In punta di sellino n. 1 - ottobre 2023

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6 in punta di sellino ITINERARI IN LOMBARDIA Varesotto, nella terra dei campioni Attorno a Varese si snodano itinerari percorsi anche dai miti del ciclismo, come Alfredo Binda, il primo Campionissimo. Sono da provare gli otto chilometri della salita del Brinzio, l’ascesa impegnativa del Cuvignone e quella del Campo dei Fiori Più di cento chilometri di piste ciclabili da un lago all’altro. Su strada le salite più diverse, con caratteristiche pronte a soddisfare i ciclisti più esigenti. Panorami mozzafiato, con esplosioni di verde in estate. L’alto Varesotto è davvero il paradiso delle due ruote, luogo ideale per gite o allenamenti. Sul versante nord del Campo dei Fiori la strada che sale da Rancio in Valcuvia a Brinzio, per esempio, è storicamente diventata una meta cult. Quegli otto chilometri sono stati inseriti nel tracciato di tantissime edizioni della classica di casa, la Tre Valli Varesine, nel percorso del Giro di Lombardia e di tappe del Giro d’Italia. Una volta nelle corse era determinante, ma oggi telai in carbonio e ruote speciali hanno dia) e del Montello (1,15 km. al 6,5%) e arrivo all’Ippodromo, come avvenuto nell’indimenticabile Mondiale varesino del 1951. Questa edizione vide prevalere lo svizzero “nasone” Kubler che beffò gli azzurri Magni e Bevilacqua (Bartali fu protagonista di una ritardata rimonta mentre Coppi, febbricitante, non partecipò). Lasciato l’Ippodromo, il percorso si snodava verso Sant’Ambrogio, la Rasa e Brinzio, imboccando in discesa la strada che sale dal fondovalle (insomma, l’ultimo tratto della salita del Brinzio al contrario). Mentre il percorso dei Mondiali 2008 poco si presta a passeggiate per via dell’attraversamento urbano, quello dei Mondiali 1951 non presenta soverchie ri (partenza a Masnago, Varese) e il Cuvignone, già palestra del grande Alfredo Binda negli anni ’20 e ’30 (tra l’altro lui abitava proprio all’inizio dell’ascesa, nel centro di Cittiglio). La palestra di allenamento di Ivan Basso Si tratta di due scalate che valgono i passi dolomitici e possono essere affrontate solo se ben allenati: hanno pendenze con punte del 10-11% e circa dieci km di lunghezza. Entrambe hanno un punto di riferimento intermedio: Vararo per il Cuvignone e il Sacro Monte per il Campo dei Fiori. In cima, quest’ultima offre un bellissimo panorama sui laghi, proprio al termine della strada. Il passo del Cuvignone è invece immerso nel bosco e da lì in poi la strada prosegue verso nuovi orizzonti, nuove discese e salite, percorsi da scegliere su misura di ciascuno in un ambiente che per il ciclista esperto equivale a una scorpacciata. Chissà se Ivan Basso, due volte vincitore del Giro d’Italia, aveva il tempo e la possibilità di godersi il paesaggio quando affrontava queste salite in allenamento. Da perfetto stakanovista, era capace di affrontare per tre volte il Cuvignone, il Brinzio in un’unica sessione e poi per UNA PEDALATA VERSO IL LAGO DI LUGANO Dalla Valganna, proprio da Ganna, si può salire verso l’Alpe Tedesco 4 km. con la strada che più volte si impenna al 10-11%) per poi scendere dal passo in Valceresio, altra valle dalle mille possibilità quanto a itinerari. Arrivati a Cuasso e poi a Porto Ceresio (Lago di Lugano) si può proseguire verso Brusimpiano e da lì salire al santuario della Madonna miracolosa di Ardena, dopo tre km. e mezzo di salita non difficile. La mèta è una località meravigliosa con una vista mozzafiato e la possibilità di raggiungere la Valmarchirolo tramite due strade: una senza particolari pendenze e l’altra (per Marzio) da riservare ai palati forti. Qui la salita è dura e non a caso anche “un certo” Vincenzo Nibali l’aveva scelta per i suoi allenamenti. Dalla Valmarchirolo si può andare sul Monte Sette Termini, tornare a Brinzio, inoltrarsi nel luinese… insomma le strade da bici nel Varesotto sono infinite. Veduta del lago di Varese. appiattito i valori. Così il Brinzio continua a fare la differenza solo tra gli amatori e nelle competizioni giovanili (da 60 anni è il teatro dei campionati provinciali). Gli otto chilometri (4,9% la pendenza media con punte dell’8 e del 10 dopo il primo km.) sono una meta consigliabile ad ogni cicloturista, che potrà godere di un ambiente immerso nella natura, lontano dal traffico, e soffermarsi ad ammirare l’attraversamento di Rancio col pavè, i tornanti fino alla cappelletta della Madonna dei ciclisti, l’ingresso nel paese di Brinzio (con l’affresco dei miti di Ganna, Binda, Coppi e Bartali) per concludere con l’ultimo strappo che porta al giogo della Motta Rossa, che invita a lasciar correre la bici verso Varese. Le salite dei Mondiali Per i Mondiali di ciclismo varesini del 2008 venne scelto un circuito in buona parte cittadino, con le salite dei Ronchi (3,13 km. al 4,5% di pendenza me- difficoltà altimetriche ed è consigliabile a tutti. Lasciato Brinzio, ci si indirizza verso Bedero e Ganna lungo una strada che presenta la variante per il piccolo borgo di Mondonico (per chi vuole cimentarsi con la salita). Raggiunta Ganna (da notare la millenaria Badia di San Gemolo e il laghetto) e superata una breve sezione in pavè, si svolta a destra verso Varese per immettersi in Valganna. Prima di tornare in città, al termine dei 24 km. del tracciato, si può ammirare l’affascinante località delle Grotte, molto fresca anche d’estate, con una cascata che cade dalla roccia, e più avanti l’antico stabilimento liberty della birreria Poretti. Nel 1951 i corridori gareggiarono su 25 giri per complessivi 295,200 km, percorsi dal vincitore in 8 h 28’ 28” alla media di 34,8 kmh. Oggi, in tempi di medie molto più alte, nelle competizioni compaiono salite assai lunghe e impegnative come, per quanto riguarda il Varesotto, il Campo dei Fio- L’AUTORE Scorcio di Brinzio. due volte il Campo dei Fiori. Cose impossibili, che solo i campioni sanno e possono fare. A chi preferisse un itinerario meno impegnativo consigliamo di percorrere la ciclovia del Lago di Varese: un anello di 28 chilometri che abbraccia tutto il lago e che regala paesaggi suggestivi come la Schiranna con i suoi ampi prati e gli alberi che regalano ombra anche nelle giornate più calde o Gavirate, con il suo suggestivo lungolago. Imperdibile la visita al Chiostro di Voltorre, nella frazione del Comune di Gavirate: un piccolo chiostro, una minuscola chiesa absidata con il campanile, e alcuni locali un tempo parte di un più ampio edificio monastico. L’edificio è aperto al pubblico e vi si organizzano mostre e incontri. Paolo Costa è di Varese e quindi conosce molto bene la zona. Appassionato ed esperto di ciclismo ha scritto vari libri sull’argomento. Per i tipi della E diciclo ha pubblicato Gino Bartali, la vita, le imprese, le polemiche (2015), mentre quest’anno ha licenziato un bel libro dal titolo Sorrisi e fantasia. Il ciclismo di Silvano Contini, edito da SunRise Media. I proventi di questo lavoro vanno in beneficenza. Per chi è interessato: info@sunrisemedia.it Il lago di Lugano.
OSPITALITÀ Bike hotels: come coccolare i ciclisti in punta di sellino 7 Noleggio, cartine, massaggi. Un ricovero per le bici. Guide cicloturistiche e percorsi dedicati. Persino una lavatrice speciale. Spuntano come funghi le strutture ricettive con servizi studiati per andare incontro alle esigenze di chi vuole concedersi una vacanza Vacanze in bicicletta: dove vai se non soggiorni in un bike hotel? Se si naviga su internet non si fatica a trovare varie forme di aggregazione che riuniscono questa particolare tipologia di albergo che strizza l’occhio all’appassionato delle due ruote. Che cosa si intende dunque con questo termine? Un bike hotel è una struttura ricettiva che promette i servizi più desiderabili a chi trascorre una vacanza in bicicletta. Si va dal noleggio del mezzo alla presenza di un ricovero sicuro per le bici, massaggi e una dieta su misura delle necessità di chi pedala. Particolarmente gradita è la presenza di una guida in grado di accompagnare i clienti. Primi in Italia ad essersi costituiti in associazione poi in consorzio, i Riccione Bike Hotel nati nell’agosto del 1998. Ma non è l’unica realtà che lavora per offrire un servizio ricettivo su misura del cicloturista. Mauro Fumagalli, fondatore di MarcheBike- Life, che riunisce ben 150 bike hotels con servizi dedicati ai cicloviaggiatori, racconta l’esperienza della realtà marchigiana: “Siamo presenti sul mercato da paio d’anni. C’era da fare innanzitutto una proposta ai potenziali clienti e costruire un prodotto. Ora dobbiamo farci conoscere. Nei nostri hotel trovate i servizi utili ed essenziali per il cicloturista: bike room, la lavatrice per gli sportivi, bici a noleggio e guide. In ogni albergo c’è un punto di informazione con le cartine degli itinerari per i ciclisti. Il nostro ospite tipo? Ama pedalare su percorsi interessanti dal punto di vista paesaggistico e non disdegna di fare qualche visita a luoghi di cultura. Abbiamo anche accordi con alcune realtà come le aziende vitivinicole che si possono visitare durante le uscite. Lavoriamo molto con i gruppi italiani, anche aziendali, ma vorremmo farci conoscere pure all’estero”. I bike hotels sono un prodotto turistico sofisticato se l’imprenditore vuole offrire un servizio veramente di qualità. Non basta noleggiare qualche bici, anche perché i cicloturisti sono sempre più esigenti. All’interno della voce cicloturismo c’è un mondo. Puoi trovare la persona con poco allenamento che viaggia su percorsi di qualche decina di chilometri e chi invece cerca dalla bici percorsi più lunghi e avventurosi. L’operatore deve prestare attenzione a gusti e interessi in continua evoluzione. Da qualche mese a questa parte, per esempio, è letteralmente scoppiata la passione per le bici gravel, mezzi robusti che consentono ottime prestazioni su percorsi sterrati, in mezzo alla natura. Chi desidera scoprire qualcosa di più su queste realtà può dare un’occhiata ai si internet delle varie aggregazioni: ci sono le strutture suggerite dalla FIAB, l’associazione amici della bicicletta, la Guida ai bike hotel italiani, l’associazione in Alto Adige, quella di Finale Ligure, i Girohotel di Cesenatico, quelli indicati da FIAB, quelli di fascia più alta di Luxurybikehotels, quelli di Ciclosophy e quelli dell’area di Ponte di Legno e Passo del Tonale. BIKE FACTORY UN LABORATORIO DEL FARE PER FORMARE I PROFESSIONISTI DELLA BIKE ECONOMY CORSI GRATUITI MECCANICO RIPARATORE DI BICICLETTE COMPETENZE GESTIONALI PER IL SETTORE DELLA BIKE ECONOMY LA MANUTENZIONE DI UN E-BIKE COME SI COSTRUISCE UN TELAIO CANDIDATI SUBITO! Tel. 02/8515.5281 – bike.factory@mi.camcom.it https://www.milomb.camcom.it/bike-factory
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