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Allure Magazine (4-2023)

Fondata nel 1978, Allure è il trade magazine di riferimento dei comparti bellezza/profumeria/cosmesi. Il suo attuale obiettivo: avvicinare sempre di più industria e profumeria, diventando così uno strumento indispensabile per tutti gli operatori del settore. Prestigiose firme del mondo della bellezza garantiscono ad Allure contenuti esclusivi, incisivi, di sicuro impatto.

Fondata nel 1978, Allure è il trade magazine di riferimento dei comparti bellezza/profumeria/cosmesi. Il suo attuale obiettivo: avvicinare sempre di più industria e profumeria, diventando così uno strumento indispensabile per tutti gli operatori del settore. Prestigiose firme del mondo della bellezza garantiscono ad Allure contenuti esclusivi, incisivi, di sicuro impatto.

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La parola agli<br />

esperti della nicchia<br />

■ Silvio Levi. Non vi è dubbio che si sia comunicato<br />

veramente male. Non vi è la percezione da parte del<br />

pubblico che il profumo è e deve poter esser apprezzato<br />

come mezzo di comunicazione ed espressione<br />

artistica, alla pari di pittura, poesia, musica. In ognuna<br />

di queste arti, come Cristophe Laudamiel sottolinea<br />

nel suo manifesto Fraternité, Egalité, Fragrancité, ci sono<br />

iperproduzioni di disegni, brani strimpellati, fotografie,<br />

quadri, ma per ognuno di noi la quantità produttiva<br />

non lede il fatto che si tratti di arti ed esistano<br />

capolavori imperituri, e che vi siano musei, conservatori,<br />

gallerie, letture colte. Difficilmente si pensa a un<br />

profumo in questo modo. Sarebbe molto meglio comunicarlo<br />

per le sue qualità evocative, emotive e non<br />

come status symbol, o maschera che ci fa<br />

apparire diversi da quello che siamo. E<br />

soprattutto dovremmo far sì che si possa<br />

apprezzare l’estetica anche di profumi<br />

che non indosseremo mai, ma<br />

di cui percepiamo bellezza e creatività,<br />

vere e proprie opere d’arte.<br />

Pur apprezzandoli e comprendendone<br />

l’importanza, però, non tutti<br />

ci metteremmo in casa un poster di<br />

Salvator Dalì o di Kandinsky. Ricordiamoci<br />

sempre che, come mi disse una volta<br />

il grande profumiere Guy Robert, di profumi<br />

buoni ce ne sono tantissimi ma di profumi belli,<br />

molto meno.<br />

■ Andrea Rubini. Ritengo sia difficile essere tecnici e<br />

appropriati quando si deve attirare l’attenzione raccontando<br />

un profumo in 15 secondi. Sicuramente, le<br />

aziende potrebbero lavorare su formazioni ad hoc<br />

rivolte agli influencer, premiando maggiormente chi<br />

offre contenuti qualitativi. Ci troviamo, difatti, davanti<br />

a un controsenso: da una parte abbiamo una vendita<br />

selettiva e dall’altra un potente mezzo di comunicazione.<br />

In parallelo, continuerei a investire sulla formazione<br />

in boutique e nei counter dedicati, risultando<br />

fondamentale anche per i consulenti alla vendita un<br />

costante lavoro di studio e ricerca.<br />

■ Filippo Sorcinelli. Sempre più spesso noto messaggi<br />

inutili che si avvicinano, pericolosamente, ai modelli<br />

ascolto<br />

del<br />

cliente<br />

di comunicazione commerciale.<br />

Il punto di forza è il non<br />

delegare il proprio racconto<br />

alle agenzie, ma dare spazio al<br />

proprio vissuto, alle proprie<br />

esperienze. Questa è la comunicazione<br />

più autentica, che<br />

va estesa a chi veicola per noi il messaggio, rendendolo<br />

il più chiaro e limpido possibile.<br />

■ Rosa Vaia. La scarsa comunicazione<br />

deriva irrimediabilmente dalla scarsità<br />

di budget. Per realizzare una comunicazione<br />

efficace, si dovrebbe<br />

operare su più canali, attraverso<br />

molteplici linguaggi, ma questo è<br />

impensabile nel mio settore. Per ciò<br />

che concerne il concetto di esclusività,<br />

credo che questa vada riscontrata<br />

nella coerenza dello storytelling e nella<br />

qualità sia creativa, sia manifatturiera. Il fatto<br />

che in pochi ne parlino non rende esclusiva quella<br />

essenza, la rende semplicemente poco conosciuta.<br />

7Cosa potrebbe cambiare<br />

in un futuro imminente<br />

per la profumeria di nicchia<br />

e perché?<br />

■ Alessandra Asnaghi. Il modello di distribuzione<br />

può evolvere verso un’ibridazione di offerta tra<br />

brand artistici e designer nello stesso punto vendita,<br />

come avviene già in contesti internazionali, visto<br />

che anche grandi player della profumeria tradizionale<br />

stanno dimostrando maggior interesse per il<br />

segmento artistico. L’altro grande game changer da<br />

citare è l’e-commerce in continua crescita, che cambierà<br />

sempre di più le abitudini di consumo di questa<br />

categoria. Non da ultimo, l’appartenenza di marchi

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