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MESESPORT dicembre2015

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mario ciani / calcio<br />

Il 2 a 1 di Pisa illude tutti: presidente, mister e tifosi ma la dura realtà del campo<br />

riporta i bianconeri coi piedi per terra<br />

Robur: chi ha paura di vincere?<br />

Avoler essere pragmatici a tutti i costi, dal nostro ultimo appuntamento<br />

su queste pagine è successo di tutto ma non tutto è stato negativo.<br />

Sette punti negli ultimi quattro turni non sono tanti, ma neppure<br />

pochi per una squadra chiamata ‘solamente’ a salvarsi. Il problema è che<br />

Ponte, il presidente, ritiene questa squadra meritevole di ben altra considerazione<br />

e allora i conti non tornano più. Non tornano i suoi ma neppure quelli<br />

dei tifosi che sono sì realistici (con quello che hanno passato…), ma non al<br />

punto da vedere tutto questo ottimismo del numero uno bianconero o da<br />

condividere le analisi tecniche e tattiche di Atzori.<br />

Dunque tutti scontenti.<br />

Va da sè che il casus belli è l’ultima sconfitta in quel di Teramo dove, giuste<br />

le premesse della vigilia, la squadra di Atzori è andata incontro ad una<br />

sconfitta quasi annunciata… Leggi: “teramani fortemente decisi a riscattare<br />

le ultime due sconfitte consecutive”; “squadra imbattuta in casa”; “problemi<br />

di natura societaria di ndd...”. Insomma tutto che congiura contro la vera<br />

o presunta rabbia dei bianconeri fermati sette giorni prima al Rastrello da un<br />

Arezzo più furbo che bello nel turno precedente. Come se una volta tanto<br />

non dovessero essere gli avversari a preoccuparsi di una squadra che non sta<br />

mantenendo le ambizioni (nascoste?) della vigilia, che è passata a Pisa e pareggiato<br />

a Ferrara e che sa farsi dunque rispettare… ma che poi sul campo si<br />

lascia andare in una colpevole mancanza di reattività di fronte alla rabbia,<br />

quella sì autentica, di un avversario che ha deciso di tentarle tutte (anche<br />

con la complicità dell’arbitro) pur di vincere. Una reazione che, Pontedera a<br />

parte, la Robur invece non riesce mai a sprigionare, accontentandosi spesso<br />

di un… minimo sindacale che non è nelle sue corde: per prestigio (sennò<br />

nove anni nella massima serie a che sono serviti?) e soprattutto per manifestata<br />

voglia di riscatto.<br />

Anche in Abruzzo, come in altre piazze e pure in casa, la Robur non ha demeritato,<br />

si è limitata semplicemente a fare il compitino. E questo non può bastare<br />

più. Almeno sul piano dell’atteggiamento. Poi ci sono i problemi più specifici,<br />

come quelli di un attacco che continua a sbagliare a livello di produzione<br />

industriale e una difesa che pur essendo fra le migliori del girone, mediamente,<br />

prende almeno un gol ogni 180 minuti.<br />

Qui allora bisogna capirsi: non sarà che il problema vero non è tanto l’attacco<br />

quanto la difesa? La difesa in quanto tale, come reparto, non riferita<br />

strettamente ai singoli, anche se di recente (e a Teramo in particolare) hanno<br />

avuto le loro brave responsabilità. Oppure non sarà che è tutto l’equilibrio<br />

della squadra che va spesso in tilt e fuori giri, sennò non si spiegano altrimenti<br />

le difficoltà che i bianconeri incontrano nel contenere le ripartenze<br />

degli avversari, il più delle volte causate peraltro da nostri errori di misura.<br />

Per non parlare del brutto andazzo di ritrovarci spesso in inferiorità numerica.<br />

E dei due l’una: o Atzori al primo giallo li sostituisce, oppure si inventa qualcosa<br />

per far capire loro che certi falli oltre che inopportuni sono anche stupidi.<br />

Per noi comunque è anche un problema di personalità, con riflessi evidenti<br />

sulla stessa brillantezza della squadra, posto che nel suo organico non<br />

spiccano elementi in grado di prendere la squadra per mano quando c’è bisogno.<br />

La Vista sembra averne le caratteristiche, ma nonostante i 36 anni il<br />

suo vissuto evidentemente non è (ancora) tale da farne un uomo-squadra<br />

nel senso autentico del termine.<br />

Andando a ritroso non era andato meglio con l’Arezzo, si diceva, una partita<br />

condizionata da troppe cose, la più importante delle quali l’espulsione di<br />

Celiento che, sia pure incosciamente, ha suggerito ad Atzori quella prudenza<br />

tattica che Ponte non ha gradito. Se poi sono gli avversari (come diceva il<br />

buon Toneatto) che ti impediscono di uscire dalla propria area e non la volontà<br />

di farlo…, questo è un altro discorso. Sta di fatto però che la Robur<br />

vista con gli aretini, e prima ancora nei 20 minuti di Pisa dopo il momentaneo<br />

1-1, è apparsa troppo timida e fragile per reggere l’urto di un avversario<br />

spinto da una forte determinazione. “E comunque – come confessa lo<br />

stesso mister – quando certi errori si ripetono con una pericolosa frequenza<br />

vuol dire che dobbiamo ancora crescere”. Infatti.<br />

Ben altro discorso sull’impegno precedente, quello col Pisa, definito da<br />

tutti l’autentica prova di maturità della squadra senese. Ma le frasi fatte non<br />

si addicono ai bianconeri, che dopo aver dato prova di grande cinismo con<br />

Mastronunzio prima e Bastoni dopo, addirittura sontuosi sul piano dell’esecuzione,<br />

non abbiano dato seguito alle promesse.<br />

Senza infamia e senza lode invece con la Lupa Roma dove l’undici a scacchi<br />

ha sbagliato sicuramente troppo in attacco e concesso fin troppo in difesa. Una<br />

sintesi forse un po’ stringata, ma abbastanza aderente all’andamento e all’esito<br />

di una partita in cui bastava solamente vincere.<br />

Ora nel prossimo turno tocca a L’Aquila… volare sul Rastrello per prorogare<br />

il momento no della squadra di Atzori. E per una volta tanto non vorremmo<br />

sentir parlare di partita difficile e complicata se questo deve solo condizionare<br />

psicologicamente il rendimento dei nostri. Lasciamo per una volta che<br />

siano gli avversari a temere la grinta, la determinazione e il prestigio (sì anche<br />

il prestigio) della Robur, quella che una volta veniva definita una nobile decaduta<br />

senza essere mai stata nobile. Ora no, chi può negarglielo questo titolo?<br />

« Immagini dall'Arena Garibaldi »<br />

[dicembre 2015]<br />

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