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Jakob Philipp Hackert - Quaderno 20 - gennaio 2022

Jakob Philipp Hackert, tra i più grandi paesaggisti tedeschi del suo tempo, ricercato a livello internazionale, lavorò per la maggior parte della sua vita in Italia e dal 1786 come pittore di corte a Napoli per il re Ferdinando IV di Borbone, producendo un enorme quantità di immagini del paesaggio mediterraneo. Un inventore figurativo del Regno di Napoli e Sicilia, tra le cui vedute di scene portuali, paesaggi costieri e fluviali, parate e scene di caccia, non mancano le rappresentazioni di Paestum e della reale tenuta di Persano, una delle località predilette dal re. Un luogo di primo piano nel panorama del Regno, con funzioni militari, amministrative ed economiche, in stretto rapporto anche con la valorizzazione di Paestum, dove la caccia non era solo un occasione di svago, di festa, di spettacolo e di ritrovi mondani, ma anche di incontri diplomatici e politici con numerosi personaggi illustri, tra imperatori, principi, ministri e ambasciatori, stipulando trattati e stringendo alleanze che ebbero ripercussioni sulla storia dell’intera Europa.

Jakob Philipp Hackert, tra i più grandi paesaggisti tedeschi del suo tempo, ricercato a livello internazionale, lavorò per la maggior parte della sua vita in Italia e dal 1786 come pittore di corte a Napoli per il re Ferdinando IV di Borbone, producendo un enorme quantità di immagini del paesaggio mediterraneo. Un inventore figurativo del Regno di Napoli e Sicilia, tra le cui vedute di scene portuali, paesaggi costieri e fluviali, parate e scene di caccia, non mancano le rappresentazioni di Paestum e della reale tenuta di Persano, una delle località predilette dal re.
Un luogo di primo piano nel panorama del Regno, con funzioni militari, amministrative ed economiche, in stretto rapporto anche con la valorizzazione di Paestum, dove la caccia non era solo un occasione di svago, di festa, di spettacolo e di ritrovi mondani, ma anche di incontri diplomatici e politici con numerosi personaggi illustri, tra imperatori, principi, ministri e ambasciatori, stipulando trattati e stringendo alleanze che ebbero ripercussioni sulla storia dell’intera Europa.

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J. P. <strong>Hackert</strong><br />

Paestum e Persano<br />

nel Regno di Napoli<br />

I Quaderni


<strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong>. Paestum e Persano nel Regno di Napoli<br />

Costabile Cerone<br />

<strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> uno straordinario vedutista a<br />

servizio della corte borbonica, nominato da re Ferdinando<br />

IV “ Pittore di Paesi, Cacce e Marine” del<br />

Regno di Napoli e Sicilia. (1)<br />

Nacque nel 1737 a Prenzlau, distretto di Brandebug<br />

nel Regno di Prussia, da una famiglia di pittori,<br />

apprendendo i primi rudimenti dell'arte dal padre per<br />

poi specializzarsi nella pittura di paesaggio<br />

all'Accademia delle Belle Arti di Berlino, completando<br />

la sua formazione in giro per l'Europa fino a<br />

giungere in Italia per stabilirsi a Roma nel 1768. In<br />

città, dove eseguiva quadri commissionati dai visitatori<br />

stranieri, conobbe l'agente d'arte russo Johann<br />

Friedrich Reiffenstein, punto di riferimento e guida<br />

per tutti i nobili viaggiatori provenienti dal nord Europa,<br />

grazie al quale conobbe il generale russo Ivan<br />

Šuvalov, che nel 1770 per volere di Caterina II, imperatrice<br />

di Russia, ordinò ad <strong>Hackert</strong> i primi due quadri<br />

sulla battaglia navale di Cesma nella quale la flotta<br />

russa aveva vinto su quella turca. In questa occasione<br />

il conte Orlow, comandante della flotta russa,<br />

fece saltare in aria una vecchia nave da guerra nel<br />

porto di Livorno affinché l'artista potesse immaginare<br />

la scena e studiare l'effetto dell'esplosione per<br />

poterla rappresentare nei suoi quadri (2-3).<br />

La sosta a Roma fu interrotta da numerosi viaggi,<br />

come nella primavera del 1770 (4), quando con una<br />

lettera di presentazione all'ambasciatore britannico a<br />

Napoli Sir William Hamilton, raffinato collezionista,<br />

geologo e studioso di scienze naturali, si recherà per<br />

la prima volta nella città partenopea. Tuttavia per una<br />

malattia fu costretto a trascorrere una lunga convalescenza<br />

a Vietri sul Mare e a Cava dei Tirreni, passando<br />

il tempo a definire alcuni paesaggi osservati<br />

durante la visita. (5-6)<br />

In questo primo soggiorno a Napoli probabilmente<br />

ebbe l'opportunità di visitare Pompei e forse anche<br />

Paestum. Durante le sue escursioni realizzava numerosi<br />

schizzi che completava in studio con inchiostro e<br />

lavature in grigio o seppia. Due di questi disegni che<br />

rappresentano le rovine del tempio di Nettuno sono<br />

firmati e datati Paestum 1770, realizzati dunque a<br />

seguito di una possibile visita, non documentata, al<br />

sito archeologico o realizzati sulla base visiva di<br />

opere di altri autori. (7-8)<br />

Le due vedute, provenienti dalla collezione<br />

2<br />

2


dell'antiquario e viaggiatore inglese Sir Richard Colt<br />

Hoare, sono conservate nella tenuta di Stourhead<br />

House, nel Wiltshire in Inghilterra, oggi di proprietà<br />

della National Trust, un'organizzazione per la conservazione<br />

e la protezione dell'eredità storica e naturale<br />

del Regno Unito.<br />

Sarà di persona a Paestum il 13 aprile 1777 durante la<br />

spedizione in Sicilia in compagnia di due amici<br />

4<br />

Fig. 1. Immagine di copertina<br />

Augusto Nicodemo (1761 - 1807)<br />

Ritratto di <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong>, 1797<br />

Pittura a olio (42,1 x 55,8 cm)<br />

Galleria Nazionale dei musei statali di Berlino<br />

Fig. 2. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Dipinto della cosiddetta “Serie Chesme”, 1771<br />

Battaglia della città di Patrasso. Episodio della prima<br />

spedizione della flotta russa nell'arcipelago<br />

Olio su tela<br />

Sala Chesme del Great Peterhof Palace, Peterhof,<br />

Russia<br />

Fig. 3. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

La distruzione della marina turca durante la battaglia<br />

navale di Cesme, 1771<br />

Olio su tela (2<strong>20</strong> x 162,5 cm)<br />

Museo Statale Ermitage, San Pietroburgo<br />

Fig. 4. Johann Tobias Sergel (1740 - 1814)<br />

Ritratto di Jacob <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong>, 1770<br />

Disegno a matita<br />

Collezione a Stoccolma<br />

3<br />

3


inglesi, Charles Gore e Richard Payne Knight, quando,<br />

partiti da Napoli a bordo di una feluca, durante il<br />

tragitto approdarono ad Agropoli per visitare le antiche<br />

rovine della vicina colonia greca di Poseidonia.<br />

Alla fine del viaggio, durato circa tre mesi, ritornarono<br />

a Roma carichi di schizzi e disegni eseguiti durante<br />

i sopralluoghi.<br />

A Paestum <strong>Hackert</strong> realizzò un disegno a penna e<br />

acquerello raffigurante la Basilica e il Tempio di<br />

Nettuno con il punto di vista verso il mare (9), oggi<br />

presente in una collezione privata in Germania. Il<br />

compagno di viaggio Gharles Gore, un pittore dilettante<br />

che illustrerà l'intera spedizione con moltissime<br />

vedute, sulla base di questo disegno eseguì una delle<br />

tante vedute di Paestum oggi conservate presso il<br />

dipartimento dei disegni della Klassik Stiftung di Weimar<br />

(10), contraddistinta dalla scritta in basso a<br />

destra “ by Mr. <strong>Hackert</strong>”, una precisazione per omag-<br />

giare l'opera del suo maestro.<br />

Al contrario degli artisti precedenti, mossi da una<br />

visione idealizzata del paesaggio e delle antiche rovine,<br />

<strong>Hackert</strong> propone una lettura naturale del luogo,<br />

con un'osservazione attenta non solo ai caratteri storici,<br />

ma anche a quelli topografici, geologici e atmosferici,<br />

segnando un punto di svolta nella rappresentazione<br />

pittorica del paesaggio. È emblematico il confronto<br />

con la fotografia di fine Ottocento ripresa dallo<br />

stesso punto di vista dal fotografo tedesco Giorgio<br />

Sommer (1834 - 1914) (11) con i monumentali templi<br />

immersi in un paesaggio rimasto essenzialmente<br />

immutato dopo circa un secolo, a cui <strong>Hackert</strong> aggiunse<br />

solo figure accessorie, di staffage; le figure umane<br />

raffigurate nella scena, che aggiungendo profondità<br />

al dipinto forniscono una scala proporzionale per gli<br />

elementi della composizione.<br />

La descrizione più attenta dell'opera pittorica<br />

dell'artista è contenuta nella biografia scritta<br />

dall'amico Johann Wolfgang Von Goethe incontrato<br />

a Napoli nel 1787 e pubblicata postuma con il titolo<br />

“Schizzo biografico redatto per lo più in base ai suoi<br />

stessi scritti” ( Biographische Skizze).<br />

Il poeta afferra con molta lucidità il valore dell'opera<br />

figurativa di <strong>Hackert</strong> comprendendo che l'artista<br />

osservava la realtà, il mondo fisico, con un occhio<br />

razionale, illuminista, rappresentandola nei suoi<br />

diversi aspetti fino a giungere ad una esaltazione preromantica<br />

della bellezza della natura. Quindi <strong>Hackert</strong><br />

un pittore neoclassico, illuminista, ma che apre<br />

la grande stagione del paesaggismo romantico.<br />

L'artista giunse di nuovo a Napoli nel 1782, quando,<br />

presentato dall'ambasciatore russo, il principe<br />

Andrey Razumovsky, a Ferdinando IV di Borbone,<br />

ottenne un primo incarico per la realizzazione di quattro<br />

vedute delle località più care al re, utilizzate per<br />

5<br />

4


arredare lo studio del Palazzo Reale a Caserta, dove<br />

oggi sono esposte: la mietitura a San Leucio, la Reggia<br />

di Caserta vista dal belvedere dei Cappuccini, e la<br />

casina di caccia a Persano (13) con il traghetto sul<br />

Sele (14), uno dei luoghi più amati dal sovrano.<br />

La gouache ritrae la Reale Casina realizzata tra il<br />

1752-54 dal padre Carlo III, grande appassionato di<br />

caccia, immersa nella verdeggiante pianura, ricca di<br />

boschi e selvaggina, attraversata dalla strada che da<br />

Eboli conduceva al passaggio sul fiume e quindi a<br />

Paestum, percorsa nel dipinto da un cavaliere al trotto<br />

(16). Un'altra versione della veduta, finora inedita,<br />

è un olio su tela proveniente dalla collezione francese<br />

Saint Chamant, dove l'artista introdusse in primo<br />

piano un pastore e un gregge di pecore con un infittimento<br />

dei gruppi vegetali laterali così da focalizzare<br />

l'attenzione sulla parte centrale della composizione.<br />

(22)<br />

Di questa veduta esiste anche un'incisione intitolata<br />

“ Veduta di Persano dalla strada verso Paestum”, realizzata<br />

da George Abraham <strong>Hackert</strong> (1735 - 1805), il<br />

fratello minore che lavorò come incisore ed editore<br />

delle sue opere. A Napoli lavorò nella Real Officina<br />

Topografica, formando una nuova scuola di incisori<br />

napoletani, fedeli eredi della visione pittorica di <strong>Philipp</strong>,<br />

tra cui il pittore ed incisore Vincenzo Aloja, suo<br />

allievo diretto, autore dell'incisione “Veduta dei Templi<br />

di Pesto presa da Ponente”, realizzata sulla base<br />

di un disegno di <strong>Hackert</strong>, in precedenza riprodotto<br />

anche dal fratello George con incisione di Giovanni<br />

De Grado. (12)<br />

La veduta di Paestum disegnata dall'artista nel 1789,<br />

con i tre templi ripresi da ovest, le montagne di<br />

Capaccio sullo sfondo e un grande albero in primo<br />

piano, tra i soggetti principali dei suoi paesaggi, fu<br />

ugualmente duplicato ad incisione da Francesco<br />

Morelli per il volume “Raccolta degli antichi monumenti<br />

esistenti nella città di Pesto e di alcune altre<br />

vedute appartenenti alla medesima città”, pubblicato<br />

a Roma intorno al 1800. (23)<br />

Al 1782 risale un disegno a matita e inchiostro del<br />

paesaggio “ a Persano vicino Paestum”,<br />

con in primo<br />

Fig. 5. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

La costa vietrese, 1770<br />

Matita, penna, lavaggio marrone (52,7 x 37,9 cm)<br />

Collezione disegni dell'Hamburger Kunsthalle, Museo<br />

di Amburgo, Germania<br />

Fig. 6. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Marina di Vietri, 1775<br />

Olio su tela (87 x 63 cm)<br />

Collezione privata, Germania<br />

6<br />

5


piano un'ansa del fiume Sele e sullo sfondo i monti<br />

Alburni, preparatorio al dipinto ad olio realizzato<br />

qualche anno dopo (19), entrambi in collezioni private.<br />

L'altro dipinto della serie delle quattro vedute ordinate<br />

dal re, raffigura la scafa utilizzata per attraversare il<br />

fiume Sele, un'imbarcazione in legno collegata ad un<br />

cavo teso tra le due sponde del corso d'acqua, con a<br />

bordo diversi viaggiatori in attesa di transitare<br />

sull'altra sponda, dove altri stanno aspettando per<br />

essere trasportati sulla riva opposta. Lo scorrere<br />

lento del flusso d'acqua conduce lo sguardo<br />

dell'osservatore sullo sfondo, dove, oltre un fitto<br />

bosco si innalzano i monti di Eboli (17). La scafa di<br />

Persano verrà successivamente rappresentata in un<br />

disegno a penna e inchiostro bruno (18), presente in<br />

una collezione privata, eseguito da <strong>Hackert</strong> durante<br />

un viaggio a sud di Salerno nel maggio 1795, spingendosi<br />

fino ad Auletta (24), il luogo più lontano da<br />

Napoli visitato durante l'escursione.<br />

Con la prima serie di vedute di Persano cominciò per<br />

<strong>Hackert</strong> un periodo fecondo, con la realizzazione di<br />

numerose vedute destinate a decorare le grandi residenze<br />

reali dei Borbone, ricevendo nel 1787 la supervisione<br />

del trasferimento di molte opere della collezione<br />

Farnese da Roma a Napoli nelle sale del Palazzo<br />

che ospiterà il “ Real Museo Borbonico” (l'odierno<br />

Museo Archeologico Nazionale), appositamente<br />

ristrutturato ed ampliato con la direzione<br />

dell'architetto Pompeo Schiantarelli, (15). È dello<br />

stesso anno la grande commissione dei “Porti del<br />

Regno” che lo terrà impegnato fino al 1793, l'impresa<br />

più significativa affidatagli dal re. Tra le vedute dei<br />

porti realizzate in Campania appariva anche quello di<br />

Salerno (<strong>20</strong>), un dipinto sparito ma riapparso a Londra<br />

in una vendita all'asta nel <strong>20</strong>19 ed esposto alla<br />

Reggia di Caserta per la mostra “Da Artemisia a <strong>Hackert</strong>.<br />

Storia di un antiquario collezionista alla Reggia”.<br />

Nella vasta produzione dell'artista, tra le grandi vedute<br />

topograficamente esatte distinte da meticolose<br />

descrizioni dei dettagli osservati in natura, non mancano<br />

paesaggi idealizzati e composizioni inconsuete<br />

e di fantasia con la presenza di antichi monumenti<br />

come il tempio dorico di Nettuno a Paestum. (21)<br />

Gli anni trascorsi al servizio di Ferdinando IV furono<br />

tra i più produttivi di tutta la sua vita, poi, nel 1799,<br />

con la venuta dei francesi a Napoli, lasciò definitivamente<br />

la città per trasferirsi in Toscana, dove morì<br />

nel 1807 nella sua dimora di San Pietro a Careggi.<br />

Fig. 7. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Il Tempio di Nettuno, Paestum, 1770<br />

Penna, inchiostro e lavaggio grigio (46,4 x 34,9 cm)<br />

Stourhead, Wiltshire, Inghilterra<br />

6<br />

Fig. 8. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Il Tempio di Nettuno, Paestum, 1770<br />

Penna, inchiostro e lavaggio grigio (46,4 x 34,9 cm)<br />

Stourhead, Wiltshire, Inghilterra


7<br />

8<br />

7


Fig. 9. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

La Basilica e il Tempio di Nettuno, Paestum, 1777<br />

“A Paestum dans le Royaume de Naples 1777 Ph.<br />

<strong>Hackert</strong>. f.”<br />

Disegno a penna e acquerello (51,5 x 40,5 cm)<br />

Collezione privata, Braunschweig, Germania<br />

Fig. 10. Charles Gore (1729 - 1807)<br />

I Templi di Paestum, 1777<br />

Grafite, penna in grigio e nero, pennello acquerellato<br />

(37,3 x 12,7 cm)<br />

Klassik Stiftung Weimar, Collezione grafica del<br />

Goethe-Nationalmuseum, Weimar<br />

(Disegno originale di <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong>)<br />

Fig. 11. Giorgio Sommer (1834 - 1914)<br />

Pesto - Tempio di Nettuno, 1868-70 ca.<br />

Fotografia numero di catalogo <strong>20</strong>66<br />

Stampa all'albume (25,5 x <strong>20</strong>,5 cm)<br />

Collezione Albertina Museum, Vienna<br />

10<br />

8


9<br />

11<br />

9


Fig. 12. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Veduta di Templi di Pesto, 1790<br />

Incisione (60,5 x 46,5 cm)<br />

Incisore Giovanni de Grado con la direzione di Georg<br />

Abraham <strong>Hackert</strong> (1755 - 1805)<br />

Österreichische Nationalbibliothek, Biblioteca<br />

nazionale austriaca, Vienna<br />

10


11<br />

12


13<br />

14<br />

Fig. 13. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Casino di caccia a Persano, 1782<br />

Pittura a tempera su carta (47 x 70 cm)<br />

Collezione Palazzo Reale di Caserta, Galleria di S.M. il<br />

Re Ferdinando IV di Borbone<br />

Fig. 14. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

La scafa di Persano, 1782<br />

Pittura a tempera su carta (70 x 47 cm)<br />

Collezione Palazzo Reale di Caserta, Galleria di S.M. il<br />

Re Ferdinando IV di Borbone<br />

12


Fig. 15. Johann Heinrich Wilhelm Tischbein (1751 -<br />

1829)<br />

Jacob <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> e l'architetto Pompeo Schiantarelli<br />

con il re Ferdinando IV di Napoli, 1787 ca.<br />

Olio su tela<br />

Klassik Stiftung Weimar<br />

15<br />

13


16<br />

Fig. 16. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Casino di caccia a Persano, 1782<br />

Pittura a tempera su carta (47 x 70 cm)<br />

Collezione Palazzo Reale di Caserta, Galleria di S.M. il<br />

Re Ferdinando IV di Borbone<br />

14


15


17<br />

Fig. 17. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

La scafa di Persano, 1782<br />

Pittura a tempera su carta (70 x 47 cm)<br />

Collezione Palazzo Reale di Caserta, Galleria di S.M. il<br />

Re Ferdinando IV di Borbone<br />

16


17


18<br />

Fig. 18. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

La scafa di Persano, 1795<br />

Penna e inchiostro bruno, lavaggio (73 x 53 cm)<br />

Collezione privata, Germania<br />

18


19


19<br />

<strong>20</strong>


Fig. 19. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Paesaggio vicino Persano. Vista sul Sele e sui Monti<br />

Alburni, 1788<br />

Olio su tela (88,8 x 65,5 cm)<br />

Collezione privata Koller, Zurigo, Svizzera<br />

21


<strong>20</strong><br />

Fig. <strong>20</strong>. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Porto di Salerno, 1797<br />

Olio su tela (221,6 x 135,7 cm)<br />

Collezione privata, Londra (Galleria d'arte Cesare<br />

Lampronti)<br />

22


23


21<br />

Fig. 21. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Capriccio. Paesaggio ideale con tempio greco, 1781<br />

Un improbabile scorcio in cui sono<br />

contemporaneamente visibili un fiume e le rovine di<br />

Paestum.<br />

Olio su tela (98 x 65 cm)<br />

Hermitage, San Pietroburgo, Russia<br />

24


25


22<br />

Fig. 22. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Veduta di Persano, 1782<br />

Olio su tela (97 x 66 cm)<br />

Collezione Ancienne Saint Chamant, Parigi<br />

23<br />

26


24<br />

Fig. 23. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Veduta di Templi di Pesto, 1790<br />

Incisione di Francesco Morelli, ca. 1800<br />

Veduta generale di alcuni antichi monumenti della Città<br />

di Pesto dal volume “Raccolta degli antichi monumento<br />

esistenti nella città di Pesto e di alcune altre vedute<br />

appartenenti alla medesima città”<br />

Fig. 24. <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> (1737 - 1807)<br />

Veduta di Auletta, 1795<br />

Matita, penna, lavaggio marrone (69,8 x 47 cm)<br />

Collezione disegni dell'Hamburger Kunsthalle, Museo<br />

di Amburgo, Germania<br />

Riferimenti bibliografici:<br />

Wolfgang Krönig, Vedute dei luoghi classici della Sicilia. Il<br />

Viaggio di <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> del 1777, Ed. Sellerio, Palermo, 1987<br />

Johann Wolfgang von Goethe, <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong>: Biographische<br />

Skizze, Meist nach Dessen Eigenen Aufsätzen Entworfen,<br />

Tübingen, 1811. Ed. italiana: Johann Wolfgang von Goethe,<br />

<strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong>: la vita, a cura di Magda Novelli Radice, Napoli,<br />

1988<br />

Cesare De Seta, a cura di, <strong>Hackert</strong>. Vedute del Regno di Napoli,<br />

Milano 1992<br />

Cesare De Seta, L'Italia del Grand Tour: da Montaigne a<br />

Goethe, Electa Napoli, Napoli, 1992<br />

Paolo Chiarini, a cura di, Il paesaggio secondo natura. Jacob<br />

<strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong> e la sua cerchia, Catalogo della mostra,<br />

Artemide Editore, Roma, 1994<br />

Thomas Weidner, a cura di, Jacob <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong>. Paesaggi del<br />

Regno, Catalogo della mostra, Caserta, Palazzo Reale, (25<br />

ottobre 1997-10 <strong>gennaio</strong> 1998), Artemide edizioni, Roma 1997<br />

Federica Mazzara, “Viaggio in Sicilia” di Richard Payne Knight,<br />

in Nuove Effemeridi n. 52, Edizioni Guida, Palermo, <strong>20</strong>00<br />

Giovanni Pisano, Serena Pisano, Vanvitelli e <strong>Hackert</strong> a Persano<br />

con i Borbone, Habitat, Eboli, <strong>20</strong>00<br />

Cesare De Seta, a cura di, Grand Tour: viaggi narrati e dipinti,<br />

Electa Napoli <strong>20</strong>01<br />

Renate Müller-Krumbach, Un ritratto di <strong>Hackert</strong> non<br />

riconosciuto nel Museo Nazionale Goethe di Weimar, in Goethe<br />

Jahrbuch (Annuario Goethe), Volume 125, Wallstein Verlag,<br />

<strong>20</strong>08<br />

Luca Mansueto, La natura e le atmosfere nelle istantanee en<br />

plein air di Paestum, in Annali Università degli Studi di Ferrara,<br />

Voll. 1-2, <strong>20</strong>11<br />

Nadia Parlante, Corte borbonica e "real caccia" di Persano.<br />

Rituali, cerimoniali, funzioni, vita quotidiana, Edizioni Il<br />

Saggio, Eboli, <strong>20</strong>18<br />

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<strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong>, tra i più grandi paesaggisti<br />

tedeschi del suo tempo, ricercato a livello internazionale,<br />

lavorò per la maggior parte della sua vita<br />

in Italia e dal 1786 come pittore di corte a Napoli<br />

per il re Ferdinando IV di Borbone, producendo un<br />

enorme quantità di immagini del paesaggio mediterraneo.<br />

Un inventore figurativo del Regno di Napoli<br />

e Sicilia, tra le cui vedute di scene portuali, paesaggi<br />

costieri e fluviali, parate e scene di caccia,<br />

non mancano le rappresentazioni di Paestum e<br />

della reale tenuta di Persano, una delle località predilette<br />

dal re.<br />

Un luogo di primo piano nel panorama del Regno,<br />

con funzioni militari, amministrative ed economiche,<br />

in stretto rapporto anche con la valorizzazione<br />

di Paestum, dove la caccia non era solo un occasione<br />

di svago, di festa, di spettacolo e di ritrovi mondani,<br />

ma anche di incontri diplomatici e politici con<br />

numerosi personaggi illustri, tra imperatori, principi,<br />

ministri e ambasciatori, stipulando trattati e<br />

strette alleanze che ebbero ripercussioni sulla storia<br />

dell'intera Europa.<br />

Immagine di copertina<br />

Augusto Nicodemo (1761 - 1807)<br />

Ritratto di <strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong>, 1797<br />

Pittura a olio (42,1 x 55,8 cm)<br />

Galleria Nazionale dei musei statali di Berlino<br />

collana<br />

I Quaderni dell’Arte<br />

a cura di Costabile Cerone<br />

<strong>Quaderno</strong> <strong>20</strong> - <strong>gennaio</strong> <strong>20</strong>22<br />

<strong>Jakob</strong> <strong>Philipp</strong> <strong>Hackert</strong><br />

Paestum e Persano nel Regno di Napoli<br />

Copyright: © <strong>20</strong>22 PAESTUMinARTE<br />

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