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4 Don Giovanni Casarotto Sacerdote Novello Con l’avvicinarsi dell’ordinazione presbiterale sono molte le esperienze, i volti, gli incontri ed i momenti importanti della mia vita che mi affiorano nella mente e nel cuore. È un po’ come scorrere delle fotografie a cui sono legati momenti intensi e significativi. A 24 anni, ripercorrendo ciò che ho vissuto, non vi trovo nulla di tanto eccezionale, ma proprio per questo forse, tante piccole realtà hanno lasciato il segno. La prima foto è della mia famiglia: papà Flavio, mamma Antonella e mia sorella Chiara che mi hanno accolto ed accompagnato nel cammino della crescita ed aiutato a gettare “fondamenta solide” per costruire la mia vita, attraverso la vita semplice di ogni giorno. Una seconda istantanea è la mia parrocchia di Caldogno con le molte attività ed iniziative. Proprio lì, attraverso il catechismo e i chierichetti ho conosciuto l’esperienza dei gruppi vocazionali “Samuel” e il Seminario. Dopo 5 giorni di campo-scuola estivo per “vedere” e conoscere il Seminario, ho iniziato in I media questo nuovo cammino. Gli anni della scuola Media sono stati un tempo intenso in cui imparare a vivere insieme con altri 30 compagni e per iniziare a lasciare uno spazio particolare all’Amico Gesù. Gli anni delle scuole superiori sono stati ricchi di stimoli per poter pensare in grande e spalancare gli orizzonti verso il futuro, anche attraverso esperienze di servizio e di volontariato che hanno contribuito ad aprire interrogativi in me. La scuola superiore esterna al Seminario - ho frequentato il liceo socio-psico-pedagogico al Farina - mi ha fatto incontrare con persone, idee e storie nuove con cui confrontarmi. E poi un’immagine del gruppo ACR in cui ho iniziato ad essere animatore il Giovanni e alcuni membri della Comunità di Teologia in gita Una vita normale... per incontrare il Signore Giovanni e la sua famiglia sabato pomeriggio in parrocchia. Tra le attività proposte e l’allegria dei ragazzi, di sicuro la collaborazione ed il rapporto con gli amici animatori sono una ricchezza per il mio cammino. In tutto questo la vita in Seminario è stata l’occasione per far decantare le varie iniziative e per cercare di capire verso quale direzione tutto questo mi invitava ad andare. Nel corso degli anni si è fatto sempre più intenso per me il rapporto con il Signore, nella preghiera e nell’ascolto della Sua Parola con cui leggere ciò che stavo vivendo. Nel cammino fatto con molti amici, educatori e preti, il Seminario per me rimane un luogo di crescita e l’occasione per poter vedere i passaggi importanti nella mia vita. Un po’ come il cammino in montagna: quando si è ormai arrivati alla vetta, voltandosi verso il percorso fatto, si vede tutto l’itinerario. Così mi è stato possibile riconoscere che il Signore, attraverso fatti e persone si fa vicino a me nella vita ordinaria. Non ho speri- mentato la chiamata del Signore come un evento straordinario, ma proprio da ciò che vivo il Signore mi invita a seguirlo. Così, al termine della scuola superiore ho iniziato il percorso della Teologia per verificare se veramente il Signore mi stava chiamando a diventare prete. Da 3 anni sono in tirocinio pastorale nella parrocchia di Villanova di San Bonifacio. Il filo rosso che lega queste “immagini” è la presenza del Signore che si è fatto vicino a me con il dono della Parola e del Pane di Vita, ma anche nell’esperienza di vita. Tante persone e situazioni sono diventate per me una possibilità di incontro con il Signore: la mia famiglia, i preti della parrocchia e del Seminario, i compagni di classe, gli amici, gli animatori ACR e molti altri… Nella quotidianità ho potuto riconoscere che il Signore mi invita ad essere un segno del Suo amore e a seguire la via del Vangelo. Al termine del lungo percorso formativo in Seminario mi sento nuovamente all’inizio di un nuovo cammino nel ministero presbiterale per annunciare la Parola e spezzare il Pane di Vita ai fratelli che incontrerò. Come S. Paolo riconosco di avere “questo tesoro in vasi di creta” (2 Cor 4,7) perché non sono le mie capacità o le mie iniziative a darmi sicurezza, ma il Signore che fino ad ora mi ha accompagnato passo dopo passo ed ancora ripete “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,30).
Viviamo in un tempo in cui sembra sempre più vincente la vita del single, della persona completamente autosufficiente e che fa della solitudine una scelta precisa. Vincente sembra la persona che non vuole compromettersi con l’altro, che intende tenersi vita e mani libere per non avere intoppi. Sono questi i più potenti segni di morte che abbiamo attorno a noi. Bisogna reagire! E quale migliore reazione di un giovane che decide di fare già a 24 anni la scelta del ‘noi’ come scelta fondamentale della vita? E’ la scelta di chi decide di consacrarsi al Signore senza “se” e senza “ma”. E’ quello che stanno facendo don Giovanni e don Matteo che il 3 giugno 2006 saranno ordinati preti per mano del vescovo. In fondo è la logica della croce, è l’unica logica che possa presentarsi come vincente. La croce è fatta di due pali: uno verticale e l’altro orizzontale. Quello orizzontale è l’’io’ che si apre al ‘tu’ e diventa ‘noi’; è quello che ci tiene uniti agli altri ed è una scelta quotidiana fatta di amore. Ma attenzione, se questo palo non trova un supporto, rimane a terra e non serve a niente. Non collega nessuno: marcisce. Ci vuole l’altro palo quello verticale, quello che determina la nostra relazione con Dio. Questa scelta solleva l’altro palo e lo orienta. E’ la scelta della vita consacrata: io voglio amare, ma amare tanto e per poter amare così tanto scelgo di avere un rapporto unico e totale con il Dio che mi affascina ogni giorno della mia vita. Senza questo Dio, sarebbe la morte della nostra società e sarebbe la fine di tutto lo sforzo immenso che l’uomo ha fatto in questi anni per costruirsi un futuro di speranza. Don Giovanni Casarotto Una bella lezione di follia! Siamo contenti di vedere che c’è ancora qualcuno che è così pazzo, proprio come don Giovanni e don Matteo, da scegliere il dono totale attaccandolo al legno della croce che permette loro di far diventare sempre più grande il loro dono. Tanto più Dio entra nelle nostre vite e tanto più siamo disposti a diventare dono. Essere preti oggi è una scelta un po’ folle, siamo onesti! Eppure il futuro è solo di chi è folle! Se noi ci mettiamo a ragionare con i bilancini del sano realismo, il futuro non ci sarà più e scomparirà l’unica possibilità che abbiamo per vivere bene: l’amore di comunione. Don Giovanni quindi e con lui tutti i giovani che hanno incorporato una piccola o grande dose di follia, dimostra che anche oggi questo è possibile, che ci sono ancora segni belli per credere ad un futuro migliore. Noi tutti però sappiamo anche che il futuro di un prete oggi non è di gloria e di onori. E’ finito (e io dico anche “per fortuna”!) il tempo del prete che era una specie di ‘Vip’. Oggi la vita del prete è fatta spesso di lavoro duro e continuo con pochi risultati. Oggi non ci sono più le folle che un tempo seguivano le proposte, anche minime, di ogni prete. Oggi è tempo di scavare e di scavare duro. E’ tempo per seminare con tanto sudore. Però questo è anche un sollievo. C’è infatti la coscienza che siamo tutti “servi inutili”, tutti siamo utili e nessuno indispensabile. Il Signore è capace di dettare dei ritmi che noi tante volte non riusciamo a capire: è Lui che ci guida verso un futuro carico di speranza. Giovanni con alcuni catechisti della parrocchia di Villanova di San Bonifacio Don Gigi Maistrello, parroco di Caldogno Buona strada, Giovanni... È difficile per noi non tornare alla stessa domanda che da quando è iniziata questa “avventura” continuiamo a porci. Perché il Signore ha scelto la nostra famiglia? Cosa c’è di diverso dalle altre? Risposte in apparenza non ce ne sono, forse l’unica risposta è che Giovanni ha avuto il coraggio di accogliere la chiamata del Signore, e noi di accettare e condividere questa scelta che ci chiama ad interrogarci sulla nostra Fede e a dire il nostro “sia fatta la Tua volontà” davanti a quello che non capiamo. Da quanto Giovanni è entrato in seminario sono passati 14 anni e sono proprio volati. Non è stato delegare agli altri il nostro compito di genitori, è stato invece condividere con altri il nostro ruolo di educatori; sicuramente qualche volta avremmo voluto essere solo noi i protagonisti di questo cammino e altre volte invece siamo stati accompagnati nella fatica di educare in un tempo in cui parlare di fede e viverla è un po’ fatica e quasi ci si vergogna di far vedere in cosa crediamo. In questo tempo abbiamo conosciuto altre persone, altre famiglie che hanno vissuto con noi questa esperienza e ora possiamo ringraziare Giovanni per aver scelto di entrare in Seminario per “vedere” cos’è. Ora che stiamo arrivando al giorno dell’ordinazione siamo sorpresi quando molte persone ci dicono che siamo fortunati per la scelta di nostro figlio: per noi è stato un cammino fatto giorno dopo giorno, senza avere già chiara davanti questa tappa che è maturata un pochino alla volta. Anche se sappiamo che il Signore è al nostro fianco e non ci lascia soli, ci fa pensare il futuro di nostro figlio per l’energia di cui avrà bisogno per poter soddisfare al meglio le attese delle persone che incontrerà come prete. È da qui che nasce l’invito rivolto a Giovanni e a Matteo, di trovare spazio per loro stessi, per coltivarsi nella formazione personale, nella preghiera, nel coltivare le relazioni con le persone che fin qui li hanno accompagnati, nel riposo fisico e mentale per rigenerare le forze. Flavio, Antonella e Chiara 5
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