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N. 9 - Novembre 2002 - Parrocchia di Chiari

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Notiziario della Comunità <strong>Parrocchia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> - N. 9 - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong> - Spe<strong>di</strong>zione in a. p. Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - . Bs.


2L’AngeloNotiziario della Comunità parrocchiale<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> (Bs)N. 9 - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong> - Anno XII nuova seriehttp://www.parrocchia<strong>di</strong>chiari.orge-mail: info@parrocchia<strong>di</strong>chiari.orgRegistrazione N. 45/91 del 6 settembre 1991Tribunale <strong>di</strong> BresciaE<strong>di</strong>to dalla <strong>Parrocchia</strong>dei Santi austino e Giovitain <strong>Chiari</strong>via Morcelli 7 - <strong>Chiari</strong> (Brescia)Direttore responsabileClau<strong>di</strong>o BaroniRedazioneLuciano Cinquini, don Andrea errari,Enrica GobbiHanno collaborato a questo numeroMons. Rosario Verzeletti, Bruno Mazzotti, Luisa Libretti,Maria Marini, Vittorio Iezzi, Roberto Bedogna,Emanuele Baroni, Caterina Chioda, ulvioCocciolo, Ida Ambrosiani, Giuseppe Delfrate, donelice Rizzini, Primo GandossiCopertina e retrocopertinaotografie: Vittorio IezziElaborazione grafica: Giuseppe SisinniTipografiaTipolitografia Clarense - <strong>di</strong> Lussignoli S. & G.De<strong>di</strong>chiamo la copertina<strong>di</strong> questo mese alla“Scuola per l’infanziaBergomi – Mazzotti”. Anchequesta importante istituzionedella nostra Comunità ha subitogran<strong>di</strong> trasformazioni.Abbandonata la storica sede <strong>di</strong>via Quartieri, non più corrispondentealle esigenze <strong>di</strong> unamoderna scuola materna, tuttoè stato concentrato nell’areaverso Cologne, che sta un po’ <strong>di</strong>ventando il “polo scolasticoclarense”. Lì vicino è stato ampliato il complesso <strong>di</strong>San Bernar<strong>di</strong>no e lì ormai è traslocata la sede dell’ITC(ad entrambi de<strong>di</strong>cheremo in futuro le copertine del nostrobollettino).Ai collaboratori Il materiale per il numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre <strong>2002</strong> si consegnaentro lunedì 18 novembre <strong>2002</strong>. L’incontro <strong>di</strong> redazione per progettare il numero <strong>di</strong> gennaio2003 è fissato per lunedì 25 novembre <strong>2002</strong>,presso la Sede della Redazione, piazza Garibal<strong>di</strong> 5,alle ore 20.30.SommarioLa parola del ParrocoCristo entra nella storia personale 3Ripartire da Cristo 4Consiglio Pastorale <strong>Parrocchia</strong>leIniziazione cristiana 5Costruirsi in... Esseri <strong>di</strong> un progetto 5Scuola dell’infanzia Mazzotti-BergomiA misura <strong>di</strong> bambino 6Dal sogno alla realtà 7Che meraviglia! 8Vita socialeVent’anni <strong>di</strong> solidarietà 9Cose sbalor<strong>di</strong>tiveDiventeremo una capra?! 10Perle e perline... 11I sacerdoti del ’900Don Pietro Rizzi 12Associazione Pensionati <strong>Chiari</strong> 13Parliamo <strong>di</strong> televisioneUn momento un po’ <strong>di</strong>fficile 14Alternativa TvVideo dalla Biblioteca don Rivetti 15AcliGita a Roma 16Scuola dell’infanzia PedersoliIncontriamo mamma e papà 17Apostolato della preghiera 17Centro giovanile 2000Il sapore dell’educazione è… 18Venite e vedrete 18Sulla soglia 19Grease 19uori Orario 20Buongiorno <strong>Chiari</strong> 20Mo.I.Ca. informa 21Mondo femminileuga dal degrado 21San Bernar<strong>di</strong>noAnno scolastico <strong>2002</strong>-2003 22Quanti ricor<strong>di</strong> 23Tutti da Mladen 24Rimanete nel mio amore 25Tam tam - I consigli dei lettori 25Samberinfest<strong>2002</strong> 26La povertà è libertà 27ClarensitàMiss risaia 28Antiche famiglie 28Testimoni del tempo 29Casato Trevisi 30SportIl Basket <strong>Chiari</strong> 31Offerte 31Calendario liturgico pastorale 32Azione Cattolica adultiA proposito <strong>di</strong> unità pastorali 33In memoria <strong>di</strong> don Emilio Baggio 34Anagrafe parrocchiale 35Il prossimo numero de“L’Angelo” sarà <strong>di</strong>sponibilesabato 7 <strong>di</strong>cembre <strong>2002</strong>.L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


LA PAROLA DEL PARROCOCristo entra nellastoria personaleNel Vangelo <strong>di</strong> San Marco silegge: “Il cielo e la terra passeranno,ma le mie parolenon passeranno” (Marco 13,31). Sonoparole queste che fanno parte <strong>di</strong> un<strong>di</strong>alogo tra Gesù e i suoi <strong>di</strong>scepoli, iniziatonel tempio <strong>di</strong> Gerusalemme econtinuato poi sul Monte degli Ulivi.Mentre stanno uscendo dal tempio,un <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong>ce a Gesù: “Maestro,guarda che pietre e che costruzioni”. EGesù per tutta risposta gli <strong>di</strong>ce che <strong>di</strong>tutte queste costruzioni non rimarràpietra su pietra. Poi, prendendo lospunto da qui, fa un lungo <strong>di</strong>scorso,nel quale Egli preannunzia tanti fattidolorosi che si verificheranno in futuro:guerre, carestie, spostamenti <strong>di</strong> popoli,terremoti, persecuzioni, violenzeinau<strong>di</strong>te e orribili, falsi profeti, i quali<strong>di</strong>ffonderanno dottrine ingannatrici emalsane. Il tutto si concluderà allafine dei tempi con il ritorno glorioso <strong>di</strong>Gesù sulla terra.Infatti Gesù, Parola d’amore del Padre,è il Redentore dell’uomo e il suoSalvatore, che depone in tutti speranzae serenità: è il Risorto che ci libera daogni male e dal peccato e ci chiamatutti alla salvezza. Ne risulta così unaspiegazione totalmente nuova circa ilsenso della storia. Essa è incamminataverso l’incontro finale con Cristo, puntofocale della storia e cuore dell’umanitàche si rinnova e continuamente siconverte. In questa prospettiva il crollodelle opere gran<strong>di</strong>ose materiali dell’uomo,dei regni e degli ideali terrenie le calamità <strong>di</strong> ogni genere, che inevitabilmentesi verificheranno, dovrebberoessere visti come altrettanti segnipremonitori e preparatori a questo incontro.Gli errori che si <strong>di</strong>ffonderannoe la stessa incertezza circa il tempodella sua venuta dovrebbero essere interpretaticome un richiamo alla vigilanzae alla generosità nel vivere la suaparola.Se osserviamo bene, queste parolestanno al centro <strong>di</strong> tutto il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>Gesù. Esse ci fanno capire che Eglinon vuole stuzzicare la nostra naturalecuriosità circa gli avvenimenti futuri eil momento della fine, ma vuole richiamarela nostra attenzione sull’importanzadella sua Parola. Vuole infatti<strong>di</strong>rci che la sua Parola vale più <strong>di</strong> tutto:vale più della ricchezza e della potenzadei regni <strong>di</strong> questo mondo; più <strong>di</strong> tuttele gran<strong>di</strong> realizzazioni dell’intelligenzaumana messe insieme; più <strong>di</strong> tutti i tesorie le opere d’arte <strong>di</strong> una grande città,come Roma, Parigi e Londra; anchepiù dei monumenti edelle stesse cattedrali innalzatea Dio dalla fededei nostri Padri. Tuttequeste cose, per quantogran<strong>di</strong> e belle, sono destinatea passare. Ma la Parola<strong>di</strong> Gesù non passerà.Essa non passerà perchéè Parola <strong>di</strong> Dio. Vale allorala pena che fin daadesso la scegliamo comefondamento <strong>di</strong> tutta lanostra vita. Entra infatti afar parte della fede che sivive continuamente e la sitrasmette con convinzioneferma e con testimonianzaautentica nella comunità,cui noi apparteniamo.La evangelizzazione nuovache si vive nella catechesie nella iniziazionecristiana porta a una fedematura e pensata, in gradoperciò <strong>di</strong> permearetutta l’esistenza del cristiano.Gesù, sottolineandole sue parole eterne, cifa ancora capire che sonopiù importanti <strong>di</strong> tutte leparole umane proferitefin qui e che potranno essereancora dette dall’uomosulla terra. Le parole <strong>di</strong> Dio sono laluce vera, la verità piena sull’uomo esulla storia. Sono l’unità <strong>di</strong> misura, conla quale dovranno confrontarsi tutte lealtre dottrine, tutti gli altri maestri epensatori apparsi finora e che ancorasi presenteranno.Ma soprattutto Gesù vuol <strong>di</strong>rci che lesue parole, messe in pratica, sono lacarta <strong>di</strong> identità per poter essere noi riconosciuticome suoi ed ammessi a farparte del suo Regno. E allora che cosaci suggerisce questa Parola del Signore?Ci <strong>di</strong>ce appunto <strong>di</strong> mettere sempreal primo posto i suoi insegnamenti,cercando <strong>di</strong> viverli senza riduzioni esenza venire a compromessi con i nostriegoismi e con la mentalità <strong>di</strong> ciòche è solo mondano. Dobbiamo certamentesentirci cristiani non già per tra<strong>di</strong>zione,ma per convinzione, e perchéabbiamo fatto una scelta personale ecosciente delle sue parole <strong>di</strong> luce spiritualee <strong>di</strong> grazia verso la santità dellavita.E, per essere concreti, ricor<strong>di</strong>amoquella sulla quale noi saremo esamina-3L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


4ti nel giorno finale: “Ogni volta che avetefatto queste cose a uno solo <strong>di</strong> questimiei fratelli più piccoli, l’avete fatto ame” (Matteo 25,40). Sia questa parolaun punto costante <strong>di</strong> riferimento e <strong>di</strong>verifica. E vedremo che, se la vivremocon sempre maggiore generosità e coerenza,ci aiuterà a cambiare vita, aportar frutti intorno a noi, ad animarci<strong>di</strong> quell’amore soprannaturale chenon può non favorire un rinnovamentocontinuo <strong>di</strong> vita cristiana.La Parola <strong>di</strong> Dio, pietra incrollabile, èla base del mio vivere cristiano, vivificae consolida la mia storia personale emi aiuta a vivere la morale cristianaperché:la Parola <strong>di</strong> Dio “impressiona”, cioèimprime in me la presenza del Signoree mette in risalto la generosità dell’operare,del riuscire nel bene e del collaborare.Segna un solco nella vita inquanto si può percepire il passo del Signorenella vita personale e il camminonel bene <strong>di</strong>venta perciò più svelto esicuro;la Parola <strong>di</strong> Dio “provoca” in me unarisposta; non mi lascia in<strong>di</strong>fferente,anzi mi stimola a vivere la chiarezzadel comportamento morale orientatoalla verità, alla carità, alla fraternità egiustizia;la Parola <strong>di</strong> Dio vuole essere “ricordata”e sottolinea continuamente l’emergeredella responsabilità personale ecomunitaria, come suggerisce la paraboladei “talenti”, da usare, accresceree confrontare.Con l’ascolto della Parola del Signore,siamo animati a vivificare la vita <strong>di</strong> famigliae <strong>di</strong> comunità ecclesiale, facendocipromotori dei valori in<strong>di</strong>spensabilie inalienabili, quali la vita stessa,l’amore, la pace, la solidarietà e la giustizia,la verità, il perdono e la carità.Per vivere questi valori è certo necessarioaccrescere l’amore alla Parola <strong>di</strong>Dio che continuamente possiamo accostarefrequentando la catechesi degliadulti, in modo da essere fedeli trasmettitoridella fede in Cristo Gesù risortocon la particolare attenzione allegiovani generazioni.“Questa è la fede, questa è la fede dellaChiesa e noi ci gloriamo <strong>di</strong> professarla inCristo Gesù nostro Signore!”.don RosarioRipartire da CristoÈil titolo <strong>di</strong> un libretto de<strong>di</strong>catoa tutte le mamme e le sposedella <strong>Parrocchia</strong> dei SS. austinoe Giovita in <strong>Chiari</strong>. Si presenta inuna veste nuova e aggiornata; è statoconsegnato nella festa della Madonnadel S. Rosario, patrona delle mamme edelle spose: esse durante gli anni hannosentito il bisogno <strong>di</strong> unirsi in una associazioneben organizzata e compaginatain modo tale da essere presente inmodo singolare nella vita della comunitàparrocchiale. Ho accolto volentieri<strong>di</strong> accompagnare questa associazione,coor<strong>di</strong>nata dalla Presidente e dalleDecurione, che guidano i vari gruppicon <strong>di</strong>sponibilità. Ho potuto considerarecon meraviglia e commozionel’impegno che tutte hanno profuso peril bene della associazione e della comunità,per la quale ogni giorno esse preganoe per la quale hanno una <strong>di</strong>stintade<strong>di</strong>zione, riservando un ricordo particolare quando una è chiamata dalSignore alla beatitu<strong>di</strong>ne in Dio Padre. È un segno <strong>di</strong> carità cristiana sensibilee notevole.Siamo ancora agli inizi del nuovo millennio e mi sembra bello fare nostrol’invito a Ripartire da Cristo per il cammino generoso <strong>di</strong> bene nella famigliae nella nostra comunità. Il libretto contiene una serie <strong>di</strong> riflessionispirituali, <strong>di</strong> preghiere per ogni evento <strong>di</strong> famiglia, <strong>di</strong> verità proprie delcatechismo della Chiesa che servono come momenti <strong>di</strong> formazione cristianae <strong>di</strong> catechesi in famiglia. Guida la testimonianza <strong>di</strong> fede che si intendecontinuamente vivere e trasmettere in nome della nuova evangelizzazionee in aiuto alle nuove generazioni. Il <strong>di</strong>ffonderlo può servire ad accrescereanche il numero delle adesioni, cosa buona che si auspica certamente.Alcuni impegni sono evidenziati: annunziare il Vangelo e viverlo con coerenzasia pure in un mondo che continuamente cambia, servire la vita conamore e corresponsabilità, <strong>di</strong>ffondere ovunque e sempre la verità e pregaresenza stancarci mai, guardare avanti e in alto, prendendo sempre illargo, per essere insieme ai giovani e alle giovani sentinelle del mattino inuna formazione cristiana, <strong>di</strong> cui vogliamo essere autentici protagonisti,donando una limpida e gioiosa testimonianza della fede e della sua continuatrasmissione.Colgo l’occasione per ringraziare tutte le mamme e le spose della associazioneper quanto esse sono e fanno anche per il bene della parrocchia;esse ogni anno fanno celebrare 12 uffici funebri per le defunte madri cristianee per ogni mamma o sposa defunta due sante messe e uniscono unaconsistente offerta per le opere parrocchiali (in tutto nell’anno 2001 circa7.500 euro).Invoco su tutte le madri e spose cristiane, le loro famiglie e tutta la comunitàla protezione della Vergine Maria del Santo Rosario, dei nostri PatroniSanti austino e Giovita e Sant’Agape.don Rosario, prevostoL’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Consiglio Pastorale <strong>Parrocchia</strong>leIniziazione cristiana e fedeIl Consiglio Pastorale ha ripreso le sue riunioni mensilidopo la pausa estiva. La sera del 20 settembre,all’Oasi Sant’Angela Merici, è stata presentata la LetteraPastorale del nostro Vescovo (pubblicata interamenteanche su L’Angelo <strong>di</strong> ottobre), dove spicca l’attenzionealla fede e l’esortazione al lavoro “insieme”, ossia nonsolo alla collaborazione, ma ad<strong>di</strong>rittura all’assunzione <strong>di</strong>corresponsabilità tra presbiteri e laici nella conduzionedella Comunità parrocchiale. A questo proposito, il 2 ottobrescorso, presso il Centro Giovanile, c’è stato l’incontrocon Monsignor rancesco Beschi, inviato dalla Curia,il quale ha illustrato nel dettaglio ai presenti il pensierodel Vescovo. Dunque, in un piano per la nuova evangelizzazione,occorre fare attenzione al cammino <strong>di</strong> iniziazionecristiana per raggiungere la fede in Gesù Cristo, poichénon è sufficiente aver ricevuto il Battesimo per sentirsiveri cristiani. Durante questo cammino, questo percorso,si ricevono i vari Sacramenti, ma la fede interverrà perconvinzione, in<strong>di</strong>pendentemente dai Sacramenti stessi.Con queste premesse, il Consiglio Pastorale ha ripresol’analisi sui meto<strong>di</strong> più efficaci per attuare l’iniziazione cristianae preparare un piano organico <strong>di</strong> lavoro che coinvolgeràeducatori, catechisti e famiglie. Durante le riunionidell’anno pastorale precedente si erano, <strong>di</strong> volta in volta,considerati dei progetti <strong>di</strong> Pastorale Giovanile, quin<strong>di</strong>la realtà degli Oratori e, infine, i rapporti fra Oratori e territoriocon la messa a fuoco dei relativi problemi e <strong>di</strong>fficoltà.Gli ostacoli maggiori derivano dal fatto che molti adulti,pur essendo stati battezzati, <strong>di</strong>mostrano in<strong>di</strong>fferenza perla loro religione con la mancanza <strong>di</strong> fede. Succede spessoche le famiglie man<strong>di</strong>no i figli alla catechesi come preparazioneai Sacramenti, ma non trasmettano loro la vera fedecristiana che essi stessi non hanno, oppure non praticano.Magari accompagnano i bambini alla Messa, ma non entranocon loro, <strong>di</strong>mostrando già con l’esempio che dagran<strong>di</strong> si può farne a meno. Con questa mentalità si ricevonoi Sacramenti - Confessione, Comunione e Cresima -più che altro per abitu<strong>di</strong>ne, non per convinzione: sono occasioniper fare festa un giorno, un pranzo, dei doni, quasiniente a che vedere con la fede.Per trovare soluzioni adeguate alla situazione, la seradell’11 ottobre, presso il Centro Giovanile, i Consiglieri sisono sud<strong>di</strong>visi in gruppi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Essendo molto vasta lamateria, ogni gruppo si sta occupando <strong>di</strong> un settore preciso:catechisti e percorsi <strong>di</strong>fferenziati; iniziazione cristiana- famiglia e genitori; liturgia e sacramenti; iniziazione cristianae carità.Nella riunione <strong>di</strong> novembre il referente <strong>di</strong> ogni gruppoporterà in Consiglio le conclusioni, che verranno così resenote.Ida Ambrosiani5Il pensiero <strong>di</strong> quel capodanno2000 accompagnò Lui per circatre mesi e gli <strong>di</strong>ede l’opportunità<strong>di</strong> focalizzare la vera causa <strong>di</strong> quellaconflittualità che, da semplice argomentazione,lo aveva coinvolto tantoda portarlo a fare una seria introspezione.Si era scoperto egocentrico enon egoista. Il suo modo <strong>di</strong> pensare e<strong>di</strong> analizzare la realtà evidenziava ilsuo stile del tutto in<strong>di</strong>viduale che defraudavagli spazi intellettuali <strong>di</strong> Lei. Iloro incontri si svolgevano regolarmentesecondo mo<strong>di</strong> e tempi <strong>di</strong> lavoroe le argomentazioni a questo riguardonon mancavano mai. Quel momentoin cui però Lei aveva preso come inuna nicchia la mano <strong>di</strong> Lui costituivaspunto <strong>di</strong> confidenze e scambi verbali.Si trovò a confidarle: “Non pensavo <strong>di</strong>provare una sensazione <strong>di</strong> tenerezza!Mi sono sentito riscaldare, intenerirecome un bambino quasi”. ProvandoCOSTRUIRSI IN...Esseri <strong>di</strong> un progettonuovi sentimenti alle confidenze <strong>di</strong>Lui gli rispose sorridendo: “Non ti sarestiaccorto <strong>di</strong> essere conflittuale, senon ti avessi proposto <strong>di</strong> ragionarneper rivedere il tuo egocentrismo”. RisposeLui can<strong>di</strong>damente: “Non pensavo<strong>di</strong> uscire così allo scoperto… mi haiaiutato però ad aprire una finestra circail mio modo <strong>di</strong> pensare”.Differenze arricchenti <strong>di</strong> psicologie <strong>di</strong>verse!Ci fu una settimana nella qualela nostra coppia decise <strong>di</strong> fare un contodelle qualità ricevute in dote dallavita. Potevano mettere in comune uncorredo genetico provvidenziale! Loavevano sviluppato nei mo<strong>di</strong> dellaconvivenza familiare, amicale e sociale.amiglia e scuola, aggregazioni eamici, frequentazioni a moduli <strong>di</strong> sensibilizzazionee formazione erano statiil loro recente passato. Decidendo <strong>di</strong>“biciclettare” un sabato nella campagnache amavano, in un aria marzolinatiepida, si fecero reciprocamente confidenzache in <strong>di</strong>eci mesi si erano frequentatie incuriositi, avevano approfon<strong>di</strong>to,con<strong>di</strong>viso e convissuto scoprendosianche al passo con i tempi. Sierano <strong>di</strong>mostrati capaci <strong>di</strong> esprimere emanifestarsi e ancor più desiderosi <strong>di</strong>continuare in quel cammino intrapresodove vedevano tante aperture possibili.Lui aveva ora capito che si può essererealisti e poetici, sentimentali e romanticial contempo, e nel pieno rispettodella reciproca conoscenza; sipuò anzi migliorare riscontrando <strong>di</strong>essere parte <strong>di</strong> un progetto. Valevaquin<strong>di</strong> la pena <strong>di</strong> continuare in quelprogetto procedendo in coppia nelmedesimo cammino.Piergiorgio Capraprofamiliabs@intefre.itL’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


6SCUOLA DELL’INANZIA MAZZOTTI-BERGOMIA misura<strong>di</strong> bambinoNel 1963 ricorreva il centenariodella Scuola Materna. Perl’occasione fu realizzato unpiccolo libro che racconta la storiadella scuola e riporta gli articoli <strong>di</strong> coloroche si sono succeduti all’internodel Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione. Rileggendoliora è importante sottolinearecome lo spirito che animava i fondatorisia stato trasmesso sino ad oggi.Il maestro Giulio Calabria ci ricordalo scopo educativo dell’Asilo <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>e sottolinea inoltre come, sin dalla suafondazione, esso viva principalmentedella generosità e <strong>di</strong>sponibilità dei citta<strong>di</strong>niclarensi. Questo fatto è ulteriormenteevidenziato dal Parroco <strong>di</strong>allora Mons. Pietro Gazzoli, il qualeafferma che “la carità effonde il coraggio<strong>di</strong> continuare nelle opere buoneanche senza patrimoni stabili”. Il Sindaco,On. Pietro Cenini invece descrivel’Asilo come parte integrante dellavita <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse generazioni che ne serberannoun piacevole ricordo.La storia della scuola è stata intensa etravagliata.Nel 1863 nasceva l’Opera Pia AsiloInfantile per mano <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> giovanicitta<strong>di</strong>ni. Esso aveva lo scopo <strong>di</strong>educare i bambini poveri <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>. Laprima vera sede fu situata in Via Lumetti2, ma negli anni a seguire moltifurono i cambiamenti <strong>di</strong> sede e denominazioneche si susseguirono. Di notevoleimportanza è sicuramente il periodoche va dal 1963 ad oggi. Neglianni settanta infatti l’Asilo si è raddoppiatograzie alla donazione della famigliaBergomi. Inizialmente questa fudestinata ai Salesiani, ma fu prestounificata al Mazzotti, dando origine aquella che, ancor oggi, è conosciutacome Scuola Materna Mazzotti-Bergomi.Da allora è passato molto tempo emolti cambiamenti sono avvenuti. Prima<strong>di</strong> tutto le necessità dei bambini edei genitori stessi sono totalmente <strong>di</strong>fferenti;inoltre sono mutate ra<strong>di</strong>calmentele leggi sulla sicurezza degli immobiliad uso pubblico, oggi più severe.Se consideriamo che oggi il mondosi evolve con un velocità molto maggiorerispetto a trenta o quaranta annifa, capiamo quanto sia importante unra<strong>di</strong>cale cambiamento nella strutturastessa della scuola.Il problema principale da affrontare èstato quello dei fon<strong>di</strong>. Come è noto, laL’inaugurazione della nuova strutturaè fissata per il giorno 14 <strong>di</strong>cembre<strong>2002</strong>. Sarà particolarmente gra<strong>di</strong>tala partecipazione del personalee <strong>di</strong> tutti gli amministratori che hannooperato all’interno dei due plessiMazzotti e Bergomi.scuola sopravvive grazie al contributocomunale, peraltro recentemente decurtato,alle rette dei genitori e al contributodella Regione, non sempreperò quantificabile in anticipo. Ciò significache, considerando tutti i costida sostenere (stipen<strong>di</strong>, manutenzionedello stabile, approvvigionamento alimentare,ecc…), oculatezza ed attenzionesono le caratteristiche necessarieper pareggiare i conti.La prima idea fu <strong>di</strong> recuperare, attraversovari interventi <strong>di</strong> ristrutturazione,il plesso Mazzotti, data l’importanzaanche affettiva che esso ricopreall’interno della nostra comunità. Tuttii progetti presentatici richiedevanoperò costi iperbolici, senza peraltrofornire una soluzione definitiva, inquanto non era comunque possibilecreare un ambiente a misura <strong>di</strong> bambino.Al contrario, il plesso Bergomi, inVia Cologne, si adattava perfettamentealle necessità <strong>di</strong> una moderna ScuolaMaterna, grazie ai criteri con cui, giàinizialmente, fu progettato, anche senecessitava <strong>di</strong> un deciso intervento edella messa a norma degli impianti.Inoltre la presenza <strong>di</strong> un’ampia areaverde e <strong>di</strong> un vicino appezzamento <strong>di</strong>terreno ha portato definitivamenteall’idea <strong>di</strong> costruire una nuova ala,vendendo il plesso Mazzotti. Benchéquesta decisione sia stata molto sofferta,era l’unica possibile. Essa, infatti,ha consentito <strong>di</strong> creare una scuola degnadel nome che porta e <strong>di</strong> ridurre icosti che si venivano a creare gestendodue plessi separati. Un doveroso ringraziamentova quin<strong>di</strong> al plesso Mazzottiche con la sua ven<strong>di</strong>ta ha permessoalla scuola <strong>di</strong> continuare la sua tra<strong>di</strong>zione.Come è ovvio, dal momento della decisionesono state molte le problematicheaffrontate dagli Amministratori,ma grazie anche all’aiuto della Direttricesuor Giovanna, <strong>di</strong> tutto il personale,dei genitori e <strong>di</strong> tutti coloro chehanno lavorato alla costruzione stessa,esse non si sono trasformate in ostacoliinsormontabili.Il nostro sogno è <strong>di</strong>ventato realtà.L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Dal sogno alla realtàQualche anno fa l’amministrazione e la comunità educativa dellaScuola dell’infanzia Mazzotti-Bergomi hanno iniziato apensare ad un grande progetto: la realizzazione della nuovascuola. È iniziato così un grande sogno che è stato subito con<strong>di</strong>viso daigenitori, ma soprattutto dai bambini…L’intervento attuato non è consistitosolo nella costruzione <strong>di</strong> una nuova alaa forma <strong>di</strong> stella (progetto realizzatodall’architetto Sergio Baresi), ma anchenella sistemazione e messa a normadell’e<strong>di</strong>ficio preesistente. Ormai rimanesolo una piccola parte da recuperaree ciò sarà fatto non appenaavremo i fon<strong>di</strong> necessari.Non mi <strong>di</strong>lungo oltre nella descrizionedegli interventi effettuati, in quantonei giorni 14 e 15 <strong>di</strong>cembre, in occasionedell’inaugurazione ufficiale, saràpossibile per tutti visitare la scuola sottola guida del nostro personale. Ritengomolto importante, infatti, che sipossa concretamente vedere ciò che èstato fatto perché ci si renda contodell’importanza che ricopre per la comunitàclarense questa struttura el’opera che vi si svolge.Sperando <strong>di</strong> vedervi numerosi all’inaugurazione,vi lascio con un pensieropersonale in cui credo molto. La scuolaè stata pensata e costruita per rispondereai bisogni dei bambini. Ciòsignifica fornire loro le con<strong>di</strong>zioni essenzialial loro sviluppo, in assenzadelle quali esso non sarebbe possibile.Di conseguenza ciò che contrad<strong>di</strong>stinguela nostra scuola non è semplicementel’ambiente bello ed accogliente,per quanto importante esso sia, ma anchei contenuti, i programmi e comequesti sono trasmessi ai bambini.Questo è ciò che rende la scuola veramenteeccezionale.Il PresidentePiergiorgio MariniE chi meglio <strong>di</strong> loro poteva aiutarci in questa impresa? I bambini infatticon il loro pensiero sono molto vicini a Dio, l’Architetto <strong>di</strong> tutti gli architetti;con il loro stupore sanno vedere e cogliere la bellezza. In loropossiamo affermare che la Bellezza incontra la Bellezza e perciò nonpossono che esprimere bellezza. Inoltre i bambini sono in continuomovimento; con la loro fantasia hanno il potere <strong>di</strong> creare, inventare,mo<strong>di</strong>ficare, costruire…La staticità non trova spazio in loro e con il loro sguardo pulito hannocontagiato tutti noi. I bambini perciò si sono messi subito al lavoro preparandoi loro “progetti” nei quali hanno delineato con fantasia e creativitàla scuola che avevamo sempre sognato, esprimendo nei <strong>di</strong>segni leidee originali e fantastiche che solo loro sanno pensare. Hanno <strong>di</strong>segnatola scuola a forma <strong>di</strong> fiore, <strong>di</strong> stella, una scuola colorata, con spazifantastici ricchi <strong>di</strong> giochi, fiori, castelli e torri.I primi architetti sono stati dunque i bambini ed è proprio partendo dailoro <strong>di</strong>segni che l’architetto Sergio Baresi, dopo averli raccolti e stu<strong>di</strong>ati,ha realizzato il progetto definitivo. Terminata la fase <strong>di</strong> preparazionesono iniziati i primi scavi, poi mattone dopo mattone ha preso formauna grande stella che si è rivestita <strong>di</strong> tanti colori e dove tuttol’ambiente è stato pensato e realizzato a misura <strong>di</strong> bambino.L’impegno e il lavoro non sono certamente mancati, ma le fatiche si <strong>di</strong>menticanoquando sul volto dei bambini e dei loro genitori si legge lostupore e la grande felicità per la scuola nuova: oggi per tutti noi il sognoè <strong>di</strong>ventato realtà.Un grazie speciale dunque va ai nostri bambini perché hanno la capacità<strong>di</strong> sognare le cose più belle e liberarle con semplicità e un augurio atutti noi <strong>di</strong> “conservare la capacità <strong>di</strong> sognare”.suor Giovanna7L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


8SCUOLA DELL’INANZIA MAZZOTTI-BERGOMIChe meraviglia!!!Il nuovo anno scolastico non potevainiziare nel modo migliore.Tutto è pronto per accogliere ibambini: ogni cosa pensata, mirata erealizzata… insomma nulla è stato lasciatoal caso. L’amore e la de<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> suor Giovanna per i fanciulli e per ilsuo lavoro traspare in ogni angolo dellascuola: scelta dei colori, arredamento,<strong>di</strong>sposizione degli spazi, ideazionedei laboratori… Al suo fianco nonpassano inosservate la collaborazionee la <strong>di</strong>sponibilità delle otto insegnantie del personale ausiliario, che hannoofferto il loro tempo nel mese <strong>di</strong> agostoper l’allestimento <strong>di</strong> una strutturaaccogliente e funzionale.All’amministrazione, e in particolarmodo al presidente Piergiorgio Marini,va il nostro ringraziamento peraver creduto, promosso e realizzatoun progetto <strong>di</strong> tale portata che troveràil suo compimento, in itinere, neiprossimi mesi.La nuova struttura della Scuola dell’infanziaMazzotti-Bergomi, oltre adavere sezioni più ampie e ben articolate,si avvale <strong>di</strong> spazi <strong>di</strong> nuova e<strong>di</strong>ficazioneo semplicemente riadattati chehanno permesso la realizzazione <strong>di</strong> laboratori.Questi sono stati allestiti inconformità con i nuovi orientamentidella Scuola Materna del 1991, i qualiprevedono che i bambini conseguanole finalità della scuola (maturare identità,conquistare autonomia e svilupparecompetenze) attraverso sei campid’esperienza: il corpo e il movimento,per cui è stata allestita una grande palestra;i <strong>di</strong>scorsi e le parole, ambito cheverrà approfon<strong>di</strong>to nel laboratorio linguisticoe che prevede l’incontro con illibro e un primo accostamento alla linguainglese; lo spazio, l’or<strong>di</strong>ne, la misura;le cose, il tempo, la natura, campoche si avvarrà del laboratorio scientificoin cui i bambini potranno fare esperimenti;i messaggi-forma e me<strong>di</strong>a, cheprevede il laboratorio artistico dove glialunni potranno esprimere tutta laloro creatività con le tecniche più varie;il sé e l’altro è il campo d’esperienzache fa da collante sia all’interno dellasezione che negli incontri comunitari.Questo tipo <strong>di</strong> organizzazione del lavorosi attua attraverso un team <strong>di</strong> personalequalificato composto da una <strong>di</strong>rettrice-coor<strong>di</strong>natrice,otto insegnantiche, oltre a gestire una sezione <strong>di</strong> alunni,collaborano, a due a due, all’internodei laboratori verso cui mostranopiù competenza e inclinazione, e infinedue dottoresse specialiste, che curanoi laboratori dell’attività motoria edella lingua straniera, e una psicologache ci accompagna nella conoscenzadei bambini.Non esiste quin<strong>di</strong> il doppio organico,ma si preferisce avere una figura unica<strong>di</strong> riferimento nella sezione, supportatada insegnanti specializzati esterni eda una collaborazione interna per lagestione dei laboratori e dei momenticomunitari.La programmazione educativa <strong>di</strong> questoanno ha come tema la cultura edella cultura vuole prendere in considerazionel’aspetto dei “ricor<strong>di</strong> felici”«poiché… l’uomo da grande ama volgereil suo sguardo ai suoi primi anni <strong>di</strong>vita per attingere la serenità e la forzaper continuare a vivere con intensità lapropria vita…» (R. Battaglia).Le insegnanti hanno scelto quattropercorsi formativi tra quelli degli ultimianni e hanno pensato <strong>di</strong> coinvolgerei ragazzi che li hanno vissuti in primapersona affinché ricordandoli possanotrasmettere “cultura”, ovveroconsegnare alle giovani generazioni ivalori che hanno ricevuto e conservato.Schizzo sarà il personaggio che faràda sfondo integratore al progetto e durantel’anno scolastico consegnerà perio<strong>di</strong>camenteai bambini delle “notevalore”, dei ricor<strong>di</strong> felici che inviterannoa vivere ogni momento con musica,gioia, armonia e semplicità.Per i mesi <strong>di</strong> settembre-ottobre il tema èstato l’incontro con gli amici al fine <strong>di</strong>conoscere gli ambienti e le persone nuoveper ra<strong>di</strong>care atteggiamenti <strong>di</strong> sicurezzae senso <strong>di</strong> appartenenza. In questocaso Schizzo ha affidato ai bambinila “nota valore” verde e ha spiegato ilsignificato dell’amicizia e dell’accoglienza,imbastendo il tutto con canti,balli, filastrocche, inni alla gioia e tanto<strong>di</strong>vertimento per tutti con la promessa<strong>di</strong> tornare a fine percorso perfare una grande festa.Il secondo itinerario riprenderà unodei temi del passato recente: festa è…giocare con l’acqua, con l’obiettivo <strong>di</strong>mettere alla prova il pensiero. Questavolta Schizzo si presenterà accompagnatadai ragazzi che hanno frequentatola scuola materna negli anni ’88, ’89,’95, ’96 con cui drammatizzerà un cantosull’acqua. Alle sezioni verrannoconsegnate storie, in<strong>di</strong>cazioni, schede<strong>di</strong> lavoro, canti e <strong>di</strong>apositive con cui lavoraree non potrà mancare la “notavalore” azzurra, simbolo dell’ospitalità.A fine percorso Schizzo tornerà con iragazzi per la festa dell’ospitalità.Anche quest’anno le premesse lascianointendere che il lavoro non sarà facile,ma ciò non spaventa il team educativodella Scuola dell’infanzia Mazzotti-Bergomie siamo certi che la realizzazionedel progetto sarà sempreben sostenuta dall’amministrazione.Anche noi genitori saremo chiamati inprima persona a scoprire, collaboraree <strong>di</strong>vertirci con i nostri figli, naturalmentese saremo <strong>di</strong>sposti a tornaresemplici e piccoli come loro.Alessandra BariselliL’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


VITA SOCIALE - VOLONTARI DEL SOCCORSOVent’anni<strong>di</strong> solidarietàGiorno dopo giorno, un mesedopo l’altro, il Gruppo Volontaridel Soccorso <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>ha raggiunto il traguardo del ventesimoanno d’attività. Nell’ultimo anno i30 volontari in servizio hanno rispostoa 2700 richieste <strong>di</strong> trasporto, percorrendomolte migliaia <strong>di</strong> chilometri.Dalle 600 persone trasportate nei do<strong>di</strong>cimesi del 1992, il numero è andatoaumentando sempre <strong>di</strong> più fino a raggiungereappunto i 2700 dell’annoscorso.Quando nel lontano 1982 l’associazionevenne costituita per iniziativadall’Aido, poteva contare solo su unaambulanza ottenuta adattando unvecchio furgone usato per trasportarei muratori ai cantieri <strong>di</strong> Milano.Attualmente i mezzi a <strong>di</strong>sposizionesono tre: una lettiga, un pulmino e unavettura. In questo ventennio <strong>di</strong> stradail sodalizio ne ha fatta tanta, come tantissimesono le persone bisognose <strong>di</strong>cure e <strong>di</strong>alisi che sono state portate adestinazione. Col passare del tempo,questa pattuglia <strong>di</strong> volonterosi ha finitoper accumulare capacità ed esperienzeimportanti, guadagnandosi lastima e l’apprezzamento <strong>di</strong> quantioperano in questo particolare settore<strong>di</strong> volontariato sanitario.Sono volontari, questi del soccorso,che come quelli che fanno parte d’altrerealtà simili, non percepiscono nessuncompenso: operano mettendo a <strong>di</strong>sposizionedella nostra comunità buonaparte del loro tempo libero. Ed è appuntoa chi <strong>di</strong> tempo ne ha che essi sirivolgono in continuazione, invitandoad entrare nel loro gruppo. Per avereinformazioni precise basta telefonarenelle ore <strong>di</strong>urne al 339 3499420. Il numeroserve anche per chiedere gli interventi;per quelli serali e notturni invecebisogna utilizzare lo 030-7000069.I trasporti, è bene ricordarlo, non sonoa spese del servizio sanitario, ma <strong>di</strong> chili richiede e le tariffe <strong>di</strong> questi interventi<strong>di</strong> “trasposto assistito” sono regolamentateda uno specifico tariffarioregionale. Ma i volontari <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>,per non gravare sulle modeste con<strong>di</strong>zionieconomiche <strong>di</strong> chi richiedel’intervento (spesso anziani e personeche devono fare i conti con una pensioneminima o sociale) hanno preferitorinunciare a questo tariffario, scegliendola formula dell’offerta spontanea,per cui ognuno decide <strong>di</strong> offrireciò che sente e che può. Queste libereofferte si aggiungono agli introiti derivantidalla convenzione con la Casa <strong>di</strong>riposo e ai proventi dei servizi <strong>di</strong> <strong>di</strong>alisi:come è facile capire, sono in<strong>di</strong>spensabiliper la sopravvivenza del gruppoe per far fronte ai forti costi <strong>di</strong> gestione,tra cui gli oltre 20 milioni delle polizzeassicurative, le spese <strong>di</strong> carburante,la manutenzione dei mezzi, telefono,acqua, luce e riscaldamento dellanuova sede. ortunatamente, a dareuna mano economica, ci sono anchedei citta<strong>di</strong>ni benemeriti, come la famiglia<strong>di</strong> Attilio Bonaita, che quattroanni fa, compiendo un bel gesto <strong>di</strong> generosità,ha donato l’attuale ambulanzain memoria della figlia Elena; la famiglia<strong>di</strong> Carlino Serra, la <strong>di</strong>rigenzadelle Trafilerie Carlo Gnutti, il meccanicoSuar<strong>di</strong>, l’elettrauto Metelli, ilgommista Del Barba. Recentemente,a loro spese e cioè con le offerte dellepersone che hanno richiesto la loroopera, i volontari hanno potuto costruiretre box per il ricovero degli automezziin dotazione per un totale <strong>di</strong> ben27 milioni <strong>di</strong> vecchie lire.Oltre ad un <strong>di</strong>rettivo composto da settevolontari motivati, l’associazione siavvale della <strong>di</strong>rezione sanitaria delme<strong>di</strong>co fiduciario dottor Gian PietroGarbellini, una figura, questa, prescrittada un apposito RegolamentoSanitario regionale. E sono propriodella Regione Lombar<strong>di</strong>a i corsi che ivolontari del soccorso <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> hannoseguito in questi due ultimi anni pressoil locale Centro <strong>di</strong> ormazione Professionale,per acquisire il titolo <strong>di</strong> addettial “trasporto assistito”.A nome dell’associazione colgo l’occasioneper invitare i nostri concitta<strong>di</strong>niad aderire al nostro gruppo, ancheperché presto noi saremo chiamati afar parte della costituenda Protezionecivile <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, come ci ha confermatola segretaria Maria Teresa Raccagni.In fondo, potenziando questo organismo,noi non facciamo altro che renderepiù forte e <strong>di</strong>sponibile una associazionenata per andare incontro ai bisogninostri e della nostra città.Infine è doveroso precisare che nell’anno1997 è stato effettuato il “gemellaggio”tra il nostro Gruppo el’Associazione Volontari del Soccorso<strong>di</strong> Ba<strong>di</strong>a Polesine (Rovigo).Il presidenteulvio Cocciolo9L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


10COSE SBALORDITIVEDiventeremouna capra?!Appena morti e subito risorti<strong>di</strong>venteremo una caprao tutt’al più una scimmia.Ma che <strong>di</strong>ce? Ha perso il bendell’intelletto?No. Non sono io a <strong>di</strong>rlo, maalmeno il 30% <strong>di</strong> tutti gli uomini o forse<strong>di</strong> tutti i cristiani <strong>di</strong> questo mondoche saranno due miliar<strong>di</strong> tutti compresi,lo <strong>di</strong>cono e lo credono.Avete mai sentito parlare della reincarnazione?Ecco, reincarnazione significache l’anima, dopo la morte delcorpo, trasmigra in altri corpi umani obelluini o ad<strong>di</strong>rittura vegetali, alloscopo <strong>di</strong> espiare i peccati commessinella vita precedente, o per salire asempre maggior perfezione. Da questicorpi passerebbe ad altri ancora fino ache sia compiuto il ciclo <strong>di</strong> perfezionamentoassegnatale e che possa quin<strong>di</strong>passare a miglior vita, la vita eterna, oall’annientamento totale. Ecco il perchédel titolo <strong>di</strong> questo mio articolo.Stando così le cose, l’anima mia dovrebbepassare da un animale all’altrodalla capra al cavallo, per raggiungerequella perfezione che si richiede perandare nell’al<strong>di</strong>là. Sembra una pazziainaccettabile e inorridente per noi cristiani,che abbiamo tutt’altre credenzee tutte quante basate sulla rivelazione.A noi interessa la Risurrezione <strong>di</strong>Gesù Cristo, perché essa comportanecessariamente la nostra risurrezione,avendocela Egli esplicitamentepromessa, con<strong>di</strong>zionandola alla nostraComunione Eucaristica: «Chimangia la mia carne e beve il mio sangue,ha la vita eterna e Io lo risusciterònell’ultimo giorno». Gesù non <strong>di</strong>ce“avrà” ma “ha” la vita eterna, cioè lavita stessa <strong>di</strong> Dio, il germe, come <strong>di</strong>ceSan Tommaso D’Aquino, dell’immortalitàche lo farà risorgere. Per questoSan Paolo <strong>di</strong>ce: «Ora se si pre<strong>di</strong>ca cheCristo è risuscitato dai morti, comepossono <strong>di</strong>re alcuni che non esiste risurrezionedai morti? Se non esiste risurrezionedai morti, neanche Cristo èrisuscitato. Ma se Cristo non è risuscitato,allora è vana la nostra pre<strong>di</strong>cazioneed è vana anche la vostra ede, evoi siete ancora nei vostri peccati.Anche quelli che sono morti in Cristosono perduti. Se poi noi abbiamo avutosperanza in Cristo soltanto in questavita, siamo da compiangere più <strong>di</strong>tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo èrisuscitato dai morti, primizia <strong>di</strong> coloroche sono morti. Poiché se a causa <strong>di</strong>un uomo venne la morte, a causa <strong>di</strong> unuomo verrà anche la risurrezione deimorti. Prima risorge Cristo che è laprimizia, poi alla sua venuta quelli chesono <strong>di</strong> Cristo» (cfr. Lettera ai Corinzi15, 12-26). Ogni corpo umano si seminacorruttibile e risorge glorioso, si seminaun corpo animale e risorge uncorpo Spirituale. Insomma la nostra èuna dottrina meravigliosa sul destinodel nostro corpo e anima dopo la morte.Ne volete sapere <strong>di</strong> più? Leggete laLettera ai Corinzi 15, 35 e seguenti. Lanostra è una sorte stupenda, ineffabile,gloriosa e maestosa. «Io sono la Risurrezionee la vita, chi crede in Meanche se è morto vivrà e chiunque vivee crede in Me, non morirà in eterno»,ha detto il Signore. ate però attenzione,vi prego, a quel passo del Vangelo<strong>di</strong> Giovanni dove si <strong>di</strong>ce: «Chi mangiala mia carne e… ha la vita eterna».Cisono teologi e spiritualisti come AntonioRosmini <strong>di</strong> santa memoria che <strong>di</strong>cono:«Noi risorgeremo appena moriremoin forza del pane Eucaristico cheè germe <strong>di</strong> immortalità e <strong>di</strong> vita eterna».Quin<strong>di</strong> noi non risorgeremo soloalla fine del mondo, ma subito appenamorti, perché l’anima separata dalcorpo vivrà in forza <strong>di</strong> un flusso specialee misterioso che ci deriverà propriodall’Eucaristia. È l’Eucaristia lanostra forza e possibilità <strong>di</strong> Risurrezione.Ricor<strong>di</strong>amolo. Le parole <strong>di</strong>Gesù non sono state pronunciate avanvera. Sono vere, verissime e consolantissime.Allora, miei cari, se vogliamoincontrarci veramente con i nostricari defunti, incontriamoli nelle celebrazioniEucaristiche. Un papà cheaveva perso un figlio <strong>di</strong> 15 anni, esasperatodal dolore, decise <strong>di</strong> non andarepiù in Chiesa. Ma dopo qualchemese <strong>di</strong> sole visite al cimitero, ritornòin Chiesa a Messa e <strong>di</strong>sse, lo <strong>di</strong>sse proprioa me: «inalmente ho trovatoconforto al mio dolore, mio figlio melo sento vicino, quasi ancora vivo.Continuo a visitarlo al cimitero, ma la<strong>di</strong>fferenza è enorme. Ringrazio Dioche mi è venuto in aiuto».Carissimi amici miei, è vero quello cheriferisce quel papà. I nostri cari defuntisono presenti con noi, alla celebrazionedella S. Eucaristia e ne traggonoun bene immenso. Non c’è per loro unsuffragio più potente della SS. Eucaristia.Al Cimitero ci an<strong>di</strong>amo, certo,per motivi affettivi e portiamo fiori elumi, ma se non preghiamo è tuttoinutile, al limite <strong>di</strong>ciamo che è una farsa.Ma la preghiera, specialmente laSanta Messa, reca loro un beneficioimmenso.Siamo nel mese dei morti e teniamoneconto.don DavideCroce tematica del Giubileo,consegnata ad ogni famigliacome segno della “Missione popolare”del 2000, con i chiari messaggi<strong>di</strong> fede nell’unico Salvatore del mondo,Gesù Cristo,ieri, oggi e sempre.L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


zato quando non è più flessibile.Sant’Agostino● Le leggi sono come le tele <strong>di</strong> ragno:i calabroni le attraversanosenza intoppi, i moscerini vi restanoimpigliati.Arthur Schopenhauer● Ve lo immaginate che bella figurafarà un laureato italiano quandoall’estero gli chiederanno checosa pensi <strong>di</strong> Gesù Cristo? E luirisponderà: «Non so niente <strong>di</strong> luiperché ho scelto <strong>di</strong> fare ginnasticanell’ora <strong>di</strong> religione».Primo Degano● Abbiamo imparato a volare comegli uccelli, a nuotare come pesci,ma non abbiamo imparato l’arte<strong>di</strong> vivere come fratelli.Martin Luther King● Non sono mai mancati mercanti<strong>di</strong> carne umana che mettessero inri<strong>di</strong>colo il pudore, questo sentimentouniversale che tende a custo<strong>di</strong>reciò che è intimo, anche seè risaputo che si tratta <strong>di</strong> una saggia<strong>di</strong>sposizione del Creatore. Ilpudore è, infatti, una <strong>di</strong>fesa naturale<strong>di</strong> fronte al possibile sguardoimpu<strong>di</strong>co e furtivo che tenta <strong>di</strong>trasformare il corpo umano instrumento <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni egoistiche.Ma è anche il contrappesodella concupiscenza, che non habisogno <strong>di</strong> stimoli straor<strong>di</strong>nari perfar esplodere e <strong>di</strong>struggere la purezzadell’anima e del corpo.Ada Simoncini● Nel secolo scorso un visitatorestraniero fece visita al famoso rabbinopolacco Hofez Chaim. Rimasestupito nel vedere che la casadel rabbino era solo una semplicestanza piena <strong>di</strong> libri, gli unici mobilierano un tavolo e una panca.«Rabbì, dove sono i tuoi mobili?»chiese il visitatore. «E i tuoi dovesono?» replicò il rabbino. «I miei?Ma io sono solo in visita, sono solo<strong>di</strong> passaggio», <strong>di</strong>sse il visitatore.«Anch’io», <strong>di</strong>sse il rabbino.Rabbino● Chi alleggerisce il fardello <strong>di</strong> unaltro non è mai un fallito.Charles Dickens● Un giorno Mons. Sarto si recò aRiese per rivedere la mamma e<strong>di</strong>chiarò che sarebbe rimasto pertutto il mese con lei. Quella santadonna non si conteneva più per lagioia, ma la festa durò poco, perchétosto le venne in mente che siera all’ultimo giorno del mese.Infatti, l’indomani, suo figlio la lasciòper tornare ai suoi compiti <strong>di</strong>cancelliere a Treviso.● Pio X aveva un vecchio orologio<strong>di</strong> nichel, ricordo della cara mamma.Un giorno un arcivescovo, vedendoche il suo augusto interlocutorelo tirava fuori per saperel’ora, gli mostrò un prezioso orologiod’oro, pregandolo <strong>di</strong> accettarloin cambio: «Santo Padre, vogliamofare a cambio? Ci guadagneremotutti e due».«Oh, no, mai - replicò il Papa -quest’orologio era della mia poveramamma, e ha segnato l’ora dellasua morte. Io me lo terrò semprecaro…» E una lacrima imperlòi suoi occhi.● In un giorno <strong>di</strong> giugno l’erba <strong>di</strong>sseall’ombra <strong>di</strong> un olmo: «Ti sposticontinuamente a destra e a sinistra<strong>di</strong>sturbando la mia pace». El’ombra replicò: «Non io, non io.Guarda verso il cielo». E l’erbaguardò verso l’alto e per la primavolta ammirò l’albero. E ripetènel suo cuore: «Che meraviglia,c’è un’erba più grande <strong>di</strong> me».Kahlil Gibran● È meglio, certamente, che uno siaraddrizzato da piccolo che spez-● Ho avuto tre educatori: la strada,la scuola, la Bibbia. Alla fine è laBibbia quella che ha contato <strong>di</strong>più. È l’unico libro che dovremmopossedere.Duke Ellington● Comincio sempre la mia preghierain silenzio, perché è nel silenziodel cuore che Dio parla. Dio èamico del silenzio: dobbiamoascoltare Dio perché ciò che contanon è quello che <strong>di</strong>ciamo noi,ma quello che lui <strong>di</strong>ce a noi e attraverso<strong>di</strong> noi.● acciamo silenzio prima <strong>di</strong> ascoltarela Parola perché i nostri pensierisiano già rivolti alla Parola.acciamo silenzio dopo l’ascoltodella Parola perché questa ci parlaancora, vive e <strong>di</strong>mora in noi.acciamo silenzio la mattina prestoperché Dio deve avere la primaparola. acciamo silenzio prima<strong>di</strong> coricarci perché l’ultima parolaappartiene a Dio. acciamosilenzio per amore della Parola.Dietrich Bonhoefferche le tuedomande venissero posteal Sindaco, al Parro-Tipiacerebbeco e ad altre autorità <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>?La redazione <strong>di</strong> Claronda sta pensandoad una nuova trasmissionecon interviste ai membri <strong>di</strong> spiccodella nostra comunità.Vorremmo avere la possibilità <strong>di</strong>rivolgere agli intervistati soprattuttodomande proposte dagliascoltatori.Se hai qualche idea (anche solodomande!) non esitare a telefonareal numero 030/713879 (ore pasti)e chiedere <strong>di</strong> Alessandro.Oppure puoi scrivere una e-mailall’in<strong>di</strong>rizzo:alezini@yahoo.itLa redazione <strong>di</strong> Claronda11L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Don Pietro Rizzi12Ho percorso la strada che da<strong>Chiari</strong> conduce all’abitazionedove visse don Pietro Rizziimmaginando com’era all’inizio delsecolo scorso. Ecco via Barcella, con ilvecchio molino, ed in fondo, dove curvaa gomito a fiancheggiare il Baioncello,la cascina Ravizza. Poi la campagnae la strada ombrosa, la cascina deiesta con la concimaia messa lì, non sisa perché, proprio in mezzo alla viache si deve curvare se non si vuol finiredentro. Poche altre cascine, il quartiere,la santella poco prima del bivio a<strong>di</strong>stinguere le Lunghe <strong>di</strong> sopra daquelle <strong>di</strong> Sotto. Ed è ancora il Baioncelloa farmi compagnia mentre imboccoil ramo “<strong>di</strong> Sopra” per giungeredapprima alla casa dove visse mia madre,quand’era ragazza, ed infine,poco più oltre, alla cascina iorini chefu l’abitazione del prete.È una bella giornata, quest’oggi! Lassù,verso nord, le montagne sono d’unblu che sbia<strong>di</strong>sce pian piano fino a confondersinell’azzurro del cielo. Il conventodei frati sembra lì, in fondo allapiana dove il granoturco è stato appenaraccolto (un uomo sta ancora spigolando!)e par quasi <strong>di</strong> toccarlo tendendouna mano. Sembra invece lontanala torre <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, come doveva apparirelontana a don Rizzi quando la dovevaraggiungere per le sacre funzioni.Guardo le stesse cose che lui vedeva,aspiro gli stessi odori che lui annusavaed il vento ancora muove le piantecome faceva allora.E produce il medesimo suono! Mipare <strong>di</strong> averlo accanto, questo preteche non ho mai conosciuto.Don Pietro Rizzi nacque a Vezzad’Oglio il 23 settembre 1862 e venneor<strong>di</strong>nato sacerdote nel 1885. u curatoa Cedegolo, per quin<strong>di</strong>ci anni, prima<strong>di</strong> essere promosso parroco a Temù,nell’alta Valcamonica. Nel 1902 rinunciòalla parrocchia e venne a svolgere ilproprio ministero a <strong>Chiari</strong> andando adabitare nella cascina <strong>di</strong> via Lunghe <strong>di</strong>proprietà della sua famiglia.Sono poche le notizie scritte relative aquesto sacerdote. Lo troviamo, adesempio, quale stretto collaboratore <strong>di</strong>monsignor Lombar<strong>di</strong> nell’impresa <strong>di</strong>pagare i debiti contratti per la costruzionedell’oratorio <strong>di</strong> via SS. Trinità. Idue tentarono l’avventura <strong>di</strong> una affittanza<strong>di</strong> 200 piò <strong>di</strong> terreno in quel <strong>di</strong>Montirone. Gli affari, però, andaronomale e si complicarono maggiormentecon la fuga (chissà perché) del fattore.Nel bollettino della <strong>Parrocchia</strong> del luglio1935 si torna a parlare <strong>di</strong> lui: “Il 30maggio 1935 il M. R. D. Pietro Rizzicelebrò la sua Messa d’oro. Egli volevatener nascosto la data perché passasseinosservata, ma giunti alla vigilia sipoté ugualmente organizzare una manifestazioneaffettuosa da parte deiRev.<strong>di</strong> Confratelli e della popolazionepel venerando Sacerdote che da 35anni presta la sua opera volonterosa in<strong>Parrocchia</strong>. La Scuola <strong>di</strong> Canto, semprepronta a prestarsi per ogni solennecerimonia, eseguì scelta musica.Il R. Can. Liotti, il più anziano deiConfratelli, rivolse dal pubblico al festeggiatoparole fraterne; il Prevostolo volle a mensa col Clero, comunicandoal R. D. Pietro la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> S.E. Mons. Vescovo e delle L.L. E.E.Mons. Toccabelli e Mons. Menna. Admultos annos!”Ma dove manca lo scritto supplisce lamemoria delle persone, e sono ancoratante, che l’hanno conosciuto ed apprezzato.Lo ricordano gli uomini, soprattuttoquelli della campagna, deiquali fu penitenziere e guida saggia edei quali comprendeva la quoti<strong>di</strong>anafatica dall’esito spesso magro ed incerto.Don Pietro Rizzi era il prete dellebene<strong>di</strong>zioni e veniva chiamato nellevarie stagioni e secondo le necessità.Erano, si legge su un vecchio Manuale<strong>di</strong> ilotea, “Bene<strong>di</strong>zioni deprecatorieda darsi dai Sacerdoti facoltizzati controi sorci, le locuste, i bruchi, i vermied altri animali nocivi.” Il sacerdotevestito <strong>di</strong> cotta e stola violacea si portavasui luoghi infestati dai suddettianimali ed iniziava il rito: “Exurge,Domine, adjuva nos et libera nos propternomen tuum.” Continuava conpreghiere ed invocazioni quali: “PietosissimoSignore, degnatevi perdonarcitutti i peccati con cui abbiamo ar<strong>di</strong>to <strong>di</strong>provocare la vostra collera, e in vistadel <strong>di</strong>spiacere che ne proviamo, e dellanostra fermissima risoluzione <strong>di</strong> nonpiù offendervi per l’avvenire, liberatele nostre campagne da tutti i nocivianimali che le infestano e le <strong>di</strong>sertano,onde, restituite esse alla loro fecon<strong>di</strong>tà,e abbondantemente provvedano atutti i nostri bisogni e graziosamente ciinvitino a celebrare con nuovi canticila vostra infinita beneficenza”.ede, folclore, superstizione? Non loso, ma certo è che Dio sa leggere ancheoltre le righe e che spesso le <strong>di</strong>fficoltàtrovavano soluzione. Mi raccontano <strong>di</strong>un prete <strong>di</strong> quel tempo (non era peròdon Rizzi) che confinò sui rami più alti<strong>di</strong> un albero decine e decine <strong>di</strong> sorciche facevano man bassa <strong>di</strong> pulcini.Affamati si cibavano <strong>di</strong> foglie senzariuscire a scendere, trattenuti lassù dauna forza sovrannaturale. Realtà, fantasiao leggenda metropolitana?Mi affascina questa figura <strong>di</strong> prete <strong>di</strong>campagna. Con le sue scarpe scalcagnate,le grosse mani callose, la tonacasempre più lisa percorreva, a pie<strong>di</strong> o inbicicletta, via Lunghe per celebrare laMessa delle do<strong>di</strong>ci e trenta, per visitarei bisognosi, per accompagnare imorti nell’ultimo viaggio.“Viveva nella più assoluta povertà - miracconta il signor Angelo iorini cheallora era un giovanotto - mangiandoquel che capitava o che la provvidenzaforniva, dormendo su un tavolaccio inL’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


una misera stanza”. E prosegue il signorAngelo: “Mia mamma era solitapreparare una scodella <strong>di</strong> minestra inpiù…”Don Pietro amava la campagna e lanatura con i loro ritmi. Per campare allevavaqualche animale, anche dei porci,che vendeva utilizzando il ricavatoper sé e per coloro che ne avevano necessità.“Ma la testa - è ancora il signor iorinia parlare - era eccezionale!”Appena possibile leggeva, stu<strong>di</strong>ava.Nelle fredde sere invernali, con la testacoperta dal mantello, passava ore edore a pregare e stu<strong>di</strong>are alla luce <strong>di</strong>una lanterna. E fu appunto una lanternacaduta accidentalmente sulla pagliaa procurare un piccolo incen<strong>di</strong>o che nedecretò la fine. Una morte annunciatacon poche righe: “Il giorno 2 aprile1941 all’ospedale Mellini, dove era statoricoverato da pochi giorni, rendevala sua anima a Dio il Sac. Don PietroRizzi che dal 1902 esercitava il ministeroin parrocchia lasciando un gratoricordo per la puntualità, zelo e sacrificionel compiere i suoi uffici con ammirabileperseveranza, nonostante lasua età avanzata”.Non fu un povero prete, don PietroRizzi, ma un prete povero, che in tuttaumiltà onorò la nostra citta<strong>di</strong>na con ilsuo apostolato.Elia acchettiAssociazione Pensionati <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>Il mese <strong>di</strong> ottobre è tra<strong>di</strong>zionalmente de<strong>di</strong>cato alla Madonna del Rosarioe molti <strong>di</strong> noi hanno partecipato alla processione <strong>di</strong> domenica6 ottobre. A questa devozione si è aggiunto poi il pellegrinaggio aLourdes.Ottobre è anche un mese adatto a ritrovarsi tra amici, magari per una gustosacenetta, o semplicemente per una castagnata: castagne e funghi lafanno da padroni anche nella nostra sede, dove i soci non mancano <strong>di</strong>portare quoti<strong>di</strong>anamente le “prove” della loro abilità <strong>di</strong> raccoglitori.Come non ricordare insieme i giorni in cui eravamo bambini?Il 16 ottobre si è tenuto come <strong>di</strong> consueto il pranzo sociale a Montichiari:ne parleremo prossimamente. Anticipiamo soltanto che il numero delleadesioni si è mantenuto al livello dello scorso anno.inalmente, su richiesta dei soci (e non solo <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>!) è ripresa il 19 ottobrela consuetu<strong>di</strong>ne del ballo del sabato sera, a partire dalle 20.30: invitiamotutti i soci in regola con l’iscrizione a passare con noi queste ore <strong>di</strong>serenità.Ancora una volta, purtroppo, è stata rinviata a causa <strong>di</strong> uno scioperol’esecuzione dell’opera La traviata: e noi avevamo il tutto esaurito! Incompenso siamo riusciti a prenotare per il 7 novembre l’opera Il Rigoletto,sempre al teatro Arcimbol<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano. Biglietto e prezzo restanoquin<strong>di</strong> invariati. Ci sono poi buone prospettive per il soggiorno in Tunisia,perché le iscrizioni sono in aumento.Nel mese <strong>di</strong> ottobre abbiamo prestato la nostra opera presso la PinacotecaMorcelli-Repossi in occasione della mostra <strong>di</strong> Max Klinger, che ha riscossogrande successo. Dal 26 ottobre al 10 novembre sarà invece apertaal salone marchettiano la mostra <strong>di</strong> opere dello scultore e scenograforanco Cheli, un’altra occasione per impiegareil nostro tempo in un servizio utile alla comunità.Anche quest’anno, in collaborazione col MilanClub, abbiamo pre<strong>di</strong>sposto la sottoscrizionebenefica, il cui ricavato sarà devoluto in beneficenzacome è ormai tra<strong>di</strong>zione.In prossimità della Commemorazione dei nostridefunti, sempre presenti nei nostri pensieri,il 24 ottobre abbiamo celebrato la SantaMessa <strong>di</strong> suffragio nella chiesetta <strong>di</strong> San Luigi.... e un grazie <strong>di</strong> cuore all’Angelo per l’ospitalità!Per la DirezionePietro RanghettiLa redazione de “L’Angelo” ringrazia <strong>di</strong> cuorel’Associazione Pensionati <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> per il generosoabbonamento 2003 (Euro 250).13L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


14Un momentoun po’ <strong>di</strong>fficileAspettando Enzo BiagiMi congedavo nel numero <strong>di</strong>settembre con l’illusoria convinzioneche qualcuno dei lettori miinviasse in qualsiasi modo qualchesuggerimento, osservazione, critica…Niente <strong>di</strong> tutto ciò da due mesi a questaparte e dunque proverò a ripartireda dove mi sono fermato, cioèdall’attesa del ritorno in televisione <strong>di</strong>Enzo Biagi, che dovrebbe essere ilconduttore <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> inchieste(venti o trenta puntate) non so ancorain che fascia oraria e su che canale.Speriamo bene. In attesa… sono andatoa guardarmi qualche puntata <strong>di</strong>Max & Tux, quel duo Lopez - Solenghiche nelle intenzioni <strong>di</strong> abrizio DelNoce, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Raiuno, oltre a far<strong>di</strong>menticare i <strong>di</strong>eci minuti con il nostroBiagi avrebbe dovuto far concorrenzanientemeno che a Striscia la notizia.Povero illuso! Dov’è finita la creativitàdel trio Lopez-Solenghi- Marchesiniche (sembrano ormai secoli fa)faceva la paro<strong>di</strong>a de I promessi sposi?O anche soltanto la verve dei dueshowman negli ormai famosi spot televisividel caffè gustato nella beatitu<strong>di</strong>nedei cieli o del telefono <strong>di</strong> fronte alplotone d’esecuzione? Non basta metteredue bravi attori sul set per ottenereun buon risultato. Occorre usciredalla banalità e dal qualunquismo, rivolgersiall’intelligenza dello spettatore…e questo per ora Max & Tux, con icopioni che vengono loro passati, proprionon lo possono fare.Il riscatto delle casalingheChe <strong>di</strong>re del programma <strong>di</strong> GilettiCasa Raiuno in onda dal lunedì al venerdìalle 14.10? Qui, vista la fasciaoraria del primo pomeriggio, mi piacerebbedavvero sentire il parere <strong>di</strong> qualchecasalinga <strong>di</strong> fronte all’esibizionedelle fortunate prescelte che, ospitateper una settimana in un lussuoso albergoromano, possono permettersi <strong>di</strong>partecipare agli eventi mondani e culturalidella città (prime teatrali, vernissages,incontri con personalità dellospettacolo) accompagnate dall’intriganteGigi Marzullo. Rispetto a tantialtri programmi che vanno per la maggiore,non c’è l’assillo della gara pervincere qualcosa e la telecamera nonspia, ma accompagna l’inconsuetaesperienza delle prescelte e quella altrettantoinconsueta dei loro maritiper una volta lasciati a sé stessi tra imille quoti<strong>di</strong>ani problemi della lorofamiglia, per qualche giorno decisamenteamputata!Sempre le mamme potrebbero dareparere anche sul bel cartone animatoHamtaro che Italia1 manda in ondadal lunedì al venerdì alle 17.00. Hamtaroè un criceto coccolato dall’alba altramonto dalla sua padroncina Laurae, curioso come un umano, capace <strong>di</strong>aprirsi la gabbietta per proprio contova a scoprire le meraviglie del vastomondo all’insegna dell’ottimismo piùcan<strong>di</strong>do. Peccato che a rovinare il dolceincanto nel quale, grazie anche alladelicatissima colonna sonora, vengonoassorbiti i più piccini, dopo <strong>di</strong>eci minutiuna mitragliata assordante<strong>di</strong> spot televisivi a raffica interrompeil cartone: ci si rivolgead un’altra fascia d’età,quella giovanile, e si costruisconobrevi fiction tutte imperniatesui prodotti della“vera spesa per la scuola”,che tale non è, perché propone,come acquisti <strong>di</strong> cui nonsi può e non si deve fare ameno, non certo i libri e glistrumenti <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento,ma le griffe e le serigrafie deipersonaggi dello spettacolo, che devonoimpreziosire lo zainetto, tanto piùcaro quanto più noto il personaggio.Non c’è soltanto la TVA riconciliarci con la Televisione ci hapensato Raoul Bova col suo rancesco,una miniserie in due puntate andata inonda su Canale5 il6eil7ottobre, in cuiil bravo attore ha saputo dare un voltonon banale al santo che ha scandalizzatoi benpensanti del suo tempo, a cominciareda suo padre, Pietro Bernardone,commerciante in panni e stimatoimpren<strong>di</strong>tore. “Interpretare San rancescoè stato come compiere un viaggiodentro la mia anima. È stato doloroso efaticoso… erano almeno 15 anni chenon mi facevo più domande”, così RaoulBova in una delle tante interviste rilasciatesul rancesco televisivo.Non altrettanto sod<strong>di</strong>sfatta delle prospettiveche offre la TV, come luogo <strong>di</strong>lavoro, Marina Massironi che, in occasionedel suo debutto in teatro perl’interpretazione <strong>di</strong> “Bulli & Pupe” ha<strong>di</strong>chiarato: “arei volentieri della televisionese mi offrissero qualcosa <strong>di</strong> intelligentee <strong>di</strong> stimolante. Ma mi sembraun momento un po’ <strong>di</strong>fficile.”Chi ad<strong>di</strong>rittura si spinge a lanciare unasfida alla Tv <strong>di</strong> prima serata è un grupponiente male: Elio e le Storie Tese,Albertino, abio Volo, il Trio Medusae Victoria Cabello sono i protagonistiin prima serata, dalle 21.00 alle 23.00<strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Deejay. Linus, che capeggia ilgruppo e che ne è anche il <strong>di</strong>rettore artistico,è convinto che “visti anche i recentisuccessi d’ascolto della ra<strong>di</strong>o inItalia e in Europa e le risorse artisticheche Ra<strong>di</strong>o Deejay possiede, i tempisono maturi per investire in una fasciaoraria considerata prettamente televisiva”.Perché non provarci?Luciano CinquiniL’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


La strada verso casaRegia <strong>di</strong> Zhang YimouAutore <strong>di</strong> capolavori come Lanternerosse, La storia <strong>di</strong> Qiu Yu, Non uno <strong>di</strong>meno, ZhangYimou propone una storiain apparenza facile e lineare, in realtàprofonda nei dettagli e nelle sfumature.Luo Yushengè un uomo d’affaricinese che, dopo molti anni, tornaal suo villaggio natale per i funerali delpadre, il maestro del paese. Mentresua madre insiste per rispettare le anticheusanze nonostante i tempi sianocambiati, Yushengripensa ai raccontiche ha sentito da ragazzo sul fidanzamentodei suoi genitori. E prima <strong>di</strong>tornare in città onora anche l’ultimodesiderio del padre e per un giorno insegna,simbolicamente, nella scuoladel villaggio. La ritualità del funerale,la strada da percorrere con la bara intesacome desiderio <strong>di</strong> eternità, <strong>di</strong> prosecuzionedelle tra<strong>di</strong>zioni, la riconoscenzadegli ex alunni sono momentiche scan<strong>di</strong>scono un bisogno <strong>di</strong> memoriae <strong>di</strong> valori che comunque non possonoessere persi. Il tema è il confrontotra la Cina <strong>di</strong> ieri e la Cina <strong>di</strong> oggi, eil giu<strong>di</strong>zio appare evidente già nellascelta <strong>di</strong> usare colori cal<strong>di</strong> per il passato,un freddo bianco e nero per il presente.L’elegiaca rievocazione <strong>di</strong> unamore perfetto <strong>di</strong>venta così un <strong>di</strong>scorsosulla necessità <strong>di</strong> ritrovare ra<strong>di</strong>ci,tra<strong>di</strong>zione, comunità.Ricomincia da oggiRegia <strong>di</strong> Bertrand TavernierDaniel, quarant’anni, è insegnante e<strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> un asilo a Hernaing, citta<strong>di</strong>nafrancese <strong>di</strong> settemila abitanti conalto tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione. Sensibilee appassionato al suo lavoro, Danieltocca con mano ogni giorno le gravi<strong>di</strong>fficoltà delle famiglie e vorrebbe farequalcosa per ridare speranza ad unazona <strong>di</strong> minatori un tempo ricca e tranquilla.Deciderà <strong>di</strong> prendersi cura <strong>di</strong>due bambine abbandonate dalla madrealcolizzata e il suo gesto <strong>di</strong>venteràun caso nazionale. Crisi sociale inrancia alla fine degli anni Novanta:un quadro contrad<strong>di</strong>ttorio e <strong>di</strong>fficile,pieno <strong>di</strong> incognite, forse arrivato cosìbruscamente da trovare molti impreparatie inerti. Tavernier getta losguardo su un microcosmo nel quale faconvergere tutte le brucianti problematichedella situazione economicafrancese: la crisi dell’occupazione innanzitutto,con le conseguenze sullostato delle famiglie, dei rapporti coniugali,della crescita dei figli.La tigre e il dragoneRegia <strong>di</strong> Ang LeeIl titolo fa riferimento ad un anticoproverbio cinese, usato per definire situazionie luoghi in cui <strong>di</strong>morano eroie leggende nascoste e dove nulla èquello che sembra essere. Così nel periodoscelto per l’azione filmica (Cina,inizio ‘800, ultimi anni della <strong>di</strong>nastiaChing) la nostalgia dei tempi andatideterminava il crescente successo <strong>di</strong>un genere popolare, che narrava le impresevalorose degli eroi delle artimarziali ed esaltava l’apparente semplicità<strong>di</strong> un’epoca ormai passata. Il registaAng Lee, nato a Taiwan nel 1954,<strong>di</strong>ce: “Ho tentato <strong>di</strong> mantenere in armoniala drammaturgia dei personaggie le arti marziali. Anche l’aspettodrammaturgico è strutturato come unacoreografia, in cui la lotta non consistemai solamente nei calci e nei pugni, marappresenta anche il modo in cui i personaggiesprimono la loro con<strong>di</strong>zione ei propri sentimenti”. Informazioni minime,necessarie per entrare con qualchestrumento in più nella storia e lasciarsiandare alle suggestioni che propone.Si tratta infatti <strong>di</strong> un poema, elaboratonello stile della ballata, dove alrealismo degli ambienti, degli oggetti,dei riferimenti storici si contrappongonoscontri risolti al ritmo <strong>di</strong> danza, duelliin cui i contendenti si librano incielo e volano da un albero all’altro,parole e pensieri che si liberanonell’immaginazione. Scegliendo un taglionarrativo che fonde l’epica e il fantastico,la storia e la letteratura, AngLee compone un prodotto <strong>di</strong> bella efficacia,sod<strong>di</strong>sfacendo allo stesso tempola voglia <strong>di</strong> recupero delle proprie originie il gusto occidentale per gli scontriacrobatici, qua e là molto simile allestrisce <strong>di</strong> un fumetto.KadoshRegia <strong>di</strong> Amos GitaiKadosh significa ‘sacro’, titolo evidentementee chiaramente polemico. Nelfilm, presentato al festival <strong>di</strong> Cannesdel 1999, Gitai mostra una situazionenella quale il sacro perde l’anima e <strong>di</strong>ventasuperstizione e fanatismo, perdenunciare la con<strong>di</strong>zione della donnaridotta ad un ruolo subalterno privo <strong>di</strong>15L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


16<strong>di</strong>ritti e <strong>di</strong> riconoscimenti, e insieme ilpericolo dell’integralismo religiosoper la vita in<strong>di</strong>viduale e collettiva. Unagiovane donna, Malka, è costretta dalleconvenzioni a sposare un uomo chenon ama, mentre la sorella Rivka cheama, ed è riamata, suo marito, su istigazionedel rabbino viene ripu<strong>di</strong>ataperché ritenuta, ingiustamente, sterile.Kadosh racconta una storia dei giorninostri, ambientata a Mea Shearim, ilquartiere <strong>di</strong> Gerusalemme dove vivonoebrei ultraortodossi. Meir, il marito,comincia al mattino con il rigido ritualedella vestizione e dei ringraziamenti;così il resto della giornata èscan<strong>di</strong>to da canti, preghiere, letturedei testi sacri. E dall’ossessivo rispettodelle “leggi” la vita dei protagonistiviene drammaticamente con<strong>di</strong>zionata.Il regista ha saputo creare una narrazionescarna e compatta, che evidenziala trage<strong>di</strong>a con <strong>di</strong>aloghi secchi e inquadratureincollate sui volti dei protagonisti,in una regia senza concessioni alsentimentalismo, ma che, allo stessotempo, mette da parte il registro deldocumentario, per partecipare allastoria dei personaggi. Splen<strong>di</strong>da la recitazionedei <strong>di</strong>versi attori, che riesconoad evitare il rischio <strong>di</strong> un facile patetismo.a cura <strong>di</strong> Enrica GobbiLe videocassette possono essere prese inprestito gratuitamente presso la Bibliotecadon Luigi Rivetti in via Garibal<strong>di</strong> 3.C. A. V.Centro Aiuto alla Vita<strong>Chiari</strong>Segreteria telefonicaContatto <strong>di</strong>urnoTelefono 030.700.16.00AcliGita a RomaDopo la positiva esperienza <strong>di</strong> Assisi del marzo scorso, ilCircolo Acli ha promosso una gita sociale a Roma a cuihanno partecipato oltre 50 persone. Le quattro giornatetrascorse insieme sono state molto intense. Per ognuno si è trattato<strong>di</strong> un arricchimento <strong>di</strong> conoscenze artistiche e storiche, oltreche <strong>di</strong> confronto con una civiltà cristiana bimillenaria <strong>di</strong> cuisiamo orgogliosi.In due intere giornate, la guida, dotata <strong>di</strong> comunicativa e <strong>di</strong> sensibilità,ci ha portati a “scoprire” la Basilica <strong>di</strong> S. Paolo, le Catacombe<strong>di</strong> S. Callisto, le osse ardeatine, e poi il Colosseo, i oriimperiali, l’Altare della patria con la tomba del Milite ignoto,Trinità dei monti, Montecitorio, Palazzo Madama, la ontana <strong>di</strong>Trevi, Piazza del Popolo, la Basilica <strong>di</strong> S. Giovanni, Piazza <strong>di</strong>Spagna, Piazza Navona, il Pantheon e <strong>di</strong>versi altri monumentidel centro <strong>di</strong> Roma.L’ingresso ai giar<strong>di</strong>ni Vaticani, dove c’è anche una grotta dellaMadonna <strong>di</strong> Lourdes, e poi la visita illustrativa della Basilica <strong>di</strong> S.Pietro, con la tomba del Beato Giovanni XXIII, <strong>di</strong> Paolo VI,nonché il colonnato del Bernini e la Pietà <strong>di</strong> Michelangelo hannocontribuito a rafforzare la nostra volontà <strong>di</strong> ricerca del senso religiosodella vita. Con la partecipazione alla Santa Messa nellachiesa <strong>di</strong> S. Lorenzo al Verano, domenica 22 settembre, terminavail nostro soggiorno romano, che ci ha lasciato il ricordo <strong>di</strong> unamagnifica esperienza.Giuseppe DelfrateRiflessioni d’autunnoL’importante è seminareSemina, semina: l’importante è seminare- poco, molto, tutto.Il grano della speranza.Semina il tuo sorriso perché splenda intorno a te.Semina le tue energie per affrontare le battaglie della vita.Semina il tuo coraggioper risollevare quello degli altri.Semina il tuo entusiasmo,la tua fede, il tuo amore.Semina le piccole cose,i nonnulla, semina ed abbi fiducia,ogni cicco arricchirà un piccoloangolo della terra.Se ci pensi un anno prima seminiil riso.Se ci pensi tanti anni prima,pianti alberi.Se ci pensi cent’anni prima, educhiun popolo.L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Scuola dell’infanzia PedersoliAccoglienza ed integrazione deglialunni stranieri.Incontriamomammae papàÈquesto il titolo del progetto<strong>di</strong> accoglienza deibambini <strong>di</strong> tre anni, checontinua durante l’anno alla Scuoladell’infanzia Pedersoli. Tale progettoall’inizio delle attività <strong>di</strong>datticheha avuto un’apertura maggiorerelativa all’accoglienza deglialunni stranieri. È retorico <strong>di</strong>reche ormai dobbiamo abituarci aduna società multirazziale, ma nonè cosi scontata l’integrazione <strong>di</strong>queste persone (genitori ed alunni);per questo tutte le insegnantidelle scuole statali dell’infanzia <strong>di</strong><strong>Chiari</strong>, unite ai servizi A.S.L. delterritorio quali tutela minori e assistentisociali, hanno organizzatoun incontro con i genitori deibambini stranieri e attraverso me<strong>di</strong>atriciculturali <strong>di</strong> lingua albanese,ghanese ed araba, hanno spiegatole finalità, l’organizzazione ele modalità d’inserimento dellaScuola dell’infanzia italiana.Al termine c’è stato uno scambiod’ansie, attese, opinioni e abitu<strong>di</strong>nitra genitori ed insegnanti, tuttoattraverso una traduzione simultanea.Erano presenti all’incontroanche i genitori dei bambini giàinseriti nel precedente anno scolastico.È la prima volta che vieneattuato un progetto d’integrazionesignificativo e concreto.Speriamo che tali esperienze possanoavere un seguito e sensibilizzarepiù persone, non solo nellascuola dell’infanzia.ChiaraApostolato della preghiera“Per i vedovi e le vedove che soffrono spesso la solitu<strong>di</strong>ne, affinché trovino confortoe sostegno nella comunità cristiana”.L’esperienza della vedovanzaè nota un po’ a tutti, anche senon vissuta <strong>di</strong>rettamente. Èsufficiente essere vicini a questepersone per comprendere la lorosofferenza. requentemente poiavviene che al “patire” per lamancanza fisica della personacon la quale sono stati con<strong>di</strong>visitutti i momenti più o meno buonidel convivere, si aggiunge, specieper gli anziani, anche qualchemalessere fisico, per cui la sofferenzasi accentua. Il dovere primario<strong>di</strong> essere loro <strong>di</strong> conforto esostegno è naturalmente dei familiarie dei parenti prossimi, maanche <strong>di</strong> tutti i cristiani perché essendotutti figli <strong>di</strong> Dio siamo anchetutti fratelli e sorelle. Il momento<strong>di</strong> sofferenza, sia per la <strong>di</strong>partita <strong>di</strong> persone care che per solitu<strong>di</strong>neo per altre motivazioni, potrebbe creare l’occasione <strong>di</strong> incontrarealtre persone che, contemporaneamente, vivono una realtà più favorevole.Tali incontri porterebbero conforto a chi soffre ed anche potrebberocreare scambi <strong>di</strong> esperienze utili reciprocamente per la <strong>di</strong>versità<strong>di</strong> persone <strong>di</strong> età e con<strong>di</strong>zioni varie. È da ritenere comunque che il confortopiù efficace per tutti può venire dalla preghiera, perché crea unavvicinamento spirituale con i nostri cari defunti e, da cristiani credentiquali siamo, può anche farci ricordare che è destino <strong>di</strong> tutti arrivaredove già si trovano loro; sono molte infatti le persone che <strong>di</strong>cono <strong>di</strong>sentire la vicinanza spirituale dei propri cari. Come allora non pensarea un ritrovarsi per stare insieme sempre in maniera anche più feliceglorificando il Signore? Nel mese <strong>di</strong> novembre ricorre la celebrazionedei defunti ed ognuno ricorda i propri cari con visite al cimitero, partecipandoalle celebrazioni specifiche della Chiesa e soprattutto con leproprie preghiere personali. Aggiungiamo anche una preghiera <strong>di</strong> ringraziamentoal Signore per averci donato la fede per la quale abbiamola confortante fiducia <strong>di</strong> essere sempre protetti da Lui in questa vitaterrena e la speranza <strong>di</strong> raggiungere poi quella futura in amorosa riunioneeterna.In parrocchiaPrimo giovedì del mese, 5 <strong>di</strong>cembre: celebrazione per i sacerdoti, religiosi/e,missionari/e e loro vocazioni. Esposizione del Santissimo Sacramentonella cripta <strong>di</strong> Sant’Agape dalle 15.00 alle ore 16.00; seguirà laSanta Messa.Primo venerdì del mese, 6 <strong>di</strong>cembre: celebrazione de<strong>di</strong>cata al Sacro Cuore<strong>di</strong> Gesù, nella cripta <strong>di</strong> Sant’Agape. Esposizione del Santissimo Sacramentodopo la Santa Messa delle ore 9.00 fino alle ore 11.30 e dalle ore15.00 alle ore 16.00; seguirà la Santa Messa.Dina Galetti17L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


18Sapore dell’educazione è… saper ricominciareUn giorno una mamma insieme almarito mi ferma nel cortiledell’oratorio e così incomincia aparlare… Il <strong>di</strong>scorso cade, come spesso avviene,sui figli: la scuola è incominciata dapoco, tante attività occupano il loro tempo… Miconfida anche qualche preoccupazione circa i suoi ragazzi che cresconoin età, ma soprattutto nel bisogno <strong>di</strong> attenzione, <strong>di</strong> esser seguiti, ascoltatie capiti. Non nasconde la fatica <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare con loro e <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> trasmetterei valori, con i quali anche lei è cresciuta. Mi ha colpito una suaespressione: “Essere genitori vuol <strong>di</strong>re aver la pazienza <strong>di</strong> ricominciaresempre con i propri figli e magari ripetere ancora le stesse cose con lasperanza che ci ascoltino…”La pazienza <strong>di</strong> chi sa ricominciare è una virtù grande, che tanti genitori ciinsegnano. A volte non si sa dove vadano a finire le proposte, gli inviti, letante <strong>di</strong>scussioni, i richiami o le lunghe chiacchierate che noi facciamo.Sembrano tante gocce d’acqua, che cadono e si <strong>di</strong>sperdono nel terreno…Eppure educare vuol <strong>di</strong>re tutto questo e molto <strong>di</strong> più: è una passione, unamore che ti muove dentro e che ti spinge a metterti in cammino accantoai bambini, ai ragazzi, agli adolescenti, ai giovani, cercando <strong>di</strong> provocarlie <strong>di</strong> stimolare la loro libertà, la loro responsabilità, con decisione e conforza, ma sempre con grande rispetto.orza e rispetto… o, per <strong>di</strong>rla con le parole <strong>di</strong> un grande santo educatoredei giovani, “amorevolezza”, sono alcuni ingre<strong>di</strong>enti, che fanno “il saporedell’educare”. Così anche la Comunità educativa del Centro Giovanile2000 insieme a tutta la Comunità parrocchiale si sente impegnatanell’educazione dei nostri ragazzi.Attraverso la catechesi, le proposte <strong>di</strong> spiritualità, i percorsi dei gruppiadolescenti, i cammini associativi (AC, Agesci), le attività sportive, il servizioal Dreambar, attraverso il canto, la musica e l’attività teatrale…stando con i ragazzi nei pomeriggi della settimana durante il “uori Orario”,piuttosto che mantenendo puliti i cortili e gli ambienti… tutti siamocoinvolti nell’educare i giovani e nel camminare insieme con loro. Anzi,se qualcuno volesse de<strong>di</strong>care un po’ del suo tempo a rendere l’oratorioun ambiente sempre più accogliente, perché fatto <strong>di</strong> persone <strong>di</strong>sponibilia mettersi in gioco insieme con gli altri, non abbia timore <strong>di</strong> farsi avanti:c’è spazio davvero per tutti!E se anche non siamo impegnati in attività specifiche con i ragazzi, ricor<strong>di</strong>amociche loro ci guardano, qualunquecosa facciamo, anche se nonli conosciamo; loro ci guardano,forse incuriositi oppure <strong>di</strong>sinteressati…Restiamo pronti a lasciarci provocareda loro nel nostro modo <strong>di</strong> faree <strong>di</strong> vivere.Buon cammino e buon servizio atutti!don Andrea GazzoliVenitee vedrete…Anche quest’anno sono iniziatigli incontri <strong>di</strong> preghieraper i giovani nelle variezone della <strong>di</strong>ocesi.Per i giovani <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> la propostaverrà fatta a Ru<strong>di</strong>anoogni secondo martedì del mesealle 20.30.Gli incontri sono fissatinei seguenti giorni:12 novembre10 <strong>di</strong>cembre14 gennaio11 febbraio11 marzo12 aprile - Veglia delle Palme6 maggio6 giugno - a Bresciacon il VescovoInsieme a questi, vi ricor<strong>di</strong>amofin d’ora gli appuntamenti consueti<strong>di</strong> spiritualità per tutti igiovani della nostra comunità:Domenica 22 <strong>di</strong>cembreRitiro spiritualein preparazione al NataleDomenica 9 marzoGiornata <strong>di</strong> riflessione e preghieraper introdurci al tempodella Quaresima11-12-13 aprileEsercizi spirituali in preparazionealla PasquaSe sei interessato e vuoi altre informazioni,puoi rivolgerti aDon Piero 030 70073208Don Andrea G. 030 70073207Suore Dorotee 030 70073214L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Sulla sogliaDa qualche tempo al CentroGiovanile ci si sta interrogandosul tema dell’informalità:cosa significa informalità in unambiente come l’oratorio? Chi sonogli operatori dell’informalità? Cosa siintende per soglia? Ma dove si trova lasoglia? uori o dentro l’oratorio? Eancora: esiste più <strong>di</strong> una soglia? Si puòeducare sulla soglia? Si può parlare <strong>di</strong>Gesù Cristo sulla soglia?Sono domande a cui certo non è facilerispondere... e ciascuno ha visioni esoluzioni <strong>di</strong>fferenti. Certo è che alCentro Giovanile vedere i ragazzi nell’informalitàe osservare il fenomenodella “soglia” non è poi così <strong>di</strong>fficile.Basta passare un pomeriggio in oratorioper capire <strong>di</strong> cosa si sta parlando:gruppetti <strong>di</strong>fferenti occupano punti<strong>di</strong>versi della piazzetta, più o meno vicinial bar o al parcheggio o ad<strong>di</strong>ritturac’è chi ha invece scelto <strong>di</strong> posizionarsifuori dal cancello.E qui ritorna una domanda “tormentone”<strong>di</strong> questo periodo: chi si deveoccupare <strong>di</strong> questi ragazzi? Comepossono sentire che non sono oggetto<strong>di</strong> attenzione solo <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> educatori,ma <strong>di</strong> una comunità educativa acui stanno a cuore? Teniamo presenteche alcuni <strong>di</strong> questi ragazzi non vivonosolo esperienze <strong>di</strong> soglia, ma appartengonoad una pluralità <strong>di</strong> esperienze,magari la sera frequentano ilgruppo adolescenti, oppure giocano acalcio o altro ancora... E allora comeprogettare qualcosa per questi “gruppisoglia”, un qualcosa che faccia levasui loro interessi, sulleloro attitu<strong>di</strong>ni? Comedare strumenti a queglieducatori, più omeno giovani che vorrebbero“buttarsi” inuna esperienza educativa<strong>di</strong> questo tipo masenza rischiare <strong>di</strong> fareun tonfo che gli lasci i livi<strong>di</strong>?Come provare a leggerealcune provocazioniche ci vengono lanciate, comeleggere con loro i problemi e ledomande <strong>di</strong> cui sono portatori, dallasessualità all’uso e all’abuso <strong>di</strong> sostanze,all’amore, al senso della vita, allaricerca <strong>di</strong> una spiritualità che forsenella messa della domenica non trovaancora una risposta esauriente?E ancora: questo tema deve essere delegatoad alcuni o andrebbe ripensatoil servizio or<strong>di</strong>nario tenendo contoche esiste la componente dell’informalità?Certo mi rendo conto che le domandesono più delle certezze, ma credo chemetterci attorno a un tavolo ci possaaiutare a progettare qualcosa <strong>di</strong> nuovoper il nostro Centro Giovanile, cheè all’avanguar<strong>di</strong>a nelle strutture e chesta camminando nella logica dell’innovazioneanche nei progetti, nella<strong>di</strong>rezione dei giovani. Sono solo domande,è vero, ma... lasciamoci interrogare!Paola Sol<strong>di</strong>Ciao!Ti piacerebbe ballare,cantare e recitare perdare vita ad uno deimusical più brillanti?Se hai dai 15 anni in sue hai tanta voglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertirti…fai già parte del CAST!19Ci ve<strong>di</strong>amo alCentro Giovanile2000!Se vuoi altreinformazioni rivolgitia Paola Sol<strong>di</strong>(030 70073205)L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Ricominciato alla grandeuori Orario20Ogni pomeriggio ai bambini delle elementari, ai ragazzidelle me<strong>di</strong>e e agli adolescenti è offerta la possibilità<strong>di</strong> trascorrere parte del loro tempo libero inambienti creati appositamente per loro. Noi educatori liaspettiamo nel pomeriggio per stare insieme, partecipare ailaboratori, giocare ai giochi più <strong>di</strong>vertenti e scatenati, inventarecose strane. Qui possono trovare lo spazio e il tempo percreare relazioni nuove con i loro coetanei, per dar libero sfogoalla loro creatività, avendo accanto delle figure educativeche camminano con loro. Tutto questo è reso più “dolce” dallapresenza <strong>di</strong> molte mamme che ci preparano squisite merendee inventano laboratori interessanti e <strong>di</strong>vertenti.LaboratoriPer elementarilunedì: danza e rollerMartedì: cucinaMercoledì: pallavoloGiovedì: teatroVenerdì: manualità e basketPer me<strong>di</strong>eLunedì: clawneriaMartedì: cosecosìMercoledì: chitarraGiovedì: cucinaVenerdì: balloTi aspettiamo, ti <strong>di</strong>vertirai un mondo!!!!!Ciao, gli educatoriPer informazioni rivolgersialla Segreteria del Centro Giovanile 2000Agatha NavalaniecVolontaria europeapresso il Centro GiovanileBuon Giorno <strong>Chiari</strong>!Mi chiamo Agata evivo in paese moltobello in Polonia.Lì noi abbiamo montagnemolto alte - Tatry e Sudety -, come in Italia, ancheil mare - Baltyk -.Lì ci sono molte vecchie città Krakow, Gdansk,Warszawa, con case belle, chiese e castelli. Anch’iostu<strong>di</strong>o in Wroclaw, dove ci sono molti studenti epuoi incontrare gente da tutto mondo.Io sono venuta in Italia per lavorare come volontaria,per aiutare la gente e anche per stu<strong>di</strong>are la linguaitaliana e per visitare il vostro paese. Io stu<strong>di</strong>oarchitettura e credo che essere qui mi permetta <strong>di</strong>vedere posti molto interessanti e in futuro ciò mipotrà servire. Per il prossimo anno io voglio lavorareal Centro Giovanile 2000 perché io penso che inquesto posto dove c’è gente molto <strong>di</strong>versa, daibambini agli anziani io posso incontrare personemolto interessanti e stu<strong>di</strong>are molto. Io credo cheessere qui mi permetterà <strong>di</strong> imparare anche qualcosad’altro...Io penso che questo anno sarà buono per voi e perme. Sicuramente ci incontreremo...Ciao AgataL’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Mo.I.Ca. informaLe nostre elezioni interne <strong>di</strong> fine settembre hanno riconfermatola sottoscritta quale responsabile del Gruppo <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> (vice-responsabileSilvia Rocco). Lavoreremo insieme al meglio dellenostre capacità.Nel mese <strong>di</strong> ottobre abbiamo avuto <strong>di</strong>verse riunioni organizzative perpreparare sia il programma <strong>di</strong> attività del nuovo anno sociale, sia gli incontridei prossimi mesi.Quando questo notiziario è stato redatto, non era ancora avvenutal’inaugurazione, prevista per il 27 ottobre. Dovremo per questo darvenecronaca nel bollettino <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre. Lo stesso <strong>di</strong>casi per la gita aMantova, organizzata per mercoledì 23 ottobre con lo scopo <strong>di</strong> visitarele mostre d’arte a Palazzo Tè e Palazzo Ducale.Come abbiamo già comunicato, il nuovo tema <strong>di</strong> lavoro, uscitodall’assemblea generale del maggio scorso, è La prevenzione come stile<strong>di</strong> vita. Si pensa subito alla prevenzione in fatto <strong>di</strong> salute e quin<strong>di</strong> conla necessità <strong>di</strong> chiamare in causa gli specialisti perché ci consiglino almeglio. In realtà ci sono altri campi importantissimi, dove la prevenzionesarebbe in<strong>di</strong>spensabile. Uno <strong>di</strong> questi è l’educazione dei nostriragazzi, che andrebbero seguiti seriamente, con amore e attenzioneveri, da parte delle rispettive famiglie. Si tratta <strong>di</strong> prevenire le situazioni<strong>di</strong> deviazione e <strong>di</strong>sagio mentale che si ripercuoteranno poi sull’etàadulta. Pensiamo fra l’altro alla superficialità nei sentimenti per mancanza<strong>di</strong> valori, al non rispetto per gli altri, alla breve durata <strong>di</strong> tanteunioni, e così via. Per questo abbiamo programmato degli incontri anchesu questi argomenti.Il corso <strong>di</strong> ginnastica dolce nella Palestra della scuola “Turla” è regolarmenteavviato con la partecipazione <strong>di</strong> nuove amiche.Ciao a tutte!Ida AmbrosianiMondo femminileugadaldegradoDiscutendosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio familiareper il comportamento<strong>di</strong> uno dei componenti,ho ripensato al racconto dellasignorina Clelia, una vicina <strong>di</strong>casa. Ogni tanto incontravo inascensore, <strong>di</strong> solito la sera, una signoragiovane accompagnata daun bambino <strong>di</strong> circa sette anni.Avevano entrambi un’espressionechiusa, quasi ansiosa. Suonavanoalla porta della signorina Clelia e sisentivano subito saluti affettuosi el’invito ad entrare. La presenza delbambino attenuava certamente iltono delle parole. Seppi in seguitoche quella signora aveva un bravomarito, lavoratore, il quale peròogni tanto si fermava con gli amicial bar e, un bicchiere dopo l’altro,si <strong>di</strong>menticava del tempo, dellacena, della famiglia. Purtroppopoi, quando finalmente arrivava acasa, era un vero <strong>di</strong>sastro: Sfasciavagli oggetti, dava spintoni allamoglie e malmenava il figliolettoterrorizzato. Passata la sfuriata,l’uomo non ricordava niente e ritornavatranquillo. Per proteggereil bambino, la madre aveva pregatola proprietaria del bar <strong>di</strong> avvertirlaogni qualvolta c’era quel pericolo.Così lei prendeva una borsa conpoche cose e si rifugiava daquell’amica provvidenziale che laospitava per la notte. Quel bambinoviveva una situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagioche gli avrebbe causato ansietà einsicurezza e probabilmente conripercussioni negative sulla suavita <strong>di</strong> adulto.Ida Ambrosiani21L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


22Anno scolastico<strong>2002</strong>-2003Conclusa la programmazione ela relativa presentazione agliallievi ed alle famiglie, è inpiena attività scolastica l’Istituto SanBernar<strong>di</strong>no. Non piccole novità accompagnanol’inizio del nuovo anno.L’impegno dell’architetto Rossetti,l’intraprendenza della Maestranzadella <strong>di</strong>tta Tonelli e la collaborazione<strong>di</strong> altre <strong>di</strong>tte hanno realizzato il nuovoe<strong>di</strong>ficio, dove trovano adeguata sistemazionel’oratorio/centro giovanile, illiceo scientifico (biennio e triennio)con i relativi laboratori. È stata veramenteuna corsa contro il tempo, vintalargamente dai nostri tecnici. La sod<strong>di</strong>sfazione<strong>di</strong>venta ancora più significativavisitando i <strong>di</strong>versi ambienti eammirando le strutture e le rifiniture.Gradualmente si completerà il trasferimentodelle attrezzature dal vecchiofabbricato e si realizzeranno le <strong>di</strong>verseintegrazioni.L’impressione colta fra gli allievi, le famigliee gli amici è <strong>di</strong> grande apprezzamento.Dobbiamo essere grati all’IspettoriaSalesiana, che ha permessoquesto intervento, ed a tanti Amici,che nel nome <strong>di</strong> Don Bosco continuanoa sostenerci. Il nuovo e<strong>di</strong>ficio dàmodo <strong>di</strong> dare una sistemazione adeguataanche alla scuola elementare, inquanto si avvicenda al liceo nei localirimessi anch’essi a nuovo.Le novità del <strong>2002</strong>-2003 a San Bernar<strong>di</strong>nonon si limitano alle strutture edattrezzature. Sono rappresentate daun corpo docente che si sta sempre piùconsolidando, dalle attività educativee <strong>di</strong>dattiche programmate e dalla presenzadella scuola elementare, cheprosegue nel suo completamento. Conessa abbiamo toccato la soglia dei 500allievi: un plesso scolastico che permetteuna vita autonoma consistentedelle singole scuole (elementari, me<strong>di</strong>einferiori e superiori), attività comunisignificative e soprattutto una rispostacoraggiosa alle richieste dellefamiglie del territorio. Pur seguendo le<strong>di</strong>scussioni e le sperimentazioni riguardoalla riforma della scuola, edalla effettiva parità tra scuola gestitadallo Stato e quella gestita da privati,abbiamo preferenziato all’operare, losperimentare, la verifica nella sistemazioneconcreta dei ragazzi <strong>di</strong> oggi, incollaborazione con le famiglie. È uncammino <strong>di</strong>fficoltoso e rischioso.Ci confortano su questa strada i risultaticonseguiti anche nell’anno scolastico2001-<strong>2002</strong>. Tutti gli allievi <strong>di</strong> terzame<strong>di</strong>a hanno conseguito la licenza,con un buon gruppo a pieni voti. Il Presidenteesterno non ha risparmiato approvazioneai docenti, anche <strong>di</strong> frontea situazioni problematiche. Così anchesono stati <strong>di</strong>chiarati tutti maturi i 29giovani che hanno affrontato gli esami<strong>di</strong> stato. Tre hanno ottenuto il massimopunteggio: Stefania Danesi, ChiaraTaveri e ulvio Zanchetti. Ci è <strong>di</strong>conforto il sostegno delle famiglie, siaa livello personale che attraverso gliorgani <strong>di</strong> partecipazione.Nonostante l’impegno economico, chepurtroppo continua a pesare sulla scuolaparitaria, anche quest’anno sonostate numerose le famiglie che hannoscelto le nostre scuole ed i servizi che visi prestano. È quasi come un vincolo <strong>di</strong>stima e <strong>di</strong> fiducia che ci lega da tempoe si rinnova continuamente nel nome<strong>di</strong> Don Bosco e del suo sistema educativo.Speriamo che le facilitazioni degli EntiLocali, specie da parte della Regione,rendano sempre più larga la possibilità<strong>di</strong> accoglienza da parte salesiana <strong>di</strong>tanti ragazzi e giovani. Ci è <strong>di</strong> stimolola parola <strong>di</strong> Papa Giovanni Paolo II.Domenica 22 settembre a Castel Gandolfosi rivolgeva ai pellegrini con uninvito pressante a quanti sono impegnatinella scuola, statale e non statale<strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne e grado: “Il buon funzionamentodella scuola <strong>di</strong>pende anzituttodalla qualità formativa del rapportotra insegnanti e studenti. Gli allievisono motivati a dare il meglio <strong>di</strong>sé stessi, quando i docenti li aiutano apercepire il significato <strong>di</strong> ciò che devonostu<strong>di</strong>are, in riferimento alla lorocrescita o alla realtà che li circonda”.E ne dava le motivazioni: “Più volte hoavuto modo <strong>di</strong> ricordare che la culturaè il fondamento delle identità <strong>di</strong> un popolo”ed ecco che “il contributo che lascuola offre, insieme e subor<strong>di</strong>natamentealla famiglia, è e rimane in<strong>di</strong>spensabilenel trasmettere i valori dellacultura”.don ranco ontana<strong>di</strong>rettore e presideUna delegazione giapponese in visita alla scuola <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no.In primo piano don ranco ontana ed il Sindaco <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>.L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Quanti ricor<strong>di</strong>Tre mesi or sono con le lacrimeagli occhi e il cuore pesante, terminatol’esame <strong>di</strong> maturità noi,ragazzi della ex quinta liceo <strong>di</strong> “Samber”ci lasciammo tra baci, abbracci eaffettuosi saluti con la promessa che cisaremmo rivisti per ricordare insiemegli splen<strong>di</strong><strong>di</strong> momenti trascorsi fiancoa fianco in questi anni <strong>di</strong> comune camminoeducativo. A questo scopo oggici siamo riuniti nuovamente qua aSamber in un piccolo gruppo. Quantiricor<strong>di</strong>!!! Tra una risata e l’altra la memoriavola all’esor<strong>di</strong>o della nostra carrieraliceale quando, ancora sparuti e<strong>di</strong>mberbi, ci trovammo per la prima voltasotto il tetto comune della Casa salesianaper imboccare la via che ciavrebbe portati a <strong>di</strong>venire uomini.Un’infinità <strong>di</strong> avventure da allora!Esperienze uniche e meravigliose: momenti<strong>di</strong> svago (le gite a Roma, Perugia,Barcellona), quei piccoli screzi,inevitabili in una squadra numerosacome la nostra, le comuni fatiche cihanno reso, pur nei limiti <strong>di</strong> una foltacomunità <strong>di</strong> varia estrazione sociale eculturale, un insieme compatto e deciso,in grado <strong>di</strong> affrontare serenamentee con la forza e la solidarietà necessarieuna prova impegnativa quale puòessere solo un esame <strong>di</strong> maturità. E sopra<strong>di</strong> noi, sopra queste piccole gran<strong>di</strong>emozioni, sopra i nostri errori <strong>di</strong> gioventùe le nostre simpatiche “bravate”ha sempre vegliato paziente lo sguardodell’intera comunità educativa. Innanzitutto attraverso la fine e pazienteopera pedagogica del corpo docente,attento sia ad inculcare nelle nostrementi le nozioni in<strong>di</strong>spensabili ad affrontarecon successo le prove e leasperità del mondo del lavoro, sia a<strong>di</strong>n<strong>di</strong>carci il senso <strong>di</strong> tali insegnamenticome strumento <strong>di</strong> ricerca del significatopiù profondo <strong>di</strong> noi stessi e dellavocazione della nostra vita. Dallo stu<strong>di</strong>o<strong>di</strong> materie quali l’inglese, l’astronomia(a proposito: i nostri più sentitiauguri al Prof. abrizio Zotti, recentementesposatosi) e la matematica, passandoattraverso la storia, la filosofia,l’italiano, il <strong>di</strong>segno tecnico e l’educazionefisica (mens sana in corporesano, <strong>di</strong>cevano gli antichi) per finirecon l’impareggiabile pozzo <strong>di</strong> saggezzastorica ed umana rappresentato dalcontatto con la sapienza e la lingua latina,la principale preoccupazione deinostri insegnanti è stata quella <strong>di</strong> motivarecostantemente il nostro stu<strong>di</strong>o e<strong>di</strong> suggerirci le ragioni più vere ed autentichedei nostri sforzi intellettuali.Onnipresenti coa<strong>di</strong>utori in questo delicatoe <strong>di</strong>fficile compito si sono <strong>di</strong>mostratii catechisti che nel corso deglianni si sono succeduti alla guida delpiccolo ma vivace gregge <strong>di</strong> anime dellanostra scuola (don Rossano, donDiego, don ranco, l’impareggiabiledon Bruno).Memori dell’insegnamento <strong>di</strong> DonBosco ci hanno costantemente seguitinel processo <strong>di</strong> maturazione spirituale,chiudendo talvolta un occhio sulle nostrepiccole marachelle (omnia videre,multa <strong>di</strong>ssimulare, pauca corrigere erauna delle massime più seguite dal fondatoredei Salesiani) tentando in ognimodo <strong>di</strong> infondere nel nostro animo iprincipi della fede in Dio e le basi perquel processo <strong>di</strong> ricerca spirituale chedovremo sviluppare da soli nel corsodella nostra esistenza.Come non <strong>di</strong>menticare l’attività <strong>di</strong> tutticoloro che, dai mestieri più semplicima ugualmente degni <strong>di</strong> rispetto (le bidelle,gli obiettori <strong>di</strong> coscienza, il segretarioe l’economo) a quello importantissimodel consigliere, il miticoHelenio (che tutti ricorderemo per lasua simpatia e la grinta mutuata dalmondo del rugby) hanno contribuito arendere più serena e vivibile la nostralunga esperienza scolastica.Terminiamo qui la lista dei nostri ricor<strong>di</strong>,che potrebbe essere assai piùlunga, sperando <strong>di</strong> aver lasciato al lettoreun’idea delle gioie trasmesseci daquesti cinque anni <strong>di</strong> vita comune e del<strong>di</strong>spiacere <strong>di</strong> lasciare questa scuolaalla quale resteremo comunque persempre in<strong>di</strong>ssolubilmente legati.ulvio ZanchettiAlcolisti Anonimie Al-ANON<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>La sede è situata presso l’OratorioCentro Giovanile 2000 in via Tagliata,<strong>Chiari</strong> (BS).Per informazioniA. A.: Giuliana e Giordanotel. 030/710116623Al-ANON: Angelatel. 030/7009866Il gruppo dei “maturi” dell’anno <strong>2002</strong> <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no in gita in Spagna.L’AngeloAnnuale20Postale annuale25L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


24Tutti da MladenQuando ti chiedono <strong>di</strong> scrivereun articolo per ‘L’Angelo’ siha sempre paura <strong>di</strong> non riusciread avere abbastanza cose da raccontare…invece nel nostro caso, malgradola breve durata del viaggio, lecose da raccontare sarebbero parecchie!Dalla Croazia è arrivata la notizia cheMladen avrebbe celebrato la sua primamessa nel paese natale. Glauco eLuca hanno lanciato la proposta <strong>di</strong> andarea seguire questo evento dato cheavevano passato con Mladen l’anno <strong>di</strong>servizio civile. Io (Giampy) e Rangosiamo stati invitati a partecipare alviaggio poiché fedeli compagni delmaster che stiamo frequentando insieme.Abbiamo noleggiato un camperpoiché si era programmato <strong>di</strong> viaggiare<strong>di</strong> notte sia all’andata che al ritorno,siamo partiti venerdì sera e siamo rientratilunedì mattina giusto in tempoper seguire la lezione. Malgrado unpiccolo inconveniente elettrico siamogiunti a Spalato nella prima mattinata<strong>di</strong> sabato e ci siamo concessi una piacevolegiornata al mare. Nel primo pomeriggioci siamo rimessi in viaggioper poter raggiungere Kosute prima <strong>di</strong>cena. Ci siamo subito stupiti dell’accoglienzaricevuta: non abbiamo fatto intempo a parcheggiare il camper chegià ci stavano offrendo da mangiare emalgrado fosse solo ora <strong>di</strong> ‘merenda’non abbiamo potuto rifiutare <strong>di</strong> fareun lauto pasto.Essendo appena terminati i mon<strong>di</strong>ali<strong>di</strong> calcio nel giro <strong>di</strong> poco tempo il <strong>di</strong>scorsoè caduto sull’impietosa sconfittadell’Italia da parte della Croazia…in una mezz’oretta ci siamo trovati nelcampo da calcio contro i ragazzi delpaese! Siamo partiti da un scontro <strong>di</strong>quattro contro quattro ma dopo pochiminuti si sono presentati una ventina<strong>di</strong> ragazzi che volevano giocare con(contro) <strong>di</strong> noi! Non abbiamo sufficientementeonorato l’Italia perdendoanche in questo caso… ma loro avevanosempre riserve fresche, mentre noieravamo i soliti quattro!Già nella giornata <strong>di</strong> sabato i preparativiper l’evento erano frenetici. Domenicamattina tutti i parenti <strong>di</strong> Mladenstavano correndo affinché il paesepotesse festeggiare in modo adeguatoquesta importante svolta della sua vita.Il momento più emozionante è statoquando Mladen, in ginocchio <strong>di</strong> fronteai suoi genitori, riceveva la bene<strong>di</strong>zione.La cosa che più ci ha stupiti è statoil grande rispetto che hanno avuto pernoi. Nel corso della messa hanno lettoil vangelo anche in italiano (noi italianieravamo solo in sei); al pranzo ci hannofatto sedere vicino alle autorità localie don Stefano, animatore dellagiornata, ci ha riassunto in italianol’omelia che poco prima aveva fattodurante la messa. Qui da noi i festeggiamentiper la prima messa <strong>di</strong> un sacerdotenon sempre sono sentiti dallapopolazione, soprattutto nei paesi piùgran<strong>di</strong>; là abbiamo visto invece tutta lapopolazione del paese partecipareall’evento. Non hanno potuto celebrarela messa in chiesa poiché lo spazionon sarebbe stato assolutamente sufficiente!La Croazia non è solo il paese pubblicizzatodalle locan<strong>di</strong>ne turistiche.Allontanandosi dalla costa e dalle localitàturistiche si possono visitare paesidove le tra<strong>di</strong>zioni sono ancora moltora<strong>di</strong>cate nella mentalità della popolazionee chi si professa cristiano nonlo fa solo per abitu<strong>di</strong>ne… Parlandocon i salesiani del luogo abbiamo saputoche là tutti i cattolici sono praticanti,mentre da noi è ben <strong>di</strong>verso.Prima <strong>di</strong> partire ci eravamo domandatise valeva la pena fare un viaggio cosìlungo per fermarci in Croazia solo duegiorni: al ritorno eravamo tutti moltosod<strong>di</strong>sfatti dell’esperienza vissuta insieme.Gli amici del camperAvvento <strong>2002</strong>Da don Mladen, novello sacerdote salesianoCentri <strong>di</strong> ascoltodella Parola <strong>di</strong> DioMercoledì27 novembreMercoledì3 <strong>di</strong>cembreMercoledì11 <strong>di</strong>cembreOre 20.30L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


“Rimanetenel mio amore...”Suor Sara Serlini MAVorrei con<strong>di</strong>videre con voi idue giorni che ho vissuto perla mia prima professione;sono stati momenti forti e significativiper la mia vita futura come iglia<strong>di</strong> Maria Ausiliatrice. Il 5 agosto cisiamo riunite insieme, noi sette novizie,con la comunità, verso le 17.30circa, per una breve celebrazione <strong>di</strong>bene<strong>di</strong>zione e consegna dell’abitoreligioso dell’istituto delle iglie <strong>di</strong>Maria Ausiliatrice. Mi ha chiamatosuor Emilia Musatti, delegata dellaMadre Generale delle iglie <strong>di</strong> MariaAusiliatrice, per consegnarmil’abito. Ho sentito una grande gioiadentro nel riceverlo, perché è il segnodel desiderio della mia consacrazionea Lui; ero tranquilla e lasera prima <strong>di</strong> addormentarmi guardavobene quell’abito che avevo appesoall’arma<strong>di</strong>o.Il mattino dopo, il 6 agosto, mi sonosvegliata felice e mi sentivo la voglia<strong>di</strong> incontrare lo Sposo. Prima <strong>di</strong> andarein Chiesa ci siamo trovate tuttee sette con suor Maria Teresa perpregare insieme il rosario e così affidarea Maria nostra madre e guida ilnostro ‘sì’ a Dio.Intorno alle ore 9.40 ci siamo poi recatenella Basilica Romana minore<strong>di</strong> Missaglia, dove abbiamo ricevutoil velo dalle nostre rispettive ispettrici.Alle ere 10.00 siamo entrate inprocessione in Chiesa. La celebrazioneè stata presieduta da don LucVan Looy, Vicario generale dei Salesiani<strong>di</strong> Don Bosco. È stata una bellissimacerimonia semplice nellaquale abbiamo vissuto un forte clima<strong>di</strong> famiglia nello spirito salesiano.Ho sentito tanto la vicinanza <strong>di</strong> ciascunadelle persone presenti; le famiglie,i parenti, gli amici e i giovaniche mi hanno accompagnato in questianni.Ero serena e ho sentito pienamentela responsabIlità con cui ho risposto“Eccomi vengo per fare la tua volontà”.Anche mia madre mi ha fattosentire la sua presenza dal cielo.Un momento molto importante e solenneè stato quello in cui ho letto laformula davanti all’assemblea: «acciovoto <strong>di</strong> Castità, Povertà e Obbe<strong>di</strong>enza...»Quando mi hanno consegnatole Costituzioni e il Crocifisso,mi sembrava <strong>di</strong> ricevere l’anello nuziale.Alle fine mi sono sentita veramentefelice <strong>di</strong> essere iglia <strong>di</strong> MariaAusiliatrice!Ringrazio il Signore e nostra MadreMaria Ausiliatrice per i quattro anni<strong>di</strong> formazione che ho vissuto in momentibelli e intensi, nelle <strong>di</strong>fficoltàche ho incontrato. Ho cercato <strong>di</strong> capirecome dovevo comportarmi nelle<strong>di</strong>verse circostanze della vita comunitaria...Ho imparato a rapportarmi, a con<strong>di</strong>videre,a collaborare e valorizzare le<strong>di</strong>verse capacità. Importante è guardareLui e non smettere <strong>di</strong> capire, <strong>di</strong>amare e <strong>di</strong> vivere per e con il Cristototalmente; ogni giorno voglio cheaumenti la mia fiducia in Lui con lapreghiera più sincera e una vita coerentee vigilante.Con affettosuor Sara Serlini MADalla Biblioteca comunaleTam tam,i consigli dei lettoriDal sito internet della BibliotecaComunale austo Sabeo pubblichiamoalcune recensioni dei lettori,nella speranza che il passaparolatra lettori favorisca la circolazione deilibri e quin<strong>di</strong> delle idee.Nella lettura <strong>di</strong> queste brevi note nonsfuggirà la presenza <strong>di</strong> qualche giovanissimo:un motivo in più per dare risaltoalla nuova rubrica.Simone de BeauvoirUna donna spezzataEinau<strong>di</strong> 1969Questo libro consta <strong>di</strong> tre racconti incui protagonista è la donna. È un testoforte, <strong>di</strong> carattere, lucido nei ragionamenti,maturo nelle conclusioni a cuigiunge, a volte angosciante.L’aggettivo “spezzata” è proprio a<strong>di</strong>n<strong>di</strong>care lo stato d’animo che si trovanoa vivere le tre protagoniste dei rispettiviracconti; le dualità onnipresentinella vita tra ciò che riteniamobene e male, tra sentimenti e amorproprio, tra orgoglio e saggezza. Tuttoè accompagnato e vissuto attraverso il<strong>di</strong>alogo, il confronto e la libera espressionedelle idee. È il mondo femminileche ne emerge con tutta la sua sensibilitàe concretezza. La scrittura <strong>di</strong>Simone de Beauvoir è decisa chiaraefficace, piacevolissima a leggersi.Carla IoreAngelo PetrosinoV come ValentinaPiemme 2001Uno scrittore veramente speciale!Angelo sembra un nome come tanti,ma se ci aggiungete Petrosino <strong>di</strong>ventasubito “leggenda”. Angelo Petrosinovive a Chivasso, in provincia <strong>di</strong> Torino,insegna da molti anni in una scuolaelementare ed è molto affezionatoalla sua penna stilografica, con la qualeha scritto la maggior parte dei suoiracconti. Petrosino è lo scrittore piùamato dai ragazzi e dalle ragazze <strong>di</strong>tutta Italia, tanto che alcuni lettoriconsiderano i suoi personaggi un punto<strong>di</strong> riferimento nelle loro vite. Sonosicura che tanti <strong>di</strong> voi hanno già avutoa che fare con i suoi libri, semplici edemozionanti, che hanno per protagonistiragazzi come tanti, impegnati arisolvere i piccoli problemi <strong>di</strong> ognigiorno. Come Valentina, una ragazzinacuriosa e vivace, che non si tira maiin<strong>di</strong>etro se c’è qualcuno in <strong>di</strong>fficoltà.(continua a pag. 27)25L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Samberinfest <strong>2002</strong>26Cronaca della settimana e altro.Le attività della vita dell’oratorio,riprese ufficialmentedopo la pausa estiva, sono stateprecedute da una settimana <strong>di</strong> festaall’inizio del mese <strong>di</strong> Ottobre.Si è trattato <strong>di</strong> festa nel senso più ampiodel temine: festa fatta <strong>di</strong> animazionemusicale e sportiva, festa <strong>di</strong> colori e<strong>di</strong> sorrisi, festa nello stare insieme a tavola,festa nel ritrovarsi tutti attorno aGesù per pregare, festa <strong>di</strong> una comunitàche vuole camminare nella con<strong>di</strong>visioneper essere sempre più casa in comunione.La voglia <strong>di</strong> dare il proprio contributo,il coinvolgimento e l’impegno <strong>di</strong> giovanie famiglie, il desiderio <strong>di</strong> renderetutti partecipi della gioia <strong>di</strong> stare insiemesono stati gli ingre<strong>di</strong>enti che, unitial bel tempo, per il quale don Mino hascomodato tutti i santi del Para<strong>di</strong>so,hanno permesso <strong>di</strong> ottenere una misceladavvero esplosiva.Il comitato organizzativo ha cercato <strong>di</strong>rispondere alle esigenze e ai gusti <strong>di</strong>tutti prevedendo, all’interno della settimana<strong>di</strong> festeggiamenti, gare sportivee rassegne <strong>di</strong> gruppi musicali per igiovani, uno spettacolo <strong>di</strong> saltimbanchi,un castello gonfiabile e una riccalotteria per i più piccoli, il ballo liscio,una mostra <strong>di</strong> auto d’epoca e la tombolaper le famiglie e gli adulti.Pare che la festa abbia risvegliato anchel’appetito <strong>di</strong> molti; infatti lo standgastronomico, ben allestito dalle mammee dai papà dell’oratorio, ha riscossogrande successo grazie alla varietà dellegustose vivande messe in ven<strong>di</strong>ta: trippa,torte fatte in casa, hot dog, salaminee altro… (Si pensi che per sfamarel’appetito <strong>di</strong> alcuni ad un certo punto inostri cuochi hanno valutato l’ipotesi<strong>di</strong> abbattere anche il toro meccanico,ipotesi poi scartata grazie al pronto interventodella macelleria Mazza, conbuona pace del toro e degli animalisti!!!).Battute <strong>di</strong> spirito a parte, oggi, a <strong>di</strong>stanza<strong>di</strong> alcune settimane, cosa ci rimane<strong>di</strong> questa splen<strong>di</strong>da festa?Speriamo non siano rimaste unicamentele belle fotografie nelle quali siintravedono visi sorridenti <strong>di</strong>etro nuvole<strong>di</strong> zucchero filato, le ban<strong>di</strong>erinecolorate riposte in soffitta pronte peressere recuperate alla prossima festa,le <strong>di</strong>vise ripiegate delle mamme indaffaratenel servizio ai tavoli, il ricordodei cortili animati dalla presenza deiragazzi, la sorpresa dei bambini nel vederepalloncini colorati trasformarsi incigni grazie all’esperienza <strong>di</strong> mani magiche…Speriamo che dopo i momenti fortidella settimana, la celebrazione penitenzialee la S. Messa della domenica,così ben animati e ricchi <strong>di</strong> segni, nonsia rimasta solo la sod<strong>di</strong>sfazione delmomento ma la convinzione che il sensovero della festa sta nel guardare aGesù e nell’essere suoi imitatori nelservizio agli altri.Don Bosco e Madre Mazzarello, fondatoridell’opera salesiana, ci hannolasciato un’ere<strong>di</strong>tà impegnativa: sitratta <strong>di</strong> una spiritualità impastata <strong>di</strong>gioia ed ottimismo, servizio e comunioneper la costruzione <strong>di</strong> uominiorientati a Cristo che sappiano integrarefede e vita.Non per<strong>di</strong>amo tempo, il nuovo anno ègià cominciato, siamo tutti invitati acontribuire alla realizzazione <strong>di</strong> questoprogetto.EleonoraL’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


La povertà è libertàC’era una frase che Madre Teresa <strong>di</strong> Calcutta ripeteva spesso alle suesuore e ai suoi collaboratori e benefattori laici, molto forte e impegnativa,che rimaneva confusa nella mia mente e non riuscivo a concretizzarenella mia vita. La frase era questa: «La povertà è libertà».Dentro <strong>di</strong> me pensavo: «Io, occidentale e ricco, non sono libero? Tutte leguerre, le lotte e i morti che ci sono stati in tanti secoli non ci hanno garantitola libertà? Posso votare, esprimere il mio parere... Eppure mi accorgo che c’èqualcosa che non va, non sempre agisco liberamente, sono con<strong>di</strong>zionato datanti fattori che mi limitano, mi legano e mi costringono a fare cose che nonvorrei, che non ritengo giuste. Molte volte mi accorgo che le mie scelte <strong>di</strong> vita,il mio modo <strong>di</strong> vivere, <strong>di</strong> pensare, <strong>di</strong> agire... <strong>di</strong>pende troppo dalla tecnologia,dai sol<strong>di</strong>, dagli altri. Ma allora sono o non sono libero?»Poi l’estate scorsa, dal 22 luglio al 22 agosto, con altri 30 giovani mi sono recatoin Etiopia (Africa) per vivere un’esperienza missionaria nelle missioni salesiane<strong>di</strong> questa nazione. Mentre vivevo questa esperienza, lavorando e giocandocon quei fratelli, poveri <strong>di</strong> benessere ma ricchi <strong>di</strong> spiritualità, la frase <strong>di</strong>Madre Teresa continuava a ronzarmi nella testa ma rimaneva ancora oscura.Tuttavia, vivendo in mezzo a questi nostri fratelli, mi sono accorto che le personepiù felici, quelle che ti sorridevano sempre, le persone più libere erano ibambini, i più poveri tra i poveri. Infatti in Etiopia i bambini sono i più abbandonatie trascurati. Trascurati dalle loro famiglie, in quanto il padre non sicura <strong>di</strong> loro e la madre è troppo impegnata a lavorare, preparare il cibo, andareal mercato per potersi occupare <strong>di</strong> loro. Inoltre sono sempre gli ultimi amangiare: prima vengono gli anziani, poi i genitori, quin<strong>di</strong> i fratelli più gran<strong>di</strong>e infine, se avanza qualcosa, è per loro. Non hanno nulla, né sol<strong>di</strong>, né due vestiti,né scarpe firmate, non giochi, non cellulari, eppure in oratorio eranoquelli che ti sorridevano sempre, che si <strong>di</strong>vertivano con poco, che ti cercavanoper tenerti la mano e senza chiederti nulla (sol<strong>di</strong>, vestiti, scarpe...), che ti volevanobene e te lo <strong>di</strong>mostravano, che non ti cercavano per secon<strong>di</strong> fini. Stavibene in loro compagnia, ti sentivi felice e contento perché capivi che eranopersone sincere, dal cuore pulito. Erano persone libere, libere perché povere.... l’estate scorsa, dal 22 luglio al 22 agosto, con altri 30 giovanimi sono recato in Etiopia (Africa)don Paolo BragaHa molti amici, ma i più speciali sonoOttilia e Tazio (con lui sarà solo amicizia???),che affettuosamente la soprannominanoV. Se anche voi voleteprovare le emozioni <strong>di</strong> un tuffo nelmondo <strong>di</strong> Valentina, vi consiglio subitoil primo libro della collana, “Vcome Valentina”, lo troverete nellaserie arancio del “Battello a Vapore”.Ma ora <strong>di</strong>amo un’occhiata alla trama:“inalmente Valentina ha <strong>di</strong>eci anni,come succede a tutti tenta <strong>di</strong> immaginarsigià grande e questo la spaventaal contrario della sua amica Ottilia,che non vede l’ora <strong>di</strong> crescere. In questoepiso<strong>di</strong>o Valentina ci parlerà dellasua famiglia, della sua migliore amicaOttilia e <strong>di</strong> Tazio, il ragazzo <strong>di</strong> cui è innamorata.Ci farà conoscere ancheAlice, la gattina nera che ha salvato daun terribile incidente”.Ve lo assicuro, con Valentina non ci siannoia mai!!E non vi annoierete <strong>di</strong> certo neanchecon Giacomo e Jessica, i protagonisti<strong>di</strong> altre due collane. Se volete parlarecon l’autore, congratularvi con lui ochiedere informazioni sui nuovi librivisitate www.angelopetrosino.it, oppurewww.e<strong>di</strong>zpiemme.it. La rispostaè assicurata per tutti!!!!P.S: io ho provato a scrivergli e dopopochi giorni ho ricevuto la sua risposta,immaginatevi la mia felicità!!!!M. Chiara Goffigoffieleonora@virgilio.itGiuseppe MazzeiVerso il tigitale: giornalismo TV.Manuale del cambiamento.Rai Eri, <strong>2002</strong>È un libro inteso in origine come manualeda adottare nei corsi <strong>di</strong> specializzazionein giornalismo televisivo. Inrealtà l’autore ci introduce per gra<strong>di</strong>nel mondo dei telegiornali, toccando ivari aspetti del lavoro <strong>di</strong> redazione. Ilgioco <strong>di</strong> parole “tigitale” evoca l’integrazioneoggi in atto tra tecnologia informaticae televisiva e la convergenzanelle tecniche <strong>di</strong>gitali <strong>di</strong> produzionee trasmissione.Il libro ci presenta i processi <strong>di</strong> progettazionee produzione dei TG, analizzandole tecniche <strong>di</strong> lavorazione peculiaridel mezzo televisivo.Il lettore, dopo aver raggiunto la consapevolezzadelle modalità con cui sirealizza il prodotto televisivo, avrà glistrumenti <strong>di</strong> base per osservare conrinnovato spirito critico quanto gliviene presentato nei notiziari televisivi.Augusto Mercandelliamercandelli@yahoo.it27L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


28Miss Risaia«Chi ga mia cunusìtArmandaLorini?...».Era simpatica eaffabile, semprecon la rispostapronta e la sonorae franca risata.«Come ala,Armanda?».«Só ‘n partensaper le rizére coleme amiche de San Roc e de San Martì...».E via sul vecchio Dodge americano, sedutesulle panche <strong>di</strong> legno inchiodateal cassone. Un canto, una risata, duepettegolezzi e siamo già nel Vercellesee lì la vita è dura, sempre nell’acqua,piegate in due a strappare erba cattiva.Una domenica qualcuno pensa all’elezione<strong>di</strong> una miss: miss risaia.«Tentóm, tanto se la à mal l’è ac chela...».Si organizza una giuria, le mon<strong>di</strong>ne sfilanoin passerella e alla fine Armandavince.«Ghe n’era anche de piö bele de me,però l’è stada ‘na bela su<strong>di</strong>sfassiù...».E poi, dopo tanto lavoro, il ritorno acasa, felici con una manciata <strong>di</strong> denarie un sacchetto <strong>di</strong> riso.car per pesà la lègna de àrder e ‘l panèl?...».Maria Gabrieli - conosciutaanche come Marièta de la Pesa - gestivacon cor<strong>di</strong>alità la trattoria. Era sposatacon elice Iore, ebbero cinque figli:Guido, Achille, Terzo, ranco e Bruna.Guido, padre francescano, buonoal punto che qualcuno lo definì beato,ebbe vita breve: un libriccino pubblicatoalcuni anni fa ne racconta la storia.Nella foto ve<strong>di</strong>amo Maria assieme allafiglioletta Bruna e, a lato, il marito epadre elice. Il ricordo va agli anni trail 1943 e il 1945, e in particolare al periododell’occupazione tedesca. I tedeschi,che presi<strong>di</strong>avano il vicino palazzoBarcella si recavano in trattoria:«Bier und rot wein, schnell! (Birra evino rosso, presto!)».Si ubriacavano, insultavano gli italianiminacciandoli <strong>di</strong> massacri: pagare,niente! Erano momenti <strong>di</strong>fficili; simili“saccheggi” si ripetevano quasi ognisera, andare avanti in quel modo stava<strong>di</strong>ventando impossibile.«Avremmo anche potuto rifiutarci <strong>di</strong>dar loro ciò che chiedevano: nein bier,nein wein (niente birra, niente vino),ma sarebbe successo il finimondo...».«C’era un militare... si vede che avevaancora un po’ <strong>di</strong> coscienza... ci portavaformaggio e zucchero...».Poi venne la liberazione e furono tempimigliori per tutti.Alla Biblioteca don LuigiRivetti sono pervenute alcunecopie del cofanettopubblicato dalle “E<strong>di</strong>zioni Moretto”contenente il romanzo <strong>di</strong> AgostinoTurla La statua <strong>di</strong> sale elaraccolta <strong>di</strong> racconti Aria <strong>di</strong> paese.Al romanzo “La statua <strong>di</strong> sale” avevamode<strong>di</strong>cato il calendario del<strong>2002</strong>, con le bellissime fotografie <strong>di</strong>Gigi Daldossi. Ora questa coincidenzaci permette <strong>di</strong> poter offrire,per una modesta cifra (15 Euro),non solo il romanzo, arricchito delleillustrazioni <strong>di</strong> Giovanni rancoRepossi, ma anche i racconti.Informazioni ed acquisto presso la“Biblioteca don Luigi Rivetti”Antiche famiglie: famiglia Iore«Va ricur<strong>di</strong>ff la trattoria de la Pesa, anvial Bonatelli, andoe i ‘ndaa col caal e ‘lranco Rubagottiamiglia Iore: Maria, Bruna e eliceL’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


e per più <strong>di</strong> un’ora in mezzo alla neve.Anna rittoli, ottant’anni splen<strong>di</strong>damenteportati - e non è il solito luogocomune - vive in via Quartieri al n. 1 inuna casa che è stata, negli anni, locanda,albergo, stazione <strong>di</strong> posta, ambulatoriome<strong>di</strong>co e chissà cos’altro e dove iltempo pare essersi fermato.Dopo aver passeggiato per il grandegiar<strong>di</strong>no che la signora cura personalmente,ci accomo<strong>di</strong>amo in cucina, fraun cassettone d’epoca, una cassettadelle regie poste comprata all’asta, untelefono d’antan come se ne vedonosoltanto in certi film in bianconero enumerose fotografie del marito dellasignora, Mario Salvoni, troppo prestoscomparso.La sua famiglia, signora rittoli, è originaria<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>?No, veniamo da Gerolanuova <strong>di</strong> Pompiano,un paesino della Bassa.Come mai decideste <strong>di</strong> trasferirvi qui?Era il 1932, io avevo <strong>di</strong>eci anni. I mieiavevano una piccola attività commercialeche dovettero chiudere per colpadella famigerata quota novanta chemise tutti in gravi <strong>di</strong>fficoltà economiche,specialmente le famiglie numerosecome la nostra. Ci trasferimmo a<strong>Chiari</strong>, grazie all’aiuto della zia Rodella,che aveva un negozio in via Cortezzano:«Venite, che qui qualcosa dafare si trova...».I suoi genitori aprirono poi una fiaschetteria,quella che oggi chiameremmoenoteca...Esattamente, all’incrocio tra via Quartierie via Cavalli; noi tre fratelli però, isoli rimasti <strong>di</strong> nove, prendemmo strade<strong>di</strong>verse: mio fratello austino, natonel 1915, si trasferì a Toscolano Maderno,dove trovò lavoro come daziere;mio fratello ranco, del 1927, dapprimaaprì una torrefazione <strong>di</strong> caffè aRovato, più tar<strong>di</strong>, anche per motivi <strong>di</strong>salute del figlio e della suocera, si trasferìa Sanremo dove rilevò un bar chegestì con ottimi risultati fino a pochianni fa.Lei invece entrò alle Poste:come accadde?Cominciai a asano del Garda, in tempo<strong>di</strong> guerra, nel 1942. Allora la gestionedegli uffici postali era <strong>di</strong> tipo privatistico:il titolare dell’ufficio, quasisempre una donna, aveva la libertà <strong>di</strong>assumere...E come mai a asano?Come <strong>di</strong>cevamo prima, mio fratelloera daziere e ogni giorno si recavaall’ufficio postale a controllare i pacchi:se contenevano vivande ci dovevaapplicare il dazio. u chiesto a lui <strong>di</strong>trovare un impiegata.Poi però tornò a <strong>Chiari</strong>.Un paio d’anni dopo: fu la signoraBice Malvezzi, a quel tempo titolaredell’ufficio <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, a volermi con lei.Che cosa ricorda <strong>di</strong> quegli anni?DellePoste <strong>di</strong> quegli anni?La prima cosa che mi viene in mente èil 77° Battaglione anteria che era <strong>di</strong>stanza alla vicina caserma Eugenio <strong>di</strong>Savoia - l’ufficio postale allora era nelpalazzo della Rocca - e l’infinito numero<strong>di</strong> pacchi che i soldati spe<strong>di</strong>vanoe ricevevano. Ricordo che ad ogni paccoandava allegato un bollettino particolare.Si lavorava do<strong>di</strong>ci ore al giornosenza interruzione.Immagino che vi pagassero gli straor<strong>di</strong>nari.Scherza? Però spesso, quando si dovevaandare a Brescia alla Direzione provinciale,si approfittava dei camion deisoldati.E che cos’altro ricorda?Mio padre, classe 1891, era stato richiamatononostante non fosse piùgiovanissimo; li chiamavano volontarima in realtà... Sol<strong>di</strong> non ce n’erano.Mia madre percepiva un sussi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 8lire al giorno che erano poche ancheallora. Io per un po’ andai a lavorare aCastrezzato, con funzioni <strong>di</strong> reggente,cioè <strong>di</strong> responsabile dell’ufficio. Si andavae veniva in bicicletta, portandosiil pranzo per il mezzogiorno. Quandonevicava, a pie<strong>di</strong>. Alle sette e trentapassava la corriera a ritirare la posta eper quell’ora l’ufficio doveva essereaperto. Mi è capitato <strong>di</strong>verse volte <strong>di</strong>partire da <strong>Chiari</strong> alle sei e <strong>di</strong> cammina-Mi racconta quali erano i compiti essenziali<strong>di</strong> un impiegato postale?Alle sette del mattino si doveva esserein ufficio. Per primo arrivava il cosiddettoprocaccia che già dall’alba eraalla stazione ferroviaria a ritirare i sacchi<strong>di</strong> posta e i pacchi che arrivavanoda Brescia e da Milano coi vagoni postali.Era il signor Salvoni, padre <strong>di</strong>mio marito. Bisognava scaricare imme<strong>di</strong>atamenteil suo carretto e ricaricarlocon la posta in partenza, quin<strong>di</strong>iniziare a timbrare tutta la corrispondenzasul retro: <strong>Chiari</strong> e la data <strong>di</strong> ricevimento.Quin<strong>di</strong> la si sud<strong>di</strong>videva: nellecaselle o per zone secondo la competenza<strong>di</strong> ciascun portalettere.Un lavoro complicato...Più che complicato, lungo, ma col temposi sviluppavano quasi inconsciamentedegli automatismi che rendevanoil lavoro più facile. Tenga conto chesi faceva tutto a mano e che i portalettere<strong>di</strong>stribuivano la corrispondenzadue volte al giorno, tre se si tiene contodegli espressi che venivano <strong>di</strong>stribuitiper primi, con un postino incaricatosolo <strong>di</strong> quello.La spe<strong>di</strong>zione della posta, invece, comeavveniva?La posta or<strong>di</strong>naria non presentavagrossi problemi, tranne in certi perio<strong>di</strong>come il Natale e la Pasqua, quando lagran mole <strong>di</strong> cartoline d’auguri ci costringevaa un lungo lavoro straor<strong>di</strong>nario.Invece erano le raccomandate, eparticolarmente le assicurate, che richiedevanoattenzioni speciali.Ossia?Le assicurate, che <strong>di</strong> norma contenevanobanconote o documenti importanti,dovevano essere chiuse con cinque sigilli<strong>di</strong> ceralacca; poi si chiudevano inun pacco, che veniva chiamato speciale,e che a sua volta veniva sigillato. Inultimo, il pacco andava messo in unsacco anche questo da chiudere con isigilli. Avevamo sempre il fornellinoelettrico acceso... Poi c’era la spe<strong>di</strong>zionedel denaro alla Direzione <strong>di</strong> Brescia,quando ne avevamo in eccedenza.Anche qui si ricorreva al pacco specialeed ogni banconota andava elencatatrascrivendone, ovviamente a mano,importo e numero <strong>di</strong> serie. E le sommesi facevano a mano e “a mente”: le calcolatricierano <strong>di</strong> là da venire.29L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Ma i sol<strong>di</strong> incassati non li usavate perpagare le pensioni, gli stipen<strong>di</strong> o per altritipi <strong>di</strong> pagamento?Non sempre: a volte ne avevamo in eccedenza,altre volte non bastavano.Allora si chiedeva a Brescia la cosiddettasovvenzione e ci veniva mandatoun assegno che dovevamo andare acambiare in banca.Non abbiamo ancora parlato dei telegrammi,oggi soppiantati dal fax e dallaposta elettronica.Il telegrafo era una mia grande passione,pensi che ricevevo a u<strong>di</strong>to e trascrivevoimme<strong>di</strong>atamente il messaggio. Ealtrettanto automaticamente confermavo,com’era richiesto, il numerodelle parole, il giorno, l’ora e la destinazione.Una rapina?Erano entrati nell’atrio del vecchio teatrinocomunale, che era contiguo ainostri uffici, avevano fatto un grossobuco nel muro da farci passare unapersona ed avevano tentato <strong>di</strong> aprire lacassaforte, ma riuscirono soltanto aromperne la maniglia. Allora aprironoalcuni pacchi e ricordo che ne portaronovia uno pieno <strong>di</strong> rasoi e coltelli destinatoal signor Craighero, che avevail negozio in via Villatico, poi lo abbandonaronoin via Battaglie, dove alloraera aperta campagna. La cassafortesvolge tutt’oggi egregiamente il suocompito, pur portando i segni dellatentata manomissione.E lei come reagì?Ricordo che provai una grande emozionee un grande spavento, poichiamai i carabinieri per i rilievi e leindagini.Il tempo della chiacchierata è finito.Grazie, signora rittoli, e auguri.Roberto Bedogna30Credevo che l’alfabeto Morse fosse ormaiuna cosa <strong>di</strong>menticata, da ritrovarein qualche vecchio romanzo d’avventuremarinare, invece scopro - e sbalor<strong>di</strong>sco -che la signora Anna scrive in Morsecome adesso io sto scrivendo questa pagina.Ricorda certi musicisti eletti, dotatidell’orecchio assoluto.Vede, ad esempio la lettera B è formatada una linea e tre punti, la lettera Tda una linea e la lettera S da tre punti.Se chi trasmette fa una pausa troppolunga tra la linea e i tre punti, chi ricevetrascriverà TS al posto <strong>di</strong> B. Pensi se<strong>di</strong> questi errori se ne facevano piùd’uno.Appunto, che cosa succedeva?Che il testo finale non aveva senso... ebisognava cercare <strong>di</strong> interpretarlo.E se chi stava al telegrafo non era abilecome lei?Prendeva il nastrino e traduceva letteraper lettera, parola per parola, ma illavoro non finiva più... Ma, in queglianni, al telegrafo stavo quasi sempreio, anche perché mi piaceva moltissimo.Lei è stata impiegata presso le poste dal1942 al 1977. C’è qualche altro episo<strong>di</strong>oparticolare che ricorda?Un mattino, verso la fine degli anniCinquanta, ero responsabile dell’ufficioe quin<strong>di</strong> toccava a me, alle sette,l’apertura. Entro e trovo tutto sottosopra:buste dappertutto, pacchi aperti...Il “Casato Trevisi”La foto storica, scattata intorno al 1930 nel cortile <strong>di</strong> casa Mangialardo,raffigura la famiglia Trevisi. Il primo a destra è il capostipite, Guglielmo,classe 1875, arrivato a <strong>Chiari</strong> da Quistello, in provincia <strong>di</strong>Mantova, agli inizi del Novecento, per lavorare come casaro. Accanto a lui,seduta, la moglie Teresa Menozzieigenitori Angelo e Maddalena Malagutti.I due ragazzi seduti a terra sono Angelo (detto Berto) e Cesare Primo, idue figli della coppia, conosciutissimi a <strong>Chiari</strong>, mentre i quattro adolescentisono i ragazzi Antonioli, nipoti <strong>di</strong> Guglielmo, anch’essi <strong>di</strong> origine mantovana.Berto (1915 - 1996) continuò con successo l’attività del padre, si sposò conEmma Plebani ed ebbe da lei cinque figli; si <strong>di</strong>stinse combattendo in Egittocontro gli inglesi, meritando una croce <strong>di</strong> guerra per atti eroici.Cesare (1917 - 1994) si sposò con Bianca De elice ed anche dalla loro unionenacquero cinque figli. Distintosi come ufficiale in guerra, aderì alla DemocraziaCristiana fin dalla sua fondazione, fu tra i fondatori dell’Avis clarense,è ricordato come uomo <strong>di</strong> forte personalità, <strong>di</strong> alti ideali e valori.Il giovane adolescente è Attilio Antonioli che tutti ricordano bigliettaio sullecorriere, musicante nella banda citta<strong>di</strong>na, uomo <strong>di</strong> arguzia e humour avantilettera.L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Il Basket<strong>Chiari</strong>Ècominciata da più <strong>di</strong> un mese la nuova avventuradel Basket <strong>Chiari</strong>. Nuova in tutti i sensi; infattidopo le vacanze estive ci sono state grosse novitàdal punto <strong>di</strong> vista societario. Lucio Goffi lascia, anche se inmodo non definitivo (ricoprirà il ruolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore generale),la presidenza della società clarense: il nuovo presidentesarà una giovane donna, Sonia Sala, il vicepresidentesarà Roberto Piceni e non mancherà l’apporto <strong>di</strong> Diego Piceni(uno dei giocatori che più <strong>di</strong> tutti ha segnato la storiarecente <strong>di</strong> questa società ed è ora al Pisogne in serie C2).Queste persone, che hanno portato molto entusiasmo inchi circonda il Basket <strong>Chiari</strong>, stanno cercando <strong>di</strong> far partireun nuovo progetto che vuole far crescere nella città <strong>di</strong><strong>Chiari</strong> l’amore per il basket; si vogliono creare solide fondamentapartendo dal settore giovanile al fine <strong>di</strong> portarequesto sport nelle scuole e <strong>di</strong> coinvolgere più bambini e piùragazzi possibili. Un progetto che vuole portare la primasquadra nel giro <strong>di</strong> pochi anni a giocare nelle categorie checontano <strong>di</strong> più, come succedeva qualche anno fa. Sicuramentequesto sarà un anno transitorio, in cui si cercheranno<strong>di</strong> mettere le basi per il futuro, ma non si vuole perderetempoeigiovani della prima squadra sanno già che il loroobiettivo principale sarà quello <strong>di</strong> raggiungere i play-off equin<strong>di</strong> la promozione. L’organico della prima squadra è lostesso dello scorso anno, mentre la guida tecnica sarà affidataa ranco Beriola, già vice allenatore della squadra clarensequalche anno fa. Beriola ha accettato con entusiasmola proposta della società <strong>di</strong> far crescere giovani molto promettentie vogliosi <strong>di</strong> mostrare le loro qualità in categoriesuperiori. Vedremo. La rosa è composta da 12 giocatorigiovanissimi (il più “vecchio” ha 22 anni): rancesco Palmisano,Massimo Cinquini, Alessandro Moran<strong>di</strong>ni, RobertoBruschi, Matteo ornasari, Paolo Canesi, Matteo Carradore,Giovanni Lampis, Stefano Zini, Alessandro Marinoni,Massimo Zini e Andrea Marchetti. Il campionato <strong>di</strong> PrimaDivisione non inizierà fino a fine novembre, mentre icampionati giovanili (juniores, cadetti, allievi, propaganda)inizieranno in questo periodo. Le partite si svolgerannoal Palalancini.È stato creato anche il sito ufficiale del Basket <strong>Chiari</strong>:www.basketchiari.supereva.itÈ un sito pieno <strong>di</strong> informazioni, ma anche molto <strong>di</strong>vertente,vi consiglio <strong>di</strong> visitarlo!Paolo CanesiOpere parrocchialiN. N. 1.000,00In memoria dei defunti della classe 1929 25,00N. N. 750,00N. N. 50,00. D. 50,00Gruppo Volontari del Soccorso 250,00I coniugi erruccio Cavallerie Rina Bosis nel 50° <strong>di</strong> matrimonio 50,00La Classe del 1941 50,00N. N. 1.000,00N. N. 500,00Moglie e figli in memoria del proprio defunto 200,00Tegole per Santa MariaSanto Olmi e Bruna Salvoni 50,00N. N. 20,00N. N. 15,00N. N. 50,00Vezzoli 25,00Mauro e Natalina nel 40° <strong>di</strong> matrimonio 50,00Sorelle, cognati e nipotiin ricordo <strong>di</strong> Giovanni Gual<strong>di</strong> 300,00Moglie e figli in memoria <strong>di</strong> Giovanni Gual<strong>di</strong> 700,00D. B. 50,00Totale 1.260,00Centro GiovanileMarino e Nila per il 55° <strong>di</strong> matrimonio 35,00S. . 20,00N. N. 30,00N. N. per la veglia <strong>di</strong> Maria Teresa erran<strong>di</strong> 50,00Offerte cassettina centro Chiesa 30,00. C. in memoria dei propri defunti 100,00In memoria del figlio Dario 30,00amiglia Cogi 50,00Marco e Natalina nel 40° <strong>di</strong> matrimonio 150,00N. N. 10,00Pietro e Pasqua nel 42° anniversario <strong>di</strong> matrimonio 50,00ratelli e sorelle acchettiin memoria del fratello Giovanni 775,00Monica e Gabrielein memoria dello zio Giovanni acchetti 100,00Busta della generosità,ultima domenica <strong>di</strong> settembre 3.907,80Offerte cassettina centro Chiesa 516,00Saldo al 16 settembre <strong>2002</strong> - 1.057.077,33Offerte dal 16 settembre al 13 ottobre <strong>2002</strong> 5.823,80Uscite dal 16 settembre al 13 ottobre <strong>2002</strong> - 16.953,44Saldo al 13 ottobre <strong>2002</strong> - 1.068.206,97Claronda. D. 50,0031L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


<strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>32Venerdì 1 Tutti i SantiAp 7,2-4.9-14; Sal 23,1-6;1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12Sabato 2 Commemorazione DefuntiGb 19,1.23-27;Sal 26,1.4.7.8b-9a.13-14;Rm 5,5-11; Gv 6,37-40Domenica 3 31ª fra l’annoMl 1,14-2,2.8-10;Sal 130,1-3; 1Ts 2,7-9.13; Mt 23,1-12Lunedì 4 S. Carlo BorromeoMartedì 5 Ss. Elisabetta e ZaccariaMercoledì 6 S. LeonardoGiovedì 7 BeatoSebastianoMaggi,sacerdote brescianoVenerdì 8 S. GoffredoSabato9De<strong>di</strong>cazionedella Basilica LateranenseDomenica 10 32ª fra l’annoSap 6,12-16; Sal 62,2-8;1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13Giornata del RingraziamentoLunedì 11 S. MartinoMartedì 12 S. AdalbertoMercoledì 13 S. DiegoGiovedì 14 S. GiacomoVenerdì 15 S. AlbertoSabato16 S. Margherita reginaDomenica 17 33ª fra l’annoPro31,10-13.19-20.30-31; Sal 127;1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30Giornata Nazionale per le MigrazioniLunedì 18 De<strong>di</strong>cazione delle Basiliche deiSs.Pietroe PaoloMartedì 19 S. austoMercoledì 20 S. OttavianoGiovedì 21 Presentazione della B. V. MariaVenerdì 22 S. CeciliaSabato23 S. ClementeDomenica 24 Cristo ReEz 34,11-12.15-17; Sal 22,1-6;1Cor 15,20-26.28; Mt 25,31-46Lunedì 25 S. Caterina d’AlessandriaMartedì 26 S. CorradoMercoledì 27 S. MassimoGiovedì 28 S. Giacomo della MarcaVenerdì 29 S. LiviaSabato 30 S. Andrea apostoloInizio della Novena dell’ImmacolataDicembre <strong>2002</strong>Domenica 1 1ª d’AvventoIs 63,16-17.19; 64,1-7;Sal 79,2-3.15-16.18-19;1Cor 1,3-9; Mc 13,33-37InizioAvvento<strong>di</strong> raternitàLunedì 2 S. BibianaMartedì 3 S. rancescoSaverioMercoledì 4 S. BarbaraGiovedì 5 S. GiulioPrimodel meseVenerdì 6 S. Nicola <strong>di</strong> BariPrimodel meseSabato7 S. AmbrogioPrimodel meseL’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Una provocazionea proposito<strong>di</strong> Unità pastoraliSono un simpatizzante attivo <strong>di</strong> Azione Cattolicada sempre. Seguo le problematiche inerenti lasuddetta associazione. arne parte significa perme considerare <strong>di</strong> volta in volta ciò che ritengo più utilee stimolante; ciò che verifico a <strong>Chiari</strong> è la situazione <strong>di</strong>sofferenza <strong>di</strong> una A.C. matura. Tale sofferenza ha lasua origine in alcune situazioni. Elemento <strong>di</strong> soffocamentoprimo, un inesistente rincalzo <strong>di</strong> soggetti. Un secondoelemento <strong>di</strong> sofferenza, la mancanza visibile <strong>di</strong>persone <strong>di</strong> mezza età, che si protrae da alcuni anni. Lamancanza <strong>di</strong> debiti agganci fra la suddetta A. C. e quelladei giovani. Tale situazione che si è protratta, puòaver creato dei presupposti che hanno portato ad unamancanza <strong>di</strong> intercomunicabilità con conseguentimancanze <strong>di</strong> nuove prospettive e contributi giovanili.Questo per quanto riguarda <strong>Chiari</strong>.A livello nazionale ho recepito che in generale la gloriosaA.C., che si pensava fosse dei Papi, ma in realtà è unaespressione della Chiesa stessa, soffriva un po’ per età etanto per i decantati cambiamenti epocali e non già solostorici. Aveva preso vita agli inizi del XIX secolo(1882). Con la presenza del modernismo, dei futuristi edelle espressioni artistiche nuove, con il liberalismo, lenuove insorgenti <strong>di</strong>ttature le necessarie alleanze politicheera riuscita a sopravvivere anche se la sua esistenzane era stata minata. Poi il secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale.Gli obiettivi della ricostruzione e del benessere l’avevanoulteriormente indebolita rendendole una storia offuscatae <strong>di</strong> non facile lettura. Il colpo forte a renderlada mezza fiamma a lumicino, fu tutto quello che conseguìagli anni ’70. Il ’68: la rincorsa a nuovi obiettivi, glianni <strong>di</strong> piombo, i ribaltoni politici; le brigate rosse, le filosofiedei terrorismi, i governi in veloce successione,con legislature deboli a traballanti; le sperimentazionipolitiche, i nuovi miraggi <strong>di</strong> equilibri <strong>di</strong>namico finanziari,anche se non hanno spento le sensibilità e le volontà,hanno potuto contribuire ad alterare fortemente i livellid’entusiasmo degli aderenti all’A. C.In vista dello sperimentare nuove forme <strong>di</strong> associazionismocattolico, l’ A. C. esistente, anche se rimasta agalla, anche se boccheggiante, ha ricevuto nel mezzodell’estate <strong>2002</strong> una ossigenata episcopale. La CEI, conun documento per tutto il territorio nazionale, incoraggia,sostiene e sospinge, in sintonia con il Papa, le convinzioni<strong>di</strong> sempre riguardo all’Azione Cattolica sprigionandoun ossigeno che si attendeva.È detto che non si tratta <strong>di</strong> nuove formule da sperimentaree perché, a muovere l’ A.C. è lo Spirito <strong>di</strong> verità. Laverità per i credenti è da riscoprire perché è Cristo vivo.È l’essenza della vita; ha rivelato il Padre; si è fatto Carità.Semmai è nel cammino della vita terrena che questaverità è da tener presente, incarnandola e rapportandolacon se stessi per gli altri.L’ A. C. è quin<strong>di</strong> una azione <strong>di</strong>namica quoti<strong>di</strong>ana. Ècattolica perché si riferisce a tutti i battezzati, ai redentie salvati.Vi rientrano tutti i Christi fìdeles laici il cui compito èquello <strong>di</strong> annunciare e, come ha detto il Papa, ogni luogoè deputato all’annuncio: scuola, posti <strong>di</strong> lavoro, famiglia,tempo libero, azioni umanitarie, politica, volontariato.orse l’ A.C. a <strong>Chiari</strong> si era addormentata. orse si ècullata sul passato. orse si è illusa o, fraintesa, si è anchelasciata andare a <strong>Chiari</strong>.Allora una lettura attenta riguardo alle unità pastoralima forse un movimento del cuore <strong>di</strong> fede, le può fare intenderecome sussi<strong>di</strong> e vie intenzionali per ogni gruppoaggregato in unità. Quell’unità che, dal Papa all’ultimobattezzato corresponsabile, avrebbe un solo abito riconoscibiledella carità. Mi pare <strong>di</strong> capire allora chel’unità pastorale starebbe in un insieme <strong>di</strong> forze e intenzioniinteriori, per assumere ed esercitare la Carità.Piergiorgio CapraTurlaAria <strong>di</strong> paese«In alcune pagine c’è un po’della nostra terra, quellache io rivivo nella mia nostalgia<strong>di</strong> esule e che cerco<strong>di</strong> far rivivere nella mia rievocazioned’innamorato».La statua <strong>di</strong> sale«Così, nella vasta terra <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a, percorsadall’armonia trionfale delle un<strong>di</strong>ci campane dellatorre dei Santi Martiri austino e Giovita, le stagionisi susseguono con un ritmo che è, esso stesso,segno del <strong>di</strong>vino; si consumano vita e morte,brevi gioie e dolori, mentre sull’orizzonte corruscotrascorre, splendente, una cometa forierad’altri lutti e <strong>di</strong> guerra».33L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


34TegoleperSanta MariaIl valore della tegola è simbolico,ognuno offra quello che può.Tutti possiamo offrire il corrispettivo <strong>di</strong> una tegolae allora… non tirarti in<strong>di</strong>etro,porta una tegola a Santa Maria!Ho fiducia e sono certo che tutti,essendone molto devoti, portiamo la nostra tegolaalla Madonna e con questa tegola Ella ci proteggee ci accompagna.Vi ringrazio.Puoi passare dall’Ufficio parrocchiale.Don RosarioLiturgia or<strong>di</strong>nariaSante MessePrefestive18.00 San Bernar<strong>di</strong>no18.00 Duomo19.30 Monticelliestive6.00 Duomo6.30 San Bernar<strong>di</strong>no7.00 Duomo7.30 San Bernar<strong>di</strong>no8.00 Duomo8.30 San Bernardo9.00 Duomo9.00 Santellone9.00 San Bernar<strong>di</strong>no10.00 Duomo10.00 Santa Maria(elementari)10.30 San Giovanni10.30 San Bernar<strong>di</strong>no11.00 Duomo11.00 Santa Maria(adolescenti e giovani)12.00 Duomo18.00 Duomoeriali7.00 Duomo / Sant’Agape8.00 Duomo9.00 Duomo17.30 San Bernar<strong>di</strong>no18.30 Duomo /Sant’AgapeSan Bernar<strong>di</strong>noIn memoria <strong>di</strong> don Emilio BaggioIl 5 settembre <strong>2002</strong> è morto ad Arese (MI)nell’infermeria ispettoriale un grande missionariosalesiano, appartenente alla Comunità <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no,don Emilio Baggio. Le esequie si sono svoltead Orzinuovi, suo paese adottivo. Egli appartiene allafolta schiera <strong>di</strong> giovani salesiani che, concluso il noviziato,venivano mandati nel Paese <strong>di</strong> missione perchéne assimilassero lo spirito. A don Emilio toccò la Cinaper 20 anni e, dopo la cacciata, per 19 anni le ilippine.Anche all’Ispettoria Lombarda riservò 16 anni <strong>di</strong> lavoroeducativo.Era nato a Coarezza <strong>di</strong> Somma Lombardo (Varese) il25 gennaio del 1914. La famiglia si è trasferita moltopresto ad Orzinuovi, dove ha frequentato le scuole elementari.Durante gli stu<strong>di</strong> ginnasiali nel seminario <strong>di</strong>Brescia ha come compagno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> Mons. GiuseppeTreccani, suo compaesano, <strong>di</strong>ventato poi parroco <strong>di</strong>Orzinuovi. In questo periodo matura la scelta missionariae il parroco gli consiglia <strong>di</strong> rivolgersi ai salesiani <strong>di</strong>Torino. Dopo aver frequentato la tappa formativa delnoviziato a La Moglia (Chieri), nel 1931 parte per laCina. Intraprende gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> filosofia a HongKongeprosegue con il tirocinio pratico. Dopo gli stu<strong>di</strong> teologicia Macao, HongKonge Shanghai, viene or<strong>di</strong>nato sacerdoteil 29 settembre 1940. Negli anni successivi è impegnatocome docente <strong>di</strong> teologia e formatore nellostudentato teologico <strong>di</strong> Shanghai fino all’aprile del1949, quando, in seguito alla rivoluzione cinese, lo studentatoviene trasferito e i salesiani devono lasciare laCina.Don Emilio ritorna ad HongKonge nel 1950 in Italia.Ad Iseo inizia il suo lavoro come insegnante <strong>di</strong> canto ecappellano all’ospedale. La chiusura della evangelizzazionein Cina spinge l’Ispettore don Braga ad aprire nuovefrontiere nelle ilippine. Alla fine del 1953 don Emilioriparte, con rinnovato entusiasmo, per la terra <strong>di</strong> missione:inizia il suo ministero a Manila, successivamenteviene inviato come <strong>di</strong>rettore a Tarlac nel nord delle ilippine(1958-1961) ed infine come <strong>di</strong>rettore a Bacoladnell’isola <strong>di</strong> Negros (1961-1964). È consigliere ispettorialedal 1958 al 1961 nell’Ispettoria cinese <strong>di</strong> HongKonge nei tre anni successivi per la Visitatoria delle ilippine.Ritorna in Italia nel settembre del 1965 ed è destinatoa Brescia (1965-1976) come catechista del Centro<strong>di</strong> ormazione Professionale, insegnante <strong>di</strong> inglesee confessore. Dal 1976 al 1979 svolge il servizio comeDirettore a Montechiarugolo e successivamente comeconfessore a iesco (1979-1981). Nell’ottobre del 1981,dopo un breve periodo <strong>di</strong> preparazione a Roma, ritornaa Manila nelle ilippine, come confessore nello StudentatoTeologico. Ritorna in Ispettoria nel 1991 permalattia ed è destinato prima alla casa <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> e poialla Casa “Don Quadrio” <strong>di</strong> Arese.Pur logorato dalla salute e dall’età, il suo pensiero èsempre per le Missioni, per le quali offre tutto se stessonella preghiera.L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>


Giuseppe Salvi29/11/1902 - 27/4/1964Catina Turotti ved. Salvi4/11/1907 - 23/11/2000Ignazia Ravagna26/2/1915 - 5/9/2001Lorenzo Goffi22/6/1906 - 19/9/<strong>2002</strong>ermo Vezzoli6/8/1907 - 29/11/1990Esterina Zanni27/11/1908Giosuè Delfrate16/4/1925 - 20/11/1982Emma Moraschi in Delfrate23/7/1934 - 10/1/199235Eugenio Ebranati22/1/1956 - 6/1/1983Luigi Ebranati4/2/1923 - 13/10/1986Aldo Donna27/10/1924 - 21/11/2000Giovanni acchetti29/9/1937 - 2/10/<strong>2002</strong>Battesimi83. Gloria CarolinaTeresa Baresi84. Marco Belassi85. Laura Delfrate86. Vittoria orlati87. Luca Lancini88. Matteo Massetti89. Giada Pasqualino90. Elisa Zupi91. Edoardo Boccali92. Andrea Cocchetti93. Daniela Stella Cominelli94. Beatrice Jahaj95. Alberto Stefanini96. Alessandro VertuaMatrimoni41. Emanuele Lancinicon Elena Rossoni43. Roberto Beghellicon Clau<strong>di</strong>a BertocchiDefunti97. Adriana Lola Acquisti <strong>di</strong> anni 8298. Lorenzo Goffi 9699. Giovanni Gual<strong>di</strong> 69100. Simona Mazzotti gg. 28101. Giovanni acchetti 65102. rancesco esta 77103. Dario Barbieri 78104. Giulietta Calabria 81L’Angelo - <strong>Novembre</strong> <strong>2002</strong>

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