REVISTA CONNESSIONE - V edição / Abril 2021

centrali Ana Paula e Ana Flavia e, infine, dalle
schiacciatrici Ana Moser e Virna. Il tecnico
era Bernardo Rezende detto Bernardinho che,
tra l’altro, all’epoca era fidanzato con Fernanda
con la quale si sarebbe sposato tre anni dopo.
I miei cugini ritenevano la Seleçao la favorita
per la medaglia d’oro e i risultati ottenuti fino
a quel momento lo testimoniavano al 100%:
nel girone eliminatorio, infatti, il Brasile aveva
perso un solo set contro la Germania dopo
aver dominato le fortissime Cuba e Russia.
Nemmeno la Cina che pur aveva vinto l’altro
girone e sempre a punteggio pieno, poteva
vantare un ruolino di marcia così impressionante.
Nei quarti di finale, contro la Corea del
Sud per le brasiliane fu come un allenamento:
FILO’ E LA
SELEÇAO
DEL 1996
Era l’estate del 1996, quella dei Giochi Olimpici
del Centenario ad Atlanta, la capitale
della Coca Cola. Dopo gli esami di maturità,
ero partito con mamma e papà per il Brasile
dove avevamo un appuntamento con la mitica
Zia Rosaria e tutta la sua famiglia. Di quelle
tre magnifiche settimane, la prima coincideva
con gli ultimi giorni della XXVI Olimpiade
e nell’aria si respirava lo straripante entusiasmo
di un Paese intero nei confronti dei propri
atleti. Soprattutto negli sport di squadra e in
particolare per la Seleçao femminile di pallavolo
che in quell’edizione andava a caccia della
prima medaglia olimpica della sua storia. Da
bambino avevo seguito entrambi i cartoni animati
dedicati a questo bellissimo sport (Mimì
e la Nazionale di pallavolo e Mila e Shiro, due
cuori nella pallavolo) e quindi non vedevo
l’ora di ammirare quella squadra. Il sestetto
titolare era formato dalla palleggiatrice Fernanda
Venturini, dall’opposto Marcia Fu, dalle
tre set a zero e soli 16 punti lasciati alle avversarie.
Tra le giocatrici verdeoro e la finalissima
c’erano solo le campionesse mondiali in carica
di Cuba che avevano superato facilmente gli
Stati Uniti 3-0. Era la semifinale ma tutti erano
consapevoli che si affrontavano le due formazioni
più forti del torneo olimpico, praticamente
la finale anticipata. Le cubane avevano
un potenziale offensivo spaventoso: da Mireya
Luis (fidanzata con Despaigne, l’acerrimo rivale
dell’Italia di Julio Velasco) a Regla Bell,
da Carvajal a Regla Torres, c’era l’imbarazzo
della scelta. Il Brasile partì fortissimo e chiuse
il primo set 15-5, poi perse il secondo 15-8 ma
vinse di nuovo il terzo 15-10. A questo punto,
anche Fidel Castro iniziò a vedere le streghe
e lo spettro della sconfitta si fece strada fra le
sue rappresentanti. Fu allora che Mireya estrasse
dal cilindro la carta della provocazione
e dal quarto set in avanti il match si trasformò
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