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Achille Vianelli - Quaderno 27 - maggio 2023

Tra gli originali protagonisti del gruppo di artisti riuniti intorno alla scuola napoletana dell’olandese Anton Sminck van Pitloo nota come “Scuola di Posillipo”, Achille Vianelli si è particolarmente distinto per le sue rappresentazioni all’acquerello di piazze pubbliche, interni di chiese e dei pregevoli monumenti di cui è ricco il meridione d’Italia, tra cui l’antica città di Paestum con i tre grandi templi dorici. Con uno stile pittorico meno lirico rispetto a quello di Giacinto Gigante, il maggiore esponente della scuola, ma più fotografico per la precisione della prospettiva e la ricchezza dei dettagli, le sue vedute appaiono soprattutto un interessante documento iconografico per scoprire l’aspetto ottocentesco di molti luoghi del salernitano, scomparsi o ancora esistenti, pur se spesso alterati nell’originale struttura architettonica. Grazie alla sua vastissima produzione di disegni e acquerelli, rintracciabili nei musei e in numerose collezioni private, possiamo oggi ammirare alcuni luoghi del salernitano tra cui il Convento di Sant’Antonio a Capaccio, di San Francesco del Cilento e il Santuario di San Michele Arcangelo a Sant’Angelo a Fasanella.

Tra gli originali protagonisti del gruppo di artisti riuniti intorno alla scuola napoletana dell’olandese Anton Sminck van Pitloo nota come “Scuola di Posillipo”, Achille Vianelli si è particolarmente distinto per le sue rappresentazioni all’acquerello di piazze pubbliche, interni di chiese e dei pregevoli monumenti di cui è ricco il meridione d’Italia, tra cui l’antica città di Paestum con i tre grandi templi dorici.
Con uno stile pittorico meno lirico rispetto a quello di Giacinto Gigante, il maggiore esponente della scuola, ma più fotografico per la precisione della prospettiva e la ricchezza dei dettagli, le sue vedute appaiono soprattutto un interessante documento iconografico per scoprire l’aspetto ottocentesco di molti luoghi del salernitano, scomparsi o ancora esistenti, pur se spesso alterati nell’originale struttura architettonica.
Grazie alla sua vastissima produzione di disegni e acquerelli, rintracciabili nei musei e in numerose collezioni private, possiamo oggi ammirare alcuni luoghi del salernitano tra cui il Convento di Sant’Antonio a Capaccio, di San Francesco del Cilento e il Santuario di San Michele Arcangelo a Sant’Angelo a Fasanella.

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<strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong><br />

Tra sacro e profano<br />

Paestum, Capaccio, il Cilento<br />

e Sant’Angelo a Fasanella<br />

I Quaderni


<strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong>. Tra sacro e profano<br />

Costabile Cerone<br />

Figlio di Giovan Battista <strong>Vianelli</strong>, un agente consolare<br />

napoleonico di origini venete, e di una nobildonna francese,<br />

<strong>Achille</strong> (fig. 1) nato a Porto Maurizio di Imperia<br />

nel 1803, visse ad Otranto con la famiglia fino a quando,<br />

nel 1819, decise di trasferirsi a Napoli per studiare pittura<br />

frequentando lo studio del paesaggista tedesco Jakob<br />

Wilhelm Hüber (1787-1871), dove incontrò Giacinto<br />

Gigante (1806-1876), giovane allievo dedito a perfezionarsi<br />

nella tecnica dell'acquerello. Da quel momento in<br />

poi il rapporto personale e artistico tra i due divenne<br />

inseparabile, tanto che dopo la partenza del maestro<br />

decisero di seguire insieme l'atelier del pittore olandese<br />

Antonio Sminck Pitloo (1790-1837), professore titolare<br />

della cattedra di paesaggio presso il Reale Istituto di<br />

Belle Arti di Napoli.<br />

Dopo una prima esperienza di pittura di paesaggio ad<br />

olio, <strong>Achille</strong> iniziò a dedicarsi alle vedute prospettiche<br />

di monumenti, piazze urbane e interni di chiese realizzate<br />

a inchiostro e acquerello con i monocromi di seppia,<br />

sviluppando una elegante e notevole tecnica talmente<br />

apprezzata che molte delle sue vedute furono incise<br />

e pubblicate in libri dedicati al Regno di Napoli.<br />

Nel 1845, nominato professore onorario di interni al<br />

Reale Istituto di Belle Arti, si trasferì dopo qualche anno<br />

a Benevento aprendo una Scuola di pittura presso il<br />

Chiostro del convento di Santa Sofia, oggi Museo del<br />

Sannio, che nella Sala dell'Ottocento custodisce alcune<br />

sue opere. Dedicandosi all'insegnamento per il resto<br />

della sua vita, morirà nel 1894.<br />

Poco conosciuto nella storia dell'arte italiana, perché<br />

fuori dagli studi di ambiente accademico, al contrario è<br />

stato molto apprezzato all'estero, difatti diverse sue<br />

opere sono comprese nelle collezioni di importanti<br />

musei d'arte del mondo. A testimoniarlo sono i due<br />

dipinti ad olio del 1830 conservati al Musée des Beaux-<br />

Arts di Angers (fig. 2), in Francia, dove per un certo<br />

periodo della sua vita fu di casa; la veduta della Piazza<br />

principale di Andria in Puglia al Metropolitan Museum<br />

of Art di New York (fig. 3); un prezioso acquerello della<br />

Grotta di San Michele a Olevano sul Tusciano vicino<br />

Eboli, in provincia di Salerno, conservato al Museo Puškin<br />

a Mosca (fig. 23), ripresa anche in un precedente<br />

dipinto color seppia, e una veduta interna della Grotta<br />

del Santuario di San Michele Arcangelo a Sant'Angelo a<br />

Fasanella, nella stessa provincia, che datata 8 luglio<br />

1843 fu acquistata nel 1976 dal Rijksmuseum di Amsterdam<br />

(fig. 8). In quell'occasione riprese l'interno della<br />

grotta anche da un diverso punto di vista mostrando<br />

2<br />

2


Fig. 1. Fotografia di <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong>, 1860<br />

Dal catalogo della mostra “<strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> nel<br />

Centocinquantenario della nascita” tenuta nel 1954 al<br />

Museo del Sannio a Benevento<br />

1<br />

Fig. 2. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

<strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Dintorni di Napoli (Les Environs de Naples), 1830 ca.<br />

Pittura ad olio (39,5 x <strong>27</strong>,7 cm)<br />

Musée des Beaux-Arts, Angers, Francia<br />

Proveniente dalla collezione di Guillaume Bodinier<br />

Fig. 3. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

La piazza principale di Andria (Bari)<br />

Matita, inchiostro brunoe lavaggio marrone (40 x 30,2<br />

cm)<br />

The Met, Metropolitan Museum of Art, New York<br />

3<br />

3


l'ingresso del passaggio naturale che attraversando la<br />

sacrestia comunicava con l'esterno (oggi murato) e con<br />

il campanile addossato alla parete rocciosa, l'elemento<br />

superstite del convento benedettino ivi presente (fig. 9).<br />

Attratto da questo piccolo centro adagiato sulle falde<br />

occidentali dei Monti Alburni, e da quel meraviglioso<br />

scrigno naturale di storia e opere d'arte, durante la successiva<br />

visita del 1884 realizzò un'altra serie di vedute<br />

interne del Santuario che apparse sul mercato d'arte,<br />

furono vendute dalla nota casa d'aste Christie's, ed oggi<br />

presenti in collezioni private (fig. 6-7-10).<br />

L'artista ritornerà ancora sul posto a giugno del 1846 in<br />

compagnia di Gigante (1806-1876) e del paesaggista<br />

tedesco Teodoro Guglielmo Witting (1793-1860),<br />

entrambi amici e cognati, avevano infatti sposato le due<br />

sorelle di <strong>Achille</strong>, Eloisa e Flora. In questa occasione<br />

sarà Gigante a ritrarre il paesino in un acquerello oggi<br />

conservato a Napoli al Museo Nazionale di Capodimonte<br />

e in una veduta presente nella collezione del<br />

Museo di San Martino. A questa data risale un'altra dettagliata<br />

veduta di <strong>Vianelli</strong> dell'interno della Grotta di<br />

San Michele (fig. 12), e riproposta in un successivo<br />

acquerello del 1849, apparso di recente sul mercato<br />

d'arte all'interno di una raccolta di vedute napoletane di<br />

primo Ottocento (fig. 11).<br />

Dunque un bel gruppo di artisti aderenti alla cosiddetta<br />

“Scuola di Posillipo”, un movimento artistico, avviato a<br />

Napoli dall'olandese Pitloo, che praticava la riproduzione<br />

dei paesaggi all'aria aperta (en plein air) con un linguaggio<br />

meno classicista, dalle atmosfere piene di luce,<br />

dai colori tenui ed emotivamente coinvolgenti, di cui il<br />

massimo esponente, fra i più ricercati ed apprezzati, fu<br />

proprio Giacinto Gigante.<br />

<strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> al contrario rimase <strong>maggio</strong>rmente legato<br />

alla rappresentazione prospettica del paesaggio e alle<br />

prime lezioni di Hüber, che lo indirizzò all'uso della<br />

camera ottica o camera lucida, uno strumento con cui<br />

poteva ricalcare su lucido il perimetro dei soggetti che<br />

intendeva ritrarre, ottenendo in questo modo una prospettiva<br />

reale della scena, caratteristica che emerge<br />

dalla precisione delle sue vedute e dalla minuzia di particolari.<br />

Comuni al gruppo di artisti sono invece i soggetti raffigurati<br />

nei loro dipinti, ossia i tipici luoghi del Grand<br />

Tour, come il Golfo di Napoli, le vedute di Posillipo, la<br />

costiera Amalfitana (fig. 4), Capri, Pompei, Salerno e la<br />

sua provincia e le rovine di Paestum con i suoi tre monumentali<br />

templi dorici, le cui vedute all'acquerello spesso<br />

risultano animate da piccole figure che hanno il ruolo di<br />

conferire alle immagini un valore scenico e folclòrico.<br />

La prima veduta documentata dei templi è un acquerello<br />

monocromatico color seppia realizzato nel 1836 (fig.<br />

17), seguito sei anni dopo da un'acquaforte lumeggiata<br />

con pittura bianca (fig. 18), inserita in una serie di “Dodici<br />

vedute del Regno di Napoli disegnate e incise da<br />

<strong>Vianelli</strong> ed Ercole Gigante” pubblicate a Napoli nel<br />

1843. Del due giugno di quell'anno è anche una veduta<br />

del Convento dei Cappuccini ad Eboli, un luogo di pas-<br />

4<br />

4


saggio obbligato per raggiungere da Salerno l'antica città,<br />

potendo attraversare il fiume Sele con la scafa nei<br />

pressi del Casino Reale di Persano.<br />

Ercole, allievo del fratello <strong>maggio</strong>re Giacinto, viaggiò<br />

insieme a <strong>Vianelli</strong> per visitare numerosi luoghi del<br />

Regno, tra cui Paestum, raggiunta di nuovo a <strong>maggio</strong><br />

del 1843, quando <strong>Vianelli</strong> realizzò all'acquerello su cartoncino<br />

alcune vedute interne del Convento di<br />

Sant'Antonio a Capaccio paese (fig. 13-15), e a matita<br />

una vista esterna ripresa dalla loggia che inquadra sullo<br />

sfondo il mare e il promontorio di Agropoli (fig. 14).<br />

I luoghi sacri, ed in particolare gli interni delle chiese,<br />

rappresentati su committenza dai pittori dei secoli precedenti,<br />

continueranno per tutto l'Ottocento ad affascinare<br />

gli artisti “viaggiatori” suggestionati per la loro<br />

straordinaria bellezza e ricchezza di opere d'arte custodite<br />

al loro interno, e tra questi <strong>Vianelli</strong> fu uno dei <strong>maggio</strong>ri<br />

interpreti lasciandoci numerosi interni di chiese e<br />

conventi, come alcuni meravigliosi acquerelli della cripta<br />

del Duomo di Salerno dove sono conservate le reliquie<br />

di San Matteo, il luogo più sacro per i salernitani<br />

(fig. 5). Di notevole valore documentario è la pregevole<br />

veduta d'interno, realizzata con la stessa tecnica<br />

dell'acquerello monocromatico, del Refettorio del Convento<br />

dei Riformati di San Francesco di Cilento datata<br />

25 <strong>maggio</strong> 1844 (fig. 16).<br />

Degli stessi anni è la veduta dei “Templi di Pesto” realizzata<br />

per il volume pubblicato da Gaetano Nobile “Napoli<br />

e i luoghi celebri delle sue vicinanze”, contenente<br />

14, su 25 tavole, disegnate da <strong>Vianelli</strong> e litografate da<br />

Francesco Wenzel e Antonio Zezon (fig. 19), tra cui<br />

l'arco di trionfo di Alfonso I d'Aragona a Castel Nuovo,<br />

ripreso da un notevole disegno realizzato con la stessa<br />

tecnica dell'acquerello monocromatico.<br />

Sarà ancora a Paestum nel 1853, quando riprese con<br />

grande naturalezza una seducente veduta dei templi in<br />

una piccola e gradevole illustrazione eseguita a matita e<br />

lavaggio marrone (fig. 20).<br />

Altri acquerelli, datati 1855 e 1858, sono due vedute che<br />

hanno in comune lo stesso punto di vista posizionato a<br />

meridione in prossimità di Porta Giustizia, differenziandosi<br />

soltanto nelle figure che animano la scena (fig. 21-<br />

22). Identico nelle linee prospettiche è anche un acquerello<br />

utilizzato nel 1966 da De Luca Editore per<br />

l'immagine di sovracopertina del “Viaggio nel Regno<br />

delle Due Sicilie” di Craufurd Tait Ramage, il resoconto<br />

di viaggio dell'umanista scozzese compiuto nel 1828<br />

attraverso l'Italia del Sud.<br />

Fig. 4. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Duomo di Amalfi, 20 ottobre 1846<br />

Matita e lavaggio in marrone su carta (71,1 x 48,3 cm)<br />

Collezione privata, Italia<br />

Fig. 5. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

La cripta del Duomo di Salerno, 1844<br />

Acquerello (60 x 43 cm)<br />

Collezione privata, Roma<br />

5<br />

5


Sant’Angelo a Fasanella<br />

La veduta intitolata “Figure nella cappella rupestre di<br />

Sant'Angelo a Fasanella”, conservata ad Amsterdam<br />

al Rijksmuseum, per la grande cura e precisione della<br />

rappresentazione ci offre la possibilità di distinguere<br />

nel dettaglio gran parte degli arredi sacri presenti<br />

nell'antico santuario: sulla sinistra è riconoscibile il<br />

monumento funebre dell'abate Francesco Caracciolo<br />

eretto nel 1585; a seguire il pregevole altare seicentesco<br />

dedicato all'Immacolata sormontato da un baldacchino<br />

ligneo alle cui spalle si apre una cavità che accoglie<br />

alcune edicole affrescate e una delicata statua trecentesca<br />

della madonna con bambino; in fondo, al centro<br />

della scena, l'altare dedicato a San Michele Arcangelo<br />

con alle spalle l'antica fonte battesimale e la parete<br />

rocciosa sulla quale è visibile l'impronta delle ali<br />

dell'Arcangelo, così come raccontata nella leggenda<br />

del principe Manfredo che per ritrovare il suo falcone<br />

da caccia scoprì la grotta e questo altare; a destra del<br />

dipinto, un’edicola sopraelevata incastrata nella roccia<br />

con due pannelli decorativi laterali.<br />

Suggestiva è anche la riproduzione del seicentesco<br />

pavimento in cotto, simmetricamente ripartito da maioliche<br />

napoletane, oltre la presenza delle numerose figure<br />

in devozione che animano la scena.<br />

6<br />

7<br />

Fig. 6. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

La grotta di San Michele Arcangelo a Fasanella, 1844<br />

Acquerello monocromatico (30 x 21,1 cm)<br />

Collezione privata<br />

Fig. 7. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

La grotta di San Michele Arcangelo a Fasanella, 1844<br />

Acquerello monocromatico (19,5 x 14,8 cm)<br />

Collezione privata<br />

6


8<br />

Fig. 8. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Cappella rupestre Sant'Angelo a Fasanella (Salerno),<br />

8 luglio 1843<br />

Matita, inchiostro bruno e lavaggio marrone su carta<br />

(60 x 42 cm)<br />

Collezione del Rijksmuseum, Amsterdam<br />

7


9<br />

La veduta riprende l’ingresso del passaggio naturale che<br />

attraversando la sacrestia comunicava con l’esterno (oggi<br />

murato) e con il campanile addossato alla parete rocciosa,<br />

l’elemento superstite del convento benedettino ivi presente.<br />

10<br />

11<br />

Fig. 9. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

La grotta di San Michele Arcangelo a Sant'Angelo a<br />

Fasanella, 1843<br />

Acquerello monocromatico<br />

Collezione privata, Roma<br />

Fig. 10. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

La grotta di San Michele Arcangelo a Sant'Angelo a<br />

Fasanella, 1844<br />

Acquerello monocromatico (58,7 x 43,2 cm)<br />

Collezione privata<br />

8


12<br />

Fig. 11. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

La grotta di San Michele Arcangelo a Sant'Angelo a<br />

Fasanella, 1849<br />

Acquerello monocromatico (35 x 24 cm)<br />

Collezione privata, Napoli<br />

Fig. 12. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

La grotta di San Michele Arcangelo a Fasanella,<br />

1846<br />

Acquerello monocromatico (54 x 42 cm)<br />

Collezione privata<br />

9


Capaccio nuovo<br />

Fig. 13. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Sacrestia del Convento di San Antonio di Capaccio<br />

nuovo, 1843<br />

Disegno ad acquerello su cartoncino<br />

Collezione privata<br />

Fig. 14. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Loggia del Convento di San Antonio dei Riformati<br />

Francescani di Capaccio nuovo (senza data)<br />

Matita su carta (29 x 21,6 cm)<br />

Collezione della Certosa e Museo Nazionale di San<br />

Martino, Napoli<br />

Fig. 15.<br />

<strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Interno del Convento di San Antonio di Capaccio<br />

nuovo, 21 <strong>maggio</strong> 1843<br />

Disegno ad acquerello su cartoncino<br />

Collezione privata<br />

13<br />

14<br />

10


11<br />

15


San Francesco di Cilento<br />

A <strong>maggio</strong> 1844 <strong>Vianelli</strong> si spinse fino in Cilento per<br />

raggiungere il quattrocentesco Convento di San Francesco<br />

a Lustra, noto come “San Francesco alla Foresta”<br />

o meglio “dei Riformati di San Francesco del<br />

Cilento”, ospitante una comunità di frati riformati,<br />

così chiamati perché facevano parte del ramo rinnovato<br />

dell' Ordine dei Frati Minori Francescani che<br />

basavano la loro spiritualità sul ricorso alla più stretta<br />

osservanza delle Regole e del Testamento del Santo.<br />

La comunità religiosa del convento, dedita<br />

all'assistenza sociale e sanitaria, rivestì un ruolo fondamentale<br />

per la crescita sociale del territorio cilentano,<br />

in quella “Terra della Rocca”, così denominata da<br />

Giuseppe Antonini nei discorsi sulla Lucania del<br />

1745, che “tiene un deliziosissimo Monistero di PP.<br />

Riformati nelle falde della collina, dove è posto ancora<br />

il piccolo casale di S. Martino”.<br />

Il dipinto, realizzato con l'inconfondibile tecnica<br />

dell'acquerello monocromatico color seppia, ritrae<br />

l'interno del refettorio del convento, un grande<br />

ambiente dove i frati seduti su lunghe panche di legno<br />

consumavano il pasto all'ombra di una grande volta a<br />

botte con lunette, adatte sia per realizzare delle aperture<br />

laterali, come la prima finestra sulla destra, risolvendo<br />

il problema della scarsa illuminazione, e sia<br />

per ricavare delle superfici semicircolari da poter<br />

decorare, qui ornate con figure del santo e di qualche<br />

prelato.<br />

Il pulpito posizionato nella lunetta centrale segue esattamente<br />

le indicazioni della “Regula Sancti Benedicti”,<br />

dove al capitolo XXXVIII indica che nel refettorio<br />

non doveva mai mancare la lettura, tra l'altro operata<br />

soltanto dal religioso incaricato, oltre a regnarvi<br />

un profondo silenzio in modo che non si sentisse<br />

alcun bisbiglio o voce all'infuori di quella del lettore.<br />

Fig. 16. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Refettorio dei Riformati di San Francesco di Cilento, 25<br />

<strong>maggio</strong> 1844<br />

Disegno ad acquerello su cartoncino (28,5 x 21,5 cm)<br />

Collezione privata<br />

12


13<br />

16


17<br />

Fig. 17. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

I Templi Paestum, 1836<br />

Acquerello su carta, monocromatico color seppia<br />

(35 x 20 cm)<br />

Collezione privata<br />

14


15


18<br />

Fig. 18. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Vista dei templi, Paestum, 1842<br />

Acquaforte lumeggiata con pittura bianca (44 x 28,5<br />

cm)<br />

Da “Douze vues du royaume de Naples dessinees et<br />

gravees a l'eau forte par <strong>Vianelli</strong> et Ercole Giganti”,<br />

Napoli, 1843<br />

(Dodici vedute del Regno di Napoli disegnate e incise<br />

da <strong>Vianelli</strong> ed Ercole Gigante)<br />

Collezione del British Museum, Londra<br />

16


17


19<br />

Fig. 19. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

I Templi di Pesto, 1845<br />

Litografia di Antonio Zezon (1803-1881) su disegno di<br />

<strong>Vianelli</strong> per il volume “Napoli e i luoghi celebri delle sue<br />

vicinanze” pubblicato a Napoli da Gaetano Nobile nel 1845<br />

18


19


20<br />

Fig. 20. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Veduta dei Templi di Paestum, 1853<br />

Inchiostro e lavaggio marrone su carta (19,2 x 14 cm)<br />

Collezione privata, Zurigo, Svizzera<br />

20


21


21<br />

Fig. 21. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Veduta di Paestum, 1855<br />

Acquerello su carta (24 x 32,5 cm)<br />

Collezione privata, Napoli<br />

22


23


22<br />

Fig. 22. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Veduta di Paestum, 1858<br />

Acquerello su carta (19,5 x 28 cm)<br />

Collezione privata, Napoli<br />

24


25


23<br />

Fig. 23. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Grotta dell'Angelo, Eboli vicino Salerno, 1859<br />

(Grotta di San Michele Arcangelo ad Olevano sul<br />

Tusciano)<br />

Acquerello su matita (28,8 x 38,8 cm)<br />

Collezione del Museo Puškin, Mosca<br />

Opera esposta nel 2021 al Museo Puškin durante la<br />

mostra dal titolo “Sotto il cielo blu” (Под небом<br />

голубым) organizzata per la presentazione di una serie di<br />

dipinti e disegni del Sud Italia, di Napoli e dintorni, dove<br />

nell'Ottocento nacque l'arte di rappresentare il<br />

paesaggio con la tecnica della pittura ad acquarello<br />

all'aperto.<br />

L'esposizione si basava su alcune inedite opere di<br />

Giacinto Gigante, il massimo maestro della scuola<br />

paesaggistica napoletana, e di <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong>, tutte<br />

conservate nella collezione del museo.<br />

26


24<br />

Fig. 24. <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803-1894)<br />

Veduta di Paestum, 1858 ca.<br />

Acquerello su carta (28 x 19,5 cm)<br />

Collezione privata<br />

Senza firma ma a lui attribuito, in quanto contenuto in<br />

una collezione di suoi acquerelli comprendente anche<br />

la veduta di figura 20.<br />

Riferimenti bibliografici:<br />

AA.VV., Napoli e i luoghi celebri delle sue vicinanze, Vol. I-II,<br />

Stabilimento Tipografico di Gaetano Nobile, Napoli, 1845<br />

Mario Rotili (a cura di), <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> nel<br />

Centocinquantenario della nascita, catalogo della Mostra al<br />

Museo del Sannio a Benevento, Editore Gaspare Casella, Napoli<br />

1954<br />

Gino Doria, <strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong>. Scene popolari napoletane<br />

impresse dai rami originali del 1831, edito dal Banco di Napoli,<br />

1958<br />

Raffaello Causa, La Scuola di Posillipo, Milano, Fratelli Fabbri<br />

Editori, 1967<br />

<strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong>, Napoli e i luoghi celebri delle sue vicinanze,<br />

Napoli, 1845, ristampa Edibi, Napoli, 1969<br />

AA.VV., La galleria dell'Accademia di Belle Arti in Napoli,<br />

Edizioni scientifiche italiane per il Banco di Napoli, 1971<br />

Fausto Minervino (a cura di), Scheda “Sant'Angelo a Fasanella”<br />

in Giacinto Gigante e la Scuola di Posillipo, Catalogo della<br />

Mostra, Società Editrice Napoletana, Napoli, 1993<br />

Lucio Fino, La Scuola di Posillipo. Acquerelli disegni e stampe<br />

nelle collezioni private, Napoli, Grimaldi, 2003<br />

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Tra gli originali protagonisti del gruppo di artisti riuniti<br />

intorno alla scuola napoletana dell'olandese<br />

Anton Sminck van Pitloo nota come “Scuola di Posillipo”,<br />

<strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> si è particolarmente distinto<br />

per le sue rappresentazioni all'acquerello di piazze<br />

pubbliche, interni di chiese e dei pregevoli monumenti<br />

di cui è ricco il meridione d'Italia, tra cui l'antica<br />

città di Paestum con i tre grandi templi dorici.<br />

Con uno stile pittorico meno lirico rispetto a quello di<br />

Giacinto Gigante, il <strong>maggio</strong>re esponente della scuola,<br />

ma più fotografico per la precisione della prospettiva<br />

e la ricchezza dei dettagli, le sue vedute appaiono<br />

soprattutto un interessante documento iconografico<br />

per scoprire l'aspetto ottocentesco di molti luoghi del<br />

salernitano, scomparsi o ancora esistenti, pur se spesso<br />

alterati nell'originale struttura architettonica.<br />

Grazie alla sua vastissima produzione di disegni e<br />

acquerelli, rintracciabili nei musei e in numerose collezioni<br />

private, possiamo oggi ammirare alcuni luoghi<br />

del salernitano tra cui il Convento di Sant'Antonio<br />

a Capaccio, di San Francesco del Cilento e il Santuario<br />

di San Michele Arcangelo a Sant'Angelo a Fasanella.<br />

Immagine di copertina<br />

<strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong> (1803 - 1894)<br />

Veduta dei Templi di Paestum, 1853<br />

Inchiostro e lavaggio marrone su carta<br />

collana<br />

I Quaderni dell’Arte<br />

a cura di Costabile Cerone<br />

<strong>Quaderno</strong> <strong>27</strong> - <strong>maggio</strong> <strong>2023</strong><br />

<strong>Achille</strong> <strong>Vianelli</strong><br />

Tra sacro e profano. Paestum, Capaccio, il Cilento e Sant’Angelo a Fasanella<br />

Copyright: © <strong>2023</strong> PAESTUMinARTE<br />

Questo è un articolo ad accesso aperto distribuito secondo i termini della Creative Commons<br />

Licenza 3.0 Italia (CC BY-NC-ND 3.0 IT)

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