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pag. 5 Auguri a don Mario e a don Davide pag. 6 Un saluto a don ...

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Ministranti clarensi in bicicletta nella nostra campagna (2 giugno 2010)Bere alla verafonte: la caricadei chierichettiUdienza generalePiazza San Pietro14 agosto 2010Al raduno di quattro annifa Papa Benedetto XVI fuesplicito: «Forse Cristo aqualcuno di voi dice: voglioche tu mi serva in modospeciale come sacerdote».Papa Giovanni Paolo II, all’incontrodel 2002, disse:«Ho parlato dell’amiciziacon Gesù. Sarei contentose da questa amicizia scaturissequalcosa di più. Comesarebbe bello se qualcunodi voi potesse scoprire lavocazione al sacerdozio».Quest’anno, davanti alPapa, cantando l’Inno deiministranti, i ragazzi hannorisposto così: «E se poi daTe sarem chiamati/ per esserea Te consacrati/ rispondendopronti alla Tua voce/seguiremo con gioia la TuaCroce».Sembrava di essere allo stadio:cappellini verdi, bianchie rossi, foulard usaticome bandane. Eccoli inuovi chierichetti, arrivati alpellegrinaggio internazionale.Bambini e bambine chetrottano dietro al parrococome pulcini e ragazzi e ragazzeche sembrano prontiper la movida.«Rendete gioioso non soltantoquesto luogo, ma ancheil mio cuore» ha confidatoil Pontefice. Parlandoin tedesco, ha ricordatoquando anche lui era ministrantee, per suggellarel’evento, durante tuttal’udienza ha tenuto sullespalle il foulard dei “chierichetti”.Sul sagrato era presenteuna grande statua di sanTarcisio, patrono dei ministranti,giunta a Roma dopoun lungo pellegrinaggiopartito dalla Svizzera.«Chi era san Tarcisio?» hadomandato il Papa.Giovane ministrante all’epocadelle persecuzionidell’imperatore Valeriano,sacrificò la propria vita purdi custodire l’Eucarestia chesi era proposto di portaread alcuni fedeli che l’attendevano.«Manda me», avevadetto coraggiosamenteil ragazzo al sacerdote checercava qualcuno dispostoad un servizio così impegnativo.E, come avevapromesso, Tarcisio difesele ostie consacrate fino almartirio per mano di alcunigiovani che volevano strapparglile particole. Morente,venne portato al sacerdoteda un ufficiale pretorianoconvertitosi al cristianesimo.Vi giunse privo di vita, mastretto al petto teneva ancoraun piccolo lino con l’Eucarestia.«Cari ministranti – è statal’esortazione del Papa – latestimonianza di San Tarcisioe questa bella tradizioneci insegnano il profondoamore e la grande venerazioneche dobbiamo avereverso l’Eucarestia. È unbene prezioso, un tesoro ilcui valore non si può misurare.È il Pane della vita,è Gesù che si fa cibo, sostegnoe forza per il nostrocammino di ogni giorno estrada aperta verso la vitaeterna: è il dono più grandeche Gesù ci ha lasciato».«Servire con generositàGesù presente nell’Eucarestiaè un compito importante,che vi permette diessere particolarmente vicinial Signore, e di crescerecome suoi veri amici. Custoditegelosamente questaamicizia nel vostro cuore,come san Tarcisio, prontoa dare la vita perché Gesùgiunga a tutti gli uomini.Anche voi comunicate aivostri coetanei il dono diquesta amicizia, con gioia,con entusiasmo, senzapaura!».«Ogni volta che vi accostateall’altare avete la fortuna diassistere al grande gesto diamore di Dio, che continuaa donarsi a ciascuno di noi,a esserci vicino, ad aiutarci,a darci forza per viverebene; siete fortunati a poterevivere da vicino il grandemistero eucaristico e dunquevi invito a prepararvibene interiormente allaSanta Messa, a non entrarein Chiesa con superficialità.«Cari amici - ha detto ancorail Papa - voi prestate aGesù le vostre mani, i vostripensieri, il vostro tempo.Egli non mancherà diricompensarvi, donandovila gioia vera, la felicità piùpiena. A noi - ha concluso -probabilmente non è richiestoil martirio come per sanTarcisio, ma Gesù ci domandala fedeltà nelle piccolecose, il raccoglimentointeriore, la nostra fede e losforzo di mantenere presentequesto tesoro nella vitadi ogni giorno. Ci chiede lafedeltà nei compiti quotidiani,la testimonianza delSuo amore, frequentandola Chiesa per convinzioneinteriore e per la gioia dellaSua presenza. E così possiamofar conoscere ancheai nostri amici che Gesùvive».Probabilmente i chierichettinon spariranno mai. Nonfino a quando ci sarannobambini come quelli intervistati,che ricordano d’esserestati invidiosi dei bambinipiù grandi perché, sull’altare,indossavano la vestebianca. Hanno così incominciatoanche loro, maadesso fanno i chierichettiper passione. Anche perchécon il “don” ridono, vannoin gita, stanno con gli amici.Però sottovoce dichiarano:«Siamo chierichetti ancheper stare vicino a Gesù». Ottobre 201011

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