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Cidades italianas e brasileiras viabilizam ... - Comunità italiana

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Marco Lucchesi - ArticoloMetamorfosidi OvidioLa letteratura classica ha lasciato, come legato al futuro, uno deisuoi migliori paradossi: la metamorfosi e la sua tremenda ambiguità.Il fenomeno consiste in prendere il posto dell’Altro senzasmettere di essere lo Stesso. Ne uno Ne l’Altro. Ma si l’Uno el’Altro. Il Diritto e il Rovescio. Come Zeus e il Cigno. Dottor Jekyll e misterHyde. Il diavolo e la dama. Ecco il prodigio: tornare possibile l’impossibile.L’idea e il suo contrario. Questo e l’Altro.La metamorfosi è uno dei fenomeni più felici della Letteratura. Haconfuso Chisciotte, con i mulini giganti. Ha disturbato Gregor Samsa, uomoinsetto. Ha ferito Apollo, quando ha abbracciato una Dafne-vegetale.Ha perso Ulysse nel corpo-mondo di Molly. Ha fatto di Fausto una crisalidee lo segnò d’infinito. Ha tornato incerte le frontiere.Ma qual è l’origine del mistero? La trama dell’Universo? L’ira di un Dio?Il vento immateriale dell’angoscia?Difficile dargli una ragione. Tutte concorrono, per esempio, Nell’Asinod’oro, di Apuleio, con la sua strana e seducente plastica e ripugnante metamorfosi,del giovane che prende le forme di un asino. Dopo molto soffrire,torture e umiliazioni, lacrime e castighi senza precedente, Iside sisente commossa e decide salvarlo. In un lungo rituale, previsto in sogno,lui riprende le forme umane. Il cuoio ruvido ora è pelle. Le orecchie diminuiscono.La coda sparisce. Finisce, infine, la sventura di Lucio la cuimetamorfosi lo portò alla profonda conoscenza di se stesso.Ma ci sono stati altri cambiamenti e neanche sempre reversibili. Ovidioè stato quello che li ha saputo raccontare meglio nelle Metamorfosi,buona parte dell’immaginario Occidentale dipende da quel libro, come vediamonell’Inferno di Dante, nei primi versi del Boccaccio, nel Libro degliesseri immaginari di Borges, senza parlare di Italo Calvino delle sue lettureveloci, prese cinematografiche e cambiamenti di piano.Più che una raccolta mitologica, le Metamorfosi, di Ovidio vivono per iltrionfo della Poesia. E portano con se le meravigliose orme del Pensiero Antico:la lotta tra l’ordine ed il caos, del riposo e del movimento, del metro edella dismisura. Discordia semina rerum: la contraddizione è il motore dellecose. Prima, il Caos, il difforme, l’ancora non. E, improvvisamente, dellesue interiora, un Principio, un Senso. La forma sorge dal difforme. I raggidalle tenebre. Come nella Teogonia, di Esiodo, nella fisica dei presocratici,nella Geometria di Platone. La metamorfosi sarebbe la memoria di quellalotta. L’ombra di Dionisio, in Apollo. La permanenza nell’impermanente.Per questo, forse, la lieve malinconia nelle Metamorfosi...Ovidio ha fatto innumerevoli lettori per il mondo e attraverso i secoli.Non gli sono mancate, dal Rinascimento, traduzioni memorabili, in Italiaed in Francia, nella Spagna ed in Portogallo. Ovidio è diventato scuolaobbligatoria nell’arte dell’imitare. Era necessario iscriversi in lui perprovarsi come poeta. Ma sarebbe stato, sopratutto nel secolo XVIII, chele traduzioni di Ovidio, insieme a quelle di Lucrezio, dovevano acquisirenuova funzione. Era l’inizio – piu o meno diretto – di certa archeologiadell’Illuminismo. La conoscenza razionale dei miti. La base della materiae sue inclemenze. Tale la ragione per la quale erano tradotti i testi classici,che evocassero idee sensiste o empiristiche. Uno di questi emblemi,in Italia, è stato il De rerum natura, di Marchetti, l’anima Venere lucreziana,la pioggia monotona delle particole e loro leggera inclinazione. Altroemblema, in Portogallo sono state le Metamorfosi, con il suo naturalismoun po’ contrappuntistico innanzi alla Storia Naurale di Buffon, che avevabrillantemente cristallizzato qualunque processo, qualunque movimento,qualunque trasformazione, per considerare il quadro classificatore di regni,classi, famiglie. Le figure fluttuanti di Ovidio sarebbero piu vicine (peri lettori di una volta) del L’origine delle specie, di Darwin, del 1859. Adogni modo la gran traduzione delle Metamorfosi è stata tratta dal talentodel poeta Manuel Maria Barbosa du Bocage, in un Portogallo post-Verneynon gesuita, meno metafisico e scolastico, cercando nel mondo classicoaltri avvicinamenti con le idee che vagavano per l’Europa. , .Traduttore di diverse opere, Bocage, ha fatto si che Ovidio parlassi inun limpido decasillabo portoghese. La sua grazia e attualità sono sconcertanti.Nell’Oro di Mida. Nella Grotta dell’Invidia. Nell’abisso di Fetonte.I pochi estratti in cui lavorò il poeta portoghese, sono stati sufficientiper la traduzione ideale del tutto. Abbiamo un Bocage allo stesso tempolirico e matematico. Attento osservatore della sintassi latina e dei suoiavvicinamenti in portoghese come deviazioni a sinistra, cambiamenti diposizione frasale, linguaggio alto e fraseggiato lirico, compensando, condecasillabi accentuati diversamente, la delicata relazione del verso latino,rimati nelle sillabe lunghe e brevi. Il testo origine e il testo finesembrano veramente congeniali... Il traduttore , in nessun momento,decide spegnerli il volto. Ovidio – nelle mani di Bocage – non lascia diricordare Ovidio. Da li il merito dell’opera. L’aver evitato uno dei grandirischi, dal quale si deve guardar bene il traduttore, con il suo possibile(e non infrequente) disprezzo del testo-origine. Certo che la sua digitalenon scompare mai. E, proprio per questo, non gli conviene migliorareVirgílio o Shakespeare per dimostrare, nel testo sequestrato, il prezzo diun patetico narcisismo. Riconosciamo il decasillabo di Bocage, nella traduzione,ma non lo troviamo ad ogni frammento tradotto, con la scusa diOvidio. In quel campo la miglior forma di apparire, traducendo, consistein sparire, perché il merito del co-autore (si legga del traduttore) riposanell’ostinata vigilanza dell’originale. Della sua fonte. Del suo dialogo. Ilsoggettivo è come il Re Midas. Come l’osservatore nella fisica quantica.Cosi, allora, se il soggetto non scompare mai, non sarà necessario evidenziarela sua visibilità...Oggi vediamo strane mutazioni, di frutta e legumi, di cellule e embrioni,la metamorfosi è possibile – all’infuori del dibattito della bioetica e delgenoma – è quella della traduzione, dove coabitano l’Uno e l’Altro, il Dirittoed il Rovescio, Zeus ed il Cigno. In una parola: gli universali fantasticiinnanzi a nuovi e diversi paradigmi, della lettura e della scienza, rispondonoper il sorriso del caos. La traduzione è l’estrema metamorfosi...Editoria de arte12 C o m u n i t à I t a l i a n a / A g o s t o 2 0 0 6A g o s t o 2 0 0 6 / C o m u n i t à I t a l i a n a13

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