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mario ciani / calcio<br />
Il 2 a 1 di Pisa illude tutti: presidente, mister e tifosi ma la dura realtà del campo<br />
riporta i bianconeri coi piedi per terra<br />
Robur: chi ha paura di vincere?<br />
Avoler essere pragmatici a tutti i costi, dal nostro ultimo appuntamento<br />
su queste pagine è successo di tutto ma non tutto è stato negativo.<br />
Sette punti negli ultimi quattro turni non sono tanti, ma neppure<br />
pochi per una squadra chiamata ‘solamente’ a salvarsi. Il problema è che<br />
Ponte, il presidente, ritiene questa squadra meritevole di ben altra considerazione<br />
e allora i conti non tornano più. Non tornano i suoi ma neppure quelli<br />
dei tifosi che sono sì realistici (con quello che hanno passato…), ma non al<br />
punto da vedere tutto questo ottimismo del numero uno bianconero o da<br />
condividere le analisi tecniche e tattiche di Atzori.<br />
Dunque tutti scontenti.<br />
Va da sè che il casus belli è l’ultima sconfitta in quel di Teramo dove, giuste<br />
le premesse della vigilia, la squadra di Atzori è andata incontro ad una<br />
sconfitta quasi annunciata… Leggi: “teramani fortemente decisi a riscattare<br />
le ultime due sconfitte consecutive”; “squadra imbattuta in casa”; “problemi<br />
di natura societaria di ndd...”. Insomma tutto che congiura contro la vera<br />
o presunta rabbia dei bianconeri fermati sette giorni prima al Rastrello da un<br />
Arezzo più furbo che bello nel turno precedente. Come se una volta tanto<br />
non dovessero essere gli avversari a preoccuparsi di una squadra che non sta<br />
mantenendo le ambizioni (nascoste?) della vigilia, che è passata a Pisa e pareggiato<br />
a Ferrara e che sa farsi dunque rispettare… ma che poi sul campo si<br />
lascia andare in una colpevole mancanza di reattività di fronte alla rabbia,<br />
quella sì autentica, di un avversario che ha deciso di tentarle tutte (anche<br />
con la complicità dell’arbitro) pur di vincere. Una reazione che, Pontedera a<br />
parte, la Robur invece non riesce mai a sprigionare, accontentandosi spesso<br />
di un… minimo sindacale che non è nelle sue corde: per prestigio (sennò<br />
nove anni nella massima serie a che sono serviti?) e soprattutto per manifestata<br />
voglia di riscatto.<br />
Anche in Abruzzo, come in altre piazze e pure in casa, la Robur non ha demeritato,<br />
si è limitata semplicemente a fare il compitino. E questo non può bastare<br />
più. Almeno sul piano dell’atteggiamento. Poi ci sono i problemi più specifici,<br />
come quelli di un attacco che continua a sbagliare a livello di produzione<br />
industriale e una difesa che pur essendo fra le migliori del girone, mediamente,<br />
prende almeno un gol ogni 180 minuti.<br />
Qui allora bisogna capirsi: non sarà che il problema vero non è tanto l’attacco<br />
quanto la difesa? La difesa in quanto tale, come reparto, non riferita<br />
strettamente ai singoli, anche se di recente (e a Teramo in particolare) hanno<br />
avuto le loro brave responsabilità. Oppure non sarà che è tutto l’equilibrio<br />
della squadra che va spesso in tilt e fuori giri, sennò non si spiegano altrimenti<br />
le difficoltà che i bianconeri incontrano nel contenere le ripartenze<br />
degli avversari, il più delle volte causate peraltro da nostri errori di misura.<br />
Per non parlare del brutto andazzo di ritrovarci spesso in inferiorità numerica.<br />
E dei due l’una: o Atzori al primo giallo li sostituisce, oppure si inventa qualcosa<br />
per far capire loro che certi falli oltre che inopportuni sono anche stupidi.<br />
Per noi comunque è anche un problema di personalità, con riflessi evidenti<br />
sulla stessa brillantezza della squadra, posto che nel suo organico non<br />
spiccano elementi in grado di prendere la squadra per mano quando c’è bisogno.<br />
La Vista sembra averne le caratteristiche, ma nonostante i 36 anni il<br />
suo vissuto evidentemente non è (ancora) tale da farne un uomo-squadra<br />
nel senso autentico del termine.<br />
Andando a ritroso non era andato meglio con l’Arezzo, si diceva, una partita<br />
condizionata da troppe cose, la più importante delle quali l’espulsione di<br />
Celiento che, sia pure incosciamente, ha suggerito ad Atzori quella prudenza<br />
tattica che Ponte non ha gradito. Se poi sono gli avversari (come diceva il<br />
buon Toneatto) che ti impediscono di uscire dalla propria area e non la volontà<br />
di farlo…, questo è un altro discorso. Sta di fatto però che la Robur<br />
vista con gli aretini, e prima ancora nei 20 minuti di Pisa dopo il momentaneo<br />
1-1, è apparsa troppo timida e fragile per reggere l’urto di un avversario<br />
spinto da una forte determinazione. “E comunque – come confessa lo<br />
stesso mister – quando certi errori si ripetono con una pericolosa frequenza<br />
vuol dire che dobbiamo ancora crescere”. Infatti.<br />
Ben altro discorso sull’impegno precedente, quello col Pisa, definito da<br />
tutti l’autentica prova di maturità della squadra senese. Ma le frasi fatte non<br />
si addicono ai bianconeri, che dopo aver dato prova di grande cinismo con<br />
Mastronunzio prima e Bastoni dopo, addirittura sontuosi sul piano dell’esecuzione,<br />
non abbiano dato seguito alle promesse.<br />
Senza infamia e senza lode invece con la Lupa Roma dove l’undici a scacchi<br />
ha sbagliato sicuramente troppo in attacco e concesso fin troppo in difesa. Una<br />
sintesi forse un po’ stringata, ma abbastanza aderente all’andamento e all’esito<br />
di una partita in cui bastava solamente vincere.<br />
Ora nel prossimo turno tocca a L’Aquila… volare sul Rastrello per prorogare<br />
il momento no della squadra di Atzori. E per una volta tanto non vorremmo<br />
sentir parlare di partita difficile e complicata se questo deve solo condizionare<br />
psicologicamente il rendimento dei nostri. Lasciamo per una volta che<br />
siano gli avversari a temere la grinta, la determinazione e il prestigio (sì anche<br />
il prestigio) della Robur, quella che una volta veniva definita una nobile decaduta<br />
senza essere mai stata nobile. Ora no, chi può negarglielo questo titolo?<br />
« Immagini dall'Arena Garibaldi »<br />
[dicembre 2015]<br />
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