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in nessun’altra piazza. Così come un altro capitano, Marco<br />
Zambelli visto crescere da Daniele quando allenava le giovani<br />
Rondinelle. Anche a lui chiediamo della retrocessione dalla serie<br />
A e la risposta è lapidaria: “quando alla presentazione della<br />
squadra ti ritrovi con otto giocatori, dove vuoi andare?”<br />
Fuori dal campo, anche lui come altre ex rondinelle ricorda le<br />
serate a casa De Zerbi dove un piccolo Roberto si dilettava a<br />
giocare in taverna a pallone ed è piacevolmente stupito dalle<br />
capacità che sta dimostrando Roby da allenatore ammettendo<br />
che negli ambienti calcistici il nome di Roberto De Zerbi è un<br />
argomento molto trattato dagli addetti ai lavori. Ha avuto anche<br />
l’opportunità, in Brescia Messina 1-0 di Coppa Italia dell’86 di<br />
giocare in squadra con il fratello Carlo alla sua prima presenza<br />
col Brescia, subentrato nella ripresa al giovanissimo e mai<br />
dimenticato Edo Bortolotti, anche lui all’esordio. Daniele è<br />
sentitamente grato al fratello, che in quel di Piobbico è riuscito<br />
a sopperire in qualche modo alle assenze dovute alla carriera,<br />
prendendosi cura dei genitori.<br />
Nel 1989 avviene l’approdo nei gialloblù parmensi, appena<br />
passati di mano da Ceresini a Tanzi con la sua Parmalat. Oltre<br />
a trovare una società ambiziosa passa per le mani di Ivan<br />
Carminati, un eccellente preparatore atletico che fa la sua fortuna<br />
e quella di tutto il Parma, Gli infortuni di Brescia sparirono. Vince<br />
subito la serie B. In seguito, grazie anche all’arrivo a Parma di<br />
giocatori stratosferici, vince una Coppa Italia, una Coppa delle<br />
Coppe, una Supercoppa Europea e gli sfugge per poco il titolo<br />
tricolore. Vanta anche una presenza in Nazionale a Berna contro<br />
la Svizzera nelle qualificazioni al mondiale USA 94, convocato<br />
da Arrigo Sacchi. Niente male per un giocatore dichiarato “finito”<br />
qualche anno prima. Chiude una carriera invidiabile con un anno<br />
a Padova nel 1995. La sua soddisfazione oggi è aprire la porta di<br />
casa e vedere le riproduzioni dei trofei vinti sul mobile all’ingresso.<br />
Allo stadio Tardini di Parma, nella zona ingresso degli addetti ai<br />
lavori capeggia la gigantografia di Zoratto che solleva la coppa<br />
europea. Oltre ai trofei, ciò che gli rimane impresso sono i<br />
campioni che ha affrontato. I nomi che snocciola mettono i brividi<br />
anche a noi, da Maradona a Zico, Passarella e Socrates, Junior,<br />
Careca, Matheus, Brehme, Klinsmann, Rummenigge, Falcao,<br />
Cerezo, Platini per citarne alcuni, che qualche soggezione<br />
iniziale te la mettevano. Ha raccolto diverse maglie regalategli<br />
dagli avversarie, donate per iniziative benefiche sul nostro<br />
territorio in una nota iniziativa volta alla raccolta di fondi a scopo<br />
benefico. Ricordi di un calcio che non c’è più e servirebbe tanto<br />
riaverlo. Brescia è rimasta comunque la sua sede operativa,<br />
la città che lo ha adottato dove ha deciso di prendere casa e<br />
sposarsi. Abbiamo conosciuto una persona semplice, umile e<br />
tanto ricca di valori che ha reso ancor più bello il nostro incontro.<br />
Grazie Daniele.<br />
A cura di:<br />
Mauro Agretti e Guido Franchi<br />
12<br />
Brescia Stadio<br />
Quando in ritiro non si giocava alla playstation<br />
Zoratto - Bagni in Brescia Napoli<br />
Zoratto e Gritti all’inaugurazione “Brescia<br />
Club Tullio Gritti” di Sirmione