You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 11<br />
RITRATTO<br />
Miro Panizza, lo stakanovista del Giro d’Italia<br />
Il corridore <strong>di</strong> Fagnano Olona, mancato nel 2002, vanta ben 18 partecipazioni alla corsa<br />
rosa: un record assoluto. Fu un gregario <strong>di</strong> lusso e quando smise <strong>di</strong> fare il corridore si<br />
de<strong>di</strong>cò al volontariato. Il suo ricordo nelle parole del figlio Massimiliano<br />
La storia <strong>di</strong> Miro Panizza – Wla<strong>di</strong>miro<br />
all’anagrafe – è stato un gregario <strong>di</strong><br />
lusso, ma riuscì comunque a ritagliarsi<br />
un ruolo da protagonista e a vincere<br />
molte corse. Partecipò a ben 18 e<strong>di</strong>zioni<br />
del Giro d’Italia (record assoluto),<br />
dove si aggiu<strong>di</strong>cò due tappe. Il corridore<br />
<strong>di</strong> Fagnano Olona nel Giro del 1980<br />
sfiorò ad<strong>di</strong>rittura il colpaccio: sei giorni<br />
in maglia rosa prima che l’immenso<br />
Hinault rimettesse a posto le gerarchie.<br />
Sofferente <strong>di</strong> cuore, ci ha lasciato<br />
nel 2002 a soli 57 anni. Ecco Miro nelle<br />
parole del figlio Massimiliano.<br />
Ci racconta un aneddoto?<br />
Nel 1967, da neoprofessionista all’esor<strong>di</strong>o<br />
nel Giro d’Italia, nella tappa delle<br />
Tre Cime <strong>di</strong> Lavaredo va in fuga. Dietro,<br />
nella nebbia, i campioni ricevono<br />
spinte dai tifosi. Mio papà aveva più <strong>di</strong><br />
un minuto <strong>di</strong> vantaggio sui vari Motta<br />
e Gimon<strong>di</strong>. Pensava <strong>di</strong> aver vinto, ma a<br />
250 metri dal traguardo è raggiunto a<br />
doppia velocità dagli inseguitori. Torriani<br />
annulla la tappa. Mio papà s’arrabbia,<br />
vuole lasciare il Giro, me<strong>di</strong>ta ad<strong>di</strong>rittura<br />
<strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> fare il corridore. Al Processo<br />
alla Tappa, Sergio Zavoli gli consegna<br />
una medaglia d’oro. Poi ci ripenserà<br />
e continuerà a correre.<br />
Si ricorda qualcosa dei suoi<br />
allenamenti?<br />
Mio papà si alzava molto presto al mattino<br />
e prima <strong>di</strong> raggiungerli aveva già pedalato<br />
per 35 chilometri incontrando gli<br />
operai che andavano in fabbrica. Per via<br />
<strong>di</strong> quelle uscite all’alba <strong>di</strong>venne un personaggio<br />
molto conosciuto nella zona.<br />
Che tipo era? Si <strong>di</strong>ce abbia sempre<br />
avuto un bel caratterino…<br />
Era reattivo, sanguigno, ma amato da<br />
molti. Era un grande amico <strong>di</strong> Adriano<br />
De Zan, mentre Torriani, l’organizzatore<br />
del Giro, ascoltava lui quando doveva<br />
parlare con i corridori. Si costruì la fama<br />
<strong>di</strong> sindacalista del gruppo ed era anche<br />
rispettato anche dai corridori belgi che si<br />
sentivano superiori a noi italiani. Poi sì,<br />
era un tipo deciso, d’azione, sapeva imporsi.<br />
Fece passare Mario Lanzafame<br />
tra i professionisti e quando cambiava<br />
squadra riusciva a portarsi <strong>di</strong>etro alcuni<br />
corridori a cui era legato.<br />
Scontri con i colleghi?<br />
Nel 1975 è il gregario <strong>di</strong> Roger De Vlaeminck.<br />
Partecipa e vince la Milano –<br />
Torino. All’arrivo il capitano è furibondo,<br />
è sul punto <strong>di</strong> scaraventargli addosso<br />
la bici. Voleva vincere lui. Mio papà non<br />
fa una piega, gli si para davanti e <strong>di</strong>ce:<br />
“Con tutte le corse che ti ho fatto vincere…”<br />
La storia finì lì.<br />
Si è scritto che fosse comunista.<br />
È vero?<br />
Mio padre è nato in una famiglia povera:<br />
padre comunista, mentre la mamma<br />
andava in chiesa, era devotissima. È stato<br />
anche molto amico <strong>di</strong> due sacerdoti,<br />
don Mario Galfrascoli, che giocava<br />
benissimo a calcio e tifava per il Torino,<br />
e don Peppino Catturino, lo storico<br />
parroco <strong>di</strong> Cassano Magnago. E poi ci<br />
fu la grande amicizia con Gino Bartali<br />
che <strong>di</strong>venne il mio padrino <strong>di</strong> battesimo.<br />
Con papà si vedevano spesso.