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In punta di sellino n. 0 - maggio 2023

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PRIMO PIANO<br />

in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong> 3<br />

W il Giro d’Italia: insegna a tornare bambini<br />

Che cosa è la corsa che impegna i corridori per tre settimane lungo lo Stivale? Non solo<br />

un avvenimento sportivo, ma anche un ap<strong>punta</strong>mento <strong>di</strong> popolo, una festa, una cartolina<br />

<strong>di</strong> paesaggi. Una manifestazione che attraversa paesi, città e scollina passi alpini<br />

Per tre settimane il Giro d’Italia trasforma<br />

tutti i giorni in domeniche. Un ap<strong>punta</strong>mento<br />

festivo che si protrae nel<br />

tempo. Una lunga vacanza per gli appassionati<br />

<strong>di</strong> ciclismo, che stentano a <strong>di</strong>stinguere<br />

la <strong>di</strong>fferenza fra giorni feriali<br />

e festivi. Lungo le strade, alle partenze<br />

e ai traguar<strong>di</strong>, incollati alla televisione<br />

o agli schermi dei computer, i moderni<br />

suiveur, non si lasciano sfuggire una tappa.<br />

Di questa grande festa popolare gli<br />

scrittori hanno colto umori e sfumature,<br />

spigolature e provocazioni.<br />

Il ciclismo, peraltro, è sempre stato un<br />

potente motore narrativo capace <strong>di</strong><br />

spingere alla scrittura fior <strong>di</strong> autori. Pensiamo<br />

a Giovanni Testori (<strong>di</strong> cui si celebra<br />

il centenario della nascita) che esor<strong>di</strong>sce<br />

proprio con un lungo racconto, Il<br />

Dio <strong>di</strong> Roserio, ambientato nel mondo<br />

delle corse ciclistiche, oppure Gianni<br />

Rodari, scrittore per l’infanzia, che fu<br />

ispirato anche dalla bicicletta. E nel ciclismo<br />

non poteva che stare dalla parte dei<br />

più semplici e umili.<br />

L’epopea del gregario<br />

La sua “Filastrocca del gregario” rimarrà<br />

insuperabile: Filastrocca del gregario/corridore<br />

proletario,/che ai campioni<br />

<strong>di</strong> mestiere/deve far da cameriere,/e sul<br />

piatto, senza gloria,/serve loro la vittoria./<br />

Al traguardo, quando arriva,/non ha applausi,<br />

non evviva./Col salario che si piglia/fa<br />

campare la famiglia/e da vecchio<br />

poi acquista/un negozio da ciclista.<br />

Il mondo, da allora (Rodari scriveva negli anni<br />

’70), è un po’ cambiato: non tutti i corridori,<br />

appesa la bici al chiodo, fanno i ciclisti.<br />

C’è chi apre una gelateria (Riccardo Riccò),<br />

altri fanno gli opinionisti in Tv (Riccardo<br />

Magrini), altri ancora sono impren<strong>di</strong>tori<br />

(Francesco Moser). Cambiano i tempi, ma<br />

il ciclismo è ancora oggi un suggerimento a<br />

tornare bambini perché richiama le corse<br />

con la bici e certi pomeriggi più spensierati.<br />

La maglia rosa autografata da Gianni Bugno<br />

conservata presso il Museo del Ghisallo <strong>di</strong><br />

Magreglio (foto Museo del Ghisallo)<br />

Dino Buzzati e gli altri<br />

Il Giro d’Italia non è mai stato solo una<br />

competizione sportiva. Al Giro d’Italia i<br />

giornali portavano gli scrittori e giornalisti<br />

<strong>di</strong> razza a scrivere i cosiddetti pezzi <strong>di</strong><br />

colore: Dino Buzzati, <strong>In</strong>dro Montanelli,<br />

Achille Campanile, Tomaso Besozzi,<br />

Gianni Brera, Orio Vergani; solo per<br />

fare qualche nome e con la sicurezza <strong>di</strong><br />

aver <strong>di</strong>menticato qualcuno, anche dei<br />

più talentuosi. Per chi volesse approfon<strong>di</strong>re<br />

il tema si consiglia la lettura del libro<br />

Buzzati al Giro d’Italia (Oscar Mondadori),<br />

che raccoglie gli articoli scritti<br />

quando, da inviato, seguì nel 1949 la<br />

corsa rosa nel per il Corriere della Sera.<br />

Buzzati è un autore particolare: riesce<br />

a scrivere per quasi un mese <strong>di</strong> qualcosa<br />

che conosce solo vagamente: “Per un<br />

complesso <strong>di</strong> circostanze probabilmente<br />

legate ai capricci del destino e che sarebbe<br />

ormai vano recriminare, colui che scrive<br />

oggi, cronista al seguito del Giro d’Italia,<br />

non ha mai visto una corsa ciclistica<br />

su strada”. Eppure, proprio neofita della<br />

<strong>di</strong>sciplina, ma vero scrittore, ha saputo<br />

cogliere ciò che nascondeva la cronaca:<br />

“Guardateli, mentre pedalano, pedalano<br />

tra campi, colline e selve. Essi sono pellegrini<br />

in cammino verso una città lontanissima<br />

che non raggiungeranno mai:<br />

simboleggiando in carne ed ossa, come<br />

in un quadro <strong>di</strong> pittore antico, la incomprensibile<br />

avventura della vita”.

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