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modo. La mia casa deve essere piena di
cose – soprattutto dipinti, sculture, le
mie lampade pesce, mobili di cartone,
libri…”.
In aperto contrasto con la tendenza
modernista, il cui manifesto sono le
linee pulite e le geometrie ridotte
all’essenziale, l’architetto scoprì la
ricchezza delle belle arti viaggiando
attraverso l’Europa: “la prima volta che
vidi Parigi, Notre Dame e Chartres, mi
arrabbiai così tanto con i miei
professori di Harvard: perché non ci
avevano detto niente di tutto ciò?”.
Eppure, anche il suo studio ha dovuto
fare i conti con la crisi, nonostante le
commesse milionarie che gli vengono
affidate in giro per il mondo: “credo
che le persone dovranno imparare a
vivere in modo più parco; penso che
dovrebbero imparare a risparmiare il
proprio denaro.
Abbiamo attraversato una generazione
di eccesso – ognuno con due o tre
Non sopporto il minimalismo,
la mia casa deve essere piena di cose
automobili, volando dappertutto, ma
ora qualcos’altro sta succedendo e
dobbiamo reagire; ma gli architetti da
soli non possono”. È chiaro che in tema
di attualità Gehry non ha paura di
mostrarsi politicamente scorretto, anche
quando, a proposito dell’architettura
ecosostenibile dice: “la questione
ambientale è stata utilizzata come mero
strumento di marketing. Talvolta queste
rivendicazioni verdi sono del tutto prive
di significato”.ø
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