dalmondo T/ PAOLA DE CIUCEIS F/ ROBERTO LOMBARDI Vivere<strong>in</strong>un’operad’arte 36
SPOLETO ITALIA Albornoz Palace Il primo impatto è con due monumentali sculture, una <strong>di</strong> Nicola Carr<strong>in</strong>o e l’altra <strong>di</strong> Carlo Lorenzetti, che campeggiano d<strong>in</strong>anzi l’<strong>in</strong>gresso e <strong>in</strong>vitano l’occhio a proseguire lo sguardo verso l’imponente mosaico <strong>di</strong> Luca Maria Patella che a sua volta dom<strong>in</strong>a l’entrata. E non f<strong>in</strong>isce qui. La meraviglia cont<strong>in</strong>ua nella hall pr<strong>in</strong>cipale con lo sfolgorante, coloratissimo wall paper <strong>di</strong> Sol Lewitt. Benvenuti all’Albornoz Palace <strong>di</strong> Spoleto, non un semplice art hotel ma decisamente qualcosa <strong>di</strong> più. Forse neanche un albergo museo ma una vera e propria casa dell’arte, luogo <strong>di</strong> <strong>in</strong>contro per artisti italiani e stranieri, promettenti, emergenti e affermati che, es<strong>press</strong>ione dei più <strong>di</strong>versi l<strong>in</strong>guaggi dell’arte contemporanea, sotto gli auspici <strong>di</strong> Sandro e Fabio Tulli vi hanno trovato uno spazio per riflettere, lavorare, sperimentare. Uno stu<strong>di</strong>o, atelier, offic<strong>in</strong>a dove gli artisti sono chiamati prima ad abitare, dunque a produrre e, last but not least, lasciare il segno del proprio passaggio <strong>in</strong> qualsiasi punto dell’e<strong>di</strong>ficio abbiano trovato congeniale alla loro ispirazione. Dunque, camere da letto e stanze da bagno, corridoi, saloni, bagni, sale ristorante, area welness&spa, giard<strong>in</strong>i, pisc<strong>in</strong>a scoperta e quant’altro. Ad<strong>di</strong>rittura lo spazio ascensore per il quale l’<strong>in</strong>stallazione “Amena ascensione urra” <strong>di</strong> Bruno Ceccobelli ha richiesto una cab<strong>in</strong>a trasparente, tale da poter leggere nel viaggio dal piano terra all’ultimo, il settimo, e viceversa i suoi due gran<strong>di</strong> cicli pittorici bifrontali: 35 copri femm<strong>in</strong>ili che compongono la parola Urra e 42 maschili che, <strong>in</strong>vece, scrivono Amen. L’esperienza all’Albornoz Palace <strong>di</strong> Spoleto non è cosa <strong>di</strong> tutti i giorni. Già, perché qui non si vedono solo tanti bei lavori, si dorme, si mangia, si sorseggia un dr<strong>in</strong>k, <strong>in</strong>somma, si soggiorna davvero <strong>in</strong> un’opera d’arte. È questa l’idea <strong>di</strong> Sandro Tulli per i suoi ospiti: una nuova filosofia rigenerativa, grazie alla quale lo stress del vivere quoti<strong>di</strong>ano resta soltanto un lontano ricordo. Per <strong>di</strong> più assecondando la passione <strong>di</strong> chi ama l’arte contemporanea o stimolando l’<strong>in</strong>teresse <strong>di</strong> chi ne è ancora <strong>in</strong>consapevole. Un’avventura nata dal desiderio <strong>di</strong> offrire qualcosa <strong>di</strong> più e <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso agli avventori <strong>di</strong> un albergo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni e con centro congressuale. Che non si voleva solo abbellire con opere d’arte ma valorizzare con un vero e proprio progetto culturale che strizzasse l’occhio al collezionismo come impresa facendo leva sulla sensibilità <strong>di</strong> mecenate del titolare. “L’albergo - racconta Sandro Tulli - è attivo dal 1990 ed stato costruito avvalendosi dei f<strong>in</strong>anziamenti per i Mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> calcio, un’occasione ghiotta per un “palazz<strong>in</strong>aro” come ero io al tempo tranne per il fatto che, i tempi stretti <strong>di</strong> realizzazione, poco più <strong>di</strong> un anno, <strong>di</strong>edero dei risultati per me <strong>in</strong>sod<strong>di</strong>sfacenti da un punti <strong>di</strong> vista estetico. Benché fossi contento della parte architettonica dai densi volumi <strong>di</strong> pietra rosa a vista - affidata per il progetto a Carlo Aymon<strong>in</strong>o che a sua volta scelse uno stu<strong>di</strong>o austriaco per l’illum<strong>in</strong>otecnica, l’architetto Fulvio Balzani per le strutture esterne e per gli arre<strong>di</strong> <strong>in</strong>terni il progettista della Poltrona Frau Keith Gibson – gli <strong>in</strong>terni proprio non mi piacevano a com<strong>in</strong>ciare dai colori. La soluzione mi venne dall’<strong>in</strong>contro con Sol Lewitt che da poco aveva preso casa a Spoleto per trascorrere l’estate cui chiesi un <strong>in</strong>tervento artistico nell’hall. Non fu semplice, lo spazio non lo entusiasmò e rifiutò cortesemente salvo, poi, ricomparire dopo qualche tempo con dei bozzetti. E così è stato, non solo per la hall ma per tutto il resto perché nel frattempo avevo pensato <strong>di</strong> caratterizzare tutti gli spazi con <strong>in</strong>terventi d’artisti. Naturalmente non <strong>in</strong>tendevo semplicemente comprare delle opere da <strong>in</strong>stallare per abbellire gli ambienti ma volevo qualcosa <strong>di</strong> speciale e che rimanesse per sempre. Di qui l’<strong>in</strong>tento <strong>di</strong> chiamare degli artisti <strong>in</strong>vitandoli ad <strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong> maniera duratura, <strong>di</strong>rettamente sulle mura <strong>in</strong>teragendo con gli spazi. Il risultato è straord<strong>in</strong>ario. Sono stati nostri ospiti Piero Dorazio, Marc Kostabi, Luigi Boille, Pietro Raspi, Nicola Carr<strong>in</strong>o, MicheleCiribifera, Taru Mishiko, Susan Squires, Clau<strong>di</strong>o Verna e tanti altri s<strong>in</strong>o a 350 quanti sono attualmente quelli che hanno lavorato con noi. Con ciascuno <strong>di</strong> loro abbiamo pensato cosa fare, come e dove, <strong>in</strong>staurando un <strong>di</strong>alogo forte, foriero <strong>di</strong> rapporti <strong>di</strong> grande affiatamento ed anche amicizia costruiti nel vivere <strong>in</strong>sieme quoti<strong>di</strong>anamente e de<strong>di</strong>cando loro anche libri, cataloghi, pubblicazioni che documentano questa esperienza”. Un lavoro <strong>in</strong> progress che cont<strong>in</strong>uerà ad essere tale giacché il prossimo traguardo sarà l’<strong>in</strong>augurazione della Casa degli artisti, nel parco attorno all’albergo. Un enorme cubo d’acciaio corten progettato dallo scultore Nicola Carr<strong>in</strong>o per ospitare gratuitamente artisti <strong>in</strong> cerca <strong>di</strong> residenza: alloggiato <strong>in</strong> una grande vasca, il cubo sarà raggiungibile percorrendo una griglia a filo d’acqua e conterrà 4 m<strong>in</strong>iappartamenti, uno spazio espositivo, un’offic<strong>in</strong>a. ø
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