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Thomas Cole - Quaderno 26 - aprile 2023

Celebrato come uno dei più importanti paesaggisti degli Stati Uniti, autore della famosa serie “The Course of Empire”, una metafora della transitorietà degli Imperi ispirata dalle antiche rovine che visitò durante il suo viaggio in Italia, Thomas Cole è considerato il fondatore della Hudson River School, un movimento artistico sviluppato da un gruppo di paesaggisti romantici suoi sostenitori. Tra questi l’amico e teorico della scuola Asher Brown Durand, l’allievo Frederick Edwin Church, e i paesaggisti della seconda generazione, come John Frederick Kensett, Jasper Francis Cropsey e Albert Bierstadt, tutti che seguirono le orme del maestro, perfino nella visita alle antiche rovine della città di Paestum, raggiunta in anni diversi durante il loro viaggio in Italia, lasciandoci dei tre templi dorici numerosi disegni e accattivanti dipinti.

Celebrato come uno dei più importanti paesaggisti degli Stati Uniti, autore della famosa serie “The Course of Empire”, una metafora della transitorietà degli Imperi ispirata dalle antiche rovine che visitò durante il suo viaggio in Italia, Thomas Cole è considerato il fondatore della Hudson River School, un movimento artistico sviluppato da un gruppo di paesaggisti romantici suoi sostenitori. Tra questi l’amico e teorico della scuola Asher Brown Durand, l’allievo Frederick Edwin Church, e i paesaggisti della seconda generazione, come John Frederick Kensett, Jasper Francis Cropsey e Albert Bierstadt, tutti che seguirono le orme del maestro, perfino nella visita alle antiche rovine della città di Paestum, raggiunta in anni diversi durante il loro viaggio in Italia, lasciandoci dei tre templi dorici numerosi disegni e accattivanti dipinti.

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<strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong><br />

Il paesaggista americano<br />

a Paestum<br />

I Quaderni


<strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>. Il paesaggista americano a Paestum<br />

Costabile Cerone<br />

<strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1081-1848) (fig. 1), considerato il più<br />

grande paesaggista americano, non molto noto in Italia,<br />

è conosciuto come il fondatore di quella che<br />

sarebbe stata definita la Hudson River School of<br />

landscape painting, un movimento artistico che identificava<br />

un gruppo di pittori di paesaggio con sede a<br />

New York la cui visione estetica era influenzata dal<br />

romanticismo, tra cui il suo giovane allievo Frederic<br />

Edwin Church (18<strong>26</strong>-1900), l'artista di maggiore successo<br />

della scuola.<br />

Nato a Bolton nel 1801, nel nord dell'Inghilterra, al<br />

culmine della Rivoluzione industriale, il giovane<br />

<strong>Cole</strong> emigrò in America insieme ai genitori, dove in<br />

beve tempo, a poco più di vent'anni, grazie ai suoi<br />

audaci dipinti di paesaggio della incontaminata natura<br />

americana ripresa lungo la valle del fiume Hudson,<br />

divenne un pittore famoso e ricercato. Incoraggiato<br />

dal successo iniziale, nel 1829 decise di intraprendere<br />

un viaggio in Europa, disposto ad affrontare<br />

la lunga traversata dell'oceano per studiare i grandi<br />

maestri e confrontarsi in modo diretto con le opere,<br />

i monumenti e i luminosi paesaggi del Mediterraneo,<br />

raggiungendo prima l'Inghilterra e poi l'Italia,<br />

facendovi ritorno una seconda volta nel 1842, spingendosi<br />

fino in Sicilia, dove rimase affascinato<br />

dall'Etna e dalle antiche rovine greche di Agrigento e<br />

Segesta. Come scrisse il critico e scrittore Henry Theodore<br />

Tuckerman nel volume “The Book of the<br />

Artist: American Artist Life” del 1867, “ Un viaggio<br />

in Italia, nella vita di un artista americano, assume<br />

un significato ben più forte che in quella di qualsiasi<br />

altra persona. Il contrasto tra nuovo e antico, la<br />

diversità nei modi di vivere, e specialmente le molteplici<br />

associazioni che l'incanto della distanza sa stimolare,<br />

rendono il suo soggiorno assai più che un<br />

semplice episodio della vita”.<br />

In questo Tour europeo ebbe modo di frequentare a<br />

Londra la Royal Academy e di studiare i numerosi<br />

dipinti esposti alla nuovissima National Gallery, tra<br />

cui i celebri pittori romantici John Martin, William<br />

Turner e John Constable che lo affascinò particolarmente<br />

per la rappresentazione delle nuvole e i fenomeni<br />

meteorologici. In Italia, “alla ricerca del pittoresco”,<br />

ebbe modo di sperimentare l'arte del bozzetto<br />

di paesaggio realizzato sul posto con l'uso dei colo-<br />

2<br />

2


i a olio, riuscendo a catturare in modo migliore la<br />

brillante luce dei cieli meridionali e le numerose<br />

vedute delle antiche rovine classiche, che continuerà<br />

a dipingere nel corso della sua carriera. Significativo<br />

è il grande quadro intitolato “ L'Arco di Nerone”, una<br />

veduta delle rovine dell'acquedotto romano di Tivoli<br />

che <strong>Cole</strong> dipinse a memoria, poco prima di morire<br />

per una violenta polmonite, sulla base degli schizzi<br />

realizzati nel 1832 (fig. 2), quando raggiunse l'antica<br />

città di Paestum. Per l'artista le rovine archeologiche<br />

evocavano l'effimero delle opere umane in contrasto<br />

con gli infiniti tempi della natura, con i suoi lunghi e<br />

lenti processi dinamici.<br />

Particolarmente rappresentativo del suo modo di<br />

dipingere all'aria aperta ( on the spot), così da poter<br />

cogliere le sfumature della luce naturale, era la sua<br />

inseparabile scatola degli schizzi in legno (Sketch<br />

Box) fornita di tutto il materiale per dipingere sul<br />

campo: pennelli, pigmenti colorati e spatola (fig. 3).<br />

All'interno del coperchio l'artista dipinse un'inedita<br />

veduta delle antiche rovine di Agrigento, all'epoca<br />

denominata Girgenti, visitate a maggio del 1842 nel<br />

suo secondo viaggio in Italia (fig. 15).<br />

Ritornato in America, tra il 1834 e il 1836 realizzò<br />

alcune delle sue opere più importanti e ambiziose tra<br />

cui: “ The Oxbow” (fig. 4), un grandioso scenario<br />

ripreso dopo una tempesta che rappresenta una stra-<br />

Fig. 1. Immagine di copertina<br />

Asher Brown Durand (1796 - 1866)<br />

Ritratto di <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>, 1838<br />

Olio su tela (63,5 x 76,8 cm)<br />

Berkshire Museum, Pittsfield, Stati Uniti<br />

Fig. 2. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1801 - 1848)<br />

Schizzo per “Acquedotto vicino Roma”, 1832 ca.<br />

Olio su tela (31,1 x 20,6 cm)<br />

Britain Museum of American Art, New Britain, Stati Uniti<br />

Fig. 3. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1801 - 1848)<br />

Sketch Box (Scatola per gli schizzi), 1832-41 ca.<br />

Mogano con raccordi in ottone (33 x 43,2 x 6,4 cm)<br />

Greene County Historical Society, Bronck Museum,<br />

Coxsackie, New York<br />

(dono della pronipote Edith <strong>Cole</strong>)<br />

Esposta nel 2018 al The Met, Metropolitan Museum of Art, New<br />

York per la mostra “<strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>'s Journey: Atlantic Crossings”<br />

(Il viaggio di <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>: Traversate atlantiche) per<br />

celebrare il più grande paesaggista americano della sua generazione,<br />

esaminando per la prima volta la carriera dell'artista in<br />

relazione alle sue radici inglesi e ai suoi viaggi europei e in Italia,<br />

con l'affermazione di <strong>Cole</strong> come una figura di spicco<br />

nell'arte del paesaggio del XIX secolo. A fine di quello stesso<br />

anno venne esibita anche alla National Gallery di Londra per la<br />

mostra “<strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>: Eden to Empire”, dove i dipinti di <strong>Cole</strong><br />

erano mostrati insieme ai sublimi capolavori di Turner e Constable<br />

che lo ispirarono.<br />

3<br />

3


na ansa del fiume Connecticut vista dal monte Holyoke,<br />

nel Massachusetts, dove l'uomo è soltanto una<br />

piccolissima figura in contemplazione degli eventi<br />

naturali; e ispirandosi all'arte e ai paesaggi osservati<br />

nel vecchio continente, la serie di cinque dipinti<br />

“ The Course of Empire”, che attraverso una rappresentazione<br />

allegorica del passato con l'ascesa e la<br />

decadenza di un'antica città classica, evoca la preoccupazione<br />

di <strong>Cole</strong> per il destino della giovane democrazia<br />

americana criticandone le mire espansionistiche;<br />

un chiaro avvertimento visivo del caro costo<br />

ecologico allo sviluppo incontrollato della terra. Il<br />

ciclo è illustrato con la rappresentazione di uno stesso<br />

paesaggio ripreso in diverse epoche, che a partire<br />

da uno s tato prima selvaggio e arcadico, la civiltà<br />

umana raggiunge il suo apice con “Il compimento<br />

dell'Impero” ( The Consummation of the Empire),<br />

raffigurato dalla maestosità di una città che ricorda<br />

l'antica Roma, per giungere alla “ Distruzione” ( Destruction)<br />

(fig. 5) e infine alla “ Desolazione” ( Deso-<br />

lation) (fig. 6), dove il paesaggio, delineato dalle<br />

gloriose architetture in rovina in assenza dell'essere<br />

umano, ritorna alla natura selvaggia. Uno spietato<br />

possibile futuro in cui l'umanità si è autodistrutta.<br />

Fig. 4. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1801 - 1848)<br />

The Oxbow, 1836<br />

Vista dal Monte Holyoke, Northampton, Massachusetts,<br />

dopo un temporale<br />

Olio su tela (193 x 130,8 cm)<br />

The Met, Metropolitan Museum of Art, New York<br />

Fig. 5. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1801 - 1848)<br />

The Course of Empire<br />

Destruction (Distruzione), 1836<br />

Olio su tela (161,3 x 99,7 cm)<br />

New York Historical Society, Museum & Library, New<br />

York<br />

Fig. 6. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1801 - 1848)<br />

The Course of Empire<br />

Desolation (Desolazione), 1836<br />

Olio su tela (160,7 x 99,7 cm)<br />

New York Historical Society, Museum & Library, New<br />

York<br />

5<br />

4


4<br />

Fig. 5. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1801 - 1848)<br />

Destruction (Distruzione), 1836<br />

Olio su tela (161,3 x 99,7 cm)<br />

New York Historical Society, Museum & Library, New<br />

York<br />

6<br />

5


La visita a Paestum del 1832<br />

Partito da New York il primo giugno del 1829, giunse<br />

a Londra il 27 di quel mese, dove ad interessarsi di<br />

lui, commissionandogli anche un dipinto, fu il poeta<br />

inglese Samuel Rogers, che nel 1830 pubblicherà<br />

l'opera completa di “Italy” - reminiscenze pittoresche,<br />

storiche e romantiche di un viaggio compiuto<br />

in Italia - con alcune illustrazioni di William Turner,<br />

tra cui un incisione del tempio di Nettuno per il<br />

poema intitolato “Paestum”, ispirando <strong>Cole</strong> a recarsi<br />

in visita in quell'antica città dei “Templi degli Dei”.<br />

Lasciata l'Inghilterra a maggio 1831, passando per<br />

Parigi raggiunse l'Italia, dove, dopo una prima sosta<br />

a Firenze per diversi mesi, la città considerata “il<br />

paradiso del pittore”, si spostò a Roma nel giugno<br />

dell'anno successivo, soggiornando nello studio che<br />

si dice fosse appartenuto a Claude Lorrain, il pittore<br />

francese considerato tra i più grandi iniziatori della<br />

pittura di paesaggio in Italia. In città e nei suoi dintorni<br />

eseguì numerosi disegni dai quali ricaverà in<br />

seguito alcuni dei suoi migliori dipinti, come la famosa<br />

campagna romana immersa nella nebbiosa luce<br />

del tramonto.<br />

Attirato dalle coste del Sud, a maggio si mosse per<br />

Napoli, la “città dell'anima”, punto di partenza per<br />

escursioni a Ercolano, Pompei, e Salerno fino alle<br />

rovine di Paestum, l'estrema località del Meridione<br />

raggiunta dai viaggiatori stranieri del Gran Tour che<br />

raramente proseguivano via mare fino in Sicilia.<br />

Compagno di viaggio di queste escursioni fu il pittore<br />

ritrattista Francis Alexander (fig. 7), suo connazionale<br />

con il quale condivise per qualche mese<br />

l'alloggio romano; un mercante e collezionista d'arte<br />

dei maestri italiani del primo Rinascimento, che a<br />

Napoli contribuì con un prestito di 25 dollari<br />

all'acquisto di alcuni modelli in sughero dei templi di<br />

Paestum. <strong>Cole</strong>, in dimostrazione della propria gratitudine<br />

per il sostegno economico ricevuto, successivamente<br />

gli fece dono di un dipinto a olio dal titolo<br />

“Un tornado sopra una foresta americana” realizzato<br />

nell'estate del 1834, un duplicato di quello eseguito<br />

tre anni prima in Inghilterra ed oggi conservato a<br />

Washington alla National Gallery of Art.<br />

Un giorno, mentre si preparava alla visita ai solitari<br />

templi, “tutto ciò che resta di quell'antica città”,<br />

l'artista raccontava di un inglese che, appena ritornato<br />

da un'escursione in quel luogo desolato, gli chiese<br />

7<br />

Fig. 7. Francis Alexander (1800 - 1880)<br />

Autoritratto, 1830 ca.<br />

Olio su tela (46 x 61,2 cm)<br />

Museum of Fine Arts, Boston<br />

Fig. 8. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1801 - 1848)<br />

Templi di Paestum, gennaio 1844<br />

Matita su carta velina (20,2 x 12,9 cm)<br />

Collezione Cooper Hewitt, Smithsonian Design<br />

Museum, New York<br />

Fig. 9. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1801 - 1848)<br />

Battipaglia, vicino Paestum, 1832<br />

Matita su carta velina (34,3 x 22,5 cm)<br />

Collezione del Detroit Institute of Arts, Stati Uniti<br />

8<br />

6


del perché volesse andare a Paestum, sostenendo che<br />

in quel posto avrebbe visto nient'altro che alcuni vecchi<br />

edifici. Tuttavia, come ricorda il poeta e giornalista<br />

statunitense William Cullen Bryant, in<br />

un'orazione pronunciata a New York davanti alla<br />

National Academy of Design nel maggio 1848, in<br />

occasione della prematura scomparsa dell'artista,<br />

<strong>Cole</strong> andò a Paestum per vedere quei vecchi edifici,<br />

“i resti più grandiosi e perfetti dell'architettura greca”,<br />

in piedi “tra le montagne e il mare”, in un luogo<br />

dove, nelle belle parole di Samuel Rogers, “L'aria è<br />

dolce di violette che scorrono selvagge in mezzo a<br />

fregi spezzati e capitelli caduti”, anche se il clima<br />

pestilenziale lo rese un deserto.<br />

Giunto quindi a Paestum, attraversando la campagna<br />

di Battipaglia (fig. 9), l'artista realizzò su di un album<br />

per schizzi (Sketchbook) numerosi disegni a matita<br />

(fig. 10), oggi custoditi al Detroit Institute of Arts,<br />

uno dei più grandi e importanti musei d'arte degli<br />

Stati Uniti, oltre ad una veduta delle rovine realizzata<br />

a olio su tela per una signora americana, conservata<br />

nella collezione del New Britain Museum of America<br />

Art.<br />

Il dipinto è una vista dei tre templi dorici ripresa da<br />

est caratterizzata da un elevato contrasto di colori:<br />

dai toni dell'ocra, utilizzati per la rappresentazione<br />

del suolo e delle architetture in travertino dal tipico<br />

aspetto caldo dorato, alle gradazioni dell'azzurro per<br />

il mare e per il cielo limpido e luminoso tipico dei<br />

paesaggi meridionali (fig. 11).<br />

In genere sui disegni presenti negli album italiani<br />

<strong>Cole</strong> annotava informazioni sul paesaggio, le tinte<br />

delle componenti ambientali, le associazioni vegetali,<br />

la formazione delle nubi, e l'eventuale presenza di<br />

emergenze archeologiche ed architettoniche.<br />

Un altro veloce schizzo a matita, una veduta da<br />

ovest, è parte della collezione del Cooper Hewitt,<br />

Smithsonian Design Museum di New York (fig. 8). Il<br />

disegno, datato gennaio 1844, fu realizzato da <strong>Cole</strong><br />

nel suo studio americano come omaggio per il giovane<br />

apprendista Frederic Edwin Church, che divenne<br />

il più famoso esponente della nuova generazione di<br />

paesaggisti romantici dell'Hudson River School,<br />

incoraggiandolo a visitare le antiche rovine di Paestum,<br />

tanto che vi si recherà ad <strong>aprile</strong> del 1869, in<br />

occasione di un viaggio in Europa e Medio Oriente.<br />

Della sua visita ai templi dorici vi è traccia in alcuni<br />

disegni a matita (fig. 13-16) e in un olio su cartone<br />

(fig. 12) donati dal figlio Louis Palmer Church allo<br />

Smithsonian Design Museum nel 1917. L'allievo, in<br />

tarda età, scriverà: "<strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> era un artista per<br />

il quale avevo e ho la più profonda ammirazione".<br />

9<br />

7


10<br />

Fig. 10. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1801 - 1848)<br />

Tempio di Nettuno, Paestum, 1832<br />

Matita su carta velina (34,3 x 22,5 cm)<br />

Collezione del Detroit Institute of Arts, Stati Uniti<br />

8


9


11<br />

Fig. 11. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1801 - 1848)<br />

Rovine di Paestum, 1832 ca.<br />

Olio su tela (61 x 40,6 cm)<br />

Collezione NBMAA, New Britain Museum of<br />

American Art, Stati Uniti<br />

10


11


12<br />

Fig. 12. Frederic Edwin Church (18<strong>26</strong> - 1900)<br />

Tempio di Nettuno, Paestum, 1868<br />

Olio e grafite su cartone (11,4 x 22,5 cm)<br />

Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum,<br />

New York<br />

Fig. 13. Frederic Edwin Church (18<strong>26</strong> - 1900)<br />

Paestum, <strong>aprile</strong> 1869<br />

Grafite media su carta grigio chiaro (44,1 x 30,3 cm)<br />

Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum, New<br />

York<br />

12


13<br />

13


14<br />

Fig. 14. Jasper Francis Cropsey (1823 - 1900)<br />

Paestum di sera, 1856<br />

Olio su tavola (24,13 x 39,37 cm)<br />

The Loeb, The Frances Lehman Loeb Art Center,<br />

Poughkeepsie, Stati Uniti<br />

Collezione Hudson River School<br />

Cropsey realizzò “Paestum di sera” in studio, dopo il suo<br />

primo viaggio in Europa, quando nel 1848 si stabilì a<br />

Roma nel vecchio appartamento di <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>, il cui<br />

lavoro rappresentava il modello artistico che cercava di<br />

emulare. Durante il soggiorno in Italia studiò le antiche<br />

architetture ed eseguì numerosi disegni di rovine e paesaggi<br />

utilizzandoli nel corso della sua carriera per molti<br />

dipinti, tra cui il Colosseo, il Foro Romano e le rovine di<br />

Paestum, qui riprese in un'atmosfera incantata, quando il<br />

sole oramai all'orizzonte tinge il cielo di rosso o di arancione,<br />

tipico della pittura di matrice romantica. Lo spettacolare<br />

tramonto lascia nella semioscurità le rovine del tempio<br />

greco in tutto il suo decomposto splendore, qui rappresentato<br />

con un immaginario squarcio nella peristasi, il<br />

colonnato porticato che lo circonda..<br />

14


15


Lettura di un paesaggio<br />

L'inedito dipinto, che personalizza l'interno del<br />

coperchio della scatola per gli schizzi, fu realizzato<br />

da <strong>Cole</strong> a maggio del 1841 durante la visita all'area<br />

archeologica di Agrigento in uno straordinario paesaggio<br />

siciliano, dove la città gli apparve “… seduta<br />

su un rilievo e circondata da boschetti e gruppi di<br />

alberi …”.<br />

La veduta è ripresa dal lato settentrionale del basamento<br />

del leggendario tempio di Zeus Olimpio<br />

(Olympeion), testimonianza di uno dei più grandi templi<br />

dorici dell'antichità classica eretto ad Akragas,<br />

l'antica città greca denominata Agrigentum dai romani.<br />

A destra, in primo piano, una delle colossali figure dei<br />

Giganti (i Telamoni) distesa a terra, che alte circa otto<br />

metri sorreggevano con la forza delle possenti braccia,<br />

ripiegate dietro la testa, la trabeazione delle<br />

colonne.<br />

Più in alto, seminascosta da un cespuglio, una colonna<br />

del tempio di Ercole (Eracle per i Greci), il più antico<br />

dei templi dorici di Agrigento, edificato intorno<br />

alla fine del VI secolo a.C. Oggi il tempio si presenta<br />

con otto colonne sul lato meridionale, rialzate per anastilosi<br />

durante i numerosi restauri eseguiti nell'area<br />

archeologica tra il 1922 e il 1924 su iniziativa del<br />

mecenate Sir Alexander Hardcastle, un ex ufficiale<br />

della marina inglese appassionato di archeologia.<br />

Stabilitosi in Sicilia acquistò agli inizi degli anni<br />

Venti una vecchia casa di campagna lungo le mura<br />

dell'antica città, vicino Porta Aurea, facendone la sua<br />

dimora, la cosiddetta Villa Aurea, riconoscibile nel<br />

dipinto dalla piccola costruzione con il tetto a due<br />

falde immersa nella vegetazione; recentemente restaurata,<br />

è stata adibita come edificio di rappresentanza<br />

del Parco archeologico della Valle dei Templi .<br />

Sul fianco della Villa si intravede una stradina sterrata<br />

che inizia a salire in leggera pendenza, la via Sacra<br />

che conduce al cosiddetto tempio della Concordia,<br />

riconoscibile con il fronte occidentale in secondo<br />

piano al centro del dipinto, uno dei templi dorici in<br />

miglior stato di conservazione dell'antichità greca,<br />

databile alla seconda metà del V secolo a.C.<br />

In fondo, a sinistra, si intravedono i resti del tempio di<br />

Giunone, posto sullo sperone roccioso più elevato<br />

della collina dei Templi, presso l'estremità orientale,<br />

databile intorno alla metà del V secolo a.C.<br />

16


15<br />

Fig. 15. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> (1801 - 1848)<br />

Girgenti (Agrigento), 1841<br />

Tempera su legno (40 x 30 cm)<br />

Interno del coperchio della scatola per gli schizzi (43,2<br />

x 33 cm)<br />

Bronck Museum, Coxsackie, New York<br />

17


16<br />

17<br />

Fig. 16. Frederic Edwin Church (18<strong>26</strong> - 1900)<br />

Paestum, Basilica, Tempio di Nettuno e Tempio di<br />

Cerere, <strong>aprile</strong> 1869<br />

Grafite media su carta grigio chiaro (54,6 x 30,1 cm)<br />

Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum, New<br />

York<br />

Fig. 17. Frederic Edwin Church (18<strong>26</strong> - 1900)<br />

Ritratto di <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>, 1845 ca.<br />

Matita su carta (63.5 x 76.8 cm)<br />

John Wilmerding Collection, National Gallery of Art,<br />

Washington<br />

Fig. 18. Albert Bierstadt (1830 - 1902)<br />

Rovine di Paestum, 1858<br />

Olio su tela (90,49 x 54,61 cm)<br />

Collezione del Minneapolis Institute of Art,<br />

Minneapolis, Stati Uniti<br />

18


18<br />

Riferimenti bibliografici:<br />

Louis Legrand Noble,The Course of Empire, Voyage of Life, and<br />

other Pictures of <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>, N.A., Lamport, Blakeman &<br />

Law, New York, 1853<br />

Louis Legrand Noble, The Life and Works of <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>, N.A,<br />

edizione Sheldon, Blakeman & C., New York, 1856<br />

Henry Theodore Tuckerman, <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>, in The Book of the<br />

Artist: American Artist Life, G. P. Putnam & sons, 1867<br />

Howard S. Merritt To Walk with Nature, The Drawings of<br />

<strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>, edizione Hudson River Museum, 1981<br />

Franklin Kelly, Frederic Edwin Church 18<strong>26</strong>-1900, catalogo<br />

della mostra, National Gallery of Art, Washington, 1989<br />

American Paintings: An Illustrated Catalogue, National Gallery<br />

of Art, Washington, 1992<br />

David P. Schuyler, Pencil and Pen in Defense of Nature: <strong>Thomas</strong><br />

<strong>Cole</strong> and the American Landscape, in The Hudson River Valley<br />

Review Vol. 31, N.1, Edizione The Hudson River Valley Institute<br />

at Marist College, Poughkeepsie, NY, 2014<br />

Annette Blaugrund, Franklin Kelly, <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>. The Artist as<br />

Architect, catalogo della mostra al Columbus Museum of Art,<br />

The Monacelli Press, 2016<br />

Elizabeth Mankin Kornhauser, T. J. Barringer, <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>'s<br />

Journey. Atlantic Crossings,<br />

Metropolitan Museum of Art, 2018<br />

AA.VV., Picturesque and Sublime. <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>'s Trans-Atlantic<br />

Inheritance, <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> National Historic Site, Yale University<br />

Press, 2018<br />

Fabienne (Charlotte) Orazie Vallino, Non ci può essere<br />

salvaguardia ambientale senza amore. E' il messaggio del<br />

pittore <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>, in Sicilia nel 1842, pubblicazione<br />

dell'Università degli Studi della Tuscia, Viterbo, 2006<br />

<strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>, Asher B. Durand, Pittura e paesaggio in America,<br />

(traduzione Francesco Saba Sardi), Linea d'ombra libri, 2007<br />

Anthony M. Speiser, Jasper F. Cropsey: Catalogue Raisonne,<br />

Volume I, 1842-1863, Newington-Cropsey Foundation, New<br />

York, 2013<br />

19


Celebrato come uno dei più importanti paesaggisti<br />

degli Stati Uniti, autore della famosa serie “The<br />

Course of Empire”, una metafora della transitorietà<br />

degli Imperi ispirata dalle antiche rovine che visitò<br />

durante il suo viaggio in Italia, <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong> è considerato<br />

il fondatore della Hudson River School, un<br />

movimento artistico sviluppato da un gruppo di paesaggisti<br />

romantici suoi sostenitori. Tra questi<br />

l'amico e teorico della scuola Asher Brown Durand,<br />

l'allievo Frederick Edwin Church, e i paesaggisti<br />

della seconda generazione, come John Frederick<br />

Kensett, Jasper Francis Cropsey e Albert Bierstadt,<br />

tutti che seguirono le orme del maestro, perfino nella<br />

visita alle antiche rovine della città di Paestum, raggiunta<br />

in anni diversi durante il loro viaggio in Italia,<br />

lasciandoci dei tre templi dorici numerosi disegni<br />

e accattivanti dipinti.<br />

Immagine di copertina<br />

Asher Brown Durand (1796 - 1866)<br />

Ritratto di <strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong>, 1838<br />

Olio su tela (63,5 x 76,8 cm)<br />

Berkshire Museum, Pittsfield, Stati Uniti<br />

collana<br />

I Quaderni dell’Arte<br />

a cura di Costabile Cerone<br />

<strong>Quaderno</strong> <strong>26</strong> - <strong>aprile</strong> <strong>2023</strong><br />

<strong>Thomas</strong> <strong>Cole</strong><br />

Il paesaggista americano Paestum<br />

Copyright: © <strong>2023</strong> PAESTUMinARTE<br />

Questo è un articolo ad accesso aperto distribuito secondo i termini della Creative Commons<br />

Licenza 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0 IT)

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