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Il GRIDO di Guerra - OTTOBRE 2023

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Ma <strong>di</strong> là cercherai il Signore, il tuo Dio,<br />

e lo troverai, se lo cercherai con tutto il tuo cuore<br />

e con tutta l'anima tua.<br />

Salmo 121:1-2<br />

Esercito della Salvezza esercito.della.salvezza SalvationArmyIT<br />

Ottobre <strong>2023</strong><br />

PERIODICO DELL’ESERCITO DELLA SALVEZZA


NON IMMAGINAZIONE MA<br />

UNA REALTÀ!<br />

E<strong>di</strong>toriale<br />

03magg. Virginia Pavoni<br />

04<br />

PRIGIONERI IN<br />

CASA NOSTRA<br />

soldato Davide Romano<br />

06<br />

I CAN ONLY IMAGINE<br />

07IMMAGINA!<br />

magg. Samuel Walzer<br />

LA STORIA DI JENNY<br />

05ANTITRATTA<br />

DEUTERONOMIO 4:5-8<br />

08Pastore Daniele Garrone<br />

10<br />

ten.<br />

LA RIFORMA<br />

aus. <strong>Il</strong>aria Castaldo<br />

STORIA DELL'ESERCITO<br />

DELLA SALVEZZA<br />

12ten. aus. <strong>Il</strong>aria Castaldo<br />

14<br />

EDS E ME<br />

Questo mese:<br />

magg. Samuel Walzer<br />

Anno LXIII<br />

Numero 860<br />

Ottobre <strong>2023</strong><br />

IL <strong>GRIDO</strong> DI GUERRA<br />

Organo uffi ciale dell’Esercito della Salvezza<br />

Dir. Responsabile: ten. col. Massimo Tursi<br />

Team E<strong>di</strong>toriale: ten. aus. <strong>Il</strong>aria Castaldo, magg.<br />

Samuel Walzer, magg. Virginia Pavoni.<br />

Progetto Grafi co: soldato Keimer Fernández<br />

Reg. Trib. N°8143 del 26/06/1961<br />

IBAN IT 67 S 02008 03284 000102712418<br />

DICHIARAZIONE DI MISSIONE DELL'ESERCITO DELLA SALVEZZA<br />

L’Esercito della Salvezza è un movimento evangelico internazionale e parte della Chiesa Cristiana<br />

universale. <strong>Il</strong> suo messaggio è fondato sulla Bibbia. <strong>Il</strong> suo ministero è motivato dall'amore <strong>di</strong> Dio. La<br />

sua missione è proclamare il Vangelo <strong>di</strong> Gesù Cristo e andare incontro ai bisogni dell'umanità senza<br />

<strong>di</strong>scriminazione.<br />

ESERCITO DELLA SALVEZZA<br />

Quartiere Generale Nazionale<br />

Via degli Apuli, 39 - 00185 Roma<br />

Tel. 0644740630 - Fax: 0644740640<br />

Capo del Territorio: ten. col. Andrew Morgan<br />

www.esercitodellasalvezza.org<br />

Quartiere Generale Internazionale<br />

101 Queen Victoria Street, London EC4P 4EP<br />

Fondatore: William Booth<br />

Generale: Lyndon Buckingham<br />

DICHIARAZIONE D’INTENTI DEL <strong>GRIDO</strong> DI GUERRA<br />

<strong>Il</strong> Grido <strong>di</strong> <strong>Guerra</strong> - contro il male e l’ingiustizia è l’organo uffi ciale dell’Esercito della Salvezza.<br />

Esso è l’espressione del pensiero del nostro movimento. Pertanto ha tre obbiettivi principali:<br />

evangelizzazione, informazione sulle attività e l’Opera in Italia, informazione a livello internazionale.<br />

Questi obbiettivi saranno conseguiti me<strong>di</strong>ante la pubblicazione <strong>di</strong> brevi articoli attuali e rispondenti alla<br />

nostra cultura<br />

Questo perio<strong>di</strong>co è associato alla<br />

Unione Stampa Perio<strong>di</strong>ca Italiana<br />

Tutte le citazioni bibliche in questo numero de “il Grido <strong>di</strong> <strong>Guerra</strong> contro il male e l’ingiustizia” sono dalla versione Nuova Riveduta<br />

ad eccezione dove specifi cato: D: Diodati; R: Riveduta; ND: Nuova Diodati; TILC: Interconfessionale; PEV: La Parola è Vita.<br />

Tutte le immagini utilizzate in questo numero de “il Grido <strong>di</strong> <strong>Guerra</strong> contro il male e l’ingiustizia” provengono da pixabay.com<br />

ad eccezione dove specifi cato.


EDITORIALE<br />

Non immaginazione<br />

ma<br />

una realtà!<br />

MAGGIORE<br />

Virginia Pavoni<br />

RESPONSABILE DEL<br />

CORPO DI FIRENZE<br />

Cari lettori e care lettrici,<br />

Nel numero <strong>di</strong> questo mese troverete la<br />

recensione del libro “Io posso solo immaginare”,<br />

che racconta la storia vera dell'autore Bart<br />

Millard, colui che ha ispirato la canzone “I can<br />

only imagine”.<br />

Nel 2018 è anche uscito nelle sale<br />

cinematografiche il film ispirato al libro, che<br />

tocca una serie <strong>di</strong> temi rilevanti sul matrimonio<br />

e la famiglia: il comportamento abusivo del<br />

marito e padre spinge la moglie ad andarsene,<br />

abbandonando il figlio Bart con il padre violento.<br />

È un tema <strong>di</strong> cui senz'altro abbiamo sentito<br />

parlare: l’articolo a cura del Gruppo Antitratta ci<br />

ricorda che potremmo e dovremmo considerare<br />

quante persone <strong>di</strong>strutte vivono nella nostra<br />

società. Un nostro coinvolgimento, anche<br />

minimo, può piantare un seme che può sbocciare<br />

nella fede più avanti nella vita. Sin dai suoi albori,<br />

l'Esercito della Salvezza si è sempre pro<strong>di</strong>gato<br />

per combattere la violenza, la <strong>di</strong>suguaglianza, lo<br />

sfruttamento degli esseri umani e tanto altro.<br />

Anche se non veniamo a conoscenza <strong>di</strong> storie che<br />

stanno <strong>di</strong>etro alla rabbia e al comportamento<br />

violento <strong>di</strong> una persona verso gli altri, ciascuno <strong>di</strong><br />

noi può combattere per sconfiggere ogni abuso.<br />

Quante persone nascondono il dolore degli abusi<br />

subiti? Come può il nostro ministero toccare<br />

queste vite e fornire un'apertura attraverso la<br />

quale l'amore <strong>di</strong> Dio possa portare redenzione e<br />

liberazione? Come possiamo portare umilmente<br />

il Vangelo vivente a coloro che si trovano al <strong>di</strong> là<br />

delle nostre mura?<br />

La “speranza <strong>di</strong> liberazione” da ogni forma <strong>di</strong><br />

schiavitù non è immaginazione ma una realtà<br />

che tutti possono sperimentare accettando la<br />

salvezza che Gesù ci offre gratuitamente.<br />

Vuoi anche tu, caro amico e cara amica, fare<br />

questa esperienza?<br />

PAG. 3


PrigIONiEri<br />

in CASA NOSTRA<br />

Un commento a Luca 10:38-42<br />

SOLDATO<br />

Davide Romano<br />

A<br />

chi piace il cinema? Sono sicuro a tutti.<br />

Che bello stare sul <strong>di</strong>vano <strong>di</strong> casa o nel<br />

buio <strong>di</strong> una sala e lasciarsi trascinare in<br />

un altro tempo o in una struggente storia<br />

d’amore o magari farsi commuovere ed e<strong>di</strong>ficare<br />

da un film cristiano. Che bella magia il cinema!<br />

Io ne sono schiavo, fin da piccolo. Così ho questo<br />

problema: ogni volta che apro la Bibbia, per me<br />

comincia un film.<br />

Oggi voglio invitarvi a vivere con me la<br />

pagina del Vangelo <strong>di</strong> Luca in modo <strong>di</strong>verso. La<br />

scena è quella assai nota del pasto a casa <strong>di</strong> Marta<br />

e Maria a Betania. Facciamo apparire nella nostra<br />

mente, quasi magicamente, la piccola città <strong>di</strong><br />

Betania, da non confondersi con quella oltre il<br />

Giordano dove operava Giovanni il battezzatore, è<br />

una citta<strong>di</strong>na a pochi chilometri da Gerusalemme.<br />

Oggi ha cambiato nome ma esiste ancora.<br />

La vedete con le sue case imbiancate<br />

dal sole sotto un cielo <strong>di</strong> cobalto? Vedete anche<br />

gli ulivi, che punteggiano il paesaggio, quasi<br />

carezzati e accompagnati dal vento nelle loro<br />

danze lente? In quella citta<strong>di</strong>na, quasi uguale a<br />

tante altre, vivevano tre amici <strong>di</strong> Gesù: Lazzaro,<br />

l’energica Marta (purtroppo spesso citata a<br />

sproposito in troppe pre<strong>di</strong>cazioni) e la mite Maria,<br />

probabilmente più giovane <strong>di</strong> lei.<br />

<strong>Il</strong> Vangelo <strong>di</strong> Luca (10:38), che è l’unico a<br />

riferire questo episo<strong>di</strong>o, <strong>di</strong>ce: “Mentre erano in<br />

cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna,<br />

<strong>di</strong> nome Marta lo ricevette in casa sua”. Quin<strong>di</strong> le<br />

fece un’improvvisata. E possiamo supporre che<br />

non vi andò da solo ma insieme ai <strong>di</strong>scepoli. Povera<br />

Marta a correre da una stanza all’altra mentre sua<br />

sorella, Maria, rimaneva immobile ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Gesù<br />

ad ascoltarlo.<br />

Immaginatevi Marta con una zuppiera<br />

in una mano e un mestolo nell’altra che con la<br />

testa in<strong>di</strong>ca a Gesù sua sorella e gli urla: “Ma non<br />

le <strong>di</strong>ci nulla? Non ve<strong>di</strong> che corro da una stanza<br />

all’altra e che lei mi ha lasciata sola?”. Ci sarà stato<br />

dell’imbarazzo, magari tutti si saranno <strong>di</strong> colpo<br />

fermati per osservare Marta. Riuscite a vedere<br />

Gesù che fissa Marta e le risponde? La risposta del<br />

Signore è nota, e<strong>di</strong>ficante. Discorso chiuso o forse<br />

no.<br />

Quando ero bambino, mi piaceva<br />

costruirmi, con alcune se<strong>di</strong>e e con tutto quello<br />

che trovavo, uno spazio immaginario che<br />

rappresentava <strong>di</strong> volta in volta la mia casa, una<br />

fortezza o un castello. Uno spazio dentro il quale<br />

sentirmi protetto, sicuro. <strong>Il</strong> problema è che spesso<br />

non sapevo poi come uscirne, allora chiamavo in<br />

soccorso mia madre. Lei arrivava, mi sorrideva e mi<br />

tirava fuori dal mio rifugio sicuro.<br />

Ecco io penso che la pagina del Vangelo <strong>di</strong><br />

oggi ci parli proprio <strong>di</strong> questo: dello spazio vitale<br />

che ci siamo costruiti nel tempo e dentro il quale<br />

rischiamo <strong>di</strong> rimanere intrappolati.<br />

Marta è imbrigliata dentro i suoi rituali, in se<br />

stessi buoni, ma che la <strong>di</strong>straggono rispetto a ciò<br />

che avviene persino nella sua casa o vita. E sembra<br />

che Gesù qui si faccia ospite per tirare fuori Marta<br />

dal <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne delle sue tante preoccupazioni che la<br />

portano lontana da se stessa e dalla sua interiorità,<br />

ma soprattutto dal Signore che, secondo lei, sta<br />

servendo.<br />

La Bibbia ci <strong>di</strong>ce una speranza <strong>di</strong> liberazione<br />

per tutti che, però, non può arrivare da noi stessi<br />

ma da un Altro che viene a visitarci in maniera<br />

inaspettata. L’ospite non atteso. Sorprendente.<br />

Dio si fa ospite per portare una Parola. E questo<br />

brano evangelico ci mostra come Maria si ponga<br />

prontamente all’ascolto <strong>di</strong> questa parola che libera<br />

da seduta, in una posizione <strong>di</strong> accoglienza e quasi<br />

<strong>di</strong> resa, <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>enza. Si mette in basso, ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Gesù. È pronta a ricevere la sua parola. Perché la<br />

parola <strong>di</strong> senso e <strong>di</strong> verità che Dio pronuncia nelle<br />

nostre vite, nelle forme più impreve<strong>di</strong>bili, chiede <strong>di</strong><br />

essere ascoltata e pienamente accolta. <strong>Il</strong> più delle<br />

volte, invece, neppure ci accorgiamo <strong>di</strong> questa<br />

parola e forse neppure <strong>di</strong> questa presenza nelle<br />

nostre esistenze.<br />

Da Gesù ospite, Marta si sarebbe<br />

aspettata parole <strong>di</strong>verse, parole <strong>di</strong> conferma, <strong>di</strong><br />

riconoscimento per il suo impegno, <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne.<br />

E, invece, il suo ospite improvviso e impreve<strong>di</strong>bile<br />

è venuto a liberare Marta dai suoi rituali nei quali<br />

è rimasta imprigionata. Gesù risveglia Marta<br />

dalla sua incapacità ad accogliere la novità che è<br />

entrata nella sua casa e <strong>di</strong> cui lei non è più capace<br />

<strong>di</strong> accorgersi.<br />

Possiamo fare tanto bene, come Marta,<br />

essere operosi e lodevoli servitori del Signore, ma<br />

<strong>di</strong>ventare pure prigionieri del bene che facciamo.<br />

Dell’immagine inossidabile <strong>di</strong> noi stessi che ci<br />

costruiamo negli anni.<br />

Anche la vita <strong>di</strong> servizio più ammirevole<br />

può <strong>di</strong>venire una fortezza nella quale Dio e il<br />

nostro prossimo non possono più entrare. Un po’<br />

come le fortezze che mi costruivo da piccolo dalle<br />

quali chiamavo mia madre a liberarmi.<br />

John Lennon cantava: “La vita è quello<br />

che ti accade mentre sei occupato a fare altri<br />

progetti”. Che oggi la Vita ci accada davvero!<br />

Che il Signore ci liberi dalle dorate prigioni che ci<br />

siamo costruiti, che inaspettato finalmente arrivi e<br />

che ci trovi pronti ad accoglierlo con le orecchie e<br />

il cuore aperti!<br />

PAG. 4


ANTITRATTA<br />

LA<br />

STORIA DI<br />

JENNY<br />

UNA STORIA COME TANTE ALTRE IN CUI SI RACCONTA CIÒ CHE PUÒ SUCCEDERE<br />

A CHI CADE NELLA TRAPPOLA DELLA TRATTA DI ESSERI UMANI<br />

MI CHIAMO JENNY e per la maggior parte della mia vita sono stata felice. Ho avuto la fortuna <strong>di</strong> avere<br />

una buona istruzione fino alla laurea e ho lavorato per molti anni come insegnante. Come genitore single,<br />

però, sembrava che i sol<strong>di</strong> non fossero mai abbastanza e mi preoccupavo molto per le bollette. Ho iniziato<br />

a cercare lavoro nella capitale e un giorno ho notato un annuncio <strong>di</strong> lavoro come cameriera in una casa<br />

privata negli Emirati Arabi Uniti. La paga era molto più alta <strong>di</strong> quella che percepivo qui, quin<strong>di</strong> sono stata<br />

contenta quando ho ottenuto il lavoro.<br />

Ma quando sono arrivata lì ho capito subito che avevo commesso un grosso errore. <strong>Il</strong> mio datore <strong>di</strong> lavoro<br />

mi ha imme<strong>di</strong>atamente sequestrato il passaporto e il telefono e mi ha detto che non potevo chiamare<br />

la mia famiglia. Sono stata costretta a lavorare molte ore per pochi sol<strong>di</strong>. Dovevo occuparmi dei suoi due<br />

figli che, avendo visto come i loro genitori mi trattavano male, pensavano <strong>di</strong> poter fare lo stesso. I ragazzi<br />

litigavano e spesso mi usavano come sacco da boxe.<br />

Un giorno scoprii che ero stata venduta a un'altra famiglia e la vita peggiorò ulteriormente. Dovevo dormire<br />

per terra in una dependance e morivo sempre <strong>di</strong> fame. Spesso mi davano solo gli avanzi e mi sentivo<br />

debole e stanca. Ero così imbarazzata per essermi comportata da stupida, ma decisi <strong>di</strong> chiamare mia zia a<br />

casa. Lei era sconvolta, ma ha chiamato l'Ambasciata che ha fatto in modo che la polizia mi salvasse e mi<br />

portasse in un luogo sicuro fino a quando non sono riusciti a riportarmi a casa.<br />

POSIZIONE DELL'ESERCITO DELLA SALVEZZA<br />

CONTRO IL TRAFFICO UMANO<br />

L'umanità è creata a immagine <strong>di</strong> Dio (Genesi 1:26).<br />

Tutti gli uomini sono preziosi per Dio e occupano<br />

un posto speciale nella sua creazione (Salmo 8:5).<br />

Ciononostante, la Bibbia descrive realtà terribili<br />

che sono reali oggi come quando le Scritture sono<br />

state scritte:<br />

<strong>Il</strong> Salmo 10 descrive la malvagità <strong>di</strong> chi intrappola<br />

gli altri. “Sta in agguato per catturare gli in<strong>di</strong>fesi;<br />

cattura gli in<strong>di</strong>fesi e li trascina nella sua rete. Le<br />

sue vittime sono schiacciate, crollano, cadono<br />

sotto la sua forza. Dice a se stesso: "Dio non se ne<br />

accorgerà mai". Isaia 42:22: "Ma questo è un popolo<br />

saccheggiato e depredato, tutto intrappolato nelle<br />

fosse o nascosto nelle prigioni. Sono <strong>di</strong>ventati<br />

bottino, senza che nessuno li soccorra; sono stati<br />

fatti bottino, senza che nessuno <strong>di</strong>ca: 'Rimandateli<br />

in<strong>di</strong>etro'".<br />

Gioele 3:3: "Hanno tirato a sorte il mio popolo e<br />

hanno scambiato ragazzi per prostitute; hanno<br />

venduto ragazze per vino da bere".<br />

La Bibbia sottolinea l'ingiustizia <strong>di</strong> tutto ciò.<br />

Nessuno deve essere sfruttato o danneggiato.<br />

La convinzione cristiana è che l'attuale stato <strong>di</strong><br />

fragilità e <strong>di</strong> peccato del mondo non è l'ultima<br />

parola. Dio, che ha creato gli uomini, vuole che<br />

nessuno si perda. Gesù è venuto nel mondo<br />

perché tutti abbiano la vita in pienezza (Giovanni<br />

10:10). Egli <strong>di</strong>sse: "<strong>Il</strong> Signore mi ha mandato ad<br />

annunciare la liberazione dei prigionieri, a dare la<br />

vista ai ciechi, a liberare chiunque soffre e a <strong>di</strong>re:<br />

"Questo è l'anno che il Signore ha scelto" (Luca<br />

4:18-19). Quando Gesù <strong>di</strong>sse questo, stava citando<br />

Isaia 61:1-2. Più avanti in Isaia 61 si trovano queste<br />

parole: "Io, il Signore, amo la giustizia! Ma o<strong>di</strong>o la<br />

rapina e l'ingiustizia" (v.8 ). Michea 6:8 chiede: "Che<br />

cosa richiede il Signore da te?" e risponde: "Agisci<br />

con giustizia, ama la misericor<strong>di</strong>a e cammina<br />

umilmente con il tuo Dio". <strong>Il</strong> prossimo va amato<br />

come si ama se stessi (Matteo 22:39; Levitico 19:18).<br />

Di conseguenza, i cristiani sono chiamati a lavorare<br />

per l'eliminazione <strong>di</strong> tutte le forme <strong>di</strong> schiavitù e <strong>di</strong><br />

traffico <strong>di</strong> esseri umani.<br />

PAG. 5


I Can Only Imagine<br />

Io Posso Solo Immaginare - Traduzione in italiano<br />

Posso solo immaginare<br />

come sarà<br />

quando camminerò<br />

al tuo fianco<br />

Posso solo immaginare<br />

Cosa i miei occhi vedranno<br />

Quando la tua faccia<br />

Sarà davanti a me<br />

Posso solo immaginare<br />

Coro<br />

Circondato dalla Tua Gloria, come si sentirà il mio cuore<br />

Ballerò per te Gesù o sarò in soggezione<br />

Starò in tua presenza o cadrò sulle mie ginocchia<br />

Canterò alleluia, sarò in grado <strong>di</strong> parlare a tutti<br />

Posso solo immaginare<br />

Posso solo immaginare<br />

Quando quel giorno arriverà<br />

E troverò me stesso<br />

Stando in pie<strong>di</strong> al sole<br />

Posso solo immaginare<br />

Quando tutto ciò che farò<br />

Sarà per sempre<br />

Per sempre lodarti<br />

Posso solo immaginare<br />

Coro<br />

Posso solo immaginare [x2]<br />

Posso solo immaginare<br />

Quando tutto ciò che farò<br />

sarà per sempre, per sempre lodare te<br />

I Can Only Imagine<br />

© 1999 INO/Curb<br />

Autori: Bart Millard / Pete Kipley


Immagina!<br />

MAGGIORE<br />

Samuel Walzer<br />

CAPO DEI PROGRAMMI<br />

E UFFICIALE DEI PROGETTI<br />

<strong>Il</strong> giorno in cui la domanda non fosse come vivere bene,<br />

ma come morire in pace.<br />

Cosa ne pensi della canzone <strong>di</strong> Bart Millard<br />

nella pagina precedente? Sono sicuro<br />

che conosci anche la canzone "Imagine"<br />

<strong>di</strong> John Lennon. Se le confrontiamo,<br />

notiamo delle <strong>di</strong>fferenze significative. Entrambi<br />

parlano <strong>di</strong> un mondo ideale. <strong>Il</strong> mondo <strong>di</strong> John, però,<br />

non esiste realmente, quin<strong>di</strong> deve immaginarlo<br />

sognando. Bart, invece, canta <strong>di</strong> una realtà <strong>di</strong> cui<br />

è profondamente convinto. Mentre John ha una<br />

bella immaginazione (dal suo punto <strong>di</strong> vista),<br />

la realtà <strong>di</strong> Bart è inimmaginabilmente bella.<br />

Immagina se questa <strong>di</strong>fferenza fosse significativa.<br />

Immagina che sia importante se esista un para<strong>di</strong>so<br />

(<strong>di</strong> cui Bart è convinto) o se questo para<strong>di</strong>so<br />

non esiste (come John vorrebbe immaginare). A<br />

proposito, mi chiedo perché John Lennon voglia<br />

immaginare che questo para<strong>di</strong>so non esista. Cosa<br />

c'è <strong>di</strong> così attraente nell'idea che il para<strong>di</strong>so non<br />

esiste, ma che questo mondo - almeno finché<br />

tutti sognano - <strong>di</strong>venterà un posto migliore? Riesci<br />

a immaginare una cosa del genere?<br />

Immagina che ci sia la possibilità <strong>di</strong> scegliere. Se<br />

John Lennon ha ragione, non abbiamo scelta. Al<br />

massimo possiamo scegliere se sognare o meno<br />

con lui. Ma se Bart Millard ha ragione, allora<br />

abbiamo una scelta, perché c'è un para<strong>di</strong>so e un<br />

inferno. E allora è importante sapere dove finiamo.<br />

Immagina se potessimo scegliere tra il para<strong>di</strong>so e<br />

l'inferno.<br />

Molte persone hanno un problema in merito.<br />

Evitano questa decisione. Forse perché non<br />

riescono a immaginare queste due realtà<br />

opposte. Allora è più facile sostenere, come John<br />

Lennon, che non ci sono né para<strong>di</strong>so né inferno.<br />

O che devono esistere altre versioni dell'eternità<br />

e della vita eterna. Molte persone costruiscono<br />

una versione della fede con cui possono vivere<br />

ragionevolmente bene. Ma immagina se arrivasse<br />

il giorno in cui la domanda non fosse come vivere<br />

bene, ma come morire in pace.<br />

Sappiamo come è morto John Lennon. Possiamo<br />

immaginare come morirà Bart Millard. Morirà<br />

sapendo che entrerà nella realtà <strong>di</strong> Dio, la cui<br />

bellezza soprannaturale non può immaginare,<br />

ma che già conosce grazie alla sua fede in Gesù.<br />

Immagina quanto deve essere bello. E immagina<br />

che questo possa essere esattamente il caso<br />

anche per te.<br />

Perché Gesù ha detto una volta*: “Dio ha tanto<br />

amato il mondo, che ha dato il suo unigenito<br />

Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca,<br />

ma abbia vita eterna. Chi crede in lui non è<br />

giu<strong>di</strong>cato; chi non crede è già giu<strong>di</strong>cato, perché<br />

non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio <strong>di</strong><br />

Dio.” Immagina <strong>di</strong> essere tu!<br />

*La Bibbia, Giovanni 3:16-18<br />

PAG. 7


Deuteronomio 4:5-8<br />

Ecco, io vi ho insegnato leggi e prescrizioni,<br />

come il SIGNORE, il mio Dio, mi ha or<strong>di</strong>nato,<br />

perché le mettiate in pratica nel paese nel quale<br />

vi accingete a entrare per prenderne possesso.<br />

Le osserverete dunque e le metterete in pratica,<br />

perché quella sarà la vostra sapienza e la<br />

vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali,<br />

udendo parlare <strong>di</strong> tutte queste leggi, <strong>di</strong>ranno:<br />

«Questa grande nazione è il solo popolo savio<br />

e intelligente!» Qual è infatti la grande nazione<br />

alla quale la <strong>di</strong>vinità sia così vicina come è vicino<br />

a noi il SIGNORE, il nostro Dio, ogni volta che<br />

lo invochiamo? Qual è la grande nazione che<br />

abbia leggi e prescrizioni giuste come è tutta<br />

questa legge che io vi espongo oggi?<br />

Siamo all’inizio del Deuteronomio, il testamento<br />

<strong>di</strong> Mosè, il suo lascito al suo popolo. Mosè si<br />

concentra sull’essenziale, su ciò che veramente<br />

conta perché Israele sia Israele, le “leggi e<br />

prescrizioni” (v.5), “giuste” (v.8), espressioni del<br />

<strong>di</strong>ritto del Dio della libertà. Tutte insieme, sono<br />

“questa legge” (v.8). Sono ciò che serve a Israele,<br />

il popolo <strong>di</strong> schiavi liberato dalla servitù, sorretto<br />

dalla promessa <strong>di</strong> Dio e a lui vincolato dal suo<br />

“patto”, a rimanere Israele in mezzo alle nazioni.<br />

Le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> Dio che è vicino a quelli che lo<br />

invocano (v.7), come Mosè sa fin dal misterioso<br />

incontro nel deserto, davanti al roveto ardente<br />

(Esodo 3). Dio ha visto la miseria degli schiavi, ha<br />

u<strong>di</strong>to il loro grido e scende perché essi possano<br />

salire alla libertà (Esodo 3:7-9).<br />

Questa legge, la legge del patto riassunta<br />

nelle “<strong>di</strong>eci parole scritte su tavole <strong>di</strong> pietra”<br />

(v.13), serve a Israele per vivere, conservare ed<br />

estendere la libertà che ha ricevuto. Ciò che<br />

costituisce la libertà e la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> un uomo<br />

libero (la tutela della sua vita; la proprietà dei<br />

suoi mezzi <strong>di</strong> sussistenza; l’integrità della sua<br />

famiglia; il suo rispetto anche nella senescenza ..)<br />

è al tempo stesso ciò che va rispettato e tutelato<br />

nell’altro, anch’egli liberato dalla schiavitù.<br />

Soltanto, bada bene a te stesso e guardati<br />

dal <strong>di</strong>menticare le cose che i tuoi occhi hanno<br />

viste, ed esse non ti escano dal cuore finché<br />

duri la tua vita. Anzi, falle sapere ai tuoi figli e<br />

ai figli dei tuoi figli.<br />

Ricòrdati del giorno che comparisti davanti al<br />

Signore, al tuo Dio, in Oreb, quando il Signore<br />

mi <strong>di</strong>sse: «Radunami il popolo e io farò loro<br />

u<strong>di</strong>re le mie parole, perché essi imparino a<br />

temermi tutto il tempo che vivranno sulla terra<br />

e le insegnino ai loro figli».<br />

Voi vi avvicinaste e vi fermaste ai pie<strong>di</strong> del<br />

monte; e il monte era tutto in fiamme, che si<br />

innalzavano fino al cielo; vi erano tenebre,<br />

nuvole e oscurità.<br />

E dal fuoco il Signore vi parlò; voi u<strong>di</strong>ste il<br />

suono delle parole, ma non vedeste nessuna<br />

figura; non u<strong>di</strong>ste che una voce.<br />

Egli vi annunziò il suo patto, che vi comandò<br />

<strong>di</strong> osservare, cioè i <strong>di</strong>eci comandamenti, e li<br />

scrisse su due tavole <strong>di</strong> pietra.<br />

A me, in quel tempo, il Signore or<strong>di</strong>nò<br />

d'insegnarvi leggi e prescrizioni, perché voi<br />

le mettiate in pratica nel paese dove ora<br />

entrerete per prenderne possesso. (vv. 9-14).<br />

PAG. 8


Un popolo<br />

che gli appartiene<br />

Daniele Garrone<br />

BIBLISTA E PASTORE<br />

“Non <strong>di</strong>menticare….” “Ricordare …”<br />

“Raccontare ai figli …” L’ebraismo ha dato forse la<br />

massima concrezione a questo duplice imperativo<br />

nel rituale – se così lo possiamo chiamare – della<br />

cena pasquale. Anche l’essenziale <strong>di</strong> ogni nostro<br />

culto è fatto <strong>di</strong> memoria coltivata e con<strong>di</strong>visa e<br />

<strong>di</strong> racconto della pregnanza <strong>di</strong> quella memoria.<br />

Memoria della <strong>di</strong>scesa e della vicinanza <strong>di</strong> Dio e<br />

della parola che le annuncia: orientare a questo<br />

la nostra vita, questo il “timor <strong>di</strong> Dio”.<br />

Siccome non vedeste nessuna figura il giorno<br />

che il SIGNORE vi parlò in Oreb dal fuoco,<br />

badate bene a voi stessi,<br />

affinché non vi corrompiate e non vi facciate<br />

qualche scultura, la rappresentazione <strong>di</strong><br />

qualche idolo […] (vv. 15-16)<br />

C’è un secondo monito. A non “sbandare”<br />

<strong>di</strong>etro alle immagini. Allora si pensava a<br />

raffigurazioni della/e <strong>di</strong>vinità. <strong>Il</strong> Dio della<br />

liberazione non si è mostrato, ma ha parlato. Non<br />

è un Dio da vedere e quin<strong>di</strong> raffigurare, ma da<br />

ascoltare, nella due <strong>di</strong>mensioni della promessa<br />

e del comandamento.<br />

Oggi, nel cosiddetto tempo della<br />

comunicazione e della “immagine” (persino in<br />

chiesa <strong>di</strong>ciamo che “bisogna curare l’immagine”<br />

…) ci viene un’altra lezione. Oggi tutto si gioca<br />

sull’immagine e la parola umana sembra ridotta<br />

a slogan, esternazione imme<strong>di</strong>ata e assertoria,<br />

sentenza sparata, <strong>di</strong> esecrazione o <strong>di</strong> plauso.<br />

Non è più interlocuzione, argomentazione,<br />

interrogazione, annuncio, appello. Ricor<strong>di</strong>amolo,<br />

noi che viviamo <strong>di</strong> una Parola che non passa e<br />

dalla quale possiamo ricavare parole sensate e<br />

autorevoli perché non sono nostre esternazioni,<br />

ma ciò che ci è dato <strong>di</strong> scoprire, ciò che ci viene<br />

detto da fuori <strong>di</strong> noi, per noi ….<br />

Nelle chiese evangeliche che seguono<br />

il lezionario <strong>di</strong> “Un giorno una Parola”,<br />

Deuteronomio 4 è in<strong>di</strong>cato come testo <strong>di</strong><br />

pre<strong>di</strong>cazione per la “domenica <strong>di</strong> Israele”.<br />

La Domenica <strong>di</strong> Israele esiste dal XVI secolo.<br />

All’inizio, con il nome <strong>di</strong> “Giorno della Memoria<br />

della Distruzione <strong>di</strong> Gerusalemme”, essa<br />

commemorava la <strong>di</strong>struzione del Tempio <strong>di</strong><br />

Gerusalemme, evento che veniva interpretato<br />

come giu<strong>di</strong>zio sul popolo ebraico, che non aveva<br />

riconosciuto Gesù come Messia e che perciò era<br />

stato <strong>di</strong>sperso tra i popoli e costretto a una vita<br />

miseranda, a testimoniare – come si <strong>di</strong>ceva da S.<br />

Agostino in poi – il suo errore e la “nostra” verità,<br />

la verità <strong>di</strong> una chiesa che aveva soppiantato<br />

Israele. A partire dal pietismo, questa domenica<br />

era centrata sulla “missione agli Ebrei”, mirante<br />

alla conversione degli Ebrei alla fede in Gesù<br />

come vero Messia e Figlio <strong>di</strong> Dio.<br />

Solo dopo la Shoah si è preso coscienza<br />

dell’antigiudaismo e abbiamo cominciato a<br />

imparare a leggere l’Antico Testamento accanto<br />

a Israele e non al suo posto o contro <strong>di</strong> lui.<br />

Con questa consapevolezza, possiamo sentirci<br />

interpellati come “popolo che gli appartiene”<br />

e, con Israele e come Israele, saperci liberati,<br />

chiamati, ammoniti e consolati.


La Riforma…<br />

un avvenimento del passato?<br />

TENENTE AUS.<br />

<strong>Il</strong>aria Castaldo<br />

RESPONSABILE DEL CORPO<br />

DI ATENA LUCANA<br />

Nel 1514 papa Leone X concesse l'indulgenza<br />

plenaria a ogni fedele che avesse fatto un'offerta<br />

per la costruzione della Basilica <strong>di</strong> San Pietro<br />

a Roma. <strong>Il</strong> perdono dei peccati (da parte <strong>di</strong> un<br />

uomo) <strong>di</strong>etro pagamento.<br />

Lutero trovava inammissibile che il<br />

perdono potesse essere garantito da una<br />

donazione e il 31 ottobre 1517 affisse 95 tesi sulla<br />

porta della Cattedrale <strong>di</strong> Wittenberg, la città dove<br />

insegnava teologia. Si trattava <strong>di</strong> un riassunto<br />

delle convinzioni maturate dallo stu<strong>di</strong>o della<br />

Bibbia. <strong>Il</strong> Papa gli chiese <strong>di</strong> ritrattare le sue idee<br />

ma Lutero non accettò subendo la scomunica<br />

che, a quel tempo, voleva <strong>di</strong>re essere nel mirino<br />

dell’Inquisizione. Nel 1521 fu processato e<br />

condannato come eretico. Fu accolto e protetto<br />

da Federico III <strong>di</strong> Sassonia e nel frattempo,<br />

tradusse la Bibbia in tedesco, così che chiunque<br />

potesse leggerla.<br />

Tempi lontani, <strong>di</strong>rete, se non fosse che nel<br />

2020 papa Francesco offre, ripreso dai me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

tutto il mondo, la bene<strong>di</strong>zione eucaristica e la<br />

remissione, cioè la cancellazione <strong>di</strong> tutti i peccati<br />

e della pena che dovrebbe essere scontata in vita<br />

con preghiere, penitenze o opere <strong>di</strong> carità, oppure<br />

in Purgatorio. In cambio non viene chiesta una<br />

donazione, ma preghiere a Dio e a Maria.<br />

In una sola frase ho enumerato una serie<br />

<strong>di</strong> pratiche che i Protestanti, cioè coloro che<br />

hanno aderito alla Riforma operata da Lutero,<br />

non ammettono perché non bibliche.<br />

Indulgenza (remissione dei peccati).<br />

Solo Dio può rimettere i peccati. I credenti<br />

possono annunciare il perdono che Gesù è<br />

venuto a donare attraverso la croce, ma questo è<br />

subor<strong>di</strong>nato ad un pentimento del singolo e non<br />

può essere “impartito” da nessun uomo.<br />

Cancellazione delle pene. L’apostolo<br />

Paolo <strong>di</strong>ce che “Non c'è dunque più nessuna<br />

condanna per quelli che sono in Cristo Gesù….”<br />

(Romani 8:1-2). Nessun uomo può regolamentare<br />

il pagamento dei peccati.<br />

Preghiere a Maria. In Luca 4:8 Gesù <strong>di</strong>ce a<br />

Satana che lo sta tentando: “Sta scritto: - Adora il<br />

Signore, il tuo Dio, e a lui solo ren<strong>di</strong> il tuo culto".<br />

Non preghiamo nessun altro se non Dio: Maria<br />

stessa è una creatura <strong>di</strong> Dio e noi non adoriamo e<br />

serviamo la creatura ma il Creatore.<br />

A cosa serve la Riforma oggi? Come ci riguarda?<br />

In una parte del mondo, nei Paesi<br />

a maggioranza protestante, la Riforma ha<br />

modellato la società, con le sue priorità, stili <strong>di</strong><br />

vita ed etica. Nei Paesi nei quali (come in Italia)<br />

non è riuscita a “sfondare”, è e rimane una sfida,<br />

un monito, una “pietra d’inciampo” per chiunque<br />

voglia interrogarsi seriamente sulle Scritture e<br />

sul modo <strong>di</strong> vivere la propria fede, per chi voglia<br />

approfon<strong>di</strong>re la conoscenza della Bibbia e dello<br />

stile <strong>di</strong> vita che propone, per chi voglia liberarsi <strong>di</strong><br />

schemi, dogmi, credenze che nulla hanno a che<br />

fare con la nuova vita che Gesù stesso è venuto<br />

ad offrire.<br />

PAG. 10<br />

Foto:<br />

Wikime<strong>di</strong>a: https://commons.wikime<strong>di</strong>a.org/wiki/File:Luther95theses.jpg<br />

Artista: Fer<strong>di</strong>nando Pauwels (1830-1904)


Alzo gli occhi verso i monti...<br />

Da dove mi verrà l'aiuto?<br />

<strong>Il</strong> mio aiuto vien dal SIGNORE,<br />

che ha fatto il cielo e la terra.<br />

Salmo 121:1-2


Era la vigilia <strong>di</strong> Natale del 1910. <strong>Il</strong><br />

Generale William Booth, Fondatore<br />

dell’Esercito della Salvezza, era<br />

a Londra, quasi alla fine dei suoi<br />

giorni. La sua salute era precaria e non<br />

era in grado <strong>di</strong> partecipare al Congresso<br />

annuale. La sua vista era molto peggiorata;<br />

nessuno sapeva che quello sarebbe stato<br />

l’ultimo Natale della sua vita. Qualcuno<br />

suggerì che il Generale Booth mandasse<br />

un telegramma da leggere all’apertura<br />

del Congresso, come incoraggiamento ai<br />

molti Soldati dell’Esercito della Salvezza<br />

che sarebbero stati lì, dopo molte ore <strong>di</strong><br />

servizio al freddo durante le feste natalizie.<br />

<strong>Il</strong> Generale fu d’accordo e decise <strong>di</strong><br />

mandare un messaggio <strong>di</strong> una sola parola<br />

che riassumesse la sua vita, la missione<br />

dell’Esercito e fosse un incoraggiamento a<br />

continuare. Quando le migliaia <strong>di</strong> delegati<br />

si incontrarono, fu annunciato che il<br />

Generale aveva inviato un telegramma.<br />

Quando fu aperto, venne letta l’unica<br />

parola che lo componeva:<br />

(Gli altri)<br />

PAG. 12<br />

L'AIUTO<br />

ai miserabili<br />

e la loro salvezza dalle con<strong>di</strong>zioni terrene e infernali<br />

in cui vivono tali moltitu<strong>di</strong>ne,<br />

LA SALVEZZA<br />

<strong>di</strong> un numero sempre maggiore <strong>di</strong> anime<br />

e la loro organizzazione,<br />

una volta che sono salvate,<br />

per ultreriori vittorie,<br />

È IL SOGNO DI QUASI OGNI ORA DELLA MIA VITA.<br />

William Booth<br />

Fondatore dell'Esercito della salvezza<br />

1911, l'anno prima della sua morte


70 anni a<br />

Brienza<br />

TENENTE AUS.<br />

<strong>Il</strong>aria Castaldo<br />

RESPONSABILE DEL CORPO<br />

DI ATENA LUCANA<br />

STORIA DELLʼESERCITO DELLA SALVEZZA<br />

Nel maggio del 1953, il sottotenente<br />

Antonio Longo, <strong>di</strong> ritorno dalla Scuola <strong>di</strong><br />

Formazione per Ufficiali <strong>di</strong> Londra, viene<br />

assegnato al Corpo <strong>di</strong> Atena Lucana (SA)<br />

sotto la <strong>di</strong>rezione della maggiore Elena<br />

Sibille. <strong>Il</strong> 21 ottobre la tenente colonnella<br />

Blanche Poujol, Capo per l’Italia, <strong>di</strong>chiara<br />

ufficialmente aperto il Corpo <strong>di</strong> Brienza<br />

affidandone la responsabilità al giovane<br />

sottotenente.<br />

Per raggiungere gli adolescenti in<br />

possesso della quinta elementare, Longo<br />

istituì un corso gratuito <strong>di</strong> preparazione<br />

per l’esame <strong>di</strong> ammissione alla scuola<br />

me<strong>di</strong>a e, nonostante la forte opposizione<br />

del clero locale, si impegnò <strong>di</strong> estendere il<br />

suo campo <strong>di</strong> azione a Monte Pezzafarina,<br />

Sant’Angelo le Fratte, Savoia <strong>di</strong> Lucania,<br />

Vietri <strong>di</strong> Potenza, Satriano <strong>di</strong> Lucania,<br />

Pergola, Tito, Picerno, Sasso <strong>di</strong> Castalda,<br />

Marsico Nuovo e Paterno.<br />

Fonti:<br />

F. e G.A. Colangelo,<br />

L’Esercito della Salvezza tra cronaca e storia (1940 – 1992).<br />

Associazione Culturale Casa E<strong>di</strong>trice Noitrè. Battipaglia, 2014.


&me<br />

Samuel Walzer<br />

Maggiore<br />

Responsabile dei Programmi<br />

e dei Progetti.<br />

1. Qual è stato il tuo primo contatto con<br />

l’Esercito della Salvezza?<br />

I miei genitori sono Ufficiali dell'Esercito della<br />

Salvezza, quin<strong>di</strong> sono stato in contatto con<br />

l'Esercito della Salvezza fin dalla nascita.<br />

2 Cosa ti ha fatto decidere <strong>di</strong> frequentare<br />

l’Esercito?<br />

Mi sono sempre sentito a mio agio nell'Esercito<br />

della Salvezza. Qui avevo i miei amici e un<br />

ambiente sociale che mi dava sicurezza e un<br />

senso attraverso la fede cristiana.<br />

3. Che lavoro fai?<br />

Sono un Ufficiale, il che significa che sono al<br />

servizio <strong>di</strong> Dio a tempo pieno nell'Esercito della<br />

Salvezza. Attualmente sono Responsabile dei<br />

Programmi e dei Progetti dell'Esercito della<br />

Salvezza in Italia.<br />

4. Qual è la cosa più interessante del tuo lavoro?<br />

E la più frustrante?<br />

Non ci sono due giorni uguali. La mia quoti<strong>di</strong>anità<br />

è molto varia, il che rende la vita interessante. A<br />

volte sono frustrato quando le cose non vanno<br />

come avrei voluto e ho investito tempo ed energie<br />

in qualcosa senza successo.<br />

5. Cosa vorresti cambiare dell’Esercito?<br />

Lo farei più grande e pieno <strong>di</strong> entusiasti seguaci<br />

<strong>di</strong> Gesù <strong>di</strong> tutte le età...<br />

.<br />

6. Quale potrebbe essere il motto della tua<br />

vita?<br />

Non dare troppa importanza a te stesso e non<br />

prendere gli altri troppo sul serio.<br />

7. Se potessi avere una scorta illimitata <strong>di</strong><br />

qualcosa, cosa vorresti?<br />

Saggezza e conoscenza.<br />

8. Cosa ti piace fare nel tempo libero?<br />

Dipingere quadri.<br />

9. Qual è il tuo versetto preferito?<br />

Filippesi 2:10-11: “Perché in onore <strong>di</strong> Gesù, in cielo,<br />

in terra e sotto terra, ognuno pieghi le ginocchia,<br />

e per la gloria <strong>di</strong> Dio Padre ogni lingua proclami:<br />

Gesù Cristo è il Signore”.<br />

10. Qual è il tuo canto cristiano preferito?<br />

“Gesù è vicin, non preoccuparti più”l” (The Lord<br />

is near)<br />

11. Se potessi eliminare una cosa dal mondo,<br />

quale sarebbe?<br />

Le zanzare.<br />

12. Se potessi incontrare un personaggio<br />

storico, quale sarebbe?<br />

<strong>Il</strong> profeta Maometto.<br />

13. A parte la Bibbia, quale libro vorresti avere<br />

su un’isola deserta?<br />

“Come costruire una barca”.<br />

14. Qual è il consiglio migliore che tu abbia mai<br />

ricevuto?<br />

Non arrenderti!<br />

15. Qual è la cosa più preziosa che possie<strong>di</strong>?<br />

L'attimo presente.<br />

PAG. 14


DESCRIZIONE<br />

IO POSSO SOLO IMMAGINARE<br />

<strong>Il</strong> successo dei MercyMe, con la canzone<br />

I Can Only Imagine, ha toccato milioni<br />

<strong>di</strong> persone in tutto il mondo. Ma pochi<br />

conoscono la sofferenza, la redenzione e<br />

la guarigione che ispirarono la canzone.<br />

Adesso Bart Millard, artista musicale<br />

vincitore <strong>di</strong> premi e voce principale<br />

dei MercyMe, con<strong>di</strong>vide come la<br />

trasformazione <strong>di</strong> suo padre, da padre<br />

violento a uomo <strong>di</strong> Dio, scatenò un<br />

momento <strong>di</strong>vino nella storia della musica.<br />

Con questo libro andremo <strong>di</strong>etro le quinte<br />

della vita <strong>di</strong> Bart Millard, per scoprire<br />

come Dio riparò una famiglia <strong>di</strong>strutta,<br />

preparò Bart per il ministero attraverso la<br />

musica, e scrisse le parole nel suo cuore<br />

che avrebbero cambiato per sempre la<br />

sua vita.<br />

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