MBA Imprenditori - Fondazione CUOA
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<strong>MBA</strong> <strong>Imprenditori</strong><br />
Presentazioni Business Plan<br />
PRESENTAZIONI BUSINESS PLAN ALLIEVI <strong>MBA</strong> IMPRENDITORI 4 a EDIZIONE<br />
23 e 24 GIUGNO 2011<br />
1<br />
EXECUTIVE<br />
EDUCATION
Business Plan, dal dire al fare dell’essere <strong>Imprenditori</strong><br />
Paolo Gubitta, Direttore scientifico <strong>MBA</strong> <strong>Imprenditori</strong><br />
La redazione del Business Plan è uno dei punti di arrivo del <strong>MBA</strong> <strong>Imprenditori</strong> della<br />
<strong>Fondazione</strong> <strong>CUOA</strong>. Per prepararlo, gli Allievi imprenditori devono mobilitare tutti i<br />
concetti teorici e gli strumenti operativi che abbiamo affrontato nel corso del <strong>MBA</strong>:<br />
dallo studio degli scenari competitivi, dei cambiamenti socio-economici e<br />
dell’evoluzione dei gusti e bisogni dei clienti, alla formulazione di un piano strategico;<br />
dall’analisi delle opzioni produttive e distributive, alla scelta delle azioni commerciali e<br />
di marketing; dalla verifica delle compatibilità economico-finanziarie, alla ricerca delle<br />
risorse e al coinvolgimento e motivazione delle persone per realizzare gli obiettivi<br />
strategici.<br />
Qualcuno potrebbe dire che, in realtà, il valore del Business Plan riflette il valore<br />
delle idee che lo sostengono, che a sua volta dipende dalla capacità<br />
dell’imprenditore di intercettare i segnali deboli nel mercato e nella società, dalla sua<br />
prontezza nel trovare soluzioni efficaci ed efficienti, dalla sua disponibilità e<br />
propensione a innovare. In effetti, è proprio così, non c’è dubbio.<br />
Nel nostro <strong>MBA</strong> abbiamo espressamente rinunciato a insegnare come nascono le<br />
idee di business, perché pensiamo spetti ad altre istituzioni creare le condizioni per<br />
favorire il manifestarsi del potenziale imprenditoriale. La nostra mission è ampliare le<br />
conoscenze manageriali e la dotazione di strumenti che l’imprenditore può utilizzare,<br />
o far utilizzare ai suoi collaboratori, per aumentare la capacità competitiva e<br />
innovativa dell’impresa.<br />
Dicevamo che il Business Plan è solo uno dei punti di arrivo del <strong>MBA</strong> <strong>Imprenditori</strong>. In<br />
effetti, è proprio così, non c’è dubbio. Tutti gli altri si possono riassumere nell’aver<br />
creato una entrepreneurial learning community, una comunità di imprenditori che<br />
pensa per davvero che il capitale umano sia una risorsa critica per il benessere della<br />
società, per la realizzazione delle persone e per lo sviluppo delle imprese.<br />
Business plan degli allievi <strong>MBA</strong> imprenditori 4^ edizione pag. 3<br />
Commissione di valutazione pag. 28
Business plan BERTO E.G. INDUSTRIA TESSILE<br />
Flavio Berto, Amministratore Delegato, Berto E.G. Industria Tessile<br />
Paolo Zatta, Responsabile Tecnico, Berto E.G. Industria Tessile<br />
La Berto Industria Tessile è nata nel 1887 come produttrice tessile di vele da barca per i<br />
vicini mercati ittici di Chioggia.<br />
Da sempre protagonista fra i produttori tessili italiani ha spostato, nel corso degli anni, il<br />
proprio Core Business verso il Tessile abbigliamento, puntando sulla verticalizzazione della<br />
filiera.<br />
Dai primi degli anni 80 si è focalizzata in modo particolare verso i prodotti tessili Denim<br />
andando a sviluppare il mercato dello Sportswear abbigliamento che tutt’oggi rimane il<br />
segmento principale di sbocco.<br />
Gli ultimi 5 anni sono segnati da profondi cambiamenti del proprio mercato di riferimento: lo<br />
spostamento delle grosse quantità verso l’estremo oriente, il frazionamento dei volumi, le<br />
tensioni finanziare della clientela e l’innalzamento delle richieste qualitative dei mercati<br />
medio/alti hanno portato la Berto a dover ripensare totalmente la propria filiera produttiva.<br />
Il lavoro svolto ha lo scopo di capire la sostenibilità del piano di ristrutturazione in essere e<br />
porre nuovi obiettivi all’azienda per consentirle di uscire dalle difficoltà che hanno portato gli<br />
ultimi bilanci a risultati negativi.<br />
Il piano descritto è fondato sulla soddisfazione di alcune richieste latenti da parte del mercato<br />
di riferimento in particolar modo:<br />
• La nascita di nuovi segmenti rivolti al mercato del pronto e pronto/programmato che<br />
richiedono tempi di consegna estremamente veloci, al punto da rendere difficile<br />
l’approvvigionamento dall’oriente<br />
• La necessità da parte dei “Big Brand” di differenziare la loro offerta attraverso prodotti<br />
Customizzati in tempi brevi<br />
• Il frazionamento dei prodotti di vendita che rendono difficile l’approvvigionamento in<br />
aree orientali per i ns. clienti<br />
• L’esigenza da parte dei clienti di differenziare il rischio paese per evitare di diventare<br />
“schiavi” dell’importazione<br />
In quest’ambito avere la filiera produttiva integrata, da iniziale punto di rigidità e debolezza,<br />
se adeguatamente ristrutturato, diventa punto di forza e competenza distintiva nei confronti<br />
del mercato.<br />
Il processo di ristrutturazione è iniziato già nel 2007 e verte fondamentalmente su 3 cardini:<br />
• Ristrutturazione impianto produttivo per adattarlo ad esigenze di lotti piccoli ed alta<br />
velocità di risposta<br />
• Ristrutturazione organizzativa per razionalizzare i costi di manodopera aumentando<br />
allo stesso tempo la velocità di risposta la cliente<br />
• Maggior visibilità aziendale tramite: riposizionamento del Brand aziendale, aumento<br />
presenza commerciale verso i clienti e assistenza tecnica più mirata su esigenze<br />
della clientela<br />
Il piano 2011/2013 costituisce le basi della fase conclusiva del progetto in quanto ad oggi:<br />
tutti gli impianti risultano aggiornati e l’implementazione della Lean Production in produzione<br />
sta garantendo la corretta razionalizzazione e accelerazione dei tempi di risposta verso il<br />
mercato.<br />
La “fase conclusiva” prevede le seguenti azioni:<br />
• Rafforzamento del commerciale per colpire nuovi mercati sia a livello territoriale, che<br />
a livello di segmento/mercato<br />
• Segmentazione del servizio e dei margini a seconda delle richieste del cliente<br />
3
• Rafforzamento assistenza clienti per trasmettere: al cliente le nostre competenze<br />
tecniche ed all’interno le nuove esigenze di mercato<br />
• Aumento dei volumi produttivi di massa per abbattere l’incidenza dei costi fissi,<br />
tramite acquisizione di semilavorati<br />
• Razionalizzazione dei costi di struttura tramite l’applicazione dei processi Lean<br />
La strada scelta è basta quindi sulla capacità di risposta e di proposta verso il mercato,<br />
possibile solo tramite: un giusto bilanciamento del “Make and Buy” produttivo,<br />
l’implementazione dei servizi tecnici post-vendita e comunicazione della nuova Mission al<br />
mercato.<br />
4
Business plan BOVO<br />
Giorgio Bovo, Responsabile di produzione, Bovo<br />
La natura del business plan nasce essenzialmente dalla direttiva comunitaria Europea EN<br />
13432 che ha imposto l' eliminazione degli shopper in plastica dai super mercati; questo<br />
decreto entrato in vigore da gennaio 2011 impedisce la vendita di prodotti che non siano<br />
riutilizzabili o riciclabili. Si intuisce che per chi produce shopper sostenibili e riciclabili si<br />
aprono buone possibilità di business. Nel passato il rapporto del costo di uno shopper in<br />
plastica o in carta era di 1 a 5 per i sacchetti di plastica. In tutto il mondo ogni anno si<br />
producono 1000 miliardi di sacchetti in plastica solo l' Europa ne consuma 100 miliardi,<br />
ognuno di questi sacchetti ha un corso di vita lunghissimo poiché solo l' 1% entra nel virtuoso<br />
ciclo del riciclo. Poiché gli imballaggi in carta e cartone sono utilizzati per movimentare quasi<br />
ogni tipo di merce in fase di produzione commercializzazione e vendita, per queste ragioni la<br />
Bovo SRL si dal passato ha interpretato le enormi qualità dello shopper cellulosico ed oggi è<br />
pronta a dirigere una buona parte dei suoi investimenti a supporto di questa tesi. I grandi<br />
super mercati si sono mobilitati per sostituire lo shopper in plastica con diversi prodotti come<br />
il sacco in cotone, iuta, i sacchi in polietilene e in particolar modo hanno per il momento<br />
avuto ampio utilizzo i sacchi in mater-bi che ricoprono più della metà degli acquisti. Se si<br />
considera che in tutta Europa si consumano 100 miliardi di borse in plastica ogni anno e che<br />
in Italia se ne consumano circa 18 miliardi, ipotizzando di riuscire a conquistare circa il 3-4%<br />
di questa quantità generiamo un giro d' affari di 700 milioni di shopper. Partendo dal<br />
presupposto che il quantitativo totale anno di shopper prodotti in carta in Italia è di 1 miliardo,<br />
si può intuire gli ampi margini d' azione. Risulta evidente che lo shopper in carta non potrà<br />
esser l'unico prodotto sostitutivo ma le sue ottime qualità di sostenibilità e compostaggio si<br />
sposano perfettamente con questo decreto. Il prodotto che più si avvicina alle esigenze del<br />
super mercato è nello specifico lo shopper a piattina prodotto con carte riciclabili provenienti<br />
da fonti controllare FSC; questo prodotto è stampato con colori a base d' acqua e sono<br />
utilizzate colle viniliche provenienti dall' amido di mais, queste sue doti rendono questo<br />
prodotto il più ecologicamente sostenibile rispetto agli altri e in particole rispetto al mater-bi<br />
che è stato introdotto come l' erede del vecchio sacchetto in plastica. Nei mesi seguenti al<br />
decreto il sacco in mater-bi è stato del tutto bocciato dal consumatore per la sua scarsa<br />
resistenza e maleodoranza e ancor più per la mancanza di sostenibilità alla base del suo<br />
processo produttivo. Le doti ecologiche dello shopper a piattina quindi sono vincenti visto la<br />
sempre più emergente sensibilità verso il tema di sostenibilità ambientale e di questo la Bovo<br />
srl ne sta facendo il suo punto di forza. Lo shopper a piattina risulta esser tra la gamma degli<br />
shopper in cellulosa quello con le maggiori proprietà di resistenza e carico fondamentali per<br />
garantire affidabilità al consumatore oltre ad esser il più economico. Questo infatti è il punto<br />
di snodo poiché oggi il prezzo dello shopper in carta e in mater-bi è il medesimo quindi se<br />
parliamo di numeri il prezzo è compreso tra i 0.10 / 0.15 centesimi di euro. Partendo quindi<br />
da questi dati confortanti la Bovo srl ha attuato i suoi investimenti puntando in questa<br />
direzione con l' acquisto già nel 2010 di una nuova sacchettatrice a piattina e una successiva<br />
nell' anno 2011. Il canale di vendita dovrebbe far leva su un importante pubblicizzazione del<br />
prodotto operata dalla categoria al fine di conquistare la fiducia del consumatore che al<br />
momento conosce ancora poco il prodotto; questo si rileva esser un punto molto delicato<br />
poiché le grosse richieste del momento potrebbero portare ad una produzione di massa a<br />
scapito delle proprietà qualitative e tecniche. La Bovo srl nel suo settore è nota per i suoi<br />
ottimi standard qualitativi che si riflettono nella scelta di materie prime come la carta<br />
scandinava tra le più resistenti e performanti al mondo oltre ad esser notoriamente tra le più<br />
eco- sostenibili. Poiché lo shopper in carta non ha nessun genere di certificazione di qualità<br />
legata alla sua tenuta e resistenza diventa fondamentale che tutti i produttori si coalizzino per<br />
dar vita ad uno standard Europeo in grado di garantire al consumatore finale delle specifiche<br />
5
qualità tecniche. Qualora l' iniziativa prenda le dimensioni sperate non saranno richiesti<br />
particolari sforzi riorganizzativi interni, la struttura gode già di un buona efficienza produttiva,<br />
sarà fatta quindi l'assunzione del personale strettamente necessario alla conduzione delle<br />
due sacchettatrici previste con un investimento di circa 1.080.000 €. Il potenziamento della<br />
capacità produttiva dovrà esser messo in atto in un arco temporale breve, circa un anno<br />
poiché come abbiamo precedentemente evidenziato dovrà rispondere alla nuova urgenza<br />
dei super mercati. Per quanto riguarda invece il canale distributivo la Bovo srl ha già attivato<br />
delle collaborazioni con importanti gruppi legati ai super mercati che fin ora hanno dato<br />
discreti esiti, questi contatti hanno consentito di ricavare importantissime informazioni relative<br />
alla composizione del prodotto più indicato e quindi tarare la struttura di conseguenza. Dal<br />
punto di vista organizzativo oggi si sta valutando l' ingresso di un Direttore Generale<br />
proveniente da un settore a stretto contatto con i super mercati e le GDO da inserirsi tra i tre<br />
soci al fine di mediare tra le varie funzioni. L' ingresso di questa figura sarà fondamentale<br />
anche per definire e velocizzare il cambio generazionale dei soci, determinando le<br />
competenze e le capacità dei successori scelti.<br />
6
Business plan ITALSOFT GROUP<br />
Andrea Brigo, Amministratore delegato, Italsoft Group<br />
ITALSOFT GROUP Spa è una società fondata 25 anni fa, che opera nei servizi per il settore<br />
edile. L’azienda è organizzata in due business unit:<br />
• la prima dedicata alle aziende del settore edile (imprese edili, società immobiliari,<br />
società impiantistiche)<br />
• la seconda dedicata agli studi tecnici (ingegneri, architetti, geometri) ed agli uffici<br />
tecnici della pubblica amministrazione.<br />
Il giro d’affari è di circa 3 milioni di € con circa 30 dipendenti.<br />
Fino al 2009 la società si occupava esclusivamente di sviluppare e commercializzare il<br />
software per il settore edile, forte del suo importante portafoglio clienti costituito da oltre<br />
1.500 aziende, da oltre 3.300 studi tecnici e da oltre 200 uffici tecnici della pubblica<br />
amministrazione. Dal 2006 al 2010 l’azienda ha dimostrato la capacità di poter resistere alla<br />
crisi del mercato riuscendo ad aumentare il suo fatturato del 40% nonostante il mercato in<br />
cui opera sia sceso del 35%.<br />
Questo business plan si riferisce alla divisione dedicata alle aziende, pur riportando un<br />
riepilogo complessivo dell’intera azienda.<br />
Dal 2010 è in atto un cambiamento che ha portato ad allargare la gamma di prodotti e servizi<br />
da una a tre aree di business:<br />
• Corsi di alta formazione dedicati esclusivamente agli imprenditori, ai dirigenti ed ai<br />
responsabili di reparto delle aziende del settore edile<br />
• Software applicativo e servizi commessi (Licenze d’uso, installazione, formazione,<br />
personalizzazioni su commessa, uso dei server)<br />
• E-procurament ossia un sistema di approvvigionamento elettronico attraverso il<br />
sistema delle aste su web<br />
Il periodo non favorevole dell’edilizia non pregiudica le ambizioni di crescita della società che<br />
grazie alla capacità di adattarsi al cambiamento mette in pratica una strategia mirata ad<br />
allargare la gamma dei servizi in settori adiacenti e quindi con investimenti modesti, in grado<br />
di migliorare in modo consistente fatturato e redditività nel breve periodo 2011-2013.<br />
Il giro d’affari evidenzia che dal 2010 al 2013 il peso percentuale del software va<br />
progressivamente calando a favore dell’area formazione e dell’area dedicata<br />
all’approvvigionamento elettronico. Il fatturato della divisione passa da € 1.320.000 a €<br />
3.013.00 nel worst case ed € 3.407.000 nel best case con incrementi importanti e redditività<br />
altrettanto interessanti in linea con i relativi incrementi di fatturato.<br />
Le valutazioni sono state calcolate secondo dettagliate valutazioni che tengono conto delle<br />
possibilità dell’azienda, delle sue efficienze operative applicate ai nuovi mercati, calcolate<br />
sulla proiezione dei risultati ottenuti nell’ultimo anno per i prodotti software e con scrupolose<br />
valutazioni dettagliatamente trattate nel business plan per gli altri settori.<br />
7
Business Plan CASASERVIZIO<br />
Giorgio Brigo, Amministratore delegato, Italsoft group<br />
Casaservizio è una start-up che nasce dalla consapevolezza che, nonostante il mercato<br />
dell’edilizia sia in profonda crisi e probabilmente lo sarà ancora per un lungo periodo, ci sono<br />
delle opportunità da cogliere intercettando i reali bisogni del mercato.<br />
Casaservizio è il primo social-network in Italia per l’edilizia; l’idea imprenditoriale è realizzare<br />
un portale che fa incontrare la domanda (famiglie, imprese) con l’offerta di professionisti ed<br />
artigiani operanti nel mercato. Il tutto garantito da una validazione di certificato da parte di<br />
Casaservizio tramite una serie di rating derivante dai lavori precedentemente svolti. Ci si<br />
occuperà inoltre di verificare la disponibilità del fornitore nel periodo necessario<br />
all’esecuzione dei lavori nonché della possibilità di svolgerli entro un perimetro<br />
precedentemente dichiarato.<br />
Il mercato di Casaservizio è il mercato di chi possiede a titolo d’uso o di proprietà un’unità<br />
immobiliare e deve fare dei lavori o ricevere dei servizi inerenti alla stessa.<br />
L’obiettivo del progetto è la fornire un punto d’incontro, oggi completamente assente, tra la<br />
domanda di lavoro e l’offerta dei professionisti/artigiani/imprese nel mercato dell’edilizia.<br />
Il punto centrale è la necessità, da parte del cliente finale, di un servizio professionale<br />
adeguato alle sue richieste. Entrato nel sistema Casaservizio, l’utente ha la possibilità di<br />
esplicitare le sue esigenze che possono essere soddisfatte attraverso la consultazione del<br />
database, interno al sistema, degli operatori iscritti e presenti con un rating affidato dai<br />
precedenti lavori svolti. Casaservizio analizza le soluzioni possibili e le confronta in base ai<br />
criteri richiesti, proponendo gratuitamente i 3 servizi professionali più adeguati alle esigenze.<br />
Attraverso questo sistema di selezione e segnalazione vengono offerte nuove opportunità<br />
lavorative agli iscritti nell’intero territorio nazionale.<br />
L’obiettivo è la creazione di maggiore visibilità al professionista/artigiani/impresa, lasciando a<br />
loro stessi la possibilità di gestione dell’intera trattativa.<br />
L’idea si basa sulla possibilità di offrire almeno 3 preventivi per chi ha dei lavori da fare in un<br />
edificio (privato o azienda), da parte di un professionista o un artigiano, verificato e all’altezza<br />
del compito attraverso una valutazione dei lavori precedenti. ( da una a 5 stelle). Il tutto<br />
gratuitamente e nello stile di ebay (cliente non paga, paga colui che eroga il servizio)<br />
Casaservizio funge da tramite per offrire i migliori professionisti del settore, disponibili a fare<br />
un preventivo in tempi rapidi e a realizzare poi il lavoro.<br />
Casaservizio non entra nel merito della trattativa ma si vigila sulla qualità del servizio. Sarà<br />
l’utente finale a scegliere il Partner più idoneo allo scopo.<br />
Fondamentale per Casaservizio è la propria certificazione del fornitore, sinonimo di garanzia<br />
per il cliente finale.<br />
Il processo di ingresso del fornitore ha una rigorosa selezione, le tariffe applicate sono date<br />
da migliaia di professionisti ogni settimana in modo da poter prendere una decisione più<br />
informata.<br />
Nel caso, improbabile, che le cose non vadano al meglio Casaservizio cercherà di contribuire<br />
per risolvere la situazione. Il “rating” sarà costantemente emesso nel portale e monitorizzato.<br />
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Business plan SELCO<br />
Mirco Frasson, Responsabile Marketing, Selco<br />
Selco s.r.l. nasce nel 1979 e opera nel settore della costruzione di impianti per la saldatura<br />
ad arco elettrico e per il taglio al plasma, rivolti al segmento industriale – professionale del<br />
settore.<br />
Grazie alla visione imprenditoriale, è sempre stata caratterizzata da una forte spinta<br />
all’innovazione tecnologica ed ha saputo ricavarsi all’interno del settore una posizione di<br />
riferimento a livello tecnologico, che si è riflesso nella conquista di importanti quote di<br />
mercato nei paesi dove la società ha operato fino ad oggi.<br />
Tutto questo è durato fino al 2008, quando l’azienda, nel momento di massima<br />
concentrazione per vincere la sfida dell’internazionalizzazione, si è scontrata con la crisi del<br />
mercato della saldatura, anticipatrice della crisi economico-finanziaria mondiale. Dopo quasi<br />
trent’anni di crescita continua ha quindi dovuto affrontare le esperienze della<br />
riorganizzazione e dell’operare in un contesto di assoluta difficoltà.<br />
La Vision di Selco, Diventare uno dei primi tre produttori di equipaggiamenti industriali per la<br />
saldatura ad arco a livello europeo, con una tecnologia di riferimento per l’intero settore, non<br />
è stata abbandonata, ma l’obiettivo aziendale si è spostato sulla formulazione di una<br />
strategia che consenta di salvare le core competencies di Selco, e quindi le sue aree di<br />
vantaggio competitivo, dovendo per forza affrontare un processo di riduzione dell’organico e<br />
dei costi fissi aziendali. Tutto questo inserito nel contesto del mercato della saldatura, che<br />
dopo il 2009 ha cominciato a riprendersi, sia a livello interno sia a livello export, ma non a<br />
ritmi sostenuti o che consentano a Selco, con il solo business Welding, di avere successo<br />
nel suo obiettivo.<br />
Già nel 2005 Selco aveva esplorato il settore del fotovoltaico per intraprendere un progetto di<br />
diversificazione, poi ritardato per dare priorità allo sviluppo commerciale del business storico.<br />
Nel 2010, a Maggio, è stato ripreso il progetto nella sua totalità, e grazie alla forza<br />
dell’azienda nell’innovazione tecnologica continua, in un tempo di un anno e due mesi a<br />
Giugno 2011 è stata presentata al mercato una prima gamma di inverter per la generazione<br />
di energia elettrica da fotovoltaico. Per seguire il nuovo business, è stata costituita all’interno<br />
dell’azienda una nuova divisione, SELCO Energy, creata ad hoc per poter operare nel<br />
settore in un modo completo, secondo le esigenze che non sono comparabili con il settore<br />
storico della società.<br />
Quello delle energie alternative è un settore relativamente giovane, ha delle prospettive di<br />
crescita enormi ed è uno tra i pochi che non ha risentito della crisi, in questi ultimi tre anni;<br />
anzi il mercato italiano ha vissuto una vera e propria esplosione, grazie a degli incentivi<br />
governativi particolarmente vantaggiosi, che però ha avuto molte volte un connotato<br />
speculativo. A Marzo 2011, la sciagurata decisione del governo di prendersi del tempo per<br />
rimodulare gli incentivi ha portato al totale blocco del mercato, che però è puntualmente<br />
ripreso alla pubblicazione dei nuovi incentivi, anche se non ai ritmi conosciuti nella seconda<br />
metà del 2010, e soprattutto ancora certi e stabili.<br />
L’attrattività del settore è dunque alta, ma nell’affrontarlo si devono tenere in considerazione i<br />
seguenti principali aspetti, che, se combinati assieme, possono evolvere fino a diventare un<br />
circolo vizioso:<br />
• Il mercato è concentrato nelle mani di quattro competitors;<br />
• Questi quattro competitors sono forti delle loro economie di scala, con volumi che non<br />
potranno essere eguagliati da altri players;<br />
• Il settore presenta un trend di prezzi decrescente, come un qualsiasi settore di<br />
elettronica di consumo.<br />
9
Allo stesso tempo, le seguenti considerazioni, permettono di potersi proporre con un buon<br />
successo, come sta avvenendo dai primi riscontri avvenuti:<br />
• Un cambio delle normative previsto nel 2011-2012;<br />
• L’ingresso sul mercato di nuove tipologie di pannello, che obbligano l’uso di un<br />
inverter con caratteristiche innovative;<br />
• Non ci sono nuovi entranti, a causa della barriera data dalle conoscenze tecnologiche<br />
necessarie per potere proporre un prodotto in linea con gli standard;<br />
• La previsione dei volumi di mercato stabili, se non in crescita, con quantità<br />
assolutamente non comparabili con il mercato della saldatura, visto il bacino di<br />
potenziali raggiungibili molto più ampio.<br />
La reputazione di Selco, ha fatto si che i due clienti OEM, e la rete di agenti che opererà sul<br />
territorio ci contattassero, una volta conosciute le intenzioni dell’azienda, ed inoltre sta dando<br />
una mano a far entrare il marchio in un settore dove Selco Energy è un perfetto sconosciuto.<br />
Il Business Plan di SELCO Energy si occupa quindi dei primi passi della divisione, stendendo<br />
il percorso di sviluppo dell’iniziativa nei prossimi tre anni sul mercato italiano sulla base delle<br />
informazioni esistenti ad oggi. Vale la pena ricordare che il settore viaggia ad una velocità<br />
indescrivibile, e le prospettive odierne potrebbero essere completamente rivoluzionate nel<br />
giro di qualche mese. Il Business Plan guida la società nell’affrontare con la massima<br />
rapidità questi cambiamenti, in modo da poter essere in grado di competere sul mercato a<br />
fronte della nuova situazione.<br />
La valutazione economico finanziaria è infine effettuata secondo due scenari, worst e best<br />
case, che si differenziano per la collaborazione con un cliente OEM di notevoli dimensioni, i<br />
cui contatti sono in fase già avanzata, ma non ancora tanto da avere un accordo.<br />
Non è trattata la parte di sviluppo dei mercati internazionali, in rapida crescita anche questi<br />
secondo tutti i report degli operatori del settore, poiché saranno oggetto di analisi e nuovi<br />
piani industriali di sviluppo a partire dal 2013.<br />
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Business plan CO.EDIL COSTRUZIONI<br />
Stefania Griguol, Direttore Generale, Co.Edil Costruzioni<br />
Il lavoro ha per oggetto lo sviluppo del piano industriale 2011-2013 di Co.Edil Costruzioni<br />
S.r.l., azienda posizionata nel settore dei lavori stradali, settore attualmente in crisi a causa<br />
del crollo del mercato delle costruzioni (al quale è inevitabilmente legato) e a causa della<br />
recessione dell’economia italiana che provoca lo slittamento di anno in anno degli<br />
investimenti pubblici in infrastrutture.<br />
In tale scenario, “lavorare bene” ed “essere efficienti in cantiere” (vecchia vision<br />
dell’azienda) è condizione necessaria ma non sufficiente per poter prosperare nel<br />
medio/lungo periodo. È, invece, necessario che tutte le funzioni aziendali percepiscano<br />
l’importanza che ricoprono all’interno dell’organizzazione di cui fanno parte, collaborando<br />
attivamente per lo sviluppo dell’azienda nella sua totalità, con un obiettivo comune e<br />
condiviso. Questa nuova consapevolezza ha portato recentemente l’azienda allo sviluppo e<br />
alla condivisione della nuova vision, “costruire per crescere”.<br />
Per perseguire gli obiettivi di crescita del piano industriale per il triennio 2011-2013, l’azienda<br />
ha a disposizione alcuni punti di forza, che rappresentano altrettanti fattori di vantaggio<br />
competitivo:<br />
• la reputazione di cui gode nel mercato di riferimento;<br />
• la flessibilità operativa della funzione produttiva (che le permette di affrontare<br />
commesse di dimensioni diverse);<br />
• la versatilità della funzione produttiva (che le permette di adeguarsi facilmente allo<br />
svolgimento di lavorazioni estranee al core business aziendale);<br />
• l’efficienza e la velocità produttiva con cui porta a termine le commesse acquisite;<br />
• la disponibilità di personale adeguatamente addestrato e formato.<br />
Di contro, l’azienda deve affrontare, in tempi ragionevolmente brevi, alcuni significativi punti<br />
di debolezza che, per altro, hanno natura prevalentemente organizzativa:<br />
• vi è una funzione commerciale attualmente poco presidiata;<br />
• vi è una scarsa comunicazione tra le diverse funzioni aziendali (in particolar modo tra<br />
la funzione produttiva e la funzione tecnica);<br />
• ha una struttura finanziaria e reddituale debole;<br />
• vi è una scarsa propensione alla pianificazione strategica e all’analisi dei costi;<br />
• le funzioni core aziendali sono ricoperte dalle figure dei soci (in particolar modo,<br />
quella produttiva).<br />
Sulla base di queste premesse il piano industriale di Co.Edil Costruzioni S.r.l. propone che<br />
vengano attuati i seguenti interventi:<br />
• rafforzamento della funzione commerciale con la presenza di Stefania Griguol che si<br />
occuperà dell’acquisizione di nuovi contatti e relative commesse; ciò è previsto già<br />
nel 2011, ma l’impegno sarà consistente a partire dal 2012, anno nel quale verrà<br />
inserita una risorsa part-time in amministrazione per sopperire alle attività di tenuta<br />
della contabilità che Stefania attualmente svolge; sulla base del contesto economico<br />
in cui Co.Edil opera, la politica commerciale che verrà perseguita nel triennio 2011-<br />
2013 prevede un incremento graduale del valore della produzione negli anni anche a<br />
scapito, però, della marginalità delle commesse;<br />
• apertura al settore di bonifica e smaltimento dell’amianto: l’azione di marketing,<br />
attivata nel 2011, porterà all’acquisizione di commesse in tale settore a partire dal<br />
2012, in netto aumento, poi, nel 2013;<br />
• dismissione di cespiti aziendali: l’azienda è attualmente proprietaria di: 1) un<br />
appartamento ad uso residenziale sito nel comune di Meduna di Livenza (TV), del<br />
valore commerciale di € 110.000; 2) di un terreno ad uso industriale sito nel comune<br />
11
12<br />
di Ceggia (VE), del valore commerciale di € 600.000 (potenzialmente più elevato:<br />
sulla base di un’analisi effettuata su transazioni attualmente in atto per terreni con<br />
caratteristiche simili in zone adiacenti, il valore dovrebbe aggirarsi attorno ad €<br />
700.000); che ritiene di riuscire a vendere nel 2013; una dismissione in anni<br />
precedenti, per quanto desiderata, non sarebbe compatibile con la situazione di<br />
mercato esistente, se non a prezzi ancor più sfavorevoli.
Business plan MASCHIO GASPARDO<br />
Mirco Maschio, Amministratore Delegato, Maschio Gaspardo<br />
Mantenendo la propria posizione di leadership italiana ed europea nella produzione di<br />
attrezzature agricole, il Gruppo Maschio Gaspardo è sempre più proiettato ai mercati<br />
internazionali, con oltre 130 milioni di Euro di ricavi del 2010 e una capillarità su quasi tutti i<br />
continenti costituita da ben 13 società estere, si prepara con un piano di sviluppo di 5 anni ad<br />
entrare nel podio dei primi 3 costruttori mondiali.<br />
Il Gruppo è nella continua ricerca di soddisfare le esigenze dei propri clienti proponendo una<br />
gamma sempre più completa, per raggiungere questo obiettivo si devono sviluppare nuovi<br />
prodotti che permetteranno di crescere in termini di quote di mercato e permettonol’entrata in<br />
nuovi settori. I due percorsi da seguire, sono lo sviluppo per linee interne e la<br />
commercializzazione di prodotti venduti in private label.<br />
Il Gruppo Maschio Gaspardo è proiettato nello sviluppo di nuove tecnologie atte a migliorare<br />
le performance tecniche con minor consumi di energia e minor impatto ambientale, nel piano<br />
vengono considerati anche gli investimenti afferenti.<br />
Il Gruppo ha deciso di sviluppare ulteriormente la propria presenza internazionale non solo<br />
dal punto di vista commerciale ma anche con i propri siti produttivi nei più importanti mercati<br />
emergenti ed in particolare India, Cina e Romania.<br />
L’acquisizione di una importante commessa pluriennale con un primario cliente indiano e la<br />
continua crescita nei diversi mercati, hanno reso necessario lo studio di un articolato piano di<br />
investimenti al fine di adeguare la propria capacità produttiva alla domanda.<br />
Con l’obiettivo di una quotazione in Borsa e sostenere gli investimenti necessari in<br />
stabilimenti e tecnologie, il Gruppo ha selezionato un partner finanziario di supporto. In<br />
questa fase è estremamente importante raggiungere gli standards ottimali con il<br />
miglioramento degli indici di performance. In questo piano viene considerato l’apporto in<br />
quota capitale e prestito finanziario del nuovo partner.<br />
Il Piano recepisce e rappresenta le risultanze economico-finanziarie delle linee strategiche<br />
del Gruppo e dei suoi azionisti, sulla base di quanto condiviso dal management stesso.<br />
Il Piano presentato nelle pagine che seguono prevede per il 2015 il raggiungimento di un<br />
volume di affari pari ad 300 milioni di Euro di ricavi, con un Ebitda pari a 50 milioni di Euro<br />
ed una presenza internazionale sempre più radicata.<br />
Per sostenere l’ambizioso piano di sviluppo sul mercato nazionale e dare visibilità al Gruppo<br />
Maschio Gaspardo nella programmata approdo in borsa, è stato creato un piano di<br />
comunicazione sulle reti televisive Canale 5, Italia 1 e Rete 4. La pianificazione della nuova<br />
campagna prevede 2 lanci, rispettivamente nei mesi di dicembre e luglio, tale pianificazione<br />
è stata studiata in base alla stagionalità del prodotto, il richiamo anticipa perfettamente la<br />
stagione vendite primaverile e autunnale.<br />
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Business plan HIGH TECH DESIGN<br />
Chiara Mastrotto, Amministratore, Gruppo Mastrotto<br />
Enrico Mattei, Amministratore Delegato, Legnopan<br />
HighTech Design srl è una start up nel mondo dell’arredo design di lusso, con forte<br />
connotazione tecnologica.<br />
È un’azienda che andrà ad operare in una nicchia di mercato, in quanto inserisce nei prodotti<br />
di design, creati con materiali di qualità, e dalla finiture ricercate, un forte contenuto<br />
tecnologico.<br />
Nata dall’incontro tra un designer, una export manager ed un socio finanziatore che ne<br />
ideano insieme la vision: “diventare una boutique company del design di lusso, creando uno<br />
stile fatto di unicità, design e qualità”.<br />
I fondatori di HighTech Design hanno progettato una realtà aziendale che vogliono<br />
mantenere di dimensioni contenute (ml 1,5 € in 3 anni), realizzando vendite con pagamenti<br />
anticipati che permettono alla società di non dover ricorrere inizialmente ad un indebitamento<br />
bancario, salvo un eventuale modesto affidamento di circa €10.000/€ 20.000 per una<br />
puntuale gestione del debito fornitori e dipendenti.<br />
Le vendite sono calcolate sulla base di un listino prezzi per distributori, mentre nel caso di<br />
vendite tramite agenti a rivenditori o architetti il prezzo avrà una maggiorazione del 15%.<br />
I prodotti coniugano design e tecnologia e sono suddivisibili in tre grandi famiglie, coincidenti<br />
con tre aree di business.<br />
• Technologies products (come Fenice, che è complemento d’arredo con mirror con<br />
predisposizione per installazione di un lcd monitor di grandi dimensioni)<br />
• Furniture products (come Sofia, una chaise longue rivisitata con design e materiali di<br />
pregio)<br />
• Customized products (come Divo, mirror tv altamente personalizzabile)<br />
I clienti dell’azienda che opera al 100% in export, sono localizzati primariamente tra Israele,<br />
Stati Uniti, India e Nord Europa e sono distributori o rivenditori che già trattano prodotti di<br />
arredamento o di tecnologia di fascia alta.<br />
I suoi fornitori sono produttori ed artigiani italiani di altissima specializzazione e costituiscono<br />
un’affidabile rete produttiva completamente in outsourcing.<br />
Per realizzare il piano industriale 2011-2013 essa dovrà far leva sui punti di forza, che<br />
costituiscono dei rilevanti fattori di vantaggio competitivo:<br />
• Unicità dei prodotti che collocano HighTech Design in una nicchia di mercato.<br />
• È una delle poche aziende al mondo a coniugare l’arredamento design alla<br />
tecnologia<br />
• Buona gamma di prodotti innovativi ed interessanti per il mercato luxury, in costante<br />
crescita<br />
• Sapienti artigiani con alta specializzazione garantiscono la qualità dei prodotti ed il<br />
Made in Italy<br />
• Struttura snella con costi fissi contenuti, in quanto la produzione è completamente<br />
esternalizzata<br />
Sulla base delle considerazioni anzidette, il piano industriale di HighTech Design propone di<br />
attuare i seguenti interventi:<br />
• Strutturazione di un’organizzazione interna, dipendente dall’amministratore delegato,<br />
e composta da una export manager, una customer service, un’addetta amministrativa<br />
ed un product manager;<br />
• Realizzazione interna da parte del designer dei disegni, mentre per gli esecutivi si<br />
avvarrà di una consulenza esterna<br />
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• Messa a regime a cura del product manager della produzione, che è totalmente<br />
esternalizzata<br />
• Creazione di una rete vendita e di assistenza ai clienti tramite la calendarizzazione di<br />
visite periodiche agli stessi e tramite un’efficiente assistenza del customer service<br />
• Attività di marketing per la promozione del nostro brand e dei nostri prodotti tramite la<br />
creazione di un sito internet, un catalogo, uno showroom espositivo<br />
• Acquisto dei pc e di un software gestionale<br />
• Elaborazione di reports mensili relativi a fatturato, situazione ordini, e costi con<br />
scostamenti da budget, e esposizione verso fornitori.<br />
Abbiamo voluto concentrare il nostro piano limitando la presente stesura ai primi tre anni,<br />
poiché riteniamo che sia estremamente importante adeguare costantemente il Business Plan<br />
alle nuove condizioni di mercato integrando sistematicamente nuovi elementi e nuove<br />
conoscenze acquisite.<br />
Il nostro piano di crescita non si ferma ai primi 3 anni e, coerentemente alla nostra vision,<br />
vogliamo avere una prospettiva stategica di lungo periodo.<br />
Pertanto pur avendo deciso di redigere un piano industriale a 3 anni, nella consapevolezza<br />
che le dinamiche del mercato ed altresì le opportunità che si potrebbero proporre nel nostro<br />
sviluppo ci obbligano ad una redazione dinamica dello stesso, ci piace l’idea di avere un<br />
obiettivo a 10 anni.<br />
L’obiettivo di HighTech Design è di realizzare, nell’arco di un decennio la “HighTech Design<br />
Home”:<br />
• una linea completa legata ai caratteri distintivi di HighTech Design: unicità, design e<br />
qualità<br />
• la possibilità per il cliente di arredare completamente o in parte i propri ambienti nello<br />
stile HighTech Design, con mobili e complementi di arredo (compresi vasi, quadri,<br />
oggettistica …) con un unico marchio del luxury made in Italy.<br />
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Business plan MAIR RESEARCH<br />
Tommaso Pavan, Socio, Mair Research spa<br />
L’azienda Mair Research si colloca nel settore metalmeccanico per la fabbricazione di<br />
impianti completamente automatizzati per la lavorazione e la finitura di tubi e barre in acciaio.<br />
E’ un settore molto attivo dato dal fatto che la trasformazione del prodotto ha scopi di utilizzo<br />
molto vasti (trasporto fluidi, applicazioni meccaniche, auto motive, scambiatori termici per<br />
settore energetico, costruzione, strutturale, decorativo, mobilio, ospedaliero, aerospaziale) a<br />
loro volta suddivisi in ulteriori branche.<br />
L’azienda è presente nel mercato italiano da 34 anni e da ormai 30 anni nel mercato<br />
internazionale esportando in più di 60 paesi in tutto il mondo.<br />
Sin dai primi anni di vita la vision di Mair Research è stata sempre “Offrire installazioni e<br />
servizi speciali ai produttori di acciaio aiutandoli costruendo macchinari produttivi ed efficienti<br />
in un ambiente sicuro”.<br />
Questa filosofia aziendale ha sempre caratterizzato l’azienda crescendo anche l’organico<br />
interno con questa vision permettendole di crescere in fama, in grandezza a 360 gradi e<br />
nomea.<br />
Sicuramente la vision, come ha fatto fino ad ora, continuerà a segnare il passo e a guidare<br />
l’azienda e sarà sempre riferimento alle scelte future.<br />
Mair in pochi anni ha conseguito risultati notevoli grazie al fatto di aver identificato la<br />
possibilità di creare un business in un mercato quasi completamente nuovo.<br />
Una breve citazione storica per dare la dimensione della crescita:<br />
A Mair furono commissionate da una ditta del Mantovano, produttrice di tubi, la costruzione<br />
di piccole macchine per il confezionamento di fasci di tubi.<br />
Al tempo questa azienda vantava poco meno di 200 dipendenti, adesso il Gruppo<br />
Marcegaglia ne vanta 7.000.<br />
Questa repentina crescita comunque ha alimentato anche delle inefficienze, dei punti di<br />
debolezza, che ancora si trascinano e che per una continuità duratura nel tempo dell’impresa<br />
è indispensabile soprattutto per prepararsi a delle eventuali contrazioni di mercato sempre<br />
meno prevedibili.<br />
I punti di debolezza sono:<br />
• mancanza di una figura di direzione generale da sempre ricoperta dal presidente;<br />
• scarsa interconnessione tra la parte commerciale e le altre realtà produttive, si lavora<br />
a comparti stagni dunque scarsa condivisione del prodotto tra enti progettuali;<br />
• mancanza R&S;<br />
• mancanza della figura di Project Manager;<br />
• mancanza di pianificazione delle fasi produttive e di acquisti.<br />
Dall’analisi della riclassificazione di bilancio effettuata nel triennio è possibile notare come<br />
venga considerata l’integrazione dei suddetti punti di debolezza.<br />
Al fine di colmare le carenze sopra menzionate vengono di seguito illustrate le principali<br />
strategie considerate nel piano di previsione economico finanziari 2011-2013.<br />
• Assegnazione dell’incarico di direzione generale a un altro amministratore; lo stesso<br />
avrà come compiti quello di istituire un linguaggio comune per tutti i vari livelli<br />
aziendali in un contesto di reciproco scambio di informazioni tra i vari reparti aziendali<br />
(area commerciale, area tecnica, area produttiva e uffici a servizio dell’azienda).<br />
• Implementazione di un sistema informativo aziendale (ERP) che consenta un rapido<br />
e simultaneo scambio di informazioni tra le varie unità operative dell’azienda; il tutto<br />
con l’obiettivo di ridurre gli sprechi in termine di tempo che normalmente si creano, e<br />
con l’ulteriore finalità di attuare la strategia del “linguaggio comune”. Con lo stesso<br />
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verrà attuato un programma costante di monitoraggio di controllo di gestione<br />
attualmente non strutturato per le reali necessità dell’azienda.<br />
• Previsione di un programma di costante aggiornamento professionale del personale<br />
appartenenti alle unità considerate strategiche (ufficio commerciale, uffici tecnici,<br />
ufficio acquisti, ufficio produzione, ufficio assistenza clienti).<br />
• Attuazione di un processo di riorganizzazione produttiva aziendale avente come<br />
scopo quello di conseguire un impiego più efficiente della manodopera; ci si<br />
concentrerà pertanto nel ridurre quelli che comunemente vengono chiamati tempi<br />
morti, o altri sprechi quale la sovrapproduzione, che negli anni ha comportato un<br />
incremento eccessivo del magazzino. Con questo tipo di riorganizzazione si riuscirà<br />
ad abbattere anche i costi di outsourcing, questo è tanto più confermato dal fatto che<br />
l’azienda ha acquisito negli anni delle competenze di un certo spessore che le<br />
permettono di fare gran parte all’interno, e di ricorrere a terzi solo per gli interventi<br />
strettamente necessari.<br />
Al fine di mettere in pratica i progetti appena esposti, sono state redatte due tipologie di<br />
piano economico-finanziario:<br />
• il piano cosiddetto “worst case” redatto secondo un’ottica prudenziale, cercando di<br />
riportare i risultati economici considerati quasi certi; il fatturato infatti per il 2011 (pari<br />
a 51.611.200) viene mantenuto pressoché uguale a quello del 2010 (pari a<br />
51.165.658).<br />
Negli anni si prevede un leggero incremento per quanto riguarda le vendite Italia<br />
mentre un incremento più deciso per quanto riguarda le vendite estero.<br />
A livello complessivo il fatturato passa da un valore pari a 51.611.200 del 2011 a<br />
54.280.000 del 2013.<br />
L’utile di esercizio passa da un valore di 6.295.463 a 6.991.150 del 2013, facendo<br />
conseguire un ROE del 42% nel 2011 e del 46% nel 2013.<br />
• il piano cosiddetto “best case” redatto secondo un’ottica più aggressiva, cercando di<br />
riportare i risultati economici considerati attendibili; il fatturato infatti per il 2011(pari a<br />
54.296.200) viene incrementato di circa 3mln di Euro rispetto a quello del 2010 (pari<br />
a 51.165.658).<br />
Negli anni si prevede un leggero incremento per quanto riguarda le vendite Italia<br />
mentre un incremento più deciso per quanto riguarda le vendite estero.<br />
A livello complessivo il fatturato passa da un valore pari a 54.296.200 del 2011 a<br />
60.480.000 del 2013.<br />
L’utile di esercizio passa da un valore di 8.874.694 a 11.448.549 del 2013, facendo<br />
conseguire un ROE medio negli anni di circa il 65%.<br />
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Business plan ZAITEX<br />
Marco Paolo Rossi, Amministratore Delegato, Zaitex<br />
Il report ha per oggetto lo sviluppo del piano industriale 2011-2013 di Zaitex SpA, azienda<br />
che si occupa di distribuire e produrre prodotti chimici, soprattutto coloranti per i comparti del<br />
tessile, della concia e di altri settori di trasformazione industriale. L’azienda collabora<br />
strettamente con un’altra azienda del gruppo Yorkshire Colours Italia srl che opera nello<br />
stesso settore occupandosi soprattutto dei mercati di Piemonte, Lombardia e Toscana.<br />
I settori di sbocco dei nostri prodotti hanno subito negli ultimi dieci anni una decrescita molto<br />
forte dovuta alla delocalizzazione produttiva nei paesi emergenti, questo ha determinato nel<br />
mercato Europeo un'agguerrita competizione che ha inciso negativamente sia sui volumi che<br />
sulle marginalità di tutta la filiera. Il mercato Italiano ha resistito meglio di altri mercati<br />
Europei ed è ancora un mercato importante a livello mondiale grazie alla qualità e<br />
all’innovazione dei prodotti specie in alcune nicchie (lana, calze, trattamenti speciali su<br />
capo). In questi ambiti l’azienda ha saputo resistere alla crisi e anzi reagire coagulando<br />
attorno a se altre realtà italiane: Yorkshire Colours Italia srl e il business nel settore della<br />
Lamberti SpA.<br />
L'azienda ritiene di poter essere competitiva in quei mercati dove innovazione applicativa,<br />
assistenza tecnica ed eccellenza dei prodotti siano esigenze indispensabili per i clienti sia in<br />
Italia che all'Estero.<br />
La società punta a garantirsi un futuro a lungo termine perciò perseguirà una strategia di<br />
aggregazione che permetta di acquisire quote di mercato evitando battaglie sui prezzi e di<br />
raggiungere una dimensione tale da poter sviluppare maggiori economie di scala e accedere<br />
ai mercati esteri con più continuità, immagine e risorse.<br />
Nel contempo l'azienda continuerà con la sua politica di servizio al mercato, sviluppo di nuovi<br />
prodotti ed applicazioni per i clienti, facendo leva sugli asset in suo possesso, in particolare:<br />
qualità ed esperienza del personale, disponibilità di merci a magazzino, software che le<br />
permettono una gestione multisede di vari servizi, laboratorio d'avanguardia, solidità<br />
economica e reputazione.<br />
Passaggi cruciali di questo piano sono:<br />
• l'acquisizione in un periodo breve di quote di una società concorrente fino al suo<br />
controllo,<br />
• lo sviluppo dell'integrazione tra le varie società del gruppo sia in termini di servizi<br />
(VoIP, Business Intelligence, Software gestionale, acquisti...) che di personale,<br />
• l'assunzione di personale necessario a sostituire parte dell'attuale management<br />
prossimo alla pensione<br />
Secondariamente saranno importanti anche:<br />
• gli investimenti in consulenza per la registrazione dei prodotti secondo la nuova<br />
normativa Reach<br />
• gli investimenti in strumenti del laboratorio (spettrofotometro AA)<br />
• lo sviluppo della comunicazione al mercato focalizzata su alcune fasce di clienti esteri<br />
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Business plan ESSETRE<br />
Andrea Sella, Vicepresidente, Essetre<br />
Nicola Sella, Consigliere Delegato, Essetre<br />
Il progetto ha per oggetto lo sviluppo del Piano Industriale 2011-2015 di Essetre S.p.A.,<br />
azienda specializzata nella produzione di macchine a controllo numerico per la lavorazione<br />
del legno.<br />
Le aree di business di Essetre sono sostanzialmente due:<br />
• Le macchine per il settore della carpenteria;<br />
• Le macchine per il settore dei cucinieri e dei mobilieri.<br />
Trattasi di settori ben distinti e con potenzialità di crescita molto diverse che quindi devono<br />
essere approcciati con strategie differenti. In dettaglio:<br />
• Settore della carpenteria: questo settore attualmente appare ancora caratterizzato da<br />
buone potenzialità di crescita sia in Italia sia soprattutto all’estero. La concorrenza<br />
veramente in grado di competere con la tecnologia e con la gamma di prodotti di<br />
Essetre finora è costituita da una sola grossa azienda tedesca operante in tutto il<br />
mondo.<br />
Essetre ha investito molto in questo settore ed oggi possiede una gamma completa di<br />
macchine per tutte le possibili esigenze di coloro che operano in questo mercato; in<br />
pratica la gamma è costituita sia da macchine molto complesse e costose come per<br />
esempio le “Techno PF” e le “Techno Wall”, ma anche da macchine più semplici ed<br />
economiche come le “Techno One”.<br />
Alla luce dell’attuale andamento del mercato italiano e consapevole delle potenzialità<br />
dei propri prodotti, Essetre ha avviato nel corso dell’ultimo anno una politica di decisa<br />
espansione commerciale attuata da un lato mediante il potenziamento dell’ufficio<br />
commerciale con l’inserimento di 3 nuove risorse dotate di esperienza, dall’altro<br />
mediante la partecipazione a fiere di settore e la ricerca di rivenditori locali in grado di<br />
assicurare anche l’assistenza tecnica sulle macchine.<br />
• Settore dei cucinieri e dei mobilieri: trattasi di un settore ormai maturo dove la<br />
concorrenza appare decisamente più aggressiva rispetto al settore della carpenteria.<br />
Per questo motivo Essetre ha deciso di confermare il proprio posizionamento nella<br />
nicchia di mercato costituita dalla macchine più costose e sofisticate in grado di<br />
assicurare prestazioni elevate e grande flessibilità di lavoro.<br />
L’idea assunta alla base del Piano Industriale di Essetre è pertanto quella di perseguire una<br />
crescita interna – quindi senza ricorrere all’acquisizione di altre aziende del settore -<br />
soprattutto sui mercati esteri che si ritiene siano in questo contesto economico più ricchi di<br />
potenzialità rispetto al mercato domestico.<br />
In questa strategia il ruolo fondamentale, nelle intenzioni dell’azienda, dovrebbe essere<br />
svolto dalle macchine destinate al settore della carpenteria.<br />
Essetre dovrà pertanto cercare di massimizzare i propri punti di forza che costituiscono<br />
anche delle opportunità, minimizzando ovvero riducendo i propri punti di debolezza e le<br />
conseguenti minacce attraverso l’adozione di opportune azioni.<br />
In sintesi le principali azioni suggerite nel Piano Industriale 2011-2015 di Essetre sono le<br />
seguenti:<br />
• sviluppo e contrattualizzazione di una rete di distributori esteri in grado di affiancare<br />
l’azienda in tutte le fasi commerciali, di collaudo e di assistenza post vendita;<br />
• studio ed ingegnerizzazione di nuove soluzioni tecniche in grado di ridurre i costi di<br />
produzione delle macchine aumentando ove possibile la loro standardizzazione<br />
soprattutto nel settore dei cucinieri e mobilieri;<br />
19
• acquisto di un nuovo capannone industriale dove concentrare tutte le attività<br />
aziendali;<br />
• inserimento nel medio termine di un manager di standing internazionale in grado di<br />
supportare la proprietà nella strategia di sviluppo aziendale;<br />
• inserimento di due nuove risorse nell’ambito delle funzioni di progettazione e di<br />
controllo di gestione;<br />
• rafforzamento della funzione di assistenza tecnica e collaudo con l’inserimento di<br />
almeno una nuova risorsa;<br />
• implementazione di un sistema di controllo di gestione e di reporting integrato con il<br />
sistema informativo aziendale e di un sistema di certificazione della qualità.<br />
La strada scelta è quindi la crescita per linee interne, investendo nello sviluppo delle<br />
competenze tecniche, commerciali, produttive, amministrative e di comunicazione,<br />
necessarie a supportare l’auspicata crescita dimensionale dell’azienda sia in Italia sia<br />
soprattutto all’estero.<br />
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Business plan TONIN CASA<br />
Nicola Tonin, Responsabile Tecnico, Tonin Casa<br />
L’azienda fondata circa 30 anni fa, è inserita stabilmente nel settore del mobile. Nonostante<br />
gli ultimi anni, a partire dal 2008, siano stati caratterizzati da una gravissima crisi economica<br />
e da una forte recessione mondiale, l’azienda ha intrapreso un cammino di rinnovamento<br />
che sicuramente la porterà ad affrontare in maniera più efficiente una concorrenza sempre<br />
più agguerrita e competitiva a livello globale.<br />
Per meglio affrontare le sfide future, il gruppo Tonin Casa ha voluto prediligere, nel settore<br />
del complemento d’arredo, la via della specializzazione, puntando soprattutto su elementi<br />
quali la qualità del prodotto, l’efficienza del servizio post-vendita e, sull’importanza di credere<br />
nella diffusione di un valore aggiunto che è proprio il Made in Italy.<br />
La vision storica dell’azienda è stata caratterizzata da un continuo processo evolutivo,<br />
seguendo di fatto i continui mutamenti che hanno interessato lo stesso settore nell’ultimo<br />
ventennio. In particolare, nella prima fase, la vision era votata principalmente alla<br />
commercializzazione sia di mobili classici che da bagno, la cui vendita però era stata ristretta<br />
al solo ambito locale, con specifico riferimento al solo triveneto. Oggi, l’attenzione è stata<br />
invece puntata sulla continua internazionalizzazione, ricercando nuovi mercati di sbocco,<br />
sensibili alle mode, in modo da riuscire a portare nel mondo sia la collezione moderna che<br />
classica di Tonin Casa.<br />
Per conseguire gli obiettivi previsti dal piano industriale, l’azienda può contare su alcuni punti<br />
di forza che indubbiamente la caratterizzano e che rappresentano importanti fattori di<br />
vantaggio competitivo:<br />
• Marchio molto conosciuto grazie alla continua campagna pubblicitaria fatta fino a<br />
qualche anno fa su riviste di design e su mezzi d’informazione televisiva quali reti<br />
Mediaset e Sky;<br />
• L’offerta di un’ampia gamma di prodotti sia classici che moderni e l’introduzione di<br />
nuove linee di porte scorrevoli e a scrigno come complementi d’arredo;<br />
• L’importanza di offrire un servizio di lucidatura interno del mobile classico<br />
caratterizzato da elevati standard qualitativi in grado di personalizzare il prodotto<br />
finito secondo i gusti del cliente più esigente, soprattutto in fatto di colorazioni, il tutto<br />
in tempi molto ristretti; Produzione interna ad alto valore aggiunto, utile a riconoscere<br />
il prodotto aziendale come un manufatto ‘Made in Italy’;<br />
• Capacità di sviluppare articoli dal design inconfondibile, funzionali e di alta tecnologia<br />
(con particolare riferimento all’ultima collezione moderna 2011 che presenta<br />
specifiche caratteristiche);<br />
• Bassa età anagrafica ed anzianità aziendale, in particolare dovuta al passaggio<br />
generazionale tutt’ora in atto che vede i figli affacciarsi sempre più alla viva realtà<br />
aziendale. Alcuni comparti si presentano particolarmente giovani e dinamici come<br />
ufficio marketing ed ufficio ricerca e sviluppo.<br />
Dall’altro lato, l’azienda evidenzia punti di debolezza che devono essere presi come punto di<br />
partenza nel lungo cammino del miglioramento complessivo, utili per redigere un piano<br />
industriale che sia sostenibile nel prossimo immediato futuro. Nello specifico questi sono:<br />
• Rete commerciale Italiana non adeguata al prodotto dovuta al veloce cambiamento di<br />
fascia dello stesso da bassa a medio/medio alta. Ciò non è valido per l’estero, poichè<br />
la società ha cominciato ad esportare già con prodotti riconoscibili come di fascia<br />
medio/medio alta.<br />
• Presenza commerciale estera poco capillare in alcune zone geografiche, soprattutto<br />
nei paesi emergenti;<br />
21
• Elevata consistenza delle scorte di magazzino motivato dalla necessità di garantire in<br />
tempi brevi l’evasione di ordini di un’ampia gamma di articoli a catalogo;<br />
• Mancanza di un modello organizzativo che monitora e controlla costantemente le<br />
attività aziendali;<br />
• Carenza di una struttura organizzativa ben definita che permetta di identificare<br />
agevolmente compiti e responsabilità;<br />
• Poche risorse umane in ufficio marketing, ricerca e sviluppo.<br />
Sulla base di queste premesse, il piano di sviluppo industriale del gruppo Tonin è quello di<br />
attuare i seguenti interventi correttivi:<br />
• sulla rete vendita: sostituendo/rimpiazzando i collaboratori esterni, come<br />
agenti/rappresentanti, dove questi non rispondano a nostri requisiti interni ritenuti<br />
fondamentali per meglio approcciarsi con i clienti (privilegiando personale più giovane<br />
e dinamico). E’ sentita quindi la necessità di fornire una formazione costante a tali<br />
figure professionali, sia per quanto riguarda le caratteristiche del prodotto che per le<br />
metodologie di vendita, magari organizzando dei corsi interni aziendali periodici e di<br />
P.N.L;<br />
• sul piano oltre che quantitativo anche qualitativo con potenziamento della rete<br />
commerciale estera con progressivo inserimento di nuovi rappresentanti e/o<br />
distributori (come le commerciali) in paesi dove la Tonin Casa srl oggi non è<br />
presente. Obiettivo questo da raggiungere valutando attentamente la presenza dei<br />
nostri competitor nel territorio mondiale, con particolare attenzione ai paesi emergenti<br />
che in futuro possono rappresentare sicure valide opportunità di business;<br />
• riduzione del personale. A fronte di una crisi mondiale generalizzata che ha portato,<br />
da una parte a contrarre in maniera significativa i consumi, e dall’altra un trend<br />
crescente di riduzione del credito offerto dagli istituti bancari, l’azienda ha intrapreso<br />
un cammino, sopra accennato, di riduzione dei costi e di eliminazione degli sprechi<br />
interni. Questa fase di razionalizzazione delle risorse è stata anche imposta da<br />
riduzioni di fatturato causate appunto da tali accadimenti macroeconomici a livello<br />
mondiale;<br />
• miglioramento del sistema di controllo interno con continuo sviluppo delle funzioni<br />
legate all’analisi dei dati aziendali in modo da anticipare criticità legate ad elementi<br />
quali: vita/ritiro di un prodotto, marginalità, pricing, ecc. e/o collezione. Tutto questo,<br />
al fine di rendere più efficiente la gestione di ogni fase interna aziendale in modo da<br />
ridurre sprechi e giacenze che causano costi spesso non direttamente e facilmente<br />
misurabili e quindi poco controllabili;<br />
• Inserimento di nuove risorse umane che permettano, come al punto precedente, di<br />
fornire agli amministratori strumenti atti al continuo monitoraggio delle varie fasi<br />
aziendali;<br />
• Creazione di un organigramma ben definito / delineato, da tutti conosciuto o<br />
conoscibile supportato dalla enunciazione di procedure che permettano ad ognuno di<br />
sapere in ogni momento cosa fare e come fare per;<br />
• Adozione di un controllo qualità più preciso e mirato in modo da riuscire a garantire<br />
una drastica riduzione dei resi.<br />
• Inserimento di nuove risorse umane nell’ufficio Marketing. Questo permetterà<br />
all’azienda di fare analisi di mercato, diffondere la conoscenza del brand tramite<br />
attività di comunicazione mirate, in particolare su internet. Fidelizzare il rapporto tra<br />
azienda/cliente attraverso customer care e customer service.<br />
• Investire in ricerca e sviluppo potenziando il relativo ufficio in modo che possa dare al<br />
prodotto oltre che a un’estetica inconfondibile uno standard qualitativo/tecnologico<br />
sempre più alto. Garantire ad esempio importanti valori come quelli inerenti all’area<br />
della sostenibilità offrendo interessanti spunti per il mercato futuro.<br />
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Business plan TRAMONTE ELETTROIMPIANTI ENG.<br />
Luisella Tramonte, Amministratore Delegato, Tramonte Elettroimpianti Eng.<br />
L’azienda è storicamente posizionata nel settore dell’installazione e manutenzione di<br />
impianti elettrici, tecnologici, speciali (antifurto, rilevazione incendi e gas, TVCC, cablaggio<br />
dati) e fotovoltaici per uso industriale e civile. Opera nell’intero territorio nazionale sia con<br />
proprio personale specializzato sia per mezzo di aziende partner che ha qualificato nel<br />
tempo. Si distingue per la qualità delle opere riconosciuta da una clientela di prestigio che le<br />
permette di competere in un mercato sostanzialmente saturo e con margini in costante<br />
discesa.<br />
La vision che dovrà guidare le scelte dell’azienda nella sua strategia di sviluppo è:<br />
Essere partner di eccellenza per migliorare la vita delle persone e delle comunità attraverso<br />
l’innovazione tecnologica, preservando l’ambiente e le risorse disponibili.<br />
La nostra mission è realizzare impianti e gestire servizi di alta qualità nel rispetto dei valori<br />
umani e dell’ambiente. Comprendere e anticipare le necessità delle persone, proporre<br />
soluzioni tecniche di alto livello operativo, tecnologico e di rispetto dell’ambiente.<br />
La crescita intrapresa negli ultimi anni ha permesso di aumentare il giro d’affari che si attesta<br />
intorno ai 5.000.000€ e questo trend evolutivo non può prescindere da una organizzazione<br />
efficiente in ogni sua parte.<br />
Scopo di questo business plan è quindi tracciare un cammino di crescita aziendale<br />
attraverso strategie di focalizzazione e di penetrazione del mercato ma anche, tramite una<br />
riorganizzazione interna, aumentare l’efficienza operativa applicando con perseveranza le<br />
linee tracciate dalle procedure esistenti. Efficienza, flessibilità e soprattutto competenza<br />
costituiscono da sempre il nostro vantaggio competitivo, continuare ad esserlo in una<br />
azienda che cresce di complessità oltre che di fatturato è il nostro obiettivo.<br />
L’attività dell’azienda si suddivide principalmente in due macroaree: la realizzazione e la<br />
manutenzione di impianti. Le logiche che stanno alla base di questi due processi produttivi<br />
sono diverse: per le installazioni si segue una gestione per commessa e per le manutenzioni<br />
programmate e su chiamata (soprattutto di catene di negozi, supermercati e banche) una<br />
gestione su ordine.<br />
Altro mercato di intervento e da presidiare è quello degli impianti fotovoltaici perché quello<br />
delle energie rinnovabili permarrà nel medio periodo un settore in crescita. Dovranno essere<br />
messe in atto opportune azioni commerciali, di organizzazione della produzione e di<br />
pianificazione delle risorse.<br />
Le strategie che devono essere perseguite sono di conseguenza differenti, sia dal punto di<br />
vista commerciale che operativo:<br />
• finanziarie necessarie.<br />
• Per le manutenzioni, che riguardano sostanzialmente catene di negozi, bisogna<br />
perseguire una strategia di focalizzazione e penetrazione su questo mercato tramite<br />
opportuna mappatura e proponendosi anche ai potenziali clienti che operano nei siti<br />
presidiati dai nostri clienti acquisiti. L’organizzazione produttiva attuale potrebbe<br />
essere facilmente potenziata perché questo settore, data la dislocazione in tutto il<br />
nord Italia dei punti vendita, e per alcuni clienti anche sull’intero territorio nazionale,<br />
viene affidata ai nostri partner e coordinata dalla nostra sede dove abbiamo un<br />
responsabile di area. L’obiettivo qualitativo è di fornire un servizio di manutenzione<br />
globale degli impianti, preventiva e correttiva, garantendo un pronto intervento H24<br />
su 24 .<br />
• Per la realizzazione di impianti e quindi per la gestione delle commesse la strategia<br />
commerciale da perseguire sarà rivolta all’analisi della marginalità del portafoglio<br />
clienti e della tipologia di commesse e di conseguenza bisognerà focalizzarsi sulla<br />
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penetrazione del mercato nelle aree più remunerative. L’obiettivo qualitativo dovrà<br />
essere perseguito sia nell’alta qualità delle opere eseguite, sia nella qualità intesa<br />
come efficienza della gestione delle risorse a disposizione per l’esecuzione della<br />
commessa.<br />
• Inoltre bisognerà valutare la possibilità, anche dal punto di vista normativo di ciascun<br />
paese, di seguire alcuni nostri clienti nelle realizzazioni e manutenzioni di punti<br />
vendita in Europa (Francia, Germania, Inghilterra). Questo obiettivo sarà valutabile<br />
solo dopo aver messo in atto la riorganizzazione aziendale.<br />
Per perseguire gli obiettivi di crescita del piano industriale per il triennio 2011-2013, l’azienda<br />
ha a disposizione alcuni punti di forza, che rappresentano altrettanti importanti fattori di<br />
vantaggio competitivo:<br />
• La reputazione<br />
• L’ampia gamma di servizi in grado di offrire;<br />
• La capacità produttiva interna in termini di professionalità e di gestione di lavori<br />
complessi<br />
• La capacità di gestire una rete di aziende di supporto (terzi) e di integrare le loro<br />
maestranze nelle lavorazioni<br />
• I contatti e le informazioni commerciali<br />
• La possibilità di dimostrare referenze di importanti marchi riconosciuti dal mercato<br />
• Il supporto tecnico e di assistenza immediato<br />
• Le certificazioni in nostro possesso (ISO9001 e SOA)<br />
Di contro, l’azienda deve affrontare, in tempi ragionevolmente brevi, dei significativi<br />
punti di debolezza che, peraltro, hanno natura prevalentemente organizzativa:<br />
• Competenza commerciale limitata all’esperienza sul campo. La mancanza di un<br />
sistema commerciale rivolto alle acquisizioni che affianchi quello esistente operando<br />
non solo tramite conoscenze o passaparola, ma tramite un sistema strutturato che<br />
operi sistematicamente e che sfrutti sia i requisiti aziendali (ad es. la SOA per gli<br />
appalti pubblici) che le referenze, potenziando la rete già esistente di manutenzioni e<br />
nuove realizzazioni<br />
• Elevato costo/prezzo del prodotto in mercati sempre più competitivi, i costi di struttura<br />
elevati dovuti al personale indiretto si riflettono sulla determinazione del prezzo<br />
• Organizzazione produttiva rigida, molto sensibile alla qualità del prodotto ma poco<br />
sensibile all’efficienza ed ai vincoli posti allo sviluppo aziendale dalla sua limitata<br />
capacità di concepire il lavoro con la logica di processo al di fuori del ciclo di<br />
produzione.<br />
• Mancanza di chiara percezione delle responsabilità delle persone-chiave (COM,<br />
CAC, CSQ, AMM, MAG), posti a garanzia dei risultati di commessa in termini di costi<br />
di esecuzione, qualità, costi e tempi di consegna al cliente<br />
• La differenziazione del prodotto finale è poco percepita da molti clienti, spesso è<br />
legata alle sole condizioni di estetica più di che di sostanza, quindi disposto a<br />
scegliere il fornitore con il solo criterio del prezzo.<br />
Sulla base di queste premesse, il “Piano Industriale della Tramonte Elettroimpianti” propone<br />
che vengano attuati i seguenti interventi:<br />
• Analisi del sistema informativo aziendale per individuare e risolvere le criticità.<br />
• Analisi e mappatura dei processi aziendali per attuare gli interventi organizzativi<br />
necessari a favorire l’integrazione tra le diverse funzioni (COM, CAC, CSQ)<br />
• Definizione dei centri di responsabilità e attribuzione di deleghe effettive e adeguate<br />
ai responsabili di funzione<br />
• Avviare un processo di re-ingegnerizzazione/standardizzazione dei servizi prestati<br />
introducendo la logica delle fasi operative in un’ottica di sistematica riduzione del<br />
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costo diretto di commessa e conoscenza della gestione di cantiere e organizzazione<br />
del lavoro<br />
• Progetti di ottimizzazione dei fattori di produzione e dei costi di struttura<br />
• Formazione dei responsabili di cantiere al fine di aumentare l’efficienza operativa,<br />
ottimizzazione delle risorse e la sicurezza in cantiere.<br />
• Accentramento su un’unica persona delle attività di “delivery” prevedendo la<br />
pianificazione della produzione/acquisito generale, l’assegnazione delle commesse in<br />
base al carico di lavoro dei capi commessa, il presidio alla preparazione dei<br />
documenti di commessa (contratto cliente, contratti terzi, POS e PSC, cartelle di<br />
funzione), la supervisione che i capi commessa abbiano pianificato le commesse.<br />
• Potenziamento e riorganizzazione del settore commerciale per il mantenimento delle<br />
quote di mercato sul core business della società nel rispetto dell’equilibrio tra volumi<br />
di vendita, prezzi, qualità/servizio oltre che per ricerca di opportunità di business in<br />
nuovi mercati. Verrà inserita una risorsa che si occupi esclusivamente della stesura<br />
dei preventivi.<br />
• Un intervento di supporto nella stesura di un sistema di Controllo di gestione<br />
adeguato e di un sistema di Business Intelligence per l’aggiornamento costante dei<br />
report come strumento a supporto dello sviluppo del business aziendale.<br />
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Business plan ZORDAN<br />
Maurizio Zordan, Amministratore delegato, Zordan<br />
La Zordan srl nasce e permane tuttora come un’azienda votata a servire aziende industriali<br />
con manufatti legati al settore legno-arredamento. Il settore dell’arredamento pur con le<br />
recenti difficoltà legate alla congiuntura negativa dei mercati occidentali rimane un settore<br />
con discrete marginalità. La strategia aziendale rimane per il medio termine legata a questo<br />
settore ma, tenuto conto della esposizione alla concorrenza internazionale, viene<br />
evidenziato anche se non sviluppato un “piano B” di uscita qualora la forza competitiva non<br />
consentisse di conservare la totalità dei valori attualmente posseduti.<br />
In ogni caso la vision rimane quella di “Offrire ai clienti industriali del lusso sostenibile una<br />
qualità di prodotto e servizio eccellenti in ogni location del Western World, anche in situazioni<br />
di stress”. Tale visione va perseguita in ogni ambito aziendale e va adeguatamente<br />
comunicata prima all’interno e poi all’esterno.<br />
Per perseguire la crescita prevista nel piano 2011-2013 occorre consolidare i punti di forza<br />
dell’azienda per farne degli elementi distintivi di vantaggio competitivo:<br />
• mantenere elevata la reputazione<br />
• codificare l’erogazione del servizio attraverso una standardizzazione dei processi<br />
e delle deleghe<br />
• amplificare l’attenzione sui diritti ambientali e relative certificazioni<br />
• mantenere elevato lo standard tecnologico della produzione<br />
Rimangono dei punti di debolezza che vanno risolti in tempi brevi:<br />
• ulteriore diversificazione della clientela<br />
• diversificazione di prodotto<br />
• il costo elevato rispetto ai paesi dell’estremo oriente impone un importante<br />
miglioramento dell’efficienza produttiva interna<br />
• dare una solida formazione alle risorse umane recentemente inserite<br />
• mantenere standard europei di condizioni di pagamento in contrapposizione alle<br />
derive di scuola “FIAT” dei clienti italiani del lusso<br />
• consolidare la struttura patrimoniale dell’azienda<br />
• rafforzare le competenze nell’area finanza<br />
Sulla base di tali premesse nel piano vengono proposti i seguenti interventi:<br />
• portare rapidamente a regime la funzione di pianificazione del servizio mettendo<br />
sotto stretto controllo tutte le risorse critiche interne ed esterne bilanciando i<br />
carichi di lavoro e dare a tutte le funzioni una visione chiara dell’avanzamento<br />
delle commesse e dell’orizzonte di saturazione delle risorse<br />
• strutturare un piano triennale di formazione delle risorse umane distinto in<br />
formazione pesante a breve delle nuove risorse e formazione continua delle<br />
risorse umane critiche di anzianità aziendale più elevata<br />
• implementare la già deliberata certificazione FSC e PEFC<br />
• valutare l’opportunità di una certificazione ambientale dati i risultati già<br />
implementati di riduzione dell’impronta ecologica<br />
• mettere a regime entro la fine del 2011 il già ordinato centro di lavoro a controllo<br />
numerico previsto in consegna a fine luglio 2011<br />
• formalizzare entro il 2011 la partecipazione al 28% del capitale della società Delta<br />
Arredamenti srl che costituisce un obiettivo di completamento di gamma del<br />
prodotto della Zordan srl oltre che lo strumento attraverso il quale diversificare<br />
l’offerta di prodotto nel mercato food e arredamento abitazioni private di pregio.<br />
Nel piano viene tuttavia indicato solo l’investimento in tale partecipazione senza<br />
prevedere le possibili sinergie di collaborazione tra le due aziende (ndr Zordan<br />
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Maurizio detiene personalmente tale partecipazione ed è amministratore delegato<br />
anche della Delta Arredamenti)<br />
• dare solidità patrimoniale nel medio termine all’azienda operando (in presenza di<br />
prezzi adeguati) l’acquisto dagli ex-soci degli immobili attualmente in affitto. Dopo<br />
tale acquisizione procedere alla riqualificazione ed ampliamento degli spazi<br />
produttivi e di ufficio per rendere la struttura coerente con gli obiettivi di<br />
miglioramento della qualità dell’ambiente di lavoro per le risorse umane di<br />
struttura e di fabbrica oltre che dotare la struttura di una adeguata area di<br />
stoccaggio<br />
• continuare nell’azione di lobby intrapresa attraverso l’associazione di categoria<br />
per il rispetto delle normative sui materiali impiegati<br />
• perseguire attraverso l’associazione delle piccole e medie imprese l’approvazione<br />
in parlamento di una legge per rendere le condizioni di pagamento coerenti con<br />
quelle degli altri paesi europei con cui ci possiamo confrontare (Germania,<br />
Francia e Spagna)<br />
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Commissione di valutazione<br />
Pierfrancesco Alessi<br />
Laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Bologna, con specializzazione in<br />
materie economiche ad Harvard. È partner fondatore di Finlife Corporate Finance (Padova),<br />
società specializzata nella consulenza alle aziende in operazioni di cessione e acquisizione<br />
di aziende in Italia e nei principali mercati esteri, fusioni, alleanze strategiche, joint-ventures<br />
distributive e industriali e progetti di internazionalizzazione. In precedenza ha maturato una<br />
vasta esperienza manageriale presso Società Italiana Vetro, Associazione Industriali di<br />
Pordenone, Barclays Selefin Factorings, Associazione API di Padova (Direttore) Unindustria<br />
Padova (Condirettore, con deleghe su credito, finanza e internazionalizzazione). È stato<br />
Amministratore Delegato di Siav, società di servizi di Confindustria Veneto e membro del<br />
comitato esecutivo di Interconfidi Nordest. Ha svolto il ruolo di consigliere di amministrazione<br />
di Fundatia Sistema Italia (rappresentanza delle imprese a capitale italiano in Romania),<br />
Meccanica Veneta, Elettrogas, Sapi Servizi. Ha maturato esperienze nell’ambito del private<br />
equity con primarie società specializzate in investimenti in piccole e medie imprese.<br />
Marino Bertolini<br />
Laurea in Economia e Commercio all’Università Ca’ Foscari di Venezia. È M&A Senior<br />
Consultant and Financial Analyst della Divisione di Finanza Straordinaria di Banca<br />
Agrileasing, presso la quale è specializzato nei settori Oil & Gas, Renewable Energies and<br />
Shipping. Ha maturato una significativa esperienza professionale, sia presso uno studio<br />
commercialistico, sia operando nel team di Iniziative S.r.l., come corporate analyst e<br />
financial services, specializzandosi in<br />
sistemi di rating aziendale, report di controllo e credit risk analysis. Ha conseguito il Dottorato<br />
di Ricerca in Finanza Aziendale all’Università degli Studi di Trieste ed è stato borsista presso<br />
l’ECLAC, Economic Commission for Latin America and the<br />
Caribbean (O.N.U.) post-graduate course per giovani ricercatori. Ha svolto attività di<br />
formazione presso primari istituti bancari. E' professore a contratto di Finanza per lo<br />
sviluppo e la ristrutturazione aziendale: Corporate & Investment Banking alla Facoltà di<br />
Economia dell’Università degli Studi di Padova.<br />
Lorenzo Bovo<br />
Nato a Padova nel 1983, si è laureato con lode presso l’Università degli Studi di Padova<br />
conseguendo la laurea triennale in Economia e Commercio e la laurea magistrale in Banca e<br />
Finanza. Durante gli anni universitari ha trascorso un periodo di studio presso la University of<br />
Essex (UK). Nell’estate 2008 ha frequentato corsi di alta specializzazione in corporate<br />
finance e business valuation presso la Harvard University (MA, USA) con il massimo dei voti.<br />
Ha iniziato la sua carriera lavorativa in Private Equity Partners nel Febbraio 2007, in qualità<br />
di Investment Analyst. Precedentemente, nel 2005, ha svolto un periodo di stage nel<br />
dipartimento Finance di Permasteelisa S.p.A. Attualmente ricopre il ruolo di Investment<br />
Associate negli uffici di Milano ed è il responsabile per l’Italia degli uffici di rappresentanza di<br />
Varsavia e San Paolo. Ha seguito diversi progetti di investimento nei settori del<br />
Food&Beverage, Energy, GDO, Industrial Machinery, Building Materials, Gaming, Logistica e<br />
Servizi.<br />
Leonardo Bruzzichesi<br />
Laureato con lode in Economia e Commercio all’Università “La Sapienza” di Roma, ha<br />
seguito il corso di specializzazione di analista finanziario presso JP Morgan Bank a New<br />
York. Dal 1998 lavora in Private Equity Partners, di cui è Partner nonché responsabile e<br />
coordinatore delle attività dell’ufficio di Shanghai.<br />
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Precedentemente ha lavorato nel team di Investor Relations di INA Spa e come analista<br />
finanziario presso un noto agente di cambio a Roma.<br />
Nel corso della sua lunga attività professionale, ha strutturato e finalizzato numerose<br />
operazioni di acquisizione e di quotazione in Borsa (Artè, Trevisan, Datamat, Marr).<br />
Attualmente siede nel consiglio di amministrazione di ARI Spa ed è consigliere di gestione in<br />
Manutencoop Facility Management Spa.<br />
Stefania Centorbi<br />
Laureata con lode in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Venezia “Ca’<br />
Foscari”, è dottore commercialista e revisore contabile.<br />
Dal 1996 opera come consulente presso primari studi professionali, associazioni di categoria<br />
e società di consulenza direzionale, anche collegate al mondo universitario. Ad oggi è<br />
partner di Sinedi S.r.l., società di consulenza strategica e direzionale con sede in Padova,<br />
presso la quale è responsabile dell’area di specializzazione Controllo&Compliance. Ricopre<br />
incarichi nell’ambito di Collegi Sindacali e Organismi di Vigilanza di cui al D.Lgs. n. 231/01.<br />
Docente <strong>CUOA</strong>, appartiene alla faculty del Master <strong>CUOA</strong> <strong>MBA</strong> <strong>Imprenditori</strong> Part Time. Ha<br />
effettuato docenze anche in ambito universitario nonché presso Ordini professionali, Enti di<br />
formazione, Associazioni di categoria.<br />
Marco Costamagna<br />
Laurea in Economia e Commercio all’Università Ca’ Foscari di Venezia. È partner fondatore<br />
di Sinedi, Padova, società di consulenza in strategia e sistemi di direzione aziendale, e di<br />
Finlife Corporate Finance, società specializzata in Mergers & Acquisition e Joint-Ventures<br />
internazionali. Si occupa di strategia, organizzazione aziendale, controllo di gestione e<br />
operazioni straordinarie (fusioni e acquisizioni). È Consigliere generale della <strong>Fondazione</strong><br />
Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e componente dell’Advisory Committee del Fondo<br />
GATE di Riello Investimenti Partners Sgr S.p.A.. Insegna Pianificazione finanziaria e<br />
controllo nei gruppi presso la Facoltà di Economia dell’Università di Padova e Strategia e<br />
Controllo di Gestione presso primarie Business School. Docente <strong>CUOA</strong>, appartiene alla<br />
faculty del Master <strong>CUOA</strong> <strong>MBA</strong> <strong>Imprenditori</strong> Part Time. In precedenza ha maturato una vasta<br />
esperienza manageriale in imprese industriali di dimensioni internazionali (Tecnomare, Agip<br />
Petroli, Morellato), come responsabile delle funzioni controllo di gestione, pianificazione<br />
strategica, amministrazione finanza controllo e sistemi informativi. È stato Business Angel e<br />
componente del Comitato Scientifico del Premio per l’innovazione Start Cup di Padova, e<br />
professore a contratto di Bilancio Consolidato presso la Facoltà di Economia dell’Università<br />
di Padova.<br />
Gerardo dal Piva<br />
Laurea in Economia e Commercio all’Università Ca’ Foscari di Venezia. È partner fondatore<br />
di Finlife Corporate Finance (Padova), società specializzata nella consulenza alle aziende in<br />
operazioni di cessione e acquisizione di aziende in Italia e nei principali mercati esteri,<br />
fusioni, alleanze strategiche, joint-ventures distributive e industriali e progetti di<br />
internazionalizzazione. In precedenza è stato responsabile amministrativo e finanziario di<br />
Ceccato-Clais (Clais Luck FR), addetto alla segreteria fidi del Banco San Marco (Credit<br />
Lyonnaise), assistente all’Amministratore Delegato di Finimpresa Veneta, società<br />
specializzata nella consulenza in operazioni di M&A, sia domestiche che cross-border.<br />
Successivamente è diventato partner di Cavour Corporate Finance di Bologna e, in qualità di<br />
responsabile della sede di Padova, ha seguito tutte le operazioni di finanza straordinaria<br />
localizzate nel Triveneto con importanti aziende e gruppi industriali, tra cui Morellato &<br />
Sector, Senfter, Riello Industries, Colorificio San Marco.<br />
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Antonio Gezzele<br />
Ha iniziato ad operare nel settore del credito nel “lontano” 1973 in Banca Cattolica del<br />
Veneto.<br />
Ha ricoperto il ruolo di Capo Area (Treviso, Padova, Verona e Vicenza), successivamente<br />
Responsabile di Direzione Territoriale Nord Est (Triveneto ed Emilia Romagna) nel Gruppo<br />
Intesa.<br />
Altre esperienze di responsabilità professionali di strutture complesse composte da elevato<br />
numero di unità organizzative e di risorse umane su tutto il territorio nazionale. (Campania,<br />
Piemonte Lombardia)<br />
Oggi Responsabile dell’Area Triveneto di Mediocredito Italiano spa (Gruppo IntesaSanpaolo)<br />
E’ stato Consigliere di CDA presso l’Ente Fiera di Verona, Sicav Obiettivo Nord Est,<br />
Finanziaria Regionale” Veneto Sviluppo”, Intesa Private Banking e Membro del Comitato<br />
Regionale Veneto ABI<br />
Paolo Gubitta<br />
Laureato con lode e dottorato di ricerca in Economia Aziendale all’Università Ca’ Foscari di<br />
Venezia, è stato visiting scholar alla business school della Manchester Metropolitan<br />
University (UK). È professore associato di Organizzazione Aziendale e Italian<br />
Entrepreneurship. È Direttore scientifico dell’<strong>MBA</strong> <strong>Imprenditori</strong> e dell’Area <strong>Imprenditori</strong>alità<br />
della <strong>Fondazione</strong> <strong>CUOA</strong>. È membro del Consiglio Direttivo di Start Cube, l’incubatore<br />
universitario dell’Università degli Studi di Padova e consigliere di amministrazione di Ananas<br />
Nanotech, spin off universitario partecipato dall’ateneo patavino, con il quale ha vinto<br />
Nanochallenge 2007, l’international Business Plan competition organizzata da Veneto<br />
Nanotech. È responsabile scientifico del progetto di ricerca “<strong>Imprenditori</strong>alità e management<br />
nei settori ad elevato contenuto di conoscenza scientifica e innovazione” in corso presso il<br />
Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università degli Studi di Padova, e del progetto di<br />
ricerca di rilevante interesse nazionale “Le determinanti dell’imprenditorialità” in team con le<br />
Università di Padova, Udine, Napoli Seconda Università, Bocconi e LIUC.<br />
Davide Merlin<br />
Laureato in Ingegneria Gestionale, ha lavorato per diversi anni presso Bain & Company dove<br />
ha inizialmente operato nel team di private equity per clienti quali 21 investimenti, 3i, BC<br />
Partners, Bridgepoint Capital, ABN Amro, Permira, PAI Partners, Euromobiliare.<br />
Successivamente si è dedicato ai Consumer Goods lavorando tra Italia, Germania, Spagna e<br />
Stati Uniti per RCS Mediagroup, Gruppo Ferrero, Galbani, Conad, Ferrari Maserati,<br />
Poligrafico e Zecca dello Stato, Arquati, Gruppo Ferretti Yacht, Gruppo Coin, Sparco,<br />
Marzotto.<br />
Oggi è partner di Valorando, società di consulenza, dove è responsabile della practice di<br />
Operations e per la quale segue Ananas Nanotech (spin off dell’Università di Padova)<br />
azienda attiva nel campo delle nanotecnologie applicate alla diagnostica in vitro, transando<br />
l’ingresso nel capitale di un fondo di investimento specializzato e nella quale ad oggi presidia<br />
la funzione di Business Development.<br />
Docente <strong>CUOA</strong>, appartiene alla faculty del Master <strong>CUOA</strong> <strong>MBA</strong> <strong>Imprenditori</strong> Part Time.<br />
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