MESESPORT dicembre2015

Contrade e sport:
indovina chi viene a cena?..................Francesco Vannoni
la Mens Sana,
nel suo recente
passato, è stata
definita come
la ‘diciottesima
Contrada’
c’è la mancata
presenza
di alcuni
rappresentanti
bianconeri che
biancoverdi,
all’interno
dei nostri rioni
Per un vezzo giornalistico o forse per una naturale inclinazione
verso la ‘senesità’ più autentica e genuina, capita
di leggere metafore o accostamenti, più o meno appropriati,
tra il mondo del Palio e quello dello Sport.
È questa la ragione per la quale, volendosi riferire ad
un obiettivo stagionale ormai vicinissimo, si dice delle nostre
Benamate, che sono… ‘all’ultimo Casato’. Oppure, riguardo
ad un singolo impegno sulla carta difficile prima di
un finale ritenuto meno insidioso, si chiama in causa ‘il
terzo San Martino’.
Senza dimenticare che, in modo un po’ troppo audace,
vista la necessaria e imprescindibile linea di confine tra i
due mondi, la Mens Sana, nel suo recente passato, è stata
addirittura definita come la ‘diciottesima Contrada’.
A parte varie disquisizioni tra dialettica giornalistica
e opportune demarcazioni entro i rispettivi spazi di competenza
da non invadere reciprocamente, il legame tra la
composita realtà delle Contrade e le massime espressioni
sportive cittadine non è soltanto una certezza nei fatti, ma
rappresenta anche la risorsa complementare del senso di
appartenenza.
Unico e differente per ognuno dei nostri rioni nel percorso
di un’intera esistenza; collettivo e popolare, invece,
nella partecipazione comune all’evento sportivo.
Ciò appare, ormai, come un adeguamento ai tempi.
Perché se è vero che bisogna ricorrere a mille distinguo
quando si parla della necessità delle Contrade di adeguarsi
alla modernità in senso lato, tutte le Consorelle
sanno di dover rispondere anche alle nuove abitudini e
agli standard di vita delle giovani generazioni, cercando di
inserirsi nei segmenti di una quotidianità che spesso sfugge
alla routine.
Anche in considerazione di questo, relativamente alla
stagione in corso, balza agli occhi la mancata presenza di
alcuni rappresentanti, sia di sponda bianconera che biancoverde,
all’interno dei nostri rioni.
Magari in una di quelle ‘Serate Sport’, molto più frequenti
fino a pochi anni orsono, che affollavano le varie
una sfida
dai precisi
canoni logistici
e organizzativi
moltissimi
senesi
frequentano
indistintamente
il Rastrello
e il PalaEstra
Società facendo emergere un profilo ben più rilevante di
quello prettamente culinario: ovvero l’interconnessione di
un tessuto vitale imprescindibile intorno al quale, va detto,
quest’anno non ci sono state ancora occasioni d’incontro.
Tale costatazione, oltre a rappresentare l’auspicio che
presto possano riprendere momenti conviviali sull’asse
Sport-Contrade, non può comunque trascurare alcuni
aspetti inerenti la nuova dimensione agonistica che la
Mens Sana e la Robur hanno saputo conquistare.
La Lega Pro per la squadra di Atzori e la Serie A2 per
gli uomini di Ramagli, rappresentano non soltanto un salto
di categoria a livello tecnico, ma più specificatamente una
sfida dai precisi canoni logistici ed organizzativi.
Il passaggio da un contesto prettamente dilettantistico (almeno
per quanto concerne il Siena) a quello professionistico
comporta l’osservanza di alcune norme oltreché la rimodulazione
di impegni, tempi di lavoro e opportunità di svago.
In base a queste disposizioni, tra l’altro, la presenza
di tesserati o dirigenti ‘in pubblico’ sarebbe prevista limitatamente
alle iniziative promosse dai club di tifosi organizzati
e ufficialmente riconosciuti.
Va da sé che quanto stabilito in linea di principio,
debba misurarsi con la singola situazione e questo fa ragionevolmente
pensare che non saranno cavilli federali a
bloccare certe iniziative di socialità e aggregazione.
Più verosimile la scuola di pensiero secondo cui il ripetersi
regolare delle ‘allegre tavolate’ in Contrada con i
beniamini del pallone o della ‘palla a spicchi’, avrebbe
accusato una flessione fisiologica, direttamente proporzionale
alla ‘vetrina’ di riferimento.
Avvicinarsi alla partita contro l’Inter a San Siro negli
anni della Serie A, aveva decisamente un altro appeal,
anche nella cornice contradaiola, che non attendere uno
dei ‘derby ritrovati’ nella vecchia C2. Lo stesso dicasi per
la Mens Sana, nei modi e nei termini che la Storia, in particolare
nell’ultimo decennio, ci aveva abituato a vivere.
Chi volesse sondare ulteriormente le varie divagazioni
sul tema, potrebbe andare, rione per rione, a ricercare,
per mera curiosità personale, quali siano le varie inclinazioni
in materia di sport preferito. Se in una Contrada,
dunque, ci siano più calciofili o ‘baskettari’. Ma il confronto
non sarebbe del tutto indicativo tenendo conto del
fatto che moltissimi senesi frequentano indistintamente il
Rastrello e il PalaEstra. A dispetto di inquietanti contemporaneità
che, negli orari del cervellotico ‘spezzatino’ televisivo,
tutti gli appassionati devono sopportare.
Dal quadro che ne deriva, il rapporto tra lo sport senese
di più alto livello e l’universo contradaiolo, appare
comunque saldo e radicato. A trasformarsi profondamente
sono state le dinamiche interne alle parti e per cause di
forza maggiore o comunque non del tutto governabili, per
i fattori esterni che le hanno generate.
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[dicembre 2015]
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