agraria<br />

Redazione<br />

Avenue media<br />

ufficiostampa@avenue-media.eu<br />

051 6564337<br />

Pubblicità<br />

Massimo Carpanelli<br />

carpa@avenue-media.eu<br />

348 2597514<br />

In questo numero<br />

F. Pedrotti, V. Pullini, C. Saruis,<br />

R.M. Vitulano<br />

Foto di copertina<br />

Avenue media<br />

Trattamento dei dati personali ai sensi<br />

del Regolamento (Ue) 679/2016.<br />

L’informativa Privacy è disponibile sul sito<br />

di Avenue media www.avenuemedia.eu alla<br />

pagina “Informativa Privacy Editoria”<br />

www.avenuemedia.eu/informativa-privacy-editoria<br />

Rivista chiusa in tipografia a marzo 2021<br />

pagina 2 pagina 26<br />

n EDITORIALE<br />

La psicologia del packaging<br />

alimentare ................................................... 2<br />

a cura della Redazione<br />

n RUBRICHE<br />

Mondo pasta .................................................. 4<br />

<strong>Pasta</strong> e dintorni .............................................. 6<br />

n ARTICOLI<br />

ECONOMIA AGROALIMENTARE<br />

Brilla l’export della filiera<br />

della pasta e dei dolci .................................... 8<br />

di Carla Saruis e Rosa Maria Vitulano<br />

DIRITTO ALIMENTARE<br />

Pillole di Brexit ............................................. 14<br />

di Valeria Pullini<br />

FOOD SAFETY<br />

Residui di combustione<br />

e benzopirene nei cereali .............................. 26<br />

di Fabio Pedrotti<br />

ETICHETTATURA<br />

NutrInform Battery:<br />

raccomandazioni d’uso ................................. 34<br />

a cura della Redazione<br />

n BUYERS’ GUIDE<br />

Le aziende informano ..................................... 38<br />

Elenco inserzionisti ........................................ 44<br />

Gli autori sono pienamente responsabili degli articoli pubblicati che la Redazione ha vagliato e analizzato.<br />

Ciò nonostante, errori, inesattezze e omissioni sono sempre possibili. Avenue media, pertanto, declina ogni<br />

responsabilità per errori e omissioni eventualmente presenti nelle pagine della rivista.<br />

Ufficio Abbonamenti<br />

abbonamenti@avenue-media.eu<br />

Abbonamento annuale € 40,00<br />

Copie arretrate (se disponibili):<br />

€ 8,00 + spese di spedizione<br />

Edizione, direzione, redazione,<br />

pubblicità e amministrazione<br />

Avenue media srl<br />

Viale Antonio Aldini, 222/4<br />

40136 Bologna<br />

Tel. 051 6564311 - Fax 051 6564332<br />

www.avenuemedia.eu<br />

Studio grafico<br />

Morena Morini<br />

Stampa<br />

MIG - Moderna Industrie Grafiche<br />

Via dei Fornaciai, 4<br />

40129 Bologna<br />

Registrazione<br />

N. 8297 del 27 febbraio 2013<br />

del Tribunale di Bologna<br />

Rivista fondata a Parma nel 1995<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Editoriale<br />

a cura della Redazione<br />

La psicologia<br />

del packaging alimentare<br />

Un’indagine evidenzia come forma e design di una confezione<br />

possono influire sull’acquisto di un prodotto<br />

Packaging riciclabile, personalizzato o<br />

con informazioni ben evidenti e comprensibili<br />

(tempi di cottura e indicazioni<br />

alimentari). Negli ultimi anni gli studi<br />

dei consumi e dei comportamenti dei consumatori<br />

si sono moltiplicati dando sempre maggior<br />

valore a ricerche legate alla psicologia del<br />

packaging. Questa tendenza di analisi sta determinando<br />

parte delle nuove strategie di marketing<br />

legate a prodotti anche di imprese<br />

medie e piccole. Tra le tante ricerche<br />

effettuate, spicca quella di<br />

Out of the Box, spazio di informazione<br />

e ricerca online sulle innovazioni<br />

del packaging e della<br />

stampa digitale, frutto della ricerca<br />

dell’Osservatorio Out of the<br />

Box di Ghelfi Ondulati, in collaborazione<br />

con Nomisma e Glaxi.<br />

Colore, forma,<br />

messaggio<br />

e tatto<br />

del packaging<br />

influenzano<br />

il consumatore<br />

In poche parole, la psicologia del packaging non<br />

è altro che una specifica branca della psicologia<br />

del consumo orientata, per l’appunto, sul confezionamento.<br />

L’analisi dei comportamenti e<br />

dei consumi, in questo specifico ambito, evidenzia<br />

alcuni elementi molto semplici del confezionamento<br />

e considera il loro impatto sul consumatore<br />

che si trova, ad esempio, in un supermercato,<br />

davanti a numerosi scaffali, e deve scegliere<br />

a colpo d’occhio un prodotto.<br />

Queste indicazioni, ovviamente,<br />

non sono assolute, ma rappresentano<br />

una tendenza di media soggetta<br />

a diverse variabili. In termini<br />

di packaging la scelta della<br />

confezione punta ad attrarre, su<br />

base sensoriale, l’attenzione e il<br />

piacere dei consumatori, creando<br />

un effetto di curiosità immediata<br />

2<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Editoriale<br />

che lo porti non all’acquisto, ma a prendere in<br />

considerazione uno specifico prodotto o brand.<br />

Nella ricerca di Out of the Box si sono analizzati<br />

quali sono esattamente questi fattori, stabilendo<br />

una serie di elementi principali che possono fortemente<br />

influenzare la scelta del consumatore:<br />

il colore, la forma/dimensione, il messaggio e<br />

la risposta tattile. Vediamo cosa è emerso.<br />

Da tempo si svolgono ricerche<br />

sull’impatto dei colori<br />

sulla psiche inconscia degli<br />

individui e, sebbene non<br />

esistano leggi universali,<br />

nel corso degli anni sono<br />

stati raccolti numerosi dati<br />

che hanno evidenziato come<br />

alcuni colori generino<br />

reazioni emotive omogenee, creando attrazione<br />

o repulsione verso un prodotto. Tonalità diverse<br />

attivano impatti emotivi e psicologici differenti,<br />

con interpretazioni che possono variare a seconda<br />

del contesto culturale.<br />

Moltissimi brand hanno fondato la propria identità<br />

sul colore delle loro confezioni, facendone<br />

un tratto distintivo: il blu di Barilla o il rosso<br />

delle lattine di Coca-Cola. Nel settore healthy<br />

si prediligono colori primari quali verde, rosa o<br />

beige, perché collegati al concetto di salute, benessere<br />

ed energia. Le confezioni bianche comunicano<br />

genuinità, gusto, limpidezza, mentre<br />

un packaging nero si lega a un prodotto di prestigio<br />

ed esclusività. Nel settore pasta si fa poi<br />

un forte uso di confezioni trasparenti, proprio<br />

per esaltare la visibilità della pasta e il valore<br />

intrinseco del prodotto. Un ottimo modo per instaurare<br />

un solido rapporto di fiducia con il consumatore,<br />

ma che, al contempo, rischia di anonimizzare<br />

troppo una confezione.<br />

Se il colore è un fattore importante, la forma delle<br />

confezioni lo è altrettanto. Infatti, secondo uno<br />

studio pubblicato sull’International Journal of<br />

Scientific Research and Management Studies, la<br />

facilità d’uso è tra gli elementi decisivi nell’attrattività<br />

di una scatola/confezione: se risulta<br />

semplice da trasportare avrà prestazioni migliori<br />

rispetto a una confezione irregolare o difficile da<br />

maneggiare. In ambito food le forme tondeggianti<br />

vengono legate al campo semantico della<br />

Il packaging<br />

design usa<br />

font semplici<br />

per favorire<br />

i tempi di lettura<br />

“dolcezza”, quelle allungate evocano invece un<br />

senso di freschezza e fragranza. Questi modelli<br />

non sono però più così netti a causa dell’evoluzione<br />

del packaging design, anche se resistono<br />

in specifici ambiti di target. Sulle dimensioni di<br />

una confezione si è però notato come spesso prodotti<br />

small-size siano percepiti come di qualità<br />

superiore, mentre imballaggi più grandi o voluminosi<br />

diano un’idea di convenienza.<br />

Parole e font sul packaging hanno a loro volta<br />

un forte impatto sul consumatore. Molte analisi<br />

confermano un nesso tra lo stile grafico light dei<br />

testi e il percepito healthy del brand. Un prodotto,<br />

specialmente alimentare, con scritte organiche<br />

e naturali trasmette salubrità rispetto a font<br />

più consistenti. Questo riguarda anche i testi minori<br />

come le istruzioni e le etichette, dove uno<br />

studio evidenzia come font graziati e articolati<br />

sono percepiti come più attenti alle attività descritte,<br />

rispetto alle istruzioni riportate con caratteri<br />

più semplici e lineari. Oggi, ad esempio,<br />

molte realtà di packaging design tendono ad<br />

usare font molto semplici che favoriscono una<br />

lettura rapida, come nella campagna del Movimento<br />

Grandi Minuti ideata per il settore pasta.<br />

L’ultimo livello di percezione<br />

del consumatore su<br />

una confezione riguarda il<br />

lato tattile, dove la scelta<br />

dei prodotti stabilisce le<br />

strategie di engagement. Si<br />

tratta di un meccanismo<br />

sottostante chiamato “trasferimento<br />

di sensazioni”,<br />

un particolare schema psicologico in cui le sensazioni<br />

di un consumatore nei confronti di una<br />

scatola possono influenzare la valutazione sul<br />

prodotto. Da tempo si studia questo tipo di reazioni,<br />

in particolare nell’area del packaging alimentare.<br />

Di recente le attenzioni degli esperti si<br />

sono focalizzate sull’effetto del peso delle scatole<br />

nelle scelte d’acquisto, attraverso modelli<br />

matematici sempre più raffinati per studiare le<br />

interazioni personali e sensoriali tra packaging<br />

e consumatori, che garantiscono un approccio<br />

sempre più scientifico al “marketing tattile”.<br />

Le confezioni<br />

devono<br />

tener conto<br />

della velocità<br />

degli acquisti<br />

La Redazione<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021<br />

3


Mondo pasta<br />

Un 2020 da record per Garofalo<br />

Il Pastificio Garofalo, storica impresa di Gragnano, ha chiuso il 2020 con<br />

un fatturato pari a 220 milioni di euro, in crescita del 35% rispetto al 2019,<br />

e un Ebitda stabile poco sotto al 13%, ma in crescita nel valore assoluto.<br />

Il 2020 è stato senza dubbio un anno molto importante per il Pastificio Garofalo:<br />

sullo sfondo di uno scenario di mercato duramente messo alla prova<br />

dalla pandemia, l’azienda ha saputo gestire, da un lato, l’immediata implementazione<br />

di tutte le necessarie misure sanitarie al fine di garantire un ambiente di lavoro sicuro per<br />

i proprio dipendenti e, dall’altro, la straordinarietà delle esigenze di stoccaggio da parte della Gdo,<br />

senza interruzioni di fornitura. È anche grazie a questo grande impegno che il pastificio ha chiuso<br />

l’anno in positivo, sulla scia di un trend particolarmente favorevole al consumo alimentare<br />

domestico, che ha saputo più che contrastare la forte contrazione registrata nei consumi fuori casa.<br />

In Emilia Romagna<br />

crescono le superfici<br />

dedicate al grano duro<br />

La produzione di frumento<br />

duro in Emilia<br />

Romagna rappresenta<br />

il 30% del totale delle<br />

superfici coltivate a<br />

grano, nonostante in<br />

passato sia stata abbandonata<br />

perché considerata<br />

poco redditizia. Secondo il presidente della<br />

sezione cereali di Confagricoltura Emilia Romagna,<br />

Lorenzo Furini, le superfici coltivate a<br />

frumento duro stanno crescendo del 60%, passando<br />

dai 45 mila ettari del 2020 ai 74 mila ettari<br />

del 2021. Un aumento dovuto sia alla richiesta<br />

di prodotto 100% italiano per la filiera<br />

della pasta, sia all’andamento dei prezzi: +35%<br />

negli ultimi 18 mesi. Le nuove varietà e le tecniche<br />

colturali sempre più innovative hanno<br />

poi migliorato la resa, portandola mediamente<br />

attorno ai 70 quintali per ettaro.<br />

Nasce Barilla International,<br />

l’holding inglese<br />

per le attività all’estero<br />

La riorganizzazione<br />

societaria del Gruppo<br />

alimentare di Parma,<br />

avviata a metà dello<br />

scorso anno, si è conclusa<br />

nei giorni scorsi.<br />

All’azienda capogruppo<br />

italiana si va ad affiancare<br />

una holding<br />

britannica, Barilla International,<br />

alla quale<br />

sono trasferite tutte le<br />

partecipazioni estere.<br />

Detenuta all’85% da<br />

Barilla Holding e al 15% da Gafìna, la nuova società,<br />

oltre a controllare gli asset esteri, gestirà anche<br />

Digital Hub, la struttura creata allo scopo di attrarre<br />

nuovi talenti sullo scenario internazionale e<br />

curare la presenza e lo sviluppo del Gruppo sul territorio<br />

britannico.<br />

In aumento le confezioni di pasta compostabili<br />

La politica delle aziende per essere sempre più “green” porta a sviluppare soluzioni<br />

ad alto tasso di innovazione. In questo senso, la novità introdotta dal Gruppo Colussi<br />

riguarda l’incarto compostabile ed ecosostenibile della nuova linea di pasta Agnesi.<br />

Da poco è stato inaugurato, nello stabilimento di Fossano (Cn), un impianto di confezionamento<br />

per un packaging che potrà essere smaltito nell’umido. Le nuove confezioni<br />

sono già disponibili sugli scaffali dei supermercati e dei negozi italiani. Dopo<br />

il processo di compostaggio, l’incarto si trasformerà in terriccio impiegabile come<br />

fertilizzante del suolo.<br />

4<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


<strong>Pasta</strong> e dintorni<br />

Sanatech, un nuovo strumento<br />

per le sfide del Green Deal europeo<br />

Nell’ambito di Sana 2021, in programma a Bologna il 9-12 settembre, si terrà<br />

Sanatech, la nuova rassegna tematica professionale dedicata alla filiera biologica,<br />

ecosostenibile e a zero residui della produzione agroalimentare, zootecnica,<br />

della selvicoltura e del benessere. L’evento, organizzato da BolognaFiere e Federbio<br />

e curato dal partner specializzato Avenue Media, sarà punto di incontro<br />

per tutti gli operatori coinvolti nella produzione biologica e per quanti intendono<br />

intraprendere questo percorso, rispondendo a un mercato all’insegna della sostenibilità.<br />

Tutti gli anelli delle filiere troveranno spazi di grande rilievo in Sanatech,<br />

in quella logica di garanzia assoluta “dal produttore al consumatore”, base di riferimento del<br />

Green Deal dell’Ue, per una politica di crescita che cambierà radicalmente il modo di produrre nei Paesi<br />

dell’Unione a vantaggio dell’ambiente e del benessere delle popolazioni. Sanatech rappresenta una qualificata<br />

vetrina internazionale di tutti i settori coinvolti, grazie anche a un’intensa attività formativa e di<br />

comunicazione con le associazioni e le società tecniche e scientifiche di riferimento.<br />

Un sistema a infrarossi “autentica” la pasta 100% italiana<br />

Un team di ricerca dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Consiglio<br />

nazionale delle ricerche (Cnr-Ispa) ha sviluppato un sistema a infrarossi per identificare<br />

la pasta prodotta con grano duro 100% italiano, così da distinguerla da<br />

quella contraffatta. Condotto su 361 campioni di pasta, lo studio ha evidenziato<br />

che la maggior parte confermavano le informazioni riportate sulle confezioni circa<br />

l’origine geografica del grano duro, in accordo alla legislazione vigente in Italia<br />

che prevede l’indicazione del Paese di coltivazione e quello di macinazione del<br />

grano. L’interesse delle aziende per questo tipo di metodiche sta progressivamente aumentando per<br />

poter individuare eventuali manipolazioni fraudolente e garantire il rispetto delle normative.<br />

Barilla dà vita alle Playlist<br />

Timer per cuocere la pasta<br />

a tempo di musica<br />

Otto playlist brandizzate che abbinano<br />

a diversi generi musicali<br />

alcuni tra i formati di pasta più<br />

apprezzati dagli italiani. È la<br />

nuova idea di Barilla che, in collaborazione<br />

con Spotify, ha voluto<br />

creare una selezione musicale<br />

che aiuti a tenere il tempo<br />

di cottura della pasta. I brani<br />

contenuti dalle “Playlist Timer” saranno aggiornati<br />

periodicamente in modo da garantire<br />

varietà a chi utilizza queste raccolte musicali<br />

come timer per la cottura della pasta, dimostrando<br />

la vicinanza di Barilla ai consumatori<br />

con prodotti e proposte al passo con i tempi.<br />

Deep Space Food Challenge:<br />

il concorso<br />

per il cibo del futuro<br />

La Nasa, l’agenzia spaziale Usa, ha<br />

indetto un concorso per la creazione<br />

di alimenti destinati alle missioni dell’uomo<br />

per raggiungere Marte e oltre.<br />

“Deep Space Food Challange”<br />

rappresenta un incentivo per la produzione<br />

alimentare mondiale, anche<br />

per il settore pasta. Creare alimenti<br />

sani, nutritivi e gustosi con risorse limitate e che<br />

producano scarti minimi sarebbe un notevole passo<br />

in avanti per la produzione alimentare globale, specie<br />

per quelle aree povere di risorse o colpite da<br />

eventi naturali. Il premio di 500 mila dollari rappresenta<br />

uno stimolo ad elaborare un trend applicabile<br />

anche alle attuali richieste del mercato.<br />

6<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Economia Agroalimentare<br />

di Carla Saruis e Rosa Maria Vitulano<br />

Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo<br />

Cifra record per le vendite all’estero del nostro agroalimentare<br />

che taglia il traguardo dei 5 miliardi di euro<br />

La tradizione agroalimentare italiana ha portato alla formazione di realtà locali caratterizzate dalla<br />

presenza di molti prodotti tipici. Allo scopo di rappresentare tali realtà, Intesa Sanpaolo ha identificato<br />

50 distretti agroalimentari: zone geografiche specializzate nella coltivazione e trasformazione di prodotti<br />

agricoli e alimentari, contraddistinte da una buona propensione all’export, distribuite lungo<br />

tutto lo Stivale.<br />

La Redazione<br />

Nel terzo trimestre 2020 i distretti<br />

agroalimentari italiani hanno continuato<br />

il percorso di crescita già intrapreso<br />

nella prima<br />

metà dell’anno realizzando, nel<br />

complesso, oltre 5 miliardi di euro<br />

di vendite all’estero, che corrispondono<br />

a un aumento del 2,3%<br />

rispetto allo stesso periodo del<br />

2019. Si tratta, ancora una volta,<br />

Prosegue<br />

la crescita<br />

dei distretti<br />

agroalimentari<br />

di un traguardo record per le esportazioni, che<br />

mai avevano superato tale cifra nel trimestre estivo.<br />

Questa performance si va a sommare al buon<br />

risultato del primo trimestre e alla<br />

sostanziale stabilità del secondo,<br />

portando il bilancio dei primi nove<br />

mesi del 2020 in positivo per oltre<br />

430 milioni di euro rispetto allo<br />

stesso periodo dello scorso anno<br />

(+3,1% tendenziale).<br />

8<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Economia Agroalimentare<br />

Il maggior contributo alla crescita viene, anche nel<br />

terzo trimestre (come già nei due periodi precedenti)<br />

dalla filiera della pasta e dei dolci, il cui successo<br />

sui mercati internazionali non accenna ad arrestarsi:<br />

+4,1%, che sommato ai forti progressi dei mesi<br />

precedenti porta il bilancio dei primi nove mesi dell’anno<br />

a sfiorare i dieci punti percentuali (+9,9%<br />

tendenziale). Particolarmente positiva l’evoluzione<br />

del distretto dell’alimentare di Parma (+26,9% ),<br />

del comparto pasta dell’alimentare napoletano<br />

(+24,2%) e della pasta di Fara (+13,8%). Seconda<br />

filiera per contributo alla crescita è quella delle conserve<br />

con un +5,6 tendenziale nel trimestre (+9,4%<br />

nei primi nove mesi dell’anno). Entrambe le filiere<br />

sono caratterizzate dalla presenza di grandi aziende<br />

che hanno saputo attivare partnership importanti<br />

con la Gdo sia nazionale sia estera, che hanno quindi<br />

beneficiato degli incrementi delle vendite per<br />

consumi casalinghi, compensando così i minori incassi<br />

derivanti dal canale Horeca.<br />

Risultati lusinghieri anche per la filiera dei distretti<br />

agricoli: lo sprint del terzo trimestre (+8,6%) porta<br />

a registrare un incremento del 5% nei primi nove<br />

mesi dell’anno. Luci e ombre nella filiera delle carni<br />

e salumi, che nel complesso chiude il trimestre<br />

con un +1,8% tendenziale (+0,7% nel periodo<br />

gennaio-settembre). Il principale distretto, i salumi<br />

del Modenese, nonostante<br />

il dato positivo del terzo<br />

trimestre (+2,3%) resta in<br />

territorio negativo nei primi<br />

nove mesi dell’anno (-6,4%).<br />

Boom dei salumi di Reggio<br />

Emilia (+20% nel trimestre<br />

estivo), che compensa le perdite<br />

segnate nel primo semestre<br />

(+3,9% da inizio anno). Pressoché invariato<br />

l’andamento dei salumi di Parma: nel periodo gennaio-settembre<br />

2020 ha realizzato circa lo stesso<br />

valore di vendite all’estero dei primi nove mesi del<br />

Non si arresta<br />

il successo<br />

di pasta e dolci<br />

nei mercati<br />

internazionali<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021<br />

9


Economia Agroalimentare<br />

2019. Infine, si segnala il risultato<br />

positivo della filiera<br />

dell’olio, determinato principalmente<br />

dal distretto dell’olio<br />

toscano, che da solo<br />

“pesa” per circa il 70% sugli<br />

importi esportati della filiera,<br />

e che cresce del 9,4% nei primi<br />

nove mesi.<br />

Anche i due distretti del riso registrano aumenti<br />

importanti: in evidenza il riso di Vercelli con un<br />

+10,3% da inizio anno e il +13,4% del riso di Pavia<br />

(Tabella e Grafico 1).<br />

Il settore<br />

meccanico<br />

legato<br />

all’agrifood<br />

dà segnali<br />

di recupero<br />

Focus sulla meccanica dell’Emilia Romagna<br />

In Emilia Romagna è attiva una filiera agroalimentare<br />

molto strutturata. Vicino ai distretti del food<br />

si sono poi sviluppate aree ad alta specializzazione<br />

composte da imprese della meccanica che rivolgono<br />

la propria offerta al settore agroalimentare.<br />

Nate per servire il mercato domestico, nel tempo<br />

hanno saputo imporsi anche su quello estero, conquistando<br />

significative quote di mercato.<br />

Spiccano, in particolare, le macchine per l’imballaggio<br />

di Bologna, le macchine agricole di Modena<br />

e Reggio Emilia e la Food machinery di Parma.<br />

Nel terzo trimestre dell’anno emergono segnali di<br />

Tabella 1<br />

Le esportazioni dei distretti agroalimentari monitorati per filiera<br />

da Intesa Sanpaolo nel 2019 e nei primi nove mesi del 2020<br />

Milioni di euro<br />

2019<br />

Peso %<br />

2019<br />

Milioni<br />

di euro<br />

gen-set 2020<br />

Differenza<br />

2019<br />

Differenza<br />

gen-set 2020<br />

Var. %<br />

tendenziale<br />

2019<br />

Var. %<br />

tendenziale<br />

gen-set 2020<br />

Filiera dei vini 5.474 28% 3.845 317 -107 6,2 -2,7<br />

Filiera delle paste e dei dolci 4.079 21% 3.163 517 286 14,5 9,9<br />

Filiera agricola 3.188 16% 2.369 40 112 1,3 5,0<br />

Filiera della carne e dei salumi 1.948 10% 1.421 15 9 0,8 0,7<br />

Filiera delle conserve 1.863 9% 1.479 39 127 2,1 9,4<br />

Filiera lattiero-casearia 1.782 9% 1.299 127 -58 7,7 -4,3<br />

Filiera dell’olio di oliva 831 4% 686 -63 42 -7,0 6,6<br />

Filiera del riso 472 2% 391 21 41 4,6 11,8<br />

Filiera dei prodotti ittici 97 0% 57 -4 -16 -4,3 -21,5<br />

Totale complessivo 19.733 100% 14.711 1.008 437 5,4 3,1<br />

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat<br />

Grafico 1<br />

Le esportazioni dei distretti agroalimentari italiani per filiera<br />

(gennaio-settembre 2019 e 2020, milioni di euro)<br />

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat<br />

10<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Economia Agroalimentare<br />

Tabella 2<br />

Le esportazioni dei distretti della filiera meccanica dell’agroalimentare<br />

dell’Emilia Romagna nel 2019 e nei primi nove mesi del 2020<br />

Milioni<br />

di euro<br />

2019<br />

Milioni<br />

di euro<br />

gen-set 2020<br />

Differenza<br />

2019<br />

Differenza<br />

gen-set 2020<br />

Var. %<br />

tendenziale<br />

2019<br />

Var. %<br />

tendenziale<br />

gen-set 2020<br />

Macchine per l’imballaggio di Bologna 2.603,5 1.601,9 -123,6 -438,9 -4,5 -13,1<br />

Food machinery di Parma 1.404,8 859,2 89,3 -233,9 6,8 -13,0<br />

Macchine agricole di Reggio Emilia<br />

e Modena<br />

482,2 355,8 -62,9 -21,5 -11,5 -2,7<br />

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat<br />

Grafico 2<br />

Variazione tendenziale delle esportazioni dei distretti<br />

della filiera meccanica dell'agroalimentare dell'Emilia Romagna<br />

Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Istat<br />

recupero o di attenuazione delle perdite nella filiera<br />

metalmeccanica emiliano romagnola legata<br />

all’industria agroalimentare. Spicca, in particolare,<br />

il balzo delle esportazioni del distretto delle<br />

macchine agricole di Modena e Reggio Emilia<br />

(+28,7%), grazie all’aumento delle vendite in<br />

Francia, Regno Unito, Sudafrica, Polonia, Marocco,<br />

Paesi Bassi, Cile e Grecia.<br />

Tuttavia, il bilancio dei primi nove mesi dell’anno<br />

resta leggermente negativo (-2,7%). Il distretto<br />

delle macchine per l’imballaggio di Bologna si<br />

mantiene sostanzialmente stabile nel terzo trimestre<br />

2020 (+0,1%), mentre rimane decisamente negativo<br />

l’andamento nel periodo gennaio-settembre<br />

2020 (-13,1%); tra luglio e settembre in evidenza<br />

la crescita dei flussi verso Stati Uniti, Polonia, Indonesia<br />

e Svizzera, controbilanciati però dalla riduzione<br />

in Russia, Turchia e Romania. Continua<br />

a soffrire il distretto della Food machinery di Parma,<br />

che nel terzo trimestre 2020, pur attenuando<br />

le perdite, ha contabilizzato un decremento dei<br />

flussi commerciali pari al 5,8% a causa della riduzione<br />

delle vendite prevalentemente in Francia,<br />

Cina e Germania, rispettivamente secondo, terzo<br />

e quarto sbocco commerciale del distretto; forte<br />

calo anche in Polonia e Russia; bene invece le vendite<br />

negli Stati Uniti (primo mercato di riferimento),<br />

in Spagna e in Messico. Il calo complessivo<br />

dei primi nove mesi del 2020 si attesta così al<br />

-13% (Tabella e Grafico 2).<br />

Carla Saruis, Rosa Maria Vitulano<br />

12<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Diritto alimentare<br />

di Valeria Pullini - Avvocato esperto in diritto alimentare<br />

L’accordo sugli scambi e la cooperazione tra l’Unione europea e il Regno Unito.<br />

Ecco cosa sappiamo ad oggi anche in tema di biologico.<br />

La conformità<br />

delle merci<br />

sarà valutata<br />

dalle autorità<br />

doganali<br />

Come noto, a seguito del referendum<br />

del 23 giugno 2016, in data 29 marzo<br />

2017 il Regno Unito ha notificato<br />

l’intenzione di recedere dall’Unione<br />

europea a norma dell’articolo 50 del Trattato sul<br />

funzionamento dell’Unione europea (TfUe).<br />

Dopo circa tre anni di negoziati, il 30 gennaio<br />

2020 il Consiglio europeo ha adottato la decisione<br />

relativa alla conclusione dell’accordo<br />

di recesso a nome<br />

dell’Ue e una dichiarazione politica<br />

sul quadro delle future relazioni.<br />

A partire dalla mezzanotte<br />

del 31 gennaio 2020, il Regno<br />

Unito non è più uno Stato membro<br />

dell’Ue ed è considerato un Paese<br />

terzo. Tuttavia, l’accordo di recesso<br />

ha consentito di gestire l’uscita del Regno<br />

Unito dall’Ue in maniera ordinata, a tutela di cittadini<br />

e imprese, prevedendo in particolare un<br />

periodo transitorio, terminato il 31 dicembre<br />

scorso, attraverso il quale un ampio corpo di regole<br />

dell’Ue (incluse quelle sulla libera circolazione<br />

delle persone, dei servizi, dei capitali e delle<br />

merci nei termini previsti dall’accordo medesimo)<br />

ha continuato ad applicarsi<br />

al Regno Unito.<br />

Il 24 dicembre 2020, al termine di<br />

intensi negoziati, la Commissione<br />

europea ha raggiunto un’intesa<br />

con il Regno Unito, volta a definire<br />

le condizioni della futura collaborazione<br />

Uk-Ue. L’accordo sugli<br />

scambi e la cooperazione com-<br />

14<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Diritto alimentare<br />

prende tre pilastri principali: un accordo di libero<br />

scambio; un nuovo partenariato per la sicurezza<br />

dei cittadini; un accordo orizzontale in materia<br />

di governance. Per quanto qui interessa, si delineano<br />

brevemente i principali temi relativi all’accordo<br />

di libero scambio.<br />

I settori oggetto dell’accordo<br />

L’accordo - pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione<br />

europea, serie L. 444 del 31 dicembre<br />

2020 - riguarda non solo gli scambi di merci e servizi,<br />

ma anche un’ampia gamma di altri settori di<br />

interesse dell’Ue, quali gli investimenti, la concorrenza,<br />

gli aiuti di stato, la trasparenza fiscale,<br />

i trasporti aerei e stradali, l’energia e la sostenibilità,<br />

la pesca, la protezione dei dati e il coordinamento<br />

in materia di sicurezza sociale. Dispone<br />

l’assenza di tariffe e contingenti su tutte le merci<br />

conformi alle opportune regole in materia di origine.<br />

Per beneficiare di questo trattamento, le imprese<br />

dovranno quindi provare che i propri prodotti<br />

rispettano integralmente le regole sull’origine<br />

delle merci previste dall’accordo stesso. In ordine<br />

ai trasporti, l’accordo prevede che la connettività<br />

per via aerea, stradale, ferroviaria e marittima<br />

prosegua ininterrotta e in modo sostenibile.<br />

Lo scambio delle merci<br />

Per quanto attiene propriamente allo scambio<br />

delle merci e, in particolare, degli alimenti, il ministero<br />

della Salute italiano ha diffuso, nei primi<br />

giorni di gennaio 2021, una nota con la quale ha<br />

precisato alcuni punti rilevanti in tema di formalità<br />

doganali relative allo scambio delle merci,<br />

ancorché l’accordo Ue-Uk ponga già le basi volte<br />

ad ordinare le future relazioni commerciali fra<br />

le parti, andando inoltre a limitare fin da subito<br />

alcuni ostacoli allo scambio di beni e servizi come,<br />

ad esempio, l’azzeramento delle tariffe doganali<br />

e i contingentamenti sulle merci. Il Mini-<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021<br />

15


Diritto alimentare<br />

stero ha sottolineato tuttavia che, pur vigendo un<br />

accordo di libero scambio, tutte le merci scambiate<br />

e poste sul mercato dell’una e dell’altra parte<br />

saranno sottoposte alle formalità doganali atte<br />

a definirne la conformità rispetto ai criteri fissati<br />

nei reciproci ordinamenti giuridici. In quest’ottica,<br />

l’accordo del 24 dicembre contiene, come<br />

ogni accordo di libero scambio, il capitolo sanitario<br />

e fitosanitario (Sps), attraverso il quale le<br />

parti svilupperanno e adatteranno ulteriori regole<br />

sui controlli sanitari in dogana che, sulla base di<br />

principi riconosciuti a livello internazionale da<br />

Wto, Fao e Oie, continueranno a tutelare la sicurezza<br />

alimentare, nonché la salute animale e delle<br />

piante nei rispettivi mercati.<br />

Vista l’importanza del tema e per tutelare l’accesso<br />

a taluni prodotti alimentari (food security),<br />

i servizi veterinari della Commissione europea,<br />

degli Stati membri e del Regno Unito hanno<br />

continuato ad assicurare un intenso confronto anche<br />

nel periodo successivo alla conclusione<br />

dell’accordo.<br />

Sulla base degli esiti di tali confronti è possibile<br />

delineare termini e condizioni dei controlli doganali<br />

applicabili alle differenti tipologie di prodotto<br />

destinate ad essere esportate in Uk:<br />

· Numero di notifica univoco Unn<br />

A partire dal 1 gennaio 2021 e fino al 1 luglio del<br />

corrente anno, il codice Unn da inserire nei certificati<br />

di esportazione dei prodotti destinati alla<br />

Gran Bretagna si applicherà solo per quelli di origine<br />

animale sottoposti a misure di salvaguardia<br />

(Poao under safeguard measures). Ciò significa<br />

che le altre merci, ossia Poao non soggette a misure<br />

di salvaguardia (alimenti composti inclusi),<br />

sottoprodotti di origine animale, alimenti di origine<br />

non animale, piante e prodotti vegetali non<br />

avranno bisogno di alcun codice Unn.<br />

· Triangolazioni commerciali<br />

Le autorità britanniche hanno dichiarato che non<br />

saranno richiesti certificati ufficiali rilasciati dagli<br />

Stati membri (almeno non prima del 1 aprile<br />

2021) per i prodotti introdotti in Uk dall’Ue che<br />

saranno lavorati e successivamente esportati di<br />

nuovo verso l’Ue o altro Paese terzo. È responsabilità<br />

degli esportatori dell’Ue mantenere i<br />

contatti con gli importatori britannici, al fine di<br />

facilitare il reperimento di informazioni utili ai<br />

veterinari ufficiali britannici che dovranno completare<br />

i certificati di esportazione<br />

dal Regno Unito<br />

all’Ue (o ad altri Paesi terzi).<br />

I funzionari del Regno Unito<br />

valuteranno puntualmente<br />

(case by case) se richiedere<br />

attestazioni commerciali<br />

o altre prove commerciali o<br />

nulla, a seconda del livello<br />

Per esportare<br />

nel Regno Unito<br />

occorrerà munirsi<br />

di un codice<br />

Eori<br />

di conoscenza che possono avere sul fornitore<br />

dell’Ue. Di conseguenza, l’accertamento dei requisiti<br />

sanitari di origine dei prodotti destinati alla<br />

suddetta triangolazione sarà un processo gestito<br />

direttamente tra gli Osa (Operatori del settore<br />

alimentare), mentre le autorità competenti<br />

dell’Ue non dovranno essere coinvolte. Comunque<br />

sia, dal 1 gennaio 2021 tutte le cessioni di<br />

merci dall’Ue (e per quanto qui interessa, dall’Italia)<br />

al Regno Unito rappresentano operazioni<br />

di esportazione (verso Paese terzo-extra Ue),<br />

quindi è necessario espletare tutte le dovute formalità<br />

doganali.<br />

Le procedure da seguire sono dettagliate nella<br />

pagina dedicata del sito dell’Agenzia delle dogane<br />

e dei monopoli, di cui si riporta il link:<br />

www.adm.gov.it/portale/dogane/operatore/regimi-e-istituti-doganali/i-regimi-doganali/esportazione-1.<br />

16<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Diritto alimentare<br />

Dal 1 luglio 2021 il nuovo regime doganale entrerà<br />

in vigore in toto e saranno richieste dichiarazioni<br />

doganali complete che si aggiungeranno all’aumento<br />

dei controlli fisici della merce (prodotti animali<br />

- prodotti di origine animale e sottoprodotti di<br />

origine animale; pesce, crostacei e loro prodotti;<br />

alimenti e mangimi ad alto rischio non di origine<br />

animale - Hrfnao; animali vivi e materiale germinale;<br />

equini; piante e prodotti vegetali).<br />

Il codice Eori<br />

Inoltre, per esportare verso la Gran Bretagna sarà<br />

necessario essere titolari di un codice Eori, una<br />

combinazione alfanumerica necessaria per la registrazione<br />

e l’identificazione degli operatori economici<br />

nei rapporti con l’autorità doganale. Gli operatori<br />

che ne sono sprovvisti possono richiederlo<br />

prendendo contatto con le autorità doganali. Inoltre,<br />

il Governo britannico ha pubblicato un modello<br />

operativo sulle operazioni tra Uk e Ue, la cui edizione<br />

aggiornata, in inglese, si trova al link: //assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/949579/<br />

December_BordersOPModel_2_.pdf.<br />

Si tratta di linee guida rivolte prevalentemente agli<br />

operatori inglesi, ma che forniscono dettagli e notizie<br />

utili anche alle imprese dell’Ue che intrattengono<br />

relazioni commerciali con partner inglesi.<br />

I passaggi fondamentali del documento chiariscono<br />

che si arriverà al pieno regime delle nuove operazioni<br />

doganali soltanto dal 1 luglio 2021, data a<br />

decorrere dalla quale subentrerà una richiesta di<br />

documentazione maggiormente dettagliata. In particolare,<br />

dal 1 gennaio 2021 saranno necessarie documentazioni<br />

standard e requisiti doganali di base,<br />

mentre dal 1 aprile 2021 saranno richieste, per determinate<br />

tipologie di merci, certificazioni aggiuntive,<br />

tra cui documentazioni sanitarie (merci soggette<br />

a controlli sanitari e fitosanitari: prodotti di<br />

origine animale - Poao - carne, miele, latte o prodotti<br />

a base di uova, piante e prodotti vegetali, pesce<br />

e prodotti della pesca, alimenti e mangimi ad<br />

alto rischio non di origine animale - Hrfnao).<br />

Cambiamenti nell’etichettatura<br />

Tutti gli alimenti immessi sul mercato dell’Ue prima<br />

del 1 gennaio 2021 possono continuare a circolare<br />

nel mercato interno senza modifiche dell’etichettatura.<br />

Diversamente, gli alimenti immessi<br />

sul mercato dell’Ue a decorrere dal 1 gennaio 2021<br />

devono essere conformi alle norme dell’Unione.<br />

Così come, sempre a partire da tale data, sono introdotti<br />

cambiamenti di etichettatura per gli alimenti<br />

provenienti dall’Ue e immessi sul mercato<br />

dell’Uk. Di seguito, alcuni esempi:<br />

1. Indicazione dell'operatore del settore alimentare<br />

(Osa)<br />

Import dall’Uk in Ue: a partire dal 1 gennaio<br />

2021, per l’importazione in Ue di alimenti<br />

preimballati e caseine dall’Uk è fatto obbligo di<br />

inserire nell’etichetta un indirizzo dell’Osa o<br />

dell’importatore situato in Ue o in Irlanda del<br />

Nord. Export dall’Ue verso l’Uk: l’indirizzo dell’Osa<br />

sulle etichette degli alimenti preimballati<br />

e caseine destinate dall’Ue all’Uk sarà regolato<br />

come segue, alla luce delle linee guida stilate dal<br />

Governo britannico sopra menzionate:<br />

- dal 1 gennaio 2021 al 30 settembre 2022 è possibile<br />

continuare ad utilizzare l’indirizzo di un<br />

Osa situato in Ue, Gran Bretagna e Irlanda del<br />

Nord;<br />

- dal 1 ottobre 2022 andrà obbligatoriamente indicato<br />

l’indirizzo di un Osa o, in mancanza, di<br />

un importatore situato in Gran Bretagna.<br />

2. Indicazione del Paese di origine<br />

Import in Ue: a partire dal 1 gennaio 2021, mentre<br />

gli alimenti provenienti dall’Irlanda del Nord<br />

possono continuare ad usare la dicitura “origine<br />

Ue”, i prodotti alimentari provenienti dall’Uk e<br />

destinati all’Ue non possono più essere etichettati<br />

con la dicitura “origine Ue”. Inoltre, non è consentito<br />

utilizzare l’emblema dell’Ue su merci<br />

18<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Diritto alimentare<br />

prodotte in Uk a partire dal 1 gennaio 2021, a meno<br />

che non intervenga apposita autorizzazione<br />

da parte dell’Ue (v. infra per il settore del biologico).<br />

Export verso l’Uk e l’Irlanda del Nord: a<br />

partire dal 1 gennaio 2021, mentre gli alimenti<br />

prodotti e venduti in Irlanda del Nord possono<br />

continuare a utilizzare la dicitura “origine Ue”,<br />

gli alimenti prodotti e venduti in Uk possono continuare<br />

ad essere etichettati con la dicitura “origine<br />

Ue” fino al 30 settembre 2022. Inoltre, sono<br />

stabilite norme specifiche per l’indicazione del<br />

Paese di origine per determinate categorie: carne<br />

macinata, mix di frutta e verdura, miscele di olio<br />

d’oliva, miele, carne di manzo e di vitello, uova.<br />

3. Le indicazioni geografiche: DOP/IGP/STG<br />

Le Indicazioni geografiche (Ig) registrate in Ue<br />

sino al 31 dicembre 2020 continuano ad essere<br />

protette in Uk senza riesame, gratuitamente e<br />

senza necessità di presentare una nuova domanda.<br />

La relativa protezione durerà fintanto che tali<br />

indicazioni geografiche saranno protette nell’Ue.<br />

Tutte le nuove domande di riconoscimento<br />

di Ig dell’Ue presentate dal 1 gennaio 2021 non<br />

sono più coperte in Uk - ad esclusione dell’Irlanda<br />

del Nord - e dovranno essere oggetto di autonoma<br />

domanda in Uk alla luce della nuova<br />

procedura nazionale prevista da tale Paese. Inoltre,<br />

i tradizionali simboli dell’Ue potranno continuare<br />

ad essere usati nella commercializzazione<br />

in Uk dei prodotti alimentari contraddistinti<br />

da Ig dell’Ue, registrate alla data del 31 dicembre<br />

2020. Tuttavia, a partire dal 1 gennaio 2024 tali<br />

simboli dovranno essere accompagnati dai nuovi<br />

simboli adottati già dal 1 gennaio 2021 dall’Uk<br />

per tutte le nuove domande nazionali presentate<br />

in tale Paese. L’uso dei simboli britannici<br />

è obbligatorio per tutti i prodotti alimentari le cui<br />

Ig sono registrate in Uk, ad accezione di vini e<br />

bevande spiritose.<br />

Il settore biologico<br />

L’accordo del 24 dicembre 2020 prevede il riconoscimento<br />

reciproco dell’equivalenza dell’attuale<br />

legislazione biologica e dei sistemi di controllo<br />

dell’Ue e dell’Uk per tutte le categorie di prodotti<br />

biologici. L’Uk ha riconosciuto l’Ue (e viceversa)<br />

come equivalente ai fini del commercio di prodotti<br />

biologici, pertanto alimenti e mangimi certificati<br />

come biologici nell’Ue continueranno ad essere<br />

accettati come biologici in Uk fino al 31 dicembre<br />

2023. In ordine a tale data, anche se da più parti è<br />

ancora indicato il termine del<br />

31 dicembre 2021, si rammenta<br />

che con l’entrata in vigore<br />

del nuovo regolamento<br />

Ue sulla produzione biologica,<br />

la cui applicazione è prevista<br />

a decorrere dal 1 gennaio<br />

2022, il mutuo riconoscimento<br />

della produzione biologica sarà sottoposto<br />

a una nuova valutazione delle Parti, da effettuare<br />

entro il 31 dicembre 2023. Fino a questo termine,<br />

quindi, è plausibile ritenere che si applichi il principio<br />

del mutuo riconoscimento, salvo disposizioni<br />

contrarie. Mentre i prodotti dell’Irlanda del<br />

Nord rimarranno certificati e commercializzati in<br />

conformità alla disciplina normativa europea del<br />

settore biologico, per le attività di import-export<br />

Ue-Uk si applicheranno le disposizioni di seguito<br />

brevemente riportate:<br />

· Import bio da Uk a Ue<br />

Dal 1 gennaio 2021, l’Osa britannico che intenda<br />

esportare prodotti biologici in Ue dovrà ottenere<br />

apposita certificazione da parte di uno degli organismi<br />

di controllo dell’Uk riconosciuti come equivalenti<br />

dall’Ue con Reg. (Ue) n. 2020/2196, di seguito<br />

elencati: Biodynamic association certification<br />

(GB-Bio-185); Organic farmers & growers<br />

C.i.c (GB-Bio-189); Organic farmers & growers<br />

(Scotland) Ltd (GB-Bio-190); Organic food federation<br />

(GB-Bio-192); Quality Welsh food cer-<br />

I prodotti bio Ue<br />

saranno ammessi<br />

in Uk fino<br />

a dicembre 2023<br />

20<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Diritto alimentare<br />

tification Ltd (GB-Bio-193); Soil association certification<br />

limited (GB-Bio-142). Pertanto, i prodotti<br />

biologici certificati da tali organismi potranno,<br />

se accompagnati da regolare certificato di<br />

ispezione (Coi) come si vedrà di seguito, essere<br />

importati nell’Ue ai sensi della vigente normativa.<br />

Così come già avviene per tutti i prodotti biologici<br />

importati dai Paesi terzi, l’impresa situata in Ue<br />

(in Italia, per quanto qui interessa) che importi<br />

prodotti biologici dall’Uk dovrà essere certificata<br />

per l’attività di importazione e la merce in ingresso<br />

accompagnata da un Coi emesso in Traces<br />

dall’organismo di controllo del fornitore in Uk.<br />

L’Osa italiano già abilitato all’importazione dovrà<br />

presentare una notifica di variazione, inserendo<br />

l’attività di importazione tra quelle per cui si richiede<br />

la certificazione ed aggiungendo la Gran<br />

Bretagna nell’elenco dei Paesi terzi. L’Osa italiano<br />

non ancora abilitato all’importazione e che abbia<br />

necessità di importare prodotti biologici dal<br />

Regno Unito, può avvalersi, fino al 31 luglio<br />

2021, della procedura di emergenza prevista dal<br />

Mipaaf tramite Nota n. 31921 del 22 gennaio<br />

2021, consultabile al sito www.sinab.it. Si rammenta<br />

che, almeno tre giorni prima dell’arrivo<br />

della merce, è necessario anche compilare la “comunicazione<br />

arrivo merce” presso il Sian.<br />

· Export bio da Ue a Uk<br />

Non è ancora chiaro se, alla luce dell’approvazione<br />

dell’accordo del 24 dicembre scorso, sarà mantenuta<br />

la deroga all’emissione del certificato di ispezione<br />

fino al 30 giugno 2021 come precedentemente<br />

indicato dalle autorità britanniche. Se ciò fosse<br />

confermato, fino al 30 giugno 2021 gli Osa italiani<br />

nel settore del biologico potranno continuare ad<br />

esportare prodotti biologici dall’Ue verso l’Uk con<br />

le stesse modalità adottate fino ad ora; è pertanto<br />

sufficiente il certificato di conformità “Bio 834” e<br />

la dichiarazione di conformità riportata nella documentazione<br />

di accompagnamento. Mentre dal 1<br />

luglio 2021 i prodotti biologici provenienti dall’Ue<br />

e destinati all’Uk dovranno essere accompagnati<br />

da uno specifico GB certificate of inspection (GB<br />

Coi) emesso dall’organismo di controllo dell’operatore<br />

bio esportatore. Inoltre, per esportare alimenti<br />

biologici dall’Italia all’Uk, dal 1 gennaio<br />

2021 non si utilizzerà più la piattaforma Traces<br />

bensì un sistema provvisorio appositamente disposto<br />

dal governo britannico. Infine, per quanto riguarda<br />

l’import-export di alimenti biologici dall’Ue<br />

all’Irlanda del Nord e viceversa, non sono previste<br />

modifiche; pertanto, il commercio di prodotti<br />

biologici continuerà come prima.<br />

· Etichettatura<br />

L’etichetta degli alimenti biologici prodotti, trasformati,<br />

venduti o importati dovrà includere i dettagli<br />

del proprio organismo di controllo. Quanto alla<br />

dichiarazione di origine agricola, in Uk si utilizzeranno<br />

le seguenti indicazioni: “Uk agriculture”,<br />

“Non-Uk agriculture” o “UK and non-UK agriculture”.<br />

Poiché l’Ue ha riconosciuto vari Organismi<br />

di controllo dell’Uk, sarà possibile per l’Osa britannico<br />

continuare a utilizzare il logo biologico dell’Ue<br />

su alimenti o mangimi biologici dell’Uk fino<br />

al 31 dicembre 2021. Se l’Osa britannico include<br />

il logo biologico dell’Ue per le esportazioni nell’Ue,<br />

egli deve includere la dichiarazione di origine<br />

agricola prevista dalla legislazione dell’Ue (ad<br />

esempio, “Agricoltura Ue, Agricoltura non Ue<br />

ecc.”). Non è chiaro se, in tal caso, sia anche necessaria<br />

l’attestazione di origine agricola, secondo<br />

la normativa dell’Uk, dato che nelle linee guida<br />

emesse dal Governo britannico ciò viene indicato<br />

come facoltativo, mentre dalle informazioni che<br />

trapelano dall’Italia tale attestazione viene indicata<br />

come obbligatoria. Ad ogni modo, i prodotti biologici<br />

potranno riportare il logo biologico dell’Ue,<br />

il logo biologico dell’Uk o entrambi, purché rispettino<br />

le regole di etichettatura specifiche previste<br />

per ciascuno dei loghi.<br />

Valeria Pullini<br />

24<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Food safety<br />

di Fabio Pedrotti - Amministratore e socio titolare Pedrotti srl<br />

Il quadro nazionale ed estero sulle contaminazioni dei prodotti alimentari<br />

Per quanto, a un primo sguardo, la pasta<br />

e i cereali che abbiamo sulla nostra tavola<br />

possano apparirci simili, spesso le<br />

differenze qualitative tra i vari produttori<br />

sono invece significative.<br />

Come vedremo in questo articolo, non si tratta<br />

soltanto delle ormai note distinzioni tra prodotto<br />

biologico e non biologico quando si parla di qualità<br />

dei cereali. Se analizziamo le differenze tra<br />

i cereali, italiani o esteri, per consumo umano,<br />

con ogni probabilità troveremo grandi discrepanze<br />

nei valori nutritivi e soprattutto negli inquinanti.<br />

I processi utilizzati per la loro conservazione<br />

possono infatti essere molto diversi, in<br />

quanto sia le normative vigenti che, fatto ancor<br />

più curioso, l’atteggiamento psicologico dell’agricoltore<br />

nei confronti dei prodotti alimentari,<br />

presentano difformità significative. Come<br />

vedremo, i processi di conservazione, stoccaggio<br />

e pulizia del seme influenzano molto la qualità<br />

finale del prodotto che avremo nel nostro<br />

piatto. Partiamo dunque da un quadro di insieme,<br />

per comprendere meglio quali sono le problematiche<br />

e le relative soluzioni che abitualmente<br />

vengono scelte dagli agricoltori sia italiani<br />

che esteri.<br />

Il tema della conservazione<br />

L’uomo ha attuato diversi processi per riuscire<br />

a conservare le preziose sementi, che sono sia<br />

frutto del suo lavoro, sia la promessa di vita per<br />

l’anno venturo. La preservazione dei cereali è<br />

sempre stato un momento problematico nella filiera<br />

di produzione sin dagli albori dell’agricoltura,<br />

soprattutto nei Paesi in cui il clima non consente<br />

un’essiccazione naturale al sole o su stelo.<br />

26<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Food safety<br />

Bruciatori a gasolio anni ‘60<br />

È dal momento in cui il cereale viene raccolto<br />

che la rapidità del trattamento diviene essenziale,<br />

perché l’acqua contenuta nei semi deve essere<br />

evacuata prima che inneschi il naturale processo<br />

di decomposizione e le muffe che insorgono<br />

quando il cereale raccolto<br />

non viene trattato in tempo.<br />

Dal momento che i cereali,<br />

ad esempio il mais, vengono<br />

spesso mietutiti in condizioni<br />

meteorologiche e stagionali<br />

sfavorevoli, sin dalla<br />

nascita dell’industrializzazione<br />

agricola questo è stato<br />

uno dei primi problemi affrontati, e in gran parte<br />

risolti, con tecnologie essiccative di varie tipologie.<br />

Il processo più utilizzato per asciugare il<br />

cereale è da sempre l’essiccazione per mezzo di<br />

aria calda, la via più rapida e semplice per asportare<br />

le molecole di acqua dall’interno del seme.<br />

Dal raccolto<br />

del cereale<br />

la rapidità<br />

del trattamento<br />

è essenziale<br />

Verso gli anni ‘60, quando ormai da tempo si utilizzava<br />

la combustione di carbone vegetale (soluzione<br />

ancora vigente e diffusa in molti Paesi<br />

come, ad esempio, la Turchia) o degli scarti del<br />

mais, fu introdotto sul mercato un elevato numero<br />

di bruciatori a gasolio di piccole dimensioni,<br />

che per la prima volta riuscivano a introdurre alte<br />

quantità di calorie nelle camere di espansione degli<br />

essiccatori, riuscendo di conseguenza ad<br />

asportare con rapidità l’umidità presente naturalmente<br />

nei cereali e trasportarla all’esterno<br />

nell’aria ambientale.<br />

Evoluzione del processo<br />

Il processo di riscaldamento dell’aria avveniva<br />

senza alcuna cura nell’evitare il contatto tra fumi<br />

delle combustioni e alimenti. La scienza e la medicina,<br />

infatti, non erano ancora arrivate alla<br />

comprensione di quali e quante fossero le molecole<br />

tossiche e cancerogene per uomini e animali.<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021<br />

27


Food safety<br />

In un periodo in cui il fumo di sigaretta era consigliato<br />

dai medici per evitare lo stress, in maniera<br />

del tutto analoga veniva sottovalutata l’influenza<br />

di quelle sostanze che oggi chiamiamo<br />

Pah (in italiano Ipa, Idrocarburi policiclici aromatici),<br />

che sono particelle incombuste altamente<br />

tossiche se introdotte negli organismi animali<br />

e umani. Queste sostanze vengono prodotte durante<br />

i processi di combustione quando la carenza<br />

di ossigeno nel processo termico non permette<br />

di bruciare completamente un combustibile, generando<br />

queste particelle composte di cui la più<br />

diffusa è il benzopirene. La diffusione della tecnologia<br />

a scambio di calore sarebbe arrivata entro<br />

pochi anni, ma la consapevolezza della pericolosità<br />

di queste particelle che si legano fisicamente<br />

al corpo delle sementi persino oggi non<br />

viene presa con la dovuta attenzione che merita.<br />

Il risultato è che spesso i cereali che riteniamo<br />

perfetti dal punto di vista salutare e, di conseguenza,<br />

tutte le farine, la pasta e i prodotti che<br />

ne derivano, risultano contaminati da percentuali<br />

di benzopirene. Queste si vanno ad aggiungere<br />

nei nostri organismi a quelle che introduciamo<br />

in luoghi inquinati dallo smog, fumando, mangiando<br />

cibi cotti sul barbecue o affumicati, pasta<br />

essiccata a temperature troppo alte o, più banalmente,<br />

un toast. Questa sostanza fu scoperta all’inizio<br />

del secolo scorso attraverso la distillazione<br />

del catrame.<br />

Essiccatore mobile automatizzato da 27 tonnellate, dotato<br />

di bruciatore a gasolio e scambiatore di calore<br />

Lo scambio di calore<br />

Il benzopirene è quindi uno dei principali responsabili<br />

dell’inquinamento negli alimenti contemporanei.<br />

Anche perché, se ci ragioniamo, risulterà<br />

evidente che anche i mangimi utilizzati da tutto<br />

il settore dell’allevamento industriale contengono<br />

probabilmente particelle<br />

Il benzopirene<br />

è uno<br />

dei principali<br />

inquinanti<br />

degli alimenti<br />

di benzopirene sviluppate<br />

durante i processi di conservazione,<br />

che passano silenziosamente<br />

nelle carni e nel<br />

latte che verranno poi venduti.<br />

Anche nell’ambito del<br />

biologico viene da domandarsi<br />

se carne e uova, prodotti<br />

in maniera naturale come da regolamentazioni<br />

vigenti, non siano in realtà contaminati più<br />

in profondità di quanto possiamo immaginarci<br />

dai processi di conservazione delle sementi contenute<br />

nei mangimi. La tecnologia dello scambio<br />

di calore è la risposta più rapida ed efficiente per<br />

ovviare a questo inconveniente, che pesa sotto<br />

traccia sulla salute di ogni consumatore. Il metodo<br />

consiste nel far passare i fumi della combustione<br />

all’interno di un corpo metallico che trasmetta<br />

le proprie calorie a un medium (l’aria in<br />

questo caso) che recuperi il massimo dell’energia<br />

possibile da questo flusso termico, senza tuttavia<br />

che si inneschi una contaminazione anche minima<br />

dell’aria essiccante. Il metodo è semplice ma,<br />

purtroppo, la resa degli scambiatori, persino i migliori,<br />

causa una perdita di energia in atmosfera,<br />

dal momento che è fisicamente impossibile<br />

scambiare calore al 100% in questo ambito. Una<br />

piccola percentuale di calore vien sempre “sprecata”<br />

fuoriuscendo dal camino di ogni tipo di<br />

scambiatore, risultando una, seppur minima, per-<br />

28<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Food safety<br />

Pedrotti Heat Exchanger<br />

dita economica sul fronte del combustibile. E<br />

questo aspetto (tralasciando il settore risicolo che<br />

meriterebbe un ragionamento a parte, date le sue<br />

specifiche e i trattamenti necessari), incidendo<br />

sull’economia aziendale, viene ovviamente visto<br />

con un certo fastidio dagli imprenditori agricoli<br />

di tutto il mondo.<br />

Rapidità dei processi<br />

Un altro degli aspetti che gli agricoltori vorrebbero<br />

evitare è il rallentamento dell’essiccazione.<br />

Come già detto, la rapidità del processo è essenziale,<br />

poiché una volta che il prodotto viene raccolto<br />

scatta il conto alla rovescia, durante il quale<br />

le sementi vanno essiccate per evitare decomposizione<br />

e muffe. E si può immaginare la frenesia<br />

che si genera quando un produttore deve processare<br />

quantità importanti di semi deperibili ammonticchiati<br />

nel piazzale dell’azienda e pochissimi<br />

giorni a disposizione per essiccarli, prima di<br />

doverli smaltire come rifiuto agricolo. Da qui la<br />

necessità di processi rapidi e uno scambiatore di<br />

calore è un piccolo freno in questa gara contro il<br />

tempo. Se i gradi termici di processo del mais arrivano<br />

intorno ai 120° C, è probabile che con uno<br />

scambiatore si perdano dai 5° C ai 10° C a seconda<br />

della resa del sistema di scambio. In sostanza,<br />

se si vuole ottenere lo stesso risultato in termini<br />

di tempo rispetto a un sistema a “fiamma diretta”<br />

(sistema con contaminazione degli alimenti), sarebbe<br />

necessario un macchinario più potente e<br />

quindi più dispendioso. Alcuni consorzi legati a<br />

singoli prodotti come, ad esempio il Grana Padano,<br />

richiedono che i cereali siano essiccati indirettamente<br />

(con scambiatore di calore) e non accettano<br />

latte che contenga anche minime tracce<br />

di benzopirene, ma sono casi rari e sporadici che<br />

non riflettono minimamente la realtà ordinaria<br />

del settore. La verità è che moltissimi alimenti,<br />

senza dubbio la maggioranza, contengono tracce<br />

nocive e cancerogene. Il settore biologico, anche<br />

se offre più garanzie, con ogni probabilità non<br />

riesce a certificare l’assenza di elementi cancerogeni<br />

sviluppati durante il processo di conservazione<br />

e stoccaggio. Diciamo che, nella maggior<br />

parte dei casi, è un aspetto che semplicemente<br />

non viene considerato, preferendo certificare<br />

concimi naturali e assenza di Ogm nella filiera di<br />

produzione e, nel caso dei mangimi, anche l’assenza<br />

di elementi provenienti dagli scarti di macellazione.<br />

Ora andiamo a vedere qualche caso<br />

emblematico del mercato internazionale, per<br />

comprendere meglio il quadro generale nel quale<br />

siamo i consumatori finali.<br />

Il quadro nazionale ed estero<br />

Come anticipato, l’atteggiamento degli Stati e dei<br />

vari controllori ad oggi non dà la necessaria importanza<br />

a questo argomento, anche perché la risoluzione<br />

di questa tematica è di natura complessa.<br />

Non è ancora possibile obbligare in toto gli<br />

agricoltori a cambiare macchinari e processi in<br />

breve tempo, nonché fornire, attraverso i finanziamenti<br />

nazionali dei Psr (Programmi di Sviluppo<br />

Rurale), gli incentivi e i fondi necessari a compiere<br />

questa transizione. Addirittura in molti Pae-<br />

30<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Food safety<br />

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO<br />

Cereale<br />

Aria Fredda<br />

Aria Calda<br />

Aria Satura<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

Bruciatore<br />

Superfici Radianti<br />

(Tubi Inox)<br />

Camino uscita fumi<br />

Caldaia<br />

Ventilatore<br />

1<br />

5<br />

3<br />

2<br />

4<br />

si non viene ancora considerata la presenza nei<br />

semi e nei cibi di benzopirene come tossica al di<br />

sotto di una certa percentuale. Persino in Italia,<br />

dove l’attenzione per il cibo e per tutto il settore<br />

food è molto alta e garantisce una grande plusvalenza<br />

a livello internazionale, il meccanismo che<br />

viene messo in atto è simile a quello che possiamo<br />

vedere nella gestione degli inquinanti ambientali<br />

come il Pm10. Viene considerato un<br />

obiettivo irraggiungibile che nella nostra era<br />

l’aria sia completamente priva di inquinanti e la<br />

politica messa in atto è semplicemente rivolta a<br />

una loro diminuzione, ma nella filiera di produzione<br />

di cereali e cibi in genere l’essiccazione indiretta<br />

sarebbe in realtà già possibile e quantomeno<br />

incentivabile, come avviene in Germania.<br />

Regole italiane<br />

In Italia, quindi, non abbiamo una normativa che<br />

proibisce la contaminazione dei cibi da benzopirene<br />

e Pah se non in singoli settori specialistici,<br />

ma il controllore preferisce esclusivamente limitarne<br />

la presenza. Da ormai quasi cinquant’anni<br />

gli esperti del settore annunciano una svolta nella<br />

regolamentazione che imporrà la scelta dell’essiccazione<br />

indiretta per i prodotti da consumo<br />

umano, ma ad oggi non la si è vista ancora nascere.<br />

Eppure, sull’onda di questa idea e dell’alta<br />

considerazione che gli italiani hanno nei confronti<br />

del cibo e dell’alimentazione, da più di vent’anni<br />

i nostri agricoltori hanno iniziato spontaneamente<br />

a convertire i propri essiccatori, preparandosi<br />

per il momento del cambio di regolamento,<br />

che da tutto il settore nazionale è considerato inevitabile,<br />

sensato e prossimo ad arrivare. Se al più<br />

ampio segmento industriale accostiamo anche le<br />

piccole realtà di eccellenza, che fanno della qualità<br />

delle proprie filiere e dei loro prodotti una<br />

bandiera, utilizzando sistematicamente sistemi<br />

dotati di scambio di calore, possiamo vedere uno<br />

scenario che, seppur lentamente, inizia a dare segnali<br />

positivi per il nostro settore agricolo, che<br />

ne motiva a maggior ragione valore e qualità a livello<br />

internazionale.<br />

La situazione all’estero<br />

Il quadro estero è invece eterogeneo e, a tratti, insospettabile.<br />

Nei confronti dei residui incombusti<br />

l’Europa non ha mai fatto nemmeno una campagna<br />

di sensibilizzazione, la Gran Bretagna non<br />

ospita, in pratica, un singolo essiccatore dotato di<br />

scambiatore e procede spensieratamente lungo la<br />

propria direttrice che, semplicemente, non dà importanza<br />

a questo aspetto,<br />

con il risultato ovvio di generare<br />

sementi e sottoprodotti<br />

alimentari sistematicamente<br />

contaminati da Pah.<br />

La Polonia è nella medesima<br />

situazione e la recentissima<br />

apertura del mercato europeo<br />

all’ingresso del cereale<br />

ucraino (l’Ucraina è un’altra nazione completamente<br />

priva di scambiatori) aumenterà l’afflusso<br />

di cereali contaminati. La Cina, inaspettatamente,<br />

proibisce l’essiccazione diretta e l’importazione<br />

di essiccatori che la implementino. Grazie alla<br />

grande presenza di riso, per cui è necessaria l’essiccazione<br />

indiretta, e anche allo storico elevato<br />

tasso di morte per avvelenamento alimentare, in<br />

Cina le regolamentazioni per l’importazione oggi<br />

sono tra le più stringenti al mondo. Il percorso europeo,<br />

come spesso avviene, è guidato dai Paesi<br />

del Nord: Svezia, Norvegia e Danimarca hanno<br />

da anni proibito il benché minimo contatto degli<br />

alimenti con i residui di combustione, tracciando<br />

la via che necessariamente l’Europa dovrà, prima<br />

o poi, seguire per migliorare la qualità dei propri<br />

prodotti e della salute dei propri cittadini, diminuendo<br />

i costi a carico del servizio sanitario.<br />

In molti Paesi<br />

il benzopirene<br />

non è ancora<br />

considerato<br />

tossico<br />

Fabio Pedrotti<br />

32<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Etichettatura<br />

a cura della Redazione<br />

Questo sistema di etichettatura potrà essere adottato, in forma volontaria,<br />

da produttori e distributori del settore alimentare nazionale<br />

Con decreto interministeriale 19 novembre<br />

2020 è stato istituito il NutrInform<br />

Battery in merito all’etichettatura<br />

nutrizionale dei prodotti alimentari.<br />

Il sistema italiano, rappresentato dalla raffigurazione<br />

grafica di una batteria, costituisce un’alternativa<br />

a quello semaforico adottato da alcuni Paesi<br />

membri dell’Ue (il Nutri-Score della Francia)<br />

e ha l’obiettivo di fornire ai consumatori informazioni<br />

nutrizionali chiare, semplici, ma allo stesso<br />

tempo complete, per una corretta<br />

Il sistema<br />

italiano<br />

è alternativo<br />

al Nutri-Score<br />

composizione della propria alimentazione<br />

giornaliera. Il provvedimento,<br />

adottato ai sensi dell’art.<br />

35 del Reg. (Ce) 1169/2011 - che<br />

prevede la possibilità per gli Stati<br />

membri di raccomandare l’indicazione<br />

delle informazioni nutrizionali obbligatorie<br />

anche con altre forme di espressione, ivi inclusi<br />

simboli grafici, allo scopo di facilitare la comprensione<br />

del contenuto dell’etichetta - è frutto di<br />

un percorso di condivisione con la filiera agroalimentare<br />

e di approfondimenti scientifici svolti<br />

dalla Società Iri - Information resources Italia,<br />

dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Crea, che<br />

hanno testato questo tipo di etichettatura su campioni<br />

rappresentativi di consumatori. Il decreto<br />

specifica le modalità con cui dovrà<br />

essere presentata la dichiarazione<br />

nutrizionale “a batteria” sui prodotti,<br />

che potrà essere adottata in<br />

forma volontaria da produttori e distributori<br />

del settore alimentare<br />

nazionale.<br />

34<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Etichettatura<br />

Esempio di NutrInform<br />

Esigenze alimentari quotidiane<br />

Il logo esprime il contenuto di energia, grassi, grassi<br />

saturi, zuccheri e sale presente in una singola porzione<br />

di alimento. Il contenuto energetico è riportato<br />

sia in joule sia in calorie, mentre il contenuto<br />

di grassi, grassi saturi, zuccheri e sale è espresso in<br />

grammi. All’interno del simbolo della batteria è indicata<br />

la percentuale di energia, grassi, grassi saturi,<br />

zuccheri e sale apportati dalla singola porzione<br />

rispetto alle quantità giornaliere di assunzione<br />

raccomandate.<br />

In relazione a queste ultime, gli operatori dovranno<br />

fare riferimento alle assunzioni di riferimento quotidiane,<br />

ovvero le quantità giornaliere medie raccomandate<br />

di energia e nutrienti indicate nell’allegato<br />

XIII del Reg. (Ue) 1169/2011. L’indicazione<br />

nella batteria consente quindi di capire quanto i nutrienti<br />

contenuti in un dato alimento contribuiscono<br />

percentualmente alle esigenze quotidiane di un<br />

adulto di riferimento.<br />

Un manuale di riferimento<br />

Il ministero dello Sviluppo economico ha redatto e<br />

diffuso un manuale che contiene, in modo dettagliato,<br />

le condizioni d’uso del marchio NutrInform Battery,<br />

nonché le indicazioni sulla sua progettazione,<br />

presentazione e posizionamento, in coerenza con le<br />

modalità di presentazione delle informazioni di cui<br />

al Reg. (Ue) 1169/2011. L’operatore del settore alimentare<br />

è autorizzato a utilizzare il marchio come<br />

forma supplementare volontaria di espressione e<br />

presentazione della dichiarazione nutrizionale sulle<br />

categorie merceologiche di prodotti per i quali è stata<br />

completata la registrazione (nell’apposita sezione<br />

del sito web del ministero della Salute). Le informazioni<br />

nutrizionali contenute nella rappresentazione<br />

grafica del marchio vanno sempre fornite nel<br />

campo visivo principale (come stabilito dal Reg. Ue<br />

1169/2011). Il NutrInform Battery deve essere<br />

espresso sulle confezioni secondo i quantitativi indicati<br />

nella tabella 1 dello stesso manuale d’uso.<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021<br />

35


MOLINO PASINI<br />

MARUBINI:<br />

IL RINASCIMENTO A TAVOLA<br />

a cura di Molino Pasini<br />

In dialetto lombardo sono conosciuti<br />

come “Marubeen”, e questa<br />

tipica pasta ripiena è un vero e proprio<br />

must, in particolare nella zona<br />

del cremonese. È una ricetta che<br />

vanta natali di tutto rispetto. Pare,<br />

infatti, che il 4 maggio, nel glorioso<br />

giorno dedicato a Santo Florian,<br />

durante la festa venne presentato il<br />

piatto “laudato dagli honorandi<br />

messeri dei majrubini de Mubone<br />

de Cremona”, che oggi tutti i<br />

buongustai del mondo chiamano<br />

“i marubini ai tre brodi del Torrazzo”.<br />

In quel “Mubone”, una corrente<br />

di pensiero individuerebbe il<br />

nome di un ipotetico cuoco.<br />

Ma, con tutta probabilità, in quel riferimento<br />

si nasconderebbe invece<br />

il termine dialettale di Mubòon, ossia<br />

il modo popolare e famigliare,<br />

tipico nella parlata cremonese, per<br />

indicare Sant’Omobono, il patrono<br />

della città. Nel manoscritto si parla<br />

di majrubini e non di marubini. Il<br />

vocabolo “màj”, in molti dialetti, significa<br />

maggio o meglio “il maggio”,<br />

per cui si può interpretare il<br />

termine majrubini come un abbinamento<br />

che può significare “i rubini<br />

del mese di maggio”. Nel manoscritto<br />

di Simon de Zilli si fa riferimento<br />

a “horo potabile”, lasciando,<br />

nel ricercatore di oggi, il dubbio<br />

di una traccia di collegamento fra<br />

gastronomia ed alchimia. Ma c’è<br />

un’altra possibile versione della storia:<br />

in dialetto rustico cremonese il<br />

termine “màj” indica la prima persona<br />

del presente indicativo del<br />

verbo mangiare: “mé màj”, io mangio.<br />

Quindi non si deve trascurare<br />

l’ipotesi che il termine originario<br />

majrubini possa nascondere la frase<br />

“io mangio i rubini”, cioè “io mangio<br />

un piatto di straordinario valore”.Di<br />

sicuro la ricetta compare per<br />

la prima volta in un ricettario nel<br />

1421, scritta dal Platina nel suo “De<br />

Honesta Voluptate ed Valitudine”,<br />

che volle comprendere questi prelibati<br />

fagottini di pasta ripiena nella<br />

grande famiglia dei ravioli.<br />

Insieme ai marubini, la zona è famosa<br />

per altri due ravioli inconsueti:<br />

i tortelli di Crema, da mangiare<br />

asciutti, in cui il dolce e il salato di<br />

amaretti, uva sultanina, cedri canditi,<br />

biscotti speziati detti mostaccini<br />

e marsala si amalgamano con<br />

un gusto insolito che può ricordare<br />

la cucina speziata veneziana e quella<br />

arabo mediterranea da cui deriva;<br />

e i blisgòon di Casalmaggiore,<br />

tortelli di zucca, un po' più grandi<br />

di quelli mantovani, da condire con<br />

soffritto di lardo e pomodoro, ma<br />

anche con burro fuso e grana.<br />

Come per ogni ricetta della tradizione,<br />

non c’è un’unica versione:<br />

ogni zona e ogni famiglia ha la sua,<br />

soprattutto dal punto di vista della<br />

forma. A seconda di dove ci troviamo,<br />

i marubini si possono presentare<br />

come ravioli quadrati, rotondi,<br />

ma anche a mezza luna.<br />

Nelle aree vicine al mantovano si<br />

possono trovare addirittura arrotolati<br />

attorno al dito, come dei cappelletti.<br />

Sul ripieno dei marubini di<br />

Cremona c’è, invece, l’unanimità:<br />

è a base di brasato, “pistöm”, grana<br />

padano, pangrattato, prezzemolo<br />

e noce moscata.<br />

Che cos’è il “pistöm”? Un impasto<br />

di salame cremonese fresco, saporito<br />

e dal gusto molto intenso, perfetto<br />

per dare carattere e unicità a<br />

questa pasta fresca così particolare.<br />

E questo un po’ il biglietto da visita<br />

di questi ravioli ripieni che, grazie a<br />

questo dettaglio, si differenziano<br />

notevolmente da tutti gli altri ripieni<br />

della zona.<br />

Sono, per tradizione un piatto delle<br />

feste famigliari, ma si possono trovare<br />

anche nelle panetterie e nei<br />

pastifici. Più difficile reperirli altrove,<br />

anche se è sempre possibile riproporre<br />

la ricetta in casa. Inserirli<br />

all’interno della propria produzione<br />

permette di avere una “chicca” emblematica<br />

del territorio lombardo e<br />

decisamente insolita per i consumatori,<br />

che ne saranno deliziati.<br />

36<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


I marubini<br />

a cura di Molino Pasini<br />

Per la pasta fresca:<br />

500 g farina <strong>Pasta</strong> D’Oro ® Molino Pasini<br />

5 uova<br />

Per il ripieno:<br />

100 g Pistom<br />

80 g mortadella<br />

120 g lonza di maiale<br />

120 g polpa di manzo<br />

80 g prosciutto crudo<br />

80 g cipolla<br />

30 g burro 30<br />

150 g parmigiano grattugiato<br />

120 cl vino rosso<br />

1 pizzico noce moscata<br />

1 uova<br />

q.b. chiodi di garofano<br />

olio extra vergine d'oliva<br />

Procedimento:<br />

Lavorare la sfoglia sulla spianatoia e far riposare per favorire un’omogenea<br />

idratazione dell’impasto formato a mano.<br />

Intanto, in un tegame largo mettere olio e cipolla a soffriggere a cui, una<br />

volta imbiondita, aggiungere la pasta del pistöm, la lonza di maiale e la polpa<br />

di manzo, facendo cuocere bene insieme a un chiodo di garofano e aggiungendo<br />

un buon bicchiere di vino rosso (Lambrusco, perché no!?!).<br />

Una volta sfumato, tritare il composto e, quando è raffreddato, aggiungere<br />

Parmigiano Reggiano, noce moscata e regolate di sale (il gusto non mancherà<br />

di certo).<br />

Formare delle palline di dimensioni generose per il pezzetto di sfoglia 6x6<br />

precedentemente tagliato, quindi procedere a formare i marubini.<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021<br />

37


Le aziende informano<br />

Morbidi, elastici<br />

e accoglienti:<br />

i marubini cremonesi<br />

a cura di Molino Pasini<br />

Se cercate un prodotto agroalimentare<br />

tradizionale del cremonese, conosciuto<br />

fino alla zona nord orientale piacentina,<br />

i marubini sono proprio quello<br />

che fa per voi.<br />

Tipica pasta ripiena dalla forma tonda e spessa,<br />

i marubini vengono cotti e serviti nei tre brodi<br />

ottenuti utilizzando manzo, gallina e salame da<br />

pentola, dopo averli sapientemente filtrati. Per<br />

tradizione vengono cotti nei tre brodi: un saporitissimo<br />

mix di carne di maiale, di manzo e di<br />

gallina cotti a lungo per far rilasciare alle carni<br />

tutti i loro succhi.<br />

La preparazione dei tre brodi avviene separatamente<br />

e, come da manuale, con il tempo necessario<br />

a consumare i sapori degli ingredienti.<br />

Dopo aver ben filtrato i tre brodi, in questo intingolo<br />

saporitissimo cuoceremo e andremo a<br />

servire i marubini, non prima di aver spolverato<br />

il piatto con una generosa dose di Parmigiano<br />

Reggiano grattugiato.<br />

Il Maestro Danilo Curotto<br />

Avremo così preparato un piatto dalla forte personalità,<br />

dal gusto intenso e con un buon apporto<br />

calorico sia per il ripieno che per la sfoglia,<br />

realizzato con la più classica proporzione di un<br />

uovo ogni 100 g di <strong>Pasta</strong> D’Oro ® Molino Pasini.<br />

Questa deliziosa pasta fresca, grazie alla sua<br />

morbidezza ed elasticità, raccoglierà perfettamente<br />

il ripieno formato a mucchietto o a pallina<br />

in quantità generosa.<br />

38<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Le aziende informano<br />

Mypasta Ltd racconta<br />

tutti i vantaggi di Omnia<br />

a cura di Storci<br />

Omnia è la giusta soluzione<br />

per chi vuole<br />

produrre tanti formati<br />

di pasta con la stessa<br />

linea e risponde perfettamente alle<br />

esigenze di chi sta cercando un<br />

impianto versatile, compatto e affidabile.<br />

È questo che ha spinto<br />

Mital Shah, titolare di Mypasta<br />

Ltd, a scegliere la linea Omnia.<br />

Nell’intervista che segue ci spiega<br />

i motivi di tale scelta.<br />

Come è nata la vostra azienda?<br />

Mypasta Ltd ha sede a Mombasa,<br />

in Kenya, ed è il primo pastificio<br />

nato in questo Paese. Mypasta è<br />

una società composta da due soci,<br />

il sottoscritto e Yusuf Alibhai, entrambi<br />

attivi nel commercio di<br />

materie prime e in concorrenza<br />

tra loro. Un paio di anni fa, però, ci siamo stretti<br />

la mano e siamo diventati partner nel business<br />

delle materie prime, che ci ha poi portato all’idea<br />

di produrre pasta, visto che il Kenya ne<br />

consuma circa 22 mila tonnellate all’anno. Abbiamo<br />

perciò investito in una linea Omnia di<br />

Storci e iniziato la produzione.<br />

Come avete conosciuto Storci e perché lo avete<br />

scelto per entrare nel business della produzione<br />

di pasta?<br />

Il mio socio ha incontrato uno dei sales manager<br />

di Storci al Gulfood di Dubai qualche tempo<br />

fa e si è interessato alla linea Omnia soprattutto<br />

per la possibilità di produrre sia pasta lunga<br />

che corta senza dover investire in due linee<br />

separate. Questo è stato il motivo principale che<br />

ci ha portato ad entrare nel mondo della pasta,<br />

Lo staff di Mypasta con il tecnico di Storci<br />

percependone la convenienza e le molte possibilità<br />

che si presentano in questo mercato.<br />

Quali vantaggi avete riscontrato utilizzando la<br />

linea Omnia nella vostra produzione e quali<br />

sono i suoi punti di forza?<br />

I vantaggi di Omnia sono anche i suoi punti di<br />

forza: la grande versatilità e facilità d’uso. La<br />

linea è funzionale, affidabile, semplice da usare<br />

per i nostri tecnici e la qualità del prodotto<br />

è eccellente. Inoltre, il servizio di assistenza<br />

clienti fornito da Storci è di ottimo livello e la<br />

manutenzione minima. Ultimo, ma non in ordine<br />

di importanza, Omnia è compatta e non<br />

occorrono grandi spazi per poterla installare.<br />

Questo ci permette di guardare al futuro con<br />

lungimiranza, sperando in ulteriori possibilità<br />

di crescita.<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021<br />

39


Le aziende informano<br />

Far pasta,<br />

da grano lavato<br />

a cura di Molino Dallagiovanna<br />

Comune denominatore e vero punto di<br />

forza di tutte le farine Molino Dallagiovanna<br />

è il lavaggio a immersione<br />

del grano. L’elemento che caratterizza<br />

questo processo è la macchina lavagrano, una<br />

vasca chiusa in cui coclee di diverse dimensioni<br />

fanno avanzare il grano immergendolo sotto<br />

getti d’acqua. Più semplicemente, la si può immaginare<br />

come una grande lavatrice che, attraverso<br />

getti d’acqua continui, muove il grano e<br />

lo libera da tutte le impurità che lo ricoprono,<br />

come terra, sassi, polvere. Rispetto alla semplice<br />

nebulizzazione del grano con acqua, il lavaggio<br />

a immersione è un processo più complesso<br />

che permette alle diverse tipologie di grano, precedentemente<br />

selezionate con cura, di ricevere<br />

la giusta quantità di acqua e alla cariosside di<br />

ammorbidirsi al meglio. Il risultato è un chicco<br />

pulito, idratato e morbido al punto giusto per essere<br />

macinato senza stress.<br />

Questa buona pratica è stata abbandonata per<br />

motivi economici da tutti i grandi molini contemporanei,<br />

ma non da Molino Dallagiovanna,<br />

che nel lavaggio del grano crede da sempre e lo<br />

considera un elemento chiave per ottenere una<br />

farina di qualità superiore. Per saperne di più<br />

www.dallagiovanna.it/grano-lavato.<br />

A un processo di lavorazione unico, si aggiunge<br />

il prezioso contributo del reparto Ricerca e Sviluppo<br />

e dei tecnici di Molino Dallagiovanna,<br />

che quotidianamente lavorano a nuove farine e<br />

testano quelle già esistenti per garantire ai professionisti<br />

del settore prodotti sempre costanti<br />

e performanti. Parliamo di un’offerta di 400 tipologie<br />

di farine, capaci di soddisfare le diverse<br />

esigenze dell’Arte bianca. Si va dalle farine<br />

universali a quelle studiate per specifici settori,<br />

dalle miscele professionali ai preparati senza<br />

glutine e senza lattosio.<br />

Per pasta fresca, secca e gnocchi, Molino Dallagiovanna<br />

propone Far <strong>Pasta</strong>, una selezione di<br />

miscele per coniugare le ricette della tradizione<br />

alle lavorazioni del nostro tempo. La Triplozero<br />

® , bianchissima ed elastica, è in grado di mantenere<br />

un’ottima idratazione durante l’impasto.<br />

Ideale per pasta fresca e ripiena, è affiancata da<br />

Granito, granuloso e ben calibrato, speciale per<br />

gnocchi, lavorazioni a macchina e per dare rugosità<br />

alle paste da sugo. Completano la gamma<br />

le semole e La Triplozero Gold per impasti<br />

più tenaci e lavorazioni industriali.<br />

Per la pasta fresca Molino Dallagiovanna propone<br />

anche Uniqua Verde Farina di Tritordeum<br />

® , il cereale innovativo incrocio naturale<br />

40<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Le aziende informano<br />

tra grano duro e orzo selvatico. Oltre che per<br />

pasta fresca, Uniqua Verde Farina di Tritordeum<br />

® è ideale per pane casereccio, pizze e focacce<br />

a lievitazione veloce,<br />

pasta frolla, Pan di<br />

Spagna e Veneziane.<br />

Novità 2021 in casa Molino<br />

Dallagiovanna è il<br />

Mix Gnocchi Oltregrano,<br />

un preparato che,<br />

grazie a ingredienti selezionati,<br />

consente un’estrema<br />

personalizzazione<br />

della ricetta finale.<br />

Oltre al fiocco di patata,<br />

per una resa del prodotto<br />

finito sempre costante,<br />

questo mix contiene il<br />

nostro fiore all’occhiello per pasta fresca, la-<br />

Triplozero ® , ed è privo di grassi idrogenati e allergeni,<br />

che gli consentono di mantenere l’etichetta<br />

“pulita”.<br />

Un mix pratico e veloce che si lavora a freddo<br />

e a cui possono essere aggiunte a piacimento le<br />

uova, per consentire una maggiore struttura in<br />

cottura e sapore, ma anche solo acqua, latte o<br />

formaggio.<br />

Ideale per lavorazioni a macchina o a mano,<br />

Mix Gnocchi Oltregrano consente una conservazione<br />

degli gnocchi in frigorifero per 3 giorni,<br />

può essere pastorizzato e conservato in ATM<br />

oppure surgelato fino a 6 mesi.<br />

Le farine speciali Far <strong>Pasta</strong> e Uniqua Verde Farina<br />

di Tritordeum sono acquistabili anche nell’e-shop<br />

Molino Dallagiovanna all’indirizzo<br />

https://www.shopdallagiovanna.it/.<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021<br />

41


Le aziende informano<br />

Gli impianti di stoccaggio<br />

Pro-Tech Italia<br />

al servizio dei pastifici<br />

Pro-Tech Italia progetta e costruisce da<br />

oltre 40 anni impianti di insilaggio per<br />

paste corte, elevatori a tazze, nastri trasportatori,<br />

canali vibranti, vibrovagli,<br />

dosatori per pasta lunga e molto altro. Grazie alla<br />

sua lunga esperienza e al continuo sviluppo dei<br />

propri macchinari, gli impianti realizzati da Pro-<br />

Tech Italia rispondono a tutte le norme igienicosanitarie<br />

previste per il settore alimentare.<br />

Di recente un’importante azienda italiana, leader<br />

nella produzione di pasta ripiena essiccata (tortellini,<br />

tortelloni e ravioli), ha commissionato a<br />

Pro-Tech Italia un impianto di insilaggio corredato<br />

di tutti i necessari sistemi di alimentazione per<br />

collegare 4 linee di produzione ai silos di stoccaggio<br />

e poi alle macchine di confezionamento.<br />

Il cliente era alla ricerca di un impianto che rispondesse<br />

ai più elevati standard sia sotto il profilo<br />

dell’affidabilità che igienico-sanitrio, dovendo<br />

trattare un prodotto ripieno di carne, formaggio,<br />

salumi, nonché di una particolare<br />

attenzione all’integrità del prodotto finito,<br />

estremamente fragile.<br />

Le caratteristiche costruttive dell’impianto,<br />

e in modo particolare la tipologia<br />

di silos utilizzato, senza alcun profilo<br />

metallico e viti all’interno delle celle,<br />

hanno permesso al cliente di raggiungere<br />

questi obiettivi.<br />

L’impianto è composto da numerosi elevatori<br />

con tazze in ABS, materiale che,<br />

oltre ad essere certificato per il contatto<br />

con alimenti, in caso di rottura accidentale<br />

di una tazza permette di rilevare al<br />

metal detector anche frammenti di plastica<br />

di pochi millimetri. Le tazze degli<br />

a cura di Pro-Tech Italia<br />

elevatori sono disponibili in varie misure (da 300<br />

a 800 mm) e in differenti materiali (ABS, ABS rilevabile<br />

al metal detector, ABS+rete inox, acciaio<br />

inox 304).<br />

L’efficace distribuzione aerea del prodotto in arrivo<br />

dalle 4 linee di produzione permette l’alimentazione<br />

di tutti i 28 silos forniti.<br />

Caratteristica peculiare delle celle di stoccaggio<br />

realizzate da Pro-Tech Italia è la totale assenza di<br />

viti, profili metallici e/o plastici di giunzione interni<br />

alle celle dei silos e a contatto diretto con il<br />

prodotto, dove sono possibili fessurazioni tra le<br />

varie giunzioni che possono creare zone di ristagno<br />

di polvere o pasta, con conseguente infestazione<br />

da insetti o miscelazione di prodotto.<br />

Le pannellature dei silos sono costruite con pannelli<br />

monolitici, senza giunzioni o profili, realizzati<br />

in multistrato, rivestiti su entrambe le facce<br />

con laminato a elevato spessore (certificato per il<br />

contatto con gli alimenti), estremamente resistenti<br />

Nastri estrattori di scarico silos ad elevata portata<br />

42<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021


Le aziende informano<br />

alle flessioni generate durante le fasi<br />

di riempimento e svuotamento<br />

delle celle anche con formati pesanti.<br />

Ogni cella di stoccaggio è munita<br />

di discensori a spirale in acciaio<br />

inox. Il tetto dei silos è in lamiera di<br />

alluminio ad alto spessore, completamente<br />

liscio e munito di sportello<br />

di ispezione, mentre rinforzi esterni<br />

sono costruiti in modo da evitare il<br />

ristagno di polvere.<br />

La tramoggia di fondo silos è in acciaio<br />

inox con angoli arrotondati,<br />

che la rende altamente igienica e priva<br />

di usura nel tempo, a differenza<br />

delle tramogge in legno laminato.<br />

L’estrazione del prodotto dai silos è<br />

garantita da nastri estrattori reversibili<br />

che, oltre a preservare l’integrità<br />

del prodotto, garantiscono portate<br />

Impianto di insilaggio per pasta corta composto da 28 silos con capacità<br />

complessiva di 308 m 3<br />

molto alte, costanza e precisione di estrazione, in<br />

particolar modo nella produzione di pasta tricolore,<br />

grazie alla velocità regolabile.<br />

Allo scarico dei silos sono installati dei vibrovagli<br />

di pulizia a doppio livello e reti intercambiabili<br />

(operazione effettuabile da un solo operatore in pochi<br />

minuti e senza l’ausilio di attrezzi), al fine di<br />

eliminare eventuali scarti dal prodotto come briciole,<br />

polveri o prodotto incollato. Un sistema di<br />

smistamento aereo composto da elevatori a tazze<br />

e nastri trasportatori permette una corretta alimentazione<br />

di tutte le confezionatrici senza alcuna<br />

limitazione.<br />

Ogni confezionatrice è munita di un proprio polmone<br />

di accumulo con nastro estrattore, che ha la<br />

funzione di alimentare in maniera continua e costante<br />

le bilance multitesta. L’intero impianto è gestito<br />

da quadri elettrici muniti di Plc e sistemi di supervisione<br />

computerizzati.<br />

Dettaglio interno dei pannelli della cella senza profili metallici<br />

e con tramoggia di fondo silos in acciaio inox<br />

Per informazioni:<br />

Pro-Tech Italia srl<br />

Via Guido Rossa, 13-A<br />

16012 Busalla (Ge)<br />

tel. +39 010 9642386<br />

info@pro-techitalia.com<br />

www.pro-techitalia.com<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021<br />

43


Elenco Inserzionisti<br />

ANDRIANI Via N. Copernico snc - Zona Pip - 70024 GRAVINA IN PUGLIA (BA)<br />

(pagina 22 - 23) Tel. 080 3255801 - Fax 080 3255924 - e-mail: info@andrianispa.com<br />

CAPITANIO<br />

(pagina 25)<br />

Via Bisbino 1 - 22070 GRANDATE (CO)<br />

Tel. 031564621 - Fax 031564631 - e-mail: info@capitanio.it<br />

CASTIGLIONI Via Resegone, 2 - 22070 LOCATE VARESINO (CO)<br />

(pagina 11) Tel. 0331 823222 - Fax 0331 823221 - e-mail: info@castiglioninedo.it<br />

FOODTECH Via Martiri della Libertà, 6 - 35012 CAMPOSAMPIERO (PD)<br />

(pagina 17) Tel. 049 9303590 - Fax 049 5791258 - e-mail: info@food-tech.it<br />

FRIGO IMPIANTI Via dei Lecci, 18 - 06083 BASTIA UMBRA (PG)<br />

(pagina 5) Tel. 075 8010489 - Fax 075 8010400 - e-mail: info@frigoimpianti.it<br />

IMPERIA & MONFERRINA Divisione La Monferrina - Via Statale, 27/a - 14033 CASTELL'ALFERO (AT)<br />

(pagina 13) Tel. 011 9324311 - e-mail: info@la-monferrina.com<br />

INDUSTRIA MOLITORIA MININNI Via Graviscella C.S. 1448 - 70022 ALTAMURA (BA)<br />

(III Copertina) Tel. 080 3103625 - Fax 080 3103590 - e-mail: mininni@molinomininni.com<br />

MOLINO DALLAGIOVANNA Via Madonna del Pilastro, 2 - 29010 GRAGNANO TREBBIENSE (PC)<br />

(pagina 29) Tel. 0523 787155 - Fax 0523 787450 - e-mail: info@dallagiovanna.it<br />

MOLINO DE VITA<br />

(pagina 31)<br />

S.P. 11 Km 14 - 71030 CASALVECCHIO DI PUGLIA (FG)<br />

Tel. 0881 558556 - Fax 0881 558451 - e-mail: info@molinidevita.it<br />

MOLINO PASINI Via Buscoldo, 27/bis - 46010 CESOLE (MN)<br />

(pagina 33 - IV Copertina) Tel. 0376 969015 - Fax 0376 969274 - e-mail: info@molinopasini.com<br />

PASTA TECHNOLOGIES GROUP Via Martiri delle Foibe, 13 - 35019 TOMBOLO (PD)<br />

(pagina 21) Tel. 049 7668840 - Fax 049 7968841 - e-mail: info@pastatechgroup.com<br />

PRO-TECH ITALIA Via Guido Rossa, 13/a - 16012 BUSALLA (GE)<br />

(pagina 7) Tel. 010 9642386 - Fax 010 9760838 - e-mail: info@pro-techitalia.com<br />

STORCI Via Lemignano, 6 - 43044 COLLECCHIO (PR)<br />

(II Copertina) Tel. 0521 543611 - Fax 0521 543621 - e-mail: storci@storci.com<br />

ZINDO Via Foggia, 71/73 - 76121 BARLETTA (BT)<br />

(pagina 19) Tel. 0883 510672 - Fax 0883 510741 - e-mail: info@zindo.it<br />

Per la pubblicità su <strong>Pasta</strong> & <strong>Pasta</strong>i:<br />

Massimo Carpanelli - tel. 348 2597514 - e-mail: carpa@avenue-media.eu<br />

44<br />

PASTA&PASTAI 178 MARZO 2021

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!