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ARTin Progress - Provincia di Cosenza

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URBAN SUPERSTAR SHOW 2013Gli immaginari evocati dagli artisti dell’URBAN SUPERSTAR Show sono eredi della Pop Art quantodel Writing, dell’Arte Medievale quanto del Surrealismo, della Brut Art quanto degli Espressionisti.Sono il frutto delle produzioni di artisti riuniti oggi sotto etichette come Pop Surrealismo e UrbanArt e che fino a un recente passato non hanno goduto di grande considerazione nel mondo dell’ArteContemporanea a causa dell’affinità estetica con forme di espressione considerate “subculture”come cartoon, fumetti, videogame, b-movie e tattoo.Io sono tra questi artisti e sono qua a raccontarvi la nostra storia.Il mondo ufficiale dell’Arte ha snobbato – e di fatto censurato - gli esponenti delle nuove correntiartistiche per un paio di decenni, perché ha ritenuto le nostre opere il prodotto di forme “artigianali”,di una pittura derivata dalle altre culture visive sopra citate, quindi non originale.Critici e addetti ai lavori hanno guardato al dito e non alla luna perdendo l’opportunità di analizzarela nascita di un nuovo movimento artistico internazionale di proporzioni enormi.Per il mondo dell’arte “highbrow”, quello snob dal “sopracciglio alzato”, era inaccettabile un ritornoal figurativo dopo la rivoluzione compiuta dall’arte informale ed astratta che ha liberato gli artistidalla rappresentazione. Così come era impensabile un ritorno alla pittura, alla scultura e ai linguaggipiù tradizionali dell’arte, dopo che l’arte concettuale, quella performativa, la fotografia, la videoartee l’installazione ci avevano liberati dal limite dei linguaggi artistici.Eppure è un fatto che con decine e decine di altri artisti ci ritrovammo negli anni 80 e 90 a realizzareopere dall’ispirazione simile in parti del mondo lontanissime tra loro e la pittura era per noi non unfine, ma un mezzo per combinare elementi discordanti e raffigurare la nostra epoca post-moderna.Con altri appassionati della cultura pop(olare) e delle logiche del fai da te, respinti dagli addettiai lavori, siamo maturati nei circuiti alternativi, quelli underground dei locali e delle fanzine, dellastrada e dei centri sociali, e poi abbiamo sfruttato, chi più chi meno, il web e la comunicazioneper costruirci successi commerciali trovando vie parallele al sistema del mercato dell’arte più9

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