11.05.2022 Views

Piranesi - Quaderno 24 - maggio 2022

Giovanni Battista Piranesi, famoso incisore, architetto e teorico dell’architettura, una delle figure più influenti del panorama artistico del XVIII secolo, verso la fine del 1777 compirà l’ardua spedizione a sud di Salerno per visitare i tre maestosi templi dorici a Paestum. In queste terre paludose, che un anno dopo lo portarono alla morte per malaria, realizzò il suo ultimo lavoro, uno dei più sorprendenti dell’intera produzione grafica dell’artista, terminato e pubblicato postumo dal figlio Francesco nell’opera dal titolo “Différentes vues de Pesto”. Sul posto disegnò alcune spettacolari vedute preliminari, completate in studio al suo rientro a Roma, mettendo in scena la grandiosità degli antichi monumenti con audaci prospettive che gli permisero una maggiore profondità e una vista d’insieme più ampia oltre i limiti reali del campo visivo. Le arditi raffigurazioni di grande drammaticità e tensione emotiva, unitamente ad un uso sapiente dei contrasti tra luci ed ombre, esaltano la rigida geometria degli imponenti colonnati dorici erosi dal tempo, il cui scorrere inesorabile ridusse in rovina i grandi monumenti di un’antica civiltà perduta, riconsegnandoli alla natura.

Giovanni Battista Piranesi, famoso incisore, architetto e teorico dell’architettura, una delle figure più influenti del panorama artistico del XVIII secolo, verso la fine del 1777 compirà l’ardua spedizione a sud di Salerno per visitare i tre maestosi templi dorici a Paestum. In queste terre paludose, che un anno dopo lo portarono alla morte per malaria, realizzò il suo ultimo lavoro, uno dei più sorprendenti dell’intera produzione grafica dell’artista, terminato e pubblicato postumo dal figlio Francesco nell’opera dal titolo “Différentes vues de Pesto”.
Sul posto disegnò alcune spettacolari vedute preliminari, completate in studio al suo rientro a Roma, mettendo in scena la grandiosità degli antichi monumenti con audaci prospettive che gli permisero una maggiore profondità e una vista d’insieme più ampia oltre i limiti reali del campo visivo.
Le arditi raffigurazioni di grande drammaticità e tensione emotiva, unitamente ad un uso sapiente dei contrasti tra luci ed ombre, esaltano la rigida geometria degli imponenti colonnati dorici erosi dal tempo, il cui scorrere inesorabile ridusse in rovina i grandi monumenti di un’antica civiltà perduta, riconsegnandoli alla natura.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Piranesi</strong><br />

I disegni di Paestum<br />

I Quaderni


Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong>. I disegni di Paestum<br />

Costabile Cerone<br />

“Avendo alcuni artisti mostrato a Roma disegni dei<br />

tre grandiosi monumenti di Paestum, <strong>Piranesi</strong> non<br />

poté resistere alla tentazione di andare ad osservare<br />

personalmente quei resti superbi. Visitò e rilevò le<br />

rovine di Ercolano e di Pompei, dalle quali non riusciva<br />

a distaccarsi. Giunto ai piedi dei templi di Paestum,<br />

colpito dal carattere di quella architettura, non<br />

si stancava di ammirarli e disegnarli da ogni punto<br />

di vista. Avrebbe voluto, per non lasciarsi sfuggire<br />

alcun particolare, poterli rendere grandi quanto il<br />

vero”.<br />

La notizia ci viene fornita dall'architetto francese Jacques-Guillaume<br />

Legrand in un manoscritto del 1799<br />

che rappresenta la prima biografia su Giovanni Battista<br />

<strong>Piranesi</strong> (fig. 1), fonte principale per la ricostruzione<br />

dell'opera e la vita dell'artista, ora conservato a<br />

Parigi presso il Département des Manuscrits della<br />

Bibliothèque nationale de France.<br />

Disposto dunque a studiare di persona i templi di Paestum<br />

con l'intenzione di preparare una nuova serie di<br />

incisioni, nonostante le sue precarie condizioni fisiche,<br />

nel 1777 decise di intraprendere il disagevole,<br />

faticoso e lungo viaggio verso sud, fino all'antica<br />

colonia greca di Poseidonia, fermandosi in quella<br />

stessa occasione a Ercolano e a Pompei (fig. <strong>24</strong>), luoghi<br />

che quasi certamente aveva già visitato in precedenza.<br />

Purtroppo sarà per lui l'ultimo viaggio, già<br />

malato da tempo come asserisce Legrand, morirà a<br />

Roma il 9 novembre dell'anno successivo nel pieno<br />

della sua attività creativa.<br />

Ad accompagnarlo in questa estrema e fatale avventura<br />

furono il figlio Francesco, che ebbe parte attiva<br />

nel disegnare dal vero accanto al padre; l'incisore<br />

Benedetto Mori, da qualche anno il suo braccio<br />

destro per l'esecuzione dei disegni tecnici e dei rilievi;<br />

e l'architetto Augusto Rosa, specializzato nella<br />

produzione di prototipi in sughero, che realizzerà in<br />

quello stesso anno un modello del Tempio di Poseidone<br />

così come allora si presentava, con il parziale<br />

interramento del suo interno, oggi esposto al Musée<br />

d'Archéologie Nationale nel castello di Saint-<br />

Germain-en-Laye (fig. 2).<br />

Mentre il resto del gruppo era impegnato nelle operazioni<br />

di rilevo dei monumenti, <strong>Piranesi</strong> ricavò dal<br />

vero alcuni straordinari disegni preparatori (fig. 3)<br />

per la serie di acqueforti delle Vedute di Paestum<br />

1<br />

Fig. 1. Angelica Kauffmann (1741-1807)<br />

Ritratto di Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong>, 1764-65<br />

Pagina da un taccuino: n. 38<br />

Gessetto su carta (29,3 x 38,8 cm)<br />

Collezione Victoria and Albert Museum, Londra<br />

Fig. 2. Augusto (Agostino) Rosa (1738-1784)<br />

Tempio di Nettuno a Paestum, 1777<br />

Modello in sughero (112 x 59 x h 38 cm)<br />

Musée des Antiquités Nationales, St. Germain-en-Laye<br />

Proveniente dalla collezione Pierre Gaspard Marie<br />

Grimod d'Orsay, conte d'Orsay<br />

Il modello in sughero, che per la sua porosità ben<br />

rappresenta il caldo travertino delle strutture del<br />

monumento, riprende stilisticamente le vedute di<br />

<strong>Piranesi</strong> con piccole figure umane poste fra le rovine<br />

all'interno del tempio.<br />

2


( Différentes vues de Pesto), pubblicate postume dal<br />

figlio Francesco nel 1778 (fig. 4).<br />

In questi disegni, di grande drammaticità e tensione<br />

emotiva, ritrasse la grandiosità dei monumentali templi<br />

dorici con audaci prospettive che gli permisero<br />

una <strong>maggio</strong>re profondità di scena e una vista<br />

d'insieme più ampia oltre i limiti reali del campo visivo.<br />

Le arditi raffigurazioni, unitamente ad un uso<br />

sapiente dei contrasti tra luci ed ombre, esaltano la<br />

rigida geometria degli imponenti colonnati dorici<br />

erosi dal tempo, il cui scorrere inesorabile ridusse in<br />

rovina i grandi monumenti di un'antica civiltà perduta,<br />

riconsegnandoli alla natura. (fig. 6-21)<br />

Il tempio distrutto, come illustra la scrittrice francese<br />

Marguerite Yourcenar, non è solo “il relitto sul mare<br />

delle forme; lui stesso è natura: i suoi fusti sono<br />

l'equivalente di un bosco sacro; i suoi pieni e i suoi<br />

vuoti sono l'equivalente di una melodia dorica; la<br />

sua rovina resta un precetto, un monito, un ordine<br />

delle cose. L'opera di questo poeta tragico<br />

dell'architettura, si conclude in questa serenità estatica”.<br />

All'interno di queste mirabili scene disegnate da <strong>Piranesi</strong><br />

abitano fantasmatiche figure; si spostano isolate<br />

con rudi movimenti, si arrampicano sui grandi blocchi<br />

di pietra e a volte sono indaffarate in qualche attività<br />

o radunate pigramente in gruppo mentre gli animali<br />

pascolano attorno.<br />

Molte di queste figure, aggiunte successivamente in<br />

studio durante il completamento delle tavole, furono<br />

disegnate da Francesco come testimoniano alcuni<br />

schizzi presenti su uno dei due taccuini conservati<br />

presso la Biblioteca Universitaria Estense di Modena<br />

(fig. 22-23).<br />

Donati alla città dal collezionista e storico dell'arte il<br />

marchese Giuseppe Campori (1821-1887), i cosiddetti<br />

“ Taccuini di Modena” sono due dei tanti quaderni<br />

tascabili che l'artista usava portare con se per<br />

disegnare dal vero ed appuntare impressioni, luoghi,<br />

idee, e particolari con una grande quantità di schizzi a<br />

matita. Nel secondo taccuino si affiancano anche le<br />

figure disegnate dal figlio Francesco riprodotte nelle<br />

tavole di studio per Paestum, a volte spostate o<br />

rimosse nelle successive incisioni, forse per riequilibrare<br />

la composizione finale delle vedute.<br />

A parte queste piccole variazioni, i disegni di <strong>Piranesi</strong><br />

si contraddistinguono da un livello di dettaglio<br />

molto vicino alle stampe definitive, tanto da far supporre<br />

che consapevole della sua salute cagionevole,<br />

abbia voluto includere quanti più dettagli possibili<br />

affinché il figlio potesse ultimare facilmente il lavoro<br />

da lui iniziato.<br />

Pur se era solito preparare bozzetti preliminari, gran<br />

parte della composizione grafica delle precedenti<br />

serie spesso la creava direttamente sulla lastra di<br />

rame nella fase di incisione. Al contrario, per le prove<br />

2<br />

3


grafiche di Paestum, le diverse sovrapposizioni di<br />

tratti a matita, lavaggi in marrone e grigio e l'utilizzo<br />

di penne ad inchiostro, a volte con l'aggiunta di<br />

lumeggiature con gessetti bianchi o rossi per i contrasti,<br />

creano un effetto a strati che può essere paragonato<br />

alle ripetute morsure tipiche della tecnica incisoria,<br />

ossia ai segni corrosi dall'acido (mordente) sulla<br />

lastra di rame per ottenere un'incisione<br />

all'acquaforte, restituendo pertanto un'immagine<br />

simile a quella definitiva. Inoltre la carta ruvida<br />

impiegata per questi disegni riprende perfino la particolare<br />

trama dei grossi blocchi di travertino con cui<br />

sono costruiti i monumenti.<br />

Che tale serie fosse particolarmente cara a <strong>Piranesi</strong> è<br />

dimostrato dal ritratto eseguito successivamente alla<br />

sua morte dal pittore Pietro Labruzzi, dove l'artista è<br />

raffigurato mentre mostra una veduta dei templi di<br />

Paestum, sottolineandone il valore di lascito e continuità<br />

(fig. 5).<br />

Allo stesso modo, la statua funebre in marmo eseguita<br />

dallo scultore Giuseppe Angelini, ospitata<br />

all'interno della chiesa Santa Maria del Priorato a<br />

Roma dove l'artista fu seppellito, raffigura <strong>Piranesi</strong> in<br />

toga mentre regge un rotolo nella mano sinistra su cui<br />

è incisa la pianta del tempio di Nettuno.<br />

Di questi disegni preliminari oggi se ne conservano<br />

diciassette, di cui uno è custodito nella collezione del<br />

Rijksmuseum ad Amsterdam, un altro a Parigi alla<br />

Bibliothèque Nationale de France, e altri quindici<br />

sono posseduti dal John Soane's Museum a Londra, il<br />

museo dedicato al famoso architetto inglese che li<br />

aveva acquistati nel 1817 in una vendita all'asta da<br />

Christie's delle opere grafiche dell'antiquario Charles<br />

Lambert, ma non si è al corrente di come i disegni di<br />

Paestum siano finiti nella sua collezione, probabilmente<br />

acquistati in Italia dal gentiluomo inglese qualche<br />

anno prima.<br />

Il coinvolgimento di John Soane ebbe inizio<br />

nell'ultimo anno di vita di <strong>Piranesi</strong>, quando da giovane<br />

studente di architettura in viaggio per l'Italia, nel<br />

periodo in cui fece visita anche a Paestum, incontrò<br />

l'artista nella sua bottega a Roma nell'estate del 1778<br />

dove poté ammirare alcune incisioni della celebrata<br />

serie delle “ Vedute di Roma” (il Pantheon, l'Arco di<br />

Costantino, l'Arco di Settimio Severo e la tomba di<br />

Cecilia Metella). Per Soane l'incontro con <strong>Piranesi</strong> e i<br />

suoi disegni, e la successiva visita all'antica colonia a<br />

sud di Salerno agli inizi del 1779, ebbero una grossa<br />

influenza nei suoi progetti di architettura e nelle<br />

lezioni tenute alla Royal Academy, durante le quali<br />

per spiegare l'origine e l'evoluzione dell'architettura<br />

greca e dell'ordine dorico indicava spesso i templi di<br />

Paestum esibendoli ai suoi studenti con illustrazioni<br />

e modelli.<br />

I diciassette disegni sono stati congiunti insieme per<br />

la prima volta in occasione della mostra itinerante<br />

3<br />

4


“ ”,<br />

<strong>Piranesi</strong>'s Paestum: Master drawings uncovered<br />

tenuta a Londra, a Berlino, New York e al Cantor<br />

Arts Center presso la Stanford University dal 2013 al<br />

2016, esplorando le complesse prospettive<br />

dell'artista e di come i disegni di Paestum “rivoluzionarono<br />

gli architetti” e lo sviluppo della teoria architettonica<br />

nell'Europa del XVIII secolo.<br />

5<br />

Fig. 3. Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong> (1720-1778)<br />

Tavola X, Tempio di Nettuno, veduta dell'esterno da<br />

Nord Est con la Basilica a sinistra, 1777<br />

Disegno di studio per Différentes vues de Pesto<br />

Matita, lavaggi marroni e grigi, inchiostro e gesso<br />

John Soane's Museum, Londra<br />

Fig. 4. Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong> (1720-1778)<br />

Francesco <strong>Piranesi</strong> (1758-1810)<br />

Tavola X, Veduta del Tempio di Nettuno,<br />

(firmata in basso a sinistra “Cavalier <strong>Piranesi</strong> F.”)<br />

Dalla serie di vedute dell'antica città di Paestum,<br />

a<br />

2 edizione di Parigi, 1835<br />

Edizione francese Firmin Didot<br />

Incisione all'acquaforte<br />

Fig. 5. Pietro Labruzzi (1739-1805)<br />

Ritratto di Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong>, 1779<br />

Olio su tela (58 x 71 cm)<br />

Museo di Roma (Palazzo Braschi)<br />

4<br />

5


Fig. 6. Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong> (1720-1778)<br />

Tavola I, I tre templi di Paestum visti da sud, 1777<br />

Disegno di studio per Différentes vues de ... Pesto<br />

Matita, lavaggi marroni e grigi, inchiostro e gesso<br />

Bibliothèque nationale de France, Département des<br />

estampes et de la photographie, Parigi<br />

6


7<br />

6


Fig. 7. Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong> (1720-1778)<br />

Tavola VIII, L'interno della Basilica, vista verso nord,<br />

con il pronao a destra e il Tempio di Nettuno in<br />

lontananza a sinistra,1777<br />

Disegno di studio per Différentes vues de … Pesto<br />

Matita, lavaggi marroni e grigi, inchiostro e gesso<br />

bianco e nero<br />

John Soane's Museum, Londra<br />

8


9<br />

7


Fig. 8. Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong> (1720-1778)<br />

Tavola IX, Basilica, veduta dell'interno guardando da<br />

ovest, Tempio di Nettuno in lontananza a sinistra,1777<br />

Disegno di studio per Différentes vues de … Pesto<br />

Matita, lavaggi marroni e grigi, inchiostro e gesso<br />

bianco e nero<br />

John Soane's Museum, Londra<br />

10


11<br />

8


12


9<br />

Fig. 9. Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong> (1720-1778)<br />

Tavola XII, L'interno del Tempio di Nettuno da nordest<br />

(con il peristilio in parte rimosso) che mostra il<br />

pronao e i colonnati interni, 1777<br />

Disegno di studio per Différentes vues de Pesto<br />

Matita, lavaggi marroni e grigi, inchiostro e gesso<br />

John Soane's Museum, Londra<br />

13


14


10<br />

Fig. 10. Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong> (1720-1778)<br />

Tavola XIX, Veduta del Tempio di Cerere, Paestum,<br />

1777<br />

Disegno di studio per Différentes vues de … Pesto<br />

Matita, lavaggi marroni e grigi, inchiostro e gesso (67,5<br />

x 46,5 cm)<br />

Rijksmuseum Amsterdam (Museo Statale di<br />

Amsterdam)<br />

15


Fig. 11-21. Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong> (1720-1778)<br />

Disegni di studio per Différentes vues de … Pesto, 1777<br />

11. Tavola II, La Basilica da est<br />

12. Tavola III, La Basilica, parte del peristilio<br />

occidentale con gli altri due templi in lontananza<br />

13. Tavola IV, La Basilica da nord con il Tempio di<br />

Nettuno in primo piano<br />

14. Tavola V, L'interno della Basilica, vista dal pronao<br />

verso nord, con in lontananza il Tempio di Nettuno<br />

15. Tavola VI, L'interno della Basilica, vista dal pronao<br />

verso ovest, mostra il pronao, con a destra il Tempio di<br />

Nettuno<br />

16. Tavola VII, L'interno della Basilica, vista verso est,<br />

con un tratto del peristilio sud, le colonne centrali della<br />

cella e il pronao in lontananza<br />

17. Tavola XI, Il Tempio di Nettuno da sud-ovest<br />

18. Tavola XIII, Il Tempio di Nettuno dall'interno del<br />

peristilio all'estremità occidentale, vista a sud<br />

19. Tavola XIV, L'interno del Tempio di Nettuno, vista a<br />

sud-ovest, che mostra il lato interno dell'opistodomo, o<br />

portico posteriore<br />

20. Tavola XVI, Tempio di Nettuno, vista degli interni<br />

dall'ovest<br />

21. Tavola XVII, Il Tempio di Nettuno, vista attraverso<br />

il peristilio dall'angolo nord-ovest che mostra i<br />

colonnati interni, con la Basilica in lontananza<br />

Matita, lavaggi marroni e grigi, inchiostro e gesso<br />

bianco e nero<br />

John Soane's Museum, Londra<br />

11<br />

12<br />

16<br />

13


14 18<br />

15<br />

19<br />

16<br />

20<br />

17<br />

17<br />

21


22<br />

23<br />

18


<strong>24</strong><br />

Fig. 22-23. Francesco <strong>Piranesi</strong> (1758-1810)<br />

Studi di figure per le vedute di Paestum, 1777-1778<br />

Disegni a matita<br />

Figure per le tavole IX, XI, XIII e XIX<br />

Dal secondo dei “Taccuini di Modena”, 1750-1777<br />

Biblioteca Universitaria Estense, Modena<br />

(dalla collezione del marchese Giuseppe Campori<br />

donata al Comune di Modena)<br />

Fig. <strong>24</strong>. Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong> (1720-1778)<br />

Tempio di Iside a Pompei, 1777<br />

Grafite, inchiostro nero e marrone, acquerello grigio,<br />

gesso nero (77,5 x 52,2 cm)<br />

Collezione The Morgan Library & Museum, New York<br />

Riferimenti bibliografici:<br />

<strong>Piranesi</strong>, “Taccuini di Modena”, 1750-1777, conservati presso la<br />

Biblioteca Universitaria Estense, Modena (dalla collezione del<br />

marchese Giuseppe Campori donata al Comune di Modena)<br />

Jacques-Guillaume Legrand, Notice historique sur la vie et les<br />

ouvrages de J. B. <strong>Piranesi</strong>. Architecte, Peintre et Graveur...<br />

Redigée sur les notes et les pièces communiquées par ses fils, les<br />

Compagnons et les Continuateurs de ses nombreux travaux,<br />

Paris 1799<br />

Manoscritto contenuto all'interno delle “Carte dell'antiquario<br />

Ennio-Quirinus Visconti (1751-1818) - III Miscugli letterari e<br />

artistici, volume II.” (Papiers de l'antiquaire Ennius-Quirinus<br />

Visconti (1751-1818) - III Mélanges littéraires et artistiques,<br />

tome II.), Bibliothèque nationale de France, Parigi<br />

Henri Focillon, <strong>Piranesi</strong>, Edizioni Alfa, Bologna, 1967<br />

Agnes Allroggen-Bedel, <strong>Piranesi</strong> e l'archeologia nel reame di<br />

Napoli, in <strong>Piranesi</strong> e la cultura antiquaria. Gli antecedenti e il<br />

contesto, Atti del Convegno 14-17 Novembre 1979, Roma, 1983<br />

Roberto Pane, Paestum nelle acqueforti di <strong>Piranesi</strong>, Edizioni di<br />

Comunità, Milano 1980<br />

Valentin Kockel, Phelloplastica, modelli in sughero<br />

dell'architettura antica nel XVIII secolo nella collezione di<br />

Gustavo III di Svezia, Edizione Istituto Svedese di Studi Classici<br />

a Roma, Stoccolma, 1998<br />

Luigi Ficacci, <strong>Piranesi</strong>: The Complete Etchings Taschen, 2000<br />

AA.VV., The Rome of <strong>Piranesi</strong>,The eighteenth-century city in<br />

the great Vedute, Museo del Corso, Editoriale Artemide s.r.l.,<br />

Roma, 2007<br />

Mario Bevilacqua, <strong>Piranesi</strong> Taccuini di Modena, Editoriale<br />

Artemide, Roma, 2008<br />

John Wilton-Ely, <strong>Piranesi</strong>, Paestum & Soane, Prestel Publishing,<br />

Londra, 2013<br />

Mario Bevilacqua, <strong>Piranesi</strong> 1778. Ricerche interrotte, opere<br />

perdute, in Il teatro delle arti, Gangemi Editore, Roma, 2014<br />

Marguerite Yourcenar, La mente nera di <strong>Piranesi</strong>, Pagine d'Arte,<br />

Tesserete, 2016<br />

Luigi Gallo, À rebours: Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong> fra Napoli,<br />

Pompei e Paestum, in Studi e Ricerche del Parco Archeologico<br />

di Pompei n. 43, L'Erma di Bretschneider, Roma, 2020<br />

19


Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong>, famoso incisore, architetto<br />

e teorico dell'architettura, una delle figure più<br />

influenti del panorama artistico del XVIII secolo,<br />

verso la fine del 1777 compirà l'ardua spedizione a<br />

sud di Salerno per visitare i tre maestosi templi dorici<br />

a Paestum. In queste terre paludose, che un anno<br />

dopo lo portarono alla morte per malaria, realizzò il<br />

suo ultimo lavoro, uno dei più sorprendenti<br />

dell'intera produzione grafica dell'artista, terminato<br />

e pubblicato postumo dal figlio Francesco nell'opera<br />

dal titolo “Différentes vues de Pesto”.<br />

Sul posto realizzò alcuni spettacolari disegni preliminari,<br />

completati in studio al suo rientro a Roma,<br />

mettendo in scena la grandiosità degli antichi monumenti<br />

con audaci prospettive che gli permisero una<br />

<strong>maggio</strong>re profondità di scena e una vista d'insieme<br />

più ampia oltre i limiti reali del campo visivo.<br />

Le arditi raffigurazioni di grande drammaticità e<br />

tensione emotiva, unitamente ad un uso sapiente dei<br />

contrasti tra luci ed ombre, esaltano la rigida geometria<br />

degli imponenti colonnati dorici erosi dal tempo,<br />

il cui scorrere inesorabile ridusse in rovina i grandi<br />

monumenti di un'antica civiltà perduta, riconsegnandoli<br />

alla natura.<br />

Immagine di copertina<br />

Giovanni Battista <strong>Piranesi</strong> (1720-1778)<br />

Basilica, veduta dell'interno guardando da ovest<br />

Particolare<br />

John Soane's Museum, Londra<br />

collana<br />

I Quaderni dell’Arte<br />

a cura di Costabile Cerone<br />

<strong>Quaderno</strong> <strong>24</strong> - <strong>maggio</strong> <strong>2022</strong><br />

PIRANESI<br />

I disegni di Paestum<br />

Copyright: © <strong>2022</strong> PAESTUMinARTE<br />

Questo è un articolo ad accesso aperto distribuito secondo i termini della Creative Commons<br />

Licenza 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0 IT)

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!