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VERONA MEDICA

notizie dall'ordine - OMCEO VR

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AGGIORNAMENTOCENTRO CARI<strong>VERONA</strong>per il trattamentodella insufficienzacardiaca avanzataIl Centro CaRiVerona per il trattamentodella insufficienza cardiaca avanzataentra in questo periodo nell’ottavo annodi attività.Come sempre si usa dire in queste occasionisono stati otto anni proficui sotto moltipunti di vista.Primo tra tutti l’avere fornito a più diduecento pazienti un punto di riferimentoche, con tutti i limiti di un vero e proprioesperimento assistenziale, ha comunquepotuto colmare le carenze che il ServizioSanitario Nazionale palesa nei confrontidelle malattie croniche che comportanoun elevato grado di disabilità.E’ stata questa, d’altronde, la ragione checi ha indotto ad avviare il processo dielaborazione teorica sulla struttura ed imodelli operativi, a ricercare le risorse eda superare gli ostacoli che inevitabilmentesi sono frapposti alla stabilizzazione dellaattività.E’ necessario sottolineare: il carattere dioriginalità ed in alcuni casi di vera eccezionalitàcon cui si è dato forma alla“equipe” medica e infermieristica; lemodalità di finanziamento per la realizzazionedella struttura e per consentirel’attività nei primi, cruciali, ventiquattromesi e non ultimo le ricadute pratiche diuna costante riflessione sugli schemi terapeuticifarmacologici e non.BREVI NOTE INTRODUTTIVEVerso la fine degli anni novanta lo scompensocardiaco venne definito la nuovapandemia di fine secolo. Questa definizione,non da tutti condivisa, esprimevacomunque l’andamento esponenziale chequesta malattia ha assunto nell’ultimodecennio. Quali che siano le motivazioni,se l’aumento della sopravvivenza disoggetti che hanno presentato una coronaropatia,che nei decenni precedentinon sarebbero sopravvissuti, e che orainvece sopravvivono e vanno incontro ascompenso cardiaco, oppure l’aumentodell’età media fino alla settima – ottavadecade, che espone soggetti divenuti“fragili” all’insorgenza della insufficienzadi pompa del cuore, il fenomeno haassunto una dimensione epidemiologicaampia e preoccupante.Il fatto quindi che lo scompenso cardiacosia divenuto il disturbo cardiovascolarepiù frequente, con una incidenza attesain ulteriore accrescimento, pone ilproblema di scelte gestionali nuove e piùefficaci. Inoltre, l’esigenza di soluzionigestionali nasce, oltre, come detto, dalledimensioni del problema, anche daalcune caratteristiche della malattia. Il suoandamento clinico non ha una storialineare, prevedibile, ma è caratterizzatada instabilità e fluttuazioni, da un succedersidi instabilizzazioni e stabilizzazioni,con vari livelli di sintomaticità. Questofatto, mancando una continuità assistenzialeefficace che risponda ai bisogni deimalati nelle diverse fasi della malattia, haportato al verificarsi di un alto numero diospedalizzazioni e di un notevole incrementodi costi gestionali.Il sostanziale fallimento delle risposteassistenziali basate solo sulla degenzaospedaliera è dimostrata dalla elevatafrequenza di ri-ospedalizzazioni dopo ladimissione, dalla elevata mortalità nellostesso periodo e dalla erraticità dellescelte terapeutiche adottate in occasionedi ogni accesso nel singolo Paziente.E’ interessante rilevare come un identicoscenario si verifica in tutti i paesi le cuicaratteristiche demografiche e socioeconomiche sono simili alle nostreLA COGESTIONE E LA “GESTIONEAPERTA”Purtroppo bisogna sottolineare come sinoad oggi le potenziali sinergie tra le variearticolazioni del Servizio Sanitario (Medicinadi base, Distretti sanitari, Medicinaospedaliera) non siano state utilizzate perottimizzare le prestazioni per i Pazientiaffetti da malattie croniche ed invalidanti.La sindrome da insufficienza cardiacanelle sue forme "avanzate" o "terminali",oltre a presentare una prognosi particolarmentesfavorevole, presenta frequentementeuna "storia naturale" non linearecaratterizzata da fasi di peggioramento eapparenti parziali remissioni.E' facile intuire come in una condizione dispiccata asimmetria dei bisogni assistenzialila gestione di questi pazienti nonpossa essere soddisfatta in manieraadeguata da una struttura basata prevalentementesulla attività pianificata esostanzialmente scollegata dai riferimentiterritoriali (vedi ospedale). L'ipotesi cheesista una alternativa in grado di conciliarerisorse limitate e soddisfacimentodi esigenze assistenziali "fasicamenteespansive" ci ha condotti ad esploraredelle forme organizzative "originali" ed inalcuni casi "inusuali.IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE“ORGANICO”Se da un lato è palese in alcuni casi ildisagio con cui il medico di famiglia siconfronta con alcuni ambiti patologicicaratterizzati da una “cronicitàcomplessa” come l’insufficienza cardiacaavanzata, ulteriormente resa difficileanche dalla presenza di co-morbilità piùo meno significative, dall’altro assistiamoalla scarsa efficacia o al fallimento daparte di strutture specialistiche di fornire“strumenti operativi professionali”adeguatialla medicina di base, anzi si ingenerasovente, paradossalmente, l’errata convinzioneche il trattamento di questi pazientisia una pratica assai difficile e fortementedipendente dall’impiego di metodichestrumentali.Sulla base di queste considerazioni si èdeciso sin dall'inizio di optare per unasoluzione radicale, ovvero conferire la24 <strong>VERONA</strong> <strong>MEDICA</strong>

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