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PRIMO PIANO<br />
in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 3<br />
W il Giro d’Italia: insegna a tornare bambini<br />
Che cosa è la corsa che impegna i corridori per tre settimane lungo lo Stivale? Non solo<br />
un avvenimento sportivo, ma anche un ap<strong>punta</strong>mento <strong>di</strong> popolo, una festa, una cartolina<br />
<strong>di</strong> paesaggi. Una manifestazione che attraversa paesi, città e scollina passi alpini<br />
Per tre settimane il Giro d’Italia trasforma<br />
tutti i giorni in domeniche. Un ap<strong>punta</strong>mento<br />
festivo che si protrae nel<br />
tempo. Una lunga vacanza per gli appassionati<br />
<strong>di</strong> ciclismo, che stentano a <strong>di</strong>stinguere<br />
la <strong>di</strong>fferenza fra giorni feriali<br />
e festivi. Lungo le strade, alle partenze<br />
e ai traguar<strong>di</strong>, incollati alla televisione<br />
o agli schermi dei computer, i moderni<br />
suiveur, non si lasciano sfuggire una tappa.<br />
Di questa grande festa popolare gli<br />
scrittori hanno colto umori e sfumature,<br />
spigolature e provocazioni.<br />
Il ciclismo, peraltro, è sempre stato un<br />
potente motore narrativo capace <strong>di</strong><br />
spingere alla scrittura fior <strong>di</strong> autori. Pensiamo<br />
a Giovanni Testori (<strong>di</strong> cui si celebra<br />
il centenario della nascita) che esor<strong>di</strong>sce<br />
proprio con un lungo racconto, Il<br />
Dio <strong>di</strong> Roserio, ambientato nel mondo<br />
delle corse ciclistiche, oppure Gianni<br />
Rodari, scrittore per l’infanzia, che fu<br />
ispirato anche dalla bicicletta. E nel ciclismo<br />
non poteva che stare dalla parte dei<br />
più semplici e umili.<br />
L’epopea del gregario<br />
La sua “Filastrocca del gregario” rimarrà<br />
insuperabile: Filastrocca del gregario/corridore<br />
proletario,/che ai campioni<br />
<strong>di</strong> mestiere/deve far da cameriere,/e sul<br />
piatto, senza gloria,/serve loro la vittoria./<br />
Al traguardo, quando arriva,/non ha applausi,<br />
non evviva./Col salario che si piglia/fa<br />
campare la famiglia/e da vecchio<br />
poi acquista/un negozio da ciclista.<br />
Il mondo, da allora (Rodari scriveva negli anni<br />
’70), è un po’ cambiato: non tutti i corridori,<br />
appesa la bici al chiodo, fanno i ciclisti.<br />
C’è chi apre una gelateria (Riccardo Riccò),<br />
altri fanno gli opinionisti in Tv (Riccardo<br />
Magrini), altri ancora sono impren<strong>di</strong>tori<br />
(Francesco Moser). Cambiano i tempi, ma<br />
il ciclismo è ancora oggi un suggerimento a<br />
tornare bambini perché richiama le corse<br />
con la bici e certi pomeriggi più spensierati.<br />
La maglia rosa autografata da Gianni Bugno<br />
conservata presso il Museo del Ghisallo <strong>di</strong><br />
Magreglio (foto Museo del Ghisallo)<br />
Dino Buzzati e gli altri<br />
Il Giro d’Italia non è mai stato solo una<br />
competizione sportiva. Al Giro d’Italia i<br />
giornali portavano gli scrittori e giornalisti<br />
<strong>di</strong> razza a scrivere i cosiddetti pezzi <strong>di</strong><br />
colore: Dino Buzzati, <strong>In</strong>dro Montanelli,<br />
Achille Campanile, Tomaso Besozzi,<br />
Gianni Brera, Orio Vergani; solo per<br />
fare qualche nome e con la sicurezza <strong>di</strong><br />
aver <strong>di</strong>menticato qualcuno, anche dei<br />
più talentuosi. Per chi volesse approfon<strong>di</strong>re<br />
il tema si consiglia la lettura del libro<br />
Buzzati al Giro d’Italia (Oscar Mondadori),<br />
che raccoglie gli articoli scritti<br />
quando, da inviato, seguì nel 1949 la<br />
corsa rosa nel per il Corriere della Sera.<br />
Buzzati è un autore particolare: riesce<br />
a scrivere per quasi un mese <strong>di</strong> qualcosa<br />
che conosce solo vagamente: “Per un<br />
complesso <strong>di</strong> circostanze probabilmente<br />
legate ai capricci del destino e che sarebbe<br />
ormai vano recriminare, colui che scrive<br />
oggi, cronista al seguito del Giro d’Italia,<br />
non ha mai visto una corsa ciclistica<br />
su strada”. Eppure, proprio neofita della<br />
<strong>di</strong>sciplina, ma vero scrittore, ha saputo<br />
cogliere ciò che nascondeva la cronaca:<br />
“Guardateli, mentre pedalano, pedalano<br />
tra campi, colline e selve. Essi sono pellegrini<br />
in cammino verso una città lontanissima<br />
che non raggiungeranno mai:<br />
simboleggiando in carne ed ossa, come<br />
in un quadro <strong>di</strong> pittore antico, la incomprensibile<br />
avventura della vita”.