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ARTin Progress - Provincia di Cosenza

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Per entrare nello specifico del Pop Surrealism - definizione coniata in America, e poi da KirsteAnderson nel 2004 a sintetizzare le molteplici ‘anime’ espressive confluite nel movimento nei duefiloni maggiormente rappresentativi - appare evidente come esso affondi le sue radici nell’interopanorama della cultura visiva occidentale, coniugandosi in una produzione visiva che mescolaproduzione colta e linguaggi popolari (Lowbrow Art) e attingendo a tutti i generi (tutta la tradizioneartistica, cinema, fumetto, street art, urban art, fotografia, moda, musica, graffiti, video e tv, arteorientale, muralismo, ecc.).Ciò che sembra emergere scorrendo le vicende del movimento è questo costante oscillare tra rifiutoe accettazione del sistema dell’arte, rigettando la piena adesione alle regole spesso discutibili chelo governano, ma al contempo cercando voracemente spazi di consenso attraverso un’ufficialitànegata ma costantemente circuita. Nel conflitto costante tra sperimentazione underground emercato emerge quella spinta propositiva energetica che ha rappresentato la più vitale radice delfronte più interessante del movimento, disegnando un conflitto ormai radicale e radicato nell’artedel Novecento, da Duchamp in poi.Non credo che il vero avvincente appeal del Pop Surrealism sia da ricercare nell’anima eversiva checaratterizza molti dei suoi interpreti, ma ritengo invece che sia in quella democratizzazione deglistrumenti e dei metodi operativi che vada ricercato, laddove davvero tutti possono accedere all’arte,alla sua produzione, senza discriminazioni di sorta.Del resto, da Warhol in poi, nessuno più si scandalizza del fatto che l’arte sia un prodotto e se ancheoggi accade che un artista affermato come Nakamura si metta a produrre arte per tutti, sfogliabile,vendibile e acquistabile in formato web dal suo atelier di Tokio, questo non può che rappresentareun modo diverso per orientare un sistema che vive processi estremamente complessi e veloci, alpari di altri settori della società, come la tecnologia.Finalmente il mondo dell’arte appartiene alla gente.Fabio De ChiricoSoprintendente per i BSAE della Calabria7

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