In punta di sellino n. 1 - ottobre 2023
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in <strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong><br />
L’INTERVISTA<br />
“Ho voluto la bicicletta!”<br />
Da giornalista a impren<strong>di</strong>tore il passo è breve, specie se il personaggio in questione ha<br />
una passione sfrenata per le due ruote. Così fonda Urban Bike Messengers e, a ruota,<br />
Upcycle, il primo bike cafè d’Italia. <strong>In</strong>tervista a Roberto Peia<br />
Roberto Peia, 67 anni già compiuti, e<br />
ancora una gran voglia <strong>di</strong> pedalare! Per<br />
la Milano ciclistica è una sorta <strong>di</strong> istituzione,<br />
un giovane pensionato adrenalinico,<br />
un pedalatore <strong>di</strong> lungo corso, “ciclista”<br />
per passione e necessità. Come si<br />
ricava da questa intervista, condotta “in<br />
<strong>punta</strong> <strong>di</strong> <strong>sellino</strong>”.<br />
Come iniziò a pedalare?<br />
Quando lavoravo come giornalista a<br />
Largo Consumo ebbi la possibilità <strong>di</strong><br />
vincere una mountain bike. La provai.<br />
<strong>In</strong>iziai a girare a Borgo Taro dove trascorrevo<br />
le vacanze. Su e giù per colline<br />
e sentieri. Ci presi gusto. Nel 2007 fondai<br />
Urban Bike Messengers, la prima compagnia<br />
italiana <strong>di</strong> corrieri in bici.<br />
Come le venne questa idea?<br />
Era scaduto il mio contratto giornalistico,<br />
mi guardai in giro e vi<strong>di</strong> che cosa<br />
facevano negli Stati Uniti. Il servizio <strong>di</strong><br />
corrieri in bicicletta era una realtà consolidata<br />
in America e anche in altri Paesi.<br />
Mi sono chiesto: se funziona da loro<br />
perché non può andare bene anche da<br />
noi? L’idea piacque, l’attività ebbe subito<br />
successo. All’inizio eravamo in due persone,<br />
siamo arrivati a una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong><br />
collaboratori. A me è capitato <strong>di</strong> pedalare<br />
anche 150 chilometri al giorno per<br />
effettuare le consegne, poi c’era il lavoro<br />
amministrativo che assorbiva il resto<br />
del tempo, magari la sera. L’attività ha<br />
continuato a svilupparsi e a ingran<strong>di</strong>rsi<br />
anche perché ho investito molto nella<br />
comunicazione. Molti giornali hanno<br />
iniziato a scrivere <strong>di</strong> noi e le aziende<br />
hanno cominciato a cercarci. Conclusa<br />
l’esperienza con Urban Bike Messengers,<br />
anche per <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> vedute con gli altri<br />
soci, ho fondato Upcycle, il primo bike<br />
cafè d’Italia. Si tratta <strong>di</strong> un locale milanese<br />
aperto a tutti e dove gli appassionati<br />
della bici possono riunirsi e con<strong>di</strong>videre<br />
la propria passione. Organizziamo<br />
serate a tema de<strong>di</strong>cate al mondo a due<br />
ruote. Anche in questo caso abbiamo<br />
preso esempio da alcune realtà <strong>di</strong> successo<br />
all’estero. Per Upcycle ci siamo infatti<br />
ispirati a Mum no hands, un noto<br />
locale <strong>di</strong> Londra, punto <strong>di</strong> riferimento<br />
per gli appassionati della bicicletta.<br />
Come si definirebbe come ciclista?<br />
Sono curioso e uso la bici per incontrare<br />
luoghi e persone. Ho compiuto <strong>di</strong>versi<br />
viaggi in Italia e quando sono andato in<br />
pensione ho voluto regalarmi una pedalata<br />
più lunga e impegnativa: partire da<br />
Milano e arrivare fino in Sierra Leone.<br />
Ho pedalato per tutta la costa me<strong>di</strong>terranea<br />
della Francia e della Spagna. Ho<br />
alloggiato presso amici. Poi mi sono imbarcato<br />
per il Marocco e ho continuato<br />
sulla costa atlantica. Arrivato in Senegal<br />
l’ho attraversato trasversalmente da<br />
nord-ovest a sud-est fin quasi al confine<br />
con il Mali, passando dalla regione<br />
<strong>di</strong> Kedougou, poi sono entrato in Guinea<br />
Conakry. Sono quin<strong>di</strong> tornato sulla<br />
costa atlantica e sono sceso fino a Freetown,<br />
dove ho visitato l’ospedale del<br />
Cuamm, un’associazione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci che<br />
operano in con<strong>di</strong>zioni molto <strong>di</strong>fficili.<br />
Poi il mio viaggio è proseguito all’interno<br />
dell’Africa. Ho percorso in tutto circa<br />
6.800 chilometri in sella alla mia bici.<br />
Che esperienza è stata?<br />
Non ho voluto fare il turista, ho cercato<br />
<strong>di</strong> incontrare le persone, vivere come loro.<br />
Per un tratto mi sono fatto accompagnare<br />
nella città da una persona del posto<br />
<strong>di</strong> mia conoscenza. Ho toccato con<br />
mano le conseguenze negative della<br />
guerra in Ucraina, i cui effetti raggiungono<br />
l’Africa. Ma non ho voluto pedalare<br />
solo per il gusto <strong>di</strong> farlo. Obiettivo del<br />
Roberto Peia con<br />
due volontarie del<br />
Cuamm a Freetown in<br />
Sierra Leone.<br />
mio pedalare era anche sostenere tre<br />
associazioni variamente impegnate:<br />
Cuamm - me<strong>di</strong>ci con l’Africa, Senegol,<br />
che si adopera per migliorare le con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> vita dell’infanzia, e World Bicycle<br />
Relief, la ONG che dona biciclette<br />
in molti Paesi africani, a infermiere, maestre<br />
e a chi ne ha bisogno.<br />
Che futuro ha la bici?<br />
Roseo. La pandemia ha fatto riscoprire<br />
l’uso della bicicletta, le aziende del<br />
settore vanno bene. Un tempo arrivavano<br />
gli stranieri in Italia per pedalare sui<br />
nostri percorsi cicloturistici, oggi è boom<br />
Roberto Peia durante il suo itineraio in Africa.<br />
A destra: una delle scuole visitate da Peia durante il suo viaggio.<br />
fra gli italiani. Ci sono molti comprensori<br />
che stanno iniziando a intuire le enormi<br />
potenzialità dell’uso della bici anche<br />
per le positive ricadute economiche.<br />
Molte stazioni turistiche invernali hanno<br />
investito nelle due ruote per sfruttare<br />
il periodo estivo: pensiamo al noleggio<br />
delle bici, ai bike hotels e alle piste <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scesa per le mountain bike. Ci sono<br />
alcune manifestazioni come l’Eroica <strong>di</strong><br />
Gaiole in Chianti, che hanno fatto scoprire<br />
paesaggi e percorsi straor<strong>di</strong>nari.<br />
Credo che anche nelle città la bici abbia<br />
un grande futuro. Dobbiamo guardare<br />
agli esempi che arrivano dall’estero. La<br />
sindaca <strong>di</strong> Parigi Anne Hidalgo in <strong>di</strong>eci<br />
anni ha rivoluzionato la città: con le<br />
sue politiche a favore <strong>di</strong> una mobilità<br />
con meno auto, ha favorito la presenza<br />
<strong>di</strong> più bici nelle strade, più verde e più<br />
piste ciclabili. Quella su Rue de Rivoli<br />
ne è l’esempio lampante. La strada, che<br />
collega piazza della Bastiglia con piazza<br />
della Concor<strong>di</strong>a, è stata ri<strong>di</strong>segnata<br />
destinando ai mezzi della micromobilità,<br />
soprattutto le biciclette, buona parte<br />
della carreggiata, ricavando nuovo spazio<br />
per i pedoni e una sola corsia riservata<br />
a mezzi <strong>di</strong> emergenza, taxi, bus e<br />
autorizzati. <strong>In</strong> Italia c’è un futuro per le<br />
biciclette anche nelle città, ma dobbiamo<br />
fare ancora un po’ <strong>di</strong> strada”. Possibilmente<br />
in sella a una bicicletta.<br />
Angelo De Lorenzi