La Torre di Veglia n 2 marzo-aprile 2024
marzo-aprile 2024
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Marzo•
Aprile 2024
24
LA
TORRE
RE DI VEGLIA
17
La Messa ascoltata in tv e la Santa Messa con
accanto l’assemblea
Chiaramente tutti capiscono che non è la stessa
cosa, ma la differenza sostanziale si pensa stia nell’impossibilità
di ricevere la comunione; in realtà, nutrirci
alla mensa del Signore è solo un aspetto della celebrazione.
La Messa domenicale è il modo di celebrare la Pasqua
del Signore Risorto, centro di tutta la vita cristiana:
ci riuniamo insieme per ascoltare la Parola di
Dio, per ripresentare il Sacrificio della Croce, memoriale
della Morte e della Risurrezione di Cristo, e infine
per ricevere la comunione, per formare un solo
corpo, che è la Chiesa.
Pertanto la dimensione ecclesiale e comunitaria
della fede è fondamentale, contrariamente alla
tendenza a vivere la fede come un fatto individuale e
privato. Non è possibile essere cristiani da soli: coloro
che seguono Gesù vivono nelle relazioni “gli uni
per gli altri”. Si amano, si accolgono gli uni gli altri;
pregano, portano i pesi gli uni degli altri; perdonano:
tutte azioni da vivere reciprocamente, che prevedono
la presenza del prossimo, senza il quale la vita non
può dirsi davvero cristiana.
È vero che la fede ha degli aspetti personali, ma
senza i fratelli e le sorelle che camminano con noi è
molto difficile continuare il proprio cammino cristiano.
Per questo, per una persona che non può andare
in chiesa, più importante della Messa in televisione è
il vivere un momento fraterno, magari di preghiera,
con una persona che va a trovarla!
La cosa migliore non è stare di fronte a un apparecchio
che non la ascolta e non interagisce, ma è stare
insieme a un’altra persona che ascolta, vede, ama.
Guardare la Messa da casa può diventare un momento
comunque di meditazione, di preghiera, di ascolto
della parola, ma manca dell’elemento dell’assemblea
che si riunisce a formare un solo corpo, non permette
di partecipare veramente: si è spettatori, ma non si
entra davvero in relazione con quanto viene celebrato.
Don Giulio
È tornato alla casa del Padre
don Pietro Varnier
Era giunto come Cappellano nella nostra Parrocchia nel Maggio del 1963 e ha iniziato
subito un intenso ministero tra noi, soprattutto con la gioventù, i chierichetti e
alla Scuola di Dottrina Cristiana. Molti erano gli incontri vissuti dai giovani allora e
tutti ricordano con piacere le tante gite che annualmente si realizzavano con lui. Qui
nella foto vi proponiamo la prima gita a Roma del 1967 con tanti parrocchiani.
Di lui ricordiamo quando fu nominato parroco di Montaner e della drammatica vicenda
che lo colpì. Appena giunto
nella canonica di Montaner questa venne assalita
dai parrocchiani che pretendevano un altro Parroco
e lui dovette chiudersi nel piano alto per non venire
a contatto con loro. Alcuni giovani sangiacomesi
si recarono allora su disposizione di Don Dino Zanetti
a Montaner per verificare la situazione e, una
volta ritornati a San Giacomo, riferirono all’Arciprete
quanto visto. Sua Eccellenza il Vescovo di
allora Mons. Albino Luciani attivò subito i Carabinieri
che lo trassero in salvo e lo ricondussero
a San Giacomo. Dopo questo episodio Don Pietro
venne trasferito a Refrontolo e vi rimase come Parroco
per ben 42 anni. La morte lo ha colto nella
casa di riposo dove si era trasferito da poco più di
un mese.